Speaker 0: Benvenute e benvenuti a un altro episodio di educare con calma. Forse dal titolo avrete già letto il tema di oggi che è un tema un po' particolare ma in realtà nasce dalla domanda di una persona che mi scritto su instagram. Anzi vi leggo proprio la sua riflessione che dice: Stavo pensando guardando post in giro per I social a quanto queste vetrine virtuali ci stiano costringendo a dare giustificazioni su ogni scelta educativa e genitoriale. Le nostre nonne si sono mai interrogate secondo te se il sonno, l'appetito, il modo di giocare dipendesse dal proprio valore di madre? Non voglio dire che la poca consapevolezza, ignoranza fosse meglio, ma più che forse il nostro perenne domandarci e misurarci a volte ci porti lontano da un naturale fluire di relazione.
Questa domanda mi è piaciuta molto e quindi le ho chiesto subito se potevo usarla per creare un episodio breve del podcast e quindi eccoci qui. Per prima cosa però io le ho risposto istintivamente che per me essere naturale significa urlare, minacciare, punire perché quella è l'educazione che ho ricevuto e queste non sono le basi della relazione che voglio avere con I miei figli o con qualsiasi altra persona della mia vita e quindi ovviamente io ho sentito il desiderio di cambiarla. Al di là di questo però perché oggi non voglio parlare di questo, di questo parliamo già tantissimo sempre direi in ogni contenuto del percorso per educare a lungo termine, in tanti contenuti del podcast, il mio libro ne è pieno di questo messaggio, quindi quello di cui voglio parlare invece oggi è proprio questa domanda vorrei provare a rispondere alla domanda che fatto ovvero ma le nostre nonne si interrogavano? Per farlo parto da un aneddoto che ho raccontato a tante presentazioni del mio libro Cosa sarò da grande quando ho fatto il tour in Italia da febbraio a maggio, perché credo che aiuti moltissimo a capire questo concetto. Questo è l'aneddoto che ho raccontato.
Quando mia madre finito di leggere il libro eravamo entrambe ad Alba, in provincia di Cuneo, nella città in cui sono cresciuta, e al mattino siamo andate a prenderci un caffè insieme. E lei mi detto sfogliando le pagine del libro sai Carlotta, io volevo educarti proprio così, proprio così come scrivi. Tanti di questi pensieri erano anche I miei, spesso mi sono messa in dubbio, mi sono chiesta se stessi facendo la cosa giusta perché magari sentivo che c'era un'altra strada e su alcune cose mi diceva lo sai l'ho fatto, ho fatto diversamente però sulla maggior parte la società intorno a me tutta compresa mia madre tua nonna mi diceva diversamente e io non ho avuto il coraggio di andare nella direzione che sentivo essere più valida, più in linea magari con I miei valori. E allora io istintivamente le ho detto no mamma, non è vero che non hai avuto il coraggio, non hai avuto gli strumenti. E durante il tour del libro ho parlato davvero con tanti nonni e tante nonne perfino bisnonna che sono venute alle presentazioni del libro, e tutte mi hanno detto che in un momento o nell'altro della loro vita e della loro carriera di genitore si sono messe in dubbio, ma non sapevano come cambiare rotta, quindi io penso di sì, penso che anche le nostre nonne per riprendere proprio quella domanda, per rispondere a quella domanda, penso che anche loro si mettessero in dubbio, penso che si interrogassero, perché ogni generazione in qualche modo si interroga e mette in dubbio quella precedente, meno male che è così, ma proprio come mia madre quelle persone non avevano gli strumenti per fare diversamente.
Oggi noi gli strumenti li abbiamo, ne abbiamo tanti e io scelgo di onorarli proprio come forse se sei qua ad ascoltarmi stai facendo anche tu. E poi questa è un po' la mia risposta, ma ci sono anche due riflessioni in più che mi piacerebbe fare: una è che credo fortemente che dobbiamo imparare e proprio farlo consapevolmente con intenzione farlo come apprendimento, dobbiamo imparare a non giustificarci per le nostre scelte, e questo per me è un caposaldo della crescita personale in qualsiasi ambito, non solo nella genitorialità, nella nostra società siamo spesso pronti, disposti a giustificare le nostre azioni e le nostre scelte perché arriviamo da un'educazione che le condanna a ogni passo, a volte anche ingiustamente. Io penso invece che spesso quando ci giustifichiamo trasmettiamo il messaggio che pensiamo di stare sbagliando, giustifichiamo trasmettiamo il messaggio che pensiamo di stare sbagliando, che non siamo sicuri. Quando invece riusciamo a evitare di giustificarci, trasmettiamo fiducia, trasmettiamo sicurezza nella nostra scelta e questo spesso si fa semplicemente tra virgolette perché è un apprendimento che bisogna fare con consapevolezza e intenzione, intenzionalità appunto, ma il mio mini trucco è proprio rispondere alla domanda in maniera minima ed essenziale, quindi rispondere alla domanda che ci è stata fatta senza aggiungere dettagli.
