ciao e benvenuti a tutti e tutte. E oggi dico tutti con molta felicità, perché ho saputo che ci sono anche tanti papà che ascoltano il mio podcast educare con calma e non solo mio marito. Quindi sono al settimo cielo perché se vogliamo cambiare l'educazione abbiamo bisogno non solo delle mamme, ma anche dei papà che remino nella stessa direzione. Perché la genitorialità, se ci sono due genitori in casa si fa in due. Quindi ai papà che mi ascoltano dico Condividete quello che imparate, quello che ascoltate, le vostre riflessioni con i vostri amici, che sono papà, perché è così che si cambia l'educazione un genitore alla volta. E con questa premessa scoppiettante, oggi ho deciso di parlare di un tema che vi avevo accennato nell'episodio sul Natale, mi sembra ovvero la differenza tra immaginazione e fantasia. In Montessori questo è un tema ricorrente e anche importante di cui parlo tra l'altro in entrambi i miei corsi, perché nella filosofia e pedagogia Montessori si cerca di esporre i bambini il più possibile alla realtà fino ai cinque sei anni. Premetto però che ricerche e studi a parte, questo è un tema personale che ogni famiglia può adattare alle proprie tradizioni alle proprie abitudini. Vi ricordo che nella genitorialità non è mai tutto bianco o nero, quindi se avete già esposto i vostri figli alla fantasia non è una tragedia non disperate. Se invece scegliete di cambiare questa abitudine alla fine dell'episodio vi do alcuni spunti su come offrire più realtà ai bambini. E se invece siete felici con la vostra quantità di fantasia che avete in casa, vi invito comunque ad ascoltare l'episodio, perché credo sia sempre interessante conoscere altri punti di vista e altre abitudini. Almeno a me piace sempre, ma non sentitevi in dovere di cambiare nulla e anzi, riguardo a questo vorrei proprio fare una piccola parentesi e dire in maniera molto diretta che quando io vi racconto la nostra vita e le nostre scelte, non voglio che vi sentiate giudicati o che sentiate il bisogno di dover cambiare qualcosa nella vostra vita. A meno che non vogliate. Ovviamente, dopo l'episodio del Natale, molti genitori mi hanno scritto che non vogliono rinunciare alla magia del Natale e a loro dico non rinunciate. Altri genitori invece mi hanno scritto che erano in dubbio su tutta questa fantasia che avvolge il Natale, ma che non sapevano come fare a ridurla. E a loro dico c'è un'alternativa. Basta solo decidere di creare le proprie tradizioni. Ma il messaggio di base è se siete felici del modo in cui vivete il Natale del modo in cui vivete le vostre tradizioni non c'è bisogno di cambiarlo. Se avete dubbi, invece, perché molte tradizioni non rispecchiano i vostri valori o ciò in cui credete, ci tengo che sappiate che potete cambiarle. Okay. Detto questo, ho fatto una delle mie digressioni. Mi lancio nel tema fantasia e realtà. Iniziamo dal perché in Montessori si decide di offrire la realtà ai bambini. Ci sono due ragioni. Mhm. La più importante è perché i bambini imparano di più dal mondo che hanno intorno a loro. Imparano dall'ambiente da ciò che vedono, da ciò che li circonda fino ai sei anni, ovvero in quello che Maria Montessori definisce il primo piano dello sviluppo, che va da zero a sei anni. Appunto. I bambini sono studenti sensoriali che significa che imparano tutto ciò che sanno e ciò che sono attraverso i sensi, attraverso le esperienze dell'ambiente che sperimentano attraverso i cinque sensi. Specialmente i primi tre anni di vita sono di vera e propria creazione dell'individuo non si parla nemmeno di trasformazione, si parla di vera e propria creazione. Per questo il mondo reale è così importante perché i bambini attraverso i sensi stanno costruendo tutta la loro comprensione del mondo che li circonda. Il loro cervello è un po', come una tela bianca. È un po', come se stessero costruendo una città. Ma All'inizio è solo un pezzo di terra su cui devono costruire prima le fondamenta, la la struttura di base per poi piano piano costruire tutte le case, le strade, le piste ciclabili, i ponti per passare da una parte all'altra del fiume, um devono piantare i semini per costruire i campi di grano, gli orti, eccetera, eccetera, eccetera. Avete capito, insomma, ma per costruire delle fondamenta solide, ovvero ciò che permetteranno poi di costruire tutto il resto su quelle basi hanno bisogno del mondo reale, hanno bisogno di essere