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120. Carico mentale: che cos'è e 8 strategie per ridurlo | con Zaira Schauwecker

In questo episodio di Educare con Calma io e Zaira vi leggiamo un suo articolo su un tema molto importante: il carico mentale.

6 gennaio 2023·
37 min
·24 commenti ·
Zaira Schauwecker
Trovate il suo articolo sul suo blog (che vi invito a leggere): Carico mentale, ti senti un genitore stanco, impaziente e inadeguato?

Zaira è anche sul suo sito e su Instagram come @zairacconta.

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Zaira Schauwecker – Persona di riferimento per l'educazione alla parità
Ciao, sono Zaira! Sono un'ingegnera meccanica e nel tempo libero porto avanti zairacconta, un progetto per riflettere assieme a chi si prende cura di piccole persone riguardo al tema degli stereotipi e della parità di genere.

Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con Calma oggi torno con Zaira che è la mia persona di riferimento per quanto riguarda l'educazione alla parità di genere e leggo un suo articolo su un argomento per me molto molto importante che è il carico mentale. Ma prima di tutto lascio la parola a Zaira che ci spiega perché deciso di trattare sul suo blog proprio questo tema del carico mentale.

Zaira: Ciao Carlotta e ciao anche a te che stai ascoltando questo podcast. Ho deciso di trattare l'argomento del carico mentale familiare perché di sicuro è un tema molto attuale di cui si parla sempre di più ovunque. È un problema che resta però ancora di enorme attualità perché io credo che sì, ne stiamo sono instaurati nel tempo e migliorare la nostra situazione rispetto al carico mentale. Oltretutto è un tema legato alla parità di genere o quasi di più alla disparità di genere perché è un problema che ricade ancora al giorno d'oggi soprattutto sulle persone di genere femminile. Quindi nella maggior parte delle famiglie questo carico ricade sulla donna e ancora di più sulla madre e tra l'altro il carico aumenta all'aumentare dei numeri del numero dei figli, quindi correla col numero dei figli.

Ho pensato di poterne parlare perché per lavoro ho appreso diverse tecniche per la gestione di progetti, per metodi di lavoro e per lavorare in maniera più efficace e questi metodi ho notato come possono essere utili anche nella vita di tutti I giorni in famiglia e a casa. Grazie a questi studi che ho fatto sul lavoro credo di poter essere anche una mamma più serena. Perché mi sono messa a studiare queste cose sul lavoro? Il motivo più grande è che io volevo un lavoro che mi permettesse di assumermi grandi responsabilità, gestione di grandi responsabilità, gestione di progetti grandi, complessi, nonostante io sia impiegata a tempo parziale. Spesso il tempo parziale significa non fare carriera.

Per me invece avere una carriera ricca di responsabilità, di spunti e di sfide era imprescindibile. Ce l'ho proprio bisogno per stare bene. Allora ho dovuto lavorare sodo e studiare per poter assumermi queste grandi responsabilità e portare avanti grandi progetti nonostante il part-time. Il mio motivatore più grande io non volevo diventare una persona che sta in ufficio dodici ore al giorno e non vede più suo figlio. Quindi mi son detta: Cosa posso fare io per potermi assumere queste responsabilità, rimanere una persona sana di mente nonostante le poche ore a disposizione per il lavoro?

Mi sono messa a studiare, ho lasciato andare il mio perfezionismo, la mia mania del controllo che si ripercuoteva sulla incapacità di delegare e tutte queste cose mi sono ritornati molto utile anche nella mia vita di mamma.

Carlotta: E adesso mettetevi comodi e comode perché vi leggo l'articolo di Zahira, anzi ve lo leggiamo insieme. Se qualche volta ti senti un genitore inadeguato o sbagliato, se sbotti con I bimbi e poi ti senti in colpa più spesso di quanto vorresti, se sei un genitore sopraffatto e se ti senti in balia degli eventi, se come genitore ti senti regolarmente impaziente, irritabile, Se sei in una coppia eterosessuale e ti senti così, dati statistici alla mano, è molto probabile che tu sia una donna. Questo articolo potrebbe aiutarti a far luce su un problema a cui forse non hai ancora dato un nome: il carico mentale. Il carico mentale nella vita di un genitore è spesso un macigno che pesa il doppio proprio della sua invisibilità. Che cos'è il carico mentale familiare?

Il carico mentale familiare è il peso della responsabilità di gestire casa e famiglia, quindi la gestione di tutto ciò che serve a una famiglia per vivere al netto del lavoro retribuito. Di che cosa sto parlando? Da un lato parlo di tutte le cose da fare come lavoro domestico, pulire, cucinare, fare la spesa, fare il bucato, pagare le bollette, eccetera lavoro di cura dei figli, passare del tempo con loro, seguirli nei loro compiti, portarli a scuola, educarli, vestirli, eccetera Senza dimenticare la cura di parenti bisognosi o animali domestici. I compiti di questa lista prendono tempo ma sono più semplici da gestire. Dall'altro lato però sto parlando soprattutto delle cose a cui pensare, come il lavoro domestico, pensare a cosa cucinare, ricordarsi di pagare le bollette, prenotare l'appuntamento dal meccanico e farlo incastrare con tutti gli altri appuntamenti, pensare a comprare I prodotti per pulire la casa, pensare a far vaccinare il gatto eccetera eccetera oppure il lavoro di cura dei figli, riorganizzarsi quando improvvisamente si ammalano, ricordarsi delle riunioni e dei mercatini della scuola, pensare ad un regalo per la festa di compleanno, informarsi riguardo all'educazione dei figli, ricordarsi di prendere gli appuntamenti dal pediatra o dalla pediatra, eccetera.

