Da quando sono diventata mamma, ogni volta che mi ritrovo da qualche parte senza i bambini (specialmente all’inizio, quando Oliver era un neonato e poi quando è arrivata Emily), la prima domanda che mi fanno è: “Con chi hai lasciato i bambini?”.
In che senso “Con chi ho lasciato i bambini?”. Con loro padre, ovviamente. Ho presto capito che non era ovvio per tutti.
Non so se è solo qui in Spagna (non sono mai stata madre in nessun altro posto), ma c’è questa tacita convinzione che il padre non sappia prendersi cura dei bambini da solo. Che non sappia far smettere di piangere i suoi figli. Che non sappia cambiare un pannolino pieno di cacca. Che non sappia far dormire i suoi figli da solo. Che quando lava la casa o prepara la cena, stia "aiutando" la mamma.
Be’, dico solo una cosa in questo post (perché l'argomento è molto più ampio): tutto questo è al 150% NON vero.
Un papà è come una mamma. Può e sa fare tutto ciò che fa una mamma. Può e sa organizzare tutto ciò che organizza lei. Può e sa prendersi cura dei bambini da solo (esattamente come la madre) se messo nella posizione di doverlo fare.
Certo, ci sono famiglie e famiglie e ogni realtà è diversa.
Ma nella mia esperienza, dietro un papà che non sa essere genitore da solo, c’è spesso una mamma che non glielo permette.
Una mamma che lo riprende se fa le cose a modo suo — ognuno fa le cose a modo suo, anche noi agli occhi dei papà, perché il nostro modo dovrebbe essere migliore?
Una mamma che gli prende il bambino che piange dalle braccia, perché non crede che sia in grado di calmarlo senza il seno — i papà trovano un modo.
Una mamma che fa tutto per la famiglia e poi si lamenta che il papà non fa niente — se un papà, come un figlio, viene sempre servito, si abitua volentieri a questa posizione privilegiata… chi non lo farebbe?
Nella mia famiglia, io e Alex facciamo tutto 50/50 e entrambi sappiamo fare tutto al 100%.
Non c’è niente che Alex non sappia/possa fare — ok, forse allattare per ovvi limiti di fisionomia del corpo, ma anche senza la tetta sa mettere i bambini a dormire ed evitare crisi quando io non ci sono.
Non c’è niente che io non sappia/possa fare — ok, forse la mia cucina non è eccellente, perché Alex è il cuoco designato della famiglia, ma se è questione di sopravvivenza giuro che un piatto di pasta per tenere in vita i miei figli lo so fare.
Ricorderò sempre le parole di Alex quando una volta gli chiesi: “Sei sicuro di riuscire a farlo da solo?”. Gli stavo lasciando per la prima volta Oliver di 2 mesi una sera per tornare alle mie lezioni di danza. Tutto ciò che disse fu: “Certo che riesco. Sono suo padre”.
SONO SUO PADRE.
Adoro quest’uomo per il suo modo di essere — ok, forse lui ha un talento naturale, perché è cresciuto senza una mamma, quindi l'immagine a cui è abituato è un papà che (non) fa tutto. Ma questo non è il punto.
Il punto è: questa è l’attitudine giusta. QUALSIASI PAPÀ può fare quello che fa una mamma se ci mette un minimo di impegno o se è messo nella situazione di doverlo fare.
Sono suo padre. Questo è l’atteggiamento che vorrei che ogni papà avesse.
Posso fare ogni “cosa da mamma” che fa lei. Questo è l’orgoglio che vorrei che ogni papà sentisse dentro di sé.
Posso mettere i miei figli a dormire. Questa è la sicurezza di sé che vorrei che ogni papà sviluppasse.
Quindi, questo ultimo messaggio è per te, papà.
Ma sei una delle due persone più importanti nella vita di tuo figlio. In quei nove mesi nell'utero, tuo figlio ha ascoltato la tua voce da dentro la pancia. Ha percepito la tua mano che aspettava paziente un suo movimento.
Troverai i tuoi metodi per calmare tuo figlio (sii creativo, Alex li portava in giro a vedere i quadri di casa e glieli descriveva).
Guadagnati il tuo posto nella vita di tuo figlio. E la prossima volta che tua moglie vuole prenderti tuo figlio che piange dalle braccia o mette in dubbio la tua capacità di fare il genitore da solo, quella volta – e magari solo quella volta – lascia che il tuo ego prenda le redini, sorridi e dille: “Non preoccuparti, posso farlo da solo. Sono suo padre!”.
