Preferiti dei bambini

82. Perché non dire "bravo" a tuo figlio

In questo episodio di Educare con Calma, a grandissima richiesta, vi spiego perché tante e tante volte su Instagram e sul blog mi avete sentito dire che per crescere figli sicuri di sé e che conoscono il proprio valore è meglio evitare il bravo. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Vi aspetto nei commenti sul blog.

4 febbraio 2022·
29 min
·75 commenti

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con calma oggi vorrei parlare della parola bravo e perché continuo a sostenere e a scrivere che non dovremmo abusarne con I nostri figli. Prima di tutto vorrei dirvi che non è la parola bravo il problema, non bianco o nero, non sono solo bianco o solo nero, sono combinazioni infinite di colori. Maria Montessori rappresentò l'educazione come un triangolo: adulto, bambino, ambiente. Queste tre parti tutte e tre insieme giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della persona che abbiamo davanti quindi immaginate quante combinazioni possibili ci sono ogni volta che cambiamo ambiente, ogni volta che I nostri figli si relazionano con un adulto diverso, ogni volta che noi ci relazioniamo con uno o con l'altro figlio per esempio. Ci va flessibilità in tutto ciò che applichiamo alle nostre vite sulla base di quello che leggiamo di ciò che voi leggete da me o di ciò che io leggo dagli altri incluso Maria Montessori per quanto riguarda dire o meno bravo funziona esattamente allo stesso modo dobbiamo pensare a quello che abbiamo intorno a noi dobbiamo capire chi sono gli adulti con I quali si relaziona il bambino perché magari sta a contatto con gente che gli dice bravo anche quando starnutisce e allora davvero non abbiamo bisogno di rincarar la dose anzi al contrario Dobbiamo capire in che ambiente siamo perché magari l'ambiente fa già capire al bambino se è bravo o no, non c'è bisogno che lo decidiamo noi, non c'è bisogno che glielo diciamo noi.

Tipo, magari sta giocando con uno di quei giochi in cui si devono inserire le forme nei buchi giusti e lo completa da solo, e il gioco stesso a dirgli bravo non bisogno del nostro bravo. Dobbiamo capire anche chi abbiamo davanti, la persona, la personalità, perché magari il bambino è già sicuro di sé e non chiaramente bisogno dell'approvazione altrui e allora il bravo è inutile. Oppure il bambino è una persona che spontaneamente si guarda intorno quando cade per esempio per vedere se qualcuno l' visto e allora bisogno di qualcuno che lo aiuti a capire che è in grado, che è capace, qualcuno che lo accompagni. Ecco, mi sono data la zappa sui piedi da sola perché in realtà volevo dire che qualcuno che lo incoraggi, come avevo scritto nelle mie note, perché volevo davvero arrivare ad un esempio in cui il bravo è utile. Ma niente, non ce la faccio.

Non posso dirlo con onestà intellettuale perché anche nel caso del bambino che si guarda intorno quando cade o pensa di non essere bravo a fare qualcosa per esempio non è dicendogli bravo che nutriamo la sicurezza di sé. Dire bravo a un bambino che non si sente bravo o chiaramente fa più fatica di altri a fare determinate cose che cosa gli comunica? Gli comunica solo che il messaggio che gli stiamo dando è una bugia perché lui si vede, lui si sente, l'ambiente glielo dice, I suoi amici glielo dicono, magari non parole ma essendo più bravi di lui a fare una determinata cosa e lui lo vede che loro sono più bravi di lui. Quindi lui sa che è meno bravo e quando noi gli diciamo bravo non pensa allora sono bravo anche io! No!

Lui pensa: Mi stanno mentendo, non posso fidarmi di loro e rompiamo quella fiducia che costruiamo ogni giorno. E allora anche in questo caso il bravo è controproducente. E mi vengono di nuovo in mente le parole di Michelle Borba che detto nel suo libro Thrivers, di cui ho parlato in uno dei podcast. A dire il vero sto parlando in molti podcast perché sto facendo una serie in cui appunto analizzo questo libro e ve lo racconto capitolo per capitolo. Lei detto proprio che il problema è che vogliamo che I nostri figli siano bravi in tutto e allora diciamo che sono bravi in tutto glielo diciamo proprio a parole per aumentare la loro autostima.

Ma in realtà auto sé sono due cose completamente diverse. E così facendo continuando a dirgli bravo, continuando ad apprezzarli, continuando a fargli dei complimenti continuamente, in realtà li stiamo allontanando dai loro veri talenti. Ovvero li stiamo allontanando dai talenti che potrebbero davvero aiutarli ad apprezzare la loro stessa compagnia, a rispettarsi e a dare un significato alla loro vita. La maggior parte dei genitori vede l'autostima come la strada verso la felicità, la strada verso il successo e allora diciamo costantemente ai nostri figli che sono bravi, appiattiamo ogni ostacolo, risolviamo ogni problema, non li lasciamo fallire, diciamo loro in continuazione che sono bravi. E come conseguenza di tutto questo molti bambini soffrono di una visione non vera di se stessi alcuni si sentono vuoti e sconfitti, altri sono pieni di sé, il loro narcisismo è più grande della loro autostima.

