Preferiti dei bambini

Speaker 0: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma oggi ho come ospite Francesca Dean di Healthy Besi life e parleremo di fame emotiva che non tutti sanno che cos'è ma sia io che lei ne abbiamo parecchia esperienza e parleremo di come a volte l'educazione che abbiamo ricevuto possa avere indovinate un pochino un effetto su questa fame emotiva, magari anche un po' un effetto a cascata. Io ho conosciuto Francesca perché ho fatto un suo programma detox che ho adorato perché non è affatto il detox del non mangiare, muore di fame per settimane anzi e da allora non ci siamo più lasciate siamo amiche anche al di fuori di Instagram che credo sia molto bella, è la parte bella dei social e però basta adesso lascio che si presenti lei e le do il benvenuto e vi lascio all'ascolto. Ciao Francesca come stai?

Speaker 1: Ciao Carlotta benissimo sono super esite di essere sul tuo podcast che ascoltavo anche prima di conoscerti personalmente

Speaker 0: quindi Vai! Che bello! Grazie grazie per aver accettato il mio invito e sono anch'io super emozionata non so perché forse perché è un tema che insomma tocca un po' dei tasti dolenti quindi potrebbe.

Speaker 1: Assolutamente! Non è semplicissimo da trattare sicuramente!

Speaker 0: Esatto esatto! Senti proprio velocemente presentati tu perché così almeno che credo sia la parte più difficile di ogni podcast presentarsi. Però dai

Speaker 1: giuro che io devo farmi la scaletta perché ogni volta mi vien a dire una cosa diversa.

Speaker 0: E' vero! La parte più difficile questa domanda chi sei? Vai!

Speaker 1: Ci sono. Io sono un coach e sono founder di Healthy BesiLife come tu hai detto che è una piattaforma per il benessere e la crescita personale e accompagno donne in un percorso che le aiuti a prendere innanzitutto consapevolezza di sé e quindi conoscersi, comprendere quelli che sono I loro bisogni ma anche I loro desideri ed obiettivi e in questa attraverso percorsi di coaching e corsi li fornisco gli strumenti che vanno dalla nutrizione alla produttività al mindset tantissimo mindset abitudini che si basano un po' su un approccio multidisciplinare che parte dalle neuroscienze, psicologia comportamentale, coaching, eccetera così che possono costruire una vita in cui possano essere innanzitutto autenticamente loro stesse ma che supporti costruire una quotidianità che supporti la crescita e l'evoluzione che loro sperano nella loro vita.

Speaker 0: Wow hai detto poco, hai detto poco però hai detto delle cose secondo me veramente molto importanti perché io non ho mai creduto nelle diete a sé, a sé stanti ho amiche d'infanzia che fanno diete da tutta la vita però per me la dieta non può esistere senza tutto il mindset, senza quello che fai tu per queste donne e credo che sia veramente importantissimo il lavoro che fai poi vabbè lo fai egregiamente senti entriamo proprio nel vivo della conversazione sulla fame emotiva non so se tutti sanno che cosa sia la fame emotiva io so che tu hai un episodio del podcast in cui ne parli però magari anche se lo metterò poi nelle note dell'episodio magari se iniziamo proprio dal capire che cos'è la fame emotiva facilitiamo anche poi la comprensione della conversazione.

Speaker 1: Assolutamente. Molto semplicemente la fame emotiva rappresenta tutte quelle situazioni in cui noi ci approcciamo il cibo per motivazioni motivi diversi da fame fisiologica, da fame fisica. Quindi se non è il nostro corpo che dice che abbiamo fame ma perché siamo annoiate, perché siamo stressate, perché siamo stanche, quindi abbiamo bisogno di energia o anche abbiamo magari delle situazioni che ci generano una reazione emotiva che non riusciamo a gestire diversamente quindi il cibo ci viene in soccorso tra virgolette perché ci viene in soccorso nel brevissimo termine proprio in quei trenta minuti se non meno ma ci viene in soccorso e lo utilizziamo come metodo compensativo. Quindi la fame emotiva appunto delinea delinea questa tendenza che è così comune specialmente tra le donne quindi mh io penso che a molte sicuramente più del cinquanta percento delle donne hanno vissuto almeno una volta nella loro vita una una situazione del genere ma io penso che il numero stia anche molto più alto e questo lo dico perché non dobbiamo sentirci sole o sbagliate se se è così. Il problema della fame emotiva è che c'è ancora molto stigma e molta vergogna nel parlarne nel condividerlo perché viene visto come una debolezza mentre si potrebbe se capiamo se capiamo veramente come funzioniamo anche da un punto di vista fisiologico e psicologico comprendiamo che invece è una cosa molto naturale poi che non vogliamo conviverci vogliamo sconfiggerla assolutamente ci sono strumenti per farlo però intanto partiamo dal presupposto che capita, succede ed è assolutamente naturale e se posso aggiungere una cosa per chiudere

