benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi ho deciso di fare una cosa un po' diversa dal solito. Sapete che ogni tanto io ho le mie idee e quindi ve le propongo e poi voi mi dite se vi piace, se non vi piace, mi date dei feedback e aggiusto eccetera eccetera. Di solito non penso molto a um se un'idea funzionerà o meno. Io di solito ho un'ispirazione la la sviluppo e poi capisco dopo se funziona o meno, se funziona continuo o se non funziona, non continuo e oggi è un po', una di queste ispirazioni e vi spiego perché nasce da um una da delle conversazioni molto belle che ho avuto ultimamente con Zaira Zaira. Voi probabilmente la conoscete già, perché a parte che abbiamo fatto un episodio insieme proprio sugli stereotipi di genere, si intitola stereotipi di genere. Facciamo piccole rivoluzioni, è molto, molto bello. Un episodio che vi consiglio di andare a ad ascoltare o riascoltare. Ve lo lascio anche nelle note dell'episodio, um ma dovete sapere che Zaira da allora è diventata un po', un punto di riferimento per me proprio per le conversazioni sulla parità di genere, sugli stereotipi di genere e sta facendo un bellissimo lavoro di divulgazione che mi piacerebbe amplificare, perché credo fortemente che, um dobbiamo amplificare le voci che sentiamo che vibrano di più dentro di noi e quindi mi è venuta questa idea di amplificare la sua voce leggendo ogni tanto prendendo un suo articolo e leggendolo e facendo una cosa, magari un po' diversa, ovvero che magari lei ci offre la sua visione con la sua vera voce che io introduco nell'episodio e magari legge o ci racconta dei piccoli aneddoti um mentre io appunto, che io inter calo con la lettura del suo articolo. Una cosa che mi sono dimenticata di dire prima è che oltre a fare riferimento a Zaira, proprio sulle conversazioni e sulle riflessioni sulla parità di genere, gli stereotipi di genere, proprio perché sento che la sua voce sia diversa da tante altre che parlano di stereotipi di genere e di parità di genere, tanti altri, sento molta rabbia spesso e volentieri quando si parla di stereotipi, di genere, di parità di genere. Um e invece credo che questa conversazione debba avvenire più da un luogo di amore. Perché è vero che a volte o spesso il cambiamento parte da un luogo di rabbia, da un'emozione forte, da un luogo anche di odio, a volte verso noi stessi, verso gli altri. Ma è anche vero che per portare avanti un cambiamento e lasciare che davvero ci cambi nel nostro profondo dobbiamo trovare o ritrovare un luogo di accoglienza, di accettazione, di amore, di rispetto. Ed è per questo che mi piace moltissimo la voce di Zaira. E quindi ho anche chiesto a lei di correggere interamente la guida Storie arcobaleno, che è proprio una guida per il genitore, che ha anche un libricino stampabile da leggere insieme ai bambini in cui parlo di diversi orientamenti sessuali e di identità di genere. E lei ha fatto un ottimo lavoro e noi abbiamo incorporato tutto il suo feedback all'interno della guida per il genitore e anche del libricino stampabile. E per me è stato un esercizio per aprire la mente, anche proprio per riflettere molto su determinate frasi che avevo scritto e che invece Zaira mi ha corretto all'interno della guida sempre con molta umiltà, perché poi lei mi dice sempre solo un suggerimento, però in realtà è da sono davvero osserva- tutte osservazioni valide. Infatti le ho incorporate tutte e anzi ho cambiato anche dei miei modi di parlare dopo questo lavoro che ho fatto con lei. E quindi ecco, questa è l'idea e oggi per introdurre questa idea che magari potrebbe essere un appuntamento bimensile um non lo so, poi ne parleremo nei commenti, magari se volete lasciarmi il vostro feedback e dirmi di che cosa ne pensate, perché poi alla fine il podcast certo lo registro io, ma lo registro per voi. Quindi mi piace anche avere la vostra opinione e che questo podcast sia un po', un lavoro di gruppo. Ecco che grazie al vostro feedback lo rendiamo sempre migliore e sempre più utile alle famiglie che lo ascoltano. Quindi per introdurre tutto questo ho deciso di leggervi oggi un post di zaira che ha pubblicato sul suo sito w w w punto zaira con punto com che è un po' un le fon- sono un po' le fondamenta ecco della