La vera fiducia in sé è diversa dall'autostima. La fiducia in sé si sviluppa quando si riesce in qualcosa, quando si fronteggia un ostacolo e magari si cade, ma si trova una soluzione per rialzarsi da soli. I bambini che hanno fiducia in sé sono quelli che sanno che possono fallire ma anche rialzarsi da soli. Ok, ho seguito un filo della mia ragnatela di pensieri come sempre ma in realtà è tutto collegato adesso che ci penso perché, come dicevo all'inizio, non è la parola bravo, collegato perché come dicevo all'inizio non è la parola bravo che è sbagliata, è il concetto che il bravo rappresenta che io non condivido quindi lasciate che vi dica le mie riflessioni salienti proprio sul bravo, sul dire bravo, sui bravo che noi diciamo ai nostri figli anche se qualcosa l'ho già anticipato prima di tutto vorrei chiarire un concetto importante: I bambini piccoli non hanno bisogno del bravo quando fanno qualcosa bene o per la prima volta La loro soddisfazione è intrinseca, viene da dentro, dall'esserci riusciti. Noi pensiamo che con il nostro bravo aumentiamo la loro soddisfazione, ma invece la sminuiamo perché non lasciamo che si godano quell'emozione così come la vogliono vivere loro ci aggiungiamo la nostra emozione e imponiamo la nostra emozione come quando urliamo ed esultiamo ed esultiamo quando fanno I primi passi lo abbiamo fatto tutti anche io ho dei video in cui urlo brava Emily, brava olive stanno camminando e sono stata felice è umano, è normale che esprimiamo la nostra emozione così e mostriamo la nostra felicità ma io vi assicuro che quel bambino lavorato tutti I minimamente del nostro bravo e anzi probabilmente per lui quei primi passi sono qualcosa di assolutamente normale perché ci prova da così tanto che sa che prima o poi succede.

Lui lo sente che è bravo, lo sa che è bravo, la vita glielo dice, è rimasto in piedi, fatto un passo, è andato avanti, lo sa che è bravo. La vita un proprio controllo dell'errore, il successo o il fallimento? Quel bambino per fare il primo passo è caduto centinaia di volte, provato a rialzarsi centinaia di volte senza riuscirci, e quando finalmente ce la fa quel successo è tutto il bravo di cui bisogno. La felicità è normale che la mostriamo, non siamo macchine ma in generale e forse I primi passi in questo caso non sono l'esempio più adatto perché ovviamente sono anche un grande traguardo per noi ma lo sono molto di più per I nostri figli in generale credo che dovremmo riflettere sul fatto che a volte la nostra felicità, il nostro entusiasmo, la nostra emozione mettono in ombra o in secondo piano l'emozione, la felicità e l'entusiasmo dei nostri figli. E' un po' come se ci appropriassimo del loro momento.

Capisco che può sembrare un concetto scomodo all'inizio ma vi invito solo a rifletterci. Poi un'altra riflessione è che la parola bravo dà un giudizio di valore, ma è il nostro giudizio di valore, non quello dei nostri figli. Se noi non insegniamo ai nostri figli a riconoscere da soli il proprio valore e diamo loro costantemente il nostro, questo può creare o insicurezza e dipendenza dall'opinione altrui, oppure standard impossibili per se stessi. Una volta una mamma mi scritto: essendo sempre stata lodata ed etichettata come brava, non ho mai potuto non essere brava il minimo errore per me era imperdonabile anche verso me stessa questo non è sano a lungo termine a questo proposito vi leggo il messaggio di un'altra mamma che mi emozionata immensamente scritto: Noto che questo è uno dei temi su cui siamo più restii a mollare l'educazione tradizionale, come se non dire bravo al bambino significasse sminuirlo, quando invece è il contrario. Quando ci mostriamo partecipi di quello che fa non è necessario dirgli bravo per trasmettergli il nostro interesse per lui.

E' un concetto forse un po' ostico a primo impatto, ma è molto importante. Io credo di averne colto l'importanza con facilità, forse perché a me hanno detto troppi brava da bambina e anche dopo. E non mi hanno fatto bene tutti questi brava, non hanno cresciuto la mia autostima, anzi tutti quei brava hanno solo prodotto l'effetto di farmi pretendere troppo da me stessa, di non consentirmi di deviare, provare o sbagliare perché non avrei sopportato di non essere più vista come la più brava, cosa che è sempre stata a casa, a scuola, con gli amici e poi anche al lavoro. Forse se avessi ricevuto meno brava avrei avuto più coraggio nel perseguire una strada diversa, meno tracciata dagli altri e più tracciata da me stessa. E non vorrei aggiungere altro a questo perché credo che parli da sé, ma certamente per amore del vero e per essere onesta intellettualmente rifletto anche sul contrario: sono convinta che ci sia qualcuno che sta ascoltando e che sente esattamente l'opposto, sente che invece avrebbe proprio desiderato un bravo in più, sente che I bravo che desiderava non sono mai arrivati.

E se ti ritrovi e pensi questo e usi questo per giustificare il bravo che dice ai tuoi figli vorrei invitarti a riflettere sul perché avresti desiderato quel bravo o quel bravo in più. Se lo ricordi è perché probabilmente eri già un po' più grande e quindi forse quel bravo in più lo desideravi perché avevano già abituata o abituato a dipendere dall'opinione altrui. Dipende da quel bravo perché succede spesso sai diciamo bravo ai bambini più piccoli per qualsiasi cosa se stanutiscono, se dicono il loro nome, se si allacciano le scarpe, se fanno un primo passo, se mangiano qualcosa con il cucchiaio. Una volta ho sentito un adulto dirlo a un bambino solo per avergli detto il suo nome immaginate come ti chiami? Oliver, bravo!