Tutto quello che hai elencato in questa seconda lista è praticamente invisibile perché non è lavoro pratico. Sono compiti che spesso stanno nella mente come organizzare, anticipare, ricordare, pensare. Vedi come il carico mentale è doppiamente frustrante. Il carico mentale è pesante ma non lo si vede, e ciò che non vedi è difficile da riconoscere, sia che lo hai fatto tu o qualcun altro. Il carico mentale spesso ricade ancora solo su uno dei due genitori: la donna.

Se parliamo di coppie eterosessuali che statisticamente sono le più numerose, in questo rapporto Istat del duemila diciannove ho trovato questi cinque punti interessanti: uno) nel lavoro domestico le donne si fanno più carico degli uomini del lavoro routinario, come cucinare, lavare, stirare. Due. Gli uomini prediligono attività che si avvicinano molto al tempo libero come giardinaggio, bricolage, shopping, manutenzione dei veicoli, eccetera. Tre. Se si tiene conto anche del lavoro non retribuito le donne lavorano circa un'ora in più al giorno rispetto agli uomini.

Quattro. In Italia il cinquantaquattro virgola sette por cento delle occupate risulta sovraccarica di lavoro mentre ciò succede solo al quarantasette virgola tre por cento degli uomini. Cinque. La divisione dei ruoli tra genitori tende a riproporsi quando si considerano I figli. Quindi, anche se le donne decidono di lavorare dopo la maternità, in genere si fanno più carico del lavoro familiare rispetto agli uomini.

La ragione principale è la difficoltà che abbiamo ancora oggi di uscire dai ruoli di genere. Il fatto che il carico mentale familiare ricade sulle donne è culturale. Sfatiamo un mito: la credenza per cui una donna sia naturalmente portata per il lavoro domestico e di cura è falsa. Forse è stata la naturale conseguenza di certe condizioni quadro. Tanti anni fa, quando non c'erano I contraccettivi e non c'era il latte artificiale, le donne erano le principali figure ad occuparsi di casa e figli, ovviamente.

Ti sfido ad andare a lavorare quando sei incinta oppure al latti e ai sette figli. Condizioni quadro che tra l'altro hanno contribuito a diffondere un altro stereotipo: il mito della donna multitasking, ovvero una credenza che vede la donna come naturalmente predisposta alla gestione di mille cose contemporaneamente. I tempi sono cambiati, facciamo molti meno figli e se necessario ci sono le pompe per estrarre il latte e c'è anche il latte artificiale. Volendo, una mamma può tornare al lavoro dopo la maternità. Rimane però lo stereotipo di genere, intrinseco nella società, per cui il posto più ovvio per una donna è la casa.

Zaira: L'altro giorno mio collega mi assicurava che a lui nessuno mai chiesto con chi lasciato la sua bambina mentre è in viaggio per lavoro. Io ti assicuro che a me invece lo chiedono almeno una volta ad ogni viaggio di lavoro.

Carlotta: Che cosa ci dice questo aneddoto? Che il nostro cervello fatica ancora a vedere una mamma fuori dal suo contesto, tra virgolette, naturale. Analogamente, come raccontavo in un articolo sul nostro modello familiare, mio marito è considerato fuori posto quando in orari d'ufficio si prende cura del nostro bimbo. Più di una volta gli è capitata una cosa molto strana: una persona vede mio figlio e spaventata si guarda intorno alla ricerca della mamma, credendolo perso. Capisci?

Mio marito è Lina ai paraggi ma queste persone non lo vedono. Non considerano nemmeno la possibilità che un papà si possa prendere cura del proprio bambino in settimana. È come se il nostro cervello non si fosse aggiornato, veniamo cresciuti con l'idea che la cura si affaccenda da donne. Lo conferma anche questo rapporto ISTAT del duemila diciannove, che dice: I comportamenti dei ragazzi si differenziano nettamente da quelli delle ragazze con circa un quarto d'ora in più al giorno di lavoro domestico per le ragazze e ben diciannove punti percentuali in più tra le quote di partecipanti alle attività. Ripeto, nel caso che te lo fossi perso: molte più

Speaker 2: ragazze che ragazzi aiutano in

Carlotta: casa e lo fanno per quindici minuti in più al giorno per ragazzi aiutano in casa e lo fanno per quindici minuti in più al giorno rispetto ai coetanei maschi. Ma forse quindi la mia sensazione di essere quella che aiutava più in casa da ragazza non era poi così

Zaira: Tempo fa ero andata a trovare una mia amica con due figli adolescenti, un ragazzo e una ragazza, era weekend quasi ora di pranzo e sapevo perché me l'aveva detto questa mia amica che suo figlio più grande stava ancora dormendo. Aveva amica che suo figlio più grande stava ancora dormendo. Avvicinandosi l'ora di pranzo dico a questa mia amica forse è meglio che andiamo altrimenti non riesci nemmeno a preparare pranzo. Lei mi risponde: Fa niente, tanto c'è

Speaker 2: mia figlia che ci pensa a cucinare.

Zaira: Questi sono ruoli di genere che vengono a

Carlotta: Questi sono ruoli di genere che vengono tramandati di generazione in generazione. Devi fare attenzione anche se a casa tua la situazione è più paritaria, perché la realtà che circonda I bimbi differenzia ancora molto per genere. Come società, non lasciamo I nostri figli davvero liberi di giocare con ciò che vogliono. Ci sono segnali ovunque ad indicare che ci sono cose da maschio e cose da femmina, e gli stereotipi di genere si formano già nell'infanzia. Negozi, librerie, cartoni animati e libri sono pieni di riferimenti ai ruoli di genere.

Leggiamo libri dell'infanzia che spesso sono carichi di stereotipi e pregiudizi. Pensa ai libri che leggi alle tue bimbe: quanti considerano il papà nelle loro storie? E in quanti il papà un ruolo di cura dei figli e della casa?

Zaira: L'altra sera mio figlio voleva che gli leggessi il libro dov'è Spotti. Spotti è un cucciolo spotty Alla fine mi chiede dov'è il papà di spotty? Ma vedi come le notano queste cose, anche se non ce lo dicono, loro le notano!

