101. Bullismo sui social (parte 2)
Nell'episodio di Educare con calma in cui parlai di bullismo sui social vi promisi due aneddoti e ve ne raccontai solo uno: oggi vi racconto il secondo, che è stato anche il motore di riflessioni a ruota libera su vulnerabilità, invidia e donne che attaccano donne — nel mio classico stile di pensieri a ragnatela.
- Nel podcast menziono Beatrice Zacco (ciao Bea!).
- Quando leggo il mio commento al reel, non dico volutamente come la persona in questione ha definito i bambini perché 1. credo che sia una definizione poco onesta intellettualmente e 2. preferisco non dare indizi a chi non sa di chi sto parlando. Grazie per la vostra comprensione.
- A un certo punto dico “le femministe”: non intendo tutte le femministe, intendo la categoria di femministe che attaccando donne per difenderne altre. Non cool! Ci tenevo che fosse chiaro e forse parlando non lo era.
💡Qualsiasi opinione cordiale e costruttiva è benvenuta: quando sei in dubbio e non sai se una tua opinione sia un giudizio o possa essere percepito come tale, invece di dirla, prima fai domande per capire meglio 💁♀️
Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma in un episodio passato vi ho parlato della tendenza a giudicare e criticare le persone pubbliche tra virgolette sui social e pensare che loro debbano accettarlo perché I social funzionano così e quindi se io scelgo di essere una persona pubblica praticamente devo accettare che chiunque possa dire la sua su quello che scrivo faccio e dico e che visto che sono dietro a uno schermo posso anche non esporre il mio messaggio con gentilezza e rispetto in quell'episodio io questo lo definivo bullismo anche se bullismo non è ovviamente però spero che definire questa tendenza con una parola così forte di cui tutti conosciamo le implicazioni possa forse far riflettere sulla gravità di questo comportamento e magari portare a una riflessione e a un cambiamento che sia anche solo il cambiamento di chi si sente di contestare questa tendenza sempre con gentilezza e rispetto quando la riconosce sempre in quell'episodio vi avevo promesso due aneddoti ma in realtà sono arrivata a raccontarvene solo uno perché poi mi sono persa nei miei pensieri il regnatela l'episodio stava diventando troppo lungo eccetera eccetera quindi oggi ho deciso di raccontarvi l'altro aneddoto che a che fare sempre con il prendersi la responsabilità delle proprie parole ma questa volta riguarda una tendenza che vedo in alcuni account di Instagram che è quella di attaccare per difendere, attaccare una categoria di persone per difenderne un'altra per esempio se parliamo di genitorialità questa tendenza potrebbe essere tipo difendere il diritto delle mamme di scegliere di non allattare attaccando le mamme che scelgono l'allattamento richiesta oppure difendere il diritto delle donne di condividere il carico mentale delle donne di condividere il carico mentale con il marito attaccando o facendo sentire inferiori le donne che per esempio fanno sempre la lavatrice o fanno la spesa potrei andare avanti ma mi fermo qui per quanto interessanti siano questi argomenti non entro né in ognuno perché non è il tema di oggi ma li uso proprio solo come esempi per farvi capire che cosa intendo con quel attaccare per difendere o difendere attaccando ci sono purtroppo alcuni account su instagram parlo sempre di instagram perché io non uso facebook attivamente che usano proprio questa tecnica di difendere una categoria di persone attaccandone un'altra perché lo fanno?
