192. Allenarsi in casa con i figli | con Francesca Deane
In questo episodio di Educare con Calma esploriamo il tema del self care, focalizzandoci su come incorporare l'allenamento fisico nella routine quotidiana con i figli piccoli.
Francesca offre molti spunti su come trasformare le sfide quotidiane in opportunità per il nostro benessere, ribadendo l'importanza della flessibilità e dell'ascolto di sé stessi.
Conosci l'ospite
Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma questo mese siamo a ottobre duemila ventiquattro per chi ci ascolta tra un po' come forse saprete sulla tela stiamo parlando di self care Il pacchetto editoriale che inviamo alla comunità di abbonati a tutta la tela è proprio incentrato su questo, nel pacchetto troverete una lezione di yoga in famiglia con Arianna e tanti altri contenuti per la famiglia però sempre intorno al self care. La nostra Valeria farà una diretta di journaling Dalila a grande richiesta questo mese non farà una diretta per l'infanzia ma una diretta di disegno e relax per noi adulti alla sera. Non vedo l'ora. Quindi metteremo a letto la prole, ci siederemo insieme e disegneremo. Cioè io veramente non vedo l'ora.
Vi ricordo che mentre il pacchetto editoriale è solo per chi l'abbonamento a tutta la tela le dirette invece sono accessibili anche a chi un abbonamento a solo la comunità Ma la star indiscussa di questo pacchetto editoriale è veramente il primo focus di Francesca Dean che è proprio tutto dedicato a modellare la nostra idea di selfcare a capire che cosa significa per noi self care e capire anche come portarlo nella nostra vita. Questo mese è in anteprima per la comunità e dal prossimo invece sarà in vendita sullo shop nella serie focus. Francesca inoltre preparato una lezione e un categoria crescita personale e oggi parliamo proprio con Franci di selfcare ma da un angolo un po' diverso come avrete probabilmente letto dal titolo ma prima di spiegarvelo do il benvenuto a Francesca Dean. Francesca grazie ciao benvenuta!
Francesca: Ciao Carlotta che bello essere qua di nuovo e a parlare di uno dei temi preferiti.
Carlotta: L'ho visto che è uno dei temi preferiti ci hai messo tipo zero virgola due secondi a mandarci il focus e sono felicissima che questo argomento lo tratti tu tu lo sai che io ho una grande stima per il tuo lavoro proprio una stima che nasce da esperienza diretta tra l'altro non so se possiamo fare un piccolo spoiler tra l'altro non so se possiamo fare un piccolo spoiler Francesca
Francesca: che il tuo secondo
Carlotta: focus vuoi farlo tu?
Francesca: Sì sarà sulla transizione professionale e per chi ci ascolta sembrerà che queste due cose siano completamente sconnesse ma non lo sono affatto perché è soltanto quando cominciamo a prenderci cura di noi e del nostro benessere ma anche delle nostre aspirazioni che creiamo lo spazio anche per poter esplorare decisioni più importanti nella nostra vita come appunto quello di cambiare lavoro.
Carlotta: Esatto e tu hai aiutato veramente tante donne della comunità Latella e non solo della tua comunità tantissime proprio a cambiare lavoro. Io tra l'altro ne conosco personalmente e nel tour ne ho conosciute personalmente parecchie. Questo episodio però è nato in realtà proprio perché tu nelle tue storie di Instagram mostri spesso che ti alleni con I tuoi figli e questo secondo me ovviamente fa parte del selfcare per molte persone l'allenamento e visto che è un'esperienza che io e te condividiamo perché dopo che io ho lasciato Marbeia e quindi ho smesso di frequentare la mia scuola di ballo ho iniziato ad allenarmi in casa con loro insieme nella stessa stanza con loro che mi fanno il tunnel sotto dowald dog quindi mi piacerebbe partire proprio da lì perché ogni volta che io lo mostro nelle storie o quando erano più piccoli che mostravo nelle storie che mi allenavo con loro c'erano sempre tante domande quindi partirei proprio dalla tua esperienza mi piacerebbe che ci portassi un po' indietro alla prima volta che hai pensato: Ma sai una cosa? Io mi alleno qui con loro con tre perché adesso ne hai tre però allora ne avevi solo uno probabilmente.
Portaci un po' attraverso questa esperienza come è stata per te, come ci sei arrivata.
