Preferiti dei bambini

Speaker 0: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con calma. Oggi non sono sola ma ho qui con me Chiara Byguini che è life and family coach e anche esperta del sonno infantile però a me non piace tantissimo questo epiteto di esperta, lo sapete, e allora le ho chiesto: Ma qual è il titolo? E lei mi detto: In realtà io mi sono formata come gentle Sleep educare, ovvero educatrice del sonno gentile e a me questa cosa dell'educatrice del sonno è piaciuta tantissimo

Speaker 1: e quindi per me Chiara è un'educatrice

Speaker 0: del sonno. È piaciuta tantissimo e quindi per me Chiara è un'educatrice del sonno. E di che cosa parliamo secondo voi? Parliamo di sonno! Parliamo di bambini che non dormono, parliamo di come fare per farli dormire No scherzo, non parliamo di come fare per farli dormire perché se mi conoscete conoscerete anche la mia storia con Emily di privazione del sonno.

Saprete che io sono molto scettica, come dicevo nell'episodio del sonno che ho registrato, forse uno dei primi del podcast, sono molto scettica sui consulenti del sonno e sui corsi per far dormire I bambini anche perché per me I bambini dormono quando sono pronti per dormire ma c'è un ma con Chiara recentemente ho avuto una bella conversazione in cui ho davvero sentito ho sentito lei molto in linea con I miei valori, con I miei principi, con l'educazione a lungo termine che cerco di diffondere e questo mi fatto riflettere molto sul fatto che magari è ora di aggiornare quella visione, aggiornare quello scetticismo, magari lasciarlo un po' andare e aprire la mente a questa conversazione. Sapete quanto io ami mettermi in dubbio in gioco e aprire la mente e quindi eccomi Sapete quanto io ami mettermi in dubbio in gioco e aprire la mente e quindi eccomi qua. Allacciate le cinture di sicurezza perché credo che sarà una chiacchierata davvero molto interessante e ho già qui con me Chiara. Ciao Chiara, come stai?

Speaker 2: Ciao Carlotta, ciao a tutti, grazie per avermi qui con voi. Dopo questa presentazione sono francamente, come dire, molto emozionata e molto contenta proprio perché chiacchierare con te è sempre un grandissimo piacere. Apri la mente in maniera incredibile e apriamo sempre un sacco di cassetti.

Speaker 0: Vero, vero grazie ma li apriamo insieme, è questa la cosa bella secondo me di queste conversazioni. E ascolta presentati proprio brevemente poi partiamo perché secondo me tutti stanno aspettando questa conversazione sul sonno.

Speaker 2: Assolutamente sarò molto molto concisa io sono una mamma di due bambini uno di cinque anni uno di tre anni e sono anche appunto tutte quelle cose che hai detto tu, che sono etichette che lasciano il tempo che trovano. In realtà sono una mamma che anche come molte altre mamme non dormito per lungo tempo e cercato disperatamente una soluzione e le soluzioni che trovava e che anche messe in pratica non erano quelle che poi sentiva sue e quindi ho fatto quello che mi viene meglio. Ho ricominciato a studiare. Io ho un passato nelle neuroscienze che ho abbandonato per un tempo e sono ritornata sui libri, ho cercato in tutti I modi di trovare una via che fosse più mia rispetto al sonno dei bambini e ho scoperto un mondo fatto di contatto, rispetto delle tempistiche del bambino da una parte e della famiglia dall'altra ed è stato quello che poi mi portato a diventare appunto cento slip educator, ovvero aiuto le famiglie a capire come funziona il sonno e come trovare il giusto equilibrio per loro, unendo a questo poi delle tecniche di coaching che sono diventate per me fondamentali. Quindi sono una mamma come voi che ci messo la testa per cercare di aiutare quante più mamme possibili a trovare una via d'uscita da una situazione che so, è devastante, devastante esatto, quindi questo è chi sono io.

Ed è

Speaker 0: per questo che sei qua tra l'altro proprio perché per questa storia che mi hai raccontato e per quello che ho sentito quando abbiamo parlato di sonno dei bambini la prima volta. No infatti non ci ho messo penso di averci messo zero punto uno secondi a invitarti sul podcast a parlarne

Speaker 2: È vero. Vero. Confermo,

Speaker 0: confermo. Allora ascolta, addentriamoci. Che ne dici?

Speaker 2: Sì, andiamo.

Speaker 0: Dunque, ti racconto, anzi tu la conosci già, però io racconto brevemente una mia storia che in realtà a lungo tempo mi causato un grandissimo senso di colpa perché voglio proprio parlarti e aiutarci insomma aiutare un po' le mamme che sono a casa e che anche loro moda, questa moda dell'addormentamento autonomo, del fatto che allora tutti mi dicevano se non riesce a dormire quando tre mesi se non si addormenta da solo, non dormirà mai più per tutta la vita. Ecco, tutte queste cose che io leggevo su tanti libri e che dicevo: ok, forse allora mio figlio ora che si addormenti da solo. Però in realtà io avevo già un pochino questo mio radar del buon senso già allora fortunatamente ero già montessoriana nell'anima e quindi adoravo già l'osservazione e ho notato mio figlio faccio una piccola premessa mio figlio dormiva all'epoca in una culla molto piccolina vicino a me quando aveva quattro mesi più o meno lui aveva iniziato a svegliarsi tantissimo prima dormiva molto bene poi aveva iniziato a svegliarsi tantissimo e quindi io cosa ho fatto? L'ho osservato. L'ho osservato per parecchie notti e ho capito che in realtà la ragione per cui si svegliava era perché questa culla era troppo piccola cioè lui si girava e sbatteva contro le pareti e a quel punto si svegliava.

Questa era stata la mia spiegazione, il risultato della mia osservazione. E allora cosa ho fatto? L'ho spostato in camera sua e proprio perché stavo ero preoccupata di questo di queste sveglie continue non avevo ancora la più pallida idea di cosa fosse la privazione del sonno chiariamoci, però ero preoccupata di queste sveglie continue, le mie amiche mi dicevano mia figlia dorme tutta la notte e io allora ero le classiche frasi che ti scavano dentro come quando I tuoi figli non dormono e allora guarda lì in realtà io capisco perché loro non lo facevano con cattiveria però a volte magari c'è poca empatia riguardo questa conversazione, uno vuole portare la propria esperienza sul tavolo e quindi a volte succede che si dicano queste frasi. Io ci ho fatto poi pace però ecco vorrei spezzare una lancia anche a favore di queste persone che lo dicono perché perché è faticoso, non sono conversazioni faticose e non si sa il dolore degli altri perché si vede solo la punta dell'iceberg. E quindi niente, ho spostato mio figlio Oliver in un letto da solo, in un letto grande a terra e ho colto l'occasione per insegnargli a dormire ad addormentarsi da solo.

