Cosa siamo disposti ad offrire?
Funziona così:
I miei figli figli mi chiedono di guardare un film.
Io penso che l’hanno già guardato ieri e mi infastidisco perché me lo chiedono di nuovo.
Scelgo di non dire: «Certo che non avete limiti, l’avete già guardato ieri!» — che serve solo a umiliarli e correggerli per un qualcosa che non è un errore (perché è ovvio che la loro mente vuole più televisione e che alla loro età non sono ancora in grado di gestire gli impulsi).
Scelgo di concentrarmi su ciò che sono disposta ad offrire: «Quello che sono disposta a offrire è giocare a una partita di Uno con voi e decidere insieme un cartone breve che potete guardare domani».
Un altro esempio: mi chiedono di giocare ai Lego ma io non ho voglia di giocare ai LEGO. «Quello che sono disposta è fare con voi un gioco produttivo». In questo modo,
- Non li faccio sentire sbagliati
- Faccio rispettare le nostre regole offrendo un’alternativa attraente
- Onoro i miei bisogni e così loro capiscono che sia i propri bisogno sia i bisogni degli altri contano.