Preferiti dei bambini

14. La rabbia, le urla dei genitori e una storia tibetana

In questo episodio sono stata ispirata da una storia tibetana a parlare di rabbia e del perché urliamo quando siamo arrabbiati. Riconoscere i perché e analizzare le mie reazioni quando urlo è stato per me il primo passo per imparare a gestire la rabbia.

6 novembre 2020·
16 min
·15 commenti
Nell'episodio menziono questo articolo: Spiegare come funziona il cervello aiuta i bambini a controllare le loro emozioni.

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Ciao. Ed eccoci a un altro episodio di educare con calma. Oggi parliamo proprio di calma, o meglio di quello che per me è stato per molto tempo il suo opposto l'opposto della calma, ovvero la rabbia. Questo episodio lo sto registrando in maniera molto spontanea perché facendo pulizia tra le mie note e i miei scritti ho ritrovato una storia e ve la leggo. Una storia tibetana. Racconta che un giorno un vecchio saggio chiese ai suoi seguaci perché le persone si urlano contro quando sono arrabbiate. Tutti pensarono per qualche istante perché perdiamo la calma, disse uno. È per questo che gridiamo. Ma perché urlare? Quando l'altra persona è accanto a te? Chiese il saggio. Non è possibile parlargli a voce bassa. Perché urli contro una persona quando sei arrabbiato? I seguaci diedero altre risposte, ma nessuna soddisfaceva al saggio. Alla fine il saggio disse Quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto per coprire quella distanza. Devono gridare per potersi ascoltare. Più sono arrabbiati, più forte. Dovranno gridare per sentire le parole dell'altro a quella distanza. E poi continuò. Cosa succede quando due persone si innamorano? Non si gridano addosso, ma si parlano a voce bassa bisbigliano perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è molto corta. Il saggio sorrise e disse E quando si innamorano ancora di più cosa succede? Non parlano, si limitano a sussurrare, si avvicinano ancora di più nel loro amore. Questo è quanto sono vicine due persone quando si amano e poi concluse. Quando discuti non lasciare che i tuoi cuori si allontanino. Non dire parole che ti allontanano ancora di più. Potrebbe arrivare un giorno in cui la distanza sarà così grande che non troverai la via del ritorno l'autore di questa storia, di questa favola tibetana e sconosciuto. Ma questa storia me l'ero salvata anni fa, quando la trovai perché mi era piaciuta questa idea di gridare perché i cuori sono lontani di gridare per riuscire a far sì che la voce arrivi al cuore e riavvicini i cuori. E a dire il vero, non so perché mi sia piaciuta. In fondo, non ci credo davvero nel gridare per riavvicinare i cuori o per ascoltarsi quando i cuori sono lontani. Anzi, in realtà credo tutt'altro. Ecco, credo che un grido esprima un disagio celato. Credo che manifesti una frustrazione che ho ingoiato per troppo tempo, un dolore con il quale non ho ancora fatto i conti. So che quando grido ai miei figli o a mio marito li allontano ancora di più o comunque faccio sì che urlino anche loro e quindi le distanze continuano a ingrandirsi. Ma in un certo senso quella storia mi ha regalato una visualizzazione grazie a quella storia. Quando grido visualizzo nella mia mente il mio cuore che si allontana da quello della persona a cui sto gridando e visualizzo che più grido più si allontana, mentre più ritrovo la calma più i nostri cuori si avvicinano e questo a volte mi aiuta. Le visualizzazioni mi aiutano sempre molto. Se hai fatto il mio corso saprai che una delle più grandi visualizzazioni contro la rabbia per me è il coccodrillo, ovvero visualizzare la rabbia come un coccodrillo nel mio cervello che devo domare. E lo stesso insegno ai miei figli, ovvero a visualizzare la rabbia come un coccodrillo nel loro cervello, che loro devono imparare a domare e addirittura spesso, in un momento di tensione o di rabbia, tengo proprio la mano a mo' di cresta di coccodrillo con le dita alzate e poi respirando, la chiudo lentamente a pugno, come se il coccodrillo stesse abbassando la cresta, come se io lo stessi domando come se così stessi accettando, prendendo coscienza e accogliendo