Preferiti dei bambini

Non voglio che mio figlio mi ascolti

“Oliver, sai che a volte ti diciamo di non fare questo o quello? Se tu pensi che vada bene, fallo lo stesso. O chiedici perché no, mettici in dubbio! Pensa con la testa. Non ascoltarci. Vogliamo che tu sia te stesso. Tu fai te, ok?".

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
9 gennaio 2022·6 commenti
L'altro giorno ho sentito Alex dire questo ad Oliver:

“Oliver, sai che a volte ti diciamo di non fare questo o quello? Ascolta, se pensi che vada bene, fallo lo stesso. O chiedi perché no, mettici in dubbio. Pensa con la tua testa. Non ascoltarci. Vogliamo che tu sia te stesso. Tu fai te, ok?".

Il mio primo pensiero è stato: è controproducente! Ci arrabbiamo tanto quando fa quello che vuole, senza ascoltarci… perché gli diciamo di non ascoltarci?

Il mio secondo pensiero è stato: Alex ha ragione! Potremmo fare più fatica per qualche anno come genitori, ma questo approccio sarà avrà benefici per Oliver per il resto della sua vita. Vogliamo che creda in se stesso e sia un pensatore critico: "Fai come dico io" non crea pensatori critici. 

Questo non significa che i bambini debbano fare ciò che vogliono. Significa che troppo spesso la nostra mentalità gerarchica, impaurita, apprensiva, disciplinante impedisce loro di pensare con la propria testa. E a volte, spesso, tra un castigo e una minaccia, perdono anche la capacità di metterci in dubbio. Diventano “bravi bambini” nella (fallace) mentalità comune. Si dimenticano come far sentire la loro voce di fronte a quelle che pensano siano ingiustizie. Non sviluppano la sicurezza in sé che svilupperebbero naturalmente se li lasciassimo scegliere (e sbagliare) più spesso.

Sono pochi anni di più fatica (nostra) contro una vita di benefici (loro): io non ci devo pensare nemmeno mezza volta. Alex ha ragione.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

Parliamone

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Splendido ma difficilissimo da mettere in pratica....Carlotta aiutaci un po di più a capire come facciamo a valutare fino a che punto lasciarli decidere e scegliere e poi magari sbagliare per imparare dai loro errori e quando invece bisogna assolutamente decidere per loro per non metterli in peeicolo. Ti faccio un esempio: cosa gurdare alla televisione. Anche nella vasta panoplia di cartoni animati proposti al giorno d'oggi io voglio assolutamente decidere cosa possono guardare le mie figlie eppure son solo cartoni animati non si tratta di metterli in pericolo eppure un po' si....e poi....fino a che età possiamo dirgli "in casa nostra vige questa regola perche sappiamo che per il vostro bene è meglio che decidiamo noi"?quand'è che possiamo lasciarli decidere per esempio cosa mangiare quanta tele guardare o quanti orecchini farsi e dove? Per me è un argomento molto delicato soprattutto perche mio marito non riesco assolutamente a metterlo su questa lunghezza d'onda e il suo discorso è sempre " finché vivono in casa con me decido io" . Io non la penso affatto cosi ma so già che saremo in disaccordo sempre in futuro quando le nostre figlie chiederanno un po piu di libertà di manovra.
Ciao
Anita
Ciao Anita,
grazie per la tua condivisione! 💜

In effetti è una questione di (delicato) equilibrio, tra mostrare loro che possono metterci in discussione, senza ovviamente permettere tutto (come scrive Carlotta stessa).

Questo vale sia quando si tratta di decisioni potenzialmente oggettivamente pericolose (ad esempio: posso permettere che mio figlio non sia d'accordo con me sul mettere la cintura, ma gli spiegherò i motivi per cui comunque dovrà metterla), sia quando si tratta di altre questioni (nel tuo esempio dei cartoni, va bene iniziare con le tue figlie una conversazione sugli effetti negativi di certi tipi di cartoni, tu poi magari prenderai per loro la decisione, ma avrai ascoltato le loro ragioni e avrai spiegato le tue, cosicché loro sentano di avere quella possibilità di «contestare» se lo ritengono giusto).

Per quanto riguarda le conversazioni con tuo marito, ti consiglio (se non lo avessi fatto) di ascoltare l'episodio n. 60 del podcast: Come coinvolgo il mio compagno nel mio metodo di educazione? 

Un abbraccio,

Rosalba L.
Team La Tela
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Alex è avanti anni luce rispetto a tantissimi genitori "tradizionali"!
Una curiosità: ma questo tipo di apertura mentale di Alex deriva anche dalla sua origine finlandese e dal tipo di educazione che ha ricevuto in Finlandia, o è una caratteristica che ha sviluppato lui negli anni?
Credo che la risposta stia nel mezzo 🙂 Mi piacerebbe farne un episodio del podcast un giorno!
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Ciao Carlotta.
Ringrazio te e Alex per questa riflessione. È il mio tallone d'Achille ma mi sto impegnando tanto affinché riesca ad insegnare alle mie figlie a ragionare con la loro testa. È dura. Molto. Soprattutto per il mio carattere precisino.
Quindi grazie !!
Grazie a te che ci leggi!

Ps. Ho avuto un problema tecnico con i commenti, ma sto recuperando 💕
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