E come ho fatto per insegnargli ad addormentarsi da solo? L'ho lasciato piangere! No, non l'ho lasciato piangere, ma in un certo senso sì, nel senso che io nella mia mente non riesco a pensare a quel modo che ho utilizzato se non come un lasciarlo piangere perché in realtà io gli dicevo Oliver io sono qua con te ti tu poi sei capace ad addormentarti da solo aveva quattro mesi questo bambino sei capace ad addormentarti da solo e quindi io adesso esco e rientro tra un pochino. Quindi uscivo dalla camera, in realtà avevo questa idea dei tre minuti poi non erano mai tre minuti e poi rientravo. Questo praticamente è successo succedeva per circa quindici minuti e poi lui si addormentava e dormiva tutta la notte ed è questo che è successo è successo la prima notte, è successo la seconda notte, è successo la terza notte e poi magicamente lui si addormentava e non c'erano più questi piccoli risvegli nei primi quindici minuti piccoli risvegli nel senso che lui comunque piangeva io rientravo però invece quella volta lì dopo tre notti lui si è addormentato e io ho detto ok funzionato questo metodo dei tre minuti, un minuto, trenta secondi, quello che era.

E ho poi provato questa tecnica con Emily non mai funzionato ovviamente, quindi non pensate che abbia scoperto l'acqua calda. Quello che io ho poi capito è che non era probabilmente pronto a dormire e non ci sarebbe stato assolutamente bisogno neanche di quel, di quei piccoli minuti così di pianto non ci sarebbe stato bisogno. Ma ovviamente mi sono portata dietro questo senso di colpa per molto tempo perché io sono contro lasciare piangere mio figlio e in quella circostanza invece ho scelto di farlo. Diciamo le cose come stanno senza e dunquecorarle. E quindi vorrei chiedere a te perché io credo che ci siano tantissime mamme a casa che si ritrovano in questa storia e che magari non se ne parla così tanto perché chi lascia piangere I figli per farli addormentare magari non poi così si sente così in colpa che non riesce nemmeno ad ammetterlo e quindi non condivide questa grandissima vulnerabilità mentre io ci ho fatto io la pace tantissimi anni fa e riesco a parlarne tranquillamente.

Quindi vorrei chiederti se una mamma avesse fatto lo stesso che ho fatto io e si sentisse in colpa per questa cosa, che cosa le diresti Chiara?

Speaker 2: La prima cosa che le direi è che l'ho fatto anch'io, così siamo già in due e quindi il cento per cento l' già fatto perché è una situazione da cui si passa e hai ragione è una cosa di cui non si parla tanto. Invece sarebbe bene parlarne di più per fare informazione più corretta. E la seconda cosa che farei è domandarle: In quel momento hai fatto quello che ti serviva? E mi spiego, proprio perché è importante il bambino ma è importante anche la famiglia. Quando si arriva a prendere una decisione come quella di lasciar piangere il proprio bambino, che uno sia convinto o meno che sia la cosa giusta o meno, non entro in quel momento però quello che possiamo dire su cui possiamo essere tutti d'accordo che quel minuto quei tre minuti quei cinque minuti sono I peggiori in assoluto io mi ricordo che tra me e me pensavo ti prego smetti di piangere, ti supplico, smetti di piangere adesso perché umanamente sei portato a non sopportare quel pianto, siamo fatte apposta per non supportarlo, no?

Però sapevo anche che in quel momento era in qualche modo il male minore. Avevo bisogno di trovare una soluzione ed è stato questo che io mi sono detta per fare pace con quel senso di colpa. Mi sono domandata io in quel momento di che cosa avevo bisogno? Perché non riuscivo ad essere la madre, la donna, la persona che volevo essere, ero completamente annebbiata dalla stanchezza. Chi mi segue sentito la mia storia e mio marito fatto in quel periodo due incidenti era il momento in cui noi dovevamo fare qualcosa.

E quindi a quel punto abbiamo cercato di scegliere il male minore. Anche nel nostro caso in tre notti lui poi iniziato a dormire. E qui mi ricollego a quello che dicevi tu sul fatto che era pronto perché io un esempio che faccio molto spesso è: ma tu a tuo figlio di sei mesi chiedi di camminare?

Speaker 0: No.

Speaker 2: No, perché sai che fisiologicamente non è pronto per farlo e quindi non lo metti nella condizione di non ti aspetti che lui cammini. Allora perché ti aspetti che tuo figlio inizi a dormire quando in realtà non è pronto? Puoi metterlo nelle condizioni migliori puoi prepararlo esattamente come fai il tummy time per aiutare il tuo bambino a rinforzare I suoi muscoli ma si alzerà e camminerà

Speaker 0: quando sarà pronto

Speaker 2: a dieci mesi a dodici mesi a diciotto mesi a venti quando è pronto okay? Col sonno è la stessa cosa, quindi tu hai centrato esattamente il punto tra I tuoi due figli, ma rispetto a come ti senti domandati sempre: cosa sarebbe successo se non lo avessi fatto? E lì riesce a fare pace con te perché poi hai dato a tuo figlio una madre riposata che non dico mhmm non voglio dire una parola perché non è quella che voglio usare però che ricostruito quel rapporto che era presente per lui esattamente come voleva essere

Speaker 1: quindi concentriamoci sull'aspetto positivo e non stiamo a guardare quel piccolo

Speaker 2: pezzetto che è su su una vita in realtà un significato veramente minimo.