Speaker 2: In effetti la storia

Zaira: parla di Sally che cerca il suo cucciolo Spotty perché è ora di fare la pappa. Al che Spotti perché è ora di fare la pappa. Al che io rispondo a mio figlio: Hai ragione! Dov'è il papa di Spotti secondo te? Lui mi risponde: Sarà fuori a fumare la pipa.

Carlotta: Fuori a fumare la pipa: questo è uno stereotipo di genere preso dai libri per l'infanzia, almeno da noi dove nessuno fuma la pipa, nei libri invece ogni tanto capita che qualcuno fumi la pipa, e solitamente è un uomo. Fare caso a queste cose è il primo passo, perché educarsi alla parità di genere è l'unica cosa da fare se si vuole educare alla parità di genere. Comincia a ridurre il carico mentale partendo da te. Ammettiamo che tu voglia dare un esempio di genitore sano, che non si sacrifica per tutto e per tutti. Ammettiamo che vuoi diventare un genitore più sereno e paziente, capace di prendersi I suoi spazi.

Ora ti racconto cosa funzionato per me. Negli anni sono aumentate le mie responsabilità sia familiari che lavorative, e la mia giornata è rimasta di ventiquattro ore. Ovviamente il mio tempo libero si è ridotto, ma sono generalmente serena. Mi sento un essere umano felice e lo devo al lavoro che ho fatto su di me. Un genitore stanco e sopraffatto che spesso perde la pazienza con figli e partner perché troppo sulle sue spalle spesso pensa di non poterci fare nulla.

Magari proprio tu ti senti impotente perché non hai la forza o il potere di cambiare chi ti sta a fianco e non ti sostiene quanto vorresti. Ecco, in questi casi il mio consiglio è quello di cominciare da te, perché su quello invece sì che hai potere. Queste sono le migliori strategie di gestione del tempo e crescita personale che io applico da anni, e Già solo questa pratica da sola ridotto di molto Già solo questa pratica da sola ridotto di molto il mio carico mentale. Parto subito con un ricordo che risale al duemila quattordici:

Zaira: anni fa ero fiera ogni volta che mio marito mi diceva: ricordami questo, ricordami quello ero fiera di essere il suo hard disk esterno perché ero quella con una buona memoria nella coppia. La cosa apparentemente assurda era che lui si dimenticava le cose che travasava nella mia mente.

Carlotta: Studiando poi gestione del tempo e produttività mi sono resa conto di due cose: uno il fatto che lui dimenticasse le informazioni che mi passava era dovuto all'effetto Zeyganick si tratta di quell'effetto psicologico per cui si ricordano meglio le attività incomplete rispetto a quelle complete dicendomi: ricordami che stasera devo preparare I vestiti di Pilates per domani, il suo cervello considerava quel caso chiuso e la sua mente restava libera. Due. Essere l'agenda vivente del mio partner non era nulla di cui andare fiera. Una delle prime cose da fare per alleggerire la mente è trascrivere tutte le pendenze, idealmente in un unico posto. In questo modo anche il tuo cervello le considererà come completate fino al momento che una lista o un dispositivo te le ricorderà.

Avendo capito questa cosa ho gentilmente invitato il mio compagno a non usarmi come sua segretaria. Ho poi imparato da mio marito il vantaggio di usare Siri per mettere I promemoria sul telefono e anche nostro figlio 3N cominciato a chiederci di mettergli delle cose nel promemoria. Io uso promemoria sul telefono, calendario digitale, agenda cartacea, organizzata più o meno come un bullet journal è uguale come ti organizzi, l'importante è che non hai troppi posti diversi in cui segnarti le cose. Il tuo cervello deve essere certo che le informazioni registrate potranno tornare da te al momento giusto in maniera affidabile. Due.

Chiarisci I tuoi valori. Tu mi dirai: ma dai anche tu con sti valori ho bisogno di consigli pratici! Lo sai che questo consiglio anni fa mi sembrava proprio lasciare il tempo che trova, e invece no fidati, ti aiuterà davvero a definire le giuste priorità senza sensi di colpa, altro passo fondamentale che mi aiuta ogni giorno a ridurre il mio carico mentale. Agire secondo I miei valori mi aiuta ad essere una persona in pace con me stessa. Un esempio forte è questo: mi sento raramente.

Un esempio forte è questo: mi sento raramente in colpa, e quando mi sento in colpa so che è perché sto agendo in maniera non allineata ai miei valori. Quando per lavoro lascio la famiglia a casa per qualche giorno mi sento in colpa? No, nemmeno un po'. Comincerei a sentirmi in colpa se fossi via più spesso di quello che mi sento di fare. Questo perché sia avere un lavoro in cui realizzarmi, sia la famiglia sono tra I miei valori fondamentali.

Se vivo tenendo in equilibrio il mio impegno sulla famiglia e sul lavoro, sto bene. Avere in chiaro I tuoi valori è come avere un farv che ti guida nella tua vita. Un metodo che uso per scoprire I miei valori è questo: prendi una lista dei valori personali che trovi facilmente in internet (solitamente contengono quaranta o cento valori), scorri la lista velocemente ed elimina quelli che non risuonano con te. Diciamo che se non è un sì convinto lo cancelli. Te ne rimarranno ben più di cinque.

Ora elimina altri valori scartando I concetti più simili, tipo scegliendo un solo valore tra onestà, sincerità e trasparenza. Ora riduci ulteriormente il numero dei valori basandoti su ragionamenti tipo: sarò serena se faccio della salute fisica e mentale un mio valore, e quindi puoi eliminare il valore della serenità perché quello lo raggiungerai mettendo la salute al centro. Ti è chiaro il ragionamento? E poi alla fine di questi valori evidenziati scegline solo cinque. E ricorda: I valori non sono fissi per tutta la vita, ogni tanto ricordati di rivedere la lista e vedere se aggiornata.

