«Mamma, sono il peggiore in matematica!»: la trappola di premi ed elogi
Come aiutare nostrǝ figliǝ a costruire (vera) autostima.
Le «etichette» (che usiamo con buone intenzioni e spesso inconsapevolmente) costruiscono i nostri figli «da fuori»: insegnano loro a dipendere da ciò che gli altri pensano invece di affidarsi a ciò che loro sanno di sé. Così, quando manca l’approvazione del mondo fuori (e succederà), è la loro stessa identità a crollare.
Quando tua figlia ti dice «Sono la peggiore in matematica!» e tu provi subito a rassicurarla («Sono sicura che non è così, tu sei una bambina intelligente, basta solo che studi di più!»), le tue intenzioni sono piene d'amore, ma ignori la sua emozione: tra le righe, il messaggio che stai mandando è che deve diventare più brava (o la più brava) e che non accetti questa versione di lei che non va bene in matematica. Non lo fai apposta, ma rischi di spegnere la sua autostima.
Grazie a risposte come questa, che lo hanno fatto sentire visto nella sua emozione e che non gli hanno comunicato che ci aspettiamo che sia qualcosa o qualcuno che non è, negli anni l’ho visto presentarsi in qualunque gruppo e campo da calcio, in ogni parte del mondo, persino dove non parlava la lingua, anche con vestiti o scarpe non ideali, sorretto da una fiducia in sé che nasce solo dal conoscere il proprio valore personale e le proprie capacità reali – perché quello che dicono fuori importa, ma non tanto come ciò che sai dentro.
Se quel giorno (e tante altre volte) io e Alex avessimo provato a convincerlo del contrario o gli avessimo solo detto frasi (in sé valide) come «Puoi diventarlo se ti alleni di più», senza prima accogliere il disagio, lui avrebbe potuto convincersi che, per noi, il suo valore dipende dalla sua capacità di giocare bene a calcio.
Ma non solo. Questa esperienza mi ha anche insegnato che a Oliver, in fondo, non interessava essere bravo o il migliore, né aveva bisogno di esserlo per trovare il coraggio di unirsi a un gruppo nuovo; a lui interessava solo continuare a giocare a calcio e imparare.
Questa fiducia in sé è quella che io chiamo vera autostima e noi genitori possiamo aiutare i nostri figli e le nostre figlie a farla brillare oppure… possiamo spegnerla.
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