Ciao e benvenuti all'undicesimo episodio di Educare con calma Undicesimo episodio Wow, Ho lavorato talmente tanto nelle ultime settimane che non mi sono nemmeno accorta che ci sono già dieci episodi sul podcast che significa dieci settimane. Cioè, incredibile. Mi sembra davvero di averlo iniziato ieri. E poi sono davvero emozionatissima e contentissima che vi stia piacendo così tanto. E adoro, adoro, adoro, adoro ricevere ogni giorno qualche commento su quale episodio vi sia piaciuto di più e addirittura alcune citazioni di frasi che mi ero persino dimenticata di aver detto. Cioè, siete davvero fantastici. Dunque oggi parliamo di routine perché mi chiedete davvero spesso della nostra routine a casa. E quando dico spesso intendo tutte le volte che dico che i miei figli vanno a dormire alle sette. E allora mi chiedete come fai a farli andare a dormire alle sette di sera e da lì poi la domanda viene spontanea qual è la vostra routine? E io onestamente esito sempre a rispondere, perché noi non abbiamo davvero una routine nel vero senso del termine, ovvero una routine che sia sempre la stessa ogni giorno. E di solito quando dico questa cosa mi sento rispondere dell'importanza della routine di quanto i bambini ne traggano beneficio, eccetera, eccetera, eccetera eccetera. Anzi, mentre pensavo che cosa volevo raccontarvi sulla nostra routine? In questo episodio mi è tornato in mente un commento di una lettrice sul blog. Era un commento a un articolo in cui parlavo dei giorni no di Oliver e ve lo lascio nella descrizione del podcast. Era la versione inglese e in questo commento questa lettrice mi scrive che secondo lei la causa dei giorni no di Oliver è il non avere una routine e il fatto che stiamo viaggiando per il mondo, mentre invece i bambini hanno bisogno di stabilità e routine. E ricordo che diceva proprio le parole Secondo me il tuo bimbo ha dei giorni no, perché non gli stai dando qualcosa di cui ha bisogno. Ora, prima di tutto questo, mi dispiace enormemente, perché ancora una volta è prova di una verità assoluta. Io non sono per le verità assolute, ma questa sembra davvero esserla, ovvero che la nostra società è sempre molto veloce a giudicare, sempre molto veloce, a criticare senza conoscere la totalità della storia e della vita di un individuo. Cioè, guarda e giudica la punta dell'iceberg senza sapere che cosa c'è sott'acqua, ovvero la parte più grossa dell'iceberg. Ed è triste constatare che noi genitori siamo proprio la specie più criticona. Mi sembra che molti genitori continuino a vedere la genitorialità secondo categorie di genitori le mamme che lavorano, quelle che si dedicano ai bambini, quelle che crescono ad alto contatto, quelle che allattano, quelle che fanno Montessori, eccetera eccetera eccetera e ognuna vuole criticare l'altra. Ognuna vuole trovare qualcosa che non va. Nell'altra, anzi a volte leggo su Instagram di alcune mamme che perfino per difendere una categoria di genitori ne criticano un'altra che per me è è veramente un ossimoro difendere, attaccando. Cioè non trovate che sia triste? Io lo trovo tristissimo anche perché noi genitori dovremmo essere la specie di esseri umani più solidale, perché indipendentemente dal background, sappiamo quanto sia difficile mettere al mondo dei bambini e avere la responsabilità di aiutarli a costruirsi come persone e trovare la propria strada e in maniera più intensa o meno intensa. Tanti di noi genitori alla fine passano per le stesse lotte, le stesse montagne russe, le stesse preoccupazioni. Poi certo, chi più chi meno, chi lo dice pubblicamente, chi se lo tiene dentro. E quindi credo davvero che l'esperienza di essere genitore sia qualcosa che dovrebbe unirci. Che tu sia bianco, nero, cappuccino, gay, lesbica, transessuale, Essere genitori dovrebbe unirci invece che separarci, invece di metterci sulla difensiva invece di farci sentire in diritto di criticare e puntare il dito. E invece spesso mi rendo conto che non è ancora così. Comunque ho fatto la prima digressione. Finirà che dovrò rinominare il podcast le digressioni di Carlotta. Ma a parte tutto questo all'inizio um, vi stavo raccontando che, um, appunto dei giorni no, di Oliver e che una mamma mi ha detto che secondo lei questi giorni no, sono dovuti al suo non avere una routine fissa e rigida. E io lo dico senza esitazione alcuna. Non è così. Oliver non ha i giorni. No, perché non abbiamo una routine O perché viaggiamo al mondo. Oliver aveva i suoi giorni, no? Anche quando