Speaker 0: E poi allora con tutto questo io e Chiara e credo che qua Chiara sia d'accordo con me non stiamo dicendo fate piangere I vostri figli per addormentarli assolutamente no davvero e ci tenevamo a raccontare anche un po' quella che è la vulnerabilità di una famiglia in un momento di di grande privazione del sonno e soprattutto farlo anche con l'onestà di di una famiglia

Speaker 1: in un momento di grande

Speaker 0: privazione del sonno e soprattutto farlo anche con l'onestà intellettuale di esperienze che poi in realtà si sono quasi auto-negate perché io poi ho provato la stessa tecnica identica con mia figlia Emily, Emily comunque per altri due anni e mezzo non mai dormito quindi e mi sono fermata subito mi sono fermata nel momento in cui ho visto che con lei questo non funzionava che lei avrebbe pianto all'infinito cioè io sentivo proprio che questa bambina avrebbe pianto all'infinito e quindi io per assurdo ho usato questa tecnica con Oliver che probabilmente si sarebbe addormentato lo stesso avrebbe dormito lo stesso e funzionato per quello probabilmente perché era pronto e invece questa tecnica che volevo tanto che funzionasse con Emily perché è con Emily che ho davvero vissuto poi la privazione del sonno che sono andata a bordo sono entrata proprio nel tunnel della depressione quasi per due lunghi anni, un anno e mezzo

Speaker 2: Ti aggiungo un altro pezzetto, nel senso che il mio grande con cui ho usato la tecnica è stato quello che ancora oggi difficoltà con il sonno, quindi funzionato in quel momento, ma poi quando sono cambiate le condizioni abbiamo dovuto comunque agire in maniera differente ok? Il mio piccolo con cui non ho usato in alcun modo questo tipo di approccio ma ho usato l'approccio che avevo finalmente studiato e avevo capito e quindi ho usato un approccio basato sull'osservazione, sul rispetto dei suoi tempi, dei suoi ritmi, dei suoi bisogni, a cinque mesi e mezzo, sei mesi dormiva. Nel senso che era pronto a gestire I suoi risvegli in maniera autonoma con un risveglio notturno per mangiare. Okay? Questa dimostrazione di proprio di quello con cui siamo partiti che quando sono pronti lo fanno ma bisogna allontanarsi da tutti quelli che sparano dei dogmi sia dal dormono a tre anni non ci sono evidenze scientifiche sia a tre mesi ti devi aspettare che tuo figlio dorma.

Piuttosto cerchiamo di trattare il sonno esattamente come trattiamo tutte le altre tappe evolutive dei bambini, quando sono pronti ci arrivano e lo fanno. Noi mettiamoli nelle condizioni migliori per farlo.

Speaker 0: Esatto. Hai detto, prima mi hai dato un Q per la mia domanda, per una domanda che in realtà ti avrei fatto dopo, ma prendo questa palla al balzo. Hai parlato che sapeva hai imparato a gestire I suoi risvegli in maniera autonoma. E questa frase per me allora quando mi sono messa a studiare il sonno dei bambini è sempre rimasta impressa perché in realtà io pensavo proprio perché avevo questa idea dei bambini che dormono tutta la notte io avevo questa idea dei bambini che dormono tutta la notte non che si svegliano e sanno riaddormentarsi non che appunto sanno gestire I propri risvegli in maniera autonoma e avevo questa idea che I bambini che quando le mie amiche mi dicevano mio figlio dorme tutta la notte, suo figlio dormissi tutta la notte invece no, ho poi scoperto che I bambini si svegliano e quelli che non li senti è perché sanno gestire I propri risvegli. Ci parli un pochino di questo, di come appunto funziona il sonno dei bambini, perché anche solo brevemente, perché so che insomma potresti dirci tutto quello che sai, ci vorrebbe, ci vorrebbe, ero tre giorni, forse in tre settimane.

Speaker 2: Parto solo da una premessa innanzitutto va fatta una distinzione tra il sonno dei bambini nei primi tre mesi di vita e il sonno dei bambini dai tre quattro mesi in avanti la famosa regressione del sonno del quarto mese che spaventa il mondo in realtà non è una regressione ma è il primo vero step di crescita che il bambino fa perché in quel momento cambia il modo in cui dorme. Nei primi tre mesi di vita il sonno del bambino è regolato dalla sensazione di pancia piena: il bambino mangia, è sazio, dorme mentre dal quarto mese circa cambia e il sonno dei bambini diventa molto più simile al sonno degli adulti nel senso che il sonno dell'adulto è regolamentato dagli ormoni: la melatonina e il cortisolo. La stessa cosa avviene nel bambino intorno a quel periodo e quindi il bambino si trova in una condizione in cui il suo cervello comincia a capire che c'è qualcosa di diverso, che lo spinge a dormire, non sa che cosa sia e quindi in qualche modo richiede maggiore attenzione e maggiore supporto da parte dei genitori ed ecco perché la regressione del quarto mese sembra così devastante ma è semplicemente una tappa di crescita di cui si parla troppo poco e quindi le persone non sanno bene che cosa fare la prima reazione è ho rotto mio figlio adesso cerco di rifare quello che facevo prima e non funziona Detto questo ritornando ai risvegli, I risvegli in realtà li abbiamo tutti.

Se si guarda un aspettogramma del sonno si vede che adulti e bambini hanno dei cicli di sonno. Nel bambino il ciclo di sonno dura dai quarantacinque ai sessanta minuti e chi è mamma di un bambino tra diciamo I sei mesi e I diciotto mesi starà pensando: Ma sono esattamente I minuti in cui si sveglia mio figlio dopo il pisolino! Perché I bambini si svegliano dopo circa trenta minuti perché stanno finendo il ciclo del sonno e ne devono attaccare un altro e non sono in grado di farlo. Il sonno di un adulto invece dura circa 60-novanta minuti, il ciclo del sonno di un adulto. Ok?

Quindi tutti ci svegliamo, abbiamo dei microrisvegli. La differenza è che noi adulti ormai siamo perfettamente in grado di gestire il nostro ritmo sonno-veglia e quindi ci svegliamo, ci riaddormentiamo e la gestiamo a meno che, e qui potremmo confermare, noi siamo in un periodo in cui siamo particolarmente stressati e anche noi non riusciamo poi più a riaddormentarci. Di solito la sveglia delle tre e delle quattro del mattino. Per il bambino è la stessa cosa, solo che il bambino ovviamente non tutte queste capacità per gestire quel risveglio e quindi che cosa cerca? Ricerca la stessa condizione in cui era quando si è addormentato.

Ecco perché ricerca il contatto con il seno, ricerca il contatto con la mamma, ma non solo! L'ambiente è importante! L'ambiente una fortissima associazione con il sonno, quindi io quello che dico spesso è addormentare tuo figlio sul divano per poi portarlo in camera. Fai l'addormentamento direttamente in camera così quando il bambino si sveglia riconosce l'ambiente in cui è altrimenti la sensazione è che tu ti sei addormentato in camera e poi ti risvegli in cucina anche tu ti sveglieresti un attimino mandandoti scusa esattamente che cosa è successo okay però questo non vuol dire insegnare l'addormentamento autonomo mi sa che stavi andando lì vero?

