Preferiti dei bambini

68. Montessori in 5': Le parole che associamo alla paura

Avevo un altro argomento pronto per oggi, ma un episodio recente ha scaturito in me delle riflessioni sulla paura e visto che ci avviciniamo a Halloween ho pensato che sarebbe stato bello raccontarvelo, in modo che ogni genitore, se vorrà, possa adattarlo alla propria famiglia in questo strano periodo dell'anno (che ognuno può vivere come vuole, sia chiaro! 😉).

22 ottobre 2021·
5 min
·8 commenti
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Montessori. In cinque minuti l'altro giorno siamo andati a un ristorante e le decorazioni mi hanno ricordato che a brevissimo è Hollow Wein ed è successa una cosa che mi ha fatto poi pensare e ha quindi ispirato questo episodio in cui vi parlo di paura e in particolare di quanto sia importante cercare di non mettere con le nostre parole paure nella mente dei bambini. Vi racconto che cosa è successo e poi le mie riflessioni. Eravamo seduti a tavola e Oliver ed Emily hanno notato le decorazioni c'erano delle zucche, dei cappelli c'erano, dei ragni, delle ragnatele, degli scheletri, delle silhouette di fantasmi. Siamo entrati nel tema paura, non ricordo esattamente come, forse spiegando loro che Halloween è una tradizione in cui la gente si diverte a spaventarsi. E allora abbiamo cominciato a riflettere su quanto quelle cose che vedevamo facessero paura. Un cappello non fa paura, loro non conoscono il concetto della strega, quindi anzi lo conoscono, ma non sanno esattamente che cos'è. Quindi non fa paura un ragno non fa paura o comunque la maggior parte dei ragni sono innocui e anzi, sono loro che hanno paura di noi le ragnatele non fanno paura. Oliver ha ricordato quella volta in cui eravamo in montagna e su un sentiero fiancheggiato da cespugli c'erano tantissime ragnatele che bloccavano la via e lui le ha semplicemente messe da parte con un bastoncino. E abbiamo anche ricordato come alla fine, parlandone eravamo arrivati alla conclusione che quella è in un certo senso la casa del ragno e che magari non avremmo dovuto romperla. Ma quella è un'altra storia. Lo scheletro non fa paura, ce l'abbiamo tutti. Lo abbiamo toccato et voilà, la zucca. Beh, non fa paura nemmeno quella. E siamo arrivati al fantasma e Oliver ha chiesto che cos'è. E io che sono abituata a rispondere con sincerità. Gli stavo iniziando a spiegare che ci sono delle persone che credono che e Alex mi ha interrotta distraendoli e mi ha fatto capire che secondo lui era meglio non andare lì. Io non ho esitato a seguire il suo input quando l'attenzione poi ricaduta sul fantasma, ho chiesto ai bambini che cosa sembrava a loro. Loro l'hanno osservato hanno visto che aveva due buchi che sembravano degli occhi. Mi hanno detto però che non sapevano allora io senza pensarci troppo su gli ho detto che a me sembrava una persona che si nasconde sotto un lenzuolo. E allora Oliver mi ha detto Ah sì e si è fatto il buco per gli occhi e l'abbiamo lasciata lì. Poi, una volta a casa, con calma, ci ho riflettuto per conto mio e sono stata felice di non aver spiegato che cosa sono i fantasmi o che cosa si pensa che siano, perché i miei bambini effettivamente non sono ancora pronti per questa spiegazione. Non solo perché la mente del bambino prima dei sei anni non sa distinguere tra realtà e fantasia, non solo perché la loro mente non sa ancora astrarre, ma anche perché sarebbero stati molto sensibili a questo concetto del fantasma. Noi stiamo quasi passando la paura degli orsi sotto il letto, tra l'altro letto a terra, quindi impossibile che ci sia un orso sotto, ma proprio per questo capisco ancora di più perché raccontare che alcune persone credono che esistano delle cose che noi non vediamo, ma che potrebbero essere nella stessa stanza dove siamo noi e che potrebbero in qualche modo interagire con noi e anche senza scendere in tutti questi dettagli, non sarebbe stata un'idea geniale. E questo ve lo racconto perché spesso siamo noi genitori con tutte le buone intenzioni a mettere nella testa dei bambini delle paure. Se per esempio, parlando di un castello medievale, diciamo che i sotterranei sono bui e fanno paura, vedete che cosa stiamo facendo. Stiamo collegando nella mente del bambino la paura al buio gli stiamo dicendo il buio fa paura e non lo facciamo apposta. Sia chiaro a posteriori, se proprio vogliamo analizzare l'episodio che vi ho raccontato di Halloween, mi sono resa conto che perfino dire ai bambini quello che io vedevo in quella cosa bianca, ovvero una persona nascosta sotto un lenzuolo, in realtà non è stato proprio ottimo perché stavamo parlando di cose che vengono percepite come paurose e avrebbero potuto chiedermi perché una persona nascosta sotto un lenzuolo bianco fa paura e voilà mi sono data la zappa sui piedi. Certo, avrei potuto dirgli ma perché quando tu ti nascondi e salti fuori all'interno