Preferiti dei bambini

Non comparare i tuoi figli agli altri

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
1 luglio 2022·4 commenti
Ah, tuo figlio non legge ancora?Mia figlia a 3 anni leggeva già.

Queste frasi le ho sentite, pensate, dette. Oggi le ho eliminate dal mio vocabolario, perché non solo non valgono nulla, ma sono sbagliate: creano aspettative irrealistiche, frustrazione, senso di colpa, preoccupazione infondata.

Quando si parla di bambini e di loro capacità, spesso compariamo i nostri figli ai figli degli altri. Chi gattona già, chi cammina già, chi legge già, chi fa già le divisioni lunghe e così via… È normale, purtroppo: viviamo in un mondo che ci ha inculcato la mentalità della competitività, veniamo giudicati fin da piccoli e per la maggior parte della nostra infanzia e adolescenza. Avendo imparato a comparare prima di tutto noi stessi agli altri, è ovvio che finiamo per comparare anche i nostri figli.

Prendo come esempio la lettura, perché genera comparazioni già dai 3-4 anni (🤯). Quando mi chiedi se i miei figli leggono già, oggi non rispondo più apposta. E scelgo di non fare queste domande agli altri.

Vorrei invitarti ad ascoltare il mio podcast sulla competizione a scuola e a riflettere anche su questo: non è un merito leggere prima, perché le differenze sfumano in fretta fino a scomparire del tutto. I bambini dovrebbero poter imparare a leggere con i propri tempi e, anzi, gli studi dicono: “Un ritardo nell'imparare a leggere non ha alcun effetto sulla fluidità di lettura a 11 anni”*. Se impari a leggere a 9 anni, a 11 leggerai uguale a chi ha imparato a 4 anni. È come camminare: Oliver ha iniziato a 10 mesi, il suo amico a 16 mesi, a 20 mesi camminavano e correvano uguale.

Facciamo uno sforzo a non comparare, a eliminare frasi e domande di comparazione dalle nostre conversazioni.

Dobbiamo de-normalizzare la mentalità della competitività, della comparazione e dei tempi universali. Dobbiamo normalizzare, invece, la mentalità del concedere ai bambini i propri tempi di apprendimento e collaborare con loro per scoprire e nutrire i loro veri interessi.

Ognuno è unico negli interessi e nel modo e nei tempi di imparare.

#iomidissocio 

*Continua: “In effetti, gli studenti che hanno imparato più tardi hanno una comprensione leggermente superiore”, Early Childhood Research Quarterly

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

Parliamone

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Ciao Carlotta, intanto non finirò mai di ringraziare te, tuo marito e tutto lo staff della tela per il prezioso e unico lavoro che fate. Condivido appieno il fatto che sia necessario scardinare questa mentalità della competizione e del fare paragoni. Io ho due gemelli di 11 mesi nati a 32 settimane. Fin dalla nascita i medici mi dissero che essendo nati prematuri, avrebbero raggiunto tutte le tappe motorie in ritardo. In effetti è stato proprio così. A 11 mesi non gattonano ancora, per esempio. A me viene naturale fare il confronto con figli di amici che, alla stessa età, camminano già magari o dicono qualche parolina. Ci stavo male all'inizio, ma da un po' di tempo a questa parte cerco di non dare troppo peso al confronto, piuttosto mi concentro sui miei due bimbi, sto assistendo alla loro evoluzione, vedo quanti progressi fanno ogni giorno, quanto sono straordinarie le loro potenzialità, ma soprattutto mi ripeto che ogni bimbo è a sè e ciascuno di loro raggiungerà le varie tappe con i propri tempi. Grazie ancora una volta per farmi sentire compresa e non più sola. 
Esatto, questa è la chiave giusta! 💜
La fiducia nei tuoi bimbi  è la cosa migliore che puoi regalare a te stessa.

Ps. Il mio primo bimbo è nato a termine, ma ha iniziato a gattonare solo a 12 mesi, quando gli altri già camminavano, e ha iniziato a camminare a 17 mesi... quando gli altri già correvano. Da lì in poi non è più stato fermo un secondo, ovviamente 😂

Un abbraccio!

Rosalba
Team La Tela
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Buongiorno Carlotta, mio figlio ha frequentato la prima elementare. Questa estate doveva svolgere degli esercizi ma non riusciva a concentrarsi, non ci metteva il minimo impegno e interesse, per cui, con l’intento di spronarlo, mi è capitato di fare un confronto con i suoi compagni di classe. Non voglio scatenare competizione e non voglio assolutamente paragonarlo agli altri bambini, vorrei solo che mettesse impegno e concentrazione in quello che fa, non vorrei che fosse legittimato a non fare… Qual è il modo migliore per spronarlo? Dov’è il punto di equilibrio tra "non metterci impegno" e "imparare con i suoi tempi"?
Arrivo a passo di bradipo, ma ci tenevo a risponderti. Le attività che gli chiedevi di fare lo interessavano? Erano troppo facili per lui? O troppo difficili? Spesso, purtroppo, chiediamo di mettere impegno e interesse in attività che non ci interessano, questa è un grandissimo fallimento della scuola che credo bisognerebbe capire e parlarne a casa. 💜
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