Francesca: Allora diciamo che per me è cominciato da subito, perché comunque io sono anche un health coach e negli anni in cui ho avuto il mio primo bambino ero deep nella diciamo in quel tipo di formazione anche nella mia nella mia professione mi concentravo sulla parte di salute, quindi per me era anche un qua si dice walk the talk, cioè io dovevo fare del workout una priorità nella mia vita perché era anche il modo per sperimentare su me stessa le difficoltà nel portarlo avanti anche quando non ci sono le condizioni perfette per poi aiutare anche le mie clienti a fare lo stesso. Quindi quando io ho avuto Micky che adesso sette anni è il mio primo bambino noi lui è nato a Londra poi noi ci siamo sposati negli Stati Uniti senza sistema di supporto quindi mio marito era fuori al lavoro cinque giorni a settimana prima era il covid era andata in ufficio tutti I giorni io ero da sola senza amici senza network senza famiglia con un bambino di quattro mesi quindi non è che avessi un'alternativa al non allenarmi senza di lui ecco. Quindi ho cominciato proprio da da subito ma in realtà ancor prima ancora quando ero a Londra e e lui mi ricordo io che ho ripreso a fare attività fisica molto leggera circa un mese dalla gravidanza so che dicono di aspettaressi settimane io mi sentivo bene quindi ho cominciato a farlo e lo mettevo vicino a me nella sua sdraietta mentre io avevo il mio tappetino e provavo di fare quello che riusciva a fare.
Lui era un bambino tra l'altro anche non semplice nel senso che richiedeva tantissime attenzioni quindi venivo interrotta costantemente ovvio che due tre mesi non poteva uscire venirmi e venirmi sopra però richiedeva la mia attenzione Quindi con molta pezzenza e anche testardaggine direi che è qualcosa che mi caratterizza. Ho deciso che comunque l'avrei fatto funzionare quindi mi interrompevo quando dovevo interrompermi poi continuavo la mia routine di allenamento. E' ovvio che avrei voluto una situazione nella quale ero da sola potevo connetterrmi con me stessa ascoltare musica anche rilassarmi mentre lo facevo però quelle condizioni non c'erano non ci sarebbero mai state e so che se io avessi invece rinunciato a quello, a quel momento, sarebbe stato molto più difficile affrontare anche tutto il resto della giornata, specialmente perché ero neo mamma da sola col mio bimbo senza brakes, senza senza punti diciamo di a supporto perlomeno in quegli anni iniziali. Quindi per me è stato non negoziabile sin dall'inizio poi è arrivato il secondo quindi ero già tarata in quel modo lì e il mio bimbo più grande che già aveva un anno e mezzo quando è nato il secondo già sapeva e cominciava a rispettare quel mio spazio quindi hanno veramente cominciato da soli a creare le condizioni per giocare in maniera autonoma poi magari prendevano qualcosa me lo portavano a vedere e io anziché viverlo con frustrazione lo accoglievo, poi beh non succede questo cento per cento delle volte, ci sono pure giornate storte in cui non ti va, quello non ti va.
C'è mia figlia adesso che un anno e mezzo a sua volta la mia terza che mi al libro e e io dico sì c'è il cane c'è la pecora e come fa mentre sono sto facendo plank per esempio però almeno so che lei è Serena e io sono Serena e posso arrivare posso arrivare alla fine. Insomma non ci sono e non ci sono mai state le condizioni perfette in questi ultimi sette anni. Mi sono sempre allenata ogni settimana quasi tutti I giorni ed è stata per me la cosa che poi mi permesso di rendere possibile anche tante altre cose che pensavo che non sarebbero state possibili per me.
Carlotta: Certo hai detto secondo me una cosa molto tante cose molto belle molto importanti ma specialmente proprio il fatto che fosse l'unico modo nel senso che non avevi altra possibilità in quel momento per allenarti e quindi hai deciso io so che I miei figli mi interromperanno accolgo quell'interruzione vivo l'esercizio in maniera diversa cambio il mio mindset cambio le mie aspettative e questo sicuramente è il primo passo immagino no per riuscire a portare avanti o comunque anche solo ad iniziare questo percorso per riuscire ad allenarsi con I propri figli e poi hai detto una cosa altrettanto bella che è che loro si sono abituati e questa è una cosa che ho scoperto anche io molto in fretta in realtà, perché nel momento in cui io mi prendevo il mio spazio in quel modo, certo c'erano le interruzioni, non non è sempre stato facile, non è come un reel di Instagram che vedi che c'è il bambino che gioca lì vicino al tappetino e la mamma o il papà che fanno la loro sessione di yoga non immaginiamocelo così da arcobaleni e unicorni, ci sono momenti buoni, momenti meno buoni, però appunto io ricordo proprio che molto in fretta anche I miei bimbi effettivamente hanno imparato a rispettare I miei spazi, come se in quel momento loro pensino questo è lo spazio di mamma, mamma in questo momento fa quello e io rispetto il suo spazio ed è stato molto naturale in realtà e questo come dicevi tu li aiutati non solo anche a sviluppare la capacità di gioco autonomo che è importante ma secondo me una cosa molto bella anche dato un modello di allenamento, un modello di educazione diverso perché se ci pensiamo noi facciamo palestra, io andavo alle mie lezioni di ballo sempre fuori casa.