Speaker 0: Stavo andando lì infatti mi hai proprio letto al pensiero perché io questa cosa la ricordo perfettamente dai libri che lessi allora ricordo esattamente questo esempio se tuo figlio non impara ad addormentarsi da solo quindi senza il seno senza senza teli, è come se si addormentasse in camera e si si risvegliasse improvvisamente in giardino perché quando si è addormentato tu eri lì, era attaccato al tuo seno e quando si sveglia tu non ci sei e non c'era e non c'è neanche il seno. E quindi ecco da lì io avevo questa idea di questa importanza dell'addormentamento autonomo

Speaker 2: vai! Un altro aspetto però che non viene preso in considerazione che non esiste solo

Speaker 0: l'associazione con il contatto e con il

Speaker 2: seno ma si possono creare diversi livelli di tattile dello spazio nella quale il bambino si trova, in alcuni casi la sensazione olfattiva perché quando il bambino si sveglia magari non ritrova subito il contatto con la mamma ma riconosce il rumore bianco e quindi questo lo rasserena riconosce lo spazio nel quale si trova il suo lettino questo non vuol dire addormentarlo nel lettino vuol dire che però riconosce quello spazio come lo spazio dove dorme infatti io tante volte consiglio ai genitori che vogliono spostare il bambino dal lettone al lettino di far giocare I bambini nel lettino durante il giorno questa è una cosa che spesso non si fa perché uno dice non devi fargli associare lo spazio del gioco con lo spazio della nanna. No, gli devi far associare quello spazio come uno spazio

Speaker 0: sicuro e

Speaker 2: dove lui si sente tranquillo e se tu lo sai meglio di me no il gioco è un modo per sperimentare gli spazi e fargli sperimentare quello spazio come uno spazio sicuro nella nella fase in cui lui è più attivo lo rasserenerà la notte quindi ok, quindi quello che hai letto è vero in parte perché manca tutto il pezzo degli altri strumenti a supporto che si possono utilizzare e quindi non devi poi necessariamente essere presente più. Magari non tutti I risvegli, ad alcuni sì, ad altri li può provare a gestire in autonomia se è pronto ovviamente questo lo sottolineo e lo scrivo a lettere cubitali perché se non è pronto non lo farà

Speaker 0: avremmo bisogno di un cartello se è pronto ripetilo tu ripetilo

Speaker 2: più di questa puntata. Se è pronto. Esatto

Speaker 0: esatto. Quindi ascolta dicci proprio non c'è un sì o un

Speaker 2: no. Mhmm.

Speaker 0: Però davvero così tanta importanza far addormentare I bambini in maniera autonoma?

Speaker 2: Allora ti rispondo con un'altra affermazione e cioè l'indipendenza dei bambini passa dalla dipendenza.

Speaker 0: Bello!

Speaker 2: E quindi più tu offri supporto al tuo bambino, prima il tuo bambino diventerà indipendente, perché il bambino quando nasce un bisogno disperato di sentirsi sicuro. Se tu rispondi a quel bisogno che un bisogno primario, ok lui potrà salire nel passaggio successivo della scala dei bisogni e quindi andare verso la sua indipendenza. Quindi non c'è un no a questa tua domanda, la risposta è rispondi al bisogno del tuo bambino e il tuo bambino riuscirà a crescere sereno e quindi per assurdo I bambini che si addormentano con la mamma vicina saranno I primi ad addormentarsi poi in autonomia.

Speaker 0: Bello, non

Speaker 2: so se ti ho risposto.

Speaker 0: Mi hai risposto assolutamente e tra l'altro hai anche un po' riassunto tutto quello che è l'essenza dell'educazione che io cerco di trasmettere quando I genitori mi dicono vabbè ma se mia figlia è in crisi e per un capriccio mettiamo tra virgolette o per un qualcosa che fatto di sbagliato e io vado lì da lei e l'accolgo, accolgo quell'emozione le sto dicendo che è giusto comportarsi così quando quando fa qualcosa di sbagliato e allora e come come farà capire che non è giusto? E io cerco sempre di spiegare che quel momento di dipendenza che più ci siamo più diamo la nostra presenza e più loro si sentono questo indipendenti. Chiusa parentesi perché potremmo andare avanti a parlarne per ora. Ascolta invece c'era in realtà una cosa di cui io volevo parlarti che è questa privazione del sonno per la quale io sono passata con Emily, tu sei passata con tuo figlio e tanti genitori da casa sicuramente sono passati per la stessa privazione del sonno per chi volesse saperne di più e sapere un po' di più della mia storia non so se la tua è da qualche parte ma la mia è su in uno di questi primi episodi del podcast e la tua magari sei da qualche parte me la darai e io la metto nelle note dell'episodio perché credo che davvero sia importantissimo soprattutto per I genitori che la stanno vivendo in questo momento leggerne e sentirsi non sentirsi soli e soprattutto leggere le vulnerabilità di altri genitori e io allora personalmente quando ci sono passata non avevo questo supporto non ho trovato questo supporto anzi avevo più persone che e più esperti del sonno mettiamo più che da cui poi è nato il mio scetticismo che negli anni hanno voluto farmi credere che in realtà non era così necessario per questa privazione del sonno per questo tunnel della privazione del sonno con Emily hanno voluto in un certo senso mi hanno fatto sentire quasi come se tutto quello che ho deciso di fare tutte le scelte che ho deciso di fare e mi emoziono ancora perché veramente quando penso a tutto quello che abbiamo passato al limite veramente con la depressione e ancora un ricordo è una ferita molto aperta ancora però hanno voluto farmi credere che in realtà avrei semplicemente potuto farla piangere un po' di più e magari non avremmo dovuto passare per questi tre anni oppure che magari avrei potuto fare questo, quello, quell'altro e non avremmo insomma sarebbe stata così che magari ho esagerato un po' io ecco a stare a starle vicino ad assecondare quelli che io pensavo fossero I suoi bisogni eccetera eccetera mentre io so di per certo oggi che conosco di più mia figlia perché oggi la conosco molto di più e posso ricordare come era lei allora che quello che ho fatto era esattamente quello che dovevo fare e quel percorso dovevamo farlo insieme e tra l'altro adesso dirò una cosa che è un po' banale, un po' scontata forse però quella privazione del sonno è stato uno dei periodi di massima evoluzione mia personale e di evoluzione mia personale in cui ho capito più di me che in qualsiasi altro momento della mia vita e altra fase della mia vita e quindi non dico che se potessi barattarla con una bambina che dorme non lo farei, cioè con Emily che dorme ecco, con Emily che dorme non lo farei, però insomma oggi guardo anche al lato positivo e a tutto quello che

Speaker 2: ci insegnato.

