70. Foto dei bambini sui social media? Le nostre riflessioni e considerazioni
In questo episodio di Educare con Calma mi faccio portavoce delle riflessioni mie e di Alex riguardo alla decisione di pubblicare foto dei nostri figli su internet. Parlo delle considerazioni che abbiamo fatto (in lunghissime ore di conversazione e ricerca) sulla pedofilia digitale, sul riconoscimento facciale e sulla mancanza di rispetto verso i bambini—perché non possono darci il loro consenso a pubblicare le loro foto sui social. Queste sono le NOSTRE riflessioni personali e le metto a vostra disposizione perché credo sia importante promuovere consapevolezza: spero che, qualunque sia la vostra opinione al riguardo, possiate accogliere le nostre parole con gentilezza, empatia e rispetto e scegliendo sempre una comunicazione costruttiva. Tutti ne siamo capaci.
💡 A tutti coloro che preferiscono non mettere foto dei figli su internet o che sono ancora indecisi, ricordo che si può anche decidere di mettere le foto di loro di schiena. Ognuno dovrebbe sentirsi libero di prendere la propria decisione senza vedersi dita puntate addosso. 🙂
Carlotta: Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con calma oggi vi parlo credo brevemente ma non ne sono cento per cento sicuro vediamo un po' come va di una questione sulla quale mi fate veramente tante domande da tantissimo tempo che è: Perché metto I miei figli sui social? E Che cosa ne penso dei bambini sui social? Prima di tutto mi hanno fatto notare che dico social che in italiano non si dice che si dice con un accento diverso ma non riesco a cambiarlo perché io l'ho sempre detto così quindi spero che non mi dia fastidio allora all'inizio l'idea era quella di parlare dei bambini in generale sui social ma visto che è un argomento delicato preferisco parlare veramente solo della mia esperienza e quindi di noi e poi ognuno può trarre le proprie conclusioni applicarle o meno alla propria famiglia vi racconto prima un dietro le quinte di questo episodio è da oltre un anno che ho delle note sul mio computer che vorrei trasformare in questo episodio ma non l'ho ancora fatto ne ho parlato infinite trasformare in questo episodio ma non l'ho ancora fatto ne ho parlato infinite volte con Alex e anche con mamma e papà che mi scrivono in privato ho le idee abbastanza chiare di ciò che sentiamo siamo d'accordo sulla nostra visione non ci vergogniamo della nostra decisione e siamo davvero in pace con la nostra coscienza ma nonostante questo non sono ancora riuscita a parlarne ho iniziato davvero tante volte a registrare questo episodio e poi alla fine ho sempre gettato la spugna perché credo essenzialmente non ero pronta questo credo che sia un episodio che si presta molto al giudizio della gente e non è che il giudizio negativo mi preoccupi o mi infastidisca ma devo ammettere che da quando educo alla pace con consapevolezza e con intenzione ho davvero sempre meno voglia di scontro ho più voglia di confronto ma purtroppo questo come anche l'uso della televisione della tecnologia che sono magari altri episodi che mi piacerebbe registrare in futuro questi sono temi che generano proprio scontro quando leggo di questi temi sui gruppi social vedo proprio che la gente si divide immediatamente in due gruppi si punta il dito si attacca si insulta perfino ecco io vorrei che questo non succedesse ovviamente qui sulla tela ma so anche che posso controllare solo le mie azioni e le mie reazioni e le mie parole quindi veramente lascio la responsabilità di una comunicazione pacifica e rispettosa a voi perché credo che quando si comunica in maniera rispettosa e gentile impariamo tutti di più e io ovviamente mi prendo la responsabilità delle mie parole delle mie decisioni e dei miei pensieri nel raccontarvi la mia visione la mia esperienza I miei sentimenti che potranno essere simili ai vostri o diversi ma in ogni caso spero che li accogliate con mente aperta e anche critica in ogni caso ora so di essere pronta l'ho scoperto da poco perché poche settimane fa un giorno per caso dei genitori al parco mi hanno fatto una domanda al riguardo ed erano persone che probabilmente mi facevano questa domanda perché appunto non erano d'accordo con il mio mostrare I miei figli sui social e io senza esitare ho risposto con estrema tranquillità e
L'ospite: calma e rispetto verso il loro sentire questo mi fatto
Carlotta: capire che sono pronta. Verso il loro sentire questo mi fatto capire che sono pronta mi fatto capire che ho processato questa decisione a sufficienza che ho trovato il mio equilibrio anzi che abbiamo trovato il nostro equilibrio non so a voi ma a me capita spesso che quando mi sento sulla difensiva o quando mi metto sulla difensiva riguardo a un certo argomento è perché non mi sento ancora a mio agio non mi sento ancora in pace riguardo a quell'argomento quando invece sento di poter accogliere I giudizi con calma senza mettermi sulla difensiva senza sentire la necessità di aggredire o di sminuire l'opinione degli altri per difendere la mia che è comunque un tipo di aggressività anche se passiva ecco allora che so di essere davvero pronta a parlarne di sentirmi sufficientemente sicura delle mie riflessioni e delle mie decisioni perché aggressività spesso significa insicurezza quando una persona ti attacca di fronte al tuo giudizio o anche solo per aver espresso una tua opinione in realtà è perché quella persona non si sente ancora sicura delle proprie opinioni o del modo in cui le esprime quindi detto questo secondo me era necessario come premessa e mi sto ricredendo sul fatto che questo episodio sarà breve inizio dalla patata bollente ovvero da quello che io chiamo l'elefante nella stanza perché dovete sapere che di tutti gli argomenti di