avevamo una routine perfettamente prevedibile a Marbella. Anche quando i bimbi andavano alla scuola Montessori dal lunedì al venerdì e ogni giornata era uguale alla precedente. Oliver ha giorni, no? Come io o giorni no. Come tu puoi avere giorni. No, siamo fatti così. E il nostro tipo di personalità. Ci sono persone che si svegliano sempre felici e sorridenti ogni giorno dell'anno e affrontano la vita con infinito entusiasmo e ottimismo e sempre con un sorriso. Ad esempio Alex ed Emily nella mia famiglia. E ci sono persone che a volte si svegliano, scendono dal letto e sanno istintivamente e immediatamente che è una giornata no. E come lo sanno loro, lo sanno anche tutti coloro che ci convivono tra l'altro. Ecco, io e Oliver facciamo parte di questo secondo gruppo e va bene così. La vita è sicuramente un po' più complicata per noi, ma in fondo quando una cosa è difficile ci fa solo evolvere più forte. Quindi accogliamo la sfida e poi c'è un'altra. Cosa da dire anche da quando viaggiamo a tempo pieno le giornate no di Oliver sono migliorate moltissimo. Forse perché è cresciuto lui, certo, e sa gestire meglio le sue emozioni, ma anche proprio perché grazie a questo viaggio, lui come d'altronde anche io, ha sviluppato una um in inglese si chiama resilience. Non so se si dica resilienza in italiano, comunque una capacità incredibile di far fronte alle piccole avversità in maniera più produttiva e spesso e volentieri oggigiorno riesce a rigirare una giornata no in una giornata. Sì, e io lo stimo Pazzescamente per questo, Perché io lo sto ancora imparando a quasi trentacinque anni e lui di anni ne ha cinque, quindi no, non avere una routine non è la causa dei giorni. No, Di Oliver. La causa dei giorni No, di Oliver è Oliver come la dei miei giorni. No, sono io la mia testa, il mio coccodrillo. Quindi chiudo questa lunghissima parentesi, ma dovevo veramente dirlo, perché era una cosa che mi era rimasta dentro da quel commento, e non credo di averlo mai esternato. Ma detto tutto questo, torna alla nostra routine. Perché quando dico che non abbiamo una routine, non è proprio vero al cento per cento. Per esempio, come racconto spesso se mi segui su Instagram o Facebook, i bambini tutte le sere alle sette sono a letto tutte le sere con davvero rarissime eccezioni. Ed è stato così per tutto quest'anno e mezzo che abbiamo viaggiato. È stato così anche quando abbiamo cambiato paese, anche quando abbiamo cambiato continente. Anche quando abbiamo cambiato fuso orario alle sette, Oliver ed Emily sono a letto, che significa che alle sei mangiamo e alle cinque e mezza iniziamo a mettere in ordine. Quindi non è vero che non abbiamo una routine, ma la nostra routine è il minimo indispensabile. Ecco, si concentra su ciò che davvero conta per noi, che è mettere a letto i bambini alle sette, in modo che io e Alex abbiamo tempo per noi, per le conversazioni adulte e per sentirci di essere anche individui oltre che genitori. Insomma, mettere i bambini a dormire alle sette per noi significa coltivare un po' di quell'egoismo costruttivo di cui parlavo da poco su Instagram. Ma per mantenere la nana alle sette, ovviamente c'è tutta una serie di cose che devono succedere prima delle sette come mettere in ordine, fare cena, mettersi in pigiama, lavarsi i denti, farsi la doccia alcuni giorni. Ecco, questa è la nostra mhm routine, ma è una routine minima. Ecco, è una routine minima indispensabile, che significa? Che, anche se tutto il resto della giornata non ha una routine predefinita e ogni giornata è diversa dalla precedente, pazienza, ma alle sette si va a letto. Quella è la routine minima e indispensabile per la mia famiglia, la routine che ci fa stare più in armonia nel quotidiano che permette ai bimbi di svegliarsi rilassati e riposati e permette a me e ad Alex di goderci la serata insieme dopo che mettiamo a dormire i bambini la routine minima indispensabile che prima me lo sono inventato. Adesso questo concetto è quella routine a cui non posso rinunciare. Non voglio rinunciare, ovvero quella routine per cui sono disposta a fare un investimento fisico ed emotivo tutto il resto, ovvero tutte le altre routine che potrebbe essere fare merenda sempre alle quattro piuttosto che andare a tennis ogni martedì. Evidentemente non sono così importanti per me e per la mia famiglia e quindi decido di non fare quell'investimento fisico emotivo per quelle routine. E credo che questo concetto di routine minima e indispensabile sia importante, perché spesso vogliamo creare e seguire routine, perché ci viene detto che sono importanti per il bambino. Ma altrettanto spesso queste routine prestabilite che ci creiamo e seguiamo fanno più male che bene. E se creare e mantenere una routine va contro la nostra armonia di famiglia, allora non è un buon investimento. Niente che vada contro l'armonia della famiglia è un buon investimento. E davvero credo che spesso i genitori tendano ad avere routine rigide perché la società ci bombarda con l'idea dell'importanza della routine per i bambini e con esempi di routine ideali. Ora io sono d'accordo sul fatto che la routine abbia un'importanza fondamentale per i bambini, perché risponde al loro bisogno di ordine interno, alla loro tendenza. All'ordine l'ordine è importantissimo per i bambini, soprattutto da zero a sei anni e quindi è altrettanto importante avere una routine. Ma la mia routine non può essere la tua routine. Ogni famiglia ha un un ritmo biologico che è diverso da quello di ogni altra famiglia e credo che sia importante riconoscere e seguire questo ritmo biologico nel mio nuovo corso su Schooling tra L'altro parlo proprio di questo ritmo biologico che è più una sensazione quella sensazione del sapere quando siamo più produttivi, quando lavoriamo meglio, in quale momento del giorno andiamo più d'accordo con i nostri figli? Um, quali sono i campanelli d'allarme per il nostro benessere? Per me, ad esempio, è non fare esercizio per troppi giorni di fila tu avrai i tuoi e tutti questi dettagli vanno a creare il ritmo biologico naturale di ogni famiglia che, se decidiamo di scoprire e seguire, ci permette di apportare dei piccoli cambiamenti nella nostra vita e alla nostra routine. e con costanza e con coerenza creare appunto una routine a nostra immagine e somiglianza. Non una routine che qualcun altro ci consiglia che proprio perché ci assomiglia di più questa routine ed è plasmata su di noi, ha una percentuale di successo molto più alta che una routine prestabilita e forzata che ci ostiniamo ad imporre a noi stessi e ai nostri figli. E credo che, um, la flessibilità sia fondamentale anche nella creazione di questa routine. Per quello parlo di routine minima e indispensabile, perché credo che non importa fare sempre le stesse cose alla stessa ora, tutti i giorni. Credo che sia più importante e che basti tra l'altro che alcune cose nella giornata siano sempre le stesse come per me, ad esempio, mettere a letto i bambini alle sette. Nel mio corso dico proprio che la routine deve essere come il marco della porta, non come un cancello agrate. E con questo intendo che deve incorniciare la giornata, non definirla minuto per minuto. Ecco, questa è la routine minima e indispensabile. Una routine che sia flessibile, che lasci spazio a cambi di idea, a cambi di umore, a cambi di programma, a imprevisti alla vita. Così come si presenta. Et voilà, Credo che questo sia quello che volevo comunicarvi in questo episodio breve, ovvero proprio questo concetto di routine minima indispensabile, che secondo me, re- regala davvero molta più armonia alla famiglia e anche flessibilità mentale, sia per noi che per i nostri figli. Ma prima di chiudere, visto che so che mi chiederete come fai a mettere a letto i bambini alle sette di sera? Faccio un'ultima parentesi prima di salutarvi oggi. Davvero l'episodio va di parentesi in parentesi. Dunque, come ho fatto a mettere i bambini alle sette? Ci sono riuscita. Uno essendo realista le sette era realistico per la nostra famiglia, per la mia famiglia. Se tu torni a casa dal lavoro alle sei, mettere a letto i bambini alle sette non è realistico e quindi bisogna adattarsi a seconda di aspettative realistiche. Lo ripeto la mia routine non può essere la tua routine, perché ogni famiglia è unica e due direi che ci sono riuscita a piccoli passi e con molta, molta, molta coerenza e costanza. Ad esempio, quando è nata Emily Oliver andava a letto verso le nove, nove e mezza perché faceva ancora il pisolino di pomeriggio e io non ero mai riuscita ad anticipare l'ora della nanna perché alle sette non era stanco. E non che non ci avessi provato, ma semplicemente non ci ero riuscita. Avevo questa idea meravigliosa di mettere a letto Oliver alle sette, perché ho tante amiche inglesi E in Inghilterra è abbastanza comune che i bambini vadano a dormire alle sette. Ma io non c'ero mai riuscita. Poi verso i due anni e mezzo, Emily aveva circa sei anni. No, Scusatemi, ne aveva? Sì, aveva