Preferiti dei bambini
benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Prima di tutto, vi dico che potrete sentire qualche uccellino in questa casa. Non riesco a trovare un posto in cui ci sia completo silenzio. Sapete che non sono in uno in uno studio di registrazione. Sapete che per me è buona la prima, quindi qua sono e qua rimango. Quindi grazie per la vostra pazienza. Oggi vorrei parlarvi di alcune frasi che sento spessissimo. Um queste frasi sono non piaccio a mio figlio. Mia figlia preferisce stare con il papà. Il papà ci soffre perché mio figlio lo manda via e vuole solo me. Vi assicuro che queste frasi mi vengono scritte infinite volte ogni settimana e oggi non ho una scaletta e mi sono davvero proprio seduta qui per parlare con voi di queste frasi e di come mi sento io quando le sento. E delle mie ragnatele di pensieri che queste frasi scaturiscono. Non ho risposte, non ho bacchette magiche. Sicuramente ho più domande che risposte, ma in fondo, come vi dico spesso l'evoluzione più autentica per me avviene quando io, per esempio, ascolto qualcuno parlare o leggo qualcosa e formulo le formulo le mie proprie domande. Le domande che ci facciamo noi stessi spesso sono più importanti delle risposte date da altri perché riflettono esattamente la nostra vita. Okay, inizio dandovi un piccolo avvertimento, perché magari dirò cose che Ah, ti sembreranno scomode se capitasse. Ti invito a riflettere sulla frase che ti ha fatto sentire scomodo o scomoda e provare ad analizzarla. Capire perché ti ha fatto sentire così. Um, perché spesso è proprio quando facciamo le domande giuste che troviamo le risposte. Ora ti porto la mia esperienza personale, che è molto personale e per un determinato periodo della mia vita mi ha fatto soffrire parecchio quelle frasi. Infatti io le ho pensate e dette spesso di Oliver Oliver, Infatti da sempre, um, anzi, forse non da sempre. Ma soprattutto da quando è arrivata Emily è più attaccato ad Alex. Preferisce Alex a me e nel nostro caso posso spiegarti esattamente perché Perché ho analizzato questa situazione infinite volte. Ho analizzato i miei sentimenti, ho analizzato i miei sensi di colpa, ho analizzato tutto quello che questa situazione mi fa sentire e la ragione è questa è perché Alex non si sente provocato tanto quanto me dai comportamenti di Oliver e quindi riesce a reagire con più calma, che è ciò di cui Oliver, come tutti i bambini, ha bisogno. E intendo proprio a parità di carico mentale che noi dividiamo equamente in famiglia, a parità di cura di sé e di tempo che io e Alex ci dedichiamo individualmente, che sappiamo che quando non ci prendiamo cura di noi e della nostra salute mentale, siamo meno in grado di scegliere la nostra reazione agli eventi e quindi di scegliere la persona che vogliamo essere. Quindi a parità di carico mentale e cura di sé. Alex naturalmente reagisce con più calma ai comportamenti di Oliver. Perché? Perché Oliver ha dei comportamenti che fanno parte della sua personalità, che provocano parti molto profonde di me, della mia bambina interiore, che sto ancora imparando a gestire Questo punto. Per me è molto importante, perché ci ricorda che siamo genitori diversi con ogni bambino, perché ogni bambino ha una personalità diversa, che risveglia in noi emozioni diverse, perché provoca diverse parti di noi diverse parti dell'individuo che siamo del bambino o della bambina che eravamo e del modo in cui siamo stati educati e cresciuti e amati. Anzi, non so se mi sono spiegata bene in realtà. Quindi davvero credo che sia così importante che provo a ripeterlo con altre parole, perché ci tengo che sia davvero il più chiaro possibile. Vediamo se ci riesco. Le risposte che noi diamo ai nostri figli sono il frutto del bagaglio dello zaino che ci portiamo dietro dall'esperienza di tutta la vita prima di arrivare a questo momento. E quindi quando rispondiamo con rabbia, per esempio, a un comportamento di nostro figlio, non è perché quel comportamento sia necessariamente sbagliato, ma è perché quel comportamento provoca una parte di noi che ci fa soffrire e che non abbiamo ancora imparato a gestire. E questo ovviamente è un problema del genitore, non del bambino, perché siamo noi a scegliere come reagire ai comportamenti dei nostri figli o delle persone in generale. E se reagiamo male, non è perché loro sono intollerabili o perché ci provocano o perché si comportano male, ma è perché noi non siamo stati in grado di fare una pausa e scegliere chi vogliamo essere, scegliere la nostra reazione, scegliere di non lasciarci trascinare dal loro vortice. Poi, certo, alcuni comportamenti sono effettivamente sbagliati, ma questo non dovrebbe cambiare la nostra reazione. Ognuno può scegliere per sé come reagire a comportamenti sbagliati anche di fronte a un comportamento che ci provoca con il lavoro necessario su noi stessi. Possiamo