Speaker 0: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con Calma. Oggi torno a parlarvi di libertà che diamo a bambini e bambine. Nell'episodio centottantotto vi ho già parlato di libertà intesa come autonomia, come spazio che siamo disposti e che dovremmo lasciare anche uscendo un pochino dalla nostra zona di comfort a bambini e bambine affinché possano sperimentare e affinare gli strumenti per interagire con il mondo E proprio lì vi avevo accennato che quella è solo una delle sfumature possibili di libertà che possiamo offrire nella nostra quotidianità alle nostre piccole persone. Ecco, oggi ne esploriamo un'altra che è la libertà di espressione del se. Ne parlo con l'aiuto di Zaira Shawvekker, la nostra persona di riferimento per sgretolare stereotipi e per l'educazione alla parità che ci offerto una preziosissima riflessione proprio su questo tema.
Zaira tra l'altro è una voce, una presenza molto attiva sulla tela scritto un bellissimo libro per l'infanzia che trovate nella nostra serie Cantiere Creativo che è la nostra cassa di risonanza per voci che hanno messaggi secondo noi importanti. Il suo libro si intitola La grandinata misteriosa e il suo valore sta proprio nel fatto che lei aiuta a sradicare gli stereotipi di genere senza spiegare ma semplicemente offrendo una rappresentazione onesta inclusiva perché spesso davvero tutto ciò che serve è offrire proprio questo questa rappresentazione più rappresentazione e purtroppo è ancora terribilmente scarsa nei libri per l'infanzia almeno in quelli in italiano perché all'estero come spesso vi faccio vedere anche nelle mie storie di Instagram noto che siamo già a un livello un pochino più avanzato sia in libreria sia in biblioteca ed è proprio da qui in questi in questi posti all'estero che prendo ispirazione per I contenuti sulla tela. Quindi non posso che invitarvi a esplorare questo contenuto e ora torno alla riflessione che ci lasciato Zaira ma prima di lasciarvela ascoltare perché lei l' proprio registrata con la sua vera voce faccio un passo indietro. Tutto questo episodio nasce perché un giorno mi arriva un messaggio in privato o nei commenti di Instagram non ricordo esattamente da parte di un genitore e voglio condividerlo con voi ve lo leggo: Quest'estate ho visto un bambino di quasi tre anni vestito da bambina.
Questa non è difesa dei diritti è propaganda walk sinistroide e dannosa e non mi dicano che un bambino a tre anni sa già di essere donna nel corpo di un uomo perché scientificamente non è così. Sapete una cosa? Non ho voluto rispondere! Non ho voluto avuto voglia perché ultimamente quando una persona è su un livello completamente diverso dell'evoluzione riguardo un determinato argomento, un livello completamente diverso dal mio, sento che seppure vorrei fare come ho sempre fatto che dedico il mio tempo a spiegare una visione diversa a provare a piantare un semino ora sento che c'è quando c'è questo grande divario questa grande disparità sento proprio bisogno di preservarmi di proteggermi di dedicare tempo a queste conversazioni su canali che possono andare più in profondità e Instagram non è uno di quelli ed è per questo che oggi ve ne parlo qui sul podcast. Instagram è ottimo per arrivare alle persone è ottimo anche per trovare ispirazione ma la fruizione e la conversazione e l'interazione su Instagram sono superficiali e non si riesce ad arrivare alle persone in profondità.
E si vede che io in questa fase della mia vita ho bisogno di profondità ed è per questo che lascio queste riflessioni per il podcast per il forum su sulla tela. Quindi in quell'occasione ho letto questo messaggio mi sono sentito un po' sprofondare mi è venuto uno di cui mal di cuore e allora ho scritto a Zaira un po' demotivata e un po' speranzosa forse in parti uguali. Demotivata perché diffondere questa educazione a volte è davvero o almeno sembra davvero impossibile quasi come scalare pareti di vetro con calze di lana ecco questa è l'immagine che ho nella mia mente e dall'altro lato speranzosa perché sapevo che in lei avrei trovato nutrimento per la mente crescita personale e proprio anche una riflessione costruttiva ed è stato proprio così le ho chiesto di dare voce alla sua riflessione e lei l' registrata per noi ve la lascio ascoltare.
