Preferiti dei bambini

Speaker 0: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con Calma. Oggi ho deciso di parlare di un tema di cui ho già scritto sul blog, parlo spesso su Instagram, rispondo a un sacco di domande nelle dirette di Instagram che sono I due anni. Quando dico due anni intendo l'età compresa tra I diciotto mesi e I tre anni, tre anni e mezzo, che alcuni definiscono la fase dell'autoaffermazione. Ora, ovviamente le età sono indicative, I bambini sono tutti diversi e ogni famiglia individuo la sua storia personale, quindi detto questo tutto quello che ascolterete in questo episodio è molto superficiale, molto generale, ma se volete approfondire, se vi piace questo episodio e avete voglia e interesse di saperne di più di questa età, in generale di questi strumenti di cui vi parlo, di questi pensieri, vi invito tantissimo ad andare a vedere il mio corso online educare a lungo termine, Dovete sapere che la maggior parte delle domande che ricevo nei privati di Instagram, che ricevo via mail o che mi fanno durante le dirette su Instagram, la maggior parte di queste domande trovano una risposta nel mio corso online Educare a lungo termine. Lì veramente trovate tantissimo su tutto quello che riguarda la fase tra zero e sei anni, su come riuscire a mantenere la calma con I propri figli, come riuscire a infondere calma nei nostri figli, come riuscire a gestire le crisi in maniera da evitare le classiche strategie dell'educazione tradizionale che sono le minacce, I castighi, le punizioni, ma anche quelli che teoricamente pensiamo essere positivi come I premi per esempio, gli elogi o tutte quelle situazioni che in realtà vanno ad intaccare invece che a promuovere l'autostima dei nostri bambini.

Ora, perché ho deciso di parlare di nuovo dei due anni? Nei due anni ne parlo tantissimo: ne ho parlato sul mio blog oltre che sui miei corsi, ne ho parlato nei post di instagram, ne parlo spesso nelle dirette o nelle interviste, ma credo che non sia mai abbastanza prima di tutto e secondo penso che tutti impariamo in maniera diversa, quindi vorrei parlarne anche sul podcast perché lo trovo uno strumento veramente molto diretto è un episodio che potete prendere, potete riascoltare, potete tornare indietro, riascoltare anche solo una frase eccetera eccetera. Quindi spero che questo episodio vi sia utile. Allora prima di tutto devo fare un'ammissione: spesso e volentieri quando ricevo delle domande durante le live, oppure dei messaggi privati su instagram o delle mail in cui un genitore mi spiega una situazione ma si dimentica di mettere l'età, per esempio magari mi scrive mio figlio piange per nulla oppure mia figlia grida se le dico di no oppure I miei bimbi rovinano I giochi degli altri, tirano I capelli ai bambini, sono diventati improvvisamente aggressivi oppure ancora non accettano nulla di ciò che gli propongo. Generalmente a queste lamentele e alle loro domande io rispondo con un'altra domanda: due anni?

E questo perché spesso e volentieri quando leggo questi messaggi per me è chiarissimo che il bambino è nella fase dell'autoaffermazione, che il bambino tra I diciotto mesi e I tre anni. Indicativamente, sempre prendete tutte le età con le pinze. Ma perché lo so? Perché avere due anni è come se qualcuno ti prendesse e ti mettesse in una centrifuga a massima velocità. Questo è il livello di confusione di un bambino o di una bambina di due anni.