Diciamo bravo per tutto perché tutto è una conquista quando sono piccoli lo capisco ma poi crescono e che cosa succede? Ci sono meno conquiste, ci sono conquiste meno frequenti e anzi iniziamo a pensare ma ormai dovrebbe saperla questa cosa e allora tutti quei bravo spesso non solo non li diciamo più ma si trasformano in critiche, in promemoria e allora quando magari un bambino fa un disegno per cui una volta avrebbe ottenuto un bel bravo e va dai suoi genitori a mostrarglielo magari invece di quel bravo gli arriva un carino però questo potevi farlo così o questo potevi colorarlo così e perché non disegni queste cose così? Perché passata una certa età e soprattutto in età scolare, purtroppo, perché è la scuola che l'ho detta, pretendiamo sempre di più, pretendiamo standard impossibili da raggiungere. Per questo, se mi dici che avresti voluto sentirti dire bravo o brava più spesso, ti dico che forse è una ragione in più per non dirlo ai tuoi figli, è una ragione in più per insegnare loro a capire da sé quanto sono bravi e quando sono bravi, a capire da sé come formulare e ascoltare il proprio giudizio di valore invece che quello degli altri, a insegnare loro che la loro opinione di sé vale più di quella degli altri, di chiunque altro, sempre e comunque.

E allora probabilmente loro non si sentiranno come ti sei sentito tu, non arriveranno a sentirsi figli sbagliati perché non ricevono mai un bravo. E' così che nutriamo la loro fiducia in sé. Un'ultima, credo non lo so, un'ultima, penso che sia l'ultima riflessione è che spesso sento uscire dalle bocche dei genitori un bravo senza sostanza. Ho notato che purtroppo il bravo il genitore lo dice spesso guardando il telefono o parlando con un amico un po' come un contentino, un'abitudine giusto per dire qualcosa Mami, guarda come vado in altalena! Bravo!

Mentre si gira appena a guardare e continua a parlare con l'amico. Quel genitore non si ferma a fare domande, a chiedere l'opinione del bambino, a descrivere quello che vede Questa è l'attenzione sostanziosa che il bambino adora e di cui bisogno. Questa è l'attenzione sostanziosa che nutre la sua autostima, la sua fiducia in sé, perché gli comunica qualcosa, gli fa sentire il nostro vero interesse. Non un bravo detto per abitudine, il bravo spesso è vuoto e questo vuoto I bambini lo sentono. Ora non dico che non bisogna complimentarsi o dare gratificazione, certo che no, ma possiamo e secondo me dobbiamo imparare a farlo in maniera costruttiva, in maniera sostanziosa.

Quindi come diamo attenzione sostanziosa invece di un bravo vuoto? Prima di tutto diamo loro attenzione vera, fermiamo ciò che stiamo facendo e se non possiamo fermarlo ora chiediamo di aspettare. A me spesso capita che I miei figli vengano a farmi vedere un qualcosa di cui sono molto emozionati: una costruzione dell'ego, un disegno. Io in quel momento sto finendo di scrivere un pensiero e allora lo dico senza nemmeno guardare dico datemi cinque minuti e arrivo e poi vi dedico la mia attenzione completa. E poi invece del bravo generalmente possiamo dire due cose che funzionano sempre: una descrivere ciò che vediamo.

Per esempio hai disegnato una persona con una maglia rossa, hai disegnato un camion verde, eccetera eccetera. E questo funziona per tutti I bambini ma soprattutto per I bambini che ancora non comunicano. Se I bambini sono già verbali comunicano, possiamo fare domande: quanto tempo ci hai messo per dare più valore al percorso che al risultato? O che cos'è questo? Come mai hai scelto il rosso?

Se notate che I bambini non vogliono rispondere, limitateli a descrivere, rispettate la loro volontà. Già solo con questi due metodi semplicissimi potete evitare il bravo nella stragrande maggioranza delle volte. Se hai il mio corso Educare a lungo termine trovi molto di più proprio sull'argomento del bravo nel modulo Comunicazione rispettosa in stile Montessori in cui tra l'altro trovi anche la traduzione di un famosissimo articolo di Alficon proprio sul perché sarebbe importante smettere di dire bravo e nell'unità Il problema degli elogi e di dire bravo ho fatto un aggiornamento proprio poco fa che trovavo importante in seguito a pensieri che mi hanno scritto alcuni genitori se non lo sapete io aggiorno spessissimo I miei corsi per esempio da poco ho aggiunto un intero modulo che è ora il modulo quattro se non sbaglio che secondo me racchiude tutta l'essenza dei moduli che leggete a continuazione insomma è la bellezza dell'online e io la sfrutto appieno per offrire sempre meglio a chi sceglie di fare questo percorso con me e ora per chiudere vi leggo alcuni messaggi che trovo importanti di genitori che hanno commentato a un post in cui parlavo proprio del bravo. Uno dice: credo che il termine bravo sia davvero inflazionato e spesso viene associato a determinati comportamenti.

Quante volte ci sentiamo dire frasi del tipo bravo perché mangiato tutto oppure bravo perché dorme la notte. Ecco dal mio punto di vista è proprio questa associazione del bravo che è da cambiare. Poi nella vita quotidiana anche io cerco di limitarli utilizzando termini alternativi ma a volte è davvero difficile. In fondo la mia generazione è cresciuta con il bravo nelle orecchie. Questo è quello che mi scriveva questo genitore e per me è un punto importante che in realtà è un po' una sfumatura di grigio della cultura del bravo ovvero definire bravo il bambino che dorme e mangia e non piange e tutto questo ci fa riflettere proprio su quanto il bravo sia pericoloso anche perché è permeato di un sacco di pregiudizi, di mentalità e credenze sbagliate.