avviso mi fai paura, ma è veramente non necessario? E avrei potuto evitarlo, essendo più preparata come spero lo siate un po' di più voi dopo questo episodio, grazie a questa nostra esperienza, ora una cosa e poi chiudo la paura di per sé non è un sentimento negativo, anzi è proprio la paura che ci ha permesso di evolvere come specie. Perché se non avessimo avuto naturalmente paura del buio, per esempio, ci saremmo avventurati fuori dalla nostra caverna di notte e saremmo stati divorati dai lupi. Ma la paura è positiva e gestibile quando arriva dal bambino stesso e non da qualcosa di esterno, come una storia, un cartone o anche le nostre parole. Non andare lì che c'è un mostro. Il bosco era buio e il bambino aveva paura. Queste sono frasi che secondo me dovremmo evitare. Se riusciamo, proviamo a fare attenzione alle frasi che diciamo che leggiamo nei libri e alle parole che usiamo quando parliamo di paura, in modo da non creare noi stessi nella mente dei bambini. La paura di quella determinata cosa. E vi lascio con una frase della nostra Maria che sono andata a ripescare nella mente del bambino che fa una lotta, una paura o altri ostacoli possono produrre conseguenze incancellabili, poiché le reazioni a questi ostacoli vengono assorbite, così come gli elementi positivi dello sviluppo. Okay, non è proprio una frase leggera. Maria era molto diretta, ma spero aiuti a capire l'importanza, soprattutto in questo periodo, di fare attenzione alle parole che associamo alla paura. Vi ricordo che mi trovate anche su www punto la tela punto com e su Instagram come la tela di Carlotta Blog. Vi auguro una buona serata. Buonanotte o buona giornata a seconda di dove siete nel mondo a venerdì. Ciao ciao.
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Stavo riascoltando (perchè ormai li ho già ascoltati tutti più volte ma trovo sempre spunti nuovi che magari non ricordavo) questo episodio e mi chiedevo: di solito dici che se i bambini fanno una domanda sono pronti a sentire la risposta.. Invece in questo caso del fantasma di Oliver avete pensato che non fosse pronto nonostante ve l'avesse chiesto.. Come avete fatto a capire la differenza dalle altre domande a cui invece avete deciso di rispondere..?
Ciao Serena, grazie mille per la tua domanda. Non ricordo quello che ho detto esattamente e che cos'era successo, ma la risposta più semplice è: per me la differenza è realtà / fantasia. Un fantasma è fantasia, la morte (la guerra, la carestia…) è realtà. La mente del bambino prima dei 6/7 anni non è in grado di distinguere fantasia e realtà (come raccontavo in un episodio) e quindi preferisco aspettare e offrire la realtà. Se mi avesse chiesto «quello è un fantasma?» o «che cos'è un fantasma?» allora sarebbe stato diverso (ne ha già sentito parlare, ha la risposta nella sua mente e ha bisogno del mio aiuto per processarla). Ma in questo caso, immagino (penso fosse la storia del ristorante ad Halloween?), mi ha chiesto «Che cos'è quello?» indicando un lenzuolo bianco: quindi la mia risposta più onesta era «è un lenzuolo bianco». Ti è più chiaro?
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È davvero interessante questo argomento perché a volte è impossibile districarsi fra le paure che infarciscono le favole, i libri, le usanze, le frasi degli estranei o dei parenti o degli amici. Come fare ad esempio con i libri? A mio figlio piacciono particolarmente quelli in cui qualcuno ha paura di qualcosa. Dici che la tua interpretazione del fantasma non è stata comunque una buona idea, ma allora cosa avresti dovuto rispondere alla loro curiosità?
Grazie
Avrei potuto forse rispondere con un’altra domanda: che cosa ci vedi tu? Quando in dubbio, io chiedo a loro.

E per i libri, dovresti farmi un esempio, ma magari a tuo figlio piace un libro in cui il personaggio ha paura del buio perché sente che esorcizza così la sua propria paura del buio. E magari poi quel libro l’hai comprato proprio perché lui aveva già paura… (invento, ma è per spiegare: per me l’importante è non mettere paure in mente, ma rispondere alle loro già esistenti è importante e un libro può aiutare. 😊
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Grazie Carlotta per questa tua riflessione. Condivido in pieno e sarò ancora più attenta con le parole d’ora in avanti. I tuoi podcast sono sempre una boccata d aria fresca per la mente!
Grazie!
😍
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Riflessione stupenda da parte tua e grande attenzione anche da parte di tuo marito! Mi ha anche fatto ragionare sulla "qualità" dei libri che sono a disposizione per i miei figli, è opportuno che io faccia una selezione.. troppe letture instillano la paura, meglio metterle da parte per ora! Grazie, è stato illuminante, come sempre del resto!
Bella riflessione, grazie per averla condivisa! 😍
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