Speaker 0: vuoi aggiungi tutto quello che vuoi

Speaker 1: e che il problema della fame emotiva è che molto spesso continuiamo a trascinarcela dietro perché andiamo a risolvere il problema sbagliato cioè ogni volta che abbiamo fame emotiva andiamo ad agire sul cibo che è una sorta di praticamente la punta dell'iceberg e ci rifiutiamo perché sotto sotto ne siamo consapevoli di andare a vedere la montagna che sta sommersa sotto il mare e andare a gestire tutto quello che io chiamo io ho anche un corso di che si chiama proprio emotional lighting scopri I tuoi appetiti nascosti andare a scoprire quelle che sono gli appetiti nascosti, cioè che cosa veramente mi porta a mangiare in questo modo? Perché soltanto nel momento in cui noi abbiamo acquisiamo quella consapevolezza possiamo andare veramente a risolvere il problema eliminare finalmente questa questa condizione che un impatto sulla nostra quotidianità a trecentosessanta gradi, ci rende meno produttive, ci rende ci fa perdere autostima ci rende meno insicuri anche nelle nostre relazioni, cioè un impatto che veramente pervasivo. Il cibo un impatto pervasivo in generale specialmente quando c'è questa componente emotiva collegata.

Speaker 0: Esattamente e poi ci tengo anche a dire che anche quando la sai la teoria non so se è anche la tua esperienza però anche quando la teoria ci sono dei momenti in cui semplicemente davvero non riesci a controllarti e non riesci a è come se un po' la dimenticassi tutta tipo non so se dai diciamolo, l'altro giorno ero via da sola e a un certo punto scrivo Francesca e le dico Francesca senti sono le nove e mezza di sera io a quest'ora di solito non mangio mai ho voglia di una pizza secondo te è fame emotiva o è fame fisica? Perché sai perché secondo me è bellissimo il percorso che tu hai perché è veramente una community ovvero una sorta di rete di supporto perché io la teoria la so so I miei equilibri, so I miei meccanismi, so da dove arriva della mia infanzia ho davvero una conoscenza estesa però poi arrivo a un certo punto che metto in discussione tutto perché comunque quando si tratta di emozioni diventa difficile a volte gestirle o sempre. Diventa difficile a volte gestirle o sempre, anche quando si fa un lavoro importante ci vogliono ci vuole veramente tanto tempo e tanta consapevolezza di sé ed è per questo che deve essere a trecentosessanta gradi l'evoluzione con il cibo.

Capita anche a te, ho questa curiosità, capita anche a te.

Speaker 1: Sì allora non racconta un po' il mio passato per comprendere quanto per me pure sia rilevanti come per Carlotta questo topic perché io da quando ero bambina io mi ricordo il mio primo episodio di abboffata ce l'ho avuto che avrò avuto probabilmente otto anni, mi ricordo esattamente era un compleanno e mi ricordo perché sono stata male, cioè ho vomitato ma non perché proprio mi sono sentita male da quanto avevo mangiato, però lì non poi non ci ho pensato finché in età adulta che quello era effettivamente l'incipit di quello che poi è stato il mio rapporto con il cibo negli anni a seguire. In adolescenza avevo questa esigenza di controllare il cibo e da mangiare poco a mangiare tantissimo però finché ero a casa avevo il controllo sociale dei miei genitori quindi tutto sommato mangiavo andata all'università scalata l'ennesima potenza perché ovviamente ero sola potevo come mi pareva, nessuno mi mi vedeva se non mangiavo se mangiavo eccetera e quindi veramente il restrizione binge eating è diventata una cosa molto molto pesante della mia vita. Adesso sicuramente la fame da stress c'è perché come abbiamo detto è un meccanismo naturale, la utilizzo molto di meno per gestire le emozioni però come era in passato, invece adesso mi rendo conto che quando mangio in maniera nervosa, quindi ho fame nervosa, e perché sono sono stressata e quindi lo riconosco, mi accolgo con autocompassione, cerco di rallentare e in qualche modo cerco di fare una scelta intenzionale giusta.

La cosa importante però è che non mi trascino più I sensi di colpa che una volta bevo e quella cosa di dire questa sera ho fatto così ho fallito domani mangio zero per compensare e poi insomma quel quel senso di di di quella poca autostima che che era rimasta perché ogni volta che questo succedeva mi sentivo veramente un fallimento. Questo non c'è più e non ci sono nemmeno episodi di abbuffate e semplicemente sì a volte mi va il cioccolatino perché ho una settimana impegnativa al lavoro e ho bisogno di un pick me up come si dice qua no? Ho qualcosa che mi tiri su un attimo e quello lo accolgo perché cibo è anche questo nell'equilibrio nel rapporto equilibrato con il cibo non è devo sempre fare la cosa giusta non mangiamo mai perfettamente e faccio la la cosa che scelgo di fare purché io la scelga e non sia un istinto impulsivo che mi porta a nascondere altre cose. Io dico sempre sono stressata sì lo so e so esattamente perché mi sono messa e Carlotta lo sa perché sono in questa settimana proprio adesso mi sono messa una scadenza impossibile al lavoro e me la son messa da sola automessa, non sapevo che era una scadenza impossibile però è successo quindi mi ritrovo un pochino più stressata.