E questa età è davvero quando tuo figlio o tua figlia bisogno di te infinite volte più del normale. Perché dobbiamo ricordarci che quando I nostri figli fanno più fatica e quando hanno più bisogno di noi purtroppo ovviamente non c'è una bacchetta magica per le crisi, per le difficoltà dei due anni, ma sì che ci sono alcune cose che possiamo tenere a mente, alcuni trucchi che possiamo provare, senza aspettarci risultati miracolosi ovviamente, perché I risultati miracolosi non esistono e spesso sono le nostre stesse aspettative che poi non li fanno funzionare, perché magari ci aspettiamo un risultato, non succede subito e allora gettiamo la spugna, mentre invece educare a lungo termine significa proprio avere quella pazienza e quella capacità di resistere e continuare a provare nonostante le avversità. E quindi mi piacerebbe parlarvi di alcuni pensieri che secondo me dobbiamo tenere a mente quando pensiamo a questa età dei due anni. Prima di tutto, quando pensiamo che nostra figlia o nostro figlio ci stia facendo fare fatica dobbiamo ricordarci che loro ne stanno facendo molta molta molta molta più di noi. La migliore strategia è provare in tutti I modi a mantenere la calma, perché la nostra calma è la loro calma quando noi ci agitiamo loro si agitano il doppio e quando loro si agitano il doppio noi ci agitiamo il triplo e così via è un circolo vizioso che non porta da nessuna parte, quindi la cosa migliore che possiamo fare è cercare in tutti I modi di mantenere la calma e cercare di trovare quello che per noi funziona, che quello che funziona per me è diverso da quello che può funzionare per voi per mantenere la calma.

Poi dobbiamo ricordarci che questa è l'età in cui I bambini hanno bisogno di praticare al massimo la volontà e l'indipendenza, quindi è ovvio che se noi continuiamo a dire tutti I nostri NO a un bambino che vuole praticare la sua volontà e vuole praticare l'indipendenza entriamo in una lotta di potere, ma prevenire la lotta di potere è possibile, spesso si tratta veramente solo di cercare di mettere da parte il nostro ego, perché la maggior parte delle lotte di potere nascono proprio perché noi adulti non sappiamo, non siamo capaci a mettere da parte il nostro ego. Per esempio diciamo lì non puoi salire e allora pensiamo che visto che ormai lo abbiamo detto dobbiamo mantenerlo. E invece questo è sbagliato! Non solo non è onesto intellettualmente perché poi magari invece ci pensiamo diciamo ma effettivamente perché non ho lasciato salire potevo aiutarlo e voilà avremmo risolto. Invece per questa mia testardaggine di voler mantenere e non voler mettere da parte il mio ego sono entrato in questa gigantesca lotta di potere che avremmo potuto evitare.

Inoltre quando non sappiamo mettere da parte il nostro ego stiamo trasmettendo un modello malsano, perché educare a lungo termine significa prima di tutto imparare a mettersi in dubbio. Un paio di trucchi proprio molto velocemente, per cercare di mettere da parte il nostro ego e per prevenire la lotta di potere sono questi: uno) dire meno no, perché vi assicuro che la maggior parte dei no che diciamo ai nostri figli non sono necessarie, e quindi prima di dire di no sarebbe veramente importante chiedersi sempre se questo no che sto per dire è davvero davvero davvero necessario. E poi un'altra cosa che funziona veramente benissimo è dare due opzioni. Ricordiamoci che in questa fase I bambini hanno bisogno di una lotta di potere, è inevitabile, ma se noi diamo loro due opzioni, magari non è proprio quello che vogliono fare, ma è simile a quello che vogliono fare, sono due opzioni che vanno bene a noi e che magari potremmo riuscire a convincerli a sceglierne una, già solo quello aiuta tantissimo a prevenire la lotta di potere. Per esempio se mia figlia vuole andare in bici senza il casco, io ho genitore di esempio se mia figlia vuole andare in bici senza il casco, io genitore, adulto, capitano della barca, che non posso dire di sì in questo caso, non posso accettare la sua richiesta, le spiego che può andare in bici con il casco oppure possiamo entrare in casa a scegliere un'altra attività.