casa della parità di genere e si intitola proprio venti consigli pratici per educare alla parità di genere. Quindi ci racconta un po' che cosa significa educa- educare all'uguaglianza di genere, da dove iniziare? Come fare e credo che sia un buon punto di partenza proprio per iniziare ad aprire la conversazione. Perché magari quando ti parlo di parità di genere o di educare all'uguaglianza di genere, tu mi dici ma che cosa significa? Quindi lascio momentaneamente la parola a zaira perché mi piacerebbe che vi raccontasse proprio lei perché ha iniziato questo percorso? Perché si è interessata così tanto e agli stereotipi di genere all'educazione all'eguaglianza di genere e, um qual è stato il motore? Lascio la parola a lei. Grazie mille carlotta, per ospitarmi qui, sul tuo podcast. Il tuo sostegno significa davvero molto per me. Vi racconto brevemente come è nato zai racconta chiaramente non è stato un momento, ma un susseguirsi di aneddoti che hanno fatto sì che immerge minasse quest'idea. Um, il tutto è partito qualche anno fa, quando per l'ufficio federale per cui lavoro, dovevo scrivere un articolo sulla mia carriera professionale e semplicemente a un certo punto dovevo dire che io sono un ingegnere meccanico. O meglio, adesso dico che sono un'ingegnere meccanica, ma lì sul momento ho scritto ingegnere meccanico e mi ricordo proprio che mi sono posta la domanda ma si dirà ingegneria meccanica? Devo metterci l'apostrofo dopo un ingegnere sono andata a vedere su un dizionario e ho visto che semplicemente il femminile professionale di ingegnere è ingegnera più o meno semplicemente perché da lì mi sono avvicinata al mondo della parità di genere. Più in generale, perché ho notato che attorno a questo, che potrebbe essere semplicemente un fatto di grammatica, c'è un dibattito veramente polarizzante e mi son chiesta il perché, scavando un pochettino anche nel simile, in un contesto simile um- sono capitata su un grafico che mostrava la percentuale femminile di persone che si sono iscritte al becero in ingegneria meccanica al politecnico di zurigo, che è lo studio che ho fatto io anni fa e vedo che ancora al giorno d'oggi le persone di genere femminile che sono iscritte sono soltanto il dodici per cento e lì il mio cervello ha cominciato a interrogarsi. Perché? Perché diciamo che io non mi sento particolarmente capace o suprema di un'intelligenza particolare, mega razionale, fredda calcolatrice. Io mi sento veramente una persona di genere femminile nella norma che però ha preso una via non nella norma a livello statistico e io parlo sempre di norma statistica e quindi interrogando su questo aspetto mi sono detta beh, probabilmente il fatto che io sia finita a studiare ingegneria meccanica ha molto a che fare con l'educazione che ho ricevuto. Da una parte ho avuto un nonno che fortunatamente mi ha fatto avvicinare alle materie scientifiche nonostante io fossi una bambina e non un bambino e l'ha fatto con un approccio molto sperimentale che ha fatto sì che io cominciassi proprio ad appassionarmi a matematica, fisica e materie di questo tipo. Anche se la mia famiglia non era perfetta dall'altro lato posso dire che ho avuto una eh una un'educazione piuttosto libera ed aperta e sicuramente anche questo mi mi ha aiutata a poter intraprendere questo percorso che ancora al giorno d'oggi è visto come un percorso tipicamente maschile. Ragionando su questi aspetti mi sono detta Okay, secondo me è è vero che si possono risolvere alcuni problemi a livello politico o o aziendale come non so, penso a al a dei metodi, come um le quote di genere che si chiamano anche quote rosa o altri tipi di aiuti che potrebbero appianare le disparità di genere nella vita adulta, diciamo. Però per me era un po' come mettere una pezza e non risolvere il problema alla radice secondo me sarebbe ben più efficace e duraturo e a lungo termine se potessimo risolvere questo problema a partire dalla radice, ovvero con l'educazione dei bambini. Ed è per questo motivo che ho deciso poi a un certo punto di contattare Carlotta, che, um a mia sorpresa, ha accettato il mio auto. Invito sul podcast insieme abbiamo registrato il mio primo e unico fino a questo momento podcast l'episodio numero ottantasei in cui parliamo appunto di stereotipi di genere nell'infanzia perché io mi son detta io devo parlare ai genitori perché saranno loro la chiave di volta perché, come dice spesso la Carlotta, sono i genitori che oggi hanno la responsabilità di educare gli adulti del futuro e poco dopo ho anche aperto il mio sito Zai racconta punto com e anche il profilo omonimo è zai racconta su Instagram Con i miei contenuti voglio aiutare i genitori ad educare alla parità, sradicando stereotipi. E ho due tipi di contenuti eh. Ci sono dei contenuti che sono piuttosto focalizzati sul bambino e su come educare il bambino, come ragionare col bambino, come sradicare stereotipi nei bambini e così via. E poi però mi sono accorta abbastanza in fretta che io non posso non parlare in articoli dedicati ai genitori proprio del genitore perché è davvero incredibilmente vero quanto già solo l'esempio modella l'educazione che che stiamo passando ai nostri bambini. È per questo che miro anche a parlare ai genitori stessi per renderli consapevoli di alcuni stereotipi che magari abbiamo dentro e a cui non abbiamo mai pensato per evitare di tramandare ai nostri bambini i miei contenuti parlano soprattutto di parità di genere, perché questa è una discriminazione di cui io posso parlare davvero in prima persona. Però non non posso non parlare e non tenere a mente altri tipi di discriminazione non può quindi spesso nei miei contenuti parlo anche di temi legati per esempio al razzismo o all'omotransfobia, perché sì eh, io in prima persona posso parlare di parità di genere, ma il messaggio finale che io voglio passare con i miei contenuti è che tutte tutte le persone, in tutte le loro differenze e peculiarità, sono valide e hanno il diritto di essere trattate in maniera equa. Grazie mille, grazie mille a te Zaira tra l'altro mi ha fatto ridere perché quando mi ha mandato questo audio mi ha poi detto sul finale ho detto un grazie mille che non c'entra proprio nulla ma ho detto grazie, perché la situazione più simile in cui mi trovo nel mio quotidiano sono le presentazioni di lavoro in cui alla fine ringrazio per l'attenzione. E allora io le ho detto guarda, non ti preoccupare perché con me su grazie eh vai proprio tranquilla perché io spesso e volentieri dico grazie anche alle persone che escono dall'ascensore senza alcun motivo. Infatti Alex mi prende sempre tantissimo in giro e ora vado a leggervi quello che um Zaira ha scritto nel suo articolo. Prima di tutto ci invita a fare un gioco, ci invita a visualizzare una persona che gioca a calcio. Probabilmente avrai visualizzato un uomo perché nella tua vita non avrai visto molte calciatrici. E se invece ti chiedo di visualizzare una persona che fa balletto o una persona che pilota un drone? Ecco, ci siamo capiti, questo è normale. Abbiamo tanti stereotipi interiorizzati in base al nostro vissuto. Gli stereotipi fanno parte di noi perché sono basati su un meccanismo di sopravvivenza del cervello. Se vedo una sagoma in mezzo a una radura, voglio capire subito se si tratta di una casa, un albero o un orso bruno. Giusto. È importante però cercare di sradicare gli stereotipi, soprattutto quando siamo in compagnia di bambini che sono delle spugne e fanno davvero presto a interiorizzarlo. Per esempio l'altro giorno um Zaira racconta che suo figlio era in giro con il suo papà e vedendo un bambino solo, ha chiesto dov'è la sua mamma. E a Zaira questo ha fatto, specie perché lui stesso il bambino era a spasso con il suo papà. E poi Quindi continua e scrive Anche se mio figlio è abituato a stare due giorni su cinque settimanali con il papà, la domanda più spontanea che gli esce è questa Mio figlio di due anni e mezzo ha già interiorizzato lo stereotipo secondo cui un bimbo piccolo viene accudito per lo più da una madre. Lo avrà assorbito da me che in situazioni simili potrei chiedere la stessa cosa senza rendermi conto del cliché che vado a rinforzare lo avrà assorbito dalla società. Ovvero? Stando in questo mondo in cui al parco giochi le mamme sono molte più dei papà, almeno cinque giorni su sette e lo avrà magari assorbito anche dai libri in cui spesso la figura unica di riferimento dei cuccioli, per esempio, sono le mamme. I papà non esistono, ci hai mai fatto caso. Zaira quindi