E' normale che a volte veramente mi capita anche di dimenticarmi di mangiare in queste situazioni che una volta non sarebbe mai successo però ho più voglia sicuramente di cibi meno salutari perché ho bisogno appunto sì di quel pick me up.

Speaker 0: Credo che queste siano conversazioni importanti che secondo me pochi hanno perché non c'è più questa no, anzi questo mi collega alla domanda dopo, non è che non c'è più questa questa no anzi questo mi collega alla domanda dopo non è che non c'è più magari non c'è mai stata questa consapevolezza di se stesso di ascoltare il nostro corpo di chiedersi ho fame davvero o da dove arriva questa fame ho appena mangiato mezz'ora fa perché ho di nuovo fame e queste secondo me sono tutte domande importanti e sono conversazioni importanti e qui arriva la mia prossima domanda che entra un po più nell'educazione perché io ho questa teoria che la fame emotiva ci arrivi in parte dal tipo di educazione alimentare e non che abbiamo ricevuto tipo essere forzati a finire il piatto invece che ascoltare il nostro corpo e quindi volevo chiedere a te che cosa ne pensi di questo e se ci puoi anche fare altri esempi di educazione o di situazioni di equilibri che magari potrebbero portare a essere maggioritori emotivi?

Speaker 1: Allora bellissima domanda, sì purtroppo noi genitori anche io per chi non mi conosce ho due bambini quindi abbiamo questo grandissima responsabilità e per me questo specialmente relativamente al cibo essendo un health coach è una cosa e avendo un mio trascorso da mangiatrice emotiva è sicuramente qualcosa su cui ho riflettuto tantissimo e non faccio sempre la cosa giusta perché alcuni meccanismi ce li abbiamo intrinsechi e radicati però capisco anche quando non lo faccio e provo a correggermi nella maggior parte ricade adesso riesco riesco a correggermi. Ci sono sicuramente delle dinamiche come quella che hai scritto tu obbligare un bambino a finire tutto il piatto o obbligarlo a mangiare una cosa piuttosto che un'altra perché noi pensiamo che sia la cosa giusta per loro quando invece magari il loro senso di appetito in quel momento gli dice un'altra cosa. I bambini nascono come I mangiatori intuitivi. Cioè cosa significa? Quando nascono, sia che al latte sia che insomma chi non latte è da latte artificiale, chi ti piangono e richiedono cibo quando hanno fame, quando sono soddisfatti il cibo non lo cercano.

Poi crescendo cominciano a essere in qualche modo esposti a dinamiche comportamentali differenti anche guardando I genitori o cose che vengono dette relativamente al cibo che gli inculcano una certa credenza relativamente al cibo. Questa qua che bisogna necessariamente pulire il piatto sicuramente è una di queste. Se invece io adesso I miei bambini dico mangia quello che vuoi, mangia quello che ti va quando sei sazio fermati e ascolto anche le loro richieste in termini di che cosa vogliono mangiare. A volte mi chiedono che ne so un biscotto di vabbè io faccio I miei senza zucchero latticini, son tu super salutari però comunque magari me lo chiedono proprio prima di cena mentre io sto cucinando. Mia madre mi avrebbe mi avrebbe detto assolutamente no, adesso è ora di cena mangi.

E all'inizio facevo anch'io così poi mi son resa conto che in realtà era uno un mistificare il cibo e creare una regola che perché deve esserci perché non posso mangiarmi un biscotto che pure sano in questo caso prima di cena se quello che mi va oppure una banana quando io sto già mettendo le verdure sulla sulla tavola quindi lasciarli un po' più di libertà da questo punto di vista nella scelta certo bisogna mettere dei limiti se mio figlio mi chiede cinque banane o di fila gli dico qua gli dico guarda forse non è la scelta migliore. Alla seconda banana ti dico ti dico possiamo esplorare altre cose no? Non gli spiego anche perché potrebbe non fargli bene mangiare cinque banane di fila. Quindi lasciargli un pochino più di autonomia nella scelta e permettergli di fidarsi del loro corpo. Se noi se lui ci dice una cosa e noi diciamo no quello non è vero.

No tu hai fame devi finire di lì mangiare il piatto. No tu devi voler mangiare questo. Loro come non non possono fidarsi del loro corpo e quindi fondamentalmente smetteranno di ascoltarlo e questo è quello che il novantanove percento degli adulti fa non è in grado di ascoltare il proprio corpo. Io le le mie clienti che che fanno che fanno I miei percorsi alimentari, motion eating o il Seven di reboot una fatica pazzesca ad estinguere fame fisica da fame non emotiva. Cioè non non sappiamo nemmeno quando è il nostro corpo che ci dice no effettivamente oppure no ho voglia di qualcos'altro.

Quindi quello è importantissimo. Ci sono anche altre dinamiche. Per esempio il fatto che il cibo venga utilizzato come una ricompensa, per cui ho fatto qualcosa, sei stato bravo, vogliamo celebrare un'emozione positiva e ti do il cibo, quindi colleghiamo il cibo a quell'emozione benché positiva.

