Spoiler: questo post è luuungo, come il viaggio per creare qualcosa che ci appassioni. Ma vale la pena leggerlo ed è ricco di belle citazioni. Quindi fatti un caffè, siediti comodo e goditelo.
Negli ultimi quattro anni ho pensato spesso alla passione, questa cosa sopravvalutata che ognuno cerca e a cui tutti aspirano. Con ragione, tra l’altro. La passione è più forte di qualsiasi altro sentimento. Ti sprona, ti scuote, ti definisce.
Ognuno è appassionato a qualcosa — macchine, figli, cani, moda, scarpe, case, spose.
E poi ci sono i fortunati: coloro che sono appassionati al proprio lavoro.
“Scegli un lavoro che ti appassiona e non dovrai lavorare un solo giorno in vita tua”— Confucio
I fortunati
Non solo. Chi trova la sua passione presto nella vita, sembra più felice e soddisfatto. Sembra trovare sempre la luce alla fine del tunnel, un porto sicuro, uno scudo contro il fallimento emotivo o anche solo un calcio giù dal letto al mattino.
Ecco perché li chiamo i fortunati.
Ho sposato uno dei Fortunati (ma lui non la pensa così)
“Ma tu sei fortunato!”, gli dicevo sempre quando parlavamo del nostro futuro.
Diventava una furia!
“Non ha nulla a che vedere con la fortuna. È solo duro lavoro e puro impegno. Non si trova la propria passione, la si crea!”, mi diceva sempre con quella voce tra l’arrabbiato e l’impaziente.
All’inizio, volevo fargli capire che si sbagliava, che la realtà era ben diversa per la maggior parte di noi.
“Se è come dici tu, allora perché così tante persone fanno lavori che non amano e non trovano mai la loro vera passione nella vita?”.
“Perché la aspettano. Stanno nel proprio lavoro e aspettano il miracolo. Non capiscono che la passione non si trova. Noi ci creiamo la nostra passione”, diceva con quegli occhi blu pieni di fiducia nella vita.
Alla fine sorridevo, gli passavo la mano tra i capelli e gli dicevo quanto amassi e un po’ invidiassi il suo ottimismo (o ingenuità?).
Oggi — anni dopo — so che aveva ragione lui. Da sempre.
Tu ti crei la tua passione
E la passione non è qualcosa che è sempre lì, dentro di noi, che dobbiamo solo svegliare.
È scegliere qualcosa (meglio se ci piace) e portarlo avanti. È ciò in cui ti impegni. Significa provare qualcosa in cui sei bravo, impegnartici a lungo e diventare più bravo.
Mio marito non aveva mai pensato — né voluto — diventare web designer e sviluppatore. Iniziò a giocarci un po’, si rese conto di essere bravino e continuò a farlo. E lo fa da quindici anni.
Più lo faceva, più diventava bravo. Più diventava bravo, più gli piaceva. Più gli piaceva, più se ne appassionava.
Troppo spesso, le persone vogliono trovare la propria passione, invece di appassionarsi a qualcosa. Io ero una di quelle. Oggi, so che la passione dipende solo da noi.
Non fare ciò che ami, ama ciò che fai
“Tutti abbiamo una passione. A volte più di una. Ci saranno sempre cose che ci piace fare. Che sogniamo di fare. Che davvero davvero vogliamo fare.Quelle passioni non valgono nulla.Se davvero vuoi sapere dove risiede il tuo destino, guarda come passi il tuo tempo.”— Mark Cuban
Sollevata perché ero finalmente libera — non lo ero ancora, ma questa è un’altra storia — dalla spossante ricerca della passione. Magari volevo ballare professionalmente o scrivere un libro, invece dovevo solo guardare come passavo il mio tempo. E allora, tutto il mio tempo era dedicato ad insegnare e scrivere un blog ed era quello che dovevo continuare a fare. E così feci.
Arrabbiata perché nessuno me lo ha detto 10 anni fa, quando iniziavo la mia vita adulta. Avrei semplicemente potuto guardare come passavo il mio tempo (e 10 anni fa scrivevo scrivevo scrivevo) e perseguire quella carriera senza ripensamenti o rimorsi. Senza mettere in dubbio tutto per scegliere un percorso universitario, senza nemmeno un percorso universitario! Avrei preso scelte molto diverse.
Ma come ben so, si può solo collegare i puntini guardando indietro.
Pochi giorni fa, ho ritrovato lo stesso concetto nelle parole di Derek Sivers (che recensiva il libro “So Good They Can’t Ignore You” di Cal Newport):
“Cercare la propria passione o il proprio scopo nella vita è tipico di chi ha una mente chiusa, fissa. Chi cerca la passione, pensa che esista qualcosa di innato e costante dentro di noi, scritto nel DNA o nel gruppo sanguigno. Ma così non si trova la passione, perché la passione non vive dentro di noi.La passione e lo scopo sono sentimenti che ci arrivano dall’esperienza e dalla competenza. L’unica maniera per trovarli è impegnarsi sulla strada della maestria, diventare bravissimi in qualcosa e continuare a migliorarsi.”— Derek Sivers
Scegli la tua passione, ma sii intelligente!
Eppure, a volte, quando siamo bravini in qualcosa, il nostro buonsenso ci dice che possiamo farne una carriera.
Io sono una discreta ballerina. Faccio parte di due gruppi professionali e guadagno qualche soldino con gli spettacoli. Avrei dovuto fare la ballerina? No, sono troppo alta, troppo pigra per dedicare tutte le mie giornate alle prove di ballo e ho iniziato troppo tardi.
Quindi, certo, la passione ce la scegliamo e possiamo perseguirla. Ma facciamolo in maniera intelligente.
Non avrei mai pensato di insegnare. Ho iniziato mentre aspettavo risposte dalle agenzie di traduzione. Non ero per niente preparata — come chiunque esca dall’università. Ma mi veniva innato, gli studenti rispondevano bene al mio metodo d’insegnamento e capii subito che potevo farne un lavoro. Oggi insegno inglese a tempo pieno, preparo piccoli e grandi per gli esami di Cambridge e insegno loro a scrivere bene.
In questi ultimi 5 anni, ci sono stati molti momenti in cui volevo trovare la mia vera passione. In cui pensavo che stessi sprecando tempo prezioso. In quei momenti mi ripetevo follow your effort e andavo avanti. Non ho mai smesso e oggi ho il mio mini “impero d’elite” nell’insegnamento qui a Marbella, di cui vado fiera e sono sempre più appassionata.
Quindi vuoi insegnare per il resto della tua vita?
Quindi se un domani deciderò di smettere d’insegnare, sceglierei qualcos’altro a cui dedico la maggior parte del mio tempo e poco a poco ne farei un lavoro. E avrebbe successo perché la ricetta è buona.
L’ho fatto una volta, posso farlo di nuovo — con l’enorme differenza che questa volta sarebbe più facile. Dopo così tanti anni analizzando me stessa e le mie capacità, so in cosa sono brava e come diventare più brava: è solo puro lavoro ed impegno.
Ma allora questi anni di insegnamento sono sprecati?
Tutti questi anni passati sono il mio “capitale professionale”, prendendo in prestito le parole di Derek Sivers:
“Il capitale professionale è una metafora. Sono gettoni d’oro che hai guadagnato costruendo competenza, esperienza, rapporti e reputazione.Quando cambi carriera è come se spendessi quei gettoni […] ma non gettarli via![…] Pensa a come utilizzare il valore del tuo “capitale professionale” nella tua nuova carriera.”— Derek Sivers
Il tempo regala sempre una prospettiva nuova
“Magari non te ne rendi ancora conto, ma come usi il tuo tempo è un potente indicatore di dove ti porterà il destino.”— Mark Cuban
Ama ciò che fai a lungo, non desistere e un giorno ti ritroverai a fare ciò che ami.
——
Mi sono innamorata del dolce Danbo (nelle foto) e spero che Christopher Bowley non me voglia per creare la mia storia con le sue meravigliose foto (grazie per averle condivise). Per altre foto di Danbo, guarda qui.
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Per quanto riguarda questo post ti ringrazio perché da’ una prospettiva nuova a ciò che è sempre stato detto riguardo le passioni. Sto giusto leggendo ora “il codice dell’anima” di James Hillman. Lo conosci?
Prospettiva completamente diversa dalla tua.
