Un Natale e una vita senza aspettative
L’anno scorso scrissi questo post triste, che rispecchiava appieno il mio umore nel periodo natalizio degli ultimi anni — una tristezza che cercavo di mascherare prima con regali e cene con amici, poi dicendo frasi del tipo “non mi interessa il Natale”. La verità è che ero ancora schiava del Natale.
Quest’anno qualcosa è cambiato e ieri mi sono finalmente resa conto di essermi liberata dalla schiavitù di questa festa imposta da una religione che ho abbandonato ormai da anni. Non so spiegare perché — forse è il lavoro su me stessa che ho fatto durante l’anno e specialmente negli ultimi sette mesi di gravidanza; forse sono cresciuta; o forse, semplicemente, nella mia mente il Natale ha perso finalmente quel fascino che mi portava ogni anno a rimpiangere la felicità passata.
Quest’anno, ho passato il più bel Natale da anni. Niente regali sotto l’albero — ma sì all’albero e alle candele profumate che mi rendono felice. Niente corsa ai regali, se non per uno che avevo in mente da un mese e che è andato a Bella, la mia prima nipotina adottiva. Niente pranzi da cui riprendersi per i tre giorni successivi. Niente compromessi. Niente obbligazioni. Niente desideri. Niente aspettative.
Solo io, Alex, Colbie, il sole, il mare e il più bel regalo che potessimo mai desiderare: la nostra scimmietta che cresce sana e a vista d’occhio nella pancia.
Il nostro Natale
Bellissimo.
Quando mi sono svegliata al mattino, non avevo idea di cosa avremmo fatto, di come sarebbe stata la giornata, se mi sarei sentita triste all’idea di non partecipare alla riunione di famiglia in Italia. Non avevo obbligazioni, desideri. Non avevo aspettative.
Le aspettative sono il vero nemico
Sono le aspettative a rovinare tutti i più bei momenti — e i programmi in generale. Senza aspettative, non possiamo rimanere delusi o arrabbiarci se una persona non ci chiama o non viene a trovarci; se non riceviamo il regalo che volevamo; se una riunione tra amici è noiosa; se la giornata lavorativa si rivela un disastro; se la sveglia non suona e siamo in ritardo; se u programma non funziona e un’ora di lavoro scompare nel nulla; se un nuovo progetto non prende piede…
Perché la verità è che siamo noi stessi a creare le situazioni mentali che porteranno poi a delusioni e rabbia. Siamo noi stessi che ci dimentichiamo di vivere nel presente, nell’ora, senza proiettare la nostra mente al futuro e a quello che potrebbe/dovrebbe riservarci. Sono le nostre menti i nostri più acerrimi nemici.
Vivere senza le piccole aspettative
Ma sono le piccole aspettative di tutti i giorni quelle da cui dobbiamo liberarci. E vivere senza aspettative significa essere più felici. Significa vivere consapevolmente nel qui e nell’ora. Significa arrabbiarsi di meno e ridere di più in situazioni spiacevoli.
Un augurio per il 2015
Ma questo prevede creare ed avere aspettative nocive.
Quest’anno, io auguro a me stessa, a chi amo e a chi mi ama, di imparare a liberarsi dalle piccole aspettative. Che alla fine, è come augurare la felicità, con l’unica differenza che prevede un lavoro personale non indifferente, prendere in mano la propria vita e la propria mente invece di lasciarle alla mercé di destino, dio, karma o qualsiasi cosa in cui si creda.
In quanto a me, come ricordo tutti i giorni nella mia sessione di meditazione, io ho scelto di credere nella mia mente, nel suo potere e nella mia capacità di modellarla e controllarla per diventare sempre più la persona decente che voglio essere — e libera da aspettative. Per me stessa e per chi mi sta vicino.
E visto che oggi è pur sempre Venerdì dal Mondo, vi lascio con questo link che mi ha fatta ridere. Buone feste a tutti!
L'unico retaggio sopravvissuto e' quanto concerne i figli e il bene che mi auguro per loro. Ma questo e' un discorso lungo.
Un sorriso