imparare a rispondere in maniera sana e costruttiva. Ora, perché ho raccontato tutto questo? Perché ora che sapete che nella mia famiglia Alex riesce a rimanere calmo di fronte ad alcuni comportamenti di Oliver e io no, perché quei comportamenti non provocano Alex come provocano me. Capite anche che è ovvio che Oliver si aggrappi ad Alex. È ovvio che preferisca lui. Tutti preferiamo chi ci fa sentire bene o chi ci fa sentire meglio. Quindi se quando Oliver è in crisi io non sono in grado di reagire bene con calma, magari perdo la calma, perdo la pazienza e urlo Oliver non si sente sicuro intorno a me. E quindi preferisce Alex. Crea un attaccamento più sicuro con Alex. Finché io non riesco a imparare a gestire le mie emozioni e scegliere le mie azioni di fronte ai suoi comportamenti. È normale che Oliver si senta più tranquillo intorno ad Alex. Perché un bambino, un bambino fa spesso cose che a noi adulti sembrano scomode. E se L'adulto si arrabbia ogni volta che il bambino fa qualcosa, di scomodo e l'adulto. Perde la pazienza, urla e lo spaventa. Quel bambino non avrà piacere di stare con quell'a adulto. Preferirà stare con un adulto che lo tratta bene con un adulto che lo fa sentire bene anche quando fa qualcosa di scomodo. So che questo è doloroso per tanti genitori che mi stanno ascoltando. Lo è stato per me per molti anni, ma io credo davvero che l'unica via per l'evoluzione sia la verità e quindi è la verità che voglio offrirvi. Quindi, per capirci, prendiamo una famiglia, per esempio, in cui la madre non sta bene mentalmente, nel senso che non si prende cura di sé. Il carico mentale di questa mamma è alle stelle e spesso perde la pazienza quando perde la pazienza, grida e fa paura ai bambini. Se il papà offre un comportamento più calmo e più accogliente, se il papà è un porto più sicuro, non importa quanto poi la mamma faccia per quel bambino o quanto tempo investa a giocare con lui o a fare attività con lui o a portarlo al parco. Il bambino istintivamente preferirà comunque il papà perché il papà lo fa sentire meglio. Prendiamo invece una famiglia in cui è il papà che perde spesso la calma perché arriva da un'educazione autoritaria e non si è ancora messo in discussione e la mamma invece riesce a regolarsi più facilmente. Eh? Quando dico regolarsi intendo proprio gestire le proprie emozioni, autoregolarsi come quando regoliamo la temperatura di casa e magari quel papà ogni sera si mette a giocare insieme al bambino e passa tempo di qualità insieme al bambino. Ma in altri momenti perde facilmente la pazienza. Se le cose non vanno come vuole lui si arrabbia, magari in alcuni momenti umilia il bambino con frasi tipo Ma dai, ormai sei grande, dovresti saperlo fare o quante volte ti ho detto di non fare o frasi simili. È ovvio che quel bambino preferirà stare con la mamma. I bambini ci danno feedback, sta a noi saperli leggere. Ma non solo. Sta a noi credere a quel feedback, perché empatia non significa solo ascoltare le parole, ma anche credere a quelle parole, al modo in cui si sente chi le dice alle sue emozioni. Sta a ogni individuo singolo scegliere di fare quel lavoro. Non possiamo farlo noi per qualcun altro. Se io so che mio figlio preferisce mio marito e non mi chiedo perché e non me ne prendo la responsabilità e non ho voglia di analizzarmi. Non ho voglia di evolvere per cambiare le cose, nessuno può farlo per me. Mio marito non può farlo per me. Mio marito non può convincere mio figlio. Guarda che stai bene anche con mamma non possiamo controllare gli altri. E quello che loro provano. Possiamo controllare solo noi stessi e far sentire le altre persone in un modo o nell'altro utilizzando i nostri comportamenti, concentrandoci sui nostri comportamenti. Poi, ovviamente, ci sono situazioni in cui tutto questo non succede e il bambino ha comunque una preferenza verso uno o l'altro genitore, magari perché un genitore passa più tempo insieme a lui e quindi semplicemente quel bambino quando sta con quel genitore, sente che la situazione è più familiare e ovviamente vuole gravitare verso quella situazione. A volte succede che un bambino non riesce a sviluppare una relazione con uno dei due genitori, perché l'altro non viene dall'opportunità ed è sempre presente, magari con buona intenzione. Magari pensa di aiutare, ma in realtà fa un disservizio all'altro genitore perché con la sua presenza costante crea una dinamica che non permette all'altro genitore di sviluppare una relazione propria con il figlio o anche solo di imparare a fare il genitore, oppure ancora magari non c'è nulla di tutto questo. Magari i genitori passano la stessa quantità di tempo con il bambino, hanno la stessa opportunità di sviluppare la loro relazione individuale con il bambino. Sono entrambi naturalmente calmi e sanno entrambi scegliere le proprie reazioni e lavorano entrambi su di