Con questi pregiudizi e mentalità sbagliate potremmo davvero chiederci se anche gli altri bravo che diciamo ai nostri figli non ne siano permeati quanto sono oggettivi e se non lo sono quanto aiutano I nostri figli davvero a sviluppare una visione vera di sé ovvero se diciamo bravo a un bambino che non piange, a un bambino che dorme tutta la notte, che mangia tutto, che sono cose tanto normali quanto piangere, non dormire, non mangiare, come sappiamo che il nostro bravo in altre circostanze è oggettivo e non permeato di queste credenze e mentalità sbagliate. Vi leggo un altro messaggio: io ho sempre ricercato l'approvazione degli altri e tuttora sono una persona insicura. Non giudico I miei genitori perché so che loro hanno fatto del loro meglio e che probabilmente una volta era così che si faceva. Da quando però ho acquistato I tuoi corsi e ho iniziato ad ascoltare I tuoi podcast mi sono resa conto che probabilmente questa mia insicurezza deriva proprio dalle etichette che mi sono state date da bambina. Sto quindi cercando il più possibile di non comportarmi con mia figlia nello stesso modo, soprattutto vedo che anche lei cerca già sempre l'approvazione.

Non sempre ci riesco, ma ogni giorno credo di migliorare sempre di più. Certo, sarebbe meglio se anche I nonni, il papà e la scuola seguissero questo pensiero, purtroppo non è così nel mio caso, però anche se io sola voglio continuare con questo mio pensiero. Questa per me è una bellissima riflessione, ovvero non puntare il dito ai genitori. Non è un mistero che tanto del nostro carattere, della nostra personalità ci arrivino dal modo in cui siamo stati cresciuti. Non possiamo ignorarlo, non possiamo far finta che non sia così, ma è vero che ogni genitore fa del suo meglio e che oggi abbiamo molte più risorse rispetto ai nostri genitori e per questo possiamo scegliere.

E come dico sempre, una persona nella vita di un bambino che segue un'educazione a lungo termine è meglio di zero persone. Anzi, le ricerche di Michelle Borban nel suo libro Tryvers di cui vi parlavo prima dicono proprio che nella maggior parte dei casi la differenza tra un bambino che prospera e uno che fa più fatica nella vita la fa una sola persona di riferimento, una persona che sia un modello sano nella sua vita. Vi leggo il messaggio di un'altra mamma: Grazie Carlotta, io prima di conoscere te non avrei mai riflettuto sulle conseguenze di quel bravo e bellissimo che dicevo, sul bellissimo ci sto ancora lavorando. Adesso so che le certezze che traballano al primo pensiero divergente dal gruppo sono conseguenza di tutto quel ricercare sempre l'approvazione di qualcuno essendomi sempre sentita dire brava, fai la brava per qualsiasi cosa e queste cose purtroppo creano dipendenza dentro di noi. Mostrarci partecipi di quello che fa il bambino sostituisce perfettamente la lode senza fare danni, anzi aiutando a costruire autostima e pensiero divergente.

Beh non credo che abbia bisogno di commenti. Un altro messaggio: a me è piaciuto il podcast che parlava delle etichette e ho capito che invece di soffermarmi sul bravo posso veramente interessarmi per il successo di mia figlia, per esempio descrivendo quello che fatto. Wow, sei riuscita ad allacciarti le scarpe da sola! E magari ci scambiamo lo sguardo di soddisfazione e anche un abbraccio e ho davvero visto dei grandissimi cambiamenti grazie Carlotta questo mi fatto sorridere perché anch'io ho visto dei e anch'io quando ho smesso di dire bravo e quando invece ho iniziato a descrivere ho veramente notato quanto I miei figli dipendessero meno dalla mia opinione e più dalla loro propria soddisfazione. Vi leggo un altro messaggio di un genitore: è bruttissimo ammetterlo, ma mi sono resa conto che spesso dico brava alle mie figlie in modo distratto, presa dalle cento cose che ci sono sempre da fare.

Sembra una cosa così facile da correggere apparentemente ma non dire quei brava comporta un lavoro grande di gestione di me stessa e riordino delle priorità. Non riesco a rimandare le cose che devo fare in casa per esempio ma so che loro due sono tanto più importanti di qualsiasi altra cosa e quindi ci lavoro grazie per gli spunti che dai ogni giorno e io ringrazio invece questa mamma perché mi ricordato che è sempre tutta questione di priorità, siamo noi a decidere che cosa conta di più. Un altro messaggio: da quando grazie a te ho smesso di dire bravo a mio figlio per ogni cosa, mi sono resa conto di quanto questa parola lo porta a a fare le cose più per gratificare gli altri che se stesso. E' pazzesco come una singola parola possa fare la differenza. E probabilmente non è la singola parola direi a questa mamma ma è il messaggio che mandiamo con questa singola parola.

Un altro messaggio invece meno entusiasta rispetto a questo cambiamento ve lo leggo: Sinceramente penso sia esagerato l'atteggiamento che assumi nel non complimentarti con I tuoi bambini. Sembra quasi tu voglia avere di fronte degli adulti, non dei piccoli, in crescita. Credo che sia troppo difficile per un bambino apprezzare un complimento costruttivo, soprattutto se si tratta di bimbi piccoli. Il bravo, ben fatto, hai fatto un bel lavoro a mio parere spesso sono di immediata comprensione prima di tutto ci tengo a dire che ho un po' parafrasato I toni di questo commento perché a mio parere non erano molto rispettosi quindi ricordo ancora una volta che credo sia più costruttivo fare domande quando non si è d'accordo per capire il punto di vista dell'altra persona, un punto di vista diverso dal nostro che ovviamente non può essere espresso appieno attraverso un solo post in un articolo perché ricordiamoci che vediamo sempre e solo la punta dell'iceberg di ogni persona e di ogni situazione. Quindi quando io scrivo che preferisco evitare il bravo come dicevo prima non è bianconero, non è che lo evito in maniera inflessibile rigida no la flessibilità è importante non è che lo escludo dal mio vocabolario e in questo caso se la persona in questione mi avesse chiesto perché preferisco evitare il complimento e come lo faccio allora produttiva le avrei risposto che non evito il complimento, anzi io sono la prima e più sfegatata cheerleader dei miei figli ovviamente e delle persone che stimo in generale perché credo che in questo caso non ci sia differenza alcuna tra adulti e bambini ma rendo il complimento costruttivo, lo rendo un complimento di sostanza, faccio domande, descrivo il lavoro, dedico la mia attenzione attiva e totale.