Speaker 1: Ciao Carlotta e grazie mille per avermi chiesto delle riflessioni riguardo al messaggio che hai ricevuto, mi fa sempre un certo effetto l'idea di essere sul tuo podcast. La prima cosa che volevo dire è che il messaggio che hai ricevuto è un pochettino si potrebbe definire magari aggressivo e chiuso a una discussione però facendo finta che la persona che ci scritto è aperta al dialogo e voglia sentire un altro punto di vista proverò a offrire alcuni spunti senza pretesa di essere un'esperta di questo campo ma semplicemente condividendo un po' quella che è la nostra esperienza quindi appunto il messaggio sembra essere scritto con un tono che non ammette repliche, però se andiamo a vedere un attimino quello che questa persona scrive dice che un bambino di tre anni non sa in verità ancora di essere una bambina secondo me questa parte del messaggio è molto importante perché nasconde il vero sentimento che porta a rifiutare un tipo di educazione diverso da quello diciamo tradizionale adesso parlo dal punto di vista di educazione oltre agli stereotipi di genere no quindi lasciando la libertà a bambini e bambini di vestirsi come non gli pare ma questo diciamo come un aspetto dell'educazione oltre agli stereotipi si può lasciare bambini liberi di essere e fare anche in altri campi non solo in quello del vestirsi ma andando a scavare un pochettino sembrerebbe che la persona che ti scritto potrebbe avere delle emozioni di rabbia rabbia, rifiuto o addirittura paura per un argomento che effettivamente esce fuori spesso quando mi confronto con altre persone ovvero la paura di star confondendo una piccola persona riguardo al suo genere, quindi la paura che ci sta di fondo potrebbe essere quella che se io lascio mio figlio indossare vestiti tipicamente femminili potrei quasi starlo deviando dalla sua identità, dal suo sesso biologico e non so quasi forzandolo nell'identità di una bambina, cosa che dal mio punto di vista e sulla nostra esperienza non è assolutamente vera, però diciamo che il dubbio è lecito e volevo tra l'altro approfittarne per leggere una testimonianza con domanda annessa che ho ricevuto io da un genitore per mostrare come la stessa domanda in realtà può essere posta in una maniera un pochettino più argomentata e gentile e volevo anche validare argomentata e gentile e volevo anche validare il dubbio che c'è di fondo, ovvero stiamo confondendo I bambini se permettiamo loro di indossare delle ciabatte con dei cuoricini nel caso fossero per esempio appunto dei maschi e il messaggio è questo, mi dice sono la mamma di un bimbo di quasi quattro anni molto socievole e pieno di vita, non corrisponde assolutamente al modello di maschietto imposto alla nostra società tutt'altro il suo gioco preferito sono le Barbie con queste si diverte a creare storie di tutti I tipi ma gli piace molto anche vestirle e mettergli le scarpe, una passione per la moda e per tutto ciò che è bello, lo definisco un'esteta, ama ballare e cantare.
Nonostante tutte queste caratteristiche che indubbiamente riconducono ad atteggiamenti definiti femminili lui sa di essere un maschio e non disprezza le sue caratteristiche fisiche. Io e mio marito gli lasciamo ampio spazio nello sperimentare quello che gli piace senza limitazioni, ma ultimamente ci sono stati episodi in cui diceva di essere una bimba. La mia riflessione dunque è la seguente: questa libertà di espressione in età evolutiva può destare confusione nel bambino? Assecordarlo in tutto in questo momento delicato del suo sviluppo Potrebbe essere controproducente nel bambino creandogli disagi poi nella crescita? Ecco questo messaggio è un pochettino più argomentato e contestualizzato, penso che di fondo esprime lo stesso sentimento del messaggio che ti che ti è arrivato ovvero una paura di confondere I bambini Nella newsletter in cui riflettevo su questa testimonianza ho voluto chiedere anche il parere di due psicologhe perché comunque io non essendo né un'esperta di persone piccole né una sociologa né una psicologa ho detto Beh questa volta chiediamo a qualcuno che ne sappia più di me, ho chiesto in particolare a due psicologhe, ho detto Beh questa volta chiediamo a qualcuno che ne sappia più di me, ho chiesto in particolare a due psicologhe che sono esperte di identità di genere e volevo leggervi il passaggio in particolare di una delle due psicologhe che mi è piaciuto molto.