procede a individuare quattro aree in cui possiamo fare qualcosa da subito per migliorare il mondo in cui viviamo. Grazie all'educazione alla parità. Uno. Il linguaggio due La vita quotidiana tre i giochi e le attività. Quattro Le emozioni. E poi mette anche un attenzione perché dice che parlando di stereotipi di genere, lei parlerà spesso di uomini, donne, maschi, femmine, mamme, papà. Ma non dobbiamo dimenticarci che sarebbe ancora meglio vivere al di là del binari di genere e ricordarci che non tutte le famiglie hanno una mamma e un papà. Zaira procede quindi a darci i suoi cinque migliori consigli riguardo all'utilizzo di un linguaggio a supporto della parità. Perché dice il linguaggio influenza il nostro modo di vedere il mondo di pensare e di comportarci. Ti rendi conto del potenziale che abbiamo già solo controllando quello che ci esce dalla bocca? Le parole che ci escono dalla bocca. L'obiettivo principale è slegarsi dall'idea che ci sono attività, professioni, emozioni, comportamenti, eccetera, eccetera, più adatti ad un genere che all'altro. Quindi i cinque consigli più efficaci, secondo lei, in fatto di linguaggio paritario, sono questi uno evita il più possibile le parole maschio, femmina, uomo, donna, signore, signora bambino, bambina, femminuccia, maschiaccio, eccetera eccetera. E quindi evita automaticamente frasi del tipo Il calcio è uno sport da maschi, oppure le femmine non si comportano così o fanno quel gioco. I maschi non si comportano così o fanno quell'attività oppure sei un maschiaccio, sei una femminuccia. Usa invece parole come persona anziché uomo, donna, signore o signora, per esempio. Invece di dire guarda un uomo che sta guidando una ruspa, puoi dire guarda una persona che sta guidando una ruspa. Tre usa la parola persone anziché il maschile sovra esteso, per esempio. Invece di dire guarda degli operai, possiamo dire guarda delle persone che lavorano nel cantiere. Un altro consiglio è usare i femminili professionali rispettando la grammatica italiana. Basta controllare su un vocabolario online, per esempio, invece di dire Cecilia è un ingegnere, dire Cecilia è un'ingegnere che è una parola che effettivamente esiste. Cinque. Parlare di genitori anziché di mamma o papà per esempio, o c'è un bimbo solo. Chissà dov'è dov'è la sua mamma invece di dire questo possiamo dire o un bimbo solo, chissà dove sono i suoi genitori. E poi Zaira fa una riflessione che io trovo molto importante in tutta questa conversazione sulla pari sull'educazione alla parità di genere all'uguaglianza di genere dice che sa che tutto questo può sembrare faticoso, ma che è un processo e che quando prendiamo consapevolezza possiamo soltanto migliorare un micro passettino alla volta. Ci sono ancora persone che dicono che i i problemi sono ben altri, che la parità di genere non si raggiungerà mettendo una a al posto di una e quindi per esempio dicendo ingegnera invece di ingegnere. E però zaira vuole proprio mettere l'attenzione sul fatto che da qualche parte bisogna pur cominciare. E poi Zaira continua dicendoci le otto cose che sta applicando nella sua vita quotidiana per educare la sua famiglia alla parità e dice per educare anche se stessa alla parità, ovviamente perché spiega che la nostra vita quotidiana è davvero una palestra in cui allenarci a sradicare gli stereotipi. Um, a questo proposito racconta un aneddoto divertente che le riguarda in prima persona e dice proprio che si stava preparando a uscire con suo figlio e voleva prendere il triciclo. Però a quel punto ha notato che le gomme del triciclo erano sgonfie e in un nanosecondo le si sono apparsi un sacco di pensieri limitanti perché era a disagio, si sentiva a disagio all'idea di gonfiare delle gomme quale sarà la pompa giusta? E se inserendo la pompa faccio sgonfiare tutta la gomma, chiedo a mio marito di fare questo lavoro. Um anzi no, lascio qui il triciclo e prendiamo il monopattino e poi è intervenuta la sua mente razionale che invece ha detto Okay Zaira, um normalmente non ti occupi tu delle ruote della bici, dei tricicli eccetera eccetera. Però per favore fai uno sforzo a favore della parità di genere. A me piace moltissimo come si parla, perché anch'io spesso mi parlo così e quindi ha racconta