l'emozione. E questo per me è anche un doppio valore perché si complimenta un po' con la teoria di dani o sigo il cervello nel palmo della mano di cui parlo anche nel corso e ho scritto forse anche un articolo breve sul blog ville. Se è così vi lascio il link nelle note dell'episodio non ricordo e il corso di cui parlo ovviamente è educare a lungo termine. Lo trovate sul mio sito. Um queste visualizzazioni a me aiutano perché la rabbia è sempre stato il mio tallone d'achille continuo ad essere il mio tallone d'achille perché anche oggi, um anche se grido molto meno a volte mi scappa e succede soprattutto in due situazioni a dire il vero, una quando mi arrabbio, ma di quella rabbia frustrata di quando non dico nulla per molto tempo e poi esplodo quella rabbia di quando ingoio un comportamento che non mi piace invece di esprimere le mie emozioni oppure quella rabbia di quando i bimbi, ad esempio, stanno facendo qualcosa che non mi piace. Glielo dico loro mi ignorano e io sopporto perché magari in quel momento sto facendo qualcos'altro e quindi non mi prendo subito il tempo di alzarmi, di mettermi in ginocchio al loro livello, di parlare con loro per accogliere e risolvere quell'emozione come invece dovrei fare. Quindi poi esplodo e poi grido quando mi spavento, per esempio, Oliver o Emily si fanno male o fanno male l'uno all'altra o si stanno per fare male in maniera per me prevedibile. E la prima reazione è quella di gridare è proprio lo spavento che mi fa suscitare l'urlo, perché in quel momento la paura che si siano fatti male o si facciano male prende il sopravvento sulla mia mente razionale. Per esempio, se vedo che oliver sta giocando in maniera pericolosa con emily e gliel'ho già fatto notare, ma non ha smesso, poi magari succede un incidente in cui Emily si fa male, um ma alla fine non è neanche colpa di oliver, ma io urlo lo stesso, o è proprio per quella paura che si è costruita dentro di me. E ovviamente l'urlo che da noi non capita così spesso ferisce i sentimenti di oliver. Cioè, a dire il vero l'urlo ferisce i sentimenti di chiunque. A chi piace sentirsi urlare contro? Vabbè, a me no, certamente. E allora, ovviamente, in quel momento diventa molto più difficile risolvere una situazione che in realtà sarebbe stata semplice da risolvere rimanendo più calmi, evitando l'urlo, facendo un respiro parlando con tranquillità. E penso spesso al perché perché grido e parlo sia del grido di frustrazione sia del grido di paura. Più ci penso, più credo che sia un'eredità che mi ha lasciato mia madre. Ma se mi ascolti non volermene. Purtroppo non mi hai lasciato solo cose belle. Non credo sia una novità, Quindi parliamone e lo dico perché la mia tendenza a urlare mi arriva dal modo in cui ho par-. Ho imparato a litigare con mia madre. Noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto, è vero, ma è sempre stato anche un rapporto abbastanza conflittuale. Ricordo già episodi quando io avevo sei sette anni, ma poi, soprattutto da adolescente, il nostro rapporto è stato un po' aggressivo. Ma verbalmente parlando, quando ci arrabbiava, partivano, grida, si sbattevano porte. Una volta addirittura ricordo dei vestiti miei che sono volati giù dalla finestra della mia stanza. Okay, questo è successo solo una volta, ma è successo. Mia madre lo ricorderà. Perché lei? Per punirmi che non riordinava la mia camera o per frustrazione perché non riordinava la mia camera ha buttato tutti i miei vestiti giù dal quarto piano. Dell'edificio in piazzetta, nella piazzetta sotto casa. E no, questo non mi ha resa più ordinata tra l'altro. Comunque magari sarebbe bello farci un episodio con lei su questo nostro rapporto conflittuale. Chissà, Ma quello che voglio dire è siamo un prodotto della nostra educazione. Tendiamo ad educare come siamo stati educati. Non possiamo girarci intorno. E la verità è che i bambini non imparano da quello che diciamo. Imparano da quello che facciamo Dai toni che usiamo. Per esempio, faccio più un esempio relazionato ai bambini piccoli. Immagina che tuo figlio si faccia male e tu entri in panico. Corri verso di lui, lo prendi in braccio, lo tocchi ovunque per assicurarti