benvenute e benvenuti a un altro episodio di Montessori in cinque minuti. Oggi voglio parlarvi di una cosa che ho sentito l'altro giorno e che mi ha lasciata tra il basito e il demoralizzato l'ho anche detto nelle storie di Instagram che è lo gnomo dei ciucci Ho scoperto che lo gnomo dei ciucci è uno gnomo che da quanto ho capito e razionalizzato io con la mia mente adulta vive in un albero speciale dove il bambino lascia il suo ciuccio, i suoi ciucci, lo gnomo li prende quando il bambino non vede e il giorno dopo lascia un regalo al bambino A casa. Mi avete poi in tanti, anche nelle nei messaggi privati che si usa anche Babbo Natale per questo, ovvero si dice al bambino che lasceremo il ciuccio sotto l'albero. Babbo Natale lo prenderà e lascerà i regali di Natale, che forse mi sembra ancora peggio perché uno si aggiunge alla narrativa del Se non fai cosa dico io e non ti comporti bene, Babbo Natale non ti porta i regali e due praticamente chiediamo al bambino di fare un passo così importante, ovvero lasciare un suo strumento di comfort così prezioso per lui per ricevere dei regali che arriverebbero comunque il giorno di Natale. Insomma, oltre il danno anche la beffa nelle storie. Ho chiesto perché dobbiamo trattare così i bambini? Perché non rispettiamo il loro potenziale e tanti mi avete chiesto che cosa intendo con non rispettare il potenziale del bambino. Intendo che non trattiamo il bambino come una persona che è in grado di capire, ma che lo trattiamo come qualcuno a cui si debba mentire per convincerlo a fare ciò che vogliamo, lo manipoliamo per far sì che faccia ciò che vogliamo. Insomma, a me questo intristisce molto per una miriade di motivi. In primis perché per me è proprio l'approccio sbagliato al bambino e all'educazione in generale. Secondo, perché non trattiamo i bambini con il rispetto che meritano? Terzo, perché cediamo alle pressioni della società che ci dice che a quest'età bisogna togliere il ciuccio a quest'età bisogna togliere il pannolino, eccetera eccetera. Quarto, perché e proprio per queste pressioni della società non seguiamo i tempi del bambino e così facendo, senza rendercene conto, creiamo lotte di potere inutili e ci rendiamo la genitorialità molto più difficile di quello che è. E ultimo perché sennò vado avanti all'infinito perché mi chiedo Che cosa dice di noi come persone, questa scelta di trattare i bambini in questo modo, cioè senza parlare specificatamente dello gnomo, del ciuccio. Ci sono mille altri esempi di momenti in cui mentiamo ai nostri figli. Ma se pensiamo che vada bene mentire ai nostri figli, perché allora non va bene mentire a nostro marito, ai nostri amici, a ai nostri colleghi, al nostro capo, ai nostri dipendenti? Perché non mentiamo anche agli adulti per manipolarli? E se lo facciamo, che cosa dice questo del tipo di persona che siamo io ho deciso nella mia vita che non voglio essere una persona che mente, una persona che usa le bugie per ottenere ciò che vuole. Non voglio esserlo io, perché non voglio che lo siano i miei figli. E se io lo sono con loro, quello è l'esempio che sto dando a loro. E quello è il modello con cui crescono e che io con le mie azioni dico questo è un modello sano. Seguitelo. E allora, tra l'altro non posso poi lamentarmi Se i miei figli mi mentono, se vogliamo che i nostri figli non ci mentano, dobbiamo iniziare a non mentire noi a loro. L'educazione è sempre a due corsie, quindi non importa di che colore sia, la bugia è una bugia e io scelgo di non dirla ora, A chi mi ha chiesto come ho tolto il ciuccio ai miei figli, rispondo che non ho tolto il ciuccio ai miei figli perché ho scelto di non darglielo e quindi non lo hanno mai usato. A dire il vero, quando Emily non dormiva ci ho provato a darle il ciuccio tra le tante cose che ho provato per disperazione, ma non l'ha mai voluto. Ma quella è un'altra storia. Ma a chi mi dice che allora non ho voce in capitolo, rispondo che non è vero, perché ho aiutato invece tantissime famiglie a togliere il ciuccio in maniera sana, onesta, che rispetta il potenziale del bambino e allo stesso tempo senza mentire a loro, ai bambini e senza drammi. Se avete il mio corso educare a lungo