Preferiti dei bambini

Fermati a guardare il mondo

Traduzione di un post di Leo Babauta (con il suo permesso)

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
25 febbraio 2009
Ero seduto di fronte alla nostra nuova casa (ci siamo trasferiti la scorsa settimana e la adoriamo!) e guardavo il mondo passare.

Le persone in macchina sfrecciavano a tutta velocità verso il loro prossimo appuntamento. Gli uccellini volavano nel cielo, gli insetti erano impegnati nel loro lavoro tanto quanto quelle persone in macchina, le piante e le erbacce crescevano nell’umido clima di Guam.

In casa, anche i miei bambini erano occupati, ma loro, come al solito, a mettere tutto in disordine (disordine che mia moglie ed io presto dovremo riordinare), a scoprire nuove cose, con la loro naturale curiosità che prendeva il sopravvento sulle nostre precedenti richieste di non giocare con i cosmetici o di non distruggere tutto.

Il cielo era leggermente coperto e soffiava una brezza abbastanza forte, ma piacevole.

Non succede spesso che le persone si fermino e guardino il mondo passare.

Perché no?

Che cos'è così importante da non poter aspettare? A quale e-mail dobbiamo necessariamente rispondere in questo esatto momento? Dobbiamo proprio leggerli ora tutti quegli articoli online, quei messaggi di altri, quelle riviste e quei giornali? Radio, TV e internet devono essere accesi tutto il giorno?

La vita scorre mentre noi siamo super impegnati? Ci stiamo perdendo quel meraviglioso mondo là fuori pensando sempre al futuro – a quello che dobbiamo fare, a quello che potrebbe succedere – e al passato – a quello che abbiamo sbagliato, a quello che altri ci hanno fatto, a quello che abbiamo detto, a quello che avrebbe dovuto succedere?

Quando è stata l'ultima volta che vi siete semplicemente seduti e avete osservato il mondo passare? Perché non farlo oggi?

Questa è la traduzione di un post di Leo Babauta.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

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