La riporto qui, con il suo consenso e con la mia risposta:
Mia figlia da sempre è molto timida in determinate situazioni: quando incontra gente nuova o che non vede da tempo (parlo sia di adulti che di bambini), perfino quando è lei a chiedermi di invitare una sua amichetta a casa (e quindi lei è nel suo ambiente con noi genitori). Quando l’amica arriva, lei si mette dietro di me e non mi molla un secondo… poi si lascia andare ma, a volte, è davvero stressante.Io evito di dire che è timida ma, in automatico, le persone che assistono alla scena lo dicono loro, tant’è che ora anche la mia bimba più piccola (3 anni) giustifica il comportamento della sorella dicendo a chi è presente che sua sorella fa così perché è timida. Io solitamente intervengo dicendo: "Ma no, non è assolutamente timida, adesso prende coraggio e arriva" o qualcosa di simile.
Cos’altro potrei dire per evitare queste scene e aiutarla? Grazie ancora.
Proverei a parlarne con lei e cercare di capire se c'è una frase che potete usare che magari la sblocchi. Le spiegherei che non ti piace usare la parola "timida", perché tu non credi che lei sia timida, credi che in questo momento della sua vita abbia semplicemente bisogno di più tempo per rompere il ghiaccio, ma che vorresti trovare una parola o una frase che aiuti lei (attraverso te) a comunicare agli altri che cosa prova.
Puoi azzardare un paio di frasi: "[nome] ha bisogno di un momento per rompere il ghiaccio".
"[nome] non è ancora pronta a venire a giocare, appena lo è vi raggiunge".
"[nome] preferisce stare ancora un po' qui con me, ma tra un po' viene".
Poi potresti anche buttarla sul gioco e provare: "[nome] sta giocando a nascondino, gioca anche tu [all'amico/a] e vai a nasconderti! Noi contiamo: 10, 9, 8…" e poi davvero fare il gioco come se nulla fosse. Questo potrebbe aiutare anche la sorellina a cambiare l'immagine che ha di lei.
Ovviamente il nascondino è una pezza, quindi ti consiglierei comunque di parlare con lei come ti ho scritto sopra e chiederle se questo metodo del "nascondino" per rompere il ghiaccio potrebbe piacerle. E insisterei sul fatto che non c'è nulla di male ad avere uno strumento per rompere il ghiaccio (molte persone ne hanno bisogno)!
Poi vorrei invitarti anche a riflettere sul fatto che io credo che non ci sia bisogno di "risolvere" questo problema, perché non è un problema (a maggior ragione visto che poi "si lascia andare").
È un suo modo di gestire le situazioni per lei stressanti (anche se è a casa sua, il momento del ritrovo può essere stressante per lei): alcuni adulti fanno battute o parlano a raffica…, i bambini si nascondono dietro le gambe o fanno i clown…
È assolutamente normale, spesso siamo noi adulti, con il nostro bisogno di dare spiegazioni e giustificare il loro comportamento, che lo rendiamo un problema. Non c'è bisogno di giustificarsi, non c'è bisogno di spiegazioni, non importa che cosa pensano gli altri: tua figlia non manca di rispetto a nessuno a essere chi è (e poi non sarà così per sempre).
Quindi ti inviterei prima di tutto ad accettarla, a non vederlo come un problema, a non cercare di "evitare queste scene", a rilassarti quando accadono e tenerla vicino finché ne ha bisogno — a cercare addirittura di vederla come una di quelle cose per cui ha ancora bisogno di te (saranno sempre meno).
È un suo bisogno di questo momento e io trovo sia più costruttivo assecondarlo per non farle credere di essere sbagliata: spesso con le parole magari diciamo le cose giuste come "Non è timida, ora prende coraggio e arriva", ma poi con i nostri movimenti, gesti, energia, parole, tono di voce, spiegazioni, bisongo di giustificazioni diciamo il contrario – e i bambini capiscono molto meglio il non verbale.
Sentiresti necessario spiegarti e giustificare un bambino che va subito a giocare? Io credo di no. Perché allora sentiamo il bisogno di giustificare un bambino che ha bisogno di più tempo?
E per questo ti inviterei a un'ultima riflessione su un concetto che io ritengo importante e spesso sottovalutato quando parliamo con i bambini e dei bambini: perché coraggio? È davvero coraggio? È più coraggioso esporsi e andare subito a giocare o è più coraggioso accettare chi si è, essere gentili con se stessi e per questo non forzarsi ad agire in modi che non ci appartengono?
Per me, essere coraggiosi significa in primis onorare chi siamo, la nostra vera natura, il nostro «io» più profondo.
Ti abbraccio,
Carlotta
Che ne pensate? Avete bambini o bambine che hanno bisongo di piu tenpo quando incontrano persone o amici?
Ps. La mamma ne ha poi parlato con la figlia e hanno deciso insieme una frase da dire alle persone. Da allora mi dice che va molto meglio.
Questo è un esempio di conversazione nella chat privata del mio corso Educare a Lungo Termine, in cui invito i genitori a scrivermi dubbi e domande per riflettere insieme.
Mi è piaciuto molto questo spunto di riflessione e sto cercando di capire se questo è applicabile anche alla situazione che coinvolge attualmente la mia famiglia: mio figlio di 3 anni fatica a salutare quando incontra qualcuno (sia che conosce e che vede frequentemente, sia che non conosce). Dal tuo punto di vista questo comportamento va assecondato o sarebbe opportuno intervenire in qualche modo?
Mamma di un bambino "timido "...
io etichettata ‘timida’ fino ai 15 anni
Mi sono accorta con le parole di questa mamma e la tua risposta, che qualsiasi modo in cui io tento di rispondere agli adulti che vogliono sbloccare una bimba di 14 mesi, risulti quasi uno scusarsi per il suo atteggiamento riflessivo, ma non dovrei scusarmi di nulla.
Mio figlio ha 15 mesi e siamo nella tua stessa situazione.
Quando altri adulti cercano di “sbloccare” la situazione io parlo con mio figlio escludendo tutti, cerco di spiegare a lui solo cosa sta accadendo, chi sono le persone che vede e come mai siamo lì. Se comunque non vuole entrare in un luogo che non conosce, rimango fuori con lui e aspetto che sia pronto.
Probabilmente questi adulti non capiranno il mio atteggiamento o forse penseranno che sono maleducata perché non do retta ai loro consigli incalzanti.. pazienza 🤷🏻♀️ 🤗
Le frasi del testo io le immaginavo più per altri bambini. Se tu a un adulto rispondi una volta, in maniera diretta ma cordiale, sorridendo, "Non è affatto timida" (e basta), non serve altro, non servono spiegazioni e non servono giustificazioni: nella mente di tua figlia le tue parole hanno un peso più forte (fai parte del suo nucleo famigliare), e la prossima volta magari quel determinato adulto deciderà di evitare il commento. E così con l'adulto successivo e quello dopo ancora. 🌸
Questo post fa proprio il caso mio, solitamente mia figlia ci impiega una ventina di minuti per ambientarsi e va bene così ma molte volte è difficile gestire i commenti delle altre persone. Grazie a questa mamma che ha riportato la sua esperienza e alla tua risposta, questa condivisione può aiutare altri, me e mia figlia per prime!