chiedendo cos'è successo cos'è successo. E poi ovviamente inizia la ramanzina. Ecco te l'avevo detto dove ti sei fatto male? Come ti sei fatto male? Fammi vedere. Ti avevo detto di non correre, eccetera eccetera eccetera. E poi magari nel frattempo stai anche sgridando tuo figlio più grande. Perché lo ha fatto cadere eccetera eccetera. Ecco, da questo i tuoi figli imparano che quella è la reazione corretta di fronte a un errore. In questo caso la caduta. E come pensi che reagiranno di fronte a un errore in futuro, loro o degli altri? O di fronte a un fallimento o di fronte a un dolore? Reagiranno in modo simile con panico, senza calma. Se invece immaginiamo che cadono li guardi, rimani calmo, fai un respiro. Magari stringi il pugno della mano con forza e analizzi le l'attenzione. L'energia lì e cammini. O magari corri. Certo, se sei lontano e vuoi arrivare più in fretta perché sei preoccupata? Magari corri. Ma poi una volta che sei vicina a loro, ti abbassi al loro livello con calma, con movimenti lenti. Li prendi in braccio, li stringi forte, forte senza dire una parola. Fai un respiro profondo tu stesso. Ti assicuro che i respiri profondi sono contagiosi. E poi quando si calmano chiedi di fargli vedere o di farti vedere dove si sono fatti male e chiedi che cosa è successo. Ecco, quella è la reazione che stiamo insegnando ai nostri figli di fronte a un errore. Ed è la reazione che probabilmente utilizzeranno anche loro in futuro. Ora io so che tradire il fare c'è di mezzo un oceano. Io per esempio, quando i miei figli cadono, se ho visto la caduta, è molto probabile che riesca a mantenere la calma, a camminare verso di loro, a prenderli in braccio, rialzarlo con movimenti lenti. Se invece non ho visto la caduta e sento solo il pianto che diciamoci la verità, suona sempre come se li stessi torturando. Di solito corro e magari mi scappa anche l'urlo e anche la ramanzina da panico te. E poi se mi accorgo di questo mio comportamento, se riesco a a vedermi da fuori a guardarmi da fuori cerco di fare un un respiro mi scuso. Dico ai miei figli che ho avuto una reazione spropositata perché mi sono spaventata e ricomincio da capo. Ma questo l'ho imparato in anni e anni e anni e lo so, um perché ho fatto veramente fatica in questi anni a cercare di cambiare questo comportamento e lo sto imparando ancora oggi ogni giorno non sempre ci riesco, ma assicuro sono sicura che ci provo sempre e ogni volta che fallisco mi faccio una nota mentale per fare meglio la prossima volta. Ma appunto, non non è stato sempre così. Ovviamente. Sfortunatamente mi rendo conto che negli anni passati, specialmente negli anni della privazione del sonno, purtroppo ho già lasciato il mio retaggio ai miei figli, specialmente a Oliver, che è più propenso al grido ed è anche più sensibile al grido perché alla fine possiamo essere genitori consapevoli. Il novanta per cento delle volte è devolvere all'infinito, ma i nostri figli vivranno sempre le conseguenze delle nostre debolezze. Su questo non ci piove, e lo dico onestamente con molta tranquillità, con molta serenità, perché credo che dobbiamo farci la pace con questa verità in un modo o nell'altro anche io, con tutta la fatica che faccio per educare con calma, per educare nel rispetto, lascerò ai miei figli la mia buona dose di reazioni negative con le quali dovranno fare i conti quando saranno adulti. Spero ovviamente di lasciare loro anche gli strumenti per fare i conti con queste reazioni. Ma questo ve lo saprò poi dire tra venti trent'anni e quindi so che questa non è una scusa per non migliorare. Della serie tanto il retaggio negativo glielo lasciamo lo stesso. No, questa non è la mentalità giusta, perché nel momento in cui io vedo dei comportamenti negativi dei miei figli e so che arrivano da me. Io posso aggiustare il tiro, posso parlare con loro. Posso ammettere che quello è un atteggiamento di me che non mi piace, che io stessa sto sto cercando di cambiare, anzi posso addirittura chiedere loro di aiutarmi a cambiarlo. Ad esempio i miei figli mi fanno notare quando grido perché io gliel'ho chiesto e io in quel momento cerco di lasciare da parte tutto il mio