esposti il più possibile alla realtà. E l'altra ragione per cui la realtà è così importante è che il cervello dei bambini piccoli non sa distinguere tra fantasia e realtà. Quindi, se voi leggete libri o guardate film con draghi, fate maiali parlanti, per esempio i bambini piccoli, soprattutto prima dei Mhm. Quattro anni per essere ottimisti, non arrivano a capire che questi personaggi sono meno reali dell'uccellino che vedono al parco o dell'orso che vedono nel documentario. E io personalmente, per mia esperienza personale, proprio direi che non lo capiscono nemmeno se glielo diciamo. Se diciamo questa fata non è reale, non esiste nel mondo reale. Ecco, magari loro dicono che lo capiscono, ma il loro cervello non può ancora capirlo veramente. Poi vabbè, ho detto quattro anni per essere ottimisti, ma sappiamo che riguarda anche i bambini più grandi. Se pensiamo, ad esempio, a quanti bambini di cinque, addirittura sei anni, credono ancora che Babbo Natale sia davvero reale e voli davvero su una slitta trainata da renne volanti. E questo succede per tre ragioni uno non hanno ancora tanta conoscenza del mondo reale, quindi magari loro davvero non sanno che le renne non volano nella realtà, soprattutto per i bambini più piccoli. Due anche se sapessero che le renne non volano, il loro cervello farebbe fatica comunque a concepire che queste renne volanti che loro vedono sul libro sulle pubblicità non esistono davvero. E tre ovviamente loro si fidano di noi. Quindi se noi genitori gli diciamo che le renne volano beh, le renne volano. Ci sono ovviamente moltissimi studi su tutto questo e i primi furono forse quelli dello scienziato dello psicologo, anzi svizzero, PGR, che dedicò tutta la sua vita a studiare lo sviluppo dei bambini perché per lui l'educazione era importantissima. Nei suoi scritti diceva che L'educazione è l'unico strumento per salvare la società dal possibile collasso. Suona un po' come qualcun altro che conosco, ovvero Maria Montessori. E in più pgr, tra i moltissimi libri che ha scritto sullo sviluppo infantile, ne ha scritti due in particolare, di cui ha proprio trattato il tema fantasia e realtà, e di come i bambini prima dei cinque sei anni spesso non siano in grado di capire il confine tra fantasia e realtà. Credo che questi due libri in italiano si intitolano la costruzione del reale nel bambino e la rappresentazione del mondo del fanciullo. Vi lascio i titoli nelle note dell'episodio e dico credo perché io li conosco in inglese, ma dal titolo sembrano quelli poi ovviamente da ci sono stati moltissimi altri studiosi e psicologi che hanno comprovato le sue teorie e anche tanti che hanno cercato di smentirle, ma senza comunque risultati davvero concreti. Quindi magari per esempio in uno studio. Adesso non scendo nei dettagli, ma ricordo che c'erano dei bambini di quattro cinque anni che distinguevano correttamente un personaggio fantastico da uno reale o comunque erano scettici riguardo al personaggio fantastico. Ma altrettanti bambini rientravano nella voce, non ne sono sicuro. Quindi questo lascia intendere che comunque, anche quando i bambini percepiscono che esiste un confine tra fantasia e realtà, nella loro mente lo stanno ancora costruendo attivamente attraverso le esperienze che vivono e quindi ovviamente più li esponiamo alla realtà, più aiutiamo a marcare quel confine, a creare le fondamenta della loro città. Ma visto che io non sono una persona che ama basarsi solo sulla teoria e soprattutto so che ogni bambino è unico, ho sempre osservato molto i miei figli per capire il loro personale confine tra realtà e fantasia, che ovviamente è diverso per ogni bambino. Quindi io invito sempre ogni genitore ad osservare i propri figli, ad esempio in biblioteca. Per noi in biblioteca è sempre più difficile avere controllo su quello che leggiamo, perché i bambini vanno sulle mensole e mi portano un libro, ma ad esempio se capitava di imbatterci in libri che avevano personaggi di fantasia a volte facevo un esperimento e chiedevo a Oliver ed Emily senza influenzarli prima, senza dire la mia opinione sul libro. Se pensavano che questi personaggi esistessero davvero nella realtà, e la risposta era sempre sì, sì, per draghi sì, per fate sì, per mostri e qualunque personaggio di fantasia. E questo ovviamente, succede anche di più e a maggior ragione con la televisione dove il confine è ancora meno marcato. Ora, noi