cui si parla quando si parla di mettere I propri figli I bambini sui social o no ci sono pedofilia tecnologia eccetera eccetera ma per me il vero nocciolo della questione è proprio il consenso dei bambini per me non è rispettoso che io metta una foto dei miei figli su internet senza aver chiesto il ho pensato moltissimo e parlato con Alex all'infinito prima di mettere Oliver De Mieli su Instagram perché il rispetto per me è importante baso tutta la mia scelta educativa sul rispetto di me stessa e degli altri e se decido di mettere I miei figli sui social senza il loro consenso quel rispetto viene a mancare non possiamo girarci intorno voglio essere onesta e prendermi la responsabilità delle mie scelte delle mie parole per me come dicevo prima non è rispettoso mettere I bambini sui social senza il loro consenso come non mi sembrerebbe rispettoso che qualcuno usasse una mia foto sui social senza il mio consenso è un po' la stessa cosa però ora abbandono un attimo questo pensiero bomba vi lascio lì e ve lo lascio lì a crogiolare nella vostra mente e continuo con altre riflessioni e poi ci torno Vi racconto un attimo un altro dietro le quinte perché ci sono state alcune considerazioni e risalgono veramente a ben prima di avere dei figli come sapete io a circa venti anni ho lasciato un'intera vita in Italia famiglia e persone con le quali passavo tantissimo tempo per iniziare una vita dove non conoscevo nessuno in Spagna prima di lasciare l'Italia nel duemila sette usavo pochissimo I social ricordo che scrivevo qualche frase qui e là su Facebook aggiornando magari due volte al mese ma dopo essermi trasferita in Spagna I social sono stati di grande aiuto per me perché mi hanno permesso di mantenere I rapporti con le persone che avevo lasciato indietro tra virgolette ma che non sentivo regolarmente alla fine la vita si sa va veloce non sia davvero il tempo di aggiornare tutti sulla propria vita uno ad uno e così si finisce per non farlo e perdere la gente per strada questo a volte va benissimo nel senso che magari si perderebbero per strada delle persone che non aggiorneremmo comunque quindi alla fine non è una grande perdita ma in realtà negli anni mi sono accorta che ci sono persone che sento magari una volta all'anno ma quella volta è bellissimo perché ci ritroviamo e parliamo per ore al telefono ma nel frattempo siamo rimasti aggiornati reciprocamente sulla vita dell'altro proprio grazie ai social e non so se avete mai vissuto all'estero o lasciato una vita indietro nel vostro paese io l'ho fatto due volte la prima lasciando l'italia la seconda lasciando la Spagna per viaggiare a tempo pieno ma vi assicuro che questo potersi aggiornare sui social fa davvero una grande differenza quindi quando mi sono trasferita in Spagna I social sono diventati per me un modo per mantenere I contatti e mi ci sono davvero affezionata ho cominciato a condividere la mia vita sui social in maniera molto spontanea ma anche molto trasparente condividevo I miei umori condividevo il bello ma anche il brutto di quello che mi succedeva tutto questo che potrebbe essere un discorso poi molto più ampio in realtà ma mi fermo qui tutto questo davvero è per dire che quando sono rimasta incinta e sono poi diventata madre mi è sembrato veramente proprio naturale continuare a condividere anche questa esperienza questo bellissimo viaggio della genitorialità sui social e quindi continuare ad usare questo mezzo per rimanere in contatto con le persone e mostrare la mia vita di madre e questo accadeva già molto prima di iniziare ad usare I social per lavoro perché allora non facevo ancora questo lavoro allora insegnavo inglese e poi c'è anche un'altra cosa da dire quando ho iniziato a scrivere di genitorialità sul mio blog nel duemila quattordici mi è venuto spontaneo farlo usando le nostre foto le foto della gravidanza e poi più avanti quando sono nati I miei figli anche le foto dei miei figli mi è venuto davvero naturale non ci ho nemmeno pensato due volte parlo della mia vita di genitore e lo faccio con le nostre foto quindi in realtà all'inizio in tutta onestà le foto di noi famiglia sono andate sui social non per scelta pensata e riflettuta ma semplicemente per abitudine e poi dopo che ho iniziato a pensare e a riflettere con Alex su questa scelta e in questo caso vorrei condividere con voi in questo episodio proprio le cose su cui abbiamo riflettuto che sono state soprattutto pedofilia riconoscimento facciale consenso e rispetto.
Consenso e rispetto vanno un po' a braccetto ma le separo per ora poi vediamo come prosegue la mia ragnatela di pensieri. Iniziamo dalla pedofilia o meglio dalla paura della pedofilia che è una delle ragioni per cui ho scoperto che moltissimi genitori non mettono I propri figli su Instagram, Facebook, internet in generale Ammetto che questo mi stupita un po' perché non era qualcosa che preoccupava me in minima dose e adesso vi spiego perché perché detto così può sembrare un po' strano aspettate arrivo ma mi è sembrato necessario fare comunque le mie ricerche per capire se c'era un fondo di verità e arrivare alle mie conclusioni personali e ripeto sono le mie conclusioni anzi le nostre conclusioni di cui vi parlo oggi non sono non vi parlo di ricerche e statistiche perché le ricerche e le statistiche ognuno può trovarle farle per conto proprio e anzi invito ognuno di voi a farle perché credo che per prendere una decisione sia importante sapere di che cosa si parla qual è la realtà anche proprio con delle statistiche alla mano dunque le domande che io e Alex ci siamo fatti sono queste I pedofili digitali esistono? Sì, esistono su questo non c'è dubbio C'è la possibilità che qualcuno si stia masturbando guardando I miei figli attraverso uno schermo?