Tre. Metti le giuste priorità, che in altre parole significa: uno. Abbassa le tue aspettative e due. Dai il giusto peso alle cose, e in caso di difficoltà o dubbio magari potrai pensare ai tuoi valori e dirti cose come: sono sull'orlo di un esaurimento a causa dei mille risvegli delle bimbe, vado a dormire presto o guardo quella favolosa serie su Netflix? Oppure che stress, al mattino ho poco tempo per prepararmi, preferisco spendere quel tempo a lisciarmi I capelli o usare quel tempo per fare una colazione in tutta tranquillità?

Infine, non ce la faccio più. Preferisco diminuire il mio benessere mentale insistendo perché mio figlio metta una maglia pulita o lasciare andare il giudizio altrui per avere un figlio che sembra uscito da un porcile? Il regalo più grande che mi fatto la maternità sul piano dello sviluppo personale è quello di liberarmi dalla zavorra del perfezionismo. Quattro. Impara a dire di no.

Questa è stata molto dura da apprendere. Anni fa ero una persona che si sentiva in colpa per tutto, non osavo dire di no, mai, nemmeno quando una persona sconosciuta mi chiedeva di darle il numero di telefono. Io non voglio crescere mio figlio con questi esempi poco saggi, voglio dare a lui l'esempio di una persona sicura di sé che conosce le sue priorità e I suoi limiti e dice di no per non cadere in sopraffazione. Penso a qualche esempio del mio passato recente come la richiesta di entrare in politica o in un comitato di una cooperativa. Sono cose perfino in linea con alcuni dei miei valori ma in conflitto con altri valori fondamentali come la salute mentale.

Se mi carico di troppi impegni scoppio, non ce la faccio più. Riconosco I miei limiti in questa fase della mia vita e una cosa che mi dico prima di accettare impegni è questa: se non è cento per cento sì allora è no. Anche al lavoro faccio così, ti racconto un breve aneddoto:

Zaira: di recente un collega mi piazzato una riunione alle otto di mattina prevista dopo un viaggio di lavoro di tre giorni in cui sarei rientrata alla sera tardi. Dopo tre giorni via e con una giornata lavorativa il giorno seguente avrei almeno voluto poter passare un po' di tempo tranquilla con il mio bimbo la mattina prima di andare al lavoro per diciamo verso le dieci. Ho quindi rifiutato la riunione e bloccato il mio calendario in modo che nessuno possa mai più piazzarmi riunioni prima delle nove di mattina. Impara a dire di no anche alle cose che non ti riguardano come il regalo di compleanno del cognato, ricordare gli appuntamenti di qualcun altro, ricordare al partner di chiamare I propri genitori, quanto e cosa mangia tuo figlio di quello che nel piatto, se è

Carlotta: sano e non patologie particolari, ovvio, eccetera eccetera. Io per esempio dico di no a fare lavatrici se non ne ho bisogno così quando mio marito è a corto di mutande ma semplicemente a farsi imbucato, oppure a stirare le camicie. All'inizio se le stirava lui, poi trovato dei modelli molto belli che escono dalla lavatrice come stirati e voilà. Com'è che si dice? La necessità aguzza l'ingegno.

Cinque. Semplifica la tua vita. Se riesci ad applicare ciò che ti ho scritto fino a qui, la tua vita è sicuramente più semplice di quello che era prima. Conosci I tuoi valori e le tue priorità. Ma ci sono altre cose che puoi fare per semplificare la tua vita.

Quali? Dipende da te e dai tuoi valori. Questo che ti elenco non è valido per tutte le persone perché dipende dai valori personali, vedili come spunti di riflessione. Uno. Non mi trucco.

Non è stata una scelta premeditata, sono entrata in ospedale per partorire con I trucchi poi ho avuto un bambino ad alto bisogno che non riuscivo a lasciare giù nemmeno per due minuti e se ci riuscivo quei due minuti mi servivano per vestirmi fare pipì o mangiare. All'inizio non mi piacevo struccata, come spesso accade è una questione di abitudine, dopo un po' però mi sono abituata al mio viso in versione naturale e non ho sentito l'esigenza di riprendere a truccarmi, mi fa sentire così bene poter uscire di casa in dieci minuti dopo essermi lavata e vestita e sorrido se penso che una volta

Speaker 2: usavo anche venti o trenta minuti per

Carlotta: piastrarmi I capelli già lisci. Cosa strana è che ora mi piaccio meno quando sono truccata. Il potere delle abitudini. Personalmente sto anche lavorando per trovare un taglio di capelli a bassa manutenzione, non sono ancora pronto ad avere un taglio corto corto anche se mi piacerebbe per la praticità. Voglio anche abituarmi all'idea di non tingere I capelli anche se non sono ancora particolarmente entusiasta del numero di capelli bianchi in continuo aumento.

E infine sto ragionando sul da farsi con I miei peli. È ovvio che mi depilo solo per l'idea che altri mi hanno inculcato riguardo ai peli su un corpo femminile, e questo un po' mi rode, anche perché mi fa perdere tempo prezioso. Due, non guardo più la tv. Anche questa non è stata una scelta premeditata, all'inizio ne abbiamo fatto a meno perché la sera andavo a dormire alle otto per sopravvivere alle notti tormentate e poi ci siamo abituati a stare senza tv e sapendo anche che sarebbe stato più difficile impedire al nostro bimbo di guardare troppa televisione con una televisione in casa abbiamo deciso di darla via, e così l'opzione tv non c'è di default e la sera sul divano tendo a fare attività che mi fanno stare meglio. Tre.

Ho scelto uno stile di vita minimalista. Che cosa vuol dire? Detto molto semplicemente vogliamo possedere solo il giusto necessario, cose che servono o che ci piacciono davvero e ci fanno stare bene. Abbiamo ridotto di molto gli oggetti in casa nostra, il numero di scarpe e di vestiti. Questo processo mi anche sensibilizzato molto sugli acquisti e compro davvero pochissimo.