La psicologa si chiama Valentina Coletta e poi magari nelle note dell'episodio lasciamo il link alla newsletter su cui poi si possono trovare tutti I riferimenti. Il passaggio che volevo leggervi della sua risposta è questa: Permettere a un bambino di indossare una gonna, se lo desidera, è un esempio di come si possa rispettare l'espressione di genere del bambino senza imporre rigide norme di genere tradizionali. Il non assecondare il bambino in questi aspetti può portare sentimenti di vergogna, repressione e disagio che possono essere dannosi nel lungo termine. Invece favorire un ambiente di accettazione e supporto permette ai bambini di accettazione e supporto permette ai bambini libertà espressiva in età evolutiva non solo non crea confusione ma è essenziale per il benessere e lo sviluppo sano del bambino. Assecondare I bambini nelle loro espressioni di genere può contribuire a una crescita psicologica più armoniosa e a un senso di sé più integrato e autentico.
Per me è molto importante quello che dice perché ci sta dicendo che permettere ai bambini di sperimentare un pochettino col vestiario non li confonde anzi quasi quasi li aiuta proprio a trovare la loro strada, il loro gusto, il loro stile e tra l'altro appunto se noi facciamo capire a un bambino che quello che lui desidererebbe è sbagliato comunque stiamo passando dei messaggi che a dipendenza dei nostri valori non sono molto costruttivi ad esempio appunto io ti giudico per il tuo modo di essere vestito ma siamo tutte persone diverse con gusti estremamente diversi tra loro e non c'è un modo di vestirsi oggettivamente giusto o sbagliato, ci può essere uno stile che piace o non piace. Chiaramente non stiamo andando a negare l'esistenza del genere maschile e femminile e il fatto che nella nostra società effettivamente uomini e donne, tendenzialmente, possibilità di uscire da questi schemi. Se si vuole, è più raro incontrare persone che si vestono fuori dagli schemi di genere ma volendo lo si può fare e chi lo fa non deve venire giudicato perché non sta facendo male a nessuno chiaramente nell'ottica di queste persone con una visione molto estremista della questione loro credono che non so un bambino che va in giro investito con una gonna stia addirittura portando a confondere altre persone quindi forse per questo che loro non lo vedono come un gesto così innocuo diciamo però io lo vedo un po' come come noi mettiamo che una sera dobbiamo uscire e quella sera lì non so dobbiamo andare a un matrimonio a una un'occasione particolare e allora cominciamo a indossare un vestito e poi un altro e poi un altro ancora e così facendo non è che ci stiamo confondendo ma stiamo cercando di arrivare a un modo di vestirci che ci faccia sentire bene noi stesse persone ma anche che ci faccia sentire a nostro agio nel contesto in cui poi ci troveremo quindi non ci stiamo confondendo ma stiamo sperimentando diversi stili diversi modi di vestirci per trovare il buon compromesso diciamo così e questo è un pochettino il messaggio che usciva dall'intervento della psicologa Coletta.