A prestissimo, ti abbraccio
Alice
E per capire su che cosa concentrarti, ti direi di pensare a che cosa ti attira a scuola. A che cosa ti piace di più. A che cosa pensi di saper fare (bene o male non importa). C'è qualcosa che i tuoi amici vengono da te perché sanno che tu hai la risposta? O anche solo a qualcosa che ti incuriosisce. Anche uno stile di vita (per esempio, se idealmente ti piace il nostro stile di vita – siamo viaggiatori a tempo pieno – magari ti consiglierei di andare verso un lavoro che si possa fare online). E poi prendere tutte queste informazioni e iniziare qualcosa che puoi iniziare subito: per esempio, se ti incuriosisce il mondo del web, potresti decidere di fare un corso online di developement nel tuo tempo libero.
Le possibilità sono infinite, questo momento della tua vita è bellissimo perché tutto è aperto: non rovinarlo con preoccupazioni o pensando al futuro. Rimani nel presente e fai una piccola azione oggi per riuscire a sbloccarti. Dai che ce la fai! 🌸
Bellissimo fare delle proprie passioni un lavoro. Ma io sono un una situazione diversa. Capire le mie passioni. Trovarle. Coltivarle. Per riprendere energia dopo un trauma e una depressione. Hai consigli?
Senti qua:
A una persona piace fare contabilità; se chiedi a un’altra persona di farla, può essere che la detesti.
A una persona piace la chimica; se chiedi a un’altra persona di farla, può essere che la detesti.
Dove si originano questi “piace”?
Sono il risultato di pura casualità?
O….
O…si sono formati:
i) nel corso del processo educativo (per es. bravi e simpatici professori di chimica o contabilità alle scuole superiori)?
ii) all’interno del circolo genitori-parenti, attraverso l’emulazione di questi adulti? (papà o mamma erano chimici, contabili, banchieri, notai, musicisti, etc…) anche attraverso un precoce allenamento-pratica in età molto giovane? (vedi nota sotto)
iii) grazie al "genius loci" (e/o condizionamento culturale) dell’area geografica di nascita/residenza (per es. i vari distretti: artistico (Los Angeles Hollywood, Roma cinecittà); navale (Genova, Venezia, Livorno); tessile (Schio, Prato); commercio (Dubai, Libano, Olanda); finanza (Israele); informatica (Silicon Valley); orafo (Vicenza, Arezzo, Israele, Armenia))?
Secondo una delle più autorevoli società internazionali di indagini sociologiche, www.gallup.com, più dell’80% dei lavoratori è “disengaged” dal lavoro che fa.
Secondo il biologo epigenetico Bruce Lipton (il suo libro “La Biologia delle Credenze”), più del 95% del nostro comportamento è deciso dal nostro subconscio (plasmato nei primi 6/7 anni di vita).
La psicologa Remigia Spagnolo nel suo libro "Un ignoto promettente" intervista quelli che lei definisce "sognatori di professione": persone che hanno coronato con gratificazione il loro sogno professionale; un comune denominatore: tutti dimostrano un carattere "guerriero".
Alla luce di questo, credo che il ruolo dei genitori sia determinante: la rivoluzione consiste nel trovare un modo per rendere sistematica e il più diffusa possibile “l'educazione al sogno dei figli” dotandoli di un carattere “guerriero” (cfr. Lipton, primi anni di vita…) e della volontà di creare un loro “sogno professionale” (vedi anche Pietro Trabucchi, “Opus”).
Che fare invece per gli adulti che appartengono all’80% “disengaged” di Gallup?
Qui subentra il tuo articolo: se non sei stato aiutato fin da piccolo a trovare la tua strada, allora, da adulto, devi rimboccarti le maniche e partire alla ricerca del tuo "Sacro Graal" in un lungo e faticoso viaggio di ricerca, esplorazione, tentativi, dedizione, fatica, duro lavoro: una specie di "viaggio dell'eroe", del "guerriero".
Fin qui abbiamo raccontato la storia di questo "principio di individuazione" della persona, del suo viaggio nella "wille zum leben" di Schopenhauer: la "volontà di amare", di appassionarsi a qualcosa appunto; il viaggio della persona che cerca il suo "posto nel mondo": protagonista assoluto e vincitore dell'Oscar come "miglior attore protagonista" il nostro benamato ego: "io qua, io là, io su, io giù....".
