Quando mi scrivete:
- Piange per nulla
- Grida se gli dico NO
- Rovina i giochi degli altri / tirano i capelli / sono improvvisamente aggressivi
- Non accetta nulla che gli propongo
Avere 2 anni è come se qualcuno ti prendesse e ti mettesse in una centrifuga a massima velocità. Questo è il livello di confusione dei 2 anni. E questa età è quando tuoi figli hanno bisogno di te infinite volte più del normale.
Ricorda: è quando tuo figlio fa più fatica che ha più bisogno di te.
Non c'è una bacchetta magica per le crisi e le difficoltà dei 2 anni, ma ci sono alcune cose che possiamo tenere a mente e alcuni "trucchi" che possiamo provare (senza aspettarci risultati miracolosi – che non esistono):
- Quando pensiamo che nostra figlia ci sta facendo fare fatica, dobbiamo ricordarci che lei ne sta facendo molta più di noi. La migliore strategia è provare in tutti i modi a mantenere la calma: la nostra calma è la loro calma.
- Questa è l'età in cui vuole praticare al massimo la volontà e l'indipendenza: è ovvio che se glielo neghiamo con i nostri NO entriamo in una lotta di potere.
- Prevenire la lotta di potere è possibile: diciamo meno NO (perché la maggior parte dei no che diciamo non sono necessari) e diamo due opzioni in modo da lasciare la scelta a loro. E prima di dire NO, chiediamoci sempre se è DAVVERO necessario!
- Dire meno NO e dare due opzioni non è viziare, è educare a lungo termine: è dare loro l'opportunità di praticare la volontà e l'indipendenza – che è ciò di cui hanno bisogno in questo momento.
- La maggior parte delle lotte di potere nascono perché noi adulti non sappiamo mettere da parte il nostro ego: diciamo "non puoi salire lì" e pensiamo che, visto che ormai lo abbiamo detto, dobbiamo mantenerlo. Questo è sbagliato e trasmette un modello malsano di gestione dell'ego. Educare a lungo termine significa imparare a mettersi in dubbio.
- Se sai che tua figlia rompe i giochi degli altri / picchia / tira i capelli -> 1. è tutto normale! 2. per un po' non perderla di vista e rimani vicino a lei quando gioca per insegnarle, con gentilezza e pazienza, come trattare gli altri e i loro giochi.
- Se sai che tuo figlio urla quando gli dici NO -> 1. prova ad evitare il NO; 2. prova a trasformare il NO in un sì. "Non salire lì" -> "Puoi salire lì con il mio aiuto" e poi chiedigli quando è pronto per scendere. Se dici di no, forse lo vorrà fare di più; se lo aiuti, imparerà a chiedere il tuo aiuto.
- Se tua figlia "piange per nulla" -> i bambini non piangono per nulla, c'è sempre una ragione dietro ai loro comportamenti. Osservali di più.
- Se non capisci la ragione del pianto -> a maggior ragione mostra ancora più comprensione ed empatia. Offri un abbraccio o se non lo vuole spiega che ci sei per quando avrà voglia.
- Tu, adulto, conti. Anche la tua volontà conta. Capisci che cosa sei disposto ad offrire e poi sii coerente. Se non sei disposto ad offrire un gelato, è un NO fermo, ma gentile, nonostante i pianti. Se non sai ancora se vuoi offrire un gelato o no, non dire NO di default: prendi tempo e capisci che cosa sei disposto ad offrire prima di comunicarlo.
🎙 Ascolta anche l'episodio del podcast relativo in cui approfondisco: è il numero 53 Riflessioni sulle difficoltà dei 2 anni.
Ma crisi di pianto notturne di un'ora? Crisi di pianto in Giro di 30minuti Che non smettono? E vuole fare semplicemente una cosa, la permetto e non la vuole fare... sto impazzendo, dopo un po' perdo la calma, mi sento in colpa e non so come aiutare... ogni cosa è urla in quel momento e durano dai 30min a 1 Ora...
Ti lascio qui alcuni contenuti che potrebbero aiutarti, e ti ricordo anche che nel Percorso per educare a lungo termine trovi diverse categorie che esplorano approfonditamente queste difficoltà (ad esempio I «Terribili» 2 e Crisi):
Rosalba
Team La Tela
Faccio riferimento al punto 6, che mi ha illuminato su un episodio che dopo averti letto può essere visto in un altro modo. Domenica Danilo stava giocando dentro una casetta di legno insieme ad altri due bimbi un po' più grandi mai visti prima (insieme relativamente, ognuno giocava per conto proprio nello stesso ambiente). Mia moglie era lì con lui e giocava insieme ai 3 bambini. A casa le ho poi detto che secondo me era lei a voler giocare e non Danilo, che forse poteva essere lasciato più libero e osservato da lontano (come stavo facendo io).
Ecco, ho appena detto a mia moglie che è una mamma magnifica perchè dopo aver letto questo tuo punto ho realizzato che non era stata per l'ennesima volta troppo apprensiva come credevo, ma semplicemente stava offrendo a nostro figlio un esempio, un modo gentile e paziente e soprattutto empatico di giocare con altri bimbi.
Grazie Carlotta, ogni volta i tuoi semini fanno la differenza nella nostra vita, per quanto ci rendiamo conto che questo tipo di educazione (davvero a lungo termine, perchè a breve termine forse noti l'esatto opposto di ciò per cui lavori) sia davvero merce rarissima. Più di quanto pensassimo.
Buona giornata, buon pomeriggio o buonanotte, a seconda di dove siete nel mondo.
Paolo
p.s. : inizierò anche il corso presto....;-)
Ps. Rilancio una riflessione. Magari, a volte, la "verità" sta nel mezzo: tua moglie poteva stare un po' lì e mostrare con l'esempio e poi poteva allontanarsi e lasciare spazio al gioco autonomo (e tornare se tuo figlio l'avesse cercata). Non è bianco o nero, il compromesso spesso vince.