ego e dico Avete ragione, mi calmo e poi ne riparliamo. E la verità è che noto che già lo fanno loro tra loro due quando giocano, quando litigano lo fanno spesso tra di loro. Copiano queste frasi che io dico e spesso risolvono i loro conflitti da soli, perché i bambini magari non ci ascoltano, ma vi assicuro che ci osservano e ci copiano in ogni istante. E certo questo ovviamente è positivo e negativo, perché come diceva Maria Montessori i bambini sono delle spugne, ma le spugne assorbono sia acqua pulita che acqua sporca. Ma proprio per questo il modo in cui reagiamo e ci comportiamo noi genitori è così importante perché davvero possiamo fare una grandissima differenza nelle persone che saranno i nostri figli da adulti, nelle loro reazioni, nei loro comportamenti, nella loro capacità di gestire le emozioni, semplicemente cambiando piccole parti e piccoli comportamenti di noi stessi. E semplicemente in questa frase non c'entra niente, perché non è affatto semplice, um, ma cambiando piccole parti e piccoli comportamenti di noi stessi, che poi sono sicura siano anche quelle parti, quei comportamenti che vorremmo cambiare comunque, perché molto probabilmente non ci fanno stare bene, non ci fanno vivere in armonia con noi stessi. Ecco, così diamo ai nostri figli gli strumenti per poi gestire le loro emozioni in futuro, gestire le loro reazioni e i loro comportamenti in futuro. E sto guardando la mia scaletta, ma mi è venuta in mente una frase dicendo queste parole ed è una frase che ho già detto, ma che non smetterò mai di ripetere. Il nostro scopo di individui è evolvere e il mio augurio a chiunque è di evolvere così tanto che la gente dovrà tornare a conoscervi da zero. E ora che ho detto questa frase, onestamente sto guardando ciò che voglio dire sulla scaletta davanti a me, ma credo che terrò tutto per un altro episodio perché ogni volta che dico questa frase mi entra talmente tanto dentro e la sento talmente forte dentro di me. Mi entra proprio nelle vene che mi sembra che tutto il resto perda valore a confronto e quindi chiudo con i pensieri che questa frase mi suscita sempre che per me ormai sono diventati quasi come un mantra Non temere il cambiamento, esci dalla tua zona di comfort. Più spesso entra nelle tue caverne oscure, scegli ogni giorno di evolvere ed evolvi così tanto che gli altri dovranno tornare a conoscerti da zero. Questo è l'augurio più grande, più importante che io mi sento di fare a qualsiasi individuo che sia già genitore o che non sia ancora genitore, che stia pensando di diventare genitore e con questo chiudo ti do appuntamento a venerdì prossimo. Ti ricordo che mi trovi anche su www punto la tela di carlotta punto com e su Facebook e Instagram come la tela di Carlotta Blog. Buona giornata, Buona serata o buona notte a seconda di dove sei nel mondo. Ciao
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Emozionante, immensa Carlotta ❤️
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Ciao Carlotta. Wow, bellissima storia, quella tibetana. Credo fermamente che non bisogna urlare al prossimo, sminuendolo e mortificandolo, ma a volte da genitore, sbaglio. Ti ringrazio moltissimo perchè grazie ai tuoi racconti e alle tue esperienze, stai insegnando a essere migliore e a perfezionarsi sempre più. Valentina
Ciao Valentina, grazie per il tuo feedback.
Buon percorso, un abbraccio 💜
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Ciao Carlotta, grazie di esistere. Ho messo una sveglia sul cellulare, che suona tutti i giorni e che si chiama “ascoltare podcast educare con calma”. Spero che così potrò riuscire a recuperare tutto il ritardo che ho, visto che sono solo all’episodio 14…
I tuoi podcast sono importantissimi per me, ma allo stesso tempo mi fanno paura perché mi rendo conto di quanti errori faccio quotidianamente nel mio modo di approcciarmi e di educare la mia bimba di 3 anni. Riuscirò mai a correggerli e ad evitare che cresca con paure o problematiche che potrebbero restarle a vita? Non sarà già troppo tardi? Tu dici che ci hai messo anni a cambiare, un po’ questo mi rassicura, perché vuol dire che forse se mi impegno ci posso riuscire anch’io.
