benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di ragnatela in cinque minuti. Tanti di voi hanno notato che a volte c'è Montessori in cinque a volte c'è ragnatela in cinque um perché montessori in cinque non è una rubrica che voglio eliminare e vedrete che prima o poi anche nella vostra testa avrà senso questa distinzione. Oggi nella giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, ho deciso di fare un episodio speciale di educare con calma. Mi è stato fatto l'altro giorno una domanda interessante di cui voglio lasciare traccia qui sul podcast, insieme alla mia risposta mi è stato chiesto da un genitore come spiegare a una bambina di sette anni che la zia è omosessuale. I genitori mi dicevano che loro lo accettano serenamente, ma che non porrebbero che loro figlia pensasse che può scegliere tra maschi o femmine con cui fidanzarsi e che cominci a dire per imitazione cose come oggi mi sono fidanzata con la mia amica e mi chiedevano come spiegare l'educazione sessuale che l'uomo si accoppia con la donna, ma la zia che è donna invece sceglie le donne? Prima di tutto credo che sia una domanda legittima nel paese in cui viviamo e soprattutto molto importante, perché farsi una domanda così significa mettersi di fronte al tabù e decidere che tipo di persona e genitore vogliamo essere per i nostri figli. E la mia risposta è stata e questa volta ve la leggo. Vediamo, è qua. Eccola. Non c'è nulla di male se vostra figlia pensa di potersi fidanzare con maschi o femmine, perché è proprio così. I nostri figli possono fidanzarsi con chi vogliono e noi li accetteremo. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere loro, sempre e comunque. Se vostra figlia è lesbica, lo è. A prescindere dal sapere che la zia è lesbica, essere omosessuali non è una scelta, è chi si è dalle parole del messaggio. Credo che forse ci sia un po' di confusione l'educazione sessuale spiega come un bambino viene concepito e anche i figli di coppie omosessuali vengono concepiti esattamente allo stesso modo. Quindi è importante dividere i due aspetti. Se i nostri figli sono omosessuali lo sono. Non lo diventano perché sanno o scoprono che c'è la possibilità di esserlo. Anzi, se lo sanno prima evitiamo loro grandissime fatiche. Avrei dovuto aggiungere l'omosessualità è normale come l'eterosessualità e possiamo parlarne ai bambini nello stesso identico modo, senza tabù o preoccupazioni. Credi magari che il fatto che tu sia in dubbio su come spiegarlo a tua figlia possa riflettere una tua fatica personale ad accettarlo? Ti invito alla riflessione. Avete davvero una bellissima opportunità di introdurre la conversazione sulla diversità con naturalezza e familiarità. Vi consiglio di prenderla al volo. Questo è quello che le ho risposto e vorrei aggiungere in questo episodio se i nostri figli saranno omosessuali, vorremo far sapere loro con inequivocabile certezza che li accettiamo e che il nostro amore non cambia di una virgola. Ma per farlo dobbiamo fare un lavoro immenso su noi stessi. Io oggi, dopo anni di lavoro su me stessa, vi assicuro, e lo giuro, lo prometto che se Oliver ed Emily mi dicessero che sono omosessuali, per me non cambierebbe nulla. Non sentirei nessun tipo di sentimento diverso. Sarebbe esattamente lo stesso che arrivino a casa con una persona del loro stesso genere o del genere opposto. Non ci sarebbe un tipo di tristezza, di vergogna e di imbarazzo. N nulla sarebbe esattamente uguale. E questo oggi lo so profondamente dentro di me, dopo anni in cui percorro lo scenario nella mia mente e ascolto. La mia reazione più profonda che all'inizio non era di accettazione. Questo lavoro va fatto perché nessuno sa chi ameranno i propri figli e non importa, importa chi sono, non chi amano. E vorrei anche cogliere l'occasione per parlarvi proprio brevemente di una cosa che mi hanno portato alla mia attenzione. Io non leggo articoli di giornali, non ascolto telegiornali, ma ho persone di fiducia che mi passano le notizie giuste. E questa volta è la notizia del ministero Dell'istruzione che manda una circolare alle scuole dicendo di trovare il modo di promuovere iniziative che sensibilizzino i ragazzi e i bambini a queste tematiche. Nella giornata internazionale contro L' L'omofobia, la bifobia e la transfobia. Potrebbe sembrare un passo avanti, ma è, come spesso succede nell'educazione un chiamiamolo una toppa oppure un rossetto vistoso. Il ministero Dell'istruzione chiede alle scuole e agli insegnanti di sensibilizzare gli studenti in questa giornata in un paese in cui non è obbligatoria ancora nelle scuole l'educazione sessuale, quello rendere obbligatoria nelle scuole l'educazione sessuale è il lavoro che dobbiamo fare perché sensibilizzare non è il lavoro di un giorno, non è l'iniziativa in onore di una giornata internazionale perché vogliamo apparire belli, ma è un lavoro che si fa tutto l'anno. Sembra che la scuola si dimentichi troppo spesso che i bambini di oggi sono futuri adulti di questa società, della nostra società. E più che sa saper fare due più due hanno bisogno di essere persone a tutto tondo. E quando teniamo i bambini all'oscuro di conversazioni importanti come il sesso e la sessualità, quando li priviamo dell'educazione sessuale, dell'educazione al consenso perché queste conversazioni ci mettono in imbarazzo. Non sappiamo come parlarne o viviamo in un paese cattolico e vogliamo trasmettere che il sesso non si fa prima del matrimonio. Priviamo noi stessi gli adulti dell'opportunità di radicare i tabù nelle generazioni future e priviamo loro i nostri bambini degli strumenti