non guardiamo molto la televisione e selezioniamo tantissimo le serie che guardiamo, Ma ricordo che una volta mia madre aveva guardato una parte di Pippi Calzelunghe con Oliver ed Emily, il film di Pippi Calzelunghe, e quando io avevo detto ad Oliver che allora aveva circa tre anni, se non sbaglio che Pippi non esisteva, perché non esistono persone così forti da sollevare una mucca con una mano. Lui si era arrabbiato moltissimo e mi aveva detto che sì, Pippi esisteva perché lui lo aveva visto. Tra l'altro questo aneddoto lo racconto anche nel mio corso online, perché per me aveva dimostrato chiaramente l'incapacità di Oliver a tre anni di distinguere tra fantasia e realtà. Poi verso i quattro anni e mezzo le cose sono un po' cambiate. Um, credo proprio perché per noi il focus era sempre sulla realtà. Oliver ha iniziato a rifiutare tutto con molto scetticismo, ma non solo i personaggi fantastici che vedeva nei libri, ma anche i personaggi e gli animali reali che vedevamo nei libri oppure in televisione, e metteva in dubbio la loro esistenza perché erano nel libro e non nella realtà. E la sua mente voleva categorizzare. Quindi quando leggevamo le biografie, magari mi diceva Ma questa persona non esiste davvero, come a cercare una conferma da me. E allora io gli dicevo Sì, Oliver, questa è la storia di una persona che esiste davvero, che è esistita davvero, um, come se qualcuno scrivesse la tua storia. La storia di Oliver. E invece poi, dopo questa fase, un po' di rifiuto, ora che Oliver ha cinque anni e otto mesi, se non sbaglio, noto sempre di più che distingue fantasia e realtà in modo molto più preciso e anche più costante. E quindi anche io sono sempre più flessibile nell'offrire e parlare di storie di fantasia. Ovviamente, siccome Emily non ha ancora quattro anni, preferisco comunque mantenere il livello di fantasia in casa più basso. Quando guardiamo, leggiamo qualcosa insieme, perché ci tengo a dare ad Emily la stessa base solida di realtà che ha avuto Oliver le stesse fondamenta solide della sua città. Ci sono genitori anche montessoriani tra l'altro che decidono invece di esporre i figli alla fantasia, ai personaggi fantastici nei libri o nei cartoni, e semplicemente di spiegare loro che quei personaggi non esistono nella realtà. Quindi vedete che non è tutto bianco o nero. Io personalmente ho deciso di non fare così sulla base dell'osservazione dei miei figli, perché notavo appunto che non erano ancora in grado di distinguere fantasia e realtà. E io onestamente preferisco sempre per seguire loro e veramente osservarli per capire qual è il passo successivo. Comunque quanta flessibilità posso avere, quindi io personalmente se siete in dubbio, se offrire fantasia o no ai vostri figli e per voi non è importante offrirla, consiglio sempre di osservare i bambini e decidere quando sono pronti loro per la fantasia, senza pensare troppo all'età. Perché dico se per voi non è importante? Perché spesso quando si tratta di fantasia siamo noi genitori che vogliamo regalare la fantasia ai nostri figli. E tra l'altro nel corso degli anni ho chiesto davvero a tantissimi genitori. Perché? Perché è importante per te offrire la fantasia ai tuoi figli e le risposte sono state veramente molto curiose, ma si possono quasi sempre catalogare in due motivazioni principali uno perché vogliono regalare la magia ai bambini, c'è proprio questo concetto di magia che il genitore vuole regalare al bambino e questo mi fa capire che è più una necessità del genitore che del bambino e non c'è nulla di male o di sbagliato. In questo però, appunto, è ovvio che il bambino non sa che esiste la fantasia se non lo esponiamo alla fantasia. E quindi è proprio solo il genitore che sente il desiderio di condividere le storie di fantasia che conosce o le storie di fantasia della sua infanzia con i suoi figli. E a volte mi chiedono i genitori a me chiedono ma tu non hai voglia di vedere i tuoi cartoni preferiti della tua infanzia con Oliver e con Emily? E io rispondo sempre ho moltissima voglia di vederli con loro, non vedo l'ora di accoccolarsi tutti sul divano e guardarci i cartoni insieme, ma ho deciso di aspettare fino almeno ai sei anni, indicativamente o almeno fino a quando li vedo entrambi pronti e so che possono processare la fantasia con la loro mente razionale e possono processare anche le scene più paurose, con un cervello razionale