Speaker 0: Benvenute e benvenuti a un altro episodio di educare con calma. Oggi avevo in mente tutt'altro episodio, tutt'altra tematica, ma poi ho ricevuto un messaggio di una mamma sul mio corso Educare a lungo termine e mi sono dovuta fermare, e ho deciso di cambiare progetti, ho deciso di parlare invece di questo messaggio che ho ricevuto e di alcune riflessioni che sono nate poi dalle mie risposte, quindi non sono molto preparata forse, non so esattamente come riuscirò a esprimere tutto quello che voglio esprimere, spero di farlo al meglio nel rispetto di tutti come sempre, ma insomma questo per dirvi accettatemi come sempre accoglietemi. Allora dovete sapere prima di tutto che nei miei corsi online c'è una chat privata e in ogni unità I genitori possono scrivermi con dubbi domande riflessioni, questa mamma in un'unità in cui si parla della televisione e del danno che fa sulla mente dei bambini e di alternative per evitare di usare troppo la televisione, mi scritto che l'unità non le è proprio piaciuta, che dovrei rivederla, che dovrei contestualizzarla, perché con un sistema di welfare scadente come quello che c'è in Italia e mi ricordava che hanno chiuso tutti I nidi, le ludoteche, che non esistono scuole Montessori se non carissime eccetera eccetera eccetera, le mamme italiane stanno mollando il lavoro in massa, che non si può fare un corso per mamme italiane senza tenere presente tutto questo, tutti questi fattori importanti, e mi scritto proprio che la tv è l'ultimo dei suoi problemi in questo momento e in molti casi la televisione dà una mano, poi continuato dicendo che lei è al limite e così anche suo marito, senza alcun aiuto né dallo stato né dai familiari la situazione è drammatica La prima cosa che ho pensato quando ho letto questo messaggio è stata sarò stata troppo estrema con le mie parole perché io comunque ho una visione un po' estrema sul tema televisione, ma che sempre funzionato per noi e quindi nel mio corso la racconto, allora sono subito andata a rileggere l'unità, l'ho riletta varie volte e no non l'ho trovata estrema, anzi credo che sia molto veritiera sui fatti e molto flessibile anche con le emozioni, ma so perfettamente che a volte quando ci sentiamo male o in colpa dei comportamenti che non vorremmo usare, come per esempio mettere I nostri figli davanti alla televisione, anche se quella è una unità di oltre cento nel corso, anche se in quell'unità non condanno l'uso della televisione, e anzi e anzi racconto proprio che anche noi l'abbiamo usata e perché l'abbiamo usata, quello che arriva alla mente di chi si sente già sbagliato o di chi sente di stare sbagliando è la critica, le parole innescano il senso di colpa
Speaker 1: e il senso di colpa offusca la razionalità, e allora ho provato a
Speaker 0: immedesimarmi nelle emozioni di questa mamma, e allora ho provato a immedesimarmi nelle emozioni di questa mamma e le ho scritto la mia verità, ed è di questa verità che vorrei parlare oggi. Prima di tutto ci tengo a dire, per chi non lo sa, che noi come famiglia non abbiamo vissuto il covid come lo avete
Speaker 1: vissuto voi in Europa o in altre parti del mondo, e quindi
Speaker 0: non pretendo di sapere che in Europa o in altre parti del mondo, e quindi non pretendo di sapere che cosa significhi, noi abbiamo vissuto un mese di covid vero e proprio nel sud est asiatico, era gennaio del duemila venti, lo ricordo difficile perché oltre al fatto che eravamo in un paese non familiare, eravamo in Malesia, a Penhang, quindi con una cultura in predominanza cinese molto diversa dalla nostra, ma anche da quelle che avevamo conosciuto fino ad allora, oltre a tutto questo si aggiungeva la preoccupazione del contagio, perché eravamo appunto in una città in cui la maggior parte della popolazione era cinese e soprattutto eravamo lì durante il Capodanno cinese quindi quando tutti I cinesi si muovevano per raggiungere le loro famiglie alle mascherine eravamo già abituati certo non era l'ideale ma non pesava né a noi né ai bambini, ma ricordo lo stress di non toccare nulla, di sterilizzare sempre le mani, di non toccarsi la faccia, anche solo di trattenere un colpo di tosse in ascensore per non destare sospetto, ecco noi questo l'abbiamo vissuto per poco tempo in Malesia e poi in Indonesia e poi abbiamo vissuto un look down di due mesi in Nuova Zelanda, dopodiché siamo tornati a fare vita normale perché qui in Nuova Zelanda dove ci siamo poi fermati aspettando che la situazione migliorasse, la situazione sotto controllo.