Speaker 1: Detto tutto questo,

Speaker 0: ci sono spesso tanti genitori che mi chiedono ''ok, va bene quello che dici, devo aspettare che mia figlia dorme, devo aspettare che mio figlio sia pronto però io nel frattempo come sopravvivo? E io mi sento veramente in difficoltà a dire loro che per me non c'è altra risposta che devi avere pazienza chiedere aiuto accettare l'aiuto che c'è che hai e seguire il tuo buon senso quindi se senti di avere bisogno di dormire per esempio vai sul divano e lascia che sia tuo marito a gestire alcuni risvegli così almeno dormi non lo so quanto un paio di ore tre quattro non lo so e cosa insomma tutte queste piccole cose che servono per sopravvivere e quindi è la mia la mia a me a me dispiace poter dire dalla mia esperienza e con I miei valori in accordo con I miei valori che l'unico modo per me per sopravvivere è sopravvivere. Cosa dici aiutaci?

Speaker 2: La prima cosa che mi viene da dirti è che in realtà c'era un altro modo, nel senso che non lo dovevi fare da sola. Questo mi sento di dire innanzitutto che siamo tutti nella stessa barca. Quindi se nostro figlio non dorme, non dice niente di noi come madri non dice niente di noi rispetto a l'educazione e non dice niente del nostro bambino semplicemente dice che il nostro bambino in questo momento un sonno che è diverso dal sonno dell'adulto che poi non vuol dire che il bambino non dorme Magari dorme ma con dei ritmi differenti che non conciliano con la vita dell'adulto. Quindi forse in quel momento quello che ti è mancato è stato un supporto di qualcuno che ti vedesse davvero e che ti domandasse davvero Ma tu come stai? Ma tu cosa vuoi effettivamente?

Speaker 0: Posso dire una cosa rispetto a questo? Per quello sento che è stata colpa mia, nel senso che era mia responsabilità secondo me chiedere aiuto mentre io invece per la società dell'armatura che ci mettiamo addosso al mattino io potevo farlo io ero in grado di farlo potevo gestire I bisogni di mia figlia è perché mia figlia e potevo farlo e quindi per tanto tempo io non ho chiesto aiuto quando l'ho fatto è andata molto meglio

Speaker 2: Ma infatti è qui no che entra un po' il coaching no ed è il quello che faccio poi in realtà io andare a scardinare tutte quelle credenze che ci impediscono di sentirci veramente liberi. Quelle che tu hai raccontato sono credenze che ci derivano dalla società, no? Che si aspetta che la mamma non abbia dei bisogni, che la mamma si sacrifichi totalmente al figlio ma che ritorni a lavorare il prima possibile sia produttiva per la società e qui potremmo aprire un capitolo enorme, non E quindi quello che per me è importante è fermarmi e parlare con la mamma e chiederle: Ma tu cosa vuoi davvero? E' quello che fa la differenza. Quindi non è semplicemente in modo quasi passivo dire: Passerà!

Non è accontentarsi del fatto che passerà ma è domandarsi che cosa si vuole. Lo so che quando si è stanchi si è in mezzo a quel delirio di si è annebbiati si fa fatica a porsi queste domande ma è quello step in più che ci farà uscire da quella condizione di nebbia mentale nella quale siamo dovuti alla stanchezza okay? E forse può non sembrare così immediato come come messaggio ma io credo fortemente che sia un messaggio molto potente perché una mamma che si domanda come sta e che cosa vuole davvero nella relazione con suo figlio, che cosa si aspetta davvero dal sonno del suo bambino, come si era immaginata la vita con il suo bambino, è una mamma consapevole che può a quel punto mettere in atto tutto quello che le serve per raggiungere il suo obiettivo, ok? Quindi ci sono tante situazioni che si possono creare, magari noi nel nostro subconscio non ne siamo consapevoli ma ci piace quel momento di solitudine con il nostro bambino la notte e quindi mettiamo in atto delle azioni che faranno in modo che quel momento non finisca perché ci piace quel momento di solitudine. Lo so che può sembrare strano, ma nel profondo quel momento in cui la casa è completamente al in silenzio sei solo tu con il tuo bambino senti il suo odore in realtà ti riempie perché ti riempie di quell'amore che di cui ti riempie il tuo bambino piuttosto che siamo impauriti del cambiamento perché pensiamo che mettere in atto delle differenti peggiorerà la situazione ci diciamo sono già così stanco figurati se mi metto a fare delle cose diverse oppure siamo impauriti per la sicurezza del nostro bambino tu non hai idea di quante mamme mi chiamano e mi dicono mio bambino adesso dorme tre o quattro ore ma io non dormo perché ho paura che il mio bambino non respiri ok?

E quindi si creano tutta una serie di preoccupazioni che vanno gestite e come vedi non è sul bambino che andiamo ad agire ma è sulla mamma, su quello che si aspetta, su quelli che sono I suoi bisogni ed è lì che secondo me si può fare davvero la differenza.

Speaker 0: Concordo, su questo mi stavo puntando qualcosa nel perché freneticamente stavo cercando di scrivere sul computer allora tre cose sì vorrei che allora sembra molto strano dire a un genitore che sta passando la privazione del sonno probabilmente quel momento ci piace e volevo ma io sono molto d'accordo con te ne abbiamo già parlato io e te tu sai che mhmm anzi sei tu che mi hai sbloccato questo ricordo in un certo senso perché io ricordo perfettamente che nonostante quello fosse uno dei periodi più bui in assoluto, sia stato uno dei periodi più bui in assoluto della mia vita, un periodo in cui veramente ho faticato davvero tanto come forse mai in altri momenti, Ricordo la dolcezza, la bellezza di quel momento quando andavo da Emily perché lei si svegliava o magari si svegliava vicino a me nel lettone e mi guardava e sorrideva e stavamo io e lei lì a bisbigliare perché alla fine poi in realtà quando io avevo dopo tutto quello che avevo provato quando avevo accettato che questa era la strada che io volevo seguire personalmente non giusta non sbagliata ma io volevo seguire strada di esserci per lei e finché aveva finché ne aveva bisogno io un po' mi ero tra virgolette tranquillizzata nel senso che sì effettivamente non non dormivo ancora però cercavo insomma cercavo altri momenti per dormire avevo già chiesto aiuto e stavo ne stavo uscendo ecco anche se non ero fuori ma ne stavo uscendo però ricordo davvero benissimo questa questa Emily che si svegliava, cioè c'era proprio è un imprinting in mente che si svegliava e che mi sorrideva e che mi accarezzava la faccia e senza neanche voler allattare a volte.