poi che ha brandito una pompa, il triciclo, tutta la sua inadeguatezza e anche la paura di far scoppiare una camera d'aria e si è messa in un posto dove era sicura che suo figlio e suo marito potessero vederla e ha gonfiato le ruote del triciclo. E a quel punto fa una riflessione, si chiede Mi sono sentita scomoda e giudicata dal marito. Sì, è assurdo come per una cosa oggettivamente piccola possiamo già sentirci fuori dalla nostra zona di comfort e quindi ecco que alcuni spunti interessanti. Uno se la situazione lo permette, e se vi va, considerate un modello familiare in cui entrambi i genitori abbiano un lavoro stipendiato anche part-time due in casa almeno qualche volta. Invertite i ruoli di genere, i ruoli dei genitori Se di solito cucina la mamma che cucini il papà, se la partita di calcio la segue il papà che ogni tanto la segue la mamma che il papà si stiri le sue camicie che la mamma costruisca la casetta in giardino o gonfi le pompe del triciclo. Tre tre fratelli e sorelle Cerchiamo di non fare distinzioni in base al genere e seguiamo il più possibile le loro inclinazioni. Quindi, per esempio, se la sorella ha la maglietta rosa e anche il fratello la vuole, va bene se il fratello può infangare dalla testa ai piedi anche la sorella può farlo. Entrambi possono aiutare in cucina o a cambiare le gomme della neve alla macchina. Quattro Non commentare il tuo corpo e quello altrui davanti ai tuoi figli. Il passo successivo sarà anche quello di smettere del tutto, anche nella tua testa. La pressione estetica è un tema enorme che colpisce soprattutto le donne e non è un caso che a soffrire di disturbi alimentari e soprattutto il genere femminile. Quindi bando a frasi come Devo dimagrire, devo mettermi a dieta, Chissà quanti chili prenderò in vacanza. Guarda che rotoli di ciccia. Non mi posso permettere una maglia così attillata, eccetera eccetera. Se sentiamo la necessità di passare messaggi che riguardano l'educazione alimentare e la salute, possiamo sostituire le frasi sopra in questo modo, per esempio, sento la necessità di mangiare più verdure per trattare bene il mio corpo. Vorrei ridurre il mio consumo di zuccheri perché ho letto degli effetti negativi che ha sul mio corpo, oppure mi piace cucinare i dolci in casa così so che cosa ci metto dentro, eccetera, eccetera eccetera. E poi ci consiglia, anche se vogliamo approfondire il tema della grasso fobia, un primo passo sarebbe leggere pelle di faccia di Chiara Meloni e marabelli. Cinque. Proponi una gran varietà di colori, a meno che tu li adori, minimizza l'uso di colori stereotipati e quando lo fai inverti lì. Per esempio spazzolino blu alla mamma rosa, al papà. E poi Zaira racconta che lei e suo marito avevano fatto questo con gli asciugamani, ma lo stereotipo era così radicato in lei che ogni tre per due sbagliava e prendeva il suo asciugamano rosa ed effettivamente anche questo è successo a me e a mio marito con gli spazzolini da denti proprio. Sei se conosci persone con un mestiere particolare in base al genere, come un'ingegnere una meccanica d'auto, una chirurga, un infermiere o un estetista, parlane con i tuoi bambini, faglieli addirittura conoscere magari sette, similmente se per strada vedi una giardiniera o una camionista indaffarata a scaricare un carico con la sua autogru fermati accertati che i tuoi figli vedano queste immagini con i loro occhi e non c'è nemmeno bisogno di far notare il genere. Otto se non ne hai l'abitudine almeno ogni tanto segui le squadre femminili o le professioniste sportive per quegli sport che sono stereotipi maschili e viceversa. Queste sono solo otto idee, ma se avete altri commenti, altre idee più pertinenti alla vostra situazione, alla vostra cultura, al posto in cui vivete, condividetele nei commenti del podcast o nei commenti del post di Zaira, che ovviamente vi metto anche nelle note dell'episodio. Poi Zaira prosegue con i giochi e le attività per bambini e bambine e ci dà cinque, anzi tre dritte per promuovere la parità di. In realtà Zaira approfondisce questo tema in un altro suo post, quindi vi consiglio di andarlo a cercare, se vi interessa. Sul suo sito, però, ecco i suoi tre migliori consigli Sono questi i giocattoli osservare attentamente i bambini tutte le