Una mattina, lo abbiamo trovato così nella sua cameretta Montessori.
Quella stessa sera, lo abbiamo messo a letto e dopo pochi minuti lo abbiamo ritrovato seduto sul tappeto tutto piagnucolino—era riuscito a strisciare indietro come un gambero, arrivare alla fine del letto, scendere in posizione seduta e mantenere l’equilibrio fino al nostro arrivo (altrimenti sarebbe forse caduto all’indietro, sbattendo la testa sul marmo).
Il messaggio era chiaro. Era arrivata l’ora del lettino Montessori 2.0, la versione cuscinosa e a prova di bebè mobile. O prendendo in prestito le parole di un’altra mamma su Twitter, la versione nomade. Questo è il risultato e mi fa dormire tranquilla la notte e, chissà, magari eviterà inutili incidenti.
Quando smetteranno di cadere dal letto?
Rotolare giù dal letto è una tappa fondamentale. Il bimbo impara a sviluppare non solo il proprio senso dello spazio, ma anche la propria mappa del corpo—la sua dimensione e forma. E dopo vari tentativi e fallimenti, rimanere a letto sembrerà del tutto naturale e quella mappa del corpo diventerà intuitiva, gli dirà dove si trova anche nel sonno, quanto spazio c’è nel letto e quanto di quello spazio occupa il suo corpo—come facciamo noi adulti.
È difficile sviluppare la consapevolezza spaziale? Provaci!
Basta provare a toccare il pollice destro con l’indice sinistro sopra la testa, in modo da non riuscire a vedere le dita (come vi mostro molto amorevolmente nella foto). Tutt’altro che facile!
Tutti i bambini sviluppano il proprio senso spaziale prima o dopo—forse i bimbi montessori lo sviluppano prima perché saltano la fase culla e vengono esposti fin da piccoli alla possibilità di “cadere giù dal letto”. Ma è semplicemente qualcosa che succederà spontaneamente.
Un Safari Bed può aiutare il processo!
Consiste semplicemente nell’esplorare i confini del letto con il bambino—farlo rotolare da un lato all’altro e “cadere” giù dal letto quando arriva al bordo, o più avanti farlo gattonare sul perimetro del letto seguendo un gioco—e se vuole scendere dal letto, è sempre importante che impari a farlo mettendo giù prima piedi e ginocchia!
articolo molto interessante, grazie mille! Mi chiedevo come alcuni degli aspetti che hai descritto possano conciliare con le indicazioni sulla sicurezza che vengono date dall' AAP. Ad esempio, mettere un bimbo da solo nella stanza prima dei 12 mesi o disporre cuscini e coperte in prossimità del letto. Grazie per il tuo tempo
questo articolo parla dell'esperienza di Carlotta e di quello che lei e Alex si sono sentiti di fare, ma naturalmente per ciascuno il tutto va adattato sia alla specificità dei bambini e delle famiglie, che alle linee guida per la sicurezza.
Come dice spesso Carlotta: «Segui il bambino, non il metodo» (nel senso che tutto parte dall'osservazione dei bambini e non dall'applicazione rigida di un metodo per come proposto nella teoria 😉).
💜
Rosalba
Team La Tela
Grazie per la risposta. Ovviamente la mia non era una critica, ma ero solo curiosa di sapere come avessero fatto a far coesistere questi due aspetti, perché anche io sento molto vicino al mio sentire il modo in cui hanno organizzato il sonno.
Grazie ancora!
Martina
Ho un dubbio sul letto a terra: se il bimbo si sveglia durante la notte o la mattina presto e decide di girare per la stanza o casa non puó essere pericoloso? Capita che la mia bimba si svegli e sia bella vivace evoglia giocare alle 2-3 di notte.
Grazie
Ma devo anche ammettere che la nostra casa (e ovviamente la sua stanza) è ormai tutta montessorizzata, perché Montessori è finito per diventare uno stile di vita per noi e c'è davvero poco in casa che Oliver non possa prendere e toccare (delle cose a cui arriva, ovviamente). Ma anche se non fosse così, non credo che sia un problema: quasi tutti i bimbi delle mie amiche dormono in letti a terra e, anche laddove la casa non sia tutta a prova di bimbo, almeno di notte non hanno avuto problemi di "girovagate".
Ho in programma un post su come montessorizzare la casa; se ti interessa (e non l'hai ancora fatto) puoi iscriverti alla mia newsletter per non perdertelo. Un abbraccio