Le punizioni promuovono:
- Risentimento;
- Stress, sia per chi la riceve sia per chi la infligge;
- Trovare stratagemmi per non essere beccati;
- L’uso della forza con gli amici, perché insegnano che con il potere si ottiene ciò che si vuole (che è l'antitesi dell'educare alla pace);
- La voglia di mentire;
- Egocentrismo, pensare quasi esclusivamente ai propri interessi.
Invece di punire e condannare l’errore, sii dalla parte dei tuoi figli, fai domande per capire, dai loro il beneficio del dubbio, riflettete insieme su cosa avrebbero potuto fare meglio o diverso.
Le scorciatoie nella genitorialità non ci portano dove vogliamo andare. Se vuoi che i tuoi figli diventino adulti che conoscono equilibrio, empatia e resilienza, le punizioni non sono la strada giusta.
Molti insegnanti (non tutti per fortuna) non hanno gli strumenti per capire che questo tipo di comportamenti «aggressivi» nei bambini di questa fascia di età è assolutamente normale, e che per aiutarli a gestire le grandi emozioni che poi sfociano in questi comportamenti il modo più efficace a lungo termine non è assolutamente quello della punizione o del premio.
Hai provato a chiedere un colloquio con le insegnanti per cercare di avviare un confronto? Non è detto che cambino idea, però chissà, magari riesci a far passare qualche semino...
In ogni caso, tu continua a mostrare a casa l'alternativa, questo è sempre fondamentale, e così pian piano tua figlia imparerà a riconoscere i comportamenti sbagliati.
Ti abbraccio forte 💜
Rosalba
Team La Tela
La storia si ripete.
Scusa x il lungo messaggio
Ti ringrazio
Francesca Romana
sono Rosalba del team La Tela.
Non è troppo tardi, non è mai troppo tardi... davvero! Così come non è mai troppo tardi per cambiare e migliorare noi stessi, a maggior ragione non è troppo tardi per i nostri figli, a qualunque età.
Se accedi con il tuo account sulla nuova piattaforma La Tela trovi questo contenuto super pertinente (in 3 minuti Carlotta risponde alla tua domanda 😉).
Certo, se per diverso tempo sono stati sottoposti all'educazione tradizionale, la strada inizialmente può sembrare in salita. Non lo nego, ci va tanto lavoro, e pazienza (quella serve sempre nella genitorialità).
Coraggio!
Un abbraccio 💜
Prima di tutto ti chiedere di immaginare come si sente tua figlia: la sorellina è arrivata nella sua vita e ha preso tante delle attenzioni che prima erano destinate a lei. L'arrivo di un nuovo membro della famiglia è anche un lutto per il/la grande, perché muore la famiglia come la si conosceva. Vi siete mai fermati a riflettere su questo aspetto e a offrirle empatia in questo processo? Avete provato a parlarne con lei grande partendo da un "ti capisco"? Passate tempo uno ad uno con lei? Avete provato a chiedervi quali bisogni stia cercando di comunicarvi con questi suoi comportamenti?
Penso che queste siano tutte domande importanti e credo fortemente che i bambini siano esseri umani incompresi: non hanno ancora la capacità intellettuale di regolare le loro emozioni e spesso basta provare a mettersi nei loro panni per accogliere ciò che provano con empatia e avviare un dialogo che porta a un cambiamento vero. 💜
prima di tutto volevo farti i complimenti per il tuo lavoro! Ti ho scoperta da poco e sto facendo indigestione dei tuoi contenuti!!
Per quanto riguarda l’argomento del post sono d’accordo con te al 100%.
Il problema è farlo capire agli altri.
Proprio oggi ho saputo che il mio bimbo (23 mesi) è stato messo in castigo al nido (sulla sedia della “riflessione”) per aver provato a picchiare un suo compagno più piccolo.. ovviamente non è un comportamento che voglio promuovere in mio figlio, ma non credo sia questa la strada per farglielo capire!! Vorrei portare alle insegnanti della bibliografia in merito, per intavolare un discorso civile, basato sulle evidenze, ma non so dove reperirle… mi sapresti aiutare?
Ti ringrazio di cuore.