Preferiti dei bambini

Sul multilinguismo come uno strumento in più per educare alla pace

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
15 giugno 2018
Durante il brainstorming con Alex sul multilinguismo per preparare l’intervista per il Congreso Online Montessori 2018, ho realizzato qualcosa di importante: ho sempre pensato alle lingue come un modo per comunicare con altre persone di culture diverse, ma non è questo il motivo per cui volevo i bambini devono essere multilingue.

La vera ragione (a parte i vantaggi scientifici che il multilinguismo dà al cervello) è che so cosa significa parlare più lingue ma non essere multilingue, non aver imparato quelle lingue dalla nascita.

Parlare una lingua non è solo conoscere le parole e riuscire a metterle insieme: una lingua è una finestra sulla cultura dietro la lingua, la geografia del suo paese, la storia della sua gente, le sue tradizioni, abitudini, il suo modo di pensare anche.

L’altro giorno la mia amica Marisa ha detto qualcosa che ha molto senso per me: Bella (quasi 4) non parla solo inglese e spagnolo, diventa inglese o spagnolo a seconda della lingua che sta parlando. È più tranquilla e più educata (secondo i suoi standard) in inglese e lei è più rumorosa e più caotica in spagnolo (viviamo nel sud della Spagna ;-).

Quando impari una lingua dalla nascita, non acquisisci solo un nuovo modo di comunicare, acquisisci una nuova lingua madre e una nuova cultura.

L’obiettivo principale di Maria Montessori era quello di crescere una generazione di persone che credevano nella (e vissuta) pace. Se ci pensiamo in questo modo, il multilinguismo può diventare ancora un altro strumento per educare alla pace.

Infatti, le lingue possono essere muri o ponti tra culture e insegnando ai nostri figli più di una lingua fin dalla nascita, li stiamo esponendo a culture diverse, li stiamo cablando per essere più tolleranti, più comprensivi, più rispettosi del “ diverso “, per essere meno nazionalisti e più cittadini del mondo. In poche parole, stiamo dando loro gli strumenti per costruire ponti tra culture, che è ancora un altro piccolo passo verso la pace.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

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