di cui avranno bisogno per affrontare la vita adulta. L'ignoranza è molto, molto, molto più pericolosa del sapere, perché poi il sapere arriva comunque, ma dalle fonti sbagliate. Perché poi i ragazzini e le ragazzine direi oserei dire bambini e bambine che cercano risposte, vanno su internet, anche se cerchi di evitarlo con tutti i programmi che vuoi. Loro ci arrivano, te lo assicuro. E su internet che cosa trovano? Trovano il porno che non solo non è una rappresentazione veritiera di che cosa sia il sesso, ma è colmo di abusi e messaggi sbagliati e sessisti. Quindi non possiamo avere una giornata a scuola in cui timidamente gli insegnanti parlano di tematiche su cui non sono assolutamente formati e che vengono accolte da bambini e ragazzini con risate e imbarazzo, perché di solito non se ne parla un po' come se noi normalizzi parole come pene, vulva e vagina. Non possiamo aspettarci che i nostri bambini non ridano quando poi le usiamo noi o gli insegnanti a scuola, nell'ora di anatomia del corpo umano o nella lezione di rito sul sistema riproduttivo. Um, credo di aver iniziato una frase che adesso non ricordo più. Quindi concludo dicendovi che il momento di iniziare a parlare con i figli del sesso, della sessualità, di fare educazione sessuale e da piccoli, quando la loro mente non è ancora vittima dell'imbarazzo e della vergogna che la società riversa su questa conversazione. E a tale proposito vi invito a comprare la mia guida come si fa un bebè che include un libro stampabile per i bambini che potrà davvero, davvero essere il motore della conversazione dopo che il genitore ha letto la guida per il genitore e si è formato e si è convinto che è già ora di leggere questo libricino insieme ai figli, perché l'educazione in Italia si deve fare in casa. Io ho creato questo libricino quando Emily aveva due anni ed è allora che gliel'ho letto, ma in realtà noi parlavamo di tutte queste conversazioni da ben prima, perché per me se ne dovrebbe parlare con la stessa normalità e la stessa spontaneità con cui si parla della fotosintesi clorofilliana o con cui si legge il libro che ne so, il piccolo bruco mai sazio. Vi ricordo che il venti per cento del ricavato di questa guida va a un'associazione che scegliamo noi. In questo caso abbiamo scelto stes che è un'organizzazione no profit internazionale che offre educazione, sicurezza e protezione a bambini, profughi e vulnerabili. E se volete proprio esagerare e onorare questa giornata nazionale, anzi comprate la guida Storie arcobaleno in cui si parla proprio di diversità di genere e il cui ricavato va al cento per cento all'associazione ILGA Europe per la difesa dei diritti della comunità l G B T q plus vi lascio tutti i link nelle note dell'episodio. Come sempre so che ho sforato con il tempo non importa. Però qualcuno mi ha detto perché non fai ragnatela in dieci minuti invece che in cinque? Perché se la facessi in dieci probabilmente sforerei arriverei a quindici, quindi devo mantenerla a cinque per poterla mantenere breve. Comunque vi lascio come dicevo, tutti i link nelle note dell'episodio e come sempre vi aspetto nei commenti all'episodio sul mio sito in maniera rispettosa, gentile, costruttiva. Come sapete voi su www punto la tela punto com barra podcast vi ricordo come sempre che mi trovate anche su instagram come la tela di carlotta blog e non mi rimane che augurarvi buona giornata. Buona serata o buona notte a seconda di dove siete nel mondo e ci vediamo venerdì con un nuovo episodio di educare con calma ciao ciao.
Condivido anche le difficoltà in quanto insegnante di scuola secondaria....ma il cammino è lungo visto che alla scuola dell'infanzia vengono spesso nutriti a stereotipi di genere. Anche solo il fiocco rosa e azzurro nei bagni di cui mi parla mio figlio mi crea dispiacere.... Però dall'inizio dell'asilo, quasi a sfidare questi costrutti, ha cambiato il suo colore preferito (ora rosa), ha chiesto i calzetti con gli unicorni (appena presi era insicuro se metterli all'asilo, ma poi ha deciso di farlo e al "sono per femmine!" riferito dalla sua amica lui ha risposto "sono per tutti!") e la borraccia di Frozen, di cui va molto fiero, e che ostenta appena ne ha l'occasione.
Coltivo con voi la speranza di un mondo migliore 🌻
Questo ha fatto nascere in me delle domande che non mi ero mai posta.
Sia mio fratello che mio cognato sono gay, il secondo con un compagno stabile che è per mio figlio, di quasi 3 anni, zio tanto quanto gli altri.
Proprio per il fatto che per me questa è "normalità" e non "diversità" non ho mai pensato di dover dare delle spiegazioni a mio figlio. La mia idea è semplicemente di rispondere con sincerità e naturalezza ad ogni eventuale domanda mi possa porre in merito, ma che ancora non è arrivata.
A tal proposito, pensi sia meglio questa linea (vivere l'omosessualità come normale e già parte della nostra famiglia e rispondere solo a eventuali domande che vengano spontaneamente da mio figlio) oppure affrontare in modo più strutturato l'argomento facendolo partire da noi genitori anziché dal bambino?
A me non piace molto l'idea di etichettare gli zii come gay, per me gli zii si amano come mamma e papà si amano e come lui potrà amare chi vuole, ma forse le etichette e le categorie servono per capire meglio le cose...
Spero in una tua gentile risposta e ti ringrazio per avermi dato un ulteriore spunto di riflessione
Rendere obbligatoria l'educazione sessuale sarebbe la vera svolta in Italia, specialmente per quei bambini che non hanno la fortuna che se ne parli in famiglia!!!!!
Grazie mille parole taccanti.