Come probabilmente sai, stiamo crescendo Oliver ed Emily multilingue. Tranne rare eccezioni, io parlo con loro esclusivamente in italiano, Alex esclusivamente in finlandese, e Oliver va a una scuola bilingue in cui un’insegnante parla in inglese e l’altra in spagnolo.
Ho fortemente insistito per impostare la nostra vita linguistica in questo modo, perché grazie alla mia personale esperienza nell’insegnare lingue negli ultimi 10 anni, questo è semplicemente l’unico modo in cui credo che i bambini possano diventare veramente bi(tri, cuadri)lingue. Ho letto molto sul tema, ma non l’avevo mai trovato “tutto” riassunto in un libro solo.
Fino ad oggi.
Ho letteralmente divorato l’ultimo libro che ho letto, Understanding the human being: the importante of the first three years of life (in italiano: Comprendere i bambini. Sviluppo ed educazione nei primi tre anni di vita) di Silvana Quattrocchi Montanaro. Nonostante sia vecchiotto e in alcune parti obsoleto, penso che sia ancora un libro che ogni genitore dovrebbe leggere (e prendere con un pinch of salt, come direi in inglese).
In particolare oggi ti parlo del capitolo sull’apprendimento delle lingue e su come insegnare più di una lingua. Ci tengo a condividerlo con te, perché crescere figli poliglotti non è facile — richiede dedizione, disciplina e coerenza — e credo che molti genitori non sappiano davvero quanto siano importanti i primi tre anni di vita (non solo per le lingue, ma nell'educazione in genere).
Come scrive l'autrice (e non credo che si possa dire meglio):
Nei primi tre anni di vita, un bambino è un genio nell'apprendimento delle lingue.
«La seconda (terza, quarta…) lingua deve essere presente nell'ambiente del bambino nei primissimi anni di vita, nel senso che una o più persone devono parlare altre lingue ai bambini e in presenza dei bambini. Se, in questo periodo, potessimo avere due, tre, quattro, cinque… persone diverse che parlano ognuno la propria lingua, i bambini potrebbero arrivare ad assorbirle e usarle tutte facilmente, senza alcuno sforzo, a condizione che ciascuna persona parli con loro sempre e soltanto la sua lingua. Non vi sono difficoltà nell'apprendimento, perché i bambini hanno la mente che funziona in un modo molto speciale e possiedono un meccanismo di commutazione, come uno straordinario interruttore che consente loro di passare da una lingua all'altra senza confusione, senza bisogno di tradurre e senza l'accento della loro lingua materna.
Però questo accade soltanto nei primi anni di vita, ovvero negli anni in cui il bambino è un genio nell'apprendimento delle lingue. Prima iniziate, meglio è! In Giappone è stato fatto uno studio recentemente che consiste nel far ascoltare ai bambini cassette in lingua inglese tre volte al giorno dalla nascita fino all'età di sei mesi. Quando, all'età di 3, 4 o 5 anni, questi bambini vengono a contatto con un insegnante di inglese, impareranno la lingua straniera molto più facilmente che gli altri bambini. Questo fenomeno ha una spiegazione fisiologica: la corteccia cerebrale del centro del linguaggio ha assorbito le caratteristiche di pronuncia e lo stile della lingua inglese durante i primi mesi di vita. […]
Durante i primi tre anni è assolutamente essenziale che ogni lingua diversa venga parlata sempre dalla stessa persona: se la madre, il padre, o altre persone presenti nell'ambiente conoscono perfettamente due o più lingue, devono decidere quale lingua usare con il bambino fin dalla nascita e parlare sempre quella. Il linguaggio è parte integrante di una persona, come tutte le caratteristiche somatiche, e non può essere modificata senza produrre un senso di grande insicurezza nel nella mente del bambino, con conseguente difficoltà e arresto di comunicazione. […] Maria Montessori è stata una pioniera in questa direzione e ha affermato chiaramente che solo seguendo il naturale sviluppo dei bambini, i loro periodi sensitivi, è possibile educare il potenziale umano.
Questo potenziale è enorme anche per quanto riguarda l'apprendimento delle lingue, ma dobbiamo ammettere che solitamente non cambiamo i nostri metodi per offrire ai bambini le condizioni favorevoli ad acquisire una così grande ricchezza. Il luogo speciale del linguaggio nella nostra corteccia cerebrale è come un grandissimo armadio, nel quale è conservato soltanto un vestito che, molto spesso, non è neppure di buona qualità [...]
Una soluzione immediata potrebbe essere quella di riunire un gruppo di bambini di età inferiore ai tre anni più volte alla settimana, con una persona [una mamma, un'insegnante, un'amica] che parli con loro in una lingua straniera. In questo modo si riduce lo sforzo economico e i bambini arrivano alla scuola materna con la conoscenza di almeno una seconda lingua, in attesa che il sistema educativo prenda in seria considerazione l'enorme spreco di potenziale umano dei primi anni di vita e vengano adottate strategie alternative di educazione».
Se ti è piaciuto, diffondi la conoscenza e quando senti un genitore che dice "credo sia troppo presto per introdurre una lingua straniera" invia questo articolo: i bambini hanno un potenziale straordinario nell’apprendimento delle lingue, ma siamo noi genitori che dobbiamo fare uno sforzo e trovare soluzioni creative per dare loro il dono delle lingue.