I nostri figli raramente ci vedono allenarci e invece io trovo che sia bellissimo portare una piccola parte di allenamento a casa anche se non tutto proprio perché è anche un bel modello.
Francesca: Ma ed è così, cioè I miei figli non succede tutti I giorni assolutamente, ma ogni tanto inclusa la piccolina, sono lì replicano I miei movimenti, fanno gli squat, prendono I pesi quelli più leggeri e provano a fare la stessa cosa che sto facendo io quindi è sicuramente un bellissimo esempio non soltanto di cura di sé proprio nel termine di benessere fisico che comunque diciamocelo è una cosa che viene ancora troppo spesso sottovalutata l'importanza ma anche quello di mettere confini sani e di proteggere I propri spazi. Per me questo è è la cosa che anche mi molto portato poi nel mio percorso anche di di crescita personale a valorizzare ancora di più quel momento per me era anche io sono anche l'esempio che posso dire di no così come loro possono dire di no se vogliono proteggere un loro spazio, lo possono fare anche con me, per cui ecco è ovvio che se tu proteggi il tuo spazio in maniera
Carlotta: non negoziabile e poi quando loro provano a proteggere il loro perché
Francesca: magari non in maniera non negoziabile e poi quando loro provano a proteggere il loro perché magari stanno facendo un'attività e tu vorresti che loro facessero un'altra, ci sono situazioni in cui non è negoziabile, non so stiamo mangiando e magari quello è il momento per noi importante da passare insieme, ma ci sono tante altre situazioni nel quale invece noi ci imponiamo quando potremo lasciare loro la libertà di scegliere di fare diversamente quindi mi aiutato molto intanto motivarmi a continuare a dare questo esempio anche quando non era semplice perché per me è anche educazione ed educare a lungo termine e dall'altro sì dare anche loro quell'autonomia di e dall'altro sì dare anche loro quell'autonomia di capire io posso fare lo stesso e a me come genitore rispettare anche il momento in cui loro vogliono proteggere I loro spazi, qualsiasi cosa loro vogliono fare in quel momento. Quando cambiamo prospettiva e non vediamo più come sto togliendo tempo a qualcun altro facendo questo oppure non sono una brava madre perché mio figlio è lì e piange mentre io faccio workout, quando capisci che non è più un atto egoistico ma diventa qua sto creando un impatto allora c'è motivazione e la motivazione arriva e non puoi non farlo ecco.
Perlomeno per me è stato così.
Carlotta: Assolutamente e credo che davvero ancora una volta, forse è una frase che dico in tutti gli episodi del podcast, ma ancora una volta abbiamo visto come sia tutto interconnesso. Cioè la genitorialità non è crescere I figli. La genitorialità è veramente tutto il contorno che esiste nelle decisioni quotidiane, nella nostra routine, nel nostro mindset che non c'entra niente con che tipo di educazione voglio dare ai miei figli è veramente un tutt'uno. Sai una cosa che tante persone quando io mostravo che mi allenavo con I miei figli mi dicevano una frase '' io non potrei mai così poi non è un momento per me. Succede anche a te?
Francesca: Tantissime volte, tantissime volte.
Carlotta: E sai che io ci ho riflettuto tanto no su questo così non è un momento per me. Ho analizzato molto come io mi sentivo in quei momenti di allenamento con I miei figli e a parte tutto quello che abbiamo già detto che comunque per me era importante, era una priorità in un certo senso e non avevo possibilità proprio come te di farlo in altri momenti, di farlo in altri posti e quindi per me era una necessità. Ma a parte quello ho anche riflettuto proprio su come io vedo il momento allenamento. Adesso provo a spiegarti questa cosa vediamo se senso perché nella mia mente non so se riuscirò a spiegartela ma ci provo. Io ho capito che per me l'esercizio parlando proprio di allenamento fisico in alcuni periodi della mia vita è qualcosa che sento come un dovere e quindi quasi preferisco farlo con I miei bimbi intorno perché così poi quando invece mi prendo tempo per me da sola posso dedicarmi a cose che davvero mi nutrono, che non vivo come un dovere ma che ho proprio voglia, voglia, voglia di fare perché per me quello è quello che dice alla mia mente, ti stai prendendo cura di te.