La rabbia per esempio è il mio problema maggiore, come quello di tante altre persone, vedo qui 😞
A breve comprerò anche il tuo corso.
Spero davvero che riuscirò a migliorare me stessa, penso che la prima a trarne beneficio sarò io.
Intanto grazie, non smetterò mai di essere grata alla ragazza che mi ha parlato di te.
Fabiola
Ma certo che riuscirai a correggerli: sbagliare è normale, l'importante è rimediare e per rimediare dobbiamo prendere consapevolezza e assumerci la responsabilità, chiedendo scusa. Certo che ce la fai! Nel mio corso Educare a Lungo Termine spiego proprio che la rabbia era anche il mio tallone d'Achille 💜
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Ciao Carlotta,
Volevo solo dirti grazie.
I tuoi podcast creano dipendenza...

Un abbraccio.
Mariana
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Ciao Carlotta. Sono la mamma di una bimba di 2 anni. Ho scoperto la tua pagina istagram e successivamente il tuo blog un po' per caso e ringrazio di esserci arrivata 🙏
Ho iniziato ad ascoltarti e a leggere i tuoi articoli solo da un paio di giorni e devo dire che sei stata ILLUMINANTE.
Ho letto molto sull'argomento, ma nessuna lettura era riuscita a toccare le corde che tu sei riuscita subito a raggiungere. Continuerò ad alimentare questo semino che si è insidiato dentro di me.
Grazie Carlotta per quello che fai e per COME lo fai
Grazie mille, Elena, sono felice che ti sia ritrovata nelle mie parole e che ti siano state di aiuto. Credo che siano tematiche importanti e che purtroppo spesso vengano trattate male, senza rispetto verso TUTTE le parti coinvolte. Grazie per il tuo commento!
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Bellissimo. Grazie 🙏
🌸 grazie a te!
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Eleonora Clerici
18 aprile 2021
Non ringrazierò mai abbastanza la mia fisioterapista per avermi parlato di te, Carlotta. Da poco ho scoperto i tuoi podcast e non riesco a smettere di ascoltarti. Questo in particolare mi ha fatto piangere..
Spero di riuscire nell'impresa di diventare una persona migliore, di evolvermi.
Ho un bimbo di un anno che si merita, come ogni bambino, una guida sicura ma soprattutto felice di essere al suo fianco.
Non ho ascoltato ancora tutto e non ho ancora acquistato il tuo corso. Spero che tu possa aiutarmi a capire come "indirizzare " tutte le persone che stanno più a contatto con Enea a rispettarlo come persona (dentro di me sto vivendo una certa angoscia perché come tutte le mamme amo mio figlio e non sopporto quando viene additato, giudicato o deriso in maniera inconsapevole ma continua) So che non posso difenderlo da tutto ma vorrei che almeno i nonni e il papà avessero il mio stesso desiderio di cercare metodi alternativi all'educazione classica che ci ha reso le persone insicure che siamo ora (chi più e chi meno )
Ciao Carlotta 😘 e grazie.
Grazie infinite per le tue parole! Farò presto un episodio del podcast al riguardo, ma credo sia importante sederci a tavolino per un caffè con le persone a cui vorremmo trasmettere i nostri valori e parlarne con sincerità, umiltà e calma. Chiedere loro di dare un'opportunità, magari leggendo un libro, ascoltando un episodio del podcast o facendo un corso insieme (per questo, tanti genitori fanno il mio corso Educare a Lungo Termine con i nonni). Ma sempre partire dal presupposto che loro sono liberi di rifiutare: possiamo controllare e decidere solo il nostro comportamento. 🌸
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Ciao Carlotta, questo è il primo podcast tuo che ascolto. L’ho scelto perché parla della rabbia e delle urla che purtroppo sono uno dei miei punti deboli più grandi. Sono mamma di una bimba di 16 mesi e ascoltarti mi ha davvero commosso perché nelle tue parole si sono concretizzate le mie paure di mamma circa l’esempio che sto dando a mia figlia. Mi sento di ringraziarti perché Mi hai dato degli spunti davvero preziosi per provare a migliorare questa parte di me così che la mia famiglia non la debba più (si spera almeno in parte 😅) subire. Farò tesoro dei tuoi consigli!
Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuto. La rabbia è il sentimento con i quali ho dovuto fare anche io di più i conti, ti capisco.
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