circa otto. Scusa, sei anni. Cosa dico? Otto mesi, Circa otto mesi, Um, verso i due anni e mezzo di Oliver, um, lui faceva la cosiddetta siesta un giorno sì e due no. E allora abbiamo deciso di dare meno importanza al pisolino. E anzi, ho proprio smesso di fare programmi intorno al pisolino di Oliver. E così lo abbiamo tolto molto, naturalmente. E ovviamente abbiamo per forza anticipato l'ora della nanna di parecchio All'inizio. No, adesso non mi ricordo esattamente. Però All'inizio erano anche le sei quando mettevamo a letto Oliver perché lui alle cinque era esausto e praticamente per la prima settimana era tutto un pianto fino a che non toccava letto. Però non voleva fare il pisolino e quindi ovviamente doveva esserci questa transizione del sono stanco morto alle cinque vado a dormire alle sei e poi piano piano ci siamo dati un equilibrio e insomma, siamo arrivati a mettere um a metterlo a dormire alle sette. E a quel punto è venuto spontaneo dare la stessa abitudine a Emily, anche se lei non era stanca perché lei non era mai stanca. Ci mettevamo nel letto alle sette e ci rimanevamo finché non si addormentava. A volte ci metteva venti minuti, a volte ci metteva due ore, ma piano piano ha cominciato a metterci meno e alla fine si addormentava con regolarità anche lei alle sette per poi svegliarsi un'ora dopo, eh? Non vi emozionate se avete sentito l'episodio sulla nonna, sapete a che cosa mi riferisco? Quindi non migliorava nulla nel suo dormire, ma almeno quello le ha dato e ci ha dato una routine serale che manteniamo ancora oggi ormai io davvero sono arrivata a capire che tutto ciò che faccio con i miei bimbi è il frutto di un po' di conoscenza, ma poca, eh e molta, molta fortuna. E quasi sempre si tratta semplicemente di seguire il mio buonsenso senza avere paura di fare passi indietro se noto che qualcosa non va, come avevo deciso se qualcosa che avevo deciso non funziona, ma tra progressi e regressi, cercando comunque di essere il più coerente e costante possibile, perché davvero non mi stancherò mai, mai, mai di dirlo. La coerenza e la costanza sono le bacchette magiche della genitorialità e con questo ho risposto anche alla domanda che mi avreste fatto. Quindi vi ho raccontato tutto quello che volevo raccontarvi oggi e ti ricordo che mi trovi anche sul mio sito, la tela di carlotta punto com che anzi ti invito assolutamente ad andare a vedere perché alex l'ha ridisegnato da capo a piedi ed è bellissimo, no? Bellissimo è veramente dire poco, è sensazionale e ora ha anche un sacco di caratteristiche che volevamo introdurre, tipo i post che possono leggere solo i membri. Ha una sezione dei nostri viaggi, ha addirittura questo podcast, quindi se non hai un'applicazione preferita puoi ascoltarlo direttamente sul mio sito. E poi vabbè, sono emozionatissima perché ho un sacco di progetti bellissimi in mente su cui mi concentrerò non appena lancio il mio nuovo corso sul schooling che mi sta portando via parecchio tempo, ma che potrai anche vedere un piccolo estratto, una piccola un'anteprima sul sul sito adesso sul sito ridisegnato e con questo ti auguro buona giornata! Buona serata o buona notte a seconda di dove sei nel mondo e ci sentiamo nel prossimo episodio di educare con calma. Ciao ciao.
Grazie come sempre per questa tua condivisione. Da persona super rigida quale ero devo dire che è proprio la maternità che mi ha insegnato la necessità di essere flessibili, di non creare abitudini ferree e insensate che, come dici anche tu, erano controproducenti per noi tre. Ogni fase di questi 5 anni ha avuto alcune routine base che ci permettevano di soddisfare le esigenze di ciascuno di noi in quel preciso momento, ma si sono evolute piano piano. Come sempre, la parte difficile per me, è il confronto con l'esterno che giudica...ma vabbè, grazie anche a te ci sto lavorando :)))
Avevo già ascoltato questo podcast, ma ogni tanto faccio i “ripassini”.
La nostra routine serale funziona alla grande (lo addormento tutte le sere alle 21 dopo la cena e il bagnetto), ma la domanda che mi fa mio marito e che ora mi faccio anche io: come faremo d’estate? Noi eravamo (dico “eravamo” a causa della pandemia) abituati ad uscire tutte le sere o per cenare con gli amici o per la passeggiata dopo cena, specialmente d’estate quando le giornate sono lunghissime.
Come fate voi che ogni sera li mettete a dormire alle 19? Non uscite mai insieme ai bimbi dopocena?Li fate dormire nel passeggino?
Grazie, sei preziosa.