Preferiti dei bambini

Quella volta che ho gestito una crisi proprio come volevo

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
27 dicembre 2024·4 commenti
«Sono la mamma migliore del mondo», ho detto ad Alex con immensa soddisfazione (e un po’ di stupore) mentre mi mettevo solo le coperte. 

Non avrei mai pensato di dire questa frase con spontaneità. Ma non avrei nemmeno mai pensato di poter arrivare a gestire una crisi, nella stanchezza più totale, con la calma che le crisi richiedono. Ecco perché voglio raccontartela, perché quella sera sono riuscita a usare tutti gli strumenti dell’educazione a lungo termine.

È tardi. Oliver ed Emily vengono a darci la buonanotte e poi vanno a letto, ma non dormono subito. Invece, si provocano (scenario ricorrente quando sono stanchi).

Emily scoppia a piangere istericamente perché Oliver le fa male.

Metto in pausa il film che sto (finalmente) guardando e vado da loro.

Mi fermo per un momento e osservo la situazione. «I litigi sono come un pronto soccorso, ha priorità chi sta peggio». Appena la mia vocina interiore dice questa frase, c’è uno shift di consapevolezza: loro sono stanchi perché è più tardi del solito, ma io sono esausta e frustrata per l’ennesimo conflitto pre nanna – avevo appena chiesto loro di andare a dormire senza provocazioni, ne avevamo appena parlato!

Io avevo la priorità! Dovevo aiutare prima me.

Offro a Emily uno sguardo che le dice «Mi dispiace. Vedo la tua sofferenza», ma allo stesso tempo rimango ferma e in silenzio. 

Con estrema lentezza prendo i vestiti che sono ancora sparsi sul loro letto e li metto via, uno ad uno. Sempre con movimenti lentissimi prendo le loro coperte e le metto ognuna nella parte rispettiva del letto. Poi apro le braccia come per un invito silenzioso a Emily: ora sono pronta per te.

Nel mio abbraccio, Emily inizia a dirmi tutto ciò che ha fatto di sbagliato Oliver. L’ascolto e poi le dico: «Mi dispiace. Oliver sa che in questa famiglia non tolleriamo la violenza e domani, quando tutti i cervelli sono calmi, possiamo parlarne».
«NO!», urla Oliver che fino a quel momento era rimasto con le braccia incrociate e la fronte corrugata.
«Quando il tuo cervello sarà calmo, io penso che sceglierai di parlarne, Oliver. Adesso è ora di dormire».
«NO! NON LO SCELGO!».

Rimango in silenzio per qualche secondo. So che la scelta è solo mia: posso rispondere alla provocazione o posso rilanciare calma.

«Buona notte, Emily, ti amo», le dico dandole un bacio sulla fronte.
Sto per andare via, quando la vocina interiore mi ricorda di accogliere anche Oliver.
«Buona notte, Oliver, ti amo», gli dico dandogli un bacio sul braccio.
Emily mi chiede un bicchiere d’acqua. Quando torno da loro, Oliver allunga la mano verso Emily e le dice: «Mi dispiace di averti fatto male, Emily». Lei gli dà la mano e si abbracciano.

Prendo anche io la mano di Oliver: «Ci è voluto molto coraggio per riuscire ad ammetterlo e tu ce l’hai fatta. Domani ne parliamo e capiamo insieme che cosa avresti potuto fare diversamente, invece di fare male a Emily. Va bene?», gli chiedo. Lui sa che in casa nostra ci prendiamo la responsabilità delle nostre azioni e ora è anche in grado di accettarlo.

«Sì». Pausa. 
«I love you, mamma», mi dice infine rilassando il corpo e mettendosi giù.
Li abbraccio entrambi e torno a letto. 

«Sono la mamma migliore del mondo», dico ad Alex con soddisfazione e un po’ di stupore (molto) quando torno a letto.
 
No, non sono la mamma migliore del mondo.

Ricordo altre decine di volte nei mesi passati in cui lo stesso scenario ha portato me a perdere le staffe; urlare al massimo del volume; entrare in una lotta di potere («Vedremo se non ne vorrai parlare domani!») che aggravava e allungava la crisi. Andavamo a letto tutti arrabbiati e disregolati, dopo pianti e grida. 

Spesso, in quelle situazioni, la frase che dicevo ad Alex era: «Sono una persona terribile».

Ma non quella sera. Quella sera ho usato bene tutti gli strumenti che ho collezionato per anni nella mia cassetta degli attrezzi (la vocina interiore È l’educazione a lungo termine!): mi sono presa cura di me per prima; ho usato l alentezza per regolarmi; ho ascoltato; non ho preso la rabbia sul personale e, anzi, l’ho accolta; ho amato Oliver come aveva bisogno di essere amato; e ho creduto in lui, riuscendo a separare chi è da come si era comportato. 

Ma soprattutto ho usato la calma – la calma è lo strumento che fa tutta la differenza. 

Tante sere, nei mesi passati, non ho onorato gli strumenti che ho, non sono stata la madre che so di poter essere. Ma quella sera… quella sera mi sono comportata come una persona che apprezzo, stimo e rispetto al massimo.

E così oggi mi celebro.

💫 Celebrati anche tu: scrivimi nei commenti un aneddoto in cui sei stata/o il genitore che vuoi essere. Imparare a celebrare le vittorie o piccole soddisfazioni è importante.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

Parliamone

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Mia figlia ha 12 anni, ma prima che arrivi l’adolescenza vera, ho deciso di approfondire l’argomento di come approcciarsi ad un adolescente. In sostanza quello che conta è non sbagliare la prima mossa, perché può farti cadere in un baratro di incomprensioni e litigi.
Il segreto è principalmente non prenderla sul personale, fare un passo indietro, capire che in lei in questo momento stanno affiorando molte emozioni e cambiamenti, alcuni pensieri “da grande” vissuti con l’impulsività dell’infanzia… distaccarsi dal momento permette di vedere che la confusione è tutta dentro e che il genitore può accogliere o fare muro e in molti casi peggiorare. Non è  facile, ma si cresce insieme, errore dopo errore.
Grazie per queste parole Giulia, una riflessione utile e preziosa 💜
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Il mio ringraziamento è infinito! 
Per questo tuo, vostro vissuto che hai scelto di condividere! Mi mostra che c’è tanto lavoro ma che è possibile! Mi aiuta a non scoraggiarmi e mi da la possibilità di comprendere come sia importante scegliere il nostro passo verso quella situazione! Tante volte le crisi dei miei figli mi travolgono e mi sento in balia! Il fatto di poter osservare e poi SCEGLIERE  come essere in quel momento è rivoluzionario! 
Ho tanta strada ma ci voglio provare e in più desidero imparare a celebrare i successi! Anche questo è un aspetto secondo me importante! 
Grazie 🤩 
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