termine, aprite il modulo dodici domande e risposte e troverete un'unità intera su come lasciare il ciuccio, con tanto di una testimonianza di una mamma che ci guida attraverso il processo che ha scelto lei. Perché, proprio come avviene con il pannolino, anche questo è un processo. Non è questa settimana togliamo il ciuccio prima di Natale, togliamo il ciuccio, domani togliamo il ciuccio. No, è un processo. Dobbiamo aprire una conversazione con i nostri bambini, senza pressioni, senza lotte di potere, senza paragoni con altri bambini o fratelli. Dobbiamo iniziare a spiegare presto che prima o poi dovranno lasciare il ciuccio. Mi assicurerei che all'inizio il bambino, lo senta proprio solo come una conversazione e che sia chiaro per lui che possiamo e vogliamo rispettare i suoi tempi, che vogliamo scegliere insieme quando lasciare il ciuccio e che lui ha voce in capitolo. Quando questa conversazione avviata, Allora possiamo continuare spiegando le motivazioni, andando in biblioteca e leggendo libri sulla salute dentale, quindi focalizzando il processo sulla cura dei denti piuttosto che sul togliere il loro amato ciuccio per condividere anche la nostra consapevolezza. Perché loro questa consapevolezza non ce l'hanno. Poi possiamo iniziare a testare il terreno su quando pensano di volerlo lasciare e così via. Ecco, sono conversazioni senza pressioni. Possiamo aiutarli anche in tutto questo a capire il concetto di tempo che aiuterà anche in questo processo, quando sarà il momento vero e proprio di toglierlo nelle note vi lascio un articolo, possiamo fare vedere ai bambini foto di denti di altri bambini che hanno tenuto il ciuccio troppo lungo non per spaventarli, ma per dare loro le informazioni necessarie per prendere una decisione informata. E sempre ricordando loro che possono scegliere quando toglierlo, che e seguiamo i loro tempi. E poi, quando si avvicina il momento, possiamo parlarne in termini più pratici, decidere insieme un giorno in cui darlo via, decidere insieme come darlo via se darlo in beneficenza, per esempio, oppure informarci su come riciclarlo al meglio. Possiamo fare un calendario a pallini che aiuta a capire i giorni che mancano. Vi lascio anche il link nelle note, ma sempre continuando a ricordare ai bambini che possiamo seguire i loro tempi, che è una loro scelta. Alla fine è importantissimo, secondo me, assicurandoci che capiscano bene che una volta che lo diamo via non ce l'abbiamo più. E questo per è un altro problema di ingannarli con il regalo senza che capiscano davvero che cosa comporta. Perché ovviamente prima sembrano decidere loro di lasciare il ciuccio perché vogliono il regalo, ma è probabile che, soprattutto se non erano pronti, dopo aver aperto il regalo alla prima occasione in cui userebbero il ciuccio, entrano in crisi. E allora noi genitori ci arrabbiamo perché diciamo loro? Eh? No, Però un patto è un patto. Hai ricevuto il tuo regalo, eccetera eccetera. Ma non ci rendiamo conto che in realtà il patto non era chiaro a loro perché li abbiamo manipolati. I bambini capiscono, capiscono molto più di quanto pensiamo. Per questo mi demoralizza tanto, tanto, tanto. Quando invece decidiamo di ingannarli, di manipolarli e di non onorare e rispettare il loro potenziale. Come vado con il tempo? Okay, beh, non malissimo. Non malissimo. Um, ultima cosa ultimissima cosa. Se invece mi dite che la magia è bella per i bambini, come mi avete scritto in alcuni commenti in alcuni messaggi privati, vi dico che avete ragione. Io adoro quando Alex fa i trucchi di magia. I bambini Bambini. Adoro che i bambini imparino a fare trucchi di magia. La magia è bellissima. È anche un ottimo esercizio di coordinazione e risoluzione dei problemi. Ma se parliamo di magia di gnomi, fate, elfi, eccetera, eccetera, vi rimando al mio episodio numero diciannove del podcast. E per ora non dico altro perché ho già sforato alla grande. Vi ricordo che potete farmi sapere che cosa ne pensate di tutto questo nei commenti della pagina dell'episodio sul mio blog www punto la tela punto com e che mi trovate anche su Instagram come la tela di Carlotta Blog vi auguro buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.