Perché come dicevamo prima, un bravo è spesso detto di fretta e così perde la sostanza. Invece un complimento costruttivo tipo: hai praticato così tanto che ora sai disegnare il sole molto più valore per un bambino e lo fa sentire visto e ascoltato molto più di un bravo detto in maniera vuota, senza sostanza. Inoltre non sono d'accordo con l'idea che I bambini non capiscono e che per questo devono essere trattati diversamente. I bambini capiscono il nostro modo di comunicare, qualunque esso sia. E non solo lo capiscono, ma lo assorbono, qualunque esso sia.

La mia intera filosofia con I libri per bambini che scrivo è proprio non adattare il linguaggio a quello che io penso che il bambino possa capire, perché così limito il suo apprendimento. Per non parlare del fatto che nel caso dei complimenti spesso per I bambini I gesti contano molto di più. Per esempio, se quando Oliver e Emily mi portano una nuova costruzione dei lego io rimango in totale silenzio, ma chiudo il computer e guardo attentamente la costruzione, io vi assicuro che anche senza parlare quel gesto, quell'attenzione attiva per loro vale molto di più di un bravo vuoto detto continuando a guardare lo schermo del computer. Quindi quando consiglio di evitare il bravo non penso alla parola in sé, non dico evitatela, demonizzatela, escludetela dal vostro vocabolario, ma penso al messaggio che trasmettiamo con quella parola. E chiudo questa volta davvero con una bella riflessione di un altro genitore: I nostri figli potrebbero crescere dubitando di ciò che noi genitori pensiamo di loro.

In fondo tutti ricerchiamo approvazione dalle persone che amiamo perché abbiamo bisogno degli altri e della loro approvazione. Non è qualcosa di sbagliato, non siamo deboli, siamo semplicemente esseri relazionali. Anche nel nostro lavoro cerchiamo approvazione, anche noi come madri abbiamo bisogno di sentirci dire brava, sei una brava madre, ben fatto, stai facendo un ottimo lavoro perché abbiamo bisogno di essere supportate ed incoraggiate. Questa per me è una bella riflessione, ma sono d'accordo solo in parte, per molti motivi. Prima di tutto, partendo dalla fine, io personalmente credo che per gli adulti sia lo stesso che per I bambini.

Se io dico a una mamma che sente di non stare facendo un ottimo lavoro, stai facendo un ottimo lavoro, il messaggio non arriva come messaggio sincero. Non perché la persona che lo dice non lo pensi, spero che se lo dice lo pensa, ma perché ognuno di noi deve sentire di stare facendo un ottimo lavoro da solo, per crederci, davvero, dentro di sé, nel profondo. Quindi anche lì, è la sostanza che conta. Io che lavoro con I genitori ho scelto di non usare espressioni come stai facendo un ottimo lavoro, sei un bravo genitore, perché non le trovo onesti intellettualmente e so che nel profondo arriverebbero come dei contentini, come frasi vuote. Invece mi sforzo di dire quello che penso che abbiano fatto bene in una determinata situazione, quello che penso che avrebbero potuto cambiare, chiedo loro come si sentono e perché si sentono così, e se penso che siano troppo severi con se stessi gli dico anche quello.

Con I bambini è lo stesso e lo ripeto ancora una volta: non è che non dire bravo significa che non pensiamo che siano bravi, non significa che cresceranno dubitando ciò che pensiamo di loro, anzi proprio il contrario! Dare attenzione di sostanza invece che dire un bravo vuoto li aiuta proprio non solo a capire e decidere da soli il proprio valore di sé, ma li fa anche sentire molto più apprezzati perché fermandoci e osservandoli e facendo domande stiamo dando loro ciò che di più prezioso abbiamo: il nostro tempo. E loro lo sentono, ve lo assicuro? Il modo in cui parliamo con I nostri figli può accendere o spegnere potenzialità e quando facciamo un piccolo sforzo in più per dare priorità alle vere priorità allora siamo sicuri che stiamo accendendo quelle potenzialità. E con questo direi che basta è venuto un episodio lungo che nemmeno io mi aspettavo dire il vero anzi volevo addirittura trasformarlo in un episodio in ragnatela in cinque ma direi che ormai ho ben passato cinque minuti e quindi se questo è così lungo immaginatevi il corso che è ancora più approfondito quindi vabbè lasciamo perdere è un argomento veramente che mi appassiona ovviamente che credo che sia importante credo che sia veramente importante parlare di questo tipo di linguaggio e basta vi do appuntamento al prossimo venerdì con un altro episodio di Educare con calma vi ricordo come sempre che mi trovate su w w w punto la tela punto com e su instagram come la teladicarlottablog se vi piace il mio podcast per favore lasciate una recensione sulla piattaforma dove lo ascoltate e se lo ascoltate sul mio sito lasciatemi un commento anche solo per dire ciao buona serata buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao

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Buongiorno Carlotta.
Non avevo mai pensato ai "danni" che avrei fatto ai miei figli dicendo "Brava" e "Bravo". Io lo dico spesso ai miei figli, forse perché quando ero piccola nessuno me l'ha mai detto. Dire "Bravo/a" Ia vedevo come un modo per sollecitarli a fare ancora di più, ancora meglio o per sottolineare che erano sulla strada giusta (ovviamente per me!).
Grazie per questo podcast che mi ha aperto gli occhi e da oggi lavorerò per modificare questa mia cattiva abitudine. Ho una figlia di 13 anni e un figlio di 10 anni.
Grazie a te Arianna, per questa condivisione 💜
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Ciao Carlotta, trovo questa riflessione molto interessante, la condivido ed insieme a mia moglie stiamo cercando di sostituire il "Bravo" con le altre espressioni o comportamenti che spieghi.
Ti scrivo questo commento perché oggi nostro figlio (20 mesi) ha iniziato l'inserimento in una nuova classe dell'asilo e la sua educatrice ci ha mostrato il loro sistema di "gettoni" dove c'è scritto "Bravo" che sono una ricompensa per certi comportamenti, come per esempio l'utilizzo del vasino. Noi siamo rimasti stupiti da questo sistema e il nostro timore è di creare della confusione in nostro figlio che si sente dire Bravo all'asilo e non in casa. Come possiamo gestire al meglio questi due approcci ? 
Grazie mille
Daniele
Ciao Daniele, quando da genitori ci approcciamo a gestire situazioni come questa (o anche altre «abitudini» del sistema scolastico tradizionale), abbiamo la possibilità di fare due tipi di lavoro.

Il primo è con i nostri figli, spiegando loro nella maniera più sincera possibile quali sono i nostri valori di famiglia e perché «nella nostra famiglia scegliamo di agire in questo modo..., piuttosto che in quest'altro...» (chiaramente questa conversazione si evolverà col tempo, essendo il vostro bimbo ancora piccolo, ma non è mai troppo presto per iniziare a piantare semini, e lui capirà già da solo il differente approccio, perché pian piano glielo mostrerete con i fatti quotidiani). Questo col tempo lo aiuterà anche a sviluppare il suo senso critico.

Il secondo lavoro è con gli insegnanti: dobbiamo cercare di avere con loro un dialogo quanto più costruttivo possibile, se vogliamo che le cose, nella scuola italiana, cambino.

A questo proposito, hai già letto la newsletter di settembre sul tema scuola? Se no, ti consiglio di recuperarla qui (trovi molti spunti interessanti e risorse con strumenti pratici per avviare questo dialogo con la scuola e mostrare il nostro punto di vista).
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Ciao Carlotta, forse scrivo questo commento principalmente per me e per mettere nero su bianco i miei successi e quello su cui devo ancora lavorare. Questo post mi é piaciuto molto perché mi rispecchio in vari punti:
- sto eliminando i "bravo" inutili sostituendoli con "hai visto che ti sei allenato tanto e ora riesci a.... "
- come dici tu il silenzio a volte è più importante di alcune parole dette frettolosamente... Molte volte i miei bimbi mi fanno vedere delle costruzioni di lego e rimangono lì a vedere se io ho tempo per loro, io faccio una check list di quello che devo fare e se riesco a ritagliarmi anche solo 10 Min mi siedo alla loro altezza, guardo incuriosita la costruzione e faccio domande (cos' è questo? Come mai hai fatto così? Cosa vuoi aggiungere?...) E vedo i loro volti illuminarsi e iniziano a spiegarmi e ad immaginare 
-un grande punto su cui sto lavorando sono i nonni, in particolare quando dicono " non fare così che poi la mamma si arrabbia" ... Ho capito che su di loro non ho possibilità di lavorare e allora in un secondo momento prendo i miei figli e gli dico apertamente... "Secondo te  andava/non andava fatta quella cosa? E perché?" E infine sottolineo che non dovevano fare o non fare la cosa per la mamma ma solo perché loro la ritenevano una cosa giusta o non giusta....
Sono sicura che c'è la farò
Un bacio e abbraccio 
Che bello Cinzia, grazie davvero per questa tua condivisione 💜

È un'ottima idea mettere nero su bianco i propri successi, e anche darsi una pacca sulla spalla per il lavoro che facciamo (a volte non lo si fa abbastanza, forse).

Un abbraccio,
Rosalba
Team La Tela
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Ciao Carlotta,
Ti seguo da pochi mesi e mi hai aperto un mondo…grazie 💜…in questo momento mi sento un disastro in ogni ambito, dal dire ‘bravo’ in maniera distratta alla gestione della rabbia, ai litigi tra fratelli che non riesco a gestire…ma come dici sempre tu ‘non è troppo tardi’….spero che i tuoi semini germoglino, io ci sto mettendo tutta me stessa…oggi mi consegnano il tuo libro e quindi altri semini…
Un abbraccio 🤗 
Forza Paola, facciamo tutti il tifo per te 💜

Rosalba
Team La Tela
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Ciao Carlotta, prima di tutto GRAZIE! Adoro il tuo podcast e mi stai aiutando tantissimo a fare la mamma di un treenne.
Ho deciso di scriverti perché questa puntata non l'ho proprio sentita nelle mie corde e nonostante il tatto e l'intelligenza con cui ti esprimi, ci tengo a darti la mia prospettiva. Mi chiamo Laura e sono la secondogenita in una famiglia di 4 figli. Purtroppo ho avuto 2 genitori anaffettivi che non mi hanno mai detto un brava distrattamente, mentre erano al pc o al telefonino. Non me l'hanno detto e basta. Eppure sono stati bravissimi genitori. Non hanno mai chiuso il pc per giocare con me, non hanno proprio mai giocato con me. Quando ero piccola mi piaceva osservare gli altri genitori. E mi divertivo a pensare come avrei voluto che fossero i miei. Mi sarebbero piaciuti dei genitori che mi dicevano brava! Anche distrattamente. Ricordo i genitori dei miei amici con cui trascorrevo del tempo insieme. Ricordo proprio di aver desiderato avere qualche attenzione in più. Anche un brava anonimo. Credo che non ci sia giusto o sbagliato nel dire brava! Credo che non bisogna fermare un brava, anche se distratto. Poi son d'accordo con te, che la vita è il percorso e non il risultato, quindi ok valorizzare il percorso, ma perché no, anche il risultato.

