Preferiti dei bambini

Quando priviamo i figli del nostro amore

La privazione dell'amore riduce l'autostima e danneggia la relazione.

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
23 agosto
Tanti di noi sono cresciuti così: quando facevamo arrabbiare i nostri genitori, ci privavano del loro amore. Questo significa che crescendo abbiamo imparato che, quando non compiacevamo qualcuno, non meritavamo il suo amore.

E così oggi, quando i nostri figli sbagliano, sono poco gentili con noi o non si comportano come vorremmo, la reazione che forse ci viene più naturale è privarli del nostro amore: li evitiamo, non vogliamo stare con loro, gli diciamo di non parlarci finché non si scusano, quando incrociamo il loro sguardo i nostri occhi sono arrabbiati, mostrano la nostra delusione.

Privare i nostri figli del nostro amore è una punizione che spezza la fiducia e dice loro:

  • «Io non ti amo quando ti comporti così».
  • «Per me non vali quando provi queste emozioni».
  • «Non dovresti provare queste emozioni».
  • «Tu sei responsabile di quello che provo io e della mia incapacità di gestire la mia rabbia» (il messaggio peggiore di tutti 💔).

E così loro crescono con bagagli molto pesanti, pensando che le emozioni altrui siano loro responsabilità; che alcune emozioni siano negative; che bisogna nascondere la rabbia; che quello che provano gli altri sia più importante di ciò che provano loro…

Perché è così difficile cambiare risposta?

La risposta ovvia. Perché dare amore ai nostri figli proprio quando ci deludono significa dire loro: «Ti accolgo e ti accetto e ti amo anche nella rabbia».

Ma non solo (e questa è la risposta meno ovvia). Significa dirlo anche ai nostri bambini interiori – e questa è la parte più difficile, perché nessuno l'ha mai detto a noi. A noi è stato insegnato che quando non soddisfacevamo le aspettative altrui, ci meritavamo che ci privassero dell'amore, che non ne eravamo degni: alcuni adulti ancora oggi fanno fatica ad ammettere che da piccoli non si meritavano quegli abusi di potere, che si meritavano amore anche quando i genitori erano arrabbiati.

E così continuiamo a punirci (e i nostri bambini interiori) attraverso la punizione che infliggiamo ai nostri figli


Io credo che possiamo scendere da questa ruota.

Un primo passo pratico

Quando la rabbia ci porta a privare i nostri figli del nostro amore, possiamo iniziare con un copione semplice:
 
«Mi sono arrabbiata e ho fatto quella cosa che non mi piace: farti pensare che non meriti amore quando ti comporti così. Non è vero. Io ti amo anche quando non mi piace il tuo comportamento. Voglio cambiare la mia reazione e ci sto lavorando».

Poi, quando i cervelli sono calmi, potremo parlare del loro comportamento e di un’alternativa per il futuro. La punizione non insegna (e non ha mai insegnato): solo quando bambinə o ragazzə sentono il nostro amore e la nostra fiducia e si sentano accoltə, vistə e capitə… scelgono di ricambiare la fiducia, anche attraverso la collaborazione.  

Una nota importante

Essere arrabbiati è valido, lo ripeto spesso. Ma essere arrabbiati non significa privare i nostri figli dell’amore.
 
Essere arrabbiati significa:
  • riconoscere che lo siamo e abbiamo il diritto di esserlo,
  • fare una pausa (se lo abbiamo già imparato),
  • comunicarlo (con un copione è più facile),
  • dire che abbiamo bisogno di tempo per noi;
  • prendercelo,
  • usare uno strumento per regolare il nostro sistema nervoso,
  • quando siamo regolati, riparare e scusarci se abbiamo urlato o fatto paura,
  • trasmettere che quel comportamento non va bene e che possiamo scegliere chi vogliamo essere anche nella rabbia.

Non si tratta di reprimere la rabbia – sarebbe una pentola a pressione o un vulcano come quello della foto – ma di imparare come essere arrabbiati. Proprio come insegniamo ai nostri figli.

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Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

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