Eppure da millenni c'è tutta una tradizione che ci invita amorevolmente a placare gli aneliti, gli sforzi, le tensioni, le forzature del nostro ego e cambiare completamente prospettiva e iniziare un viaggio tutto nuovo, guardando con occhi tutti nuovi …..buona visione: https://www.youtube.com/watch?v=3nwwKbM_vJc
Complimenti ancora!
Emanuel
PS ecco alcuni esempi divertenti/curiosi di influenza dell’ambito familiare:
Renzo Piano: fin da piccolo con il papà costruttore
Fred Astaire: fu la mamma da piccolo a portarlo con la sorella Adele a Manhattan per ballare, dal lontano Omaha, Nebraska
Alicia Keys: deve tutto alla mamma (a alla nonna) che da piccola la introdusse alla musica e allo showbiz (a 4 anni la fece partecipare alla sitcom "I Robinson")
Beatrice Rana: cresciuta in una famiglia di musicisti
Per non parlare dello sport; devono tutto alle loro famiglie (in particolare ai papà), che li hanno fatti cominciare da piccoli:
calcio: Peter Schmeichel, Daniel Maldini, Federico Chiesa, Giovanni Simeone
tennis: sorelle Williams, Fratelli Zverev, Caroline Wozniacki, Caroline Garcia, fratelli Murray, Rafael Nadal, Maria Sharapova, Daniil Medvedev, Adriano Panatta, Francis Tiafoe,
basket: Kobe Byant, Steph Curry
golf: Tiger Woods
motori: Valentino Rossi, Lewis Hamilton
sci: Mikaela Shiffrin
PS…se hai tempo e voglia, leggi alcune righe di Jon “about passion”: https://sites.google.com/site/jonmjachimowicz/
PS. Lo leggerò volentieri , grazie :-)
Eppure sono qui, alla magistrale (quindi con la triennale "in tasca"), ma sto affrontando un buio periodo: studio, ma ho più "fretta" di farlo che altro. La passione c'è, ma anche l'ansia di dover finire il prima possibile perchè voglio andare a lavorare (nel lavoro che dovrei cercare dopo la laurea)...
Quindi questa ansia mi ha portato a perdere molto in "passione" ... Adesso spero di riuscire a riprendermi, per studiare anche meglio ed essere più felice.
So che questo articolo è stato scritto un po' di anni fa, ma ho riportato comunque il mio pensiero... Grazie!
ciao
grazie
Anna
Io sono tra i fortunati(-ssimi), perché faccio un lavoro che amo, ma in cui c'è molta competizione e pochi posti. Recentemente qualcuno mi ha detto: ti è costato molti sacrifici: tanta mobilità internazionale, posticipare la formazione di una famiglia, lavorare (quando necessario) anche la sera e i week-end. Si, è vero. Ma non mi è mai pesato troppo.
Penso che i miei genitori abbiamo avuto un ruolo centrale in trasmettermi prestissimo questa idea che devi inseguire il tuo "demone", che il fatto che una cosa ti piaccia non significa che non ti costerà mai fatica, che quello che vuoi te lo devi andare a perdere (senza sgomitare). E non perché mi abbiano fatto un discorsetto a ripetizione. Mi hanno semplicemente sempre molto sostenuta e aiutato a "fare da me".
Insomma: l'approccio montessoriano secondo me aiuta tantissimo ad andare in questa direzione :)
Ballare rimane comunque la cosa che più amo fare, ma negli anni sto perdendo fiducia in me stessa.
Sei giovanissima, non è troppo tardi! Dai, mettiti in piedi e fallo! Inizia dal tuo corpo, so che è difficilissimo ma non è impossibile, e vedrai che appena ti sentirai in forma riacquisterai anche la fiducia in te stessa. Nel frattempo, scrivi un buon CV, perché serve sempre. E non appena ti senti pronta, mandalo a scuole di ballo e palestre.
Ce la fai! 🌸
ho letto il tuo articolo e l'ho trovato molto interessante soprattutto adesso che mi trovo in un periodo molto brutto della mia vita.
Ti ho scritto una mail in privato per raccontarti un pò cosa mi sta succedendo e spero tanto che tu potrai darmi un consiglio.