Cioè è uno dei ricordi forse più dolci nel silenzio della casa quando non c'era nessuno intorno, quando era tutto buio e vedevo lei le sentivo le sue manine addosso questo è forse un ricordo che mi hai sbloccato tu quando hai detto in realtà ci piace perché la mia prima reazione quando tu hai detto in realtà ci piace ti ricordi cosa ti ho chiesto? Ti ho chiesto potresti spiegare cosa significa che in realtà ci piace perché non penso che a nessuno piaccia

Speaker 2: no è è vero sì ma il fatto è che troppo spesso ci concentriamo su quello che ci manca e perdiamo di visto ciò che abbiamo. Io lo so che quando si è stanchi adesso che I nostri figli in qualche modo dormono, uno pensa sì vabbè la fai facile tu adesso racconti ma intanto tu dormi però se sono qui ad ascoltare questa puntata quello che mi piacerebbe passare come messaggio se si riuscisse è che cambiare il nostro approccio cambiare il modo in cui guardiamo le cose e cercare di vedere l'aspetto positivo che non è essere Polly Anna per cui è sempre tutto bello riconoscere che c'è la parte difficile ma c'è anche una parte bella e non dimenticarsela. Quello secondo me è ciò che può aiutarci nel momento in cui la notte ci svegliamo per la centesima volta, non esageriamo, per la decima volta e siamo sfiniti e l'unica cosa che riusciamo a pensare è ti prego dormi, ti supplico, dormi, fammi dormire almeno due ore, ok? E' sacrosanto pensarlo, ma dall'altra parte c'è comunque qualcosa di bello. Quello può essere un pensiero che ci può aiutare.

E' chiaro che poi se sentiamo che questa cosa diventa difficile da gestire, allora alziamo una mano e chiediamo aiuto a chi ci può dare una mano. Non la voglio sminuire. Però per me essere un'educatrice del sonno è proprio aiutare I genitori a capire che c'è del buono anche nella fase che stanno vivendo e che forse quel buono non riescono a vederlo perché oltre che essere annebbiati dal sonno sono annebbiati anche da una serie di dogmi che ci arrivano dalla società e da quello che ci hanno insegnato e dalla mamma e dalla suocera che ci dicono che dovrebbero succedere determinate cose e che ci impediscono di sentire il nostro vero io interiore e dare le risposte a cosa voglio io davvero.

Speaker 0: Il radar, ci impediscono di ricalibrare il radar e tutto quello che hai detto tra l'altro secondo

Speaker 1: me risponde anche tantissimo a

Speaker 0: una domanda che mi è arrivata, anche tantissimo a una domanda che mi è arrivata più volte quando ho messo il box su Instagram che è come controllo la rabbia perché in realtà facendo proprio una mini premessa a parte che secondo me proprio la parola controllo non è giusta qua nel senso che cercherei di fare uno shift di vocabolario quindi di cambiare questa parola controllo con come processo come accolgo la rabbia perché secondo me le emozioni non vanno controllate che suona un po' più come reprimerle ma vanno proprio accolte e processate però tutto quello che hai detto finora secondo me risponde anche molto a questa domanda come controllo la rabbia o sbaglio?

Speaker 2: Assolutamente sì, io ho fatto tra l'altro una puntata del mio podcast che è dedicata alle emozioni dove anch'io esprimo esattamente il concetto che esprimi tu, quindi non è un tema di controllare ma è un tema di riconoscere quell'emozione ma soprattutto riconoscere qual è il pensiero che genera quell'emozione perché quando noi siamo consapevoli di qual è il pensiero che potrebbe essere il il pensiero sottostante potrebbe essere non sono abbastanza, non sto facendo abbastanza bene, mi sento giudicata, vorrei che la situazione fosse diversa, è lì che nasce quell'emozione di frustrazione e noi non possiamo controllare quell'emozione, ma possiamo avere il controllo su quello che pensiamo e quindi fare lo shift e dire vorrei ok vorrei che fosse diverso ma in questo momento è così e lo vivo per quello che è, che non è accettare pedissequamente la situazione, alle volte ti serve una mano da qualcuno per riuscire a fare questo pensiero. E infatti a me dispiace che tu ci abbia messo così tanto tempo perché Emily probabilmente avrebbe dormito quando dormito, ma tu saresti potuta stare meglio prima se avessi avuto qualcuno che ti avesse guidato nel trovare quelle risposte prima senza che tu ci dovessi arrivare da sola.

Avere qualcuno che ti affianca è un acceleratore per arrivare a fare questi pensieri che tu sei arrivata a fare in due anni e mezzo probabilmente li potevi fare, non ti dico in sei mesi ma magari in un anno e ti saresti risparmiata un anno di tunnel.

Speaker 0: Probabilmente anche in sei mesi, probabilmente anche in sei mesi sono assolutamente d'accordo e tra l'altro perché non chiedere aiuto cioè io ho chiesto aiuto tra virgolette in tutti gli altri ambiti dell'educazione

Speaker 1: nel mi so

Speaker 0: ho trovato mentori da tutte le parti del mondo per per capire come volevo educare I miei figli purtroppo non ho trovato I mentori giusti quelli che davvero sentivo in linea con me con quello che mi vibrava dentro nell'educazione del sonno sì e questo mh probabilmente hai ragione quello avrebbe facilitato tantissimo le cose. Voglio solo fare un appunto perché finora abbiamo parlato di mamme. E io so che se mio marito sentisse questo podcast lui penserebbe cavolo ma io c'ero perché lui c'era cioè lui vissuto tutta la privazione del sonno insieme a me e anzi mh quando poi finalmente ho chiesto aiuto e ho mi sono tolta un po' quell'armatura e ho cominciato davvero a a dire ok io non devo dimostrare nulla a nessuno allora lì davvero abbiamo messo in palco un piano ecco abbiamo veramente insieme ci siamo detti ok tu hai bisogno di dormire queste X ore io posso darti queste X ore da dormire e quindi da lì davvero ci siamo messi insieme ed è stato uno sforzo di squadra quindi ecco parliamo di credo confermamelo soprattutto perché generalmente la fase del sonno all'inizio è molto associata al seno e il papà non il seno.