In altre parti di mondo invece voi vivete quello stress da oltre un anno e insieme allo stress l'incertezza, la frustrazione, I cambi repentini, la poca fiducia nel governo, la rabbia, Io non lo vivo in prima persona, ma lo vivo attraverso I miei amici, le mie amiche, le mamme e I papà che fanno il corso, che mi scrivono ogni giorno, ho pianto al telefono con loro, ho pianto leggendo I loro messaggi, ho pianto quando mi scrivevano non ce la faccio più, non lo vivo in prima persona ma lo sento ecco perché credo che quando pratichiamo l'empatia a lungo intensamente il dolore degli altri ci tocca nel profondo e allora ho scritto a quella mamma l'unica verità che conosco le ho scritto che se quella unità in quel momento della sua vita la fa sentire inadeguata, deve lasciarla andare, perché significa che non è pronta per accoglierla, non è pronta per piantare quel semino. Il mio corso è pieno di semini da piantare nella mente, ma il semino deve trovare un terreno fertile, deve trovare delle condizioni favorevoli non tutti I semini devono e possono essere piantati allo stesso tempo io sono dieci anni che pianto questi semini nella mia testa e tanti certamente sono germogliati, ma lo hanno fatto quando il mio terreno era fertile, che non sempre coincideva con il momento in cui io decidevo di piantarli.
Le ho detto che ora è il momento di essere gentile con se stessa, e se c'è una cosa che spero di trasmettere nel corso è proprio quello: essere gentili con se stessi. La gentilezza spesso la riserviamo agli altri, ma non pensiamo di doverla a noi stessi. Essere gentili con se stessi significa a volte avere un po' di egoismo costruttivo, un po' come dicevo nell'episodio sull'allattamento, se l'avete ascoltato, con la televisione è un po' lo stesso discorso, non possiamo girarci intorno, siamo onesti, ormai sappiamo che la televisione non fa bene al cervello dei bambini e che possibilmente almeno fino a tre anni dovremmo evitarla. Ci sono studi e studi che lo dimostrano, non credo sia sano e né tantomeno onesto intellettualmente ignorare questi studi per sentirci meglio credo che la conoscenza sia potere sempre io preferisco sempre sapere una verità che mi mette a disagio piuttosto che rimanere beata tra virgolette nell'ignoranza e per me la genitorialità è un po' questo è un po' come la meditazione e come imparare a restare seduti e fermi nel disagio a vivere con il disagio che c'è nel quotidiano è lì che sta l'evoluzione! Ma poi, quando sappiamo quella verità, per esempio nel caso della televisione, e decidiamo di usare comunque la televisione perché abbiamo bisogno di quei minuti, di quell'ora di respiro, non c'è nulla di male!
Non dovremmo sentirci in colpa della nostra scelta se non abbiamo la forza di trovare un'alternativa, ma credo sia importante ammetterlo anche a noi stessi. Evolvere significa anche essere onesti con noi stessi, significa accettare che non siamo perfetti, significa accettare che a volte sceglieremo il nostro bene a discapito di quello dei nostri figli e che questo è sano evolvere significa anche scacciare il senso di colpa quando mettiamo noi stessi prima dei nostri figli perché in
Speaker 1: realtà quell'egoismo è costruttivo aiuta la nostra salute mentale,
Speaker 0: Questo è Questo è essere gentili con noi stessi, e anche imparare ad essere gentili con noi stessi è evoluzione. Quindi no, non direi mai a quella mamma di non usare la televisione, ma visto che credo nell'onestà intellettuale proprio come non le direi di non usare la televisione mi sento anche in dovere di dirle che è possibile decidere di non usarla e che quindi non posso accettare il suo consiglio di rivisitare l'unità sulla televisione di il suo consiglio di rivisitare l'unità sulla televisione, di contestualizzarla. Non posso e non voglio accettarlo, perché non sarebbe onesto, non sarebbe quello in cui credo. Io credo che anche nelle difficoltà più difficili possiamo scegliere chi siamo. Se non lo credessi non venderei questo corso, se non credessi che tutto ciò che ho scritto nel corso possa davvero aiutare qualsiasi genitore con qualsiasi bambino in qualsiasi situazione della vita in momento storico, non venderei il corso!
E non posso cambiare quell'unità anche per un'altra ragione: perché magari il terreno di quella mamma non è ancora fertile, ma quello di un'altra mamma o di un altro papà lo è, e questo lo dimostra proprio il fatto che tanti genitori proprio in quella unità mi hanno ringraziata perché ho dato loro una guida in quest'anno straordinario di covid straordinario proprio nel senso letterale del termine un anno non ordinario una mamma in particolare mi scritto che se non fosse stato proprio per quell'unità specifica avrebbe ceduto alla televisione nei mesi di lock down invece grazie ai miei consigli trovato la forza di scegliere l'alternativa quella mamma era pronta il suo terreno era fertile nelle condizioni favorevoli e se ora state pensando che brava no non è più brava la mamma che ceduto alla televisione o quella che non lo fatto non c'è un premio dobbiamo cercare di evitare di pensare in termini di brava mamma o bravo papà non serve a nulla perché anche se è un giudizio positivo è comunque un giudizio che indirettamente state dando non solo a quella mamma ma a tantissime mamme e tantissimi papà che conoscete e che sono vostri amici e per farvi capire che cosa intendo con questo immaginate di leggere un mio post in cui vi dico che sono riuscita a non cedere alla televisione e mi scrivete un brava nei commenti.
Quel brava magari a leggerlo è la vostra amica mamma che invece si sente in colpa per aver ceduto alla televisione e si sente giudicata da quel vostro brava, si sente giudicata da una persona che considera amica e magari, anche se avrebbe voluto parlarvene, a questo punto si tiene quel senso di colpa per sé e magari quel senso di colpa la divora dentro. Spesso non ci rendiamo conto del potere che hanno le parole, I giudizi che diamo, anche quando sono positivi, anche quando li diciamo con buone intenzioni. E' un po' come chi non crede a Meghan Markle e si sente in diritto di scrivere sui social media che in realtà non mai pensato di togliersi la vita, che sta solo recitando perché è un'attrice, il suo lavoro. A parte che non siamo sicuramente noi né nessun esperto della corona a poterlo stabilire, perché solo lei e poche persone vicino a lei sanno davvero la verità, ma quando scrivete quel vostro commento su un post di Instagram, Meghan Markle probabilmente non lo leggerà mai, ma sapete chi lo leggerà? Lo leggerà la vostra amica o il vostro amico che in quel momento sta soffrendo, che magari spesso si sveglia di notte con pensieri di suicidio, e sono loro quei vostri amici che sentiranno al vostro giudizio, lo sentiranno rivolto proprio a loro stessi e anche se magari avrebbero voglia e bisogno di parlare con voi, penseranno invece di non poter contare su di voi, sul vostro aiuto.
Ecco come sempre mi sono lasciata trasportare ma sapete che appena parlo di giudizio parte un ragnatela nella mia testa, perché il giudizio è un tema che mi sta molto a cuore, credo che viviamo in una cultura poco sana e se non iniziamo noi ad avviare un cambiamento quella cultura la trasmettiamo poi ai nostri figli e io personalmente scelgo di dissociarmi dalla cultura del giudizio, ma quello che stavo dicendo in realtà è che no, non cambierei quell'unità del mio corso solo perché il periodo storico è diverso, anzi onestamente credo che le parole del corso abbiano ancora più valore ora di prima, proprio perché siamo in un periodo storico difficile, proprio perché stiamo facendo fatica, proprio perché ci sentiamo al limite. C'è questa espressione in inglese shoyer true colors mostra I tuoi veri colori e di solito si usa in maniera negativa, come per dire guarda quella persona, tutti la pensavano in questo modo positivo e ora che la situazione è difficile sta mostrando I suoi veri colori e se ci pensate anche questa espressione dà per inteso che I nostri veri colori siano negativi, che I nostri veri colori siano negativi, che siano una versione peggiore di noi.
Ma proprio per scendere da questa ruota del giudizio, delle etichette, delle immagini negative che creiamo di noi stessi, a me piace rigirarla. Mi piace dare il beneficio del dubbio, mi piace pensare che I veri colori di una persona siano potenzialmente sempre positivi, siano sempre di evoluzione. Ho imparato a pensarlo per I bambini e piano piano il pensiero si è trasferito anche agli adulti perché in fondo ogni adulto è il prodotto delle esperienze vissute da bambino, per questo che la prima frase che legge chi arriva sul mio sito è proprio non stiamo educando bambini, stiamo educando adulti e tutto questo lo dico perché credo che sia proprio nelle difficoltà che possiamo mostrare I nostri veri colori e nelle difficoltà che abbiamo l'opportunità di evolvere un pochino di più, di guardarci allo specchio e dire io ce la faccio, anche di imparare a piacerci un pochino di più, perché quando accettiamo I nostri limiti e le nostre imperfezioni, sia mentali che fisiche tra l'altro, allora sì che possiamo finalmente dire di piacerci davvero, non quando tutto è facile, quando siamo in forma perfetta, sia mentale che fisica di nuovo, lì è facile piacersi, ma è quando sentiamo di avere un'ancora che ci trascina giù e magari arriviamo fino a toccare il fondo che abbiamo davvero l'opportunità di mostrare I nostri veri colori, anche a noi stessi, perché I nostri veri colori sono quelli che mostriamo quando con quell'ultima energia che abbiamo in corpo spingiamo con I piedi sul fondo e iniziamo la risalita.
Quella è la persona che siamo, quello è il potenziale che io vedo in ogni genitore e questo attenzione non significa che la pandemia non sia un ostacolo, che non sia difficile, che non sia quasi invivibile, non significa che non possiamo lamentarci, non significa nemmeno che non possiamo mostrare le nostre debolezze, le nostre emozioni ai nostri figli, anzi è sano mostrare le nostre emozioni, mostrare quanta fatica stiamo facendo. Piangete davanti ai vostri figli, urlate davanti ai vostri figli, mettetevi nel letto e copritevi fino alla testa con la coperta perché non avete voglia di vedere la luce del sole. Tutto questo io l'ho vissuto sulla mia pelle durante gli anni della privazione del sonno che sono sicuramente stati gli anni più difficili della mia vita. Credo che si sottovaluti davvero moltissimo il danno fisico e psicologico che il non dormire provoca a un genitore. In quei due anni io non ero in lockdown chiusa tra quattro mura senza la libertà di poter uscire come state vivendo voi, ma vi assicuro che ero in un mio lockdown personale, ero prigioniera di me stessa, delle mie emozioni, della mia sofferenza, della mia rabbia, ed erano più I giorni che aprivo gli occhi al mattino e non avevo voglia di alzarmi dal letto dei giorni buoni.
Ma sapete qual è la verità? Che oggi, a distanza di due anni da quei due anni di privazione del sonno, Ricordo la fatica, certo, la ricordo molto bene, a una cicatrice ancora ben aperta, ma ricordo soprattutto la forza che ho trovato, che ho scoperto dentro di me. Tra dieci anni, più della fatica di questo momento storico, ricorderete come avete reagito. Ricorderete l'esempio che avete dato ai vostri figli. Ricorderete la vostra forza, una forza che non sapevate di avere.
Ricorderete quei momenti in cui vi siete detti adesso basta, adesso reagisco e ricorderete quelle volte in cui a una lamentela avete scelto di far seguire un pensiero positivo e di dare voce a quel pensiero positivo, perché quel famoso bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto significa proprio che ogni volta che lo vediamo mezzo vuoto, in realtà, è anche mezzo pieno! È solo la prospettiva che fa la differenza, e alla fine della fiera la vostra prospettiva è l'unica cosa su cui avete totale controllo. Non avete controllo sulle decisioni del governo, non avete controllo sulla velocità con cui si somministrano I vaccini, non avete controllo sulle condizioni della vostra azienda che deve licenziarvi se non può più pagarvi non avete controllo sulle scuole che chiudono non avete controllo sul sistema di welfare ma sapete su che cosa avete il controllo su di voi sulle vostre emozioni sulle vostre reazioni sulle vostre parole sulle parole che scegliete di dire ai vostri figli sulla verità che scegliete di condividere con I vostri figli di tutto questo periodo terribile la vostra attitudine è ciò che ricorderete tra dieci anni e le vostre reazioni sono l'esempio che rimarrà con I vostri figli.
E so che queste parole possono innescare il senso di colpa, ma non lo dico per farvi sentire in colpa, lo dico per ricordarvi che potete scegliere. Anche se questa pandemia fosse il peggio che avete vissuto finora nella vostra vita, e sono sicura che per tanti non lo è, ma se fosse davvero la sfida più dura che abbiate dovuto superare finora, nonostante tutti gli ostacoli, io vi assicuro
Speaker 1: che ogni giorno potete scegliere che tipo di persone siete.
Speaker 0: Potete scegliere, potete scegliere che tipo di persone siete potete scegliere di cogliere l'opportunità di mostrare I vostri veri colori e quando non ci riuscite c'è sempre domani come detto una mia amica su instagram ci sono tante altre giornate perché, e lo ripeto, mostrare I nostri veri colori non significa non lamentarsi mai, non significa non esprimere le emozioni che viviamo, non significa nascondere il dolore e la fatica ai nostri figli, significa lamentarsi, vivere il dolore, vivere le emozioni, piangere, gridare, ma scegliere di vedere anche il lato positivo o cercarlo quando non lo vediamo. E' un lato positivo che possiamo sempre, sempre, sempre trovare anche quando tutto sembra buio, anche quando siamo proprio a metà del tunnel, è la nostra evoluzione personale, è quella minuscola situazione in cui invece di cedere alle nostre emozioni riusciamo a scegliere le nostre reazioni. Quel momento in cui, per esempio, si cancella tutto il lavoro di un pomeriggio a computer, ti fai un bel pianto, singhiozzi per mezz'ora, mandi a stendere qualcuno e poi riinizi a lavorare per rifarlo da zero. Ecco, di quel momento e di quel lavoro non ricorderai solo le lacrime, ma ricorderai anche e soprattutto come hai riniziato da zero e hai finito il lavoro lo stesso.
E quel ricordo, te lo assicuro, sarà molto più forte e molto più potente delle lacrime. Quel ricordo è il tuo positivo, il tuo bicchiere mezzo pieno, la tua evoluzione, e quel ricordo modellerà anche l'immagine che hai di te stessa o di te stesso. Tutto questo per dirvi che non possiamo collegare I puntini guardando avanti. Non possiamo sapere oggi cosa di buono avremmo imparato della vita e di noi stessi da questo periodo difficile. I puntini si collegano solo guardandosi indietro.
Ma non possiamo sottovalutare il potere del cambiamento e delle difficoltà nella nostra vita per arrivare alla nostra evoluzione personale. Senza difficoltà non c'è evoluzione, e quindi ora che tanti stanno entrando in un altro lockdown, che magari ci sono già dentro, ora che l'Europa è quasi tutta rossa, ora che siete a un anno dopo, ma siete ancora nella stessa situazione di un anno fa, quello che vi auguro, anzi ci auguro e mi includo per quando tornerò in Europa, è che se c'è una cosa sola che ci può insegnare quest'anno o due di fatica, se c'è una cosa sola che ci può insegnare questa gara ad ostacoli che state correndo da ormai più di un anno, sia proprio quella di riconoscere, di scoprire o riscoprire I nostri veri colori, nell'accezione positiva del termine. E chiudo con una serie di consigli pratici che credo possano avere davvero un valore per chi vuole sganciare quell'ancora che ci tira giù, e magari vi sembreranno consigli banali e superficiali, ma vi assicuro che se ne mettete in pratica anche solo uno o uno al giorno, se non tutti, starete un po' meglio. Uno, fate anche solo pochi minuti
Speaker 1: di esercizio al giorno, e parlo
Speaker 0: veramente di pochi minuti, cinque, dieci minuti, una power walk intorno al condominio, una camminata veloce, o che sia salire e scendere cinque volte le scale del condominio, fatelo, e se avete bisogno di una mano esiste un'applicazione che si chiama sette minutes e programmi di sette minuti l'uno, che sono veramente fattibilissimi per qualsiasi persona. Io l'ho usata tantissimo in momenti in cui mi sentivo sopraffatta e avevo smesso completamente di allenarmi e ho usato questa applicazione per ritornare a creare un'abitudine di allenamento e a me aiutato tantissimo, quindi spero possa aiutare anche voi, ve la lascio nelle note dell'episodio, ovviamente non ci guadagno nulla, non credo che ci sia bisogno di dirlo, è proprio un consiglio spassionato. Due obbligatevi a passare dieci minuti al giorno con voi stessi o con voi stesse, ma non dieci minuti di pausa pranzo, intendo proprio dieci minuti a casa prima che I bambini si sveglino, dopo che li avete messi a letto, chiudetevi in bagno, mettete I piedi a mollo, fatevi uno scrub alla faccia, io da poco ho ricominciato a fare lo yoga per il viso e a me aiuta sempre moltissimo a ricollegare con me stessa, perché sono appunto massaggi che mi fanno entrare proprio più in sintonia con me stessa, ma fate qualsiasi cosa che vi faccia sentire di prendervi cura di voi stessi o voi stesse.
Tre obbligatevi a passare almeno una serata e anche solo un'ora a settimana con il vostro compagno o con la vostra compagna, senza dispositivi leggete un libro insieme, giocate a carte, comprate un album da disegno e colorate, che è super terapeutico, state anche solo seduti sul divano e tenetevi per mano che non ce ne rendiamo conto, ma spesso quando siamo stanchi e viviamo giornate tutte uguali e faticose e frustranti, ci dimentichiamo di toccarci e toccare chi si ama un potere fortissimo. Quattro, non importa come sia andata la giornata e quanto abbiate faticato con I vostri figli, quanta televisione gli abbiate fatto vedere, quante volte avete alzato la voce, alla sera, prima di andare a dormire, dedicatevi anche solo quindici minuti a loro. Sedetevi per terra e giocate, fate il loro gioco preferito o leggete cinque o sei libri. È come fare un reset della giornata sia per voi che per loro, e domani è un altro giorno. Cinque e ultimo, perdonatevi.
A fine giornata mettetevi davanti allo specchio e perdonatevi, ad alta voce se possibile. Carlotta, ti perdono per aver alzato la voce, ti perdono per aver perso la pazienza con Oliver, per aver fatto piangere Emily. Perdonatevi, vi assicuro che avete bisogno del vostro perdono. E con questo non mi rimane che salutarvi e sperare che questo episodio arrivi nel momento giusto, che questi semini trovino terreno fertile. Vi ricordo che mi trovate anche su instagram e facebook come la tela di Carlotta blog e ovviamente mi trovate anche a casa mia sul mio blog w w w punto la teladicarlotta punto com.
Buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Vi abbraccio, ciao!