Perché così giustificano I loro contenuti dietro questa causa finta nobile di difendere una categoria di persone ma in realtà il loro intento è attaccare la categoria che non la pensa come loro e ovviamente tutto questo avviene con una comunicazione generalmente provocatoria spesso o proprio aggressiva o comunque passivo aggressiva credo personalmente che con la provocazione e l'aggressività spesso in realtà si ottenga l'effetto opposto, istigare le persone alla rabbia non porta sicuramente al miglioramento delle loro azioni reazioni e relazioni per esempio se io istigo le donne contro I mariti che non fanno nulla in casa in realtà il messaggio è giusto perché dobbiamo comunicare l'importanza della divisione del carico mentale ma se offro rabbia invece che soluzioni costruttivi e dialogo in realtà quelle donne io non le sto aiutando sto facendo loro un disservizio perché la rabbia magari può essere il motore ma sicuramente non essere il mezzo per avviare un cambiamento non lo è mai e chiariamoci ripeto che spesso quando si attacca per difendere la categoria che si difende merita di essere difesa bisogno di un portavoce ma quello che non ci si rende conto e forse né chi crea I contenuti né chi li fruisce è che anche la categoria che viene attaccata merita di essere rispettata e più spesso che no gli stessi messaggi, stessi identici messaggi si possono trasmettere nel rispetto di tutte le parti coinvolte quindi secondo me anche se la causa è valida e mira a contestare una mentalità deleteria spesso questo approccio provocatorio aggressivo di istigazione alla rabbia a lungo andare a lungo termine è deleterio tanto quanto la mentalità che vogliamo contestare.
Ok mi sono già persa all'inizio vi ho detto che vi avrei raccontato il secondo aneddoto e adesso vi racconto il secondo aneddoto un giorno nella mia schermata esplora credo che si chiami così di instagram mi è comparso un re di uno di questi account un po' provocatori e instagram sicuramente me l' proposto perché aveva a che fare con la genitorialità in effetti il messaggio di base avrei potuto dirlo anche io con un approccio diverso e visto che poco prima avevo parlato sulle storie di Instagram di comunicazione passivo aggressiva della tendenza ad attaccare per difendere e nei messaggi privati mi stavano chiedendo degli esempi di questo tipo di comportamento ho pensato che questo real fosse un esempio perfetto per puro caso perché appunto era un messaggio giusto e importante ma espresso in maniera non rispettosa verso tutte le categorie coinvolte premetto che io conoscevo questa persona ma non la seguivo quindi era proprio un qualcosa, un Rio che mi arrivava non lo so come un segno del destino condividilo mi diceva ok credo che sia importante che vi dica il tipo di riflessione che ho scritto sulle storie quando ho condiviso il reel di questa persona quindi sono andata a ricercarlo nelle storie archiviate e ve lo leggo ho scritto così Questo Rio secondo me lancia un messaggio importante, vero ed essenziale, ma trovo che la comunicazione sia passivo-aggressiva.
Appoggia le mamme ma allo stesso tempo punta il dito contro una categoria di mamme che sceglie una maternità diversa dalla sua Trovo che tiri su alcune mamme affondandone altre e questo mi dispiace. Un messaggio giusto e importante comunicato in maniera poco rispettosa per me perde forza e questo vale anche su instagram dove la comunicazione spesso avviene in trenta sessanta secondi. Credo che lo stesso messaggio si possa comunicare con rispetto verso tutte le parti coinvolte, bambini inclusi, perché I bambini non sono come li descrive questa persona in questo sono piccoli esseri umani che per un periodo della loro vita hanno più bisogno delle loro persone di riferimento e non sono I responsabili della nostra salute mentale, di quella siamo responsabili solo noi stessi ognuno per sé. In questo commento avevo anche incluso l'etichetta che lei dava ai bambini che non voglio ripetere semplicemente perché insomma preferisco proprio lasciare un po' l'anonimato se non avete ancora capito di chi parlo e però appunto questa espressione sappiate che era veramente molto forte ed è anche per questo che mi sono sentita di contestarla ecco questo è quello che scrissi in quella storia in cui condividevo il Rio di questa persona anche ora che lo rileggo poi potete dirmi la vostra opinione nei commenti sono tutte benvenute io lo vedo come una riflessione personale espressa con gentilezza e con rispetto ci tenevo proprio a far notare che il messaggio del Rio in sé è valido ma secondo me scade tra virgolette perché non rispetta tutte le parti coinvolte in questo caso etichettava I bambini e le madri che avevano un approccio educativo più ad alto contatto.
Ok purtroppo la persona che creato il Rio l' presa molto male in modo molto molto personale e in privato mi scritto immediatamente che se non rimuovevo subito quella storia in cui esprimevo la riflessione che vi ho appena letto mi denunciava più esprimevo la riflessione che vi ho appena letto mi denunciava per diffamazione ora questo mi accolto un po' alla sprovvista perché proprio non me l'aspettavo ma ovviamente anzi ovviamente no ma fortunatamente so bene che le basi per la denuncia per diffamazione non c'erano perché la diffamazione implica un insulto mentre le mie riflessioni erano tutt'altro che un insulto ed erano anzi espresse con rispetto verso il lavoro di questa persona ma erano espresse perché io scelgo di contestare I messaggi che non trovo rispettosi verso una categoria o l'altra ne ho parlato in tanti altri episodi se mi conoscete lo sapete sulla base di questo quindi le ho risposto in maniera gentile facendo notare che la mia riflessione non aveva nulla a che fare con chi l' creata ma solo con il messaggio specifico ho cercato di mettermi nei suoi panni di pensare come mi sentire io se qualcuno esprimesse una riflessione discordante su un mio contenuto e visto che succede in continuazione perché è normalissimo abbiamo tutti il diritto di esprimere la nostra opinione soprattutto se lo facciamo come dicevamo nell'episodio precedente, uno degli episodi precedenti o in tutti gli episodi con rispetto prendendoci la responsabilità delle nostre parole quindi è stato abbastanza facile immedesimarmi io poi generalmente penso molto e molto attentamente alle parole che pubblico perché so quanto le parole siano potenti e mi prendo la responsabilità di queste parole quindi se qualcuno mi fa notare per esempio di avere mancato di rispetto di non essere stata sensibile verso una categoria di persone non ho problemi a mettermi in dubbio e accogliere il disaccordo e eventualmente anche ad ammettere l'errore ma visto che vedevo molta frizione e ho imparato a ricercare un po' l'approccio pacifico le ho scritto che va bene che potevo cancellare la storia e riproporre la mia riflessione senza condividere il suo reel ma riportandone per esempio il contenuto alcune frasi che secondo me non erano valide ma questo messaggio non è stato mai inviato comunque io non so se questa persona l' ricevuto perché instagram mi avvisata che non potevo più contattare la persona in questione tra l'altro ho deciso di mantenere l'anonimità per chi non avesse conosciuto insomma per chi non non conosca I retroscena per chi non conosca me o questa persona e non fosse stata partecipe di quelle storie preferisco mantenere l'anonimato in modo che non ci siano appunto insomma che non sia così facile risalire a questa persona e quindi Instagram mi avvisato che non potevo più contattare la persona in questione e la mia storia era sparita all'inizio pensavo che questa persona avesse fatto rimuovere la mia storia ma poi ho scoperto e ditemi se sbaglio perché non ne sono sicura al cento per cento che denunciare una storia non porta alla rimozione immediata quindi io poi ho storia non porta alla rimozione immediata quindi ho poi capito che la storia era stata cancellata probabilmente perché la persona mi aveva bloccata dal suo account se non sapete che cosa significa bloccare io l'ho scoperto in quella situazione sapete che cosa significa bloccare io l'ho scoperto in quella situazione ho dovuto impararlo anch'io vi spiego che se io ti blocco significa che tu non vedrai più I miei contenuti e anche se cerchi il mio nome su Instagram non trovi il mio account questo mi sembra giusto perché spesso ci sono persone invadenti sui social che non rispettano la privacy e quindi Instagram mette a disposizione questa possibilità quello che invece non mi sembra giusto è questo il fatto che questa persona abbia potuto censurare e far andare a fare pubblico a cui pubblico a cui hanno accesso tutti che a centinaia di migliaia di visualizzazioni non so voi ma a me questo sembra sbagliato e mi sembra pericoloso e inoltre mi fatto riflettere molto su quanto sia facile mostrarsi per chi non si è sui social quindi presentarsi in un modo per ottenere seguito nascondendo I propri veri colori.