Come ci semplifica la vita questa cosa? Beh già solo pulire casa è molto più semplice con meno oggetti in giro per esempio, non acquistare oggetti superflui mi fa stare bene perché è in linea con il mio voler impattare il meno possibile sull'ambiente e oltretutto non spendo tempo a gironzolare per negozi, lavorare per poter permettermi quegli oggetti, mantenerli, eliminarli quando non funzionano o non mi piacciono più. Un'altra cosa che mi semplificato la vita è stata l'armocromia. Questo è un sottocapitolo del minimalismo quando ero incinta ho fatto un'analisi di Armocromia. Se non sai cos'è è una scienza che studia l'armonia tra I colori.

Applicata ai vestiti, accessori e trucchi si tratta in sostanza di trovare la palette che si addice di più ai tuoi colori, occhi capelli e incarnato. Conoscere questa cosa mi aiuta principalmente in due modi: visto che nella mia palette non c'è il nero o il bianco mi riduce di molto la scelta quando faccio acquisti quindi ci metto meno e ho meno sovraccarico mentale dato dalle centinaia di scelte. E poi nel mio armadio ci sono sempre più vestiti che mi stanno bene e che stanno bene tra loro. Se compri in palette non ti devi più preoccupare dell'abbinamento dei colori. Il nostro cervello fatica a prendere decisioni e io cerco di ridurre al minimo le decisioni poco utili che devo prendere ogni giorno.

Mi tengo la forza di volontà per le scelte che contano davvero. E infine un'ultima cosa che mi semplificato la vita è applicare un'educazione consapevole e rispettosa. Sì, lo metto qui perché lo penso davvero: se non avessi gli strumenti per educare in maniera rispettosa e consapevole la mia vita sarebbe molto più complicata, perché vedo il circolo vizioso in cui cadono I genitori a furia di ricatti e punizioni, perché I frutti saranno sempre più succosi man mano che I figli crescono. In internet troverai svariati libri sull'argomento, se vuoi sapere quelli che ho letto scrivimi. Un corso online che ti posso consigliare perché l'ho fatto di persona è quello di educare a lungo termine di Carlotta.

Grazie. Sono io! E tra l'altro visto che ho smesso un attimo di leggere l'articolo, se avete altri metodi che vi aiutano a semplificarvi la vita potete scriverceli o ai commenti di questo podcast oppure direttamente sull'articolo di Zaira sul suo blog, e in questo modo possiamo tutti contribuire alla conversazione e anche condividere con gli altri quello che funziona per noi. Ok, continuo con la stessa strategia per ridurre il carico mentale. Butch processing.

Questo è un termine che viene dall'informatica traducibile in elaborazione in lotti. Questo concetto viene riutilizzato nell'ambito della gestione del tempo, in sostanza consiste nel raggruppare le attività simili tra loro per essere più efficienti. Ti faccio alcuni esempi: cucinare per più di un pasto alla volta, pagare tutte le bollette una volta al mese, fare una spesa grande alla settimana anziché diverse piccoline, leggere le mail una sola volta al giorno anziché ogni volta che ne arriva una eccetera eccetera. Un'altra strategia numero sette per ridurre il carico mentale è imparare a delegare. Quando chiedi a qualcuno di fare qualcosa per te consideralo fatto, non controllare come e se questa cosa è stata fatta.

Prima di intervenire chiediti: cosa può succedere nel peggiore dei casi se questa cosa non viene fatta entro la data ideale? Se capiterà un imprevisto perché la persona a cui hai delegato dimenticato qualcosa non fa nulla, fa parte del processo di apprendimento, si chiama responsabilizzazione. Ad esempio: chiedi al partner di fare la valigia della bimba e

Speaker 2: arrivate a destinazione con la metà delle

Carlotta: cose necessarie. Chiediti: 'Saremmo in no, nel peggiore dei casi andrete a comprare ciò che è stato dimenticato, magari in un negozio vintage o di seconda mano, e la prossima volta la valigia verrà fatta con più cura. E strategia numero otto: ovviamente prenditi del tempo per te. Quando siamo sovraccarichi di lavoro retribuito e non non siamo al massimo della nostra performance. Se vuoi essere una persona efficiente e rispettosa devi ricaricare le tue energie fisiche e mentali.

Un genitore spesso perde la pazienza perché è perché è cattivo. Questo vale anche per te. Per prevenire impazienza nervosismo e sfuriate devi ricaricarti prendendoti del tempo per te. Chiaro, alla nascita dei figli questo tempo si riduce di molto, ma cerca di mantenere il minimo sindacale. Sapendo che statisticamente gli uomini si prendono un'ora in più al giorno delle donne potresti considerare di tenere traccia del vostro tempo libero, così oltretutto potrai prenderti questo tempo libero senza sentirti in colpa verso l'altra componente della coppia.

Fai però attenzione che ci sono attività che ricaricano più di altre. A volte scrollare I social media può sembrare rilassante ma nel lungo

Speaker 2: periodo non è quello che

Carlotta: ti farà stare meglio. Se a volte scrollare I social media può sembrare rilassante ma nel lungo periodo non è quello che ti farà stare meglio. Se riesci ad applicare queste linee guida secondo me sarai già sulla buona strada per levarti una buona dose di carico mentale partendo da te. Avrai imparato a conoscerti meglio, ad ascoltarti e riconoscere I tuoi limiti. Se hai la sensazione che questo non basta allora sicuramente ne devi parlare in coppia.