Speaker 2: Tu non volevi farmi aprire la parentesi ma poi mi spingi è una no Parliamo di mamme perché purtroppo ancora ci sono queste credenze della società, che sia la mamma che si occupa del bambino quando si tratta del sonno eccetera, ma io lavoro con tantissime famiglie e faccio I percorsi con la mamma e con il papà e quello che ti posso dire è che I percorsi che hanno I risultati migliori sono quelli dove il papà e la mamma sono presenti entrambi poi non devo necessariamente parlare sempre con tutti e due tante volte io parlo solo con la mamma ma se il papà e la mamma condividono il percorso e sono sulla stessa pagina risultati arrivano prima e sono straordinari. Concedimi solo un inciso perché questa è come dire la storia che dà secondo me più speranza anche no? Io ho lavorato con una famiglia con una bambina di nove mesi e loro mi hanno impressionato tantissimo perché quando sono arrivati da me andavano a letto alle otto con la bambina, erano schiavi della bambina ok e si messaggiavano via whatsapp nel letto loro due per potersi riuscire a raccontare la giornata e io e loro mi hanno detto noi però la bambina non la vogliamo far piangere.

Brevissimamente dopo tre settimane la bambina si addormentava in autonomia perché in realtà era pronta ma loro non avevano capito e dopo sei settimane la bambina dormiva nel suo letto lei che stava nel letto con I genitori il tutto senza un pianto e oggi la bambina dorme serenamente eccetera questo non perché io sia un mago ma perché loro hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco e di capire che in qualche modo erano loro stessi a limitare quello che la bambina doveva fare cioè avere I suoi spazi e avevano paura di concedergli quegli spazi perché temevano di sottrarle dell'amore. In realtà non le stavano dando l'opportunità di fare quello scatto in più che la bambina sentiva il bisogno di fare. E' qua quando dico che bisogna lavorare sul genitore, sulla mamma, sul papà capire cosa vogliamo noi davvero e fare pace con quella risposta.

Speaker 0: E poi quei due genitori hanno lavorato insieme e non solo hanno lavorato insieme perché cioè questo secondo me è un po' quello che cerco di trasmettere anche ai genitori che fanno I miei corsi se remi nella stessa direzione è normale che la barca vada più veloce e sia più facile arrivare a destinazione è come quando non siamo sulla stessa pagina è un po' come se su una canoa uno rema da un lato l'altro rema dall'altro cioè non andiamo da nessuna parte stiamo fermi stiamo fermi confondiamoci confondiamo noi confondiamo I bambini insomma però spesso e volentieri effettivamente è anche un po' che non ci fidiamo del potenziale dei nostri figli e non sappiamo il nostro non conosciamo il nostro potenziale di genitori e quindi per questo io e te siamo così allineate su tutta questa visione perché tutto quello che hai detto adesso non riguarda solo il sonno dei bambini riguarda tutta la sfera dell'educazione Chiusa parentesi! Io so che tu devi andare tra pochissimo, quindi volevo ancora chiederti Due? Ce la facciamo? Sì, dai due, ce la facciamo! Qual è la domanda che ricevi più spesso dai genitori e come rispondi?

Mi piace fare questa domanda semplicemente perché spesso e volentieri le domande le decido io su questo podcast ma magari non essendo io quella che lavora con I genitori in quell'ambito non so quali sono le domande effettivamente che arrivano più spesso.

Speaker 2: La domanda che mi arriva più spesso è come gestire I risvegli e a questo si collega anche l'altra domanda che mi fanno e cioè: se smetto di allattare mio figlio inizierà a dormire.

Speaker 0: Che abbiamo già risposto.

Speaker 2: Perché le due cose vanno insieme, ma quello del tema di come gestisco I risvegli, perché tante volte si pensa che ci sia la regoletta, ad ogni risveglio ti devi comportare così perché purtroppo nell'industria del sonno infantile si viaggia per tabelle regolette. L'unica risposta che io do è sempre una sola: osserva il tuo bambino, cerca di capire qual è il suo bisogno, cosa ti sta esprimendo e solo rispondendo al suo bisogno riuscirai ad avere una risposta a come gestire I risvegli fondamentalmente, perché ogni risveglio può essere provocato. In alcuni casi ci sono dei bambini che non supportano le coperte. Una cosa che non si sa che fino a due anni I bambini non tollerano le coperte. Noi da brave mamme italiane, cerchiamo di scoprire I nostri bambini, I bambini hanno bisogno di essere liberi nel letto.

I miei figli hanno dormito senza coperte fino ai due anni e passa.

Speaker 0: Sì però Chiara che fatica è questa dai perché io adesso che conosco mia figlia io so che lei I geni finlandesi puri e lei starebbe fuori nuda a meno cinque gradi. Io se penso a come la vestivo e a come la coprivo, certo che sta povera bambina non dormiva, cioè mio marito non riesce a dormire se gli metto addosso una copertina e dorme nudo. Scusate forse troppa informazione.

Speaker 2: Va bene nel senso va bene sì ma adesso fa caldo. Però il concetto è proprio questo no? Mettersi in osservazione senza pregiudizi e accettare che il nostro bambino è una persona sé. Certo che ci assomiglia in certi in certi ambiti ma in certi altri ambiti è se stesso e quindi noi non ci diamo il tempo sacrosanto di conoscere quel bambino pensiamo che siccome l'abbiamo messa al mondo sappiamo già tutto perché io non so la tua ma la mia sicuramente sì mi diceva io ti ho fatto e quindi io so come sei fatto

Speaker 0: no non

Speaker 2: è così è un'illusione di controllo che noi ci diamo come mamme no che ci fa sentire meglio ma in realtà lo conosceremo solo osservandolo quindi la risposta per me è sempre quella lo so può essere un po' noiosa però e in questo è ho visto I risultati la verità vera è che poi io vedi I risultati no quando ti metti in ascolto il tuo bambino le cose cambiano

Speaker 0: assolutamente e poi a parte quello non è proprio cioè non è solo non è noiosa magari a volte dà un po' fastidio anche perché dici ti fa capire che davvero devi fare tu un lavoro però per me l'evoluzione semplice non è quindi io sono una fan del lavoro ecco

Speaker 2: Sì che poi è anche bello perché scopri tuo figlio,

Speaker 0: scopri te stessa nel mentre. Nel

Speaker 2: mentre scopri te stessa no? E quindi credo che forse anche parlare di lavoro alle volte

Speaker 1: lo rende una roba che sei costretto a fare no? Ma in realtà è un'opportunità incredibile che tu

Speaker 2: hai di che sei costretto a fare, no? Ma in realtà è un'opportunità incredibile che tu hai di conoscere, diciamo posso dirlo, è un po' melenso, però le due persone più preziose che ci sono nella mia vita. Io per me lo posso dire, e ho una sono sul loro palcoscenico un'opportunità incredibile per me

Speaker 0: sì e questa è la bellezza dell'imparare a osservare ascolta l'ultima l'ultimissima cosa forse l'hai già detto non lo so ma c'è un solo messaggio che Chiara mamma che passato la privazione del sonno e Chiara educatrice del sonno vorrebbe dare ma sincero onesto intellettualmente a chi sta in questo momento passando per la privazione del sonno e probabilmente a chi ascoltato questo episodio tra le lacrime e come come chi piange al solo pensiero di quello che sta passando perché poi è un po' quello che succede, che cosa diresti?