Sì, purtroppo è una cosa reale succede davvero ci va bene? No ovviamente non ci va bene a che genitore andrebbe bene l'idea che uno sconosciuto si masturbi guardando I propri figli non è un pensiero piacevole come non è piacevole la pedofilia in generale è una malattia psichica e come
L'ospite: ogni malattia mentale deve essere terribile sia per chi la
Carlotta: vive sia per chi la per chi la subisce essere terribile sia per chi la vive sia per chi la per chi la subisce con questa premessa abbiamo pensato a questo rischio e lo abbiamo paragonato a qualcosa di più concreto perché riportare un argomento astratto modo di rischio più concreto che I nostri figli vengano rapiti per strada o al parco giochi dico più concreto perché è più tattile in un certo senso non perché succeda di più le statistiche sono davvero minime e ci siamo chiesti io e Alex questo rischio ci ferma dal dare ai nostri figli libertà di girare da soli ed esplorare I limiti ci fermati dal lasciare che Oliver andasse a comprare I chewing gum da solo quando aveva cinque anni ci ferma dal lasciare che al ristorante vadano al bagno da soli ci ferma da lasciare che al parco giochi vadano a giocare dietro quegli alberi costruiscono la nostra vista ci fermati a Hoyan dal lasciarli stare al parco giochi del bar mentre noi siamo a un tavolo a lavorare non li vediamo ci ferma dal lasciarli con nuove babysitter in ogni posto dove andiamo ci fermato Dubrovnik dal lasciarli percorrere quei trecento quattrocento metri lontani dalla nostra vista per tornare a casa da soli dove avrebbero aspettato il nostro ritorno?
La risposta a tutte queste domande è no e questa risposta per noi valore valore perché non la prendiamo alla leggera rispondiamo prendendoci la responsabilità di questa scelta ovviamente rispondiamo sapendo quali sono o anzi quali possono essere le conseguenze non siamo avventati sappiamo che il rischio è reale anche se statisticamente parlando come dicevo prima è davvero minimo forse ingigantito nella nostra mente perché quando succede un caso I media ne parlano per mesi e mesi ma le statistiche appunto sono davvero bassissime credo che sia importante anche che quando si fa ricerca si consideri la differenza tra I casi che si riportano come missing perché questa è una percentuale davvero davvero alta e decausata soprattutto che a me stupito tantissimo da genitori divorziati e non custodi e quindi secondo me bisogna fare questa distinzione tra casi missing e quelli che sono davvero il rapimento vero e proprio ma avevo detto che non sarei entrata nelle ricerche mannaggia
L'ospite: quindi ci rimango fuori con
Carlotta: queste riflessioni abbiamo deciso che la paura della pedofilia digitale per riflessioni abbiamo deciso che la paura della pedofilia digitale per noi non è un motivo per non mettere le foto dei nostri bambini sui social e proprio parlando di pedofilia c'è anche un'altra considerazione che abbiamo fatto chi mi dice che quando siamo in spiaggia non ci sia un pedofilo che scatta una foto dei nostri figli per usarla poi a scopi personali I pedofili digitali certo hanno molto materiale online ma questo non significa che I pedofili esistano solo online sono ovunque e non si riconoscono alla vista spesso nemmeno parlandoci in Nuova Zelanda il figlio di un'amica è stata è stato vittima di pedofilia da parte del parroco con cui passava il doposcuola tutto questo per dire che noi conoscendo la realtà e le conseguenze e quello che potrebbe accadere abbiamo scelto di non vivere nella paura non per ingenuità ma perché il mondo è davvero un po' malato e pochissime delle persone che sono vittime di questa malattia se lo cercano io personalmente so che io e Alex non siamo sprovveduti siamo genitori attenti ma a volte l'attenzione semplicemente non basta e se una tragedia deve capitare capita e questo ve lo lascio lì è un pensiero poi un altro aspetto su cui abbiamo riflettuto è il fatto della privacy del riconoscimento facciale del fatto che alcuni genitori mi hanno proprio detto che non vogliono che internet conosca o riconosca I loro figli e su questo io e Alex abbiamo riflettuto su diversi fronti non li condivido tutti perché vi annoierei ma condivido I principali prima di tutto abbiamo riflettuto sul fatto che qualsiasi cosa che mettiamo su internet e che mettiamo su qualsiasi applicazione che usa internet come Whatsapp per esempio che in tanti usiamo e magari non associamo con internet ma in realtà lo usa tutto ciò che mettiamo su internet dobbiamo trattarlo nella nostra mente come se fosse pubblico e pensare proprio che lo è o che prima o poi lo può diventare e tra l'altro credo che questo sia un messaggio importantissimo da insegnare anche ai nostri figli quando si approcciano all'uso della tecnologia l'ho scritto anche