Speaker 0: E spesso ti do il dolce andiamo a prendere un gelato che quella è stata una cosa che io ho dovuto disimparare di me perché io avevo questa idea del gelato del dolce come ricompensa Spesso e volentieri mi ritrovavo anche magari a metterlo alla fine di una passeggiata quindi la passeggiata non era più l'esperienza, l'esperienza era andiamo a prendere il gelato.

Speaker 1: Sì esatto, cioè il premio. Tu il messaggio che dai è tu fatichi facendo la camminata e io ti voglio ricompensare con quello perché sei stata brava perché hai fatto un buon lavoro

Speaker 0: eccetera. Esatto.

Speaker 1: Invece non significa che il cibo che che il gelato non non possa non si possa mangiare e non si possa utilizzare come un momento bello però deve essere allora il cibo l'esperienza. Io coi miei figli faccio oggi pomeriggio usciamo e andiamo a prendere il gelato. Quella è l'esperienza. Esatto. Non è il premio a qualcosa che loro hanno fatto ma è un'esperienza piacevole perché il cibo di nuovo dobbiamo, per evitare di diventare mangiatori emotivi, dobbiamo viverlo come qualcosa di piacevole e quindi possiamo creare delle esperienze intorno a quello ma che siano fini a se stesse, cioè che non siano la ricompensa.

Speaker 0: Esatto, e a volte magari anche uscire è proprio smettere di associare la cosa bella al dolce necessariamente magari possiamo andare a prendere un mousse con carote per esempio Assolutamente Andiamo Perché io questa cosa ce l'ho molto imprinting, cioè un imprinting nel mio cervello, io collego il dolce a una cosa bella e quindi per fare felici I miei figli nella mia mente io li devo portare a mangiare il gelato.

Speaker 1: E la cosa dell'esperienza, no questo aggiungo perché è vero, cioè non è che deve essere necessariamente gelato io vedo I miei figli che se io li approccio con entusiasmo gli dico voi adesso usciamo voi noi due babbo mamma andiamo ci facciamo il bel tempo e andiamo al supermercato e vediamo andiamo a prendere qualcosa e facciamo uno snack A loro non interessa che cosa prendiamo poi. Cioè loro sono entusiasti e contenti perché io li sto regalando un momento insieme, un momento in cui siamo presenti e siamo entusiasti di stare insieme e il cibo a maggior ragione se sano ancora meglio perché colleghiamo così un'alimentazione sana a un'esperienza positiva qualcosa che loro cominceranno ad accogliere di più. Seconda dinamica che è un pochino più pericolosa secondo me è quando offriamo il il cibo come coccola in momenti di emozioni negative. Mio figlio piange è in crisi e dico dai che la mamma ti porta un biscotto. Dai che la mamma ti dà ti dà che dai che poi mangiamo il gelato.

Perché lì questo per lo meno nella mia esperienza è stata la cosa più la cosa che che mi più impattato cioè per me il cibo era emozione negative cioè nel momento in cui io non stavo bene con me stessa qualcosa mi era successo automaticamente il mio cervello collegava quella quella emozione a mi posso sollevare ma anche perché fisiologicamente ci solleviamo. Se mi mangio un nero lo chef lo zucchero dà il trigger al nostro cervello di rilasciare endorfine, dopamina che sono gli ormoni del piacere bam immediatamente mi sento bene per due minuti poi mi sento peggio di prima

Speaker 0: Esatto Però questa è anche una propaganda emotiva che ci trasmettono I film per esempio perché ci sono cioè quante volte vediamo si sono separati, lui l' lasciata, allora lei si mette sul divano a mangiarsi una quintalata di gelato. Cioè ce lo mettono forse anche nei cartoni animati ho visto cose del genere che uno dice vabbè dai però siamo oltre, passiamo

Speaker 1: oltre. Sì sì sì sono triste, mangio e mangio è vero quello è uno scenario comune che è anche la realtà però diciamo che il messaggio sicuramente va a rafforzare quella mh quella connessione quando invece noi come genitori possiamo cominciare a eliminarla oppure addirittura in alcuni casi come punizione della serie non hai fatto quello che dovevi fare adesso non ti faccio mangiare quello non puoi non puoi più mangiare pizza questo probabilmente è più raro però ci sono situazioni in cui può succedere in cui quindi il cibo al cibo viene dato fondamentalmente un valore morale o di ricelebrazione o di coccole quindi di di comfort oppure di punizione e quando diamo al cibo un valore morale il cibo comincia a controllare la nostra vita in un modo che è impattante mentre il cibo dovrebbe essere semplicemente qualcosa di neutrale bello da vivere ma neutrale nel senso che non dovremmo pensare al cibo costantemente né in positivo né in negativo ma è qualcosa che è una nostra fonte di nutrimento. La cosa che ci permette di di far vivere questo corpo che è è lo strumento con il quale facciamo tutto. Il strumento in con cui facciamo avventure, viaggiamo, andiamo al lavoro, stiamo coi nostri bambini, giochiamo, facciamo workout e quindi quello dovrebbe essere semplicemente cibo dobbiamo avere un'educazione alimentare, dobbiamo trasmetterla anche ai nostri bambini è necessario tuttavia che anche noi siamo in primis equilibrate perché se noi non abbiamo quel rapporto equilibrato con il cibo possiamo dire ai nostri figli tutto quello che vogliamo, le parole giuste ma quello che trasmettiamo coi nostri comportamenti poi è diverso e infatti questo è proprio l'ultimo punto che volevo condividere per rispondere alla tua domanda è che sicuramente se un bambino cresce in una casa in cui ci sono dinamiche di questo tipo anche se non vengono spiegate anche se non se ne parla anche se magari sono nascoste si interiorizza, cioè I bambini assorbono tutto, comprendono, comprendono certe dinamiche.