Ti invito anche ad ascoltare l'episodio 18 del mio podcast che tratta proprio di multilinguismo.
💡 Nei post consigliati qui sotto trovi l'aggiornamento 2022.
Mi riesce però difficile rapportarmi a lei quando sono con i nonni che non sanno nulla di inglese e quindi in quei casi mi rivolgo a lei anche in italiano. È quindi sbagliato? Dovrei parlarle solo in inglese? Grazie mille!
Sara
Grazie ancora!
complimenti!
noi abbiamo Clara, mia figlia è trilingue.
ciao Umberto
Io e mio marito abbiamo deciso di crescere la nostra bimba trilingue, proprio come voi! Io le parlo in italiano, mio marito che è giapponese le parla la sua lingua e vivendo in Australia la community language è l’inglese!
Sono super appassionata di questo tema essendo come te un’insegnante di lingua- italiano qui in Australia!
Penso sia passato un po’ di tempo ormai da questo articolo, aggiornaci se vuoi su come procede il vostro viaggio nel multilinguismo!!!
Good luck!
Federica
Un abbraccio
Questa situazione non è ideale, perché credo fortemente che sarebbe meglio se io parlassi sempre e solo con loro in italiano, ma la nostra situazione famigliare è speciale (io non parlo finlandese e mio marito parla italiano, ma non è una lingua con cui si sente comodo) e allora facciamo dei compromessi. Sono curiosa di vedere come va, è il mio piccolo esperimento :-)
Ti ringrazio per il tuo commento, sei stata carinissima! E vedo che con i tuoi bimbi anche tu hai optato per il facile facile, facendoli così vicini l'una all'altro ;-)
Un caro saluto 🌸
faccio un piccolo riepilogo: Antonella ed io stiamo crescendo Arianna (4 anni) e Marica - aka Makie - (2 anni tra pochi giorni) bilingue italiano-inglese utilizzando il metodo OPOL (io parlo solo inglese ed Antonella solo italiano). Bene, di recente sono e' venuta a farci visita una coppia di amici inglese e, Arianna riusciva a capire senza sforzo tutto cio' che dicevano! Leggendo un po' i commenti,
l'unico consiglio che mi sento di dire e' avere tanta pazienza, parlare sempre e comunque la lingua prescelta, anche quando magari ci si sveglia alle 3 di notte perche' magari sta piangendo. Anche quando magari sono ancora piccolissimi e si pensa che non ci stanno ascoltando,
inconsciamente ascoltano eccome!
Un caro saluto a tutti i lettori del tuo bellissimo blog!
Un abbraccio
Grazie mille, ti seguo molto!
Ho ritrovato questo tuo commento (sfuggitomi, purtroppo) e se stai ancora cercando risorse per l'inglese, ti lascio qui una infografia che ho preparato per il Congreso Online MOntessori 2018 in cui ho parlato proprio di Multilinguismo: https://www.lateladicarlotta.com/infografia-multilinguismo-limportanza-dei-primi-tre-anni-e-il-ruolo-dei-genitori/
Un abbraccio
Ti leggo spesso ma non avevo mai scritto :)
Sono sposata con un fiammingo e viviamo nelle Fiabdre. Abbiamo un bimbo di quasi 10 mesi, Vincent, ed usiamo l'approccio "una persona, una lingua". Però la lingua che parliamo tra di noi è l'inglese. Quindi parliamo a lui solo nelle rispettive lingue madri, ma tra di noi in inglese (anche se mio marito capisce benissimo l'italiano). Ci abbiamo riflettuto a lungo, ed abbiamo considerato di non usare più l'inglese, ma il mio olandese è veramente troppo scarso, e poi vorremmo che Vincent sviluppasse una conoscenza anche solo passiva dell'inglese, che è la lingua di casa (e anche della TV, perché il tg, per esempio, lo ascoliamo sulla BBC).
Ho fatto anche io qualche lettura, ma ho trovato molto sui bimbi bilingue e pochissimo sui bimbi triingue... cosa consigliano le tue fonti (e tu) su questa situazione?
post interessantissimo e che mi riguarda molto da vicino. Con Stefano abbiamo iniziato con questo metodo, io gli parlo solo Italiano, mamma solo in Inglese e i nonni solo in Greco.
Come ti comporti quando ad esempio stai parlando con Alex (in Inglese) e vuoi coinvolgere i bimbi nel discorso? Passi all'Italiano tutte le volte? Io spesso mi trovo in difficolta' quando mi rivolgo a Stefano pero' con l'intento di farmi capire dalla mamma. Ti faccio un esempio:
- Stefano, guarda cosa sta facendo la mamma!
In questo caso molto spesso mi trovo a dirlo in Inglese:
- Stefano, look what mummy is doing!
Proprio perche' voglio che la mamma capisca che sto parlando di lei.
Non so... forse e' un dettaglio pero' mi piacerebbe sapere se capita anche a te.
Grazie per il riferimento del libro, lo vado a cercare subito!
Un abbraccio
Insightful girl!!! ❤️ ❤️ ❤️
A tal proposito sono anche diventata Usborne Organiser per avere a disposizione magnifici libri in inglese scontati e farlo diventare anche un lavoretto...se vuoi informazioni in merito, fammi sapere...
Ps Posso condividere questo tuo post proprio sulla mia pagina Facebook Usborne?
Grazie! Anna