Quindi per me è stato davvero importante saper riconoscere questo mio bisogno e riconoscere anche che questi bisogni possono cambiare in diversi periodi della mia vita. Senso? Diversi periodi della mia vita. Senso?
Francesca: Assolutamente, questo per me è proprio la base di quello che insegno perché e di quello che so che funziona, perché solo vivendo così veramente il selfcare diventa qualcosa di sostenibile, che sia il workout sia qualcos'altro, perché poi selfcare vuol dire tante cose studiare, leggere, passeggiare, passeggiare, stare in solitudine, cioè ci sono veramente mille modi in cui si può declinare e sono molto soggettivi e con la flessibilità basata sull'ascolto piuttosto che seguire una traccia predefinita che poi ci sentiamo in colpa se non lo facciamo è importantissimo. Ti faccio un esempio mio personale, anche molto vulnerabile, ma io negli ultimi mesi ho avuto un problema di ansia abbastanza importante, per cui la mattina mi svegliavo e il mio corpo proprio andava crazy. Cioè la mia mente era anche ok perché faccio un sacco di lavoro di mindset, il mio corpo mi dava dei segnali, tachicardia, I miei organi si smuovono in tutte le direzioni di ansia. Quindi io ho sempre avuto una morning routine, mi sono sempre svegliata molto presto perché almeno potesse avere la mia routine di journaling, scrivere in silenzio la mattina prima che tutti si svegliassero e poi fare worth up l'ho sempre fatto con I miei figli probabilmente la stessa ragione tua, non perché lo vedessi come un dovere, ma perché mi pesa meno essere interrotta mentre faccio workout rispetto a quando faccio altre cose.
Quindi quell'ora della mattina lo usavo per studiare, per ascoltare qualche cosa, qualche video corso e quindi formarmi, per fare giorni di introspezione. Quando ho cominciato ad avere un po' di ansia negli ultimi mesi ho capito che impormi quella sveglia molto presto la mattina, quando io in realtà non volevo uscire dal letto e non capivo che cosa mi stesse succedendo, non era funzionale a me, non avevo bisogno di fare questo poi questo poi questo quest'altro che tendenzialmente tu mi conosci mia energia avevo bisogno proprio di accoglienza, di accogliermi e quindi io ho deciso di togliere la sveglia comunque mi avrebbe svegliato mia figlia tra le sei e le sette a un certo punto, di spostarmi tutte le call e le sessioni che ho non prima delle mie nove di mattina perché sapevo che avevo bisogno di più lentezza e quello mi aiutato infinitamente a recuperare da quello stato emotivo adesso che sto molto meglio e ritornata quell'energia creativa e quell'energia più strutturata ho ripreso la mia morning routine, ho ripreso mettermi la sveglia, ho ripreso a fare le cose. Questo per dire che è importante accogliersi in questo processo perché molto spesso ci sentiamo sbagliate. Questo non sta funzionando per me e funzionava prima magari se stavamo una routine l'abbiamo persa.
Poi immagino tu che ti sposti in continuazione no? Non hai mai dei punti di riferimento precisi per cui per te ci vuole veramente anche un po' di disciplina nel portare avanti le routine perché non hai quella cosa mi sveglio sempre nello stesso posto e faccio sempre le stesse cose che neurologicamente ci aiuta a portare avanti le nostre routine in un certo modo però al di là di quello a volte è una è anche una scelta perché non è che soltanto quello che cambia nel mondo esterno che impatta le nostre routine ma anche quello che succede nel nostro mondo interiore e quindi quell'ascolto che dicevi tu è importantissimo anche per questo e ricordarti che ci sono dei cicli per cui a volte siamo un pochino sui nella produttiva e questo vale anche con le routine. Quindi l'ascolto è fondamentale ed è la cosa che ci permette di essere costanti. Se io non mi fossi ascoltata avrei fatto zero routine perché non ero in una situazione emotiva che non mi avrebbe permesso di forzarmi in quella direzione quindi avrei fatto niente. Senza self care poi le nostre emozioni deteriorano ulteriormente entriamo in dei buchi neri dai quali poi facciamo fatica ad uscire.