che sa distinguere fantasia e realtà e un'altra motivazione. Poi, oltre a questa qua che dei genitori che vogliono offrire la magia, è proprio che i genitori vogliono che i bambini sviluppino l'immaginazione. E su questo ci tengo a dire due parole, perché questa è purtroppo una credenza sbagliata quella che i bambini non sviluppano l'immaginazione se non li si espone alla fantasia. Questo non è vero, perché la fantasia e l'immaginazione sono due cose completamente diverse. La fantasia è ciò che scaturisce dalla mente di qualcun altro, non nella nostra mente. Uno scrittore, per esempio, mentre l'immaginazione è ciò che scaturisce dalla nostra mente. I miei figli, anche se non sono esposti alla fantasia, hanno un'immaginazione incredibile, fanno dei giochi di immaginazione pazzeschi tutto il giorno e la loro immaginazione crea scenari che nella realtà loro non hanno vissuto. Mhm, ma per farlo, appunto, attingono dalla realtà e non dalla fantasia, perché la realtà è ciò che conoscono. Quindi, per esempio, possono creare. Ora non mi viene in mente una cosa specifica, però per esempio, possono creare con i Lego un elefante con un paracadute e dirmi che è un elefante che vola perché hanno messo insieme questi due elementi reali l'elefante e il paracadute, ma non pensano ad un bo perché non lo conoscono ancora. In questo modo la loro immaginazione è completamente frutto della loro mente e si sviluppa senza le restrizioni diciamo dell'immaginazione altrui. E a me questo piace molto e non credo che si perdano qualcosa. Secondo me non si perdono nulla, perché ci sarà veramente tanto tempo per la magia che scaturisce dalla mente di altre persone. Quindi per la fantasia che poi vorrei fare una parentesi sulla magia, perché è un argomento che esce sempre e soprattutto quando si parla del Natale. Ovviamente qualcuno, per esempio, mi ha scritto che il mondo è già abbastanza triste senza dover togliere ai bambini la magia, ma io la vedo in maniera completamente diversa. Il mondo reale è pieno di magia, la natura è magica, i cicli della vita sono magici, i fenomeni atmosferici sono magici, la natura che ci circonda l'enciclopedia i documentari sono pieni di animali acquatici e terrestri, di fenomeni naturali che davvero ti lasciano a bocca aperta. e quindi non credo assolutamente di privare i miei figli della magia. La magia della natura è ciò che voglio offrire ora nei primi sei anni cinque sei anni di vita, ovvero quando stanno costruendo la loro comprensione del mondo. Poi ovviamente continuerò ad offrirla anche dopo, però magari dopo la affiancherò con un altro tipo di magia, ovvero con la fantasia per la magia della Disney ci sarà tantissimo tempo. Io ricordo di essere andata a Eurodisney di nuovo a Vent'anni e mi è piaciuto come quando ci ero andata a sei anni perché poi è l'attitudine con cui lo vivi io. In più adoro la magia e condividerò sicuramente questa mia passione con i miei figli. Che poi dobbiamo anche tenere a mente che spesso questi cartoni animati sono molto forti come immagini e come scene e e anche come messaggi. E molti bambini non sanno processarli nella loro mente e quindi davvero possono creare incubi, per esempio nell'immediato, che possono poi anche trasformare, fermarsi in paura a lungo termine, per esempio sul tema delle paure. Io posso dire che finora i miei figli non hanno avuto ancora una singola paura tipica dei bambini. Ci sono stati un paio di giorni di paura del buio. Ricordo quando abbiamo fatto i laboratori per il volume avere paura della collezione gioca in para con il metodo Montessori perché era successo che facendo un laboratorio con altri bambini e facendo le foto li abbiamo esposti al concetto della paura del buio, che è una paura viscerale, innata. Quindi comunque magari sarebbe venuta fuori lo stesso. Ma proprio perché noi esponiamo i bambini solamente alla realtà, questa pau- paura del buio è durata pochissimo, perché abbiamo potuto razionalizzare con loro e parlare di che cosa troviamo nel buio. E visto che le risposte erano tutte cose del mondo reale, cose che di giorno non ci spaventano, questa paura del buio è sparita in frettissima e appunto io personalmente penso che la differenza in questa specifica situazione non sempre attenzione, ma in questa specifica situazione l'abbia fatta proprio il fatto che i miei figli non sono esposti alla fantasia. Che poi non esporle alla