sé, cioè la la famiglia del Mulino bianco, che non esiste, insomma. Ma anche così il bambino preferisce comunque uno o l'altro. Anche questo è normale. Anche a noi a pelle piacciono di più alcune persone e meno altre. Non è forse così? Perché dovrebbe essere diverso per i bambini? Perché dovrebbe essere diverso per la famiglia solo perché sono sua madre o solo perché sono suo padre? No, io credo di no e credo anzi che spesso sia addirittura reciproco. È normale, altrettanto normale sentirsi meglio con un figlio o la l'altro, o che ci piaccia passare più tempo con un figlio o con l'altro. Questo non dice che amiamo di più. Uno o l'altro dice che uno o l'altro figlio è una persona più o meno compatibile con noi, proprio come succede tra amici, tra persone estranee. Quindi dalla teoria alla pratica che si fa allora? Uno Per prima cosa mi viene in mente una cosa che non si fa. Non dobbiamo prenderla sul personale, non c'è nulla di personale. Se mio figlio preferisce mio marito, ovvero mi correggo, può esserci del personale, nel senso che il bambino preferisce la persona che è mio marito o il modo in cui lo tratta mio marito. Ma questo non dice nulla di me. Non dice che io sono una pessima madre. Non dice che io non sono una bella persona. È più costruttivo prenderlo come un dato oggettivo e analizzarlo come tale. Questo mi permette di distanziare le mie emozioni e invece di disperarmi perché mio figlio preferisce mio marito interiorizzare che non c'è nulla di male e cercare di capire che cosa posso fare io o che cosa sono disposta a fare io per cambiare la situazione. Se voglio cambiarla è un po', come se io faccio un disegno e a mio marito non piace il mio disegno. Non dice che io sono una brutta persona o che non so disegnare. Dice semplicemente che quel determinato disegno a mio marito non piace magari il prossimo gli piacerà. Okay, non sono pessima con le metafore e le similitudini, quindi non so se questa ci sta, ma spero mi abbiate capita. E quindi la prima cosa è non prenderla sul personale. La seconda cosa, secondo me, è guardare la situazione attraverso le lenti della prospettiva. Spesso i genitori mi scrivono un problema sulla chat del corso, e in quel momento quel problema è enorme, è insuperabile, è insormontabile, non vedono soluzione. E io spesso mi limito ad analizzare la situazione, a riassumere quello che mi hanno detto a fare domande, indirizzarli magari verso una parte del corso dove possono trovare alcuni spunti di riflessione. E poi ricordo loro soprattutto che è temporaneo, che è una fase di provare a pensare che tra poche settimane sarà un non problema. E sapete che cosa succede. La maggior parte delle volte mi scrivono due o tre settimane dopo e mi dicono che è tutto passato o che va molto meglio. Perché? Perché hanno messo distanza tra l'emozione e il problema tra virgolette. La prospettiva aiuta tantissimo. E poi tre ovviamente, come sempre si analizza, ci si fa domande, si parla tra genitori o amici genitori. Non ci si tiene questi dubbi e queste fatiche emotive per sé, perché in quel modo si ingigantiscono e invece si prova a cambiare piccole cose. Qui e là, per esempio, spesso è necessario che il genitore che passa meno tempo lontano dai figli dia priorità a trovare più tempo per sé a esigerlo, perché in quel modo, quando si prende cura di sé, riesce poi a prendersi cura anche delle persone che ama e a non fare effetto pentola a pressione che interferisce nelle relazioni. Oppure spesso bisogna dare al genitore che sta meno tempo con i figli, l'opportunità di starci di più per poter sviluppare la relazione senza presenze esterne e quindi con meno giudizi e meno critiche e meno pressione. Ma soprattutto davvero credo che sia importantissimo ricordarsi che è una fase che è temporanea, che in questo momento che ci siamo dentro ci sembra enorme, ma che tra qualche tempo ci guarderemo indietro e vedremo che non era poi così insormontabile e che abbiamo superato anche questa. Okay, la conversazione in realtà è molto più ampia, ma questo è ciò che mi sento di dirvi oggi. Sapete che questo podcast è lo spazio in cui mi permetto di esistere senza restrizioni, senza la pressione di dover di dover essere esauriente come in un corso online o di dover stare in un determinato numero di caratteri o di secondi, come su Instagram. Per esempio. Um, questa del podcast è senz'altro la la mia dimensione preferita e sono felice che anche voi abbiate imparato ad accoglierla così com'è e per questo vi ringrazio. Quindi se sei arrivato o arrivata fino a qui, grazie per il tuo tempo. E questa forse è stata più una ragnatela di pensieri. Spero che scaturisca altre ragnatele di pensieri e prima di salutarti ti ricordo che mi trovi anche su w w w punto la tela punto com e su Instagram come la tela di Carlotta Blog. Buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.