Magari non le va bene subito, ma se riuscite a rimanere calmi e riuscite a continuare a offrirle quelle due opzioni con coerenza, con costanza, con calma, con comprensione, perché lei non sta facendo nulla di male, sta semplicemente cercando di praticare la sua volontà. Più riusciamo a rimanere calmi e più riusciamo a rimanere coerenti e costanti e meglio riusciremo ad evitare la lotta di potere e a renderla una esperienza, una comunicazione non scomoda. E vi ricordo che dire meno no e dare due opzioni non significa viziare significa educare a lungo termine, significa dare ai bambini l'opportunità di praticare la volontà e l'indipendenza, perché noi adulti sappiamo che quello è esattamente ciò di cui hanno bisogno in questa fase del loro sviluppo. E quando conosciamo le fasi di sviluppo, quando conosciamo lo sviluppo dei bambini, quando capiamo I bambini e sappiamo osservarli, allora perché non dare loro quello di cui hanno bisogno? E sento già tante testoline che stanno pensando vabbè ma quando allora fanno I capricci e allora quando si impuntano su delle cose che proprio non hanno senso Ecco quelli sono I momenti in cui hanno più bisogno di noi, quelli sono I momenti in cui hanno più bisogno della nostra comprensione, quelli sono I momenti in cui possiamo dimostrare loro un esempio sano, un modello sano di gestione dei conflitti, di comunicazione rispettosa, quelli sono I momenti in cui possiamo far vedere quello che stiamo imparando su questo podcast, su altri blog, con I miei corsi, con altri corsi.

I momenti di fatica sono I momenti in cui possiamo davvero far vedere quello che abbiamo imparato, e così facendo possiamo aiutare I nostri bambini a soddisfare I loro bisogni. Perché poi in realtà quando I genitori mi scrivono, mi scrivono di istituzioni che succedono non una volta, ma ripetute volte. Quindi se io so già come mia figlia reagirà a un determinato NO, come mia figlia reagirà a una mia frase, perché continuo ad usare quella frase? Perché continuo ad usare quel NO? Perché non provo invece un'alternativa?

E perché quando provo l'alternativa non insisto con quella alternativa? I risultati non avvengono dall'oggi al domani, non è che adesso provi un'alternativa oggi e funziona magari sì, ma generalmente c'è bisogno di più tempo, perché è un processo, stiamo educando a lungo termine, lo dico sempre: I frutti magari non li raccogliamo nemmeno noi, li raccoglieranno I nostri figli da grandi. Quindi, per esempio, se sai che tua figlia rompe I giocattoli degli altri, che picchia I bambini, che tira I capelli, perché in questa fase prima di tutto è tutto normale. Non sentirti scomoda, non pensare che tua figlia sia anormale, anche se I bambini intorno a te non lo fanno, sappi che la maggior parte dei bambini questo tipo di comportamento a questa età, ed è normale anche se I bambini intorno a te, I cinque-sei bambini intorno a te al parco giochi non lo fanno. Prima di tutto non significa che non lo facciano mai, spesso e volentieri I genitori non hanno voglia di mettersi a raccontare le loro difficoltà e quindi pensiamo sempre che gli altri genitori non abbiano le stesse difficoltà che abbiamo noi mentre invece non è così.

E secondo sai già che tua figlia è in questa fase, quindi aiutala per un po' di tempo per esempio a non perderla di vista al parco giochi e rimani vicino a lei quando gioca per insegnarle con gentilezza e con pazienza come trattare gli altri e I loro giochi e farlo proprio con il tuo esempio. E' normale che se io, mamma, per esempio, vado al parco giochi con un altro gruppo di bambini e di mamme e mi siedo sulla panchina a parlare con le altre mamme pur sapendo che mia figlia è in questa fase di difficoltà, sto facendo un disservizio a lei e a me stessa, quindi credo che sia importante essere onesti con se stessi. Oppure se sai che tua figlia urla quando le dici no perché continuiamo a dire no proviamo prima di tutto ad evitare il no, perché vi ricordo che la maggior parte dei no che diciamo ai nostri figli sono veramente veramente non necessari, e proprio perché la maggior parte dei no non sono necessari spesso possiamo trasformarli in un SI. Per esempio invece di dire non salire lì quando nostra figlia si sta arrampicando sul mobile cerchiamo di capire prima di tutto che cosa vuole prendere, facciamo una pausa ed evitiamo di dire istintivamente quel non salire e poi magari aiutiamola a salire in sicurezza per vedere che cosa vuole prendere, in modo da assecondare questo suo desiderio di indipendenza, di scoperta.