Quindi sì senso ed è importantissimo.
Carlotta: Prima di tutto mi dispiace molto di aver sentito questo periodo difficile che hai vissuto. Credo che sia un bellissimo messaggio anche a chi ci ascolta in questo momento. Non so se tu ne hai parlato su Instagram di questo periodo che hai vissuto, io per esempio non ne ero a conoscenza e quindi credo che sia sempre bello ricordare che Instagram è curato, che Instagram editoriale, che Instagram non è la vita vera, che spesso e volentieri passiamo, per quanto noi vogliamo essere trasparenti e condividere io e te lo facciamo entrambe, condividiamo tanto le nostre vulnerabilità, ma per quanto siamo trasparenti magari la persona si perde la storia in cui ne abbiamo parlato, poi la storia scompare, magari l'altra persona si perde quel momento di buio e così sembra che vada sempre tutto bene, ecco.
Francesca: Lo so, anche chi magari fa il tuo lavoro, anche il mio lavoro, per cui siamo anche a volte dei punti di riferimento, per me condividere è importantissimo, l'ho fatto qua, lo faccio durante le mie sessioni di gruppo nelle mie community, su Instagram, forse l'ho accennato, ma è anche uno spazio molto veloce. Parlare di questo richiede uno spazio un pochino più ampio e tu dicevi mi dispiace, a me non dispiace perché è stato l'accogliere le nostre emozioni che poi anche parte dell'ascolto è anche un atto di selfcare a mio avviso e a me mi sono arrivate delle illuminazioni grazie a tutto questo che non avrei avuto altrimenti. Quindi è semplicemente fidarci di noi stesse, del nostro corpo, del segnale che ci manda delle emozioni che sono reazioni fisiologiche e capire da lì dove come possiamo muoverci per cui adesso tutta un'altra energia ma grazie a quelle settimane a quei mesi che sono stati un pochino più tosti poi non sono stati disfunzionali nel senso che quando hai gli strumenti riesci comunque andare avanti nella tua vita e continuare a fare le cose. Fatto sta che ovvio che certe emozioni vuoi che non ci siano e quindi vuoi che spariscano, invece per me è stato: Ok, mi devo lasciare attraversare da questo e ascoltare quello che da dirmi.
E questo vale con la sopraffazione, con lo stress che magari tante donne che ci ascoltano provano. Non sono da ignorare quei segnali, non è normale sentirsi sempre stressate, sempre sopraffatte, sempre ansiose, E' un segnale che ci manda il nostro corpo. Allora impariamo ad ascoltarlo e chiediamoci di che cosa ho veramente bisogno.
Carlotta: Esatto, il mi dispiace me lo rimangio. No perché hai ragione sono d'accordo con te, nel senso che anche io sono molto grata in realtà ai miei quelli che io chiamo I buchi neri no in cui entro a volte perché imparo tantissimo di me delle mie emozioni di come gestirle ogni volta aggiungo un pezzettino del mosaico. Mi dispiace forse la sensazione del dispiacere era più per il fatto che non lo sapevo, che me lo fossi perso.
Francesca: Era un abbraccio virtuale.
Carlotta: Era un abbraccio virtuale proprio forse che magari ti avrei mandato un messaggio dicendo forse era più questo però mh da quello che è uscito faccio semplicemente un riassunto perché mi piace mettere I puntini sulle I hai detto anche una cosa importante che è non paragoniamoci no? In questo momento per me questo non funziona e questo per me è stato molto importante scoprirlo perché per esempio io quando sento di persone come te che si svegliano alle cinque del mattino per esempio o che riescono a essere molto produttive nelle tre ore prima che io mi sveglio, mi sento sempre un pochino come dire quello anche a me piacerebbe farlo e ci sono stati tanti periodi della mia vita in cui ho provato a svegliarmi alle cinque del mattino e l'ho fatto per tanto tempo per poi capire che mi rendeva miserable. Miserabo. Io preferisco stare sveglia fino alle due di notte e poi svegliarmi alle sei del mattino alle no scherzo sei del mattino non è troppo presto per me alle otto del mattino perché ovviamente I miei figli non vanno a scuola quindi posso permettermelo e piuttosto che svegliarmi alle cinque poi andare a dormire alle nove anche per il mio stile di vita perché io comunque vivo in un van quindi al mattino sono già tutti svegli.