Una mamma che mangia meno a tavola e poi magari dopo cena si scofona il il mezzo chilo di gelato piuttosto che che la mamma che si mangia il pacco di biscotti anche davanti ai bambini perché magari è triste, loro sanno e lo capiscono che è triste, specialmente quando I bambini cominciano a crescere.

Speaker 0: Certo, anche solo le parole che usiamo: ho preso due chili, devo togliermi questo rotolino cioè tutta la conversazione che noi pensiamo I nostri bambini non la stanno ascoltando, sono lì che giocano al parco giochi, noi parliamo con l'altra mamma tutte queste conversazioni rimangono dentro e secondo me sono messaggi che alla fine sono subliminari proprio e quindi anche lì fare attenzione alle conversazioni e al dialogo che abbiamo al di fuori perché poi alla fine il dialogo che abbiamo dentro di noi.

Speaker 1: È vero, è vero e e lo trasmettiamo in sì con le parole, col nostro linguaggio del corpo, in I nostri comportamenti che pensiamo che non siano osservati ma invece ci siano osservati vabbè la cosa del body positivity che un po' tu hai accennato sarebbe un mondo è un mondo cioè immenso non possiamo parlarne adesso però sicuramente come parliamo del nostro corpo e un impatto importante anche se poi sulla nostra relazione con il cibo e viceversa tutti e due. Quindi sì direi che la cosa è che dobbiamo proprio cominciare da noi stessi. Quindi tenere conto che non vogliamo dare al cibo un valore morale e quindi aiutare I nostri bambini a comprendere che il cibo è il cibo e che c'è naturalezza e possiamo essere rilassati intorno al cibo e che puoi imparare a fidarti del tuo corpo, ascoltare il tuo corpo e che non ci sono regole, non bisogna mangiare sempre a quell'ora e mangiare sempre in quell'ordine, mangiare sempre no, che si può anche esplorare e e insegnare loro a scegliere. Io faccio un esempio. Qua Halloween io vivo a New York per chi per chi non lo sta negli Stati Uniti ovviamente c'è il è il carnevale è il carnevale americano con una quantità di di dolciumi che non vi potete immaginare, ma non sono I nostri dolci, sono dolci, sono quelli che si chiamano candys, che sono veramente cose che di naturale dentro non c'hanno niente.

Lascia stare alcune che si possano salvare ma veramente sono ricchi di coloranti addittivi diciamo sembrano sembrano plastica se le vedi e appunto fondamentalmente quasi lo sono. Quindi che succede Halloween? Noi andiamo a fare prendiamo tutto quello che ci danno e io e I I miei figli il più grande perché il piccolo ancora non riesce a comprendere meno ma è presente alla scena svuotiamo il il secchiello, la zucca che abbiamo portato per prendere dei dolci e scegliamo insieme. Io gli ho dato delle linee guida. Gli ho spiegato alcune cose.

Ho detto guarda se un dolce è colorato c'è un colore molto acceso significa che dei coloranti e non fa bene per il nostro corpo. Se il mh questo ingrediente lui non sta leggere ma glielo dico io significa che tipo come si dice in italiano il sciroppo di mais tra l'altro contenuto di fruttosio che è uno che viene utilizzato tantissimo qua negli Stati Uniti che che nocivo vuol dire che non ci fa bene poi se c'è una cioccolata sì c' tanto zucchero però gliela lascio tenere quindi cioè ovviamente gli dico cioè il veramente quello che non ti fa male, quello che ti fa meno bene però che se lo mangi ogni tanto non cambia niente. Quindi una volta che vi ho spiegato le le gli ho trovato questa educazione alimentare gli faccio faccio scegliere a lui e le altre le cose non le buttiamo quelle che non che so che non fanno bene perché non le regalo nemmeno agli altri perché non non voglio ledere la la salute di nessuno e questo sta aiutando perché mio figlio mi dice questa cosa sa che poi le cose hanno più zucchero o meno zucchero e quindi sa che si possono mangiare ma che non se ne possono mangiare dieci in una giornata, lo aiuto a scegliere E questo devo dire che sta funzionando.

