Viaggiare oltre gli stereotipi (anche con bambini/e)
Alcuni consigli per riconoscere i nostri pregiudizi e vivere i nostri viaggi di famiglia con più serenità.
Mi ci volle ancora qualche giorno per capire che quella domanda non me la sarei mai posta se mi fossi trovata davanti a un ragazzo italiano. Ma non è mai troppo tardi per riconoscere i propri pregiudizi: così come non è mai troppo presto per educare i nostri figli all’apertura e alla ricchezza della diversità.
Breve postilla: quel ragazzo sarebbe diventato mio marito.
L'incontro con l'altro: educare i bambini alla diversità
Ma è quando visitiamo posti di cui conosciamo poco o nulla che abbiamo la grande occasione di mostrare quanto le persone di quei Paesi siano meno «diverse» da noi di quanto immaginassimo.
A volte siamo noi genitori ad avere un grosso bagaglio di pregiudizi e di stereotipi e di questo non dobbiamo assolutamente vergognarci: tutti ne abbiamo. La chiave per superarli sta proprio qui: riconoscerli, accoglierli e andare oltre.
Solo a questo punto saremo in grado di accompagnare i nostri figli alla scoperta del mondo senza immagini stereotipate. Come possiamo fare? Ti darò qui alcuni suggerimenti tratti dalla mia esperienza personale: già, insieme a quel ragazzo che avevo guardato con sospetto sto crescendo due piccoli italo-siriani.
Prima di partire
- La cucina: i profumi e i sapori da Paesi diversi dal nostro sono una vera e propria scuola di diversità. Se conoscete famiglie che arrivano da altri Paesi, approfittatene per organizzare pranzi in cui ogni famiglia porta dei cibi tipici della propria cultura d’origine.
- Libri: la lettura è il primo, potente modo che abbiamo di viaggiare, giusto? E allora usiamo il potere dei libri per leggere storie che parlano di avventure in altri Paesi, magari con mappe colorate e dialoghi che aiutino a comprendere e a smontare i pregiudizi.
- Se abbiamo già una meta, raccontiamo anche particolari molto pratici che aiuteranno molto i nostri bambini e anche noi a comprendere il luogo che visiteremo: non solo la cucina ma anche il clima, il tipo di case, i paesaggi. Questo approccio molto pratico ci ha aiutati molto anche in viaggi verso destinazioni apparentemente «poco diverse» dalla nostra – Italia compresa.
- Le storie di chi conosciamo: raccontare l’esperienza di persone che conoscono anche i bambini è un altro modo per aiutare loro e noi a superare la paura del diverso. Se ci sono famiglie che hanno visitato Paesi sudamericani o mediorientali, nordeuropei o asiatici approfittiamone e organizziamo momenti in cui potranno ascoltare le loro storie. E chiediamo di raccontarci se avevano qualche diffidenza prima di partire e come l’hanno superata.
Il linguaggio dei bambini: le lingue come ponte
Perché è così importante conoscere qualche parola dei posti che ci ospitano? Perché facilita la comunicazione, certo, ma soprattutto permette di costruire connessioni con le persone. E questo ci mostrerà quanto simili siano a noi.
Anche approfondire i dettagli del linguaggio non verbale può darci informazioni preziosissime e aiutarci nella comunicazione. Pensa a quanto sia famoso nel mondo il gesticolare degli italiani: ma questi gesti possono essere del tutto assenti in altri Paesi, mentre alcuni gesti possono avere significati completamente diversi.
Questo l’ho provato in prima persona: in Siria, sollevare le sopracciglia una volta significa…«No!». Ci ho messo parecchio tempo (e intendo proprio parecchio!) per capirlo e abituarmi a questa risposta, tanto che ancora oggi, quando sono in dubbio, chiedo a mio marito se intenda dirmi «No» oppure altro.
Informarci e comprendere queste differenze – oltre a rendere più semplice la comunicazione – ci aiuta a non percepire come «qualcosa di strano» ciò che si discosta da quello che per noi è familiare.
Il ritorno a casa
E poi, perché non fare proprie certe abitudini, integrandole anche nella nostra routine? Noi, per esempio, in occasioni particolari a casa nostra facciamo i picnic…per terra. In Siria tradizionalmente i pasti si consumano proprio così: si stende una tovaglia su tappeto e si mangia per terra. Ecco allora che un’occasione speciale come una festa o una serata perticolare si trasforma in un modo per vivere usanze da luoghi più o meno o lontani.
E infine, anzi soprattutto, manteniamo vivo l'interesse per ogni tipo di lingua e di cultura. Se ogni viaggio permette di esplorare, scoprire e arricchirci, continuiamolo a casa. Incoraggiamo noi stessi e i bambini a essere cittadini del mondo: in questo modo supereremo le nostre paure, e i nostri figli diventeranno ponti tra culture.
Consigli di libri?
Grazieeeeee