Sì! Sì, lo sei! Non sei una mamma con il pene. Sei un papà e sei altrettanto importante e speciale.
PS. Mamme, sapete quanto io tenga al linguaggio. Cambiamo la conversazione in casa e con gli altri: smettiamo di dire "mio marito mi aiuta" e iniziamo a dire quello che fa (pulisce la casa, cucina). I mariti aiutano in casa se noi impostiamo la relazione così, ovvero se noi ci prendiamo cura di tutto e continuiamo a comunicare che loro aiutano soltanto. I mariti non devono aiutare, i mariti devono fare. Tanto quanto noi e, quando ne abbiamo bisogno, anche un po' più di noi. È possibile, cominciamo a cambiare la comunicazione.
La collaborazione è tutto! Però da papà voglio anche dire come mi sento io quando vai ai corsi pre parto e parlano solo con le mamme, quando vai in ospedale e parlano solo con le mamme, quando leggi gli articoli e parlano solo delle mamme, quando ascolti alcuni podcast e si rivolgono solo alle mamme (non il tuo 😁). Mi sento escluso, mi sento un accessorio della madre. Penso che in Italia oltre a voler giustamente l’aiuto dei papà, si debba cambiare la mentalità femminile sul ruolo dei papà.
Grazie per avermi concesso queste righe di esperienza .
Buona serata
Massimo
Grazie di cuore
Erica
Perché non cambiare direttamente il titolo con il tuo ultimo pensiero:
"Non sei una mamma con il pene. Sei un papà e sei altrettanto importante e speciale."!?
<< Ma perché? >> mi chiedo, perché c è ancora qualcuno che non riesce a lasciare la parola PAPÀ neutra?!
Un papà è un papà!
Come la mamma non è un papà con la vagina.
Un papà è un genitore, sì esattamente come la mamma.
Probabilmente, un genitore solo più sfortunato per non poter condividere la gioia della gravidanza e la possibilità di poter allattare naturalmente.
Se fa il papà nel miglior modo che lui conosce e nel miglior modo per suo figlio, rimane un PAPÀ. Un termine così pieno di tutto che non serve aggiungere altro.
In fondo, trovo che il messaggio, come dici anche tu, è comunque in quell'ultima frase, perché è un pensiero che sento mio da quando sono genitore (e da ben prima che andasse di moda scriverlo… ultimamente l'ho visto scritto su molti post) 🌸
Ma hai sollevato una questione importante: quella dei papà che si informano meno sulla genitorialità… forse troppi corsi e articoli sono rivolti alle mamme e si sentono tagliati fuori… è un pensiero che ho da un po' e sto proprio pensando di scriverne/parlarne!
Sono assolutamente d'accordo con tutto quello che hai scritto....W i papà!!
Un abbraccio,
Carlotta
Sono Papà di due bambini e faccio tutto quello che fa mia moglie e anche più.
I bambini, per esigenze di mia moglie e con piacere mio, passano più tempo con me che con la madre. Mia moglie li ha allattati al seno, ma io ho preteso di pareggiare i conti diventando l'addetto quasi esclusivo al biberon. Fortunatamente mia moglie capisce e non ostacola questa mia "esigenza" di essere genitore, ma ammetto che spesso mi sento frustrato dal fatto che vengo solitamente preso per un "mammo". Sono un Papà!!(lo ripeto fin troppo spesso). Aggiungo, che questa cosa è spesso vista male. è uno sguardo diffidente che mi sono sentito addosso da quando è nata la mia prima bambina(colei che mi ha stampato un sorriso da ebere in faccia). E vi lascio solo immaginare quanto possa essere irritante vedere una sconosciuta darmi dei futili e spesso errati consigli non richiesti e dettati dalla presunzione di sapersi prendere cura dei miei figli meglio di me semplicemente perchè "ho il pene". Ora scusate, ma torno a cucinare ed a giocare con i miei bambini in attesa che torni anche la mamma per cenare tutti assieme.
Ps. Se ti può rincuorare, i consigli non richiesti di sconosciute penso esistano in tutto il mondo è in tutte le comunità, purtroppo. Ma come dici tu, sono spesso errati perché nessuno conosce meglio di un padre o di una madre gli equilibri famigliari e I propri figli. Grazie ancora per aver condiviso e viva le famiglie 50/50!!!