L'importante è andare per gradi e ricordarci, come dice Carlotta, che è un processo: anche a 16 mesi puoi iniziare a parlargliene, in momenti di calma, con frasi semplici, a leggere insieme libri, a prepararvi insomma 💜
Se ti va di approfondire, nel Percorso per educare a lungo termine trovi anche i contenuti di cui Carlotta parla in questo episodio (oltre a tanti altri strumenti per fare il lavoro che sta alla base):
Un abbraccio 💜
Sono una neo mamma di una bambina di 4 mesi che fino ad ora non ha voluto il ciuccio. A volte usa le sue dita o mano per calmarsi e alcune persone intorno a me hanno iniziato a dirmi che è meglio insegnarle a usare il ciuccio perché un giorno quello lo togli mentre la mano non la puoi tagliare (io in shock mentre sentivo queste parole e immaginavo il flusso di pensieri nella testa di queste persone). Comunque, posto che non taglierei né mani né ciucci, e che non mi piace l'idea di dover "insegnare" a mia figlia a prendere il ciuccio, serei interessata a sapere di più sulla vostra esperienza, che da quando ho capito è stata senza ciuccio. Si calmavano con la mano? Poi hanno smesso?
Grazie mille!
Virginia
Grazie Grazie grazie
Io credo che non esista solo il bianco o il nero, l'assolutamente giusto e l'assolutamente sbagliato. Tutto è relativo e da osservare da diverse prospettive. Ma soprattutto, nel caso specifico dello gnomo e del ciuccio, credo che un approccio non debba necessariamente escludere l'altro.
Ti spiego.
La comunicazione con i nostri bambini, l'onesta, il trattarli come esseri pensanti, intelligenti, avendo pieno rispetto di loro in quanto esseri umani, rispetto dei loro tempi e tutto quello di cui hai parlato perfettamente in questo podcast, è assolutamente la base fondamentale per una giusta educazione e per creare un rapporto sano tra genitore (educatore)-bambino.
Fatta questa premessa, aggiungo.
Dopo aver percorso i vari step, esattamente come li hai elencati tu (io ho fatto lo stesso), senza parlare di gnomi, babbo natale, regali, premi, giungere poi alla decisione consapevole del bambino di lasciare il ciuccio; perché non concludere questo percorso che è assolutamente bellissimo perché sviluppa l'indipendenza, consapevolezza, ecc ecc, con qualcosa di "magico"?
Insomma, qualcosa che possa aggiungere qualcosa a questo esperienza e non togliere.
Una sorpresa inaspettata.
Nel momento in cui il bambino è assolutamente pronto e deciso di lasciare il ciuccio, invece di buttarlo semplicemente, perché non creare un "rito"? Che può essere lo gnomo, che può essere il "donarlo" alla cuginetta/sorellina, o il portarlo in discarica dove si fa il differenziato e dirgli che il suo ciuccio forse diventerà altro, addirittura forse un giocattolo!
Vista così, la storia dello gnomo, mi farebbe meno paura 😊
Grazie ancora per l'opportunità di crescita 🙏
PS:le storie lette negli altri commenti, fatte di bugie e ricatti, sono ovviamente totalmente l'opposto di quello che penso.
Ma i riti si possono crearsi anche senza magia! Per i dentini, per esempio, noi li andiamo a sotterrare in qualche posto speciale (e a volte lo rendiamo proprio una giornata con una camminata in montagna o una gita nel bosco) e il nostro rito è magico allo stesso modo, ma senza utilizzare elementati della fantasia che non ritengo necessari (anche perché per me la natura ha già tutta la magia di cui un bambino piccolo ha bisogno).