Alla sera invece quando al valore vanno a dormire alle nove magari Alex va a dormire alle dieci e mezza e io su sveglia ho il van per me nel silenzio della notte per lavorare, per guardarmi una serie, leggermi un libro e io funziono molto bene in quel modo. Quindi ecco questo ci tengo davvero tanto a dirlo non c'è un modo giusto, un modo sbagliato per prendersi cura di sé. Se non vi allenate a casa con I vostri figli non è un problema! No esatto,
Francesca: io dicevo anche questo no? Per esempio per me è insindacabile, non posso fare journaling se vengo interrotta. Per me quello mi creerebbe tantissima frustrazione e non vivrei quel momento come un momento di selfcare, non riuscirei ad andare profonda dove vorrei, quindi lì lo cerco di ritagliare quando so che loro non ci sono la mattina presto, quando mi sveglio, sì mi sveglio presto durante il giorno, durante il lavoro, durante le ore lavorative provo ritagliare uno spazio quindi anche a tutte quelle che dicono per me non sarebbe un momento di selfcare se venisse interrotta lo capisco perché magari per te quell'attività è un'attività che vuoi fare in solitudine allora prova a pianisticarne delle altre in cui ti puoi prender cura di te anche quando ci sono I tuoi bambini che magari ti dà da meno insomma è meno importante per te essere essere sola per esempio. Quindi trovare assolutamente quello che che funziona per noi quindi partiamo da lì cioè interrogatevi interroghiamoci su che cosa è importante per me. Dico interroghiamoci perché non è che lo chiedi una volta e non te lo chiedi più.
Lo devi chiedere in continuazione perché I bisogni evolvono e sono in continuo cambiamento. Quindi che cos'è veramente importante per me adesso che devo proteggere? E poi trovare il modo di farlo che funziona per noi con quella chiarezza però sgamarci passami il termine quando ci raccontiamo delle scuse perché ci saranno sempre giustificazioni razionali credibili per il quale non dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Ci sarà sempre un impegno, un dovere che è inconfutabile per chi lo guarda dall'esterno che okay vabbè doveva fare workout però dovuto cucinare cena perché stasera suo marito doveva cucinare e non c'è più. Sì oppure poteva ordinare cena dal ristorante e continuare a fare quello che volevo se veramente per me quel momento era un importante, quindi sta a noi riconoscere, non sono gli altri che ci servono sul piatto d'argento il tempo per noi stesse, perché non sanno quanto è importante e perché queste giustificazioni le troveremo sempre, ci sarà sempre una ragione razionale per la quale possiamo non farlo.
Carlotta: Vuoi che ti racconto la mia degli ultimi giorni degli ultimi mesi da quando viviamo in van a tempo pieno continuavo a dirmi Carlotta non puoi allenarti in questo spazio così minuscolo cioè se fuori piove è ovvio che non hai le condizioni per allenarti mentre io sapevo perfettamente che I miei pesi posso farli anche dentro posso fare per esempio I piccoli muscoli bicipiti, tricipiti, spalle, posso farle con I pesi anche in quello spazio minuscolo ma continuavo a dirmi no perché che fai una sessione di allenamento che alleni questi tre muscoli che magari fai quindici minuti dieci minuti che cosa ti serve non serve a nulla e quindi la mia mente mi auto sabotava. Esattamente quello che ho iniziato a fare ho detto alla mia mente Carlotta non importa tu fallo fai questi quindici minuti dieci minuti siano, sono cinque minuti perché poi riesci a fare solo I bicipiti, va benissimo fai quello. E così ho iniziato è andata meglio, sta andando meglio. Cioè la mia mente continua a darmi tutte le scuse del caso a volte l'ascolto però insomma sta andando meglio.
Francesca: Sicuramente ci sono però delle volte in cui metti in discussione e quindi funziona. Adesso parlavi di pioggia mi viene in mente quando io ero a Londra che a me piace tantissimo camminare. Londra è una città in cui piove in continuazione e quindi per tanto tempo prendevo la metro anziché andare a piedi perché più viva, I primi tempi in cui ho vissuto lì, dopodiché ho detto ma se io do retta a questo non andrò mai a piedi al lavoro e quindi mi sono equipaggiata, è vero che c'è pioggia e pioggia, ovviamente la pioggerellina di Londra è un conto, il diluvio universale è un altro a seconda di dove sei nella natura, e camminavo quaranta minuti andare, quaranta minuti a tornare, se fossero le condizioni perché mi ero equipaggiata e sapevo quanto mi faceva stare bene. Sapevo che se non avessi fatto in quelle condizioni imperfette non avrei mai fatta, mi sarei preclusa un momento mio, perché poi ascoltavo podcast già all'epoca, che per me era tutto e mi dava tutto un altro senso alla mia giornata.
Carlotta: -Comunque è proprio vero che è mindset, Francesca! A volte anche un po' testardaggine come dicevi tu prima, no? Perché per non ascoltare quelle scuse un giorno mi sono messa a fare yoga fuori lo stesso e c'era una non c'era una e non c'era una pioggia vera e propria però sai quella foschia quasi bagnata. Ti giuro penso di averci messo almeno due ore e mezza per risentire le dita dei piedi perché faceva talmente freddo quindi ho detto ok Carlotta questo non fa per te, sei
Francesca: facciamo di questa una priorità, lo spazio lo creiamo e lo proteggiamo. E lo so che non è facile, lo so che la vita è visi, è impegnatissima, abbiamo così tante responsabilità, alcuni giorni sono così stressanti che è l'ultima cosa che vorremmo pensare, però quella volta è una visione mio perché proprio mettendo quello al primo posto che poi si sblocca tutto il resto riusciamo affrontare quelle sfide, le difficoltà pratiche e organizzative delle nostre giornate e con un'altra anche lucidità ed energia e questo si sente lo sentono anche gli altri poi.
Carlotta: Sì. E a proposito di è più complicato io penso veramente 'sto cercando di convincere la mia mente che non è più complicato per me. Nel senso che è complicato finché non creo l'abitudine in questo stile di vita nel riuscire a trovare proprio le cose funzionano per me all'interno dell'allenamento perché questa era un'altra delle scuse no? Per me è più complicato perché viaggio eccetera eccetera e invece ho cominciato a dirmi no Carlotta non è più complicato ogni persona nella propria vita un livello di complicazione che può gestire questo probabilmente se io ho scelto questo stile di vita e sono in questa circostanza di vita probabilmente perché riesco a gestirlo e quindi probabilmente sarà un po' difficile e magari perché non ci sono ancora abituata appena riesco a capire come faccio per allenarmi e trovo il mio modo senza guardare quello che è quello altrui allora ce la faccio. Se tu dovessi dire Ok, immagina che ci stanno ascoltando e stanno pensando: Ok, ok basta, adesso ci provo anch'io ad allenarmi con I miei figli.
Immagina che ci siano queste persone che stanno pensando: Ci provo, ok, ci provo, ci provo, lo faccio, domani mi metto lì o magari nel fine settimana mi metto lì, metto il mio tappetino per terra, prendo I miei pesetti, qualsiasi sia la forma di esercizio può anche essere ballo, può essere qualsiasi cosa e lo faccio con I miei figli presenti. Ok puoi aiutarli a prepararsi a quella prima volta?
Francesca: Allora intanto gestire le proprie aspettative, quindi già prepararsi allo scenario che non sarà perfetto, che ci saranno interruzioni, che che verremo fisicamente assaltate anche probabilmente a seconda dell'età dei bambini quindi partire da quel presupposto lì e già cominciare a visualizzare la risposta che vogliamo avere proprio anche a livello di emozioni perché è vero che possiamo avere quell'emozione immediata ma possa noi decidere quale vogliamo coltivare o rifocalizzarci e dire va bene così e okay che così posso comunque rispondere col sorriso, rimettere il bandery, quindi il confine sano, comunicando sempre con il sorriso e posso continuare anche se non ci sono le condizioni perfette. Poi cominciare da poco, cioè fate cinque minuti così perché se non l'avete mai fatto e non volete magari trenta minuti che per voi sono tre garanti perché ancora non non siete abituate anche a fare workout con I vostri bambini intorno quindi partendo da poco a cinque minuti prepararsi mentalmente visualizzare la risposta che volete avere anche e anche visualizzare come volete sentirvi durante quel processo nello scenario peggiore che potete immaginare appunto con il caos io ho postato qualche tempo fa una storia di me e c'erano I miei due maschietti prima di scuola che facevano wrestling sul divano, la piccola che stava portando il libro o qualcosa del genere Ecco questo è vita quotidiana.
Quindi immaginate una scena di quel genere poi sperimentate e accoglietevi anche se non avete quella risposta che avete visualizzato perché magari ancora non ci dovete lavorare e mettendovi in quella situazione però e replicando per ripetizione che piano piano potete cambiare il vostro mindset relativamente a quella situazione perché lo cambiamo con l'azione non col pensiero.