volte che hanno a disposizione giocattoli non loro, per esempio nei negozi, nelle ludoteche, nei parchi, a casa d'altri che cosa li attrae davvero per i giochi di ruolo? Lasciarli fare. Quindi se tuo figlio vuole allattare una bambola, lascialo fare. Se tua figlia dice che quel duplo con il rossetto e i capelli lunghi è un signore, lasciala dire lasciala fare. Se tuo figlio vuole impersonare una bambina, lascialo fare d'altronde. Se lo lasci essere un gatto non puoi impedirgli di essere un bambino di un altro genere. Giusto. E poi anche guardare alla selezione di libri e cartoni animati che non è per niente facile con l'offerta odierna, ma possiamo sforzarci comunque di trovarne e richiederne alcuni che non siano stereotipati. E poi, um, sempre nel suo post vi lascia una lista di alcune case editrici e collane che lei stima e che apprezza e quindi vi consiglio di andarla a leggere. Se vi interessa approfondire il tema poi ci dice anche ultima cosa, le quattro cose che dobbiamo assolutamente sapere in fatto di emozioni e parità. E dice Questo paragrafo mi fa sorridere perché se penso al pianto durante la mia infanzia mi vengono in mente due immagini Mio papà, che è granitico, mi dice non piangere. E mia mamma che è accogliente, mi dice Piangere fa bene agli occhi. Um probabilmente tanti di noi si ritrovano nelle parole di Zaira e lei dice che ha preso il meglio da entrambi. Meno parole possibile e messaggio accogliente. Quindi lei quello che dice a suo figlio è piangere, fa bene punto. Ed ecco i suoi quattro migliori consigli pratici riguardo alle emozioni uno. Accogliere tutte le emozioni dei bambini Indipendentemente dal genere, le bambine possono arrabbiarsi. I bambini possono avere paura, i bambini possono piangere. Due. Nominare le proprie emozioni con i figli, soprattutto quelle stereotipate. Il papà può dire Mi sento triste, ho paura. La mamma può dire Mi sento furiosa, mi sento arrabbiata. Tre. Esercitatevi al parco o alla fermata del bus, osservando assieme ai vostri bimbi le persone attorno a voi e cercando di indovinare le emozioni che provano e magari proprio noi, nella nostra mente adulta, cercare di individuare emozioni che sono prettamente maschili o femminili, nell'altro genere e farle notare ai nostri bambini. Quattro. Stare attenti ai media che consumano i bambini. Per esempio libri e cartoni animati spesso rinforzano lo stereotipo per cui un uomo non deve avere paura o piangere. A me personalmente piace tantissimo che praticamente tutti gli spunti che Zaira ci ha dato in questo articolo e che sono applicabili davvero da subito o almeno comunque la maggior parte sono applicabili davvero da subito. Um ovviamente Zaira chiude dicendo non significa che dovrai fare immediatamente tutto o tutto giusto, perché cambiare abitudini radicate nel nostro cervello da decenni non è semplice. Quindi bisogna avere pazienza, ma d'altronde noi che proviamo a prati a praticare l'educazione a lungo termine in una società che ci ha cresciuti completamente diversi e che ancora tende ad educare come è stata educata. Questo lo sappiamo già e quindi dobbiamo accoglierci. Dobbiamo sapere che sono piccoli micro passettini e che ogni giorno abbiamo l'opportunità di cambiare um un piccolo una piccola parola, un piccolo gesto, un piccolo, una piccola parte del nostro linguaggio. Quindi ringrazio tantissimo Zaira se volete andare a approfondire tutto questo, vi invito ancora una volta ad andare sul suo sito e vi lascio lo ripeto questo articolo specifico da cui poi potete trovare tutti gli altri nelle note dell'episodio. Vi ricordo che se volete lasciare un commento a questo episodio del podcast, ma lo state ascoltando su altre piattaforme che non sono al mio sito, potete trovarlo su w w w punto la tela punto com barra podcast e lì potete lasciare un commento, avviare una conversazione che è sempre molto bello e mi trovate anche su Instagram come la tela di Carlotta Blog. E trovate anche Zaira su Instagram. Mhm, vi lascio il suo account nelle note dell'episodio. Come sempre non mi rimane che augurarvi buona giornata. Buona serata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo. Ah, e fatemi sapere se vi è piaciuta questa nuova modalità di episodio del podcast. Ciao ciao!