fantasia non ci vieta di ballare le canzoni di Frozen o di Oceania che ci piacciono e magari anche collegarle proprio alle scene del cartone. Ma per esempio io invece di mostrare il cartone, um quello che avevo fatto all'inizio. Quando ascoltavamo queste canzoni di Frozen è stato trovare su YouTube una presentazione teatrale di Frozen cantata da persone vere, ballata da persone vere, proprio una, una, un musical e ho fatto vedere quello ai bambini. E poi ho anche fatto vedere loro le persone vere che danno la voce a Anna e Elsa nelle canzoni che cantiamo in inglese sono Christian Bell e i Dina, ma che sono davvero strepitose e quindi in questo modo i bambini hanno comunque collegato tra virgolette la canzone al cartone animato. Tra virgolette, quindi riconoscono anche le persone dei cartoni animati. Proprio i personaggi del cartone animato non si sentono fuori posto tra virgolette o comunque um lasciati un po' in disparte quando se ne parla, ad esempio in contesti con altri bambini che Frozen ovviamente è un cartone famosissimo, quindi è successo, ma non hanno mai visto il cartone e neanche sanno forse che esiste un cartone intero? Oppure è successo che un giorno eravamo in barca diretti alle isole Gili, in Indonesia, ricordo e hanno messo il cartone Oceania che in inglese si chiama Moana e noi li abbiamo ovviamente distratti giocando con loro, anche perché ci sono delle parti davvero pau- paurose, ma a un certo punto è iniziata la loro canzone preferita che che è e allora ovviamente hanno guardato la clip di quella canzone e poi oliver mi ha subito chiesto ma moana esiste e io gli ho spiegato che no, non esiste, è un personaggio che qualcuno ha disegnato um e che qualcuno ha inventato ma che la voce di moana esiste e gliela dà una ragazza che gli ho mostrato poi in studio di registrazione proprio registrando la canzone e si chiama non so esattamente la la pronuncia, ma si chiama Cral. Tutto questo per dire che io non mi sono mai sentita limitata perché non espongono i bambini alla fantasia e loro tra virgolette non si sono mai sentiti fuori posto perché non hanno visto il cartone di frozen. Ovviamente vorrò guardare il il cartone di frozen. Non vedo l'ora di guardare il cartone di frozen con loro um ma per ora sono davvero molto felice di questa scelta perché so che il momento della fantasia arriverà, ma arriverà quando io vedo che i miei figli sono pronti e quando so che il loro cervello è in grado di processare la fantasia e la differenza il confine con la realtà, quando potranno razionalizzare ciò che li spaventa e quindi potranno secondo me godersi molto di più la fantasia. E come vi dicevo prima, in parte quel momento è già arrivato, perché ora sono molto più flessibile con Oliver nel leggere in biblioteca libri in cui ci sono per esempio animali parlanti, mentre prima se li sceglievano, dicevo loro che preferivo leggere un libro diverso. Oppure glielo leggevo cambiando il testo e togliendo la parola agli animali. Con questo, come sempre, ci tengo a specificare che non sto dicendo che dovete fare anche voi così, ma ve lo racconto perché credo che possa aiutare alcuni genitori che sono ancora indecisi sul da farsi. Anzi, se decidete anche voi di seguire questa linea di pensiero e di non esporre i vostri bambini alla fantasia, ci tengo a dirvi che è veramente più semplice di quanto sembri, perché nella vita di tutti i giorni si tratta proprio solo di scegliere libri e cartoni animati, se li guardate che riflettano la realtà. Quindi, se i maiali non parlano nella vita vera, preferirei non far vedere Peppa Pig, per esempio. Noi abbiamo sempre prediletto i documentari della Disney Nature che sono davvero incredibilmente belli e secondo me sono più semplici da seguire per i bambini più piccoli, perché sono narrati un po' a mo' di storia, ma quando i bambini riescono poi a concentrarsi un po' di più davvero qualsiasi documentario va bene, noi li guardiamo quasi sempre in inglese adoriamo quelli narrati da david atr, anche perché abbiamo il libro della sua biografia e quindi ci piace proprio questa cosa che conosciamo la sua vita e, um sentiamo la sua voce quando guardiamo uno di questi documentari. Per quanto riguarda i cartoni invece ne guardiamo davvero pochi. Siamo molto, molto, molto selettivi e anche abbastanza abitudinari. Um all'inizio avevamo scelto curious george perché era secondo me il compromesso migliore che avevo trovato. Non è davvero semplice trovare cartoni animati reali e almeno curious george la scimmietta non parla che per me era già una conquista, ma da allora abbiamo poi scoperto cay che è assolutamente perfetto e quindi lo consiglio davvero sempre a tutti i genitori che vogliono esporre i propri figli o comunque che vogliono trovare un cartone animato che sia più reale. Mhm perché cay è un bambino piccolo che fa cose assolutamente normali nella realtà e in più la mamma di Cay parla in maniera veramente molto rispettosa. I dialoghi sono davvero fatti bene, almeno in spagnolo, che è la lingua in cui noi lo guardiamo e in più sono solo cinque o dieci minuti per episodio. Mi sembra quindi davvero perfetto per noi. Vi lascio tutti i riferimenti nelle note dell'episodio, ovviamente. E poi abbiamo anche scoperto Molly of the nali solo in inglese però, che è veramente veramente molto molto carino e parla di una bimba dell'alaska tutto basato sulla realtà e mostra anche proprio le tradizioni della gente dell'alaska con clip di bambini veri, quindi veramente carino. Lo consiglio e poi ovviamente se voi siete un po' come noi e preferite evitare gli schermi ci sono i libri e anche lì sempre meglio scegliere storie reali, personaggi ispirati alla realtà. Se avete il mio corso schooling educare a casa nell'unità della letteratura troverete una lista di libri adatti, creata apposta per noi da Manuela che è la mamma dietro il profilo, tre libri alla volta su Instagram e la ringrazio ancora. Grazie Emanuela e dulcis in fundo ci sono ovviamente anche gli audiolibri, che per noi sono un'opzione meravigliosa in italiano in particolar modo vi consiglio sempre la collezione favole reali della nonna che parla perché oltre ad essere la mia mamma l'autrice la voce e la creatrice di questi audiolibri. Lei ha creato queste storie per oliver ed emily e quindi parlano della realtà. Parlano tutti di argomenti reali con personaggi reali in stile documentaristico, ma veramente molto bello, molto divertente che secondo me veramente difficile da trovare in un audiolibro. E devo dire davvero che a oliver ed emily piacciono moltissimo, altrimenti non ve li non ve li consiglierei neanche se sono della mia mamma. A noi hanno salvato infinite gite in macchina perché noi non usiamo schermi e in più so da altri genitori che li hanno acquistati che hanno veramente tanto successo con i bambini, quindi davvero ve li consiglio. Tra l'altro si possono adesso comprare anche in formato m p tre da cari sui dispositivi dei bambini e la mia mamma ha appena creato alcune collezioni perfino, tra cui anche la collezione oliver e la collezione emily li ha li ha chiamati così che includono vari audiolibri ciascuna. Quindi vi invito ad andarli a vedere e vi lascio i link nelle note dell'episodio. Quindi tutto questo per dirvi che ci sono delle opzioni valide. Non tante come quelle di fantasia, certo, ma ce ne sono. E se scegliete questa strada della realtà, tra l'altro voglio proprio rassicurarvi perché è un po' come per tutto se non vivete voi, voi genitori, la mancanza di fantasia come un problema per i bambini è uguale e anzi saranno felici di conoscere il mondo reale e le cose meravigliose che li circondano. E non si faranno domande su ma perché la mia mamma non mi fa vedere frozen? Queste domande arriveranno molto più avanti e quando arrivano potrete decidere se i vostri bambini sono già pronti. Se non sono ancora pronti, potrete avere una conversazione con loro a quel punto e valutare man mano che si presentano gli interessi dei bambini. Secondo me questa è sempre la soluzione in tutto seguire l'interesse del bambino, seguire il bambino. E con questo, anche se potrei parlare di questo argomento per ore, penso di avervi detto molto, quindi mi fermo nei miei corsi troverete anche questo argomento, fantasia e realtà. Quindi se li avete comprati, andate a cercarli. E se spulciare nel mio blog e cercate fantasia, può darsi che anche lì abbia scritto qualche articolo, però non ricordo esattamente. Con questo vi do appuntamento alla prossima settimana con un nuovo episodio di educare con calma. Vi ricordo che se vi manco mi trovate su www punto la tela di carlotta punto com oppure su Instagram e Facebook più a quotidianamente su um la tela di Carlotta Blog Buona serata Buonanotte o buona giornata a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.