I miei figli sono esposti, ecco un'altra cosa utile è anche esporre I ragazzi, I bambini a cibi salutari. Quindi io a casa tendo ad avere, così come nella filosofia Montessori, deve essere un gli asset environment, cioè non puoi avere un environment in cui tu devi dire no costantemente a tuo figlio, quindi crea un environment in cui lui è libero di scegliere, di prendere le cose che vuole, non li devi dire no, anche se il il biscotto prima di cena lo puoi mangiare perché so che l'ho fatto io, l'ho fatto e non è infiammatorio, l'ho fatto con ingredienti sani, non c'è lo zucchero dentro e quindi go for it, mangialo. Quindi creare un environment positivo dove loro possono scegliere quindi le cose che non possono scegliere in teoria sarebbe meglio non averle nella nostra casa

Speaker 0: esatto e quello tra l'altro per me è stato la salvezza tra virgolette per me stessa nel senso che io per sconfiggere quella che io chiamo la mia dipendenza dallo zucchero ho fatto proprio quello: ho smesso di comprare qualsiasi cosa che a casa che fosse molto zuccherata, che fosse molto artificiale e che mi avrebbe triggerato tra virgolette e quindi quello aiutato molto me ma aiutato molto anche il genitore che sono adesso. Assolutamente. I miei bambini a casa

Speaker 1: non mi chiedono cose candys o cose che.

Speaker 0: Esatto Perché

Speaker 1: sono abituati che quando sono a casa mangiano certe cose. Se siamo fuori e mi chiedono un gelato benissimo va bene cioè non fa niente però intanto nell'ambiente della casa io ho creato un ambiente sicuro in cui loro non sentono la necessità perché abbiamo sviluppato delle abitudini per cui loro mangiano certe cose e non altre dentro casa, cioè manco si interrogano, non ci sono, non ci sono mai state, non e non vuol dire che non le mangiano mai, le mangiano se vanno a un compleanno da qualcun altro, se andiamo dalla nonna in Italia, assolutamente e va bene così e non metto restrizioni a quello perché non vogliamo appunto mantenere un rapporto equilibrato però a casa e questo vale anche per noi come dici tu aiuta anche noi semplicemente creiamo un un ambiente che supporti il cambiamento o comunque le abitudini che vogliamo mantenere.

Speaker 0: Che secondo me ci diciamo catapulta nella prossima domanda perché quello che abbiamo appena detto ovvero del fatto che comunque questa cosa che vale anche per noi, vale in primis per noi genitori che creare delle abitudini sane per poi trasmetterle, mi chiedo anzi ti chiedo che cosa pensi che possano essere I primissimi passi proprio perché non è un percorso facile e io consiglierei ovviamente quello di intraprendere un percorso come il tuo, come dei corsi, avere supporto da persone che davvero possono darti un aiuto concreto e avere una community alle spalle anche, però quali possono essere I primissimi passi proprio perché c'è anche una sorta di dobbiamo arrivare alla consapevolezza di aver bisogno di questo quindi insomma c'è un qualcosa che tu potresti dire ovviamente so che è molto superficiale la domanda perché è un percorso molto grande però quali sono proprio I primi primi passi che possiamo fare in autonomia?

Speaker 1: Allora prima cosa l'hai detta tu consapevolezza cioè non siamo oneste con noi stesse se vediamo che abbiamo certe dinamiche riconosciamole. Non c'è non c'è assolutamente niente di male. Come dicevo all'inizio siamo è una cosa comune succede alla maggior parte delle donne e quindi prendiamo consapevolezza. Cerchiamo di capire perché succede e cominciamo ad indagare quelle che sono questi appetiti nascosti, cioè che cos'è che ci sta sotto così che abbiamo già una traccia, una mappa che ci dice okay forse devo lavorare su questo, sono stressata devo rivisitare il modo in cui organizzo la mia la mia settimana, la mia la mia vita oppure devo delegare di più oppure devo oppure sono una relazione che non va bene, devo lavorare su quella relazione oppure eliminarla o sono preoccupata perché il mio bambino dei problemi? Cerco aiuto a a chi da qualcuno se mi può aiutare insomma andare a comprendere quelle che sono poi le case da radice per poterci lavorare.

Poi autocompassione. Per me questa è una parola chiave in ogni mio percorso che sia di produttività, di crescita personale, questi della nutrizione sempre autocompassione siamo qui e e qualsiasi sia il nostro punto di partenza in questo momento possiamo migliorare quindi partire da quello ma finché non partichiamo autocompassione finché non crediamo che se siamo qui e ci diamo quell'abbraccio veramente no? Che è proprio è proprio comprendere che non siamo noi sbagliate ma che magari siamo in una situazione che non ci permette al momento di gestire le nostre emozioni in un certo modo, lo stress in un certo modo, oppure perché non ci abbiamo mai lavorato, però lo vogliamo fare. Quell'autocompassione ci aiuta ad acquisire fiducia in noi stessi anche nel fatto che quel cambiamento lo possiamo fare. Se non pratichiamo autocompassione cominciamo a continuiamo a bastonarci ogni volta che non mangiamo in maniera sana oppure comunque non siamo bene nel nostro corpo, non siamo bene con noi stesse, questo impatto tutta la nostra vita in in varie dimensioni, anche quelle delle relazioni non non possiamo, non abbiamo la motivazione di di no, non crediamo di potercela fare.