Con tantissimo affetto 
ti ascolto e...BRAVA! continua così 🫶🏻💖😘
Ciao Laura, grazie a te, per il tuo feedback e la generosa condivisione che hai portato.
Leggendoti ho immaginato quanto per la piccola te possa essere stato difficile e triste avvertire il mancato apprezzamento, il non essere vista 💜.

Naturalmente le riflessioni di questo episodio del podcast non vogliono andare verso gli estremi, non si vuol demonizzare il bravo.
Quel che non non va bene è farlo diventare un'abitudine vuota, perché questo può diventare controproducente.

Capisco però la tua riflessione, che per la bambina che sei stata forse un «brava» vuoto sarebbe stato meglio che nulla.

Ti abbraccio fortissimo 💜.

Rosalba
Team La Tela
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Ciao Carlotta, ormai mi fai compagnia mentre lavoro dato che sto ascoltando i podcast tutti insieme segnando quelli da riascoltare. Detto questo, mi hai fatto puntare l'attenzione su qualcosa che faccio sempre purtroppo. Forse nel tentativo sbagliato di accrescere l'autostima di mia figlia oppure semplicemente perché cosí é stato fatto a me. Ma che valore ha un brava quando glielo dici almeno 15 volte al giorno? Quanta credibilitá ha? Grazie per lo spunto di riflessione per aver fatto notare qualcosa che ormai nn si nota piú nel suo automatismo. Un podcast alla volta trovo la fiducia per riuscire ad essere il miglior genitore possibile per mia figlia.
Grazie a te per il tuo commento! Avevo fatto esattamente lo stesso ragionamento io quando avevo deciso di dirlo con più consapevolezza e intenzione 💜 Ps. Se non hai ancora ascoltato l'episodio 58 sull'autostima, te lo consiglio!›
Hai modifiche non salvate -
Ti ho scoperto solo ieri e che dire…avrei voluto conoscerti prima! Arrivi al cuore del discorso e al cuore di chi ascolta, ogni parola al posto giusto, al momento giusto.
Mi inviti a mettere in pausa il mondo che vivo sempre con la fretta per riflettere su tematiche importanti.
Parli di argomenti interessanti e non mostri solo il positivo, solo le argomentazioni comode, ma tutto.
Normalizzi la quotidianità e mi infondi serenità e tranquillità, non mi fai sentire sbagliata ma anzi, meno sola nelle tipo che domani he familiari.
Grazie ♥️
Grazie infinite per le tue parole, Roberta 💜 E benvenuta a La Tela!
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Grazie ancora per farmi riflettere su argomenti che possono sembrare banali e invece non lo sono per niente. 🙏
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Grazie Carlotta per avermi aperto gli occhi e dato uno spunto interessantissimo su cui riflettere!!
Io sono una di quelle mamme che inonda sua figlia di “bravaaa!!!!!!”, lo faccio spontaneamente con l’intento di mostrarle il mio entusiasmo e incoraggiarla. Non mi ero mai soffermata sulla questione, ma effettivamente anche prima che io le dica “brava”, quando incontro il suo sguardo ( è molto espressiva!) vedo che già è “consapevole” ed entusiasta per essere riuscita nell’impresa, e ora che mi ci hai fatto pensare, è sicuramente più costruttivo per lei un commento verbale più descrittivo che una semplice parola di lode. Io sono molto insicura e ascoltando il post mi è venuto in mente che probabilmente è vero che sono stata una bambina a cui è stato chiesto di essere sempre troppo buona e brava. Ora con mia figlia cerco di far caso a tutti questi automatismi che, anche se a fin di bene, temo sempre che possano produrre l’effetto contrario. Buon pomeriggio!
Che bel commento, grazie per le tue riflessioni! 💜
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Grazie 🙏🏼
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Sto ancora molto riflettendo su questo concetto. Non credo di aver mai utilizzato il "brava" quando mia figlia mangia tutto etc etc e su questo concordo in pieno. Mi rendo anche conto, e lo vedo, che un commento costruttivo è altro rispetto al" bravo" distratto. Ma...l'altro giorno mia figlia 3enne ha usato tutte le sue forze per riuscire ad aprire una cosa difficile per lei. Io ero sinceramente stupita dalla sua tenacia e dalla sua forza e le ho fatto un commento del genere:" woow ti sei proprio impegnata tantissimo!" Lei ha riconosciuto il mio stupore e ne è stata felice. Ed è qui il punto!!! Ognuno di noi è felice dell'approvazione altrui e in un certo qual modo la cerca. mia figlia sa perfettamente leggere il mio pensiero in merito a quel che fa, sia che io faccia commenti o che non li faccia...se io sono preoccupata se mia figlia non ha mangiato., lei lo sa, quasi prima di me come sa che sta facendo qualcosa con cui non sono d'accordo. e allora comunque in un certo qual modo agirà sulla base della mia approvazione. Come fa un "bravo"detto o non detto a "liberarli" da questa sensazione?