A questo punto vi invito a finire la lettura sul post di Zahira perché lei continua scrivendo proprio cinque idee per imparare a parlare di carico mentale nella coppia che credo che sia importantissimo e tra l'altro queste cinque idee secondo me valgono per parlare di qualsiasi cosa nella coppia anche di educazione dei figli. Ma prima di salutarvi le ho chiesto di raccontarci con la sua voce l'aneddoto personale che racconta in questa parte dell'articolo sulla comunicazione in coppia, perché credo che sia davvero molto importante la sua esperienza ma anche la sua riflessione sul privilegio lascio la parola a lei.

Zaira: Nel primo anno di vita del nostro bimbo mio marito Valerio aveva un lavoro molto duro fisicamente, era una specie di giardiniere di montagna, costruiva sentieri in montagna, muri a secco, rasava I prati di pendi impervi e chiaramente la sera era molto molto stanco e addirittura durante I primi mesi di vita di nostro figlio Valerio lavorava al cento per cento perché questo era un mestiere stagionale, aveva l'alta stagione nei periodi caldi e la bassa stagione in inverno. Quindi nei primi mesi, quando ero una neo mamma in maternità, avevamo un figlio che la notte si svegliava anche ogni ora o meno e che di giorno dormiva solo se lo portavo in fascia, se stavo in movimento appena mi fermavo si svegliava e dovevo essere fuori casa quindi non potevo farlo dormire in fascia addosso a me mentre in casa svuotavo la lavastoviglie, facevo ordine l'aspirapolvere o quant'altro. Dovevo proprio essere di fuori in movimento e era veramente dura. Quando era sveglio non potevo lasciarlo giù per più di cinque-dieci minuti e poi richiedeva di nuovo le mie attenzioni e quindi io in casa potete capire che non riuscivo a fare nulla. In più avevo delle notti veramente e mio marito nonostante il lavoro fisico stava sveglio a cucinare I pasti per il giorno o I giorni seguenti perché altrimenti io non avrei avuto modo di di nutrirmi con un figlio che richiedeva veramente tutte le mie attenzioni.

La notte oltretutto dopo che avevo allattato mio marito cambiava il pannolino del bimbo per evitare che io mi svegliassi completamente e la difficoltà era che facevo fatica a riaddormentarmi e a volte magari mi riaddormentavo giusto dieci minuti prima del prossimo risveglio, cioè era veramente una cosa terribile che non auguro davvero mai a nessuno. Quindi questa situazione era davvero insostenibile. Valerio oltretutto sentiva anche l'esigenza di stare più vicino al nostro bimbo che cresceva così in fretta e quindi quasi subito ci siamo messi a cercare un nuovo posto di lavoro. Ci è capitata per le mani l'occasione di un posto di lavoro al cinquanta percento. L'abbiamo preso nonostante la riduzione di salario abbiamo ridotto diverse spese e per fortuna avevamo qualche riserva finanziaria.

Ci siamo comunque presi un rischio. Ci siamo detti facciamo così finché non si riducono a zero le nostre riserve economiche quindi ci siamo presi il rischio di poter arrivare a zero riserve economiche nel conto in banca. Nel frattempo ci siamo per fortuna stabilizzati anche economicamente perché io nel frattempo ho aumentato la mia percentuale lavorativa e ora sono al settanta por cento. Lo so che quello che ti scrivo può sembrare detto dall'alto del privilegio e da una parte lo siamo privilegiati, siamo bianchi, siamo temporaneamente abili, siamo eterosessuali nati e cresciuti in Europa, abbiamo potuto studiare, abbiamo un lavoro. Però quello che volevo farti capire è che un po' del nostro benessere è anche frutto di scelte magari non semplici ma consapevoli che abbiamo fatto nel nostro passato.

Perché voglio raccontarti un attimino dei momenti bui dell'inizio della nostra genitorialità? Te Te lo voglio raccontare perché qualche volta mi arrivano messaggi da persone bloccate in una situazione che sembrano essersi arresi a dei dati di fatto. Per esempio una moglie che un marito che lavora tantissimo che magari il suo lavoro è anche tanto fisico e arriva la sera a casa distrutto per cui non può dare in casa il supporto di cui invece la compagna e la moglie avrebbe bisogno. E io penso povera, poveri, cavoli, è veramente dura ed è infatti è così. Però poi mi fermo un attimo e penso ma aspetta ma

Speaker 2: anche noi eravamo esattamente in quella situazione tre anni

Zaira: fa. Abbiamo però poi privilegi dalla nostra parte, abbiamo potuto cambiare. Però io credo che tante persone che vedono la situazione personale come qualcosa da non poter cambiare mai, in realtà un piccolo cambiamento nella giusta direzione potranno sempre farlo più piccolo del nostro magari perché non si possono permettere che il marito passi da un lavoro stagionale all'ottanta per cento ad un lavoro al cinquanta per cento perché magari non hanno le riserve finanziarle per poterlo fare come invece è stato il nostro caso però magari non è un passare dal cento al cinquanta ma magari può essere un passare dal cento al novanta e quindi si può avere in più ogni due settimane o un'ora in più tutti I giorni o, ecco, piccoli passi nella giusta direzione.

Carlotta: E su questa nota ringrazio infinitamente Zaira che mi permesso di leggere questo suo articolo sul podcast e che partecipato inviandomi gli aneddoti personali registrati con la sua voce, che spero vi sia piaciuta questa combinazione tanto quanto a me. E vi lascio con un'ultima bellissima riflessione finale che Zaira scrive nel suo articolo in chiusura e parla proprio dei sacrifici che fanno le mamme per la famiglia e dice: a volte pensiamo che il nostro sacrificio sia una prova d'amore, ma non è così. Per due motivi: uno. Un genitore a pezzi, a causa dei mille sacrifici, non è umanamente capace di essere un genitore paziente, rispettoso e amorevole. Due stiamo dando ai nostri figli un esempio che magari un domani li porterà a sfinirsi di lavoro per dimostrare a qualcuno il loro valore o il loro amore.

