C'è una parola in particolare che è spesso sulla bocca dei genitori: «bravo/a». Questa piccola parola in realtà porta un peso grande:
- Rende i bambini e le bambine dipendenti dalla nostra opinione, presto iniziano a ricercarla ogni volta che fanno qualcosa;
- Li priva di vivere l’emozione come la sentono loro (ogni bambino manifesta le emozioni in modo diverso, alcuni stanno in silenzio, ma non per questo non provano soddisfazione);
- Li spinge a fare le cose per l'elogio (il premio emotivo) più che per il desiderio di farle.
- È una parola vuota, che non aggiunge valore e che spesso l'adulto dice guardando il cellulare o facendo altro.
Alternative al bravo
Immaginiamo che Emily abbia scalato un albero da sola, invece di dirle «brava»:
• Dico «Ce l’hai fatta!» o «Ci sei riuscita!» (focus sull'impegno e non sul risultato)
• Chiedo «Sei contenta?» o «Come ti fa sentire?» (focus su ciò che prova lei, non su ciò che provo io)
• Ripeto ciò che dice lei, lascio che sia lei a darmi le parole.
• Descrivo ciò che vedo (questo è molto efficace): «Hai scalato l'albero!», «sei arrivata in cima». Per un disegno: «Hai disegnato un sole!». Per una costruzione di Lego: «Hai costruito un camion».
• Sorrido e non dico nulla: i nostri figli non hanno bisogno che noi (o nessun altro) giudichiamo il loro lavoro, i loro successi e il loro valore. La soddisfazione è intrinseca nel semplice fatto di esserci riusciti. Meno giudichiamo e meno imparano a dare peso al giudizio altrui.
Questo è un minuscolo cambiamento che può fare una differenza enorme nel costruire l'autostima dei nostri figli.
Io sono riuscita, allenandomi giorno dopo giorno, a togliere la parolina magica BRAVO dal mio vocabolario. Mio figlio ha 9 mesi e io ho imparato a descrivere ciò che fa, anzichè riempirmi la bocca e riempire la sua testa di inutili e dannosi bravo. Ad esempio oggi toccava la sabbia per sperimentare e io gli descrivevo la sabbia come granulosa, umida, ecc ecc
Ho imparato e sono orgogliosa di me ed il mio compagno con molta fatica sta facendo lo stesso! Ma...i nonni....hanno 75 anni e come ben sai tutta la cultura dell'educazione tradizionale. Ho deciso che quella volta a settimana circa che lo vedono di ingoiare tutti i bravo che sento, tutte le etichette che involontariamente e amorevolmente mettono, perché davvero Carlotta, nel mio caso, è impossibile riuscire a sradicare tutto questo dalla loro mente e dal loro linguaggio. Penso che nostro figlio cresce con noi genitori che abbiamo deciso di seguire questa linea dell'educazione a lungo termine (io ascolto ogni tuo podcast) e quindi....ingoio. Non so se è corretto o meno, ma so che un mondo su misura non potrò mai crearlo e come hai detto tu una volta, quando sarà più grande spiegherò che NELLA NOSTRA FAMIGLIA ECC ECC! Figurati i miei mi vedono fare autosvezzamento e già mia madre dice AI MIEI TEMPI NON ERA COSI e ok non dice altro. Se dovessi mai dirle di eliminare i bravo mi direbbe che sono esagerata e non riuscirebbe nemmeno a farlo, quindi spero che per mio figlio sia più importante e prezioso quello che facciamo noi ogni giorno e i nonni....se li godrà come nonni! Un po è uno sfogo un po è un bisogno di conferme questo post! Un abbraccio Carlotta! Irene 🌈
sono Rosalba del team La Tela.
L'argomento nonni è spesso spinoso, tantissimi genitori riscontrano difficoltà nel relazionarsi sul tema educativo con le famiglie di origine.
Tu sei tanto in gamba a vedere le cose con la giusta prospettiva, nel senso che comunque il modello principale di riferimento per tuo figlio sarete voi genitori. Ma capisco bene che in certi momenti si fa davvero tanta fatica.
A questo proposito, nel Percorso della nuova piattaforma Tutta La Tela, puoi trovare molti contenuti pratici sulla relazione con il "mondo esterno", quando sembra che in qualche modo ci metta i bastoni tra le ruote. Inoltre, nella sezione Comunità, ci sono già diverse famiglie che stanno parlando proprio di questo argomento nel Forum dedicato. Hai già dato un'occhiata?