Hai toccato un punto importantissimo, Luciana! Quando tu le hai detto “ti sei proprio impegnata tantissimo” con il tuo entusiasmo e le tue parole le hai mandato un messaggio chiaro: l’importante è l’impegno, il percorso, non solo il risultato. Un “brava” non avrebbe comunicato tutto quello. E anche se è vero che in quel momento lei non aveva bisogno di parole perché la soddisfazione la sentiva comunque e sapeva di essere riuscita in qualcosa di incredibile, è anche giusto poter mostrare il nostro entusiasmo. Certo, è un equilibrio sottile: i nostri figli sanno che cosa proviamo a ogni minuscolo cambio del nostro viso, anche senza parole, per questo man mano che andiamo avanti è importante continuare a mandare messaggi validi e a lungo termine e spiegare il perché di quelle espressioni del volto, quanto spesso le aspettative siano inutili e deleterie (ma noi ci siamo cresciuti e le perpetuiamo) e motivarli a ogni passo a pensare a cosa pensano loro di sé invece di cosa pensano gli altri di loro (loro capiscono). È un discorso molto più ampio, ovviamente, ma ci tenevo a rispondere.
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Ciao Carlotta,
volevo ringraziarti perchè in questo periodo ho notato che mio figlio, 5 anni, quando gli dico bravo (e cerco sempre di dare significato con lui a questa parola) lui mi dice proprio "mamma non mi dire bravo!" in modo perentorio....fino ad oggi non ho dato ahimè peso a questa sua affermazione...ascoltarti mi ha illuminata perchè mi stavo interrogando sul perchè me lo dicesse ma non trovavo la risposta. Mi sono sentita come l'uccellino nel libro "chiudi il becco" che non gli permetteva in questo momento di forti cambiamenti per lui di ascoltarsi e di accorgersi da solo delle enormi conquiste che sta raggiungendo. In questo momento non ha bisogno che ci sia qualcuno al traguardo a dirgli bravo ma ha bisogno che ci sia un compagno di strada che silenziosamente accompagni con accoglienza e ascolto il suo percorso.
Grazie
Che bell'aneddoto e che belle riflessioni, grazie per averlo condiviso con noi!
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Ciao Carlotta, ascolto i tuoi podcast in base alle “esigenze” del momento e trovo le risposte che cerco, sempre. Grazie.
Che bello, grazie infinite per avermelo scritto! 💜
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Secondo podcast che ascolto... Sono molto insicura in generale ed anche con i miei figli ma per loro sto cercando di migliorare...
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Ciao Carlotta, grazie mille degli spunti interessanti. Io non sono genitore ma i tuoi podcast mi sanano le ferite e fanno pensare. Grazie
Grazie a te, che belle parole! 💜
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È così che voglio scegliere di crescere i miei figli.
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Cara Carlotta, grazie per i tuoi podcast! Mia mamma continua a dire “brava” a mia figlia per tutto 😭 ed io continuo a chiederle di non farlo. Ormai è diventata una tale routine che anche mia figlia di 2 anni ogni volta che la nonna le dice “brava” le dice “no brava” intendendo
“Non devi dire brava”! Sto creando un piccolo mostro? Lèggerò con piacere cosa ne pensi della reazione di mia figlia.
Non possiamo controllare gli altri, solo noi stessi (credo sia importante ripeterselo all'infinito, soprattutto con i nonni 🙂). Detto questo, il problema del bravo non è la parola in sé, ma il fatto che vogliamo valorizzare i bambini per lo sforzo e non per il risultato, che conoscano il loro valore. Tua figlia probabilmente dice quella frase perché l'ha sentita dire a te rivolta alla nonna, è naturale. Magari parlerei con lei e mi assicurerei che capisca perché "no brava". 💜
Grazie del tuo tempo Carlotta! Se avessi uno spunto su come affrontare quest’argomento con mia figlia te ne sarò grata! ☺️
Nel corso trovi moltissime risorse, guarda la sezione sugli elogi nel modulo sulla comunicazione rispettosa 💜
Grazie Carlotta! Adesso vado subito a guardare!!!
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Grazie Carlotta, molto interessante e cercherò di metterlo in pratica.
è il primo episodio del tuo podcast che ascolto, ora me li sentirò tutti :)
Allora benvenuta, Marta! Sono contenta che il podcast ti sia piaciuto!
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Grazie Carlotta, avevo già letto sul tuo blog tempo fa cosa pensavo del bravo e sto finalmente seguendo il tuo corso quindi approfondirò añora l’argomento e ne ho bisogno, perché nonostante io abbia gli strumenti e sia consapevole, ancora quel brava sfugge, soprattutto per distrazione come dici tu. Un passetto alla volta.
Spesso, come ho letto sotto, anche mia figlia si dice brava da sola e mi chiedo sempre se sia colpa mia o delle maestre al nido. Ma cerco di scacciare i sensi di colpa e migliorare ogni giorno per costruire la sua autostima.
Credo che non sia "colpa". Finché se lo dice lei da sola invece di cercarti e cercarlo da te è proprio ciò che vogliamo: che riconoscano il proprio valore senza che glielo dicano gli altri!
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Sono una “vittima” del bravo!
E, per quanto mi reputi una donna equilibrata oggi, mi rendo conto di essere cresciuta per approvazione degli altri. Non voglio che mia figlia cresca con la stessa insicurezza di fondo.. cado spesso nel tranello e le dico Brava, cercando poi di “correggermi” ed investendo su una descrizione di ciò che è appena accaduto. Grazie!
Anche io sono una vittima del "brava" ed è stato un percorso lungo (ancora non completato) scrollarmi da dosso la sensazione di essere sbagliata quando ricevo critiche (che è l'altra faccia della dipendenza dall'approvazione altrui). Ce la faremo!
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