Carlotta: Bello grazie e un'ultima cosa che mi è venuta in mente mentre ti ascoltavo è proprio un concetto che è uscito in una delle dirette da poco con la comunità sulla tela che è cambiare la nostra idea di successo ed è un po' quello, no? Per quel momento cambia la tua idea di successo, tu hai questa idea di successo che è un po' la stessa cosa dell'aggiustare le aspettative, ma a me è piaciuta questa idea del cambiare l'idea di successo, ovvero per me successo è mettermi sul tappetino e fare la mia sessione di venti minuti di yoga. Ok cambiamo quell'idea di successo, magari per la prima volta potrebbe essere faccio cinque minuti vengo interrotta tre volte quattro volte cinque volte e tutte le volte che mi interrompono dico questa frase, per esempio mi creo un piccolo copione no? Questo visualizzare come dicevi tu e quindi cambiando la mia idea di successo automaticamente la mia aspettativa si modifica e questo penso che possa aiutare.
Francesca: Mi piace molto molto molto bello sì perché poi è ogni volta che vediamo quella situazione come un fallimento mentre in realtà magari è un risultato subottimale rispetto a aspettative perfezionistiche, però è comunque un risultato, poteva essere zero e invece è qualcosa, quindi anche celebrare quel progresso e sapere che ogni volta che lo facciamo lavoriamo anche su noi stesse, sulla gestione delle nostre emozioni, sulla nostra comunicazione, sulla nostra resilienza. Quindi a prescindere di quanto abbiamo poi fatto di workout c'è qualcosa già di guadagnato anche solo nel processo.
Carlotta: Esatto. Franci mi sono resa conto che io ti ho dato il benvenuto perché io e te ci conosciamo siamo amiche io ti ho dato il benvenuto così facendo finta che tutti nel mondo mondiale ti conoscano quindi ti direi proprio come ultima cosa la domanda che io odio di più in ogni intervista in ogni podcast chi sei? Sai cosa fai? Io dico accenno anticipo che Francesca sulla tela è negli uno a uno è la nostra persona di riferimento proprio per la cura della donna perché lei si occupa proprio di empowerment femminile e quindi la trovate negli uno a uno, la trovate nei focus, la trovate nelle elezioni del percorso. Adesso dici che cosa fai tu e dove ti troviamo fuori dalla tela?
Francesca: Allora sono io do sempre risposte diverse quindi non so che cosa uscirà fuori. Comunque sono tutto quello che detto Carlotta sulla tela e in realtà sono un riferimento per la donna anche nella nella mia community e sono founder di healthty Peace life che è una piattaforma per la crescita personale e le evoluzioni professionali quindi accompagno una donna dal creare spazio per se stessa fino a scoprire quello che vuole veramente e fornisco strumenti a tutti I livelli del percorso per poter veramente creare a trecentosessanta gradi una vita in cui si sentono di appartenere e si sentano se stesse poi al cento per cento. Mi trovate su Instagram come healthybeasy life e sul mio sito w w w punto healthybeasy life punto com e ho anche un podcast healthybeasy life quindi non ci si può sbagliare di come sempre lo stesso e niente io di formazione sono una health coach sono una high performance coach che quindi è quello che mi spinge a fare a fare tutto questo.
Carlotta: Grazie Franci. È stato davvero davvero tanto piacevole parlare con te come sempre. Spero che anche a casa di essere riuscita insomma ad aver alleggerito un pochino no? Tutto questa conversazione sul self care di aver dato un pezzettino in più del mosaico proprio con questo discorso un po' più come dire meno comune dell'allenarsi con I figli che credo che sia però invece molto bello e ringrazio a casa chi ci ascoltate. Vi ricordo ultimissimo che per tutto il mese di ottobre, parliamo sempre del duemila ventiquattro, a chi fa l'abbonamento a tutta la tela riceve anche il pacchetto editoriale sul selfcare con il focus di Francesca, tutto dedicato al selfcare, momento pubblicità chiuso.
Per tutto il resto se volete unirvi alla conversazione nei commenti su la tela punto com cercate questo episodio del podcast, unitevi alla conversazione parliamone, punto com trovate anche Instagram e nelle note dell'episodio vi lascio tutti I riferimenti dove potete trovare Francesca.
Francesca: Grazie, grazie di avermi accolta qua come sempre.
Carlotta: Ciao Franci, grazie mille e a voi non mi rimane che dirvi buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!