Genitori e insegnanti: non puntatevi il dito
Nel conflitto tra genitori e insegnanti la vittima è l'infanzia.
Ogni giorno, da anni, ricevo messaggi così:
«I genitori non rispettano il nostro lavoro, pensano di saperlo fare meglio».
«Gli insegnanti non rispettano i nostri valori, pensano che i loro siano più validi».
Genitori e insegnanti: entrambi avete ragione. Non vi rispettate.
Non rispettate il lavoro dell’altro e non rispettate il fatto che dietro a quel lavoro c’è un individuo e già solo per questo si merita il beneficio del dubbio.
Spesso genitori e insegnanti si attaccano (con le stesse frasi) e si criticano (anche alle spalle). Manca il beneficio del dubbio: ci sono insegnanti che quando i genitori hanno parlato di La Tela Teachers si sono offesi (!). Ci sono genitori che quando gli insegnanti hanno offerto una «scuola per genitori» per remare nella stessa direzione si sono offesi (!). Invece di cogliere l'occasione per imparare l'uno dall'altro, entrambe le parti l’hanno presa come una critica al loro lavoro: invece, è un regalo che ha a cuore l'infanzia.
Oggi vi invito, genitori e insegnanti, a smettere di puntarvi il dito a vicenda, perché le vittime di questa lotta all'ultima critica sono i bambini e le bambine. Questa vostra battaglia è inutile e controproducente e vi impedisce di essere la squadra di cui i vostri figli/studenti hanno bisogno (di cui voi stessi avete bisogno!).
Cambia linguaggio per cambiare narrativa
- Invece di fare un’osservazione, fai una domanda e ascolta la risposta per capire, non per rispondere;
- Quando ti fanno una domanda, non pensare che ti stiano criticando: dai il beneficio del dubbio e, se ti senti criticatǝ, invece di metterti sulla difensiva;
- Invece di pensarla come un «noi contro voi» pensiamolo come un «noi contro il problema».
Una riflessione
Come proporre La Tela Teachers a insegnanti?
- Cambia mentalità: non stai criticando il loro lavoro, stai facendo loro un regalo;
- Usa un copione così: «Hey, ho visto che ci sono dei corsi gratuiti solo per insegnanti e ho pensato a te».
A volte partiamo da un’immagine sbagliata dell’altro (pensiamo che si offenderà) invece che dal beneficio del dubbio. Alcuni si offenderanno sul momento, lo so, ma magari quel semino germoglierà più avanti.