Preferiti dei bambini

TEDx: dietro le quinte, esperienza e rimpianti

Pensavo che avrei detto di no e invece è un sì forte e chiaro.

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
20 ottobre 2024·2 commenti
Una settimana prima di ricevere l’invito a partecipare al TEDx di Putignano 2024, ero seduta con Alex a Yellow Flower Cafe, il nostro solito bar a Penestanan (Bali). Avevo appena visto un TED che mi era piaciuto e avevo detto ad Alex: «Non penso che mi interesserebbe salire su quel palco». Frase strana detta da me, vista la mia storia con TED: quando scoprii la piattaforma nel 2008, diventò la mia università preferita e, per fare in modo che quell'ispirazione potesse arrivare anche in Italia, passavo ore a tradurre e sottotitolare i discorsi che amavo.

Eppure, salire su quel palco non era davvero nelle mie aspirazioni né nei miei sogni: finché non me l'hanno chiesto. Avete presente quando nel mio libro scrivo che se non è un sì forte e chiaro, allora è un no? Ecco, in questo caso ho saputo immediatamente che avrei detto di sì. 

Inoltre, il tempismo non poteva essere migliore: stava per uscire il mio libro «Cosa sarò da grande» e per la prima volta in 20 anni sarei effettivamente stata in Italia il giorno dell'evento: non avrei dovuto cambiare i miei piani di viaggio, non avrei dovuto volare per arrivarci. Non solo: il tour del libro mi avrebbe portata da febbraio a maggio per tutta la penisola, e ad aprile sarei proprio stata in Puglia. E non è finita: il tema del TEDx 2024 di Putignano era l'errore, uno dei miei temi preferiti nell'educazione che diffondo. 

Insomma, è stata una di quelle rarissime decisioni facilissime da prendere.

La preparazione

Quello che molte persone non sanno è cosa c'è dietro a quei 20 minuti di discorso sul palco. Prima di tutto, (secondo le regole di TED*) il discorso va imparato a memoria, non si può leggere, non c'è un teleprompter.

Il percorso è molto lungo: da ottobre ad aprile, ogni mese ho fatto una video chiamata con lo staff del TEDx Putignano (che quando ho incontrato di persona già mi sembrava di conoscere) per leggere il mio discorso e fare le prime prove.

Spesso la scrittura richiede molto tempo e molti tentativi, perché il tono e la narrativa dei discorsi TED e TEDx hanno regole chiare: per me, però, la parte di scrittura è stata velocissima (forse perché guardo discorsi TED da quanto ero ancora all'università e ne ho anche tradotti e sottotitolati parecchie in maniera volontaria). Non penso di aver mai scritto un testo così velocemente in vita mia: in un'ora prima del primo incontro avevo già quello che è poi stato il discorso che ho portato sul palco – con alcune modifiche di forma e linguaggio e una sforbiciata (la sintesi non è il mio forte).

Due settimane prima dell'evento è iniziato lo studio a memoria (più tardi di quanto avrei voluto per via del tour del libro), con tanto di video chiamate per presentare il discorso senza leggerlo. Mi sono presa una pausa forzata dal tour del libro, che da febbraio mi vedeva, insieme alla mia famiglia, viaggiare in van di regione in regione facendo 2-3-4 presentazioni a settimana e ho imparato e ripetuto il discorso in mezzo a una valle deserta nelle montagne abruzzesi.
 

I giorni dell'evento

Salire sul palco è stata una minuscola parte del TEDx di Putignano: sono stati 4 giorni di persone che mi hanno ispirata in modi diversi, pranzi, cene, risate, conversazioni profonde e leggere. Lo staff e le persone che hanno partecipato all'evento sono state come una grande famiglia per quattro giorni. Non so se ogni TEDx è organizzato così, ma a Putignano ho respirato lo spirito di squadra e di condivisione che mi sono sempre immaginata dietro una piattaforma che ispira milioni di persone ogni anno.

Il tema del mio intervento

Ho scelto di parlare di due strumenti che per me sono stati fondamentali nel mio percorso di genitorialità per riuscire a educare Oliver ed Emily diversamente da come sono stata educata (concentrandomi su fiducia e collaborazione, piuttosto che su obbedienza, punizioni e minacce): il primo è il concetto dell'«essere un GPS e ricalcolare il percorso» quando sbagliamo strada e il secondo sono i copioni, ovvero quelle frasi che possiamo usare per scegliere il nostro comportamento e la nostra reazione. Ti lascio all'ascolto. 

    

Due rimpianti

  1. Il tour del libro è stato bello e allo stesso tempo brutale: sono arrivata all'evento esausta e ho dedicato molto meno tempo di quando avrei voluto allo studio del discorso. Questo mi ha portata a fare errori che avrei potuto facilmente evitare (mi consolo pensando che il tema era l'errore 😉).
  2. Mi dispiace non aver parlato de La Tela nel mio discorso: tornassi indietro userei quello come esempio di una paura che gli altri riversavano su di me. Su La Tela ho sempre scelto di fare le cose diversamente: non ho mai fatto pubblicità né accettato sponsor né seguito le regole di marketing sui social media… tante persone mi dicevano che non era possibile, che stavo sbagliando (alcune anche che un blog non è un vero lavoro), che se voglio crescere un business devo guardare a cosa fanno i business di successo… e invece, proprio come dico nel discorso, ho restituito quella paura ai proprietari, ho continuato sulla mia strada e oggi La Tela è la piattaforma di riferimento per la genitorialità in Italia. 

Gli altri discorsi che ho amato di più

Quel giorno ci sono stati 9 interventi e ognuno ha raccontato una sfaccettatura del concetto di errore. Ecco i miei preferiti:

  • Liberiamo il maschile di Giacomo Zani (tanta dell'educazione che diffondo è racchiusa anche qui)
  • Cambiare le strade, per riscrivere storie di Demetrio Scopelliti
  • A passeggio nel queer di Lorenzo Piccolo
  • Ho anche la riflessione nel discorso di Antonia Gambacorta: «Si pensa comunemente che noi esseri umani siamo animali terrestri. Errore, vi dirò io. Solo i nostri piedi sono piantati per terra, il resto del nostro corpo è completamente immerso nell'atmosfera ed è parte integrante di essa». 
 

Alcune delle mie foto preferite

Un grazie speciale va a tutto il team dell'organizzazione che ha coccolato me e gli/le altrǝ partecipanti per quattro bellissimi giorni. A loro va anche il grazie per la maggior parte di queste foto.



Oliver ed Emily distribuiscono origami a ogni persona che esce.
Nota 
*Se potessi cambiare una sola cosa di tutto il processo sarebbe dover imparare il discorso a memoria: trovo che sia la mentalità accademica dell'esame di fine anno, del dover sentire lo stress e la tensione, quando si potrebbe invece offrire un'esperienza molto più rilassante e piacevole senza togliere il lavoro e la profondità dei contenuti.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

Parliamone

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Mi emoziona sempre vedere l' impegno che c' è dietro tanto lavoro e la soddisfazione del merito dopo il traguardo desiderato raggiunto.
La vita mette a posto tutto, basta solo attendere.
Complimenti Carlotta 🍀💜
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