Stiamo crescendo adulti.
Non significa solo che stiamo crescendo bambini che domani saranno adulti. Significa anche che stiamo crescendo noi stessi: gli adulti che siamo oggi insieme ai bambini che siamo stati.
Carlotta ha coniato il termine «educare a lungo termine» nel 2015: dal titolo del suo corso online è diventato un vero e proprio movimento dell’educazione.
L’educazione a lungo termine:
è prima buon senso, poi metodo.
Si basa su strumenti e concetti di teoria dell’attaccamento, pedagogia Montessori, disciplina positiva, respectful parenting… ma alla base ci sono persone, ognuna diversa e ognuna con una storia personale. Non è taglia unica.
parte da te.
Significa educare te prima dei tuoi figli. Prenderti la responsabilità dei tuoi comportamenti, ammettere quando sbagli e riparare. Nel farlo, guarirai anche il tuo bambino interiore.
non è solo crescere i figli.
È evolvere come individui, prendersi cura del nostro linguaggio, non temere le conversazioni scomode (dal razzismo al genocidio all’omofobia), imparare a litigare e accogliere il disaccordo, scegliere la gentilezza invece del dito puntato, evitare il gossip…
L’educazione a lungo termine è evolvere così tanto che le persone dovranno tornare a conoscerci da zero.
mette il bambino al centro.
Tanti metodi alternativi ci chiedono di mettere il bambino al centro: è importante, perché tante persone si sono dimenticate che i bambini sono persone.
mette il genitore al centro.
Non puoi dare agli altri ciò che non dai prima a te. Un’educazione che mette solo il bambino al centro non può funzionare: siamo individui oltre che genitori. Non puoi smettere di urlare se non ti prendi prima cura di te.
offre libertà nei limiti.
Maria Montessori diceva: non c’è libertà senza limiti. Come impostiamo i limiti e li facciamo rispettare, però, fa la differenza: possiamo ottenere collaborazione con rispetto, senza urlare e strattonare. Disciplina ≠ obbedienza cieca.
Tutte le case sono in fiamme, anche quelle che dal salotto o dalla strada non lo sembrano. Non sei solo, non sei sola. La vulnerabilità avvicina.
è educazione alle emozioni.
Validare le emozioni, offrire vera empatia, regolare il sistema nervoso, imparare a risolvere un conflitto con le parole, sapere correggere gli errori con accoglienza… dovrebbero essere materie di scuola (a ogni livello). Mentre aspettiamo che lo diventino, il lavoro spetta a noi, a casa.
è educazione sessuale, digitale, antirazzista, alla parità, all’inclusione…
Il nostro compito di genitori è coltivare una mente critica e accogliente, per il mondo che li circoda, ma anche per sé: chi sono e le scelte che fanno avranno sempre l’impatto più grande sulla loro felicità e sul loro benessere mentale.
è un rifiuto netto di ogni tipo di abuso.
Forse non possiamo cambiare il mondo. Ma possiamo avere un impatto sulla nostra famiglia, sulla nostra comunità, sul nostro Paese. Imparare a educare senza abusi fisici (sculacciare e strattonare) o mentali (minacciare e incutere paura) non è solo l’educazione più efficace e utile per i nostri figli, è una delle forme di attivismo più importanti nel mondo odierno.
Il nostro impegno verso di te
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Studiare costantemente per tradurre la ricerca in strumenti fruibili.
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Condividere vulnerabilità e successi: la trasparenza genera fiducia.
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Co-creare percorsi con genitori, insegnanti e bambini, ascoltando i loro contesti.
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Difendere i diritti dell’infanzia, anche quando è scomodo.
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Rivalutare regolarmente le pratiche, pronti ad aggiustare la rotta.
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