Faccio un esempio molto banale: se mi chiedono ma tu fai home schooling? E io magari ho appena iniziato e non sono sicura della mia scelta oppure so che è un argomento intorno al quale c'è spesso giudizio e quindi la mia tendenza è mettermi magari sulla difensiva intorno a questo argomento per giustificare la mia scelta è possibile che magari inizio a spiegare le motivazioni, è possibile che magari inizio a spiegare le motivazioni, inizio a spiegare tutto ciò che mi preoccupa, tutto ciò che penso possa preoccupare loro, per esempio, ma I bambini che fanno home school non sono asociali, eccetera eccetera, quindi ecco comincio a dare un sacco di giustificazioni, mentre invece l'unica risposta a quella domanda è sì, faccio home schooling! Quando inizio a dare tutte quelle giustificazioni il mio messaggio è non sono sicura e per questo sento il bisogno di giustificare la mia scelta e quindi è proprio giustificare la mia scelta, e quindi è proprio per questo che io invito a dare la risposta minima ed essenziale, che in quel caso proprio di quella domanda per me è semplicemente sì, punto! Senza aggiungere altro, se hanno curiosità mi chiederanno loro per approfondire, e io continuerò a rispondere in maniera essenziale alle loro domande.
Questo mostra sicurezza di me e mi dà il tempo anche di capire quali sono I loro dubbi, perché mi hanno fatto quella domanda. Magari semplicemente non avevano altre domande ma erano solo curiosi o magari erano solo interessati perché anche loro vogliono iniziare a fare home schooling o hanno questo obiettivo e allora la conversazione sarà completamente diversa, andrà in una direzione completamente diversa. Ok, mi sono persa in una ragnatela di pensieri ma il punto è: impariamo a non giustificarci per le nostre scelte e questo ci aiuterà anche a un'ultima riflessione invece, vi E un'ultima riflessione invece, vi avevo detto che ce n'erano due questa era la prima, quest'ultima è forse un po' scontata ma la faccio comunque. Onorare gli strumenti che abbiamo a disposizione significa anche interiorizzare che noi genitori non siamo il comportamento dei nostri figli, non siamo le loro azioni, non siamo le loro parole, non siamo le loro crisi. In altre parole, il comportamento dei nostri figli non riflette il nostro valore di genitore, anzi faccio così, ve lo leggo proprio direttamente dalle parole del mio libro Cosa sarò da grande?
E questa è una parte del capitolo tredici che si intitola non sei il comportamento di tuo figlio e dice proprio: da genitori entriamo nel nostro nuovo ruolo pensando di dover essere in grado di controllare il comportamento dei nostri figli, in realtà abbiamo il controllo solo su noi stessi, sul nostro comportamento e sulle nostre reazioni agli eventi. Uno dei mantra che mi ripeto di più da quando sono madre è: non sono il comportamento di mio figlio. Certo, se mia figlia picchia, urla e dice parolacce perché vede questi comportamenti in casa, ovviamente le arriva da me e da mio marito. Gianmaria Montessori scriveva che I bambini sono spugne e ci ricordava che le spugne assorbono sia acqua pulita sia acqua sporca. Molte volte però, specialmente da piccoli, I bambini picchiano, spingono e mordono, perché sono bambini!
Non sanno esprimersi diversamente né trovare un'alternativa a quel comportamento. Il loro cervello non è in grado di ascoltarci o di soddisfare le nostre aspettative, sia perché sta ancora sviluppando la forza di volontà, sia perché la sua priorità è praticare l'indipendenza di azione e di pensiero. Il nostro ruolo di genitore di fronte ai comportamenti scomodi e prima di tutto ricordarci che non sono un riflesso del nostro valore. Et voilà! Sono stata nei cinque minuti?
No, figuriamoci! No forse va bene, non so perché ci provi ancora, probabilmente dovrei semplicemente chiamarlo ragnatele in dieci, ragnatele in quindici, et voilà! Ma questo per oggi è tutto, vi ricordo che trovate il mio libro in ogni libreria, su amazon, anche in formato digitale, e lo trovate anche come audiolibro letto proprio da me stessa con la mia viva voce su Audible e sull'applicazione Apple Books, e se volete vedere qualche info in più, compreso tutto l'indice intero, l'indice è veramente secondo me molto bello ed un'idea molto chiara di che cosa tra virgolette aspettarsi all'interno del libro, quali argomenti aspettarsi potete andare su latella punto com barra libro. Buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo.