Quando priviamo i figli del nostro amore
La privazione dell'amore riduce l'autostima e danneggia la relazione.
E così oggi, quando i nostri figli sbagliano, sono poco gentili con noi o non si comportano come vorremmo, la reazione che forse ci viene più naturale è privarli del nostro amore: li evitiamo, non vogliamo stare con loro, gli diciamo di non parlarci finché non si scusano, quando incrociamo il loro sguardo i nostri occhi sono arrabbiati, mostrano la nostra delusione.
Privare i nostri figli del nostro amore è una punizione che spezza la fiducia e dice loro:
- «Io non ti amo quando ti comporti così».
- «Per me non vali quando provi queste emozioni».
- «Non dovresti provare queste emozioni».
- «Tu sei responsabile di quello che provo io e della mia incapacità di gestire la mia rabbia» (il messaggio peggiore di tutti 💔).
E così loro crescono con bagagli molto pesanti, pensando che le emozioni altrui siano loro responsabilità; che alcune emozioni siano negative; che bisogna nascondere la rabbia; che quello che provano gli altri sia più importante di ciò che provano loro…
Perché è così difficile cambiare risposta?
Ma non solo (e questa è la risposta meno ovvia). Significa dirlo anche ai nostri bambini interiori – e questa è la parte più difficile, perché nessuno l'ha mai detto a noi. A noi è stato insegnato che quando non soddisfacevamo le aspettative altrui, ci meritavamo che ci privassero dell'amore, che non ne eravamo degni: alcuni adulti ancora oggi fanno fatica ad ammettere che da piccoli non si meritavano quegli abusi di potere, che si meritavano amore anche quando i genitori erano arrabbiati.
E così continuiamo a punirci (e i nostri bambini interiori) attraverso la punizione che infliggiamo ai nostri figli.
Io credo che possiamo scendere da questa ruota.
Un primo passo pratico
«Mi sono arrabbiata e ho fatto quella cosa che non mi piace: farti pensare che non meriti amore quando ti comporti così. Non è vero. Io ti amo anche quando non mi piace il tuo comportamento. Voglio cambiare la mia reazione e ci sto lavorando».
Poi, quando i cervelli sono calmi, potremo parlare del loro comportamento e di un’alternativa per il futuro. La punizione non insegna (e non ha mai insegnato): solo quando bambinə o ragazzə sentono il nostro amore e la nostra fiducia e si sentano accoltə, vistə e capitə… scelgono di ricambiare la fiducia, anche attraverso la collaborazione.
Una nota importante
Essere arrabbiati significa:
- riconoscere che lo siamo e abbiamo il diritto di esserlo,
- fare una pausa (se lo abbiamo già imparato),
- comunicarlo (con un copione è più facile),
- dire che abbiamo bisogno di tempo per noi;
- prendercelo,
- usare uno strumento per regolare il nostro sistema nervoso,
- quando siamo regolati, riparare e scusarci se abbiamo urlato o fatto paura,
- trasmettere che quel comportamento non va bene e che possiamo scegliere chi vogliamo essere anche nella rabbia.
Non si tratta di reprimere la rabbia – sarebbe una pentola a pressione o un vulcano come quello della foto – ma di imparare come essere arrabbiati. Proprio come insegniamo ai nostri figli.
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