Intanto ti auguro una buona serata e complimenti per il blog!
Per darti consigli più mirati, dovrei davvero sapere un po' di più di te, delle tue ambizioni e della tua situazione, ma spero di averti dato qualche spunto. Dai che ce la fai! 💪🏻
Mi sono imbattuta in una scoperta così semplice eppure solo leggendo questo post ho capito.
Spesso le verità sono semplici e sono sotto i nostri occhi ma gli aiuti sono necessari e questo post lo è.
mi sono imbattuta per caso nel tuo blog... Grazie per aver scritto questa pagina di blog e per aver condiviso quelle citazioni... Ho sentito una fitta al cuore leggendole; era proprio cio' di cui avevo bisogno di sapere in questo momento della mia vita. E' da mesi che sono in crisi perche' presto mi laurero' (sto studiando francese e traduzione/interpretazione in Inghilterra) e mentre tutti hanno gia' ricevuto le loro risposte per i master dalle universita' che hanno scelto, io non so nemmeno cosa voglio studiare/fare. Non so cosa mi piace e non mi vedo far nulla in particolare. Cercavo una specie di illuminazione per capire quali fossero le mie vere capacita' e interessi per poter continuare gli studi con passione. Ma nessuno mi aveva mai detto di dovermela -creare- la passione... E mi sono resa conto di star sprecando un sacco di tempo. Da ora in poi cerchero' di amare cio' che faccio. Grazie ancora. Un saluto!
Ma le tue parole mi avevano colpita (e riportata a specchio un po' indietro al mio ultimo anno universitario e al mio attuale scetticismo verso l'università in genere http://bit.ly/1Cvgxgj ) e da allora volevo risponderti per sapere… come va? Hai deciso la tua direzione?
Spero di avere presto tue notizie!
riscrivo questo commento perche' la prima volta con lo smartphone scarico me lo sono perso!
Questo post sembra tagliato apposta per me e per il lavoro che sto facendo, non quello che attualmente mi dà da mangiare ma quello che mi fa battere forte il cuore e che spero quanto prima diventi il mio lavoro principale! Lo condivido in toto!
Per non parlare poi della regola delle 10000 ore di cui lessi la prima volta qualche anno fa credo proprio sul tuo blog e che ho ritrovato in un bellissimo libro di Malcolm Gladwell: Outliers (libro consigliatissimo!).
Penso spesso per esempio che tutti questi anni che ho speso (e continuo a spendere) col mio lavoro attuale (più di 17 anni) siano una sorta di preparazione per poter poi apprezzare senza ripensamenti e nostalgie ciò per cui sto lavorando la mattina prestissimo o la sera tardi (e nei we).
Un saluto
Claudio
Grazie per il tuo commento e anche per ricordarmi quel famoso post sulle 10000 ore… non so nemmeno se è ancora sul blog, se no provvederò a ripubblicarlo. :-) Tra l'altro, era proprio relativo al libro di Gladwell che consigli tu e che io lessi un paio d'anni fa (quando scrissi il post). Ottima lettura!
In bocca al lupo per il tuo progetto e sono sicura che presto riuscirai a convertirlo nel tuo lavoro principale! È solo questione di perseverare!
Un abbraccio!
ho scoperto da pochissimo questo blog davvero interessante, che ben rispecchia la passione che racconti, e leggerlo è un piacere per la semplicità e lo spirito con cui lo fai. Dieci anni fa abbiamo frequentato lo stesso liceo e lì, ricordo bene, condiviso lo stesso corso teatrale. Ora, anche se con un po’ di fatica, dopo aver sempre superato tutti gli esami dell’università, sto cercando di finire la tesi di laurea in architettura, ma sono la fotografia, la grafica e l’arredamento le cose che proprio dall’architettura ho sentito sempre più mie e so di voler portare avanti. Il tuo è un esempio molto bello, perché si vede che tu sai usare il tuo tempo, come si dovrebbe fare, con o senza laurea; l’importante è cominciare (o ricominciare) da se stessi, creare cose belle e buone, senza perdere di vista il mondo per un secondo. È quello che penso di aver capito finora dei miei primi 26 anni. Continuerò senz’altro a leggerti in quest’avventura …