Quindi tantissima autocompassione. Mindfulness sicuramente ovvero rallentare quando si mangia e o mh in ogni situazione della nostra vita in generale perché finché non rallentiamo e non ci osserviamo non possiamo neanche comprendere quello che ci sta succedendo e con il cibo perché stiamo mangiando quello che stiamo mangiando perché stiamo facendo quella scelta in quel momento questo lo dico per me difficilissimo io sono una persona che va di natura ai mille chilometri orari e una cosa su cui ho lavorato da lavoro da anni lavorato tantissimo e mi veramente cambiato la prospettiva ma aiutato ad ascoltarmi cioè rallentando veramente posso ascoltarmi La difficoltà è che quel rallentare e ascoltarsi è una cosa che non è sempre necessariamente piacevole, perché vuol dire che ti devi confrontare con cose che magari nella tua vita non vanno così tanto bene, e se hai il disagio esatto se ricorso al cibo fino a questo momento è perché probabilmente non ci vuoi pensare ma se vuoi avere una strategia di lungo periodo e veramente effettivamente cominciare a vivere in maniera equilibrata e bene avere una vita piena devi passare quel disagio. E infatti il il prossimo punto che consigliavo dopo rallentare ascoltarti è quello della crescita.

Se mangiamo abbiamo un rapporto con il cibo non equilibrato è molto spesso perché non stiamo vivendo la nostra vita in maniera autentica, non stiamo facendo scelte che sono allineate a quelle che sono veramente I nostri valori, I nostri desideri dei quali probabilmente non siamo nemmeno consapevoli perché non ci siamo mai fatte le domande abbiamo una vita in cui non siamo probabilmente vivendo la vita di qualcun altro seguendo regole o cercando di soddisfare le aspettative esterne e questa frustrazione, questa anche tristezza nel mancanza di connessione la riversiamo anche nel cibo. Quindi un percorso di crescita per cui riversano anche nel cibo. Quindi un percorso di crescita è per questo che io faccio benessere e crescita personale perché non puoi sistemare veramente il rapporto con il cibo se non vai a lavorare sul sub strato e su quello che ci sta sotto e non costruisci a a sotto la vita che vuoi devi costruire la vita che vuoi io nel momento in cui ho costruito la mia vita, ho cambiato lavoro, ho cambiato fidanzato perché poi che poi è diventato mio marito, ho cambiato paese perché mi sono trasferita, sono trasferita all'estero eccetera. Non che tutti debbano fare queste transizioni.

Speaker 0: Esatto, questa

Speaker 1: parentesi. Adesso vi racconto semplicemente dieci anni di carriera più cinque anni di studio e master ecco eccetera in economie e corporate finance e consulting per fare qualcosa che vabbè spero che si senta della mia voce ma mi appassiona tantissimo e è una questione di metterci mettere in discussione la nostra vita e crescere queste crescite evoluzioni non sono rivoluzioni sono cose che si fanno giorno dopo giorno, abitudine dopo abitudine, passo dopo passo, quindi non vi spaventate di adesso vi ritrovate, mi ascoltate e dite okay devo cambiare completamente la mia vita ma non è possibile, è possibile ma non lo fai da oggi al domani magari ci vogliono cinque anni perché per me ci son voluti cinque anni e ancora ci sto lavorando tra l'altro è un percorso di una vita però è una questione di metterci nella condizione di di ascoltarci mettere in discussione gli schemi so che tu Carlotta lo fai benissimo metti assolutamente in discussione sempre gli schemi perché soltanto così puoi comprendere che cos'è quali sono veramente I miei valori I nostri valori sono le cose che ci guidano nelle nostre decisioni sono I valori miei e sono quelli che mi sono stati inculcati o quelli che penso che per la società e le persone intorno a me abbiano e quindi mi devo adeguare in qualche modo e conoscerci conoscersi e scoprirsi e una volta che sappiamo chi siamo come persone o comunque chi vogliamo far emergere perché siamo dentro ci siamo ci siamo magari strati e strati e strati di cose che dobbiamo buttare ma sotto sotto la noi stessa autentica c'è Per farlo emergere dobbiamo fare questo percorso e facendo questo percorso sistemiamo anche la nostra relazione con il cibo.

E poi l'ultimo con le persone. E con le sì ovvio con tutto tutte

Speaker 0: le relazioni perché io dalla fine facciamo lo stesso identico lavoro, nel senso che io per I identico lavoro, nel senso che io per insegnare tra virgolette o dare spunti per come crescere I bambini do spunti per come crescere se stessi quindi è tutto lì, è tutto lì!

Speaker 1: Esattamente, esattamente beh la relazione, adesso che menzionavi le relazioni facendo questo lavoro miglioriamo la relazione con noi stessa che è la relazione più importante della nostra vita perché da quella dipendono anche tutte le altre relazioni con I nostri figli come insegni tu con I nostri compagni, compagne, con con gli amici, familiari, con tutto il mondo con I nostri clienti, con con le persone con le persone che fanno parte della nostra community, col nostro mondo, quindi è fondamentale l'ultimo consiglio è cominciare a fare rifreming no? Del di quello che rappresenta il cibo quindi cominciare a vedere il cibo in maniera differente sia nella nostra appunto partendo da noi ma anche vedere come I nostri bambini si interlazionano con il cibo e creare un ambiente più positivo food positivi di non so se è una cosa che esiste però ecco la chiamo così