nel volume di Gioca impara con il metodo Montessori sull'educazione sessuale e lo ripeto qui brevemente niente di ciò che mettiamo su internet o che anche solo inviamo per messaggio a un amico o a un'amica è davvero privato e questo dovrebbe essere il pensiero che fa decidere a chiunque adulto o bambino ciò che inviamo e ciò che non inviamo per messaggio per me la massima è se questa foto non vorrei che I miei genitori o I miei nonni la vedessero non la invio per messaggio a nessuno e a proposito di messaggistica penso ovviamente a whatsapp per esempio WhatsApp è un'applicazione su cui inviamo foto e messaggi personali tutto il giorno WhatsApp è un'applicazione di Facebook Facebook dichiara che loro non vendono le nostre informazioni personali ovvero le
L'ospite: informazioni su chi siamo su chi conosciamo su ciò che ci piace eccetera eccetera eccetera ma questa è
Carlotta: una loro politica conosciamo su ciò che ci piace eccetera eccetera eccetera ma questa è una loro politica e noi acconsentiamo alla loro politica quando usiamo le loro applicazioni e nulla a livello legale vieterebbe loro di cambiare questa politica cioè da quanto ho capito io semplificando se loro decidessero domani di iniziare a vendere le nostre informazioni a terzi quindi cambiando la loro politica non sarebbe illegale o comunque non lo sarebbe ancora e loro in realtà le nostre informazioni le usano già non so se ci avete fatto caso ma quando io scrivo un messaggio a mio marito con il nome di un prodotto sia io che lui cominciamo a ricevere pubblicità di quel prodotto su instagram e facebook quindi sarò forse esagerata ma sono scettica e quando un genitore mi dice che non mette il figlio su facebook perché non vuole che internet lo conosca mi chiedo se alla fine mandare una foto del figlio su whatsapp a livello di riconoscimento facciale non sia simile onestamente io credo che volente o nolente nel mondo di oggi siamo praticamente quasi tutti su internet che sia una foto di un compleanno della scuola o anche foto per cui non diamo il nostro consenso tipo la foto scattata da qualcuno a un amico mentre noi passavamo dietro di loro per strada quella foto finisce su internet internet ci conosce analizza la nostra faccia sto semplificando ma quando internet una foto della nostra faccia anche solo una ci conosce e potrà riconoscerci in futuro anche solo con l'esposizione di un pezzettino minuscolo del nostro volto di una striscia laterale del volto e ovviamente capisco che la possibilità di essere riconosciuti nello sfondo di una foto qualunque fatta da uno sconosciuto oppure da foto private mandate su whatsapp non è assolutamente la stessa cosa che pubblicare centinaia di foto dei miei figli sui social sia che sia un account privato o pubblico ma ecco forse per me Carlotta il problema del riconoscimento facciale è un non problema magari è un mio limite perché non ho fatto abbastanza ricerca magari non ne capisco le implicazioni non lo so anzi sarebbe veramente interessante approfondire fare domande a qualcuno che ne sappia davvero molto più di me se qualcuno lì fuori è un esperto di questa materia si faccia avanti che potremmo pensare di registrare un episodio insieme o magari no perché poi magari mi chiudo tutto e scappo su un'isola deserta no scherzo so che nel momento in cui scelgono con cognizione di causa di continuare ad usare queste applicazioni accetto tutto quello che comportano quindi visto che questa è la nostra scelta mia e di Alex io personalmente ho deciso che metto la parte delle paranoie da parte ovvero metto da parte le paranoie ecco così si dice perché alla fine della fiera non sono produttive non sono costruttive e anzi sono un vero e proprio danno alla mia salute mentale ok e con questo chiudo un po' il discorso tecnologia se così vogliamo chiamarlo ed entro invece nel discorso che fa vibrare più corde dentro di me Carlotta personalmente le mie corde personali che è quello del consenso e del rispetto Oliver e Emily non ci hanno dato il consenso di pubblicare le loro foto sui social e questo per me è l'aspetto più problematico perché perché non posso giustificare nella mia mente la scelta di decidere di fare una cosa che coinvolge I miei figli per la quale loro non mi hanno dato il loro consenso la nostra relazione si basa sulla fiducia reciproca io mi fido di loro e loro si fidano di me raramente io e Alex prendiamo decisioni per loro senza comunicargliele prima e da quando possono parlare ed esprimersi nemmeno senza parlarne con loro ovviamente quando erano bebè le scelte le comunicavano ma non c'era dialogo loro magari mi esprime esprimevano il loro dissenso piangendo o urlando che sono le loro maniere di comunicare ma quando questo non succedeva io prendevo la decisione per loro questo è ovvio.