E chi mi conosce sa che non potrei essere più d'accordo con Zahira. Con questo vi saluto e vi ricordo che trovate l'articolo che ho appena letto su w w w punto zayracconta punto com e trovate Zaira anche su instagram come zayracconta e ovviamente trovate anche me su w w w punto la tela punto com e su instagram come la teladicarlotta blog. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao!

Hai modifiche non salvate -
Grazie Zaira e grazie Carlotta! Mi sembra di essere sulla strada giusta: mi ha fatto molto sorridere l'articolo di Zaira quando parlava di essere l'agenda del compagno: io una volta dissi al mio:" ma per quale motivo devo ricordarti io di fare una cosa tua????! Mettiti un allarme nel cellulare!!!" Non ero così consapevole di lavorare sulla parità di genere allora, ma sono molto felice che tante delle tue strategie Zaira sono state per me suggerimenti (e imposizioni a volte lo ammetto..) innati in me e nella relazione amorosa con il padre dei ns figli. 
Forse i miei genitori su questo punto sono stati piuttosto forti!!!! 
PS. Mi rimane da affrontare la prova "bimbo uscito da un porcile" ma la trovo così divertente che credo diverrà un mio nuovo mantra!!! Grazie ancoraaaaaaaaaa
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Grazie a te Miriam, per il feedback e la tua condivisione. 💜
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Buongiorno a tutti e a tutte! Un metodo per me molto valido per ridurre il carico mentale, è organizzare la spesa e i vari pasti per tutta la settimana in base ai vari impegni. Qualora un giorno ho degli impegni che non mi permettono di mettermi ai fornelli per molto tempo, mi organizzo per avere già nel frigo qualcosa di veloce da preparare. Di conseguenza, settimanalmente, organizza il cibo da comprare in modo tale da ridurre gli sprechi, alternare modo corretto gli alimenti per tutta la famiglia, ottimizzare i tempi sia di preparazione dei pasti sia per fare la spesa e soprattutto non arrivare impreparata all'ora del pasto poiché non mi permetterebbe di essere tranquilla e soddisfatta.
Grazie mille per tutti i vostri validissimi consigli.
Ciao Cinzia, hai proprio ragione... quello della spesa settimanale e del planning alimentare è davvero una carta vincente per ridurre il carico mentale.
Ottimo consiglio, grazie mille! 💜
Oddio voglio delle dritte aggiuntive! Abbiamo 3 figli di cui l'ultima in svezzamento e giuro faccio parecchia fatica ora!!! Altre dritte più precise?
Io, per esempio, ho due bambini che hanno la mensa (uno 6 anni con due GG in mensa e l'altro 4 anni) , uso un calendario settimanale cartaceo dove riporto tutto il menù delle due mense e in base a quello che mangiano cerco di variare per la sera... Es. Se uno a mezzogiorno ha mangiato pasticcio e l'altro pasta farò per es. Minestrone (che faccio jn quantità e poi congelo), se all'asilo ha carne mentre quello di 6 anni mangia a casa, farò carne anche a quello di 6 così alla sera posso fare riso/pasta/orzo... Con condimento NON di carne.
Se hai bisogno di info più precise ci sono.... Io ho sempre fatto mangiare in svezzamento le cose che mangiamo noi perché essere anche più facilitata.
In freezer ho sempre: crespelle vuote, brodo per tortellini, minestrone, condimento per pasta (pesto fatto da me, ragù), verdure varie crude o cotte, sformato di zucca-zucchine o altro... Così ho sempre qualcosa di pronto.
Grazie Cinzia! Quindi prima cosa mi servirà un calendario o una agenda per riportare il cibo dei bimbi a pranzo e poi mi sembra un'ottima strategia quella di fare sempre qlcs tu e metterlo in congelatore. Anche io sono fan di pesto fatti in casa (con gli ingredienti più disparati) e ragù fatto da me...le altre tue dritte le metterò in pratica da subito! Io pure provo a fare le stesse cose per la piccola ma lei pare per ora non volerne sapere di lasciare un pochino di seno!!! Inizierò da domani o giovedì! Se ho bisogno ti posso ricontattare? Grazie infinite!  
Ma certo! Posso anche darti il mio numero privato... 
Cmq la mia più piccola è ancora attaccata al seno ed ha 20 mesi
Scusa Cinzia qualche giorno di pausa...ah anche la mia prima ha mollato il.seno.a 28 mesi!!! Scriviamoci in privato! Grazie! 
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Ciao, da più giorni provo a caricare il podcast ma non si carica e non riesco ad ascoltarlo. Come posso fare? Qualcuno come me?
Ciao Marcella, grazie per la tua segnalazione.
C'è in effetti un problema tecnico e stiamo lavorando per risolverlo (ti informeremo 💜).

Nel frattempo, potresti eventualmente ascoltare l'episodio su Spotify o Apple Podcast.
Giusto! Grazie mille 
Ciao Marcella, adesso il player dell'episodio funziona di nuovo 😉
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Ciao, non trovo quasi mai il tempo di commentare, ascolto il podcast in macchina mentre guido e i concetti germogliano con il tempo...
Questa volta, sento il bisogno di raccontare una emozione che ho ricordato di provare a proposito di padri che fanno i padri. Il concetto di disparità di genere è talmente inconsciamente radicato in me che, quando incontro un padre con figli, provo tristezza perché, senza rendermene conto in modo del tutto irrazionale, mi trovo a pensare che Ia madre non sia con loro per qualche triste motivo tipo una separazione o una perdita prematura. Incredibilmente non provo le stesse sensazioni quando incontro delle madri con i figli, perché mi sembra normale. Fare contatto con questa mia insita convinzione mi fa capire quanto è radicato in me questo concetto.
Grazie per avermi donato anche questa consapevolezza.
Ehi che bel commento Valentina, hai proprio colto il punto🤎

Chissà quante persone penseranno cose simili per mio marito. A lui, una volta che era in giro con il bimbo, gli hanno dato del disoccupato (pensavano che non stesse sentendo).

