«Vai via senza farti vedere».
«Non salutarlo che piange».
NO!
Andare via senza salutarlo insegna:
- Ad attaccarsi alle tue gambe il giorno dopo
- A non perderti mai di vista per paura che lo abbandoni di nuovo
- A temere l’abbandono
- A non fidarsi di te a lungo termine
Salutare crea fiducia.
Salutare dice: “Torno!”.
Non lasciare tuo figlio all’asilo senza salutarlo.
Alcuni bambini non piangono. Alcuni piangono perché fanno più fatica a staccarsi da te. Alcuni piangono perché non sono ancora pronti.
Se devi distaccarti comunque, fallo con rispetto.
Quando lasciamo i bambini all’asilo senza salutarli, gli unici che beneficiamo siamo noi, perché ce ne andiamo con l’anima a posto, prima che si rendano conto che non ci siamo e inizino a piangere.
Salutare è un segnale d’amore.
Alcune idee per lasciarli all'asilo con rispetto:
- Respira, usa un tono calmo, controlla le tue emozioni.
- Preparalo a ciò che avverrà con sincerità e dettagli: andiamo in macchina, ci salutiamo, poi tu rimani all'asilo e io vado a lavorare e poi torno. Inizia con anticipo, parlatene con tranquillità: "Ti ricordi che cosa succede lunedì?".
- Parlate dei compagni e del maestro e provate a ricordare i nomi insieme.
- Parcheggia più lontano e camminate 2 minuti fino all’asilo. Arrivate in anticipo e godetevi la passeggiata, osservate ciò che avete intorno…
- Ricordagli che torni a prenderlo, ripetilo più volte.
- Dai riferimenti temporali concreti: «Torno a prenderti dopo il pranzo».
- Trovate un vostro rituale di saluto: Datevi il 5 in modo speciale (imparatelo a casa) / Lasciagli una moneta in tasca / Cantate la stessa canzone mentre siete in macchina o camminate / Scambiatevi un braccialetto, un disegno, una moneta… / Disegnatevi lo stesso disegno sul braccio, sul ginocchio, sulla mano (un cuore, una stella, un fiore, qualcosa di vostro)
Salutare è un segnale d’amore.
Mi dispiace tanto, mi ricordo queste scene e lo so, stringe il cuore 💜
Come va adesso, ci sono state delle evoluzioni nel vostro percorso di ambientamento?
Quello che Carlotta consiglia in questo post è di salutarli (quindi di non andare via di nascosto, come a volte purtroppo viene consigliato in alcune scuole), ma di andare comunque via, anche se piangono, perché è normalissimo che piangano all'inizio (è la risposta fisiologica del senso di attaccamento della tua bimba, ma questo non significa che necessariamente starà male a scuola, anzi, molto spesso dopo poco che il genitore va via, i bimbi smettono di piangere).
Ti lascio un reel in cui Carlotta, insieme a Sara Ghirelli, ha approfondito questo aspetto, delle emozioni che noi genitori abbiamo nel momento in cui li lasciamo a scuola, soprattutto le prime volte:
Poi chiaramente ogni bambino è a sé e ogni genitore fa le proprie valutazioni e le proprie scelte in base a come si sente più a suo agio (e dipende anche dalla possibilità o meno che ciascuno di noi ha di scegliere di tenerli a casa).
Nel Percorso per educare a lungo termine su Tutta la Tela trovi un'intera categoria (Ritorno a scuola), con molti approfondimenti e spunti pratici per gestire le preoccupazioni legate all'ambientamento (e tra le opzioni, puoi anche scegliere di «affittare» per un mese una singola categoria del percorso).
Un abbraccio, facciamo il tifo per voi 💜
La nostra separazione è serena grazie a questi “piccoli” meravigliosi accorgimenti, ma l’inizio di questa seconda settimana di scuola di infanzia, ha visto mio figlio (2 anni e 9 mesi) trovarsi a piangere in mezzo alla mattinata, quindi molto dopo la separazione.
Non capisco il perché.
Sia oggi che ieri a metà mattinata, mi hanno detto che ha iniziato a piangere cercandomi. Tra l’altro oggi avevamo scelto di provare anche a farlo restare a mensa, mi hanno detto però che dalle 11.45 fino a poco prima che arrivassi (14) ha pianto e quindi non ha toccato cibo (ho chiesto che se ricapita magari mi avvisino prima).
Una volta a casa ho provato a parlargli, gli ho detto che capivo la sua tristezza e gli ho chiesto di cosa fosse triste, lui mi ha spiegato che voleva stare con me.
Così gli ho detto “ma sai che mamma torna ogni giorno no?”
Ma lui mi ha spiazzato dicendo “no mamma non torna”.
Ora, premettendo che inizialmente sono andata in panico dentro la mia testa chiedendomi dove avessi sbagliato e perché lui pensasse questo, razionalizzando poi ho immaginato che magari lui volesse solo ripetere che ha paura che la mamma non torni.
Mi chiedo, nonostante il nostro copione sia sempre il solito ogni mattina , dove io lo rassicuro che mamma torna a prenderlo, magari lui ancora sta cercando il suo nuovo equilibrio?
Sono solo preoccupata su come muovermi in questo ambientamento, perché settimana prossima tornerò a lavoro e non potrò continuare a stare dietro come vorrei a questa cosa.
🥲
Penso che il tuo bimbo abbia bisogno di un po' di tempo per abituarsi a questa lunga parentesi senza di te.
Chiaramente alla sua età non ha ancora il senso del tempo, per cui fino alle 14 è un tempo lungo (per adesso, che ancora non è abituato) e a un certo punto della mattinata magari sente il bisogno di tornare da te.
Quello che tu stai facendo, rassicurarlo e accoglierlo, è proprio quello di cui ha bisogno per attraversare questa fase di transizione.
Ti suggerirei magari di parlare con le insegnanti, anche per capire quale è il loro approccio quando avvengono queste crisi e capire insieme come rassicurarlo.
E hai già visto/letto le nuovissime lezioni del Percorso nella categoria Ritorno a scuola? Trovi tanti spunti pratici per gestire questa fase di ambientamento.
Sì ho letto tutto....adesso siamo a casa malati....vediamo lunedì cosa succederà.
Punterò a parlare con le maestre anche se...sono 4 maestre in compresenza e una classe di 32 bambini, non è facile parlar loro.....non voglio aggiungere altro.
grazie grazie grazie