E poi se vediamo che magari c'era qualcosa sul mobile che che la interessava ed era per quello che stava salendo e stava scalando il mobile, magari lo togliamo, magari glielo facciamo vedere e se è un qualcosa che può prendere possiamo metterlo da un'altra parte oppure per un certo periodo di tempo lo mettiamo via perché in questo modo le facciamo poi notare che in realtà non c'è nulla di interessante sul mobile. Se invece scala il mobile perché vuole scalare perché questo bisogno fisiologico di scalare magari troviamo una soluzione per darle la possibilità di scalare in sicurezza. Noi per esempio in sala con Oliver e con Emily avevamo messo una spalliera di quelle da palestra proprio in legno in salone e loro la usavano tantissimo e questo soddisfaceva il loro bisogno di scalare in quella fase. Spesso credo che siamo sempre pronti a criticare I bambini, siamo sempre pronti a trovare qualcosa che non va, siamo sempre pronti a dire quello che stanno facendo male e invece di quello che stanno facendo bene o anche solo invece di dare loro comprensione ed empatia, e questo credo che crei tantissime lotte di potere. Questo arriva da una sensazione di gerarchia che c'è tra genitore e figlio che io consiglio sempre di rimuovere se vogliamo educare I nostri figli a lungo termine.

Per ultimo mi piacerebbe spendere un paio di parole per quella tipica frase che sento dire da tanti genitori Mia figlia piange per nulla è un po' di tempo che piange per qualsiasi cosa prima era sempre felice adesso da un momento all'altro piange e non capiamo il perché. Prima di tutto voglio dirvi che I bambini non piangono mai per nulla c'è sempre una ragione dietro ai loro comportamenti, quindi è importantissimo imparare ad osservarli e quando non capiamo la ragione del loro pianto a maggior ragione dobbiamo mostrare ancora più comprensione, ancora più empatia, magari offrire un abbraccio, se non lo vuole semplicemente dire che ci siamo per quando avranno voglia. Io lo so che è difficile, lo so che non sempre è così, lo so che questa è una situazione ideale, ma certo io parlo spesso di situazioni ideali, di comportamenti ideali, perché quelli sono I comportamenti che vorrei arrivare ad avere anch'io, ma anche io spesso e volentieri non riesco ad avere questi comportamenti, ma credo che conoscere la teoria e che sapere qual è il comportamento migliore in queste situazioni aiuta veramente tantissimo a fare mente locale, a farsi delle note mentali, a capire dove abbiamo sbagliato e magari riprovarci la volta dopo, e magari la volta dopo, e magari quella dopo ancora, e magari quella dopo ancora, e prima o poi magari ce la faremo.

E per ultimo vorrei dire una cosa che credo che sia importantissima: in tutto questo episodio ho parlato molto della volontà dei bambini, ma ho parlato pochissimo della volontà degli adulti. Questo non significa che la volontà degli adulti non conti. Tu, adulto, conti. La tua volontà conta. Dobbiamo riuscire a capire come adulti, come genitori, come individui che cosa siamo disposti ad offrire, e poi essere coerenti.

Io per esempio non sono disposta ad offrire un gelato ai miei figli quello è un NO fermo ma gentile nonostante I pianti li capisco uso comprensione non sto a dire ecco piangete sempre tutte le volte che vi dico no avete mangiato il gelato l'altro giorno ma è possibile che non abbiate limiti ecco lascio da parte tutte queste parole inutili e invece mi concentro sul momento presente è una delusione certo che è una delusione, loro vogliono un gelato e non possono averlo anch'io sarei delusa se volessi un gelato e qualcuno mi dicesse che non posso averlo, è una delusione e loro esprimono la loro delusione così con I pianti, con le grida, magari con le manate, perché non sanno ancora gestire le loro emozioni anzi questa è una bellissima opportunità per insegnare loro a gestire le loro emozioni attraverso il mio esempio, facendo vedere loro come io gestisco le mie emozioni quando loro perdono la calma, facendo vedere che io non perdo la calma, perché ricordiamoci che la nostra calma è la loro calma. Ora, tornando al gelato, se io genitore non so ancora se voglio offrire un gelato o se non lo voglio offrire, invece di dire subito no alla domanda posso avere un gelato prendiamo tempo e capiamo che cosa siamo disposti ad offrire prima di comunicarlo ai nostri figli in questo modo la nostra risposta risposta di default non è sempre no, cosa che noto che spesso invece per molti genitori la risposta di default è sempre no, non importa cosa si chiedano I bambini, e io lo capisco bene se quella è la risposta di default, perché è anche la mia, perché io sono stata educata così mia madre ricordo che la maggior parte delle mie richieste per lei erano sempre no posso andare a mangiare la pizza con le mie amiche no posso andare qui no posso usare il trucco no no no no io sono stata cresciuta così quindi tendo ad educare così e devo fare uno sforzo immane per fare una pausa e invece di dire subito no prendere tempo e pensare a che cosa sono disposta ad offrire pensare a due soluzioni, a due opzioni alternative, al no e spiegare loro le motivazioni, essere comprensivi, capire che per loro è una delusione.

Ovviamente tutto questo non accade come per magia, sono anni che ci lavoriamo e credo che sia importante continuare a ripeterlo perché spesso e volentieri I genitori pensano che invece tutti gli altri genitori riescano a fare tutto e a mettere in pratica tutto quello che ascoltano con facilità mentre quello è veramente una bugia e soprattutto è veramente raro che una strategia funzioni alla prima, perché è un processo e richiede anche tutta una serie di comportamenti, di consapevolezza di sé, di lavoro su se stessi che ovviamente va a braccetto con la strategia. E questo credo sia un po' quello che volevo raccontarvi oggi. Penso di avervi dato molti pensieri, molta informazione, spero che tornerete indietro e lo riascolterete se ne avrete bisogno, ma quello che vi ho detto per me è un po' il cuore della mentalità che vorrei trasmettervi e che credo che funzioni meglio nell'educazione dei figli. Credo che funzioni meglio nell'educazione dei figli perché io l'ho usata e vedo OGGI I risultati continuo ad usarla per vedere domani I risultati. Spesso e volentieri anch'io sono stata sopraffatta dalle emozioni, ho pensato niente di tutto questo funziona, al diavolo l'educazione alternativa, al diavolo l'educazione a lungo termine eppure ho poi deciso di continuare e di continuare e di continuare, e oggi finalmente vedo I risultati, e I risultati arrivano quando meno te li aspetti, e magari a volte non li raccogliamo nemmeno noi, come dicevo prima li raccolgono I nostri figli.

Ma in ogni caso l'educazione a lungo termine vale la pena, vale sempre la pena. Come vi ho detto all'inizio, se questo episodio vi piace c'è molto di più e molto più in dettaglio di tutto questo nel mio corso educare a lungo termine. Spero che avrete voglia di darci un'occhiata. Se ce l'avete già sappiate che potete leggerlo e rileggerlo e rileggerlo quante volte volete perché non scadenza rimarrà sempre con voi. Non mi rimane che salutarvi vi ricordo che mi trovate anche sul mio blog w w w punto la teladicarlotta punto com e anche su instagram e facebook come la teladicarlotta blog.

Spero di vedervi lì in uno di questi canali, spero che mi vogliate lasciare un messaggio a questo episodio sulla pagina del blog e vi do appuntamento alla prossima settimana con un altro episodio di Educare con calma. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!