Sono davvero bizzarre le scorciatoie che il nostro cervello trova per rimettere ordine a quello che percepisce come disordine: "Cosa ci fa un papà con i suoi bambini in settimana durante gli orari d'ufficio? Deve esserci una buona ragione!"

Trovo fantastico prendere coscienza di questi meccanismi.
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Vorrei ascoltare in loop questo episodio e impararlo a memoria 🧡 tanta verità e tante cose preziose 🧡 grazie Carlotta e grazie Zaira
Grazie a te per averci ascoltate ☺️Io stessa l'ho riascoltato e mi sono detta che dovrei farlo regolarmente perché anche se predico bene qualche volta lascio che la vita "mi capiti" e sono di nuovo nel caos 😅
💜
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Ciao Carlotta, ciao Zaira...
wow wow e ancora wow...che episodio pieno e stracolmo di spunti! Grazie!!
Solitamente ascolto i podcast più di una volta di seguito per cercare di farli entrare il più possibile e processarli al meglio e non perdermi niente, questo non sarà da meno.
Caso ha voluto che in questi giorni sia a casa con una brutta otite e ho chiesto a Fabio di mettermi il podcast mentre mi metteva le gocce. Dovevo stare una mezzoretta sdraiata per non farle uscire così lui si è seduto accanto a me e abbiamo ascoltato insieme questo episodio.
Quando avete cominciato a parlare del carico mentale Fabio mi ha abbracciato fortissimo senza dire niente e io sono scoppiata a piangere...per cui grazie per questo meraviglioso momento che ci avete regalato.
Mio marito sa che è un argomento sensibile perchè è proprio oggetto di confronto ma anche accesa discussione tra noi in questo periodo. Ultimamente mi chiedevo cosa mi facesse essere così stremata e avevo individuato che fosse proprio il carico di pensieri, di cose da ricordare, da programmare, e il pensiero che se non ci fossi io nessuno si sarebbe ricordato quella cosa o, peggio ancora, che come pensavo e ricordavo io le cose nessuno sarebbe riuscito a realizzarle.
Io e mio marito siamo assolutamente intercambiabili in tutto, o quasi, e fattivamente abbiamo trovato una giusta armonia nella gestione di tutto. Penso che lui abbia cambiato molti più pannolini di me a nostro figlio quando era piccolo cosa che suscitava molto scalpore nel nostro intorno.
Per cui non sento di essere sola nel carico materiale...ma nel carico mentale sì...ho sempre pensato erroneamente che fosse qualcosa di caratteriale... io sono una che progetta pensa disfa, Fabio è una persona che vive più alla giornata...e forse un po' questo fa...ma cominciavo a nutrire rabbia quando lo mettevo alla prova (senza dire nulla) provando a vedere se lui si ricordasse quella determinata cosa...e quando puntualmente disattendeva le mie aspettative, io mi sentivo legittimata ad arrabbiarmi con lui....

La stessa identica cosa che i miei genitori facevano con me....che tristezza...

Ho capito che devo mollare la presa e questo podcast mi ha dato tanti spunti utili, che la vita è perfetta proprio se c'è la serenità dell'imperfezione, la pace nella dimenticanza. Desidero che, come siamo efficaci nell'essenzialità delle cose, nel minimalismo concreto, nella testimonianza della bellezza della semplicità, tutte queste capacità che come famiglia abbiamo che amo tanto, voglio provare a portarle nella testa, fare pulizia del superfluo, accogliere l'imprevisto, mollare la presa, andare al succo, sfrondare, potare i pensieri perchè ne nascano di più robusti e radicati come la nostra magnolia in giardino...
scusate la lunghezza dei pensieri...penso sempre a questi podcast come ad una bellissima e insostituibile chiaccherata su un prato mentre i bimbi giocano e così mi dilungo... :)
un abbraccio ad entrambe e grazie ancora di cuore
Wow Chiara, mi hai emozionata. Letteralmente. Vedo che le mie parole (Lette da Carlotta) sono arrivate proprio al posto giusto nel momento giusto e non potrei esserne più felice.

Un punto che mi ha colpito del tuo messaggio è stato proprio quel "vive più alla giornata".

⚠️ora dirò qualcosa cercando di essere oggettiva e non conoscendo la vostra situazione e non lo dico per farti provare rancore nei confronti del tuo compagno ma per rafforzare le conclusioni che mi sembra tu abbia tratto già da te⚠️

Secondo me può vivere alla giornata proprio chi non ha pensieri nella testa, chi riesce a liberarsi la mente di tutte le pendenze, chi non ha carico mentale. Chi è sicuro che qualcuno penserà a tutto. Non è solo carattere e non è fatto con cattiveria e a volte nemmeno in maniera consapevole.
Ciao Chiara, non ci conosciamo ma sono sincera: mi sono commossa a leggerti, come se avessi scritto io, le stesse emozioni e vissuti! Siamo tante, quanto sarebbe bello conoscersi e trovarsi davvero sdraiate sul prato a chiacchierare!
Grazie Isabella, è sempre bello sentirsi accolti...abbracciati anche se virtualmente.
Non ci conosciamo ma ci accomuna qualcosa di profondo...un desiderio...una ricerca...una visione...e questo vale tantissimo...e chissà magari un giorno su quel prato ci ritroveremo davvero :)
Che meraviglia, Chiara, mi hai commossa. Grazie per averlo condiviso con noi! 💜
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Grazie Carlotta! Letti da te i miei articoli acquistano valore. Ci tenevo a sottolineare il mio privilegio: ne ho parlato ma non abbastanza. Se pensate di non riuscire ad uscire da una situazione di carico non esitate a chiedere subito aiuto, potrebbe significare che la vostra situazione di partenza sia ben meno privilegiata della mia. Un abbraccio e grazie a tutti quelli che hanno ascoltato questo episodio🤎
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