Pensieri a ragnatela sulla religione
Ne ho parlato sul podcast e approfondisco qui analizzando alcuni vostri commenti.
Lo faccio condividendo alcuni dei commenti che mi hanno fatta riflettere:
Che cosa fareste al posto di questa mamma?
Proprio la religione è diventata un cruccio in questi giorni perché nella scuola materna della mia bimba fanno molte, molte, troppe cose che riguardano Gesù. Sotto Natale mia figlia è arrivata a casa dicendo "Gesù è il dono più bello che ho". Immaginati, da non credente, sentire questa frase da mia figlia di 4 anni: non tanto per la frase in sé, quando per il dover per forza propinare teorie, inculcare ai bambini idee che forse adesso nemmeno sanno processare.
Poi affronterei sicuramente la questione con mia figlia, senza imporle il mio credo, ma rendendola curiosa: chi è Gesù? Chi ha scritto della vita di Gesù? Leggerei una bibbia per bambini con l'oggettività e la mente critica con la quale leggo qualsiasi storia.
La curiosità è la chiave. Anche se non siamo credenti, voglio esplorare con i miei figli tutte le religioni con curiosità, senza pregiudizi. Per esempio, voglio fare finta di non conoscere il cattolicesimo e approcciarlo con l'inquisizione e la voglia di sapere con le quali siamo entrati, per esempio, nei templi Buddisti in tutto il mondo. Anche se non siamo buddisti, abbiamo guardato con la meraviglia negli occhi le statue giganti del Buddha in tutto il sud est asiatico e abbiamo ascoltato con curiosità ciò che le guide ci raccontavano sul loro credo e i loro rituali. Esploreremo così qualsiasi religione.
Ma ci riesco ora solo perché ho passato la mia fase di transizione (vi invito ad ascoltare l'episodio del podcast per capire di che cosa parlo).
Che cosa ne pensate?
Credo che le poche persone davvero credenti siano quelle che vivono la fede nella loro intimità senza andare a predicare in lungo e in largo cosa è bene e cosa è male fare… Di queste persone ne conosco davvero poche.
Qual è stata la vostra esperienza a scuola?
Sono stata fortunata al liceo ad avere una professoressa in gamba che ci ha fatto conoscere le varie religioni del mondo senza indottrinarci la vita di Gesù.
In ogni caso, la decisione dovrebbe sempre essere dell'individuo, non della società.
Non approvo il lavaggio del cervello sul credo religioso che si fa ai bambini in molti Paesi. Tra 0 e 6 anni, i bambini hanno una mente speciale* in costruzione e avrebbero la capacità di assorbire tutto senza sosta e senza discriminazione. Immaginate quanto potrebbero imparare se invece di limitarli a una religione, a un credo, a una cultura, li esponessimo al mondo intero con oggettività e curiosità!
In finlandia, Alex mi racconta che a scuola l'ora di religione è l'ora DELLE RELIGIONI e che ogni bambino/ragazzo può scegliere se partecipare o meno. Credo sia lo stesso in Italia alle elementari e alle superiori (correggetemi se sbaglio, non vivo in Italia da 15 anni), ma io credo che dovrebbe essere così a qualsiasi età. Se ci fosse un'ora di religione a scuola in cui si esplorano le religioni di tutto il mondo con oggettività (che ogni educatore dovrebbe avere), io sarei felice che i miei figli partecipassero.
*Maria Montessori scrive che la mente di un bambino tra 0 e 6 anni funziona come una macchina fotografica del passato, di quelle che non avevano lo zoom 😉: registra tutto quello che entra nel suo raggio d'azione (al contrario della mente "adulta" che è più selettiva, come un pittore che mentre dipinge sceglie su cosa focalizzare la sua attenzione). Tutte le informazioni che i bambini ricevono tra 0 e 6 anni creano un'impressione fortissima in loro, per il resto della loro vita. Come educatori e genitori, abbiamo la responsabilità di proteggere quella mente speciale ed esporla a quanta più diversità possibile.
Siete d'accordo?
Dopo il nostro confronto, io e mio marito abbiamo messo in atto alcuni piccoli cambiamenti con la nostra bimba di 3 anni. A messa le abbiamo detto che se non vuole seguire può portarsi un gioco e giocare serenamente in autonomia. Se non vuole dire la preghiera a cena, può mangiare senza aspettare noi. E via così. Spero che questo approccio e qualche idea in più che mi è venuta in mente ascoltando il tuo podcast possa essere d'aiuto a lei non rifiutare a priori una nostra scelta. È quel "a priori" che vogliamo evitare. Come dici tu, se un giorno non crederà non sarà un problema, sarà una sua scelta libera. L'importante è che sia felice.
🙌 Io sono d'accordo su ogni parola.
In casa mia non si è mai parlato molto di religione..nessuno era praticante ma intuivo che mio padre era credente mentre mia madre no.. Un po' mi è mancato questo aspetto di parlarne più apertamente.. ma al di là di questo sono stata io a chiedere di andare a messa e di fare catechismo e allo stesso modo sono stata io, spontaneamente e gradualmente a distaccarmi sempre più dalla religione finché ora non sono credente, ma assolutamente curiosa riguardo la spiritualità e come viene vissuta nelle diverse culture.. Ho sempre avuto la consapevolezza che non sarei stata giudicata dai miei e che non mi avrebbero fatto pressioni per intraprendere una strada o l'altra.
Solo per portare un esempio di come il rispetto e la libertà sono davvero la strada per rendere i nostri figli più sereni nelle loro scelte.
Ho avuto delle bellissime esperienze con la caritas di Roma dove c'era l'area "pace e mondialitá" e andavamo nelle scuole (dalle elementari alle superiori) a fare attività sulla solidarietà, nord e sud del mondo,bambini soldato,integrazione,giustizia. Tutto tranne che indottrinamento. Era respiro, sguardo sul mondo..quello dovrebbero fare nelle scuole.
Quando si sceglie questa opzione dovremmo avere ben chiaro questo concetto
Se poi l’insegnante è poco poco illuminato e allarga il discorso alle altre religioni è pura fortuna
Il problema è che spesso le scuole non sono in grado di assicurare una alternativa adeguata e per Non avere il bimbo a spasso ci si trova costretti a scegliere una opzione che non piace