Ecco, avrei forse adottato un rito simile per il ciuccio, se lo avessimo usato (andandolo poi a recuperare, ovviamente, per non lasciare plastica sotterrata nella natura).
Grazie mille a te per il tuo commento 💜
Negli anni mi sono chiesta tante volte come la cosa abbia inciso sul suo carattere nel tempo, quanto dolore inutile gli abbiamo fatto provare senza motivo.
Con il secondo non ho rifatto lo stesso errore. Appena hanno provato a tirare fuori la storia di Babbo Natale ho zittito tutti sul nascere. Ha lasciato spontaneamente il ciuccio a 3 anni e mezzo, dopo che da mesi lo usava solo per addormentarsi. Aveva preso il vizio di morderlo e i ciucci dopo 1 settimana erano da buttare. Per cui gli ho parlato chiaro. Gli ho detto che aveva ancora 3 ciucci che poteva usare finchè non li rompeva ma poi non me avrei presi più. Ha iniziato a trattarli con più cura ma ogni volta che uno si rompeva gli ricordavo che non ne avremmo comprati di nuovi.
Il giorno che l'ultimo si è rotto l',ha buttato lui nella spazzatura e non l'hai mai chiesto.
Quindi mi sento di confermare quello dici: abbiate fede nei vostri bambini, parlate con loro e soprattutto non ricattateli o prendeteli in giro!
Buona serata
Grazie infinite per aver condiviso con noi un ricordo così intimo e vulnerabile, sono sicura che aiuterà tanti genitori che lo leggeranno 💜
Questo mi ha creato un grosso senso di colpa : le ho causato dei complessi. Ho preso al palla al balzo e ne ho approfittato per il primo controllo dal dentista ( 3 anni) .Lui l’ha tranquillizzata dicendo che i denti sono lavati molto bene e che adesso hanno la possibilità di tornare al loro posto.
L’altra sera però un colpo al cuore : ma mamma io dovrò lasciare andare la mamma come ho fatto col ciuccio ?
Un giorno ....da grande..... forse,... ma solo se tu vorrai. Mamma resta qui per te e con te.
Grazie per le tue riflessioni!!
I bambini, che meraviglioso universo! Forse in quel caso, se lo ritenessi categorico farlo smettere, punterei 1. sull'igiene (?) a parole, per motivare: leggerei più libri su germi e virus e come funzionano (dopo il Covid immagino ce ne siano parecchi); 2. dietro le quinte, sulle motivazioni: lo fa quando è stanco? Quando è insicuro? Quando non ha voglia di fare qualcosa? Capirei che cosa prova e poi sarei il suo interprete: "Vedo che ti stai ciucciando la maglietta. Vuoi dirmi che sei stanco?". Ovviamente è un processo e quando lo decide lui è molto più facile.
Sono molto d’accordo con il tuo pensiero come spesso accade ma come sempre mi hai aiutata ad aggiungere un pensiero, a riflettere su quanto sia importante il non mentire e quanto sono sottili certe cose che diamo per scontato a volte.
Quindi grazie al solito, trovo tanti stimoli preziosi nell’ascoltarti!💙
Un abbraccio,
Cinzia
E niente, mi sono arresa. Ho capito che a mio figlio non posso mentire. E ho smesso il ciuccio a 3 anni è ancora lì. Gli sto spiegando che il ciuccio non fa bene ai denti e sono preoccupata per quello. Cerco di darglielo solo per dormire. Un adulto col ciuccio non l'ho ancora visto... Se non fosse per i denti non me ne preoccuperei affatto.
Mia figlia ha ancora il ciuccio, soprattutto la notte, anche perché ha 3 anni passati, va a scuola e a scuola non lo può portare. Però ce l’ha ancora. Non ho intenzione di raccontarle storie di gnomi o fate dei ciucci, ho già iniziato a dirle che dovrà toglierlo prima o poi perché i dentini si stortano…però per ora non sembra interessarle tanto…