Speaker 2: Ti vedo, ma non voglio avere la presunzione di sapere quello che stai passando, ma non sei sola, non sei solo, siamo in tanti a vivere questa situazione e non deve per forza essere un calvario. C'è una via d'uscita che può aiutarti a rimettere le cose in prospettiva e a vivere serenamente questo momento, che in questo momento ti sembra un incubo ma non è così terribile come sembra. E' una percezione che

Speaker 1: noi abbiamo di quello che

Speaker 2: stiamo vivendo, perché siamo annebbiati, ma c'è un'altra abbiamo di quello che stiamo vivendo, perché siamo annebbiati, ma c'è un'altra strada. Ma la cosa fondamentale è che ti vedo e non sei solo, perché questo è quello che avrei potuto sentirmi dire io all'epoca, che non ero sola, che non era solo un problema mio, che non ero solo io che non ero capace ma soprattutto volevo essere vista volevo che qualcuno se ne accorgesse della fatica che stavo facendo che facevo in silenzio per non pesare sugli altri perché non lo potevo dire perché non era giusto. Io ti vedo, ti ascolto, ci sono.

Speaker 0: Mannaggia! E tra l'altro solo per chiarire possiamo dirlo. Tu senti noi io e te tutti e due sentivamo di non poterlo dire perché nessuno ci aveva mai detto che quando condividi le tue vulnerabilità ti rafforzi sì. E e purtroppo questo è un qualcosa che almeno a me nessuno mai detto. Ho dovuto impararlo sulla mia pelle condividendo le mie vulnerabilità.

E però spero che insomma spero di cerco di trasmettere davvero tanto questo messaggio ai genitori Io nel mio gergo dico tutte le case sono in fiamme perché è proprio quello che sento.

Speaker 2: E scusami l'ultimo inciso è che spesso quando si parla di privazione del sonno anche tra amici lo si fa con una sorta di come se fosse un motteggio no? Quando tu rimani incinta la prima cosa che ti dicono è non dormirai e lo fanno facendo la battuta. Mhmm. E quando tu poi sei in quel tunnel per non sentirti da meno sminuisci l'emozione che stai vivendo dicendo sì anche io e come dire ti metti a ridere in qualche modo no? Ma quello che stai provando veramente dentro quando la mattina ti devi svegliare devi andare a timbrare quel benedetto cartellino non lo sa nessuno a parte la persona forse che ti dorme accanto e che insieme a te non dormito quindi

Speaker 0: speriamo che almeno quella persona lo sappia

Speaker 2: speriamo che quella persona almeno lo sappia quindi se poi vogliamo chiudere con una nota positiva da quell'esperienza di privazione del sonno e dal fatto che mio marito quasi ci lasciato la pelle ne è venuta fuori la sua proposta di matrimonio, quindi non tutto il male vien per nuocere. Questo non lo sta nessuno, questa è una chicca.

Speaker 0: È una chicca wow in anteprima assoluta quindi quando leggeremo la tua storia sapremo anche questa chicca. Ascolta io so che tu sul tuo sito che è w w w punto chiara byguini punto com hai un webinar che si chiama Migliora il sonno del tuo bambino partendo da te in cui parli un po' di tanto di quello che abbiamo detto in questo in questo episodio ma molto molto di più vuoi raccontarci molto brevemente che cos'è? Sì,

Speaker 2: è un sono circa trenta minuti in cui lascio perdere tutta la parte della tecnica del sonno, ma ti faccio delle domande. Ti aiuto ad aprire la tua mente e trovare quelle risposte che ti servono a capire esattamente che cosa vuoi per te e che cosa desideri per il sonno del tuo bambino. Quindi è un primo punto di partenza ma che in realtà è la pietra miliare da cui partire per riuscire poi a gestire nel migliore dei modi questa questa situazione. Quindi sì è disponibile sul sul mio sito oppure si trova direttamente dal link della del mio profilo Instagram che è Chiara appunto byguini quindi non fa molta differenza e quindi è è un po' trovabile dappertutto e credo che serva proprio per chiarirsi le idee.

Speaker 0: Bello chiara non ho altre parole grazie la mia era giusta sapevo che sarebbe stata una chiacchierata molto bella e ed è stata proprio sorpassato tutte le mie aspettative quindi ti

Speaker 2: ringrazio per la tua

Speaker 0: e per la tua empatia anche nell'affrontare questa tematica molto molto ostica.

Speaker 2: Sì, io spero che la nostra chiacchierata possa essere veramente di aiuto a tante famiglie che si sentano un po' meno sole, quello già sarebbe un grandissimo traguardo per quanto mi riguarda. Quindi ti ringrazio davvero per avermi dato questa opportunità, io sono davvero molto onorata di essere qui, quindi spero di aver buttato lì un sassolino che possa poi generare altri pensieri.

Speaker 0: Sicuramente hai piantato semini, come dico io. Quello non c'è dubbio. Grazie Chiara, alla prossima.

Speaker 2: Grazie a te. Ciao.

Speaker 0: Ciao ciao. Che dire, credo che abbiamo già detto tutto. Forse l'unica cosa che aggiungerei, anzi che ripeterei, è questa: se stai passando in questo periodo per la privazione del sonno non tenerti le tue emozioni, non pensare che la tua rabbia sia fuori luogo, non pensare di doverla reprimere, non pensare di non poterla condividere, non fare effetto pentola a pressione ovvero non tenerti tutto dentro finché esplodi ma cerca davvero di prenderti cura di te da oggi, da adesso, da questo momento, finisci di ascoltare questo episodio e poi fai un'azione, prendi una decisione che sappia di cura di te perché è da lì che devi ripartire, è da te che devi ripartire, è da quell'egoismo che io chiamo egoismo costruttivo che devi ripartire. Riparti da lì, faccio il tifo per te. Vi ricordo che mi trovate anche ovviamente su w w w punto la tela punto com e anche su instagram come la tela di Carlotta blog.

Buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao!