Preferiti dei bambini

Speaker 0: Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con calma. Oggi parto in quinta e inizio leggendovi una citazione che ho letto su Instagram e ho tradotto dall'inglese. Voglio appoggiare I genitori di tutto il mondo, tutti gli adulti che capiscono che come educhiamo I nostri bambini un impatto enorme sul mondo che stiamo costruendo. Voglio che il nostro contenuto ispiri le famiglie di tutto il mondo ad agire per l'uguaglianza. È ora di smettere di pubblicare libri per bambini che sono fantasie bianche di classe media di una versione del mondo idealizzata e censurata.

La maggior parte media di una versione del mondo idealizzata e censurata. La maggior parte dei libri per bambini che sono ora sul mercato sceglie di non rappresentare persone con disabilità, persone di colore, persone LGBTQ più e anche solo persone che non rientrano nel ceto medio-alto. Se allarghiamo la rappresentazione nei libri per bambini possiamo far sì che le famiglie siano più inclusive, e quando le famiglie diventano più inclusive il mondo cambia. E che dire io leggo queste parole e mi viene la pelle d'oca ed è per questo che ho voluto invitare oggi qui con me chi le scritte, in realtà l'ho invitata molto molto prima che le scrivesse perché a me questa è arrivata proprio dentro lei è Francesca Cavallo è l'autrice di Elfi al quinto piano Storie della buonanotte per bambine ribelli da poco creato la sua casa editrice indipendente che si chiama Under Cuts e io ho qui tra le mani la versione inglese del suo ultimo libro Il dottor Lee e il virus con intessa una corona che da quando l'abbiamo ricevuto è una delle nostre letture quotidiane con I miei bimbi, tra l'altro mio papà in Italia la versione italiana e anche lui la legge ai bimbi su FaceTime e la verità è che non importa quante volte io legga questo libro ai miei bambini io non arrivo mai alla fine senza gli occhi lucidi perché questo libro tocca veramente tantissime corde importanti e di alcune di queste parleremo oggi.

Non mi rimane che dare il benvenuto a Francesca Cavallo ciao Francesca grazie per essere qui con me oggi

Speaker 1: ciao Carlotta che bella che bella introduzione grazie

Speaker 0: no grazie a te veramente senti partiamo subito dagli inizi perché a me un po' come a te piacciono le storie dietro le persone come e quando nasce la tua passione per I libri e soprattutto poi quando e perché hai scelto I libri per bambini?

Speaker 1: La mia passione per I libri è nata quando ero piccola, io sono sempre stata una lettrice accanita e I momenti in cui leggevo erano dei momenti in cui mi isolavo completamente dal resto del mondo. Io sono cresciuta in un piccolo paese in provincia di Taranto in cui tutto sommato per quanto sia stata molto fortunata perché sono cresciuta circondata da una grande famiglia molto allegra, molto questaiola così un po' quasi uno stereotipo diciamo delle grandi famiglie del sud però di certo non ho non ho mai avuto tanto a tante porzioni della cultura anche della cultura pop no? Per cui I libri per me rappresentavano un po' una un modo di allargare I miei orizzonti e e ne sono sempre stata sono sempre stata molto appassionata della lettura e in realtà non ho mai immaginato di fare la scrittrice crescendo al netto del fatto che il mio personaggio di finzione preferito era di uomini piccole donne. Io mi ricordo che da sempre se avessi potuto invitare a cena sai quelle cose che ti dice se potessi invitare a cena qualcuno no? Chi inviteresti io non avrei mai esitato e avrei detto Giodi piccole donne nella quale mi immedesimata quindi evidentemente da qualche parte il fatto che lei fosse una scrittrice mi fa con la mia immaginazione diciamo.

Poi mi sono ritrovata a fare la scrittrice ma la scrittura è stata un po' una necessità per me nel senso che io non ho deciso prima di diventare una scrittrice e poi ho iniziato a scrivere. Io ho iniziato a scrivere per risolvere dei problemi, per esempio le prime cose che ho scritto sono state per il teatro perché io facevo la regista di teatro quindi volevo mettere in scena per esempio un uno spettacolo che aveva venticinque attori ne avevo tre allora mi scrivevo quella cosa per fare in modo che fosse interpretabile da tre attori che magari facevano dieci personaggi. Quindi ho iniziato a scrivere per risolvere dei problemi, ho scritto poi un testo originale per il teatro per partecipare al concorso e insomma la scrittura per me è stata e credo che questo sia molto rimasto nel mio modo di scrivere nel senso che io non scrivo mai come un gesto diciamo poetico scrivo perché mi serve scrivere per fare una determinata cosa e quindi è quasi come se il libro fosse un risultato più che il punto di partenza. Infatti io dico sempre che per me vivere un libro non è diverso dallo scrivere un'email perché la cosa che a me piace tanto della scrittura è la sua capacità di creare realtà che prima non esistevano.

Mi sembra quasi un incantesimo il fatto che tu metti in fila delle parole e piano piano se sei costante quelle parole generano qualcosa che prima non esisteva. Per cui questa è la mia passione diciamo per I libri, non ho una passione per I libri simile a quelli che ne fanno una cosa identitaria, I lettori che dicono io sono Francesca mi piace leggere nel senso che schifo quelli a cui non piace leggere oppure per me I libri sono proprio una cosa che fa parte proprio dei pezzi per costruire nuove realtà sostanzialmente.

Speaker 0: Si, uno strumento

Speaker 1: dei mattoni.

Speaker 0: E invece come sei arrivata ai bambini?

Speaker 1: Allora ci sono arrivata anche qui in un modo che non è stato del tutto programmato, nel senso che io ho fatto la scuola d'arte drammatica Paolo Grassi e avevo studiato lì regia. Dopo aver studiato regia nonostante io sia una pessima ballerina sono super scoordinata e quindi spesso oggetto di pubblico lui nelle classi di Guazza, ho deciso che mi affascinava molto la pedagogia e avevo letto alcune cose scritte da una straordinaria danzatrice italiana che si chiama Raffaella Giordano che mi avevano molto entusiasmato nel suo approccio proprio alla pedagogia perché comunque all'epoca pensavo che avrei fatto la regista di teatro il ruolo del regista di teatro è molto anche quello di un pedagogo per cui io volevo avevo tante preoccupazioni legate all'etica della relazione tra un regista e un attore e sentivo il bisogno di essere guidata nel navigare nel modo più etico possibile quella relazione in modo che non fosse una relazione predatoria in cui il regista si appropria della creazione dell'attore e all'attore non rimane nulla, che molto spesso purtroppo la relazione tra registi e attori funziona così. Quindi nella mia ricerca per capire quali fossero, come gestire quella relazione in un modo che fosse creativo, in un modo in cui ci si potesse spingere l'un l'altro a creare la migliore cosa possibile sono approdata a questo Masterclass di danza contemporanea che era tenuto da Raffaella Giordano e che è durato per due anni nel quale ho approfondito studio di una pedagogia etica in cui il coreografo in quel caso il danzatore o il regista e l'attore sono sullo stesso piano e sono in una dimensione di ascolto reciproco, non in una dimensione che l'attore è un po' questa marionetta che deve produrre delle cose per come dire nutrire l'immaginazione del regista perché in quel caso poi tu vieni diseredato dal tuo processo emotivo e da lì io sono arrivata alla mia passione per I bambini perché una volta che sono entrata in questo lavoro con Raffaella, che sono entrata in questo lavoro di svelamento reciproco che è la relazione pedagogica, mi è poi capitato di insegnare recitazione a dei ragazzi di scuola media e ho capito quanto fosse potente quello schema applicato ai bambini e mi è venuto questo desiderio di inaugurare una comunicazione rivolta ai bambini che riprendesse online a quel perché all'epoca stavo lavorando avevo iniziato a lavorare su una rivista su iPad per bambini sulla creazione della prima rivista su iPad per bambini e quindi volevo provare a riportare alcuni di quei principi che poi erano quelli che ai quali io sono arrivata tramite la danza ma che sono stati poi esplorati ovviamente in Italia da Loris Meneguzzi, ovviamente da Maria Montessori, insomma l'Italia è un po' il faro nel mondo di questo modello pedagogico per cui ho sentito diciamo la necessità di portare questa prospettiva nel mondo delle app per bambini che all'epoca erano tutte tipo fai questo gioco e impari le equazioni, fai quest'altro gioco e impari quest'altra cosa no?

Ed era un approccio troppo eccessivamente funzionale che vedeva come se l'educazione fosse quello, come se fosse privarti di qualsiasi altra cosa e imparare soltanto le materie, il modo che il genitore sia fatto del fatto che tu stai imparando le equazioni per esempio a quattro anni, non lo so, è un modo completamente sballato di vedere il processo di divulgazione, anche perché spinge il bambino molto alla performance quindi è un modo di diseredare il bambino dalla gioia del processo

Speaker 0: che prende

Speaker 1: l'educazione che vale molto. Quindi questo è stato diciamo l'insegnamento della recitazione a questi bambini passando da questa esperienza di danza e poi approdando a questa cosa della rivista per raccontare il mondo ai bambini invece che per raccontarti storie di fantasia. Questo era perché poi ho sempre avuto una passione politica e legata all'attivismo molto forte per cui mi irritava molto quando sentivo I grandi, tra virgolette dire che tanto I giovani non sono più appassionati alla cosa pubblica che non sono e quindi dicevo cioè non possiamo aspettare che la gente abbia diciotto anni per iniziare e aspettarci che scatti come un interruttore un interesse nei confronti del mondo quando uno raggiunge l'età del voto. L'interesse nei confronti di quello che ci circonda, della realtà che ci circonda va coltivato da quando siamo piccoli. Questo sguardo che non deve pagare soltanto I mondi di fantasia, di cavalieri, gnomi eccetera, ma uno sguardo sul mondo che deve come dire appassionare I bambini alla scoperta della realtà di ciò che li circonda per cui questo è stato un po' il mio percorso diciamo.

Speaker 0: Allora io non mi vedono da casa ovviamente, ma io ho male al collo da quanto sto facendo sì con la testa perché veramente cioè prenderei tutto e lo inquadrerei. Sono assolutamente d'accordo e tra l'altro hai detto, appunto hai parlato tu, introdotto tra virgolette una domanda che ti avrei fatto dopo: nella maggior parte dei tuoi libri non ci sono fantasia, elementi magici, principesse, principi azzurri ovvero non c'è tutto ciò che c'è nei tipici libri da bambini. Che cosa ti fa credere o che cosa ti fa sperare che I bambini e le bambine accoglieranno le tue storie con lo stesso entusiasmo con il quale accolgono Frozen o Peppa Pick.

Speaker 1: Credo che si tratti di un lavoro molto profondo sulla storia nel senso che quando io scrivo per bambini a parte che ora il libro Elfi al quinto piano ci sono gli elfi

Speaker 0: dentro. E' vero, ci sono

Speaker 1: gli elfi. E' sicuramente vero che sono sempre declinati in una direzione di grande concreto, hanno una dimensione di realtà molto e per esempio anche in Elfi al quinto piano non è con la magia che viene risolta ma sono I bambini che si mettono insieme riescono a risolvere una un casino dentro il quale sono gli elfi ad essersi cacciati. Esatto. Direi che quando io racconto una storia che sia una storia vera o che sia una storia di finzione per l'appunto come nel caso di elfi, io cerco sempre di ancorare quella storia ad alcuni archetipi che rispondono ad alcune esigenze profonde dei bambini. Per esempio la fiaba comunque le fiabe non sono ovviamente tutte da buttare nel senso che le fiabe hanno esercitato e hanno tuttora una funzione importantissima nella definizione del panorama interiore della vita interiore dei bambini perché tutti gli aspetti legati per esempio alla all'attraversamento del bosco al superamento delle difficoltà alla fiducia nel fatto che si può uscire da situazioni difficili, alla semplicemente realizzazione che ci sono che c'è la sofferenza nel mondo, che ci sono alcune cose cattive nel mondo, no?

Anche quello è una dimensione che è stata molto, con il tempo purtroppo, molto allontanata dal panorama delle fiabe che raccontiamo ai bambini che sono state molto edulcorate ma che in realtà per esempio è fondamentale perché I bambini intuitivamente prima di tutto hanno tanti sentimenti negativi e hanno bisogno di vederli riflessi nelle fiabe perché questo gli dice che se hai dei sentimenti negativi non sei sbagliato. I sentimenti negativi, le cose brutte fanno parte del mondo, per cui diciamo io tento con le mie storie di cambiare completamente la carrozzeria se vuoi, però il motore rimane lo stesso per cui I bambini trovano in quelle storie degli agganci ad alcune cose che stanno cercando molto profonde. Per esempio nel dottor Lee il virus con in testa una corona, io ho fatto questo ragionamento e cioè che mentre noi adulti abbiamo consumato e stiamo consumando gigantesche quantità di informazione che non ci servono, non è che noi abbiamo bisogno di tutti I giorni di vedere il servizio sul coronavirus. Però perché lo guardiamo? Perché avere più informazione ci dà l'idea in questa situazione di enorme incertezza di poter avere un senso della direzione in cui questa macro storia sta andando.

I bambini questa opportunità non ce l'hanno avuta perché noi ci siamo rivolti ai bambini quasi esclusivamente dandogli delle regole: ti devi lavare le mani, non devi portare la mascherina, non puoi parlare con I tuoi compagni a scuola, devi fare questo, non devi fare quell'altro e sostanzialmente I bambini è più di un anno che nella maggior parte dei casi è come se stessero volando con una benda sugli occhi. Ma immaginiamoci per noi cosa vorrebbe dire se uno cambia completamente tutte le nostre abitudini, ci ricambia le regole da un giorno all'altro e non ci dà un'arcata complessiva di quello che sta succedendo. Per cui il discorso, il motivo per cui sono molto contenta di sentire che I tuoi bambini hanno trovato diciamo del materiale vivo in questo libro, perché quando I bambini vogliono rileggere un libro tante volte vuol dire che per loro in quel momento il libro è un materiale vivo che sta avendo un'interlocuzione profonda con alcune dimensioni no? Della loro vita interiore per cui mi rende molto felice il fatto che tu dica che per I due bambini sta funzionando questa cosa, ma anche altri che me l'hanno detto vuol dire che questi bambini sono assetati loro stessi di avere un'idea di qual è la macro storia che stiamo attraversando e questo se il libro in quel momento, I libri per bambini questo devono fare devono nutrire il tuo bisogno spirituale di quel momento e se questo libro riesce a fare quella cosa è per questa ragione perché io quando lavoro cerco di da una parte stare più vicina possibile alla storia, di non sovrappormi troppo, io non scrivo in un modo che vuole dare la morale ai bambini, scrivo in una dimensione in cui cerco un terreno di incontro in cui possiamo condividere una scoperta.

Questo è il lavoro che cerco di fare in ogni libro.

Speaker 0: E ce la fai tra l'altro in questo ultimo libro, il dottor Lee, veramente io mi ritrovo tantissimo in quello che dici, I miei bambini noto che nonostante non abbiano ancora vissuto veramente quello che è il coronavirus, perché noi siamo in Nuova Zelanda, qui coronavirus ce n'è stato pochissimo, però noi appunto siamo partiti, forse prima di voi, noi eravamo nel sud est asiatico a gennaio quando iniziato praticamente, quindi abbiamo vissuto questi primi tre mesi mascherine, lavati le mani eccetera eccetera, e io che so che quando non si nasconde la verità ai bambini loro riescono a processare molto meglio le informazioni, io ho fatto esattamente quello che fatto la mamma di me nel libro, ovvero mi sono messa lì con loro e ho fatto ricerca con loro perché io sono convinta che qualsiasi tema difficile da affrontare, proprio come hai detto tu, deve essere affrontato, perché altrimenti si ritrovano in questo mondo nuovo, con tutte regole nuove, che non capiscono, non possono processare, non hanno gli strumenti, quindi io veramente questo libro l'ho apprezzato all'infinito proprio, mi è piaciuto tantissimo ed è per questo che sono sicura che anche loro, anche a loro è piaciuto, perché dice la verità, e I bambini vogliono ascoltare la verità.

Tra l'altro prima hai detto una cosa, hai detto che non vuoi dare la morale ai bambini e questa è un'altra cosa che mi colpito tantissimo perché a me piace un sacco la forma che hai di raccontare l'attenzione che dai alle frasi, alle parole, non c'è giudizio nelle tue frasi, quando io leggevo ad esempio mio papà che legge il libro a volte aggiunge dei piccoli dettagli, delle piccole morali, io gli dico Papà non aggiungere niente le giro con me perché è proprio insita in noi l'esigenza cioè non l'esigenza ma la necessità di dare la morale e invece tu non lo fai quando ad esempio ricordo che mai e la sua mamma vedo, notano che alcune persone non portavano la mascherina, non rispettavano la distanza sociale, in quel momento tu avresti potuto cioè mettere un sacco di giudizio in questo comportamento e non lo fai come arrivi a quel processo? Ti viene naturale o scrivi una versione e poi la smaltisci tra virgolette? Perché secondo me quello è esattamente il lavoro che deve fare il genitore per riuscire a togliersi dalle frasi il giudizio e cambiare il linguaggio significa cambiare l'educazione, quindi qual è il tuo processo?

Cioè come fai a pesare le parole?

Speaker 1: Allora credo che un po' sia, io scrivo, diciamo non è che scrivo, non ci sono delle versioni iniziali che sono piene di giudizi e poi li tolgo.

Speaker 0: Ma ti viene da scriverlo il giudizio?

Speaker 1: Non mi viene da scriverlo, più che altro perché la mia preoccupazione è sempre di lasciare spazio ai bambini, cioè se io inserisco un giudizio I bambini non hanno lo spazio di sentire quello che loro provano rispetto a quel pezzetto della storia e quindi è come se il libro funzionasse da solo e invece I miei libri funzionano soltanto in presenza di un bambino che li legge e lasciano lo spazio a quella bambina o a quel bambino di stare in quella storia. Io non mi piacciono I libri che non lasciano lo spazio ai bambini di avere una propria opinione di quello che stanno leggendo e d'altra parte per il tipo di libri che scrivo io che sono comunque spesso intervengono delle questioni anche politiche, molto molto spinose se vuoi. Invece io ti presento un fatto e ovviamente mi prendo la responsabilità del fatto che ti sto presentando, nel senso che io faccio una scelta nello scegliere di raccontare la storia del coronavirus partendo da un medico cinese che è un eroe, io ovviamente sto facendo la scelta di rimpiazzare nel tuo immaginario un volto asiatico come simbolo del virus con un volto asiatico come simbolo di un eroe che il virus cercato di sconfiggerlo.

Quindi quella è un'operazione a monte della quale io mi assumo ogni responsabilità. Però una volta che ho scelto quale storia ti voglio raccontare io devo lasciare spazio a te dentro quella storia perché è soltanto così che non diventa un'operazione di propaganda, altrimenti sarebbero Parkfley, diciamo, di partito. E invece io voglio scegliere di raccontare queste storie e poi voglio che I bambini abbiano lo spazio per pensare quello che loro vogliono pensare, per avere le loro emozioni perché altrimenti molto spesso noi adulti facciamo questo errore con I bambini di presentargli le cose presentandogli insieme l'emozione che devono avere rispetto a quello che gli stiamo presentando e questo non va bene perché non lascia loro spazio di sentirsi e questo invece è molto importante perché l'autoregolazione delle proprie emozioni anche soltanto il capire che cosa si sta provando richiede che noi lasciamo ai bambini lo spazio per sentirsi. Se noi non glielo lasciamo e ti diciamo questa è questa cosa e tu ne devi essere felice questa è questa cosa e tu la devi giudicare come una cosa brutta Lì ci stiamo comportando, volendoci sostituire sostanzialmente al bambino e questo secondo me mi sempre evitato.

Speaker 0: Che bello, bellissimo tra l'altro in tutto credo quello che riguarda la genitorialità secondo me se riuscissimo a tirarci un attimo indietro e lasciare spazio ai bambini sarebbe tutto un altro modo di essere genitori ma senti ma tu non sei genitore come conosci così I bambini non sei il genitore non hai studiato cioè sì hai fatto un percorso comunque nella pedagogia come ci raccontavi prima però come fai? Cos'è da dove ti arriva questa sensibilità questa introspezione nel mondo infantile?

Speaker 1: Allora in parte mi arriva dalle letture che ho fatto nel senso che poi quando ho iniziato ad appassionarmi la pedagogia ho ho letto diversi libri o insomma ho un'esperienza monoteorica di alcuni di questi temi poi ho dei nipotini che sono un ponte di ispirazione costante

Speaker 0: Quanti anni hanno?

Speaker 1: Loro hanno due anni e mezzo e quattro anni e mezzo

Speaker 0: e hanno letto il dottor Lee

Speaker 1: Hanno letto loro leggono ovviamente in anteprima tutti I miei libri

Speaker 0: che belli

Speaker 1: sì sì insomma l'hanno letto a volte mi danno anche dei dei consigli Olivia che è quella un pochino più grande per esempio Suelsy al quinto piano mi dato dei consigli per le illustrazioni eccetera è molto è molto attenta

Speaker 0: che bello

Speaker 1: quindi certe volte si alcune cose che a volte magari sfuggono anche a meno perché poi io sono così dentro un libro a volte che

Speaker 0: è certo

Speaker 1: però è poi un po' la mia infanzia e quindi ho fatto un lavoro anche attraverso la terapia negli anni per capire alcune delle ferite aperte dentro di me, legate alla mia infanzia degli errori che hanno fatto sono stati legati al fatto che nessuno di noi è perfetto no? Però alcune diciamo delle ferite che sono rimaste e che con il tempo sto cercando di di sanare legate alla mia infanzia mi hanno fatto, hanno sviluppato in me questa sensibilità nei confronti di un ciclo da interrompere, no? Perché fare terapia è bello soprattutto per questo, perché ti dà la possibilità di non scaricare il tuo trauma sulle altre generazioni. Migliorare il mondo alla fine della fiera questo vuol dire interrompere dei cicli di oppressione su scala personale e su scala sociale Per cui questo è stato e ben molto anche quello che per me molta

Speaker 0: importanza. Bellissimo e tra l'altro nei tuoi libri tu tratti temi veramente importanti che riguardano la sostenibilità del nostro pianeta, di chi lo abita, per esempio vabbè per me le lezioni che hanno imparato I bambini dalla pandemia alla fine del libro il dottor Lee sono straordinarie, io queste tematiche le sento veramente molto vicine perché tre anni fa ho iniziato un percorso molto profondo nella sostenibilità, ma mi chiedo, anzi ti chiedo, credi che questo tipo di letteratura, credi che se ci fosse più di questo tipo di letteratura potrebbe aiutare a ispirare anche chi quel percorso magari non l' ancora iniziato, famiglie che non sono ancora arrivate a quel punto nella loro vita, del prendersi cura del pianeta anche o comunque dell'avere un occhio di riguardo alla sostenibilità, dell'avere un occhio di riguardo a temi importanti come la tolleranza, il rispetto e come?

Speaker 1: Certo assolutamente io credo che si stia aprendo questo è proprio il cuore della missione di undercuts no? Che è la mia nuova la mia nuova azienda e io credo che si stia aprendo nel campo dell'intrattenimento per famiglie uno spazio completamente nuovo perché con fino a a qualche anno fa essere un buon genitore voleva dire essere responsabili nei confronti del proprio figlio o della propria figlia e assicurarsi che mangiassero bene, che avessero una buona educazione, che avessero un buon sistema di supporto intorno ed era un po' come ok faccio queste cose per mio figlio, per mia figlia e sono un buon genitore. Negli ultimi cinquantasei anni, tra il meet to movement tra Friday's for Future e Black Lives Matter, io credo che sia cambiato in modo molto radicale il paradigma della genitorialità perché milioni di famiglie nel mondo hanno iniziato a vedere il proprio essere genitori come uno degli atti politici più importanti e con più conseguenze che faranno nella propria vita e quindi è come se sempre più genitori al mondo abbiano l'impressione giusta, secondo me, che educare un figlio e mettere al mondo un mondo nuovo. Quindi rispetto a questa nuova presa di consapevolezza di tanti, ripeto non stiamo parlando di poche famiglie, non è una nicchia questa, stiamo parlando di decine di milioni di famiglie nel mondo in questo momento, rispetto a questo l'intrattenimento per famiglie è ancora molto proiettato sul passato nel senso che faccio riferimento a Disney perché comunque Walt Disney è quello che più di tutti plasmato il mondo dell'intrattenimento per famiglie a livello globale no?

Io ho una grande ammirazione per Walt Disney perché comunque riuscire a costruire per decenni delle opere che plasmano così tanto l'immaginario di tante generazioni è una cosa ovviamente difficilissima però qual è il discorso? Che al centro della poetica di Walt Disney c'è la nostalgia che sia una nostalgia biografica, nel senso che il tema dell'infanzia perduta sta al centro di tante delle opere più importanti di Disney, sia un tema di una nostalgia storica, Non a caso per esempio il simbolo di Disney è un castello. Quindi il tema delle principesse del quale io ho parlato ovviamente molto quando ho lanciato bambine ribelli e quindi un'importanza diciamo relativa al fatto che queste principesse aspettano il principe, che non hanno come dire controllo sulla propria vita eccetera ma anche una dimensione storica perché sono tutte storie tutte figure che ti portano a rivolgere lo sguardo indietro. Io credo invece che si stia aprendo uno spazio importantissimo nell'intrattenimento per famiglie perché sempre più famiglie invece vogliono guardare in avanti, vogliono condividere con I propri figli una visione del mondo e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, più equo, più giusto. Quindi credo che queste famiglie abbiano fame di un tipo di contenuti diversi, che non nascano in un castello, che non rimangano in un castello.

E questo è quello che io voglio fare con Albertcast. Io voglio costruire, diciamo, una offerta di contenuti che abbiano una vocazione mainstream, che non abbiamo una vocazione di nicchia, che quindi non siano la piccola casa editrice che fa il contenuto con la famiglia, con due mamme per il circo di famiglie arcobaleno che vivono magari intorno a casa mia, ma contenuti con una vocazione mainstream che aiutino le famiglie a sognare e a costruire un mondo migliore alla fine. Credo che le storie possano, che abbiano un impatto gigantesco nell'ispirare le famiglie perché una delle cose che a me piace di più dell'editoria per l'infanzia e in generale anche dei film per bambini e che sono esperienze condivise, che sono esperienze ponte tra diverse generazioni e nel mondo in cui viviamo che è sempre più segregato per silos l'intrattenimento per famiglie invece e il fatto che possa far comunicare generazioni diverse, un potenziale gigantesco perché le storie riescono a far comunicare persone che altrimenti non comunicherebbero e gli danno delle cose da condividere, degli oggetti da condividere, il che è sempre più raro nel mondo in cui viviamo.

Speaker 0: E' vero, e tra l'altro hai detto una cosa all'inizio proprio, hai detto una cosa molto bella che io riassumerei con una frase che uso spesso che noi non stiamo crescendo dei bambini, stiamo crescendo degli adulti e credo che questo veramente cambi tantissimo le carte in tavola, perché comunque veramente si capisce che il ruolo dell'educazione un ruolo primario fondamentale per guardare avanti e per cercare di costruire il futuro che speriamo di poter magari ancora vedere noi ma che sicuramente o almeno speriamo vedano I nostri figli. Tra l'altro tu in un'intervista ad Agorà hai detto

Speaker 2: che l'Italia regalato al mondo delle eccellenze pedagogiche, come il

Speaker 0: metodo Montessori per le stiamo usando. Secondo te che cosa manca nella famiglia media per arrivare ad usarle? Certo il cambiamento deve arrivare dall'alto, su questo non c'è dubbio, ma come in ogni rivoluzione è un'unione di singoli, quindi ti chiedo che cosa può fare secondo te la singola famiglia per usare queste eccellenze pedagogiche anche a casa e promuovere anche se lentamente un cambiamento se si

Speaker 1: può. Sì no sicuramente si può. Io credo che banalmente leggere sia importantissimo nel senso che nessuno di noi prima di studiare sa come crescere un bambino. Purtroppo c'è questa diciamo questo falso mito che una volta che uno diventa genitore l'istinto ti guida e voglio dire se fossimo cani o gatti questo sicuramente sarebbe vero però diciamo che gli umani sono un pelino più complicati negli ultimi anni c'è stata una enorme un enorme progresso della scienza relativo alla comprensione del modo in cui funziona la mente del bambino per cui informarsi, studiare che non vuol dire passare giorni e giorni sui libri però capire un po' meglio come funzionano I bambini e quali sono le cose che li possono accompagnare. A me piace molto questa immagine che il ruolo di noi adulti è quello di accompagnare I bambini in un percorso che è il loro non è che noi dobbiamo come dire dargli una forma perché quando quando una un essere umano nasce è già una persona l'altro giorno mia sorella mi fatto ridere perché m' detto che stava giocando con il mio nipote che due anni e mezzo che una grande passione per gli uccelli e sa I nomi di tantissimi uccelli a questo libro no?

E allora lei stava giocando con lui e gli detto ma tu sei un barbagianni? E lui diceva no sei un un pupa? No sei un pettirosso? No e lui a un certo punto le detto mamma sono una

Speaker 0: persona I bambini

Speaker 1: e ovviamente fa ridere

Speaker 2: il fatto che lo dica a un bambino di due anni e

Speaker 1: mezzo però è vero quando lui dice io sono una persona quindi il nostro ruolo è quello di accompagnarli nella scoperta di se stessi e di scoprire noi stessi anche in quella dinamica. Per cui sicuramente leggere, informarsi, ci sono tanti podcast adesso, ci sono tanti blog, non si tratta soltanto di leggere dei libri, questo può aiutare moltissimo tra l'altro capire meglio noi stessi e a capire le cose che I nostri agenti hanno sbagliato con noi. Quindi anche un viaggio interessante dentro noi stessi, non soltanto da fare per I bambini.

Speaker 0: Sempre, io lo dico, lo dico sempre, io vendo corsi online per genitori e un genitore magari si aspetta che comprando il mio corso online gli dia degli strumenti per gestire I figli, per gestire la crisi, che effettivamente sì faccio anche quello, ma poi mi dicono ma questo è tipo una sessione di terapia, ma quello è essere genitori, quello è educare, riconoscimento e un percorso di prenderci cura di noi stessi per riuscire poi a educare loro e tra l'altro bellissima la risposta di tuo nipote perché comunque fa capire ancora una volta di quanta verità, di quanto abbiano bisogno I bambini della verità mi piacerebbe vedere molti più libri come come I tuoi mi piacerebbe veramente progetti che progetti hai adesso per il futuro ci puoi svelare un qualcosina o hai un libro in cantiere?

Speaker 1: Allora abbiamo in realtà cinque libri in lavorazione, però l'obiettivo di Under Katz è proprio questo, è proprio quello di io fino adesso diciamo come autrice singola fatto negli ultimi dal duemila sedici ad oggi ho praticamente pubblicato un libro all'anno sempre e adesso con Undercuz l'obiettivo è di scalare questa produzione non numeri troppo grossi perché comunque secondo me è molto importante concentrarsi su dei titoli dei titoli grandi che possano allargare il confine, non un modo di semplicemente riempire scaffali che è il modo in cui purtroppo ragionano tanti editori anche per il modello di business dell'editoria tradizionale. Invece a me piacerebbe lavorare sulla creazione di alcuni progetti che abbiano la possibilità di mostrare che I confini, quelli che pensavamo fossero I confini dell'editoria per l'infanzia sono in realtà molto più ampi. Una delle cose che a me che mi riempiono più di orgoglio quando parlo con I librai di Storie della Buonanotte per bambine ribelli è che loro mi dicono che quando è arrivato quel libro loro hanno dovuto creare una nuova sezione nei loro negozi. Una volta che hanno creato quella sezione poi ovviamente tanti altri editori sono andati a riempirla ed è lì che succede il cambiamento per cui il mio sogno per Undercuts è che I libri che abbiamo in cantiere, che saranno comunque su queste direttrici, c'è rappresentazione di persone con disabilità, rappresentazione di persone di di storie di persone di colore, rappresentazioni di persone LGBTQ e in generale questi temi che attraverseranno I nostri libri sono la sostenibilità, le sfide del nostro tempo sostanzialmente e gruppi di bambini che hanno controllo sulle proprie vite e che hanno una fame di avere un impatto sul mondo intorno a sé.

Queste saranno diciamo le direttrici. Ci sarà una cosa che posso dire che Elfier quintopiano diventerà una serie, ma qui ci saranno molte avventure ambientate nella nella città di R e quindi questo lo posso dire, poi ci sarà un'altra serie di libri molto belli legati illustrati sempre, legati appunto alla rappresentazione di persone che è molto difficile perché a livello di illustrazione non ci sono riferimenti. Cioè il massimo che vediamo, una delle scoperte più belle che sto facendo nel percorso di creazione di questa serie, il massimo che noi vediamo legato all'illustrazione per bambini e disabilità è il bambino sulla sedia a rotelle. E' vero. Ma se sposti quel bambino dalla sedia a rotelle, se un bambino che una protesi, se un bambino gli illustratori vanno in difficoltà perché normalmente nel processo dell'illustrazione cosa succede?

Che uno si mette in una posizione, si fotografa e poi disegna. E questa cosa è difficile da fare quando ci quando I corpi sono non conformi. Per cui noi stiamo facendo un lavoro pionieristico da questo punto di vista con la speranza anche di offrire materiale ad altri illustratori che magari inizieranno a raccontare queste storie su come rappresentare dei corpi non conformi e nel dare materiale nell'immaginazione dei bambini e delle famiglie, grave ovviamente, di non essere spaventati da quei corpi. Una delle cose che a me preme molto nel mondo della rappresentazione della disabilità, della presentazione della disabilità prima ancora della rappresentazione. Quando ci sono delle persone con disabilità I genitori, I bambini normalmente sono molto interessati e guardano in modo molto spontaneo, fissa, vogliono capire, è una cosa diversa.

Il genitore qual è la cosa che dice? Armato di buonissimi sentimenti, non guardare! E nel dire quelle due parole, quello è un primo esercizio enorme di marginalizzazione: escludi quella persona dal tuo sguardo, toglila dal tuo campo visivo. Poi è ovvio che siccome c'è un trauma da parte delle persone con disabilità legato al fatto che magari possono essere state bullizzate, perché purtroppo ci sta che una persona con disabilità ti dica preferisco che uno non mi guardi e noi dobbiamo accettare quella cosa. Però ci sono anche tante persone con disabilità che magari hanno voglia di rispondere alle domande di un bambino e quella è un'occasione incredibile per non escludere quella persona dal nostro, per non averne paura, perché noi abbiamo troppa paura delle persone con disabilità e le spingiamo troppo ai margini, per cui questo è parte del lavoro che voglio fare con questi libri, è questo di avvicinare queste storie e di incuriosire a queste storie qui.

Speaker 0: No, è bellissimo, io mi emoziona questo perché io credo tantissimo nel potere di quello che stai facendo di questo progetto, perché lo vedo con I miei figli, noi ci siamo ritrovati in parti di mondo, come il Vietnam per esempio, con loro, in cui tantissime persone avevano parti di Ati, comunque la guerra del Vietnam è molto recente, quindi comunque si vedono ancora gli effetti, e la cosa più bella è che spesso e volentieri le persone avevano voglia di raccontarti le loro storie, se dai loro l'opportunità, perché spesso e volentieri quel non guardare significa anche da non solo lascia lancia appunto quel messaggio al bambino ok questo è un argomento tabù, un argomento da evitare, ma come dicevi proprio tu a volte è felice anche la persona, perché non si sente più persona, e invece quando noi ci avvicinavamo a queste persone, magari parlavamo con loro alle bancarelle dei mercati e poi facevamo una semplice domanda che ne so come hai perso il braccio? Loro erano felici di comunicarcelo, di parlarcene, e questo a me colpito tantissimo e ho scoperto che anche solo proprio quella piccola domanda invece del non guardare o anche solo l'avvicinarci e semplicemente iniziare

Speaker 1: a parlare con quella persona, mandava

Speaker 0: via, scacciava via quella paura che,

Speaker 2: iniziare a parlare con

Speaker 0: quella persona, mandava via, scacciava via quella paura che comunque c'è perché è diverso, perché quella persona è diversa, e quindi guarda io non vedo l'ora, quando li fai uscire domani?