Oggi invece c'è dialogo. Mi comunicano le loro preferenze e le loro emozioni e ne parliamo. Spesso ovviamente la decisione è comunque nostra, le loro emozioni e ne parliamo spesso ovviamente la decisione è comunque nostra mia è di Alex in quanto adulti e capitani della barca ma noi prendiamo in considerazione quello che loro ci dicono quello che Oliver e Emily ci dicono ci dicono che non vogliono andare alla lezione di tennis invece di dire per esempio hai preso un impegno e ora lo porti avanti ne parliamo analizziamo come mai capiamo se c'è un compromesso lo troviamo insieme quindi a noi non piace l'idea di prendere questa decisione di metterli sui social senza il loro consenso è un concetto che non ci appartiene come famiglia in altri ambiti praticamente tutti e quindi ci risulta difficile giustificarlo ma nonostante questo per tutti I motivi di cui vi ho parlato all'inizio tra cui anche il mio lavoro di cui parlo di noi e mi sembrerebbe strano e poco naturale per me farlo senza mostrarvi noi la nostra famiglia ma anche semplicemente solo mantenere l'aggiornamento con le vite lasciate indietro come dicevo prima anche proprio con la famiglia visto che viviamo lontani non so se sapete che una delle ragioni forse la più importante per me per cui anche quando non ne ho molta voglia io faccio uno sforzo per aggiornare le nostre giornate sulle storie di Instagram è perché così la nostra famiglia sa dove e come pensarci e sa quello che facciamo quando parlano con I bambini ad esempio al telefono è più facile trovare argomenti soprattutto quando I bambini non raccontano molto e in questo modo io trovo che non ci sia nemmeno la di aggiornare uno ad uno I membri della famiglia ogni giorno che è una pressione che secondo me pesa sulle relazioni e forse chi una famiglia lontana mi capisce le storie di Instagram sono un modo davvero semplice che Instagram ci mette a disposizione per aggiornare le nostre famiglie perché davvero creare le storie è semplicissimo molto più semplice del mandare a ognuno foto e video per messaggio scrivendo anche le didascalie di quello che facciamo e così questo personalmente è un aspetto da cui non saprei né vorrei tornare indietro Proprio detto sinceramente non lo vorrei nemmeno Ora, io nella misura del possibile ho sempre spiegato a Oliver e Demili che cos'è Instagram e che quando metto delle foto lì su Instagram le vedono tantissime persone Questo ovviamente all'inizio era un concetto molto astratto, incomprensibile per loro ma negli anni soprattutto negli ultimi mesi si è concretizzato molto soprattutto quando abbiamo conosciuto tante persone in Italia che ci seguono e e che magari dicono ai bambini frasi come l'altro giorno ho visto che sei andato a cavallo, ti è piaciuto?
E loro mi guardano come dire ma questa persona come fa a sapere che io sono andato a cavallo non ero al maneggio e allora io spiego che loro lo sanno perché hanno visto I video delle loro lezioni sulle storie di instagram e ricordo loro che cos'è instagram e perché queste persone ci conoscono. La cosa bella tra l'altro è che grazie ad instagram e al modo in cui noi lo usiamo abbiamo conosciuto veramente persone speciali con le quali anche I bambini hanno legato molto come Federica e Gabriele che sono I figli di Rosalba che abbiamo conosciuto in Sicilia e con I quali Oliver ed Emily hanno giocato tantissimo ma tutto questo non è comunque una giustificazione come dicevo prima nella mia mente non riesco a
L'ospite: giustificare quella che io percepisco come una mancanza di rispetto
Carlotta: quando decido di a giustificare quella che io percepisco come una mancanza di rispetto quando decido di mettere le foto sui social ma non voglio cambiare questo aspetto e quindi l'unica cosa che posso fare è accettarlo accettare accettare la mia decisione accettare la nostra decisione e fare in modo che sia comunque il più rispettosa possibile nei confronti di Oliver ed Emily e qui entrano in gioco le riflessioni sul rispetto e vi racconto brevemente che cosa facciamo con Oliver ed Emily per assicurare loro il più rispetto possibile in questa decisione per la quale non ci hanno dato il loro consenso. Prima di tutto, come dicevo prima, li metto al corrente di che cos'è instagram non possono capirlo appieno ma lo capiranno sempre di più poco poi leggo spesso I miei post con loro glieli leggo proprio come se gli leggessi un libro faccio vedere loro le storie che creo su instagram delle nostre giornate e spiego che è così attraverso queste storie che nonno, nonna, zia sanno che cosa facciamo ma allo stesso tempo anche tantissime altre persone lo sanno perché tantissime altre persone ci seguono e spesso faccio proprio notare loro il numero di visualizzazioni sulle storie per esempio guardate questa storia l'hanno vista in cinquemila cinquecentonovantaquattro persone poi un'altra cosa che faccio è chiedere loro se la foto che voglio pubblicare gli piace ci sono state delle circostanze in cui una foto non piaceva o a uno o all'altro e quindi ne ho scelta un'altra e questo un pochino mi aiuta a mettere sui social solo foto che so che a loro piacciono e questo tra l'altro fa parte di una mia regola che ho da qualche anno e che è il non pubblicare foto o video in cui Oliver ed Emily fanno fatica in cui sono arrabbiati in cui piangono anche solo magari un video in cui si sente che stanno piangendo nel sottofondo o in cui si sente che stanno litigando che sono arrabbiati ecco I loro momenti di vulnerabilità io su instagram in foto in maniera visiva non li metto questa regola me la sono data qualche anno fa quando ho visto due video online uno è quello di un bambino con I braccioli che cercava di mangiare una banana e ovviamente I braccioli glielo impedivano e I genitori gli facevano il video per ridere perché lo trovavano divertente mentre io ho visto una sorta di forma di tortura e sicuramente zero rispetto nei confronti di quel bambino e invece l'altro video è stato quello di un papà che per mostrare come risolvere una crisi del figlio con calma registrato tutta la crisi e poi l' messa sui social il bambino piangeva disperato per veramente molti molti molti minuti e il genitore gli stava vicino senza toccarlo se non voleva essere toccato offrendo il suo supporto e facendogli sentire la sua presenza che è un metodo che anche io uso anche io ne parlo nei miei corsi in cui descrivo situazioni simili con I miei figli ma onestamente non trovo rispettoso nei confronti del bambino pubblicare un video mostrando questo suo grandissimo momento di vulnerabilità io non vorrei che altri mostrassero I miei momenti di vulnerabilità se non scelgo di mostrarli io quindi perché penso che vada bene mostrare quelli dei miei figli che poi ovviamente questi video sono di cui vi parlavo prima sono andati virali e quindi rimarranno sempre su internet come qualsiasi contenuto che mettiamo su internet tra l'altro ma quando è virale è molto di più sarebbe praticamente impossibile rimuoverlo e questa regola anche modellato moltissimo il modo in cui io parlo dei miei figli su internet prima di tutto quando raccontano le loro crisi lo faccio dal punto di vista di quello che ho imparato da quella crisi certo mi lamento anche io con le amiche di comportamenti dei miei figli che mi fanno fare fatica ma quando ne scrivo, quando ne scrivo pubblicamente ne scrivo solo se mi hanno insegnato qualcosa così quando Oliver e Emily un giorno leggeranno quelle parole sapranno che uno non ho giudicato quel loro momento di difficoltà che poi non c'è nulla da giudicare perché vi ricordo che quando ci fanno fare fatica a noi e perché la stanno facendo loro è molto di più e poi leggeranno che quel momento di loro difficoltà mi insegnato mi fatta crescere come genitore e come individuo e che per questo li ringrazio che poi anche questi articoli e questi post che scrivo sui loro momenti di vulnerabilità e quindi sugli insegnamenti che I loro momenti di vulnerabilità mi hanno generato io cerco di leggerglieli a Oliver e Demili proprio perché uno ho piacere che capiscano che cosa provo perché io anche se glielo comunico a parole la scrittura è comunque un mezzo di comunicazione diverso e poi perché mi fa piacere che conoscano il mio lavoro mi fa piacere che sappiano e capiscano da un certo punto di vista quello che faccio quando sto a computer anche che sappiano che questi articoli questi post li scrivo per I genitori in modo che magari un genitore in un momento di crisi abbia un'alternativa di pensiero un'alternativa di comportamento per gestire una crisi del figlio o gestire un momento di rabbia personale.
Ok potrei ancora parlare di momento di rabbia personale e ok potrei ancora parlare per ora in realtà perché questo è un argomento su cui ho speso veramente giornate di conversazione con Alex con amici con genitori ma credo di avervi detto le riflessioni salienti anche con abbastanza lucidità e chiarezza devo dire che mi stupisce perché pensavo che sarebbe stata veramente una colossale ragnatela di pensieri in cui passavo da un filo all'altro invece credo di aver seguito quasi un filo logico quindi mi do una pacca sulla spalla poi vabbè poi magari mi riascolto e mi vengono in mente centinaia di cose che avrei voluto aggiungere o dire diversamente ma in quel caso farò un altro episodio e voilà con questo chiudo questo episodio mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate nei commenti come vi dicevo prima se avete delle riflessioni in più magari anche solo qual è la parte che vi colpito di quello che ho detto se c'è una parte che vi colpito di più se anche voi avete riflettuto su queste cose prima di mettere I vostri figli su internet o se invece avete deciso di non metterli se ci sono altre ragioni potete raccontarmi tutto nei commenti sotto all'episodio del podcast sul mio sito w w w punto la tela punto com non rispondo velocemente perché sono davvero indietro e vado in ordine ma oserei dire che prima o poi rispondo quindi vi ricordo che anche le vostre riflessioni che voi pubblicate nei commenti possono davvero aiutare o rispondere a domande di altri genitori quindi a me piace veramente questa idea della tela come anche rete di connessione e supporto tra genitori quindi davvero vi invito a raccontarmi la vostra esperienza o la vostra opinione vi assicuro che sarà accolta con gentilezza vi ricordo che mi trovate anche su instagram come latella di Carlotta blog e non mi rimane che augurarvi buona serata, buonanotte o buongiorno a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao
Grazie per il tuo aiuto anche questa volta!
Un abbraccio!!!!
arrivo un po' in ritardo (?) a commentare, ma d'altra parte sto ascoltando solo adesso tutte le tue puntate, dalla prima all'ultima, quindi eccomi qui. :) L'argomento è spinoso, e nonostante abbia trovato davvero convincenti e per niente superficiali le tue riflessioni, le tue stesse parole mi hanno fatto pensare ad una criticità che non avevo ancora considerato. Parli di una scelta ponderata delle immagini da condividere, e sono d'accordo, perché di certo è un aspetto importante della questione, tuttavia mi sono chiesta se per loro non possa essere un problema (più grande?) anche la condivisione della loro storia. È chiaro che la loro storia non è solo ciò che raccontiamo di loro, ma più noi raccontiamo di loro più loro dovranno fare i conti con le informazioni da noi divulgate, che a volte sono anche molto sensibili. Per esempio, siamo abituati a pensare che scelte come l'allattamento a termine riguardino noi genitori, e soprattutto noi mamme, ed è vero, ma coinvolgono anche loro e sono argomenti delicati. Mi chiedo come sarà, per loro, fare i conti col fatto che magari abbiamo raccontato di tutti i posti in cui siamo andati in vacanza, delle loro difficoltà ad addormentarsi, dei loro gusti, delle loro amicizie, del rapporto tra fratelli, della scuola privata in cui abbiamo deciso di mandarli, del cibo buono o cattivo con cui li abbiamo cresciuti, di certo facendolo con le migliori intenzioni, probabilmente anche con rispetto ed attenzione, ma la nostra sensibilità non è detto che sarà la loro e, mi permetto di aggiungere, in merito al consenso, quello che potrebbero trovare condivisibile oggi, che sono piccoli, non è detto lo possa essere per loro quando saranno più grandi.
Penso a me, ho un padre da sempre malato, ed è stato difficile parlarne, ma c'è stato un momento (il mio momento) in cui ho deciso di farlo, perché sentivo fosse giusto per me: ero adolescente e avevo bisogno che le mie amiche, quelle care, conoscessero anche questa parte della mia vita; quella parte di storia era preziosa e non avrei voluto donarla a tutti, ma solo a chi sapevo (o pensavo, ahimé) l'avrebbe trattata con cura. Capisco che questo sia un esempio particolare, ma ho pensato a tante cose e, forse, per me, che sono da sempre una persona attenta, sensibile e molto riflessiva, non sarebbe stato così semplice confrontarmi con il racconto della mia storia fatto da altri agli altri.
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensi anche tu.
Un abbraccio,
Agnese
C'è tanto tanto tanto di cui non parlo (e di cui mi piacerebbe parlare perché aiuterebbe tanti genitori) proprio perché non credo sia corretto nei loro confronti o perché loro mi dicono di no (negli ultimi due anni, infatti, chiediamo il loro permesso per parlare di situazioni successe: spieghiamo che se le raccontiamo possono aiutare altri genitori che vivono la stessa situazione, ma sono loro a decidere sì o no. Per fare capire loro che cosa significa, spieghiamo concretamente che pubblicarlo significa che anche la nonna, la zia, gli amici lo leggeranno, oltre a tante persone che non ci conoscono). Da questo episodio, la comprensione di Oliver ed Emily dei social media è aumentata molto e da tempo prendiamo tutte le decisioni insieme e spesso leggo loro quello che pubblico.
Ho provato a rispondere in breve, ma me lo segno come nuovo episodio del podcast.
Ps. Sul descrivere e raccontare i luoghi dove siamo andati, invece, credo che ameranno avere questo diario di viaggio da grandi. E se no, ne parleremo. Ma anche questi articoli li leggo a loro (e amano ascoltarli).
Poi tra l'altro noi inviamo privatamente foto della bimba ai parenti, perché viviamo all'estero e così ci sembra di tener aggiornata la famiglia sulla crescita della pupetta. Quindi immagino che il suo profilo sia già stato creato.
Per quanto riguarda il consenso e il rispetto mi sono interrogata anche io spesso e non ho ancora trovato una risposta ma le tue riflessioni mi sembrano molto valide. La nostra regola per ora che lei è così piccola è di avere delle belle foto familiari e mai nudi, questi ultimi neanche in messaggi privati ai parenti (per esempio momento bagnetto).
Grazie per il tuo bel podcast!
In particolare, piú semplicemente, mi sono sempre fatta delle domande, in primis per le mie foto, consapevole che, una volta che premo il pulsante, non sono piú mie. Anche ai parenti mando solo foto belle, non di momenti di difficoltà o imbarazzanti perchè come non voglio che lo veda un utente di instagram, non voglio che lo veda neanche la collega di mia mamma/suocera a cui lo mostra lei in pausa. Di solito per conservare una foto (ed eventualmente condividerla) mi chiedo "sarei disposta a stamparla ed appenderla fuori casa?"
Riguardo il consenso, per me molto importante, penso (spero) che non ci siano problemi scegliendo foto normali, che vedono anche sull'album di famiglia e il piú neutre possibili. In ogni caso generalmente non pubblico nei social veri e propri (instagram, facebook,...) le loro foto le loro foto, al massimo capita una foto all'anno veramente bella che ho proprio piacere di condividere (e farei anche un poster in cucina, quindi da adolescente lo odierebbe tanto uguale....)
Mi vengono in mente anche i famosi programmi tv con video per far ridere dove i bambini si facevano male, erano in difficoltà e mia zia li registrava con l'apparecchio e ha ancora le vhs e personalmente non mi hanno mai divertita, anzi mi infastidivano, in particolare quelli che continuavano a filmare e non vedevi nessuno intervenire.
Parlando della privacy in internet, io ho il marito informatico e quindi siamo consapevoli di come piú o meno funziona il sistema. Lui è assolutamente contrario a fornire proprie informazioni/lavori quindi tenta di limitarlo piú che può con software liberi, programmi/app non collegati alle multinazionali piú famose, è però consapevole lui per primo che è impossibile, io lo accetto di piú perchè mi sono veramente utili quei servizi che sono apparentemente gratuiti mama che in realtà "pago" fornedo del mio materiale, lo faccio in modo consapevole però sempre chiedendomi "sono disposta che questa foto/documento/.... venga visto/usato da altri?", "è veramente utile salvare questa cosa in internet o possa averla su dispositivi scollegati?".
Spero che tutto questo sia utile a loro perchè un giorno sappiano sfruttare la teconologia ma in modo rispettoso consapevoli di cosa pubblicare e cosa no (e non solo foto)
Inizialmente (da totale incompetente in ambito tecnologico) ritenevo che questo potesse essere una protezione sufficiente, ma poi, proprio grazie a conversazioni avute con Carlotta, ho capito che non era così semplice, e che appunto su internet, qualunque sia il mezzo, social o meno (anche tramite mail, per dire), noi smettiamo di avere il totale controllo sulle foto che decidiamo di pubblicare, privacy o no del profilo o del singolo post.
Questa cosa per me è stata shoccante e illuminante allo stesso tempo!
A partire da questo concetto, questo interessantissimo episodio mi ha fatta riflettere anche su un altro aspetto, ovvero: la reale motivazione del fatto che io continui a mantenere il profilo privato, anche se concordo assolutamente sul fatto che questo non significa che al di fuori di quella cerchia quelle foto non possano essere viste.
Mi sono interrogata sul vero perché della mia scelta, e sono giunta alla conclusione che è un perché totalmente diverso, che con la storia dei timori dei bimbi su internet non c'entra proprio niente, timori che ci sono sì, ma sinceramente non mi condizionano al punto di non pubblicare per nulla.
Ho capito che mantengo il profilo privato perché, oltre che delle foto, ho pudore (soprattutto) dei miei pensieri, e dei miei momenti, che quando ho voglia vado a raccontare su ig.
Ecco, siccome uso ig proprio come se fosse un diario personale, mi sento come se non volessi far leggere agli estranei il mio diario.
Pensiero che chissà... forse cela perlopiù insicurezze... in sostanza è come se avessi una sorta di blocco ad aprirmi al mondo 😅
Complimenti cara Carlotta, è un episodio che farà senza dubbio riflettere molte persone e le renderà più consapevoli.
Gli stili cambiano e cosa per voi può' essere un'immagine bellissima di vostro figlio/a per il mondo, in 15 anni chissà sarà un'immagine che a vostro/a figlio/a per qualche motivo non piacerà (basta pensare al taglio di capelli, vestiti ed all’adolescenza!!) o non sarà allineato con il suo proprio personal branding di quel momento specifico (non ne avrà il controllo come ce lo abbiamo oggi noi).
Questo è solo uno dei piu superficiali esempi di quello che puo' succedere (quante foto avete eliminato da quando avete aperto gli account social? quanti tags rimossi? quanti account chiusi?)
Esempi più seri e gravi passano appunto dal concetto di privacy violata e non aggiungo altro. Basta digitare ¨sharenting¨ (è stato coniato un nuovo termine a riguardo) in google per avere altre informazioni da fonti come il WSJ (World Street Journal), Forbes, etc.
Il fatto di aver già' esposto i bambini sui social non dovrebbe fermare noi mamme dal ripensare ai nostri passi.
Lo so i bambini sui social fanno tantissimi like e visualizzazioni e quindi generano introiti per le famiglie di influencers, ma non vorrei che questo podcast di Carlotta dia il via libera ai genitori nel fare lo sharenting tutto qui.
Grazie Carlotta per aver permesso di dare la mia opinione (purtroppo oggi contrastante) al riguardo 🙏🏻🙏🏻🙏🏻
Ci tengo a specificare che in tutto ciò che hai scritto, l'unica cosa che proprio non mi rispecchia è il like che ottengono le foto dei bambini: sono andata a vedere per curiosità, perché io scelgo di rimuovere il conteggio dei like sul mio account così non lo vedo e non me ne sento schiava, e per il mio account (in maniera specifica) non è così. Anzi, spesso sono le foto di me ad ottenere più like o un numero simile, perché la mia community dà like per ciò che scrivo, non per le foto.
Credo che sia molto bello ricordare ai genitori di non seguire il mio esempio senza prima riflettere e decidere per sé e per la propria famiglia, quindi ti ringrazio. Credo sia anche importante non condannare chi sceglie diversamente — io spesso mi sono sentita condannata e non credo ce ne sia un motivo valido (raramente c'è un motivo valido per criticare e condannare).
Sono felice oggi di essere serena della nostra decisione, ma so che, almeno per me, vale sempre cambiare idea (anche questo è evolvere), quindi in generale ti inviterei a riflettere sul dire di una persona "so che non cambierà idea". 🙂
Ps. Grazie a te, riflettevo sulle foto di me bambina. Le adoro tutte, perché rappresentano la mia vita passata, la mia evoluzione e quelle stampate sono sicuramente le più carine. Spero che con le accortezze che usiamo in casa sarà così anche per i miei figli sui social.
Volevo spiegare 2 misunderstands nella tua risposta: circa i like, mi riferivo a quando menzionavi le 5000 visualizzazioni che facevi notare ad Oliver (spero di ricordare bene dal podcast…). Riguardo al non cambiare idea mi riferivo ai nostri messaggi privati dove hai scritto “preferiamo continuare così”. Scusami le imprecisioni, buona giornata!🤗
Per quanto riguarda, invece, il cambiare idea: anche se preferiamo continuare così, vale comunque cambiare idea e non lo escludo a priori. Questo per dire che la mia frase scritta a te in privato in realtà non riflette un’idea rigida (il cui concetto non mi appartiene più). Se qualcuno ci mettesse di fronte a qualcosa che non sappiamo o che non abbiamo considerato in questi anni, lo prenderemmo in considerazione e reagiremmo a quella nuova informazione. Spero sia più chiaro.
Buona giornata anche a te 🤗
In ogni caso grazie di condividere le vostre riflessioni e in generale grazie dei semini che pianti. Mi si apre ogni volta un orizzonte con i tuoi podcast :) Carla
Ps. Certo è che proprio perché ne parliamo in maniera così aperta e li coinvolgiamo nel capire che cos’è internet e che cosa sono i social, più crescono e più capiscono e più imparano a farne un uso consapevole loro stessi (perché io vedo sempre più bambini di 11/12 anni avere i loro account TIKTOK e IG e mettere foto – anche un po’ “strane” – sui social senza capirne le implicazioni. Ecco, in questo crediamo di stare facendo un buon lavoro con Oliver ed Emily, stiamo dando loro in pillole gli strumenti per capire anche quel mondo). 💕
In effetti, è giusto far capire in pillole cos'è il mondo di internet così che capiscano le implicazioni quando avranno l'età per essere esposti in modo più diretto a tutto ciò. Grazie ancora e buona giornata