Poi quello che io posso fare è parlare della nostra esperienza, quindi queste persone con una visione un pochettino estremista sulla questione lasciare o meno I bambini vestirsi da bambine e viceversa pensano per esempio che magari io stia forzando mio figlio a essere fuori dagli schemi ma la verità è che proprio non è così io semplicemente gli sto offrendo delle opzioni in più e lo lascio libero di scegliere quello che si senta perché io so che il fatto che al giorno d'oggi dalle nostre parti indossare il rosa visto come una cosa da femmina io so che questa è una cosa del tutto arbitraria e nella nostra famiglia per I valori che noi abbiamo non me la sento di imporre questa regola diciamo così quindi assolutamente nessuno è obbligato nell'essere fuori dagli schemi, come dico sempre a chi per esempio mi scrive preoccupata o preoccupato che I propri figli sono assolutamente incredibilmente stereotipati io spesso dico sempre liberi anche di seguire gli stereotipi quindi secondo me è un grande malinteso quello, che è un grande malinteso quello, che è un grande malinteso quello, che è un grande malinteso quello, che è un grande malinteso stereotipo al contrario non è proprio così si tratta di aggiungere e non di limitare e di togliere e chiaramente dipende tantissimo dai valori di una famiglia adesso io non so magari una persona che segue la religione cattolica su questo punto ragionerà in un modo diverso perché I suoi valori saranno diversi le sue credenze saranno diverse e per loro la questione della divisione dei ruoli e del seguire certi dettami è più importante io non me la sento sinceramente di mettere in dubbio chi la pensa così ma io personalmente per me per I miei valori non ho nessun buon motivo di impedire mio figlio di indossare una gonna se me lo chiede quindi a me piace l'idea di relativizzare un pochettino le nostre usanze e magari quello che potrei fare è dire ad esempio se io non me la sento che mio figlio esca con la gonna in società che ci sta del, ci sta anche questo è un processo, è un percorso, quello che però cercherei di fare è di relativizzare quest'usanza e dire guarda io non me la sento che esci con la gonna perché tu sei un maschio e generalmente nella nostra società al giorno d'oggi effettivamente le gonne vengono indossate soprattutto dalle femmine e questa è una verità però è una verità molto relativa perché se ad esempio pensiamo alle isole Fiji abbiamo il presidente delle isole Fiji che indossa un completo con tanto di gonna perché da quelle parti lì indossare la gonna non è una cosa che fanno soltanto le donne diciamo così addirittura la polizia o addirittura l'esercito da quelle parti hanno una divisa che contempla l'utilizzo di una gonna e tra l'altro questo discorso mi permette anche di aggiungere una cosa che è veramente importante ovvero quella che una cosa rara che si vede poco in giro non significa che sia sbagliata quindi è vero è più raro vedere una persona, un maschio, un uomo che indossa la gonna ma se lo fa non significa che quella persona è di per sé sbagliata e a me aiutato tantissimo vedere mio figlio in gonna perché mi fatto proprio capire chiaramente non è sempre così e sì può essere che se una persona giovane con insistenza per lungo periodo chiede di indossare vestiti che socialmente sono attribuiti al genere diverso dal proprio può essere sintomo di un'identità di genere non allineata con proprio sesso biologico però in generale direi che non è così e infatti a me aiutato tantissimo vedere mio figlio in gonna per dissociare questa cosa che spesso crediamo ovvero che l'espressione di genere il modo con cui ci decidiamo di presentarci al mondo non corrisponda all'identità di genere io Zaira che mi identifico col genere femminile e sono nata femmina se indosso una cravatta e un completo sono sempre iozaira donna e questo vale anche per un bambino infatti adesso farò una cosa molto strana che è quella digitare me stessa citata da Carlotta nel libro Cosa sarò da grande?
Perché effettivamente quella è la frase che mi tocca tantissimo e non c'è nulla di più vero sull'educazione che sto testando con il nostro bambino quello che ho scritto e che Carlotta ripreso nel suo libro è che mi aiutata a vedere mio figlio in gonna perché forse nell'inconscio pensavo che il mio bimbo sarebbe cambiato per un pezzo di stoffa di una certa forma e colore e invece era sempre lui e questo è proprio vero proprio proprio vero nel senso io l'ho visto in gonna ed era lui uguale identico ai comportamenti quello che diceva la voce quello che faceva quello che pensava quindi ecco distaccarsi un pochettino dall'idea che un vestito renda una persona diversa da quello è, un vestito alla fine è un vestito chiaramente c'è tutta la questione della paura delle prese in giro che non è da sottovalutare quindi lì il mio consiglio è semplicemente di dirlo ai bambini e alle bambine magari si può lasciarli sperimentare in casa ma poi essere sinceri sulle proprie emozioni e dire guarda io al momento non me la sento di lasciarti andare all'asilo con la gonna perché ho paura che ti si prenda in giro o ti si faccia un commento visto che appunto da queste dalle nostre parti I maschi di solito non portano la gonna, però per me è importante essere onesti, oppure se invece noi crediamo che appunto questa divisione anche nel modo di vestirsi sia molto importante per una qualche credenza magari legata alla religione dirlo, esplicitarlo penso che possa aiutare molto bambini e bambini comunque a capire da dove viene questa questa credenza.
Invece se si vuole tentare di lasciare la libertà ai nostri bambini e alle nostre bambine di uscire o di essere in una maniera un po' anticonformista ci sono sicuramente diversi accorgimenti che possiamo mettere in atto ne ho nelle note dell'episodio. Un'ultima cosa su cui volevo riflettere è la questione del doppio standard. Spesso spesso spesso queste testimonianze oppure questi commenti molto negativi su un bambino vestito da bambina vengono fatti appunto a bambini maschi, quindi per I bambini maschi oggigiorno è molto molto più difficile lasciare lo stereotipo. Fateci caso, per le bambine è molto più semplice essere o comportarsi o vestirsi da maschio, passa molto più inosservato, questo è sicuramente una cosa interessante, passa molto più inosservato. Questo è sicuramente una cosa interessante su cui poi potremo riflettere.
Un'ultima cosa prima di lasciarvi, allora io prima ho fatto sapere che effettivamente la prima volta ma poi anche le volte successive che ho visto mio figlio in gonna ho realizzato di quanto in realtà un vestito successive che ho visto mio figlio in gonna ho realizzato di quanto in realtà un vestito fosse poi soltanto un vestito e lui rimaneva lui anche se indossava un vestito pensato per un genere diverso dal suo, però effettivamente sul medio lungo termine volevo dire che non bisogna sottovalutare il fatto che I vestiti per l'infanzia in effetti possono poi influenzare quella che si chiama la socializzazione di genere dei bambini e delle bambine perché effettivamente soprattutto I vestiti per l'infanzia sono estremamente divisi per genere veicolano dei messaggi completamente diversi se sono pensati per bambine o bambini adesso pensiamo ai vestiti per bambine spesso disegnati con colori molto tenui, tendenti al rosa, con simboli delicati, teneri, magari anche scritte che rimandano all'amore, all'amicizia, alla bellezza, mentre vestiti pensati per bambini maschi solitamente sono di colori più scuri legati al blu, al grigio, al nero, le scritte rimandano magari alla forza, alla velocità, alla potenza, alla conquista, ci sono anche magari più vestiti per bambini maschi con rimandi al militare ad esempio e questo sicuramente influenza uno la percezione che le persone hanno delle piccole persone che indossano questi vestiti ma anche poi magari la percezione che I bambini e le bambine hanno di se stessi, cominciano a sapere quello che le persone si aspettano da loro, quello che la società si aspetta da un genere piuttosto che dall'altro, infatti se pensiamo di avere davanti a noi due persone piccole mettiamo anche gemelle, una è vestita con un vestito rosa di tulle pieno di brillantini e l'altra persona magari è vestita con dei pantaloni neri e un giubbotto di pelle e una maglietta militare.
Anche il modo con cui noi persone adulte ci approcciamo a questi due esserini sarà tendenzialmente, se non siamo super consapevoli, diverso alla persona con la gonna di Cillo Rosa magari attenderemmo di più a voler sottolineare l'eleganza e la bellezza mentre all'altra persona magari potremmo chiedergli Hey come va, che sport pratichi o Wow sei molto cresciuto sembri proprio diventato forte qualcosa del genere quindi sul medio lungo termine poi effettivamente il modo in cui ci vestiamo gioca un ruolo anche nella socializzazione di genere, però ecco io il messaggio che volevo dire era più legato al messaggio ricevuto da Carlotta, ovvero questa questione del confondersi sull'identità e quindi avevo più ragionato su questo aspetto qui. Quindi ecco queste sono le mie riflessioni, spero che possano aver aiutato una qualche persona e io ti ringrazio Carlotta per la fiducia, per lo spazio e alla prossima.
Speaker 0: Grazie Zaira, come sempre ogni tuo contributo è denso ed è davvero accurato. Avrei tantissime riflessioni e pensieri a ragnatela da portare fuori ma in questo spazio credo di voler solo sottolineare un punto importante che espresso mi colpisce sempre molto quando dice che secondo lei è un grande malinteso quello che educare alla parità di genere sia imporre una sorta di stereotipo al contrario cioè una sorta di contro narrazione forzata e artificiosa perché non è così è proprio l'opposto al di là che uno creda che omosessuale o transessuale si nasca e io per inciso proprio per trasparenza per onestà intellettuale per mettere le cose in chiaro credo fortemente anzi so che non è l'ambiente intorno a te che ti rende una cosa o l'altra ma è chi sei nel profondo di te nella tua vera autenticità. Quindi questa cosa di quel commento che scientificamente non è così non è assolutamente vero, ci sono tantissime storie che invece dimostrano proprio il contrario e scientificamente entriamo nella scienza adesso perché altrimenti facciamo un altro episodio magari prima o poi farò anche quello perché la scienza effettivamente è a supporto di queste testimonianze ma insomma ci tenevo proprio solo a lasciarlo per inciso in modo che sia molto chiara dov'è qual è la mia posizione.
Quindi al di là che tu creda questo o meno il valore di educare alla parità come dice Zaira sta proprio nell'aggiungere possibilità e modalità di espressione, non di limitarle o toglierle o deviarle. Ci tengo a sottolineare questo perché credo che sia il pensiero di base, quello che se riusciamo ad accoglierlo ci permette di davvero di fare quel cambio di mindset che è alla base di tutto il lavoro che possiamo fare per sgretolare attivamente gli stereotipi e tra l'altro funziona anche nell'educazione a lungo termine scegliere questa educazione sta proprio nell'aggiungere possibilità e modalità di espressione non di limitare o togliere o deviare quelle per esempio dell'educazione tradizionale. Più lavoro con I genitori più mi rendo conto che raramente è o una o l'altra quindi o educazione a lungo termine o educazione tradizionale in realtà proprio perché arriviamo da una e cerchiamo di andare verso l'altra più spesso è un accordo è un compromesso è un equilibrio personale è un ok magari non sono disposta a cedere su questo continua tu la frase questo comportamento di mia madre questa presa di posizione di mio marito eccetera eccetera eccetera ma posso accettare quest'altro: La sicurezza in noi, essere sicuri di sé, di noi come genitori, come persone, come professionisti significa anche e soprattutto imparare a vedere la diversità non come una minaccia ma come crescita, come valore aggiunto e partire da quella base proprio per innaffiare I nostri valori, quello in cui crediamo nel profondo e per continuare a camminare nella direzione che abbiamo scelto.
Ok ho seguito un filo della ragnatela ma prima di lasciarvi vi ricordo che con Zaira abbiamo anche altri episodi del podcast, ve ne lascio alcuni nelle note dell'episodio insieme alle altre newsletter di Zaira che potete leggere per approfondire e anche un paio di episodi che mi piacerebbe ascoltaste sull'accettazione dell'identità sessuale o di genere. Non so in realtà se ve le lascio nelle note dell'episodio o se non le trovate lì andate direttamente nella pagina dell'episodio su la tela punto com e su questo tema tra l'altro proprio sul tema dell'identità sessuale o di genere non posso non ricordarvi anche la nostra bellissima meravigliosa guida Storia Arcobaleno che vi permetterà di iniziare a fare il lavoro per accogliere la diversità proprio nel vostro cuore e poter così educare I vostri figli alla diversità. La trovate nello shop. E a questo punto non mi rimane che darvi appuntamento alla settimana prossima con un nuovo episodio del podcast e vi ricordo che mi trovate anche su la tela punto com e da lì potete arrivare anche a Instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo.
Ciao ciao!