Speaker 0: L'hai appena creata, voilà! No, magari esiste

Speaker 1: il denaro, lo so, però sì avere una mentalità più food positive, quindi pensare al cibo in maniera positiva e non pensare che il cibo sia o qualcosa che di cui dobbiamo avere paura o qualcosa di cui ci dobbiamo ossessionare, che dobbiamo controllare o privare assolutamente. È qualcosa di naturale. Dobbiamo sapere cosa ci fa bene quando non ci fa bene ovviamente quindi un po' di educazione alimentare non guasta, ci vuole e poi sì passo dopo passo con autocompassione sbaglierete beh sbaglierete nove volte su dieci all'inizio poi comincerete sbaglierete sette volte su dieci poi sbaglierete due volte su dieci e poi alla perfezione non ci arriverete e vi auguro che non ci arrendiate perché se c'è arrivata alla perfezione nel nel mangiare significa che da qualche altra parte cioè questa idea di di dover controllare o tutto niente non è sostenibile.

Speaker 0: Esatto. No e non è sana. Io ti lascerei parlare fino a domani. Bellissimo guarda credo che tu abbia detto tutto anzi la chiuderei proprio così su questa nota e l'unica cosa che ti chiedo in più è di dirci dove possiamo trovarti e se vuoi magari raccontarci ce l'hai già raccontato un pochino il tuo percorso però ti chiederei di raccontarlo un po' di più per dare un attimo di uno strumento in più.

Speaker 1: Bene, comincio da questo poi do I miei contatti. Io ho due programmi relativamente in alimentazione uno è il sette reboot reboot che Carlotta fatto che tra l'altro proprio in questi giorni motivo per il quale avuto una settimana impegnativa mi esce una nuova edizione che è ampliata integrata anche con l'aiuto di una biologa nutrizionista perché prima era un detox alimentare dove ti praticamente insegna al tuo corpo come disintossicarti, eliminare le voglie di cibo e l'infiammazione perché? Perché quello è il presupposto per poter ascoltare il tuo corpo. Se il tuo corpo è infiammato e hai voglia di cibo I segnali che ti manda sono e quindi non ti guida. Mentre il nostro corpo è una macchina perfetta sa esattamente quello di cui abbiamo bisogno se messe nelle condizioni di farlo ci dà I segnali giusti però dobbiamo creare quell'ambiente pulito che permette di far fluire quei messaggi in maniera giusta.

Quindi fare una è importante farla periodicamente importante e quello e questo è quello è il cuore del programma. Il programma è stato esteso però adesso per fornire anche educazione alimentare per accompagnarti in una fase di post itox fino a costruire la tua specifica alimentazione di lungo periodo che tu scegliendo e ascoltando ti andrai a costruire. Una volta che sai che impatta un cibo piuttosto che un altro che sul tuo corpo a livello fisiologico, spiegato come si spiegherebbe a un bambino di sei anni, è molto molto semplice, veramente è nutrizione one a one fantastica riesce a comprendere perché certe cose vanno bene certe cose non vanno bene perché certe cose devi mangiarne magari di più o di meno però è proprio quel per me la cosa importante è creare quel quella fiducia in noi stesse e nel nostro corpo e quel loop di mi ascolto, mi do un feedback e agisco di conseguenza, quindi assumersi anche la responsabilità non è che io seguo una dieta perché qualcuno me l' detto che devo fare A B e C ma mi interrogo se è la cosa giusta per me e in che modo posso farlo. Ovviamente se non abbiamo patologie o condizioni particolari per le quali l'assistenza di alcuni piani alimentari specifici sono sono assolutamente consigliati e poi ho un ho un programma di emotional eating e ti aiuta proprio a scoprire gli appetiti nascosti quindi ti aiuta a andare a comprendere se hai un rapporto con il cibo non equilibrato e soffre di far maniera cosa emotiva perché succede?

Che cos'è? Dove sono gli squilibri nella tua vita? Che è molto molto utile. Ci dà quel primo passo di consapevolezza che ti aiuta poi a lavorare su te stessa. Detto ciò dove mi trovate?

Mi trovate a un podcast che si chiama Healthy Beslyfe in cui parlo di benessere e crescita personale e il mio web site francescadin punto it e mi trovate su Instagram a Healthybeasy life.

Speaker 0: Grazie Francesca, sai che metterò poi comunque tutti I riferimenti nelle note dell'episodio quindi anche se non vi siete scritti tutto freneticamente non è un problema e sai che mentre ti ascoltavo pensavo dovremmo provare a togliere in editing tutti I riferimenti al cibo e secondo me potrebbe essere un podcast sulla genitorialità veramente è incredibile quanti quanto sia tutto lì, quanto sia tutto sul lavoro su di noi ed è bello scoprire che quando iniziamo a fare quel percorso di crescita alla fine è un po' si ramifica, è una ragnatela! Non

Speaker 1: siamo Siamo un sistema a trecentosessanta gradi, non possiamo sistemare una parte di noi senza lavorare sulle altre quindi

Speaker 0: Grazie Francesca, grazie mille! Grazie mille! Alla prossima allora, alla prossima! Un abbraccio ciao!