Speaker 1: Il primo ci raggiunto

Speaker 0: Wow allora vicinissimo proprio ok senti dicci l'ultima cosa poi ti lascio andare perché mi sono resa conto che abbiamo proprio sforato di tantissimo dicci solo dove ti trovano, come ti trovano abbiamo già detto appunto undercast punto com immagino sì

Speaker 1: undercazdo com è il sito dove potete comprare il dottor Lee e il virus suona in testa una corona e poi I nostri prossimi libri c'è una newsletter che noi mandiamo che

Speaker 0: è bellissima, è bellissima Francesca manda delle storie pazzesche cioè è un regalo che ci fai ogni volta veramente

Speaker 1: Grazie si chiama Door night night e sono sostanzialmente storie della buonanotte in un momento diciamo del mondo in cui ci sembra che ci sia magari tanto male o che ci sia tanta sofferenza sono storie in cui io racconto di persone che oggi stanno facendo delle cose meravigliose per per avanzare diciamo la storia dell'umanità. E quindi anche lì vi potete iscrivere su undercuts alcom barra burnight e poi ci trovate su Instagram me come Francesca de Revo e undercuts come undercuts Media quindi spero di incontrarvi e di proseguire questo dialogo perché di questo si tratta su quel canale

Speaker 0: certo io lascerò comunque tutti I riferimenti, I link nelle note dell'episodio quindi vai tranquilla Francesca grazie mille sei stata fantastica e mi è piaciuto tantissimo tutto quello che hai detto, avrei altre cinque ore di domande per te ma ti lascio andare!

Speaker 1: Ciao, buona buona con tutto,

Speaker 0: grazie, alla prossima anche a te,

Speaker 2: Ciao Francesca!

Speaker 0: Se mi conoscete un pochino mentre ascoltavate la chiacchierata con Francesca avete forse potuto immaginare la gioia che provavo io al sentire le sue parole, al sentire qualcuno che non sono io, che comunica tutti I messaggi che per me sono importanti. Poi vabbè mi sono ritrovata tantissimo in quello che ci raccontato, dal fatto che il suo personaggio letterario preferito è stato Jo di Piccole donne, che da piccolo era anche il mio perché Piccole donne

Speaker 2: è stato uno dei

Speaker 0: miei libri preferiti al fatto che lei non scrive come gesto poetico ma per risolvere problemi, cosa che io capisco e condivido perché anche io ho sempre scritto come terapia personale o per aiutare qualcuno, me stessa in primis o comunque I genitori per esempio con I miei corsi. E poi ovviamente quando parlava dell'educazione come uno degli atti politici più importanti per creare un mondo nuovo, beh io ero mentalmente in piedi sulla sedia a farle una standing ovation. La cosa che mi è piaciuta di più è che mi dà tantissima speranza per il futuro e che anche se parlavamo di scrivere libri per bambini, del processo di scegliere le parole, anche se parlavamo di letteratura in realtà parlavamo di educazione, di evoluzione personale. Questo per me è emozionante e per questo ho aspettative altissime per Undercuts e per il lavoro che Francesca e il suo team faranno negli anni a venire. Tra l'altro ci tengo a raccontarvi che dopo questa chiacchierata con Francesca

Speaker 2: mi sono decisa a leggere con I bambini Elfi al quinto

Speaker 0: piano che avevo e decisa a leggere con I bambini Elfi al quinto piano, che avevo evitato finora perché conoscete il mio punto di vista sull'esporre I bambini alla fantasia, ma ho deciso di leggerlo perché prima di tutto questa è una storia basata sulla storia di Babbo Natale che I miei figli conoscono e che sanno non essere vera, sanno essere una storia inventata. Se avete ascoltato il mio episodio sul Natale saprete come viviamo noi il Natale e poi perché comunque I miei bimbi mi sembravano pronti ad accogliere questo tipo di fantasia e devo dire che l'abbiamo adorato. Oliver in particolare lo chiedeva ogni sera prima di andare a dormire che leggevamo uno o due capitoli, quindi io sono stata felicissima di sapere che ci sarà una continuazione. Insomma posso dire con assoluta certezza che oggi Francesca Cavallo è una delle mie autrici preferite di libri per bambini e davvero non vedo l'ora di vedere che cosa abbia in cantiere. E con questo vi saluto, vi do appuntamento alla prossima settimana con un altro episodio di Educare con Calma.

Ovviamente mi trovate anche su w w w punto lateradicarlotta punto com e su instagram e facebook come lateradicarlotta blog e non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!