Ma per amor del vero sapete quanto io tenga alla correttezza e all'onestà intellettuale dopo averci riflettuto molto credo di aver sbagliato a condividere il suo rio per fare quella mia riflessione e perché dico che ho sbagliato? Non per l'aver contestato quel contenuto perché credo davvero che dobbiamo prendere l'abitudine di dedicare del tempo a contestare con gentilezza e rispetto contenuti che riteniamo deleteri ma perché avrei potuto, anzi forse dovuto, farlo senza condividere il re mi spiego avrei potuto esprimere lo stesso messaggio scrivendo esattamente quello che ho scritto esattamente come l'ho scritto ma riportando le parole del contenuto senza condividere il re ed esporre chi l'aveva creato non mi vergogno ad ammetterlo perché credo che sia attraverso l'auto real ed esporre chi l'aveva creato non mi vergogno ad ammetterlo perché credo che sia attraverso l'autoanalisi che evolviamo e da questa situazione io ho imparato per il futuro come ho imparato da altre situazioni in passato che hanno poi modificato dei miei comportamenti sui social media e poi vorrei fare un'ultima riflessione che credo sia importante fare non trovate anche voi e chiedo sia alle donne che agli uomini che mi ascoltano che spesso questi attacchi, questi giudizi avvengono tra donne, da donna a donna e non tra uomini.
Mi viene in mente il commento di una donna all'episodio del podcast in cui vi racconto la mia carriera e in questo commento questa donna si analizzava e notava che quando sente una reazione negativa verso il successo altrui è più probabile che capita quasi mai, e lei diceva che non sa se sia per una forma di competizione con le altre donne o per un retaggio culturale per cui non sta bene che una donna si metta in mostra e parli dei propri successi. Io a questa domanda non ho risposte ma mi colpito un concetto che scritto ovvero quello della donna che si mette in mostra perché anche io nel mio piccolo ho vissuto questa esperienza al liceo io ero una ragazza che andava bene a scuola con un fidanzato più grande che a quell'età diciamocelo ste cose contano e non mi dispiaceva stare al centro dell'attenzione alzavo la mano per parlare se avevo qualcosa da dire o se conoscevo la risposta ogni anno ero la protagonista teatro eccetera eccetera eccetera ed ero quindi è stata presa di mira da un gruppetto di ragazze della mia classe ragazze che io stimavo tra l'altro e a cui sarei voluta piacere quindi questa cosa non mi faceva stare bene le mie amiche mi dicevano di lasciarle perdere perché erano invidiose ma ai miei occhi queste ragazze non avevano nulla da invidiare a me e nessun motivo per escludermi anzi io pensavo che saremmo state grandi amiche e a lungo mi sono chiesta che cosa potessi fare io per essere accettata da loro oggi credo di saperlo anche se non con certezza perché non posso tornare indietro nel tempo ma credo che avrei potuto mostrare le mie insicurezze perché le insicurezze avvicinano accomunano e noi invece eravamo tutte molto concentrate a nascondere le nostre insicurezze a loro probabilmente inconsciamente dava fastidio il mio mettermi in mostra tra virgolette non perché erano invidiose ma perché mettendomi in mostra nascondevo la mia insicurezza che avevo ovviamente dentro di me come la maggior parte degli adolescenti come tutte le persone che sembrano avere tutto sotto controllo e non parlano delle loro difficoltà e delle loro fatiche tra l'altro e questo forse le faceva sentire scomode delle loro insicurezze che avevano dentro di sé come la maggior parte degli adolescenti come tutte le persone che sembrano avere tutto sotto controllo e non parlano delle loro difficoltà e delle loro fatiche abbiamo tutti insicurezze Quindi oggi ho capito che il problema non ero io e in realtà non erano nemmeno loro non era il fatto che io mi mettessi in mostra, non era che loro mi escludevano perché erano invidiose, non era la non era che loro mi escludevano perché erano invidiose, non era la mia o la loro apparente sicurezza, ma erano le nostre insicurezze interiori che avevamo deciso di non condividere le une con le altre che ci allontanavano.
Oggi le mie amiche donne che stimo di più sono tutte donne estremamente sicure di sé che però non esitano condividere con me le loro insicurezze e questo le rende forti ai miei occhi le rende ancora più belle ancora più ispiranti e certo probabilmente ci sono molte più implicazioni dietro I motivi che portano le donne ad attaccare altre donne se chiedessi ad Alex lui probabilmente per esempio mi risponderebbe che lo facciamo perché è biologico In natura, in molte specie le femmine di un branco spesso competono per il maschio, per il capobranco. Insomma ci sarebbe davvero moltissimo da ricercare, da speculare su cui riflettere perché poi sicuramente la società in cui viviamo non aiuta anzi nutre questo comportamento con tutti I reality tv che mostrano normalizzano la cattiveria tra donne oppure I giornali di gossip e anche I telegiornali perché ormai I telegiornali sono più o meno come giornali di gossip che mostrano e idolatrano le donne forti e aggressive che si rispondono male a vicenda perché nella società patriarcale in cui viviamo sembra quasi che l'aggressività sia una qualità al giorno d'oggi quindi insomma ci sono davvero sicuramente moltissime ragioni che fanno sì che le donne siano inclini ad attaccare altre donne, ma io credo che questa armatura di sicurezza, di invulnerabilità, di forza che la società aspetta che ci mettiamo addosso ogni mattina prima di uscire di casa sia in parte la responsabile di tanta di questa tendenza ed è qualcosa che ci è stato trasmesso nel tempo che ci arriva anche dall'educazione che riceviamo in casa dalla credenza di non dover mostrare le nostre vulnerabilità ai nostri figli, dagli estranei che condannano il pianto e ci dicono fin da quando siamo piccoli di non piangere, di essere forti, dando a intendere che se piangiamo, se mostriamo le nostre insicurezze, le loro emozioni non siamo forti e poi vabbè certo la scuola tradizionale con la competitività malsana che fomenta non aiuta affatto ovviamente ma non voglio entrare lì ci entra già troppo spesso credo che davvero le donne che attaccano donne sono state bambine ragazze che non hanno ricevuto gli strumenti per sviluppare la sicurezza e la fiducia in sé che è poi ciò che ci permette di accogliere I successi degli altri e questo non lo dico per giustificare I comportamenti di persone come quella che di cui vi ho parlato in questo aneddoto perché comunque credo che ognuno si debba prendere la responsabilità delle proprie parole ma semplicemente perché questa riflessione aiuta me a vedere queste persone sotto una prospettiva nuova e anche per mi aiuta a ragionare ancora una volta su che tipo di persona voglio essere io e io sicuramente voglio essere una persona che gioisce dai successi delle persone donne o uomini che siano ed è questo che voglio insegnare ai miei figli è questo che voglio trasmettere ai miei figli voglio trasmettere loro che il successo va celebrato tutti I successi vanno celebrati anche quando qualcuno arriva a fare qualcosa prima di noi e quel qualcosa volevamo farlo noi anche quando qualcuno vince una gara per la quale abbiamo lavorato tanto ma qualcun altro lavorato più di noi voglio insegnare ai miei figli a gioire dei propri successi e a gioire dei successi degli altri anche quando gli altri non gioiscono dei nostri successi e per farlo so che devo coltivare la loro sicurezza di sé Devo coltivare ovviamente anche la mia sicurezza di sé se vi interessa approfondire c'è anche un episodio del podcast che si chiama proprio Sicurezza di sé e autostima non sono la stessa cosa è molto interessante vi invito ad ascoltarlo non so il numero ma lo trovate e trovate e tutto questo per dire che mi dispiace mi dispiace che spesso e volentieri siano le donne ad attaccare altre donne mi dispiace che spesso e volentieri siano proprio le donne a non gioire dei successi delle altre donne.
Mi dispiace che spesso e volentieri le femministe che davvero potrebbero portare un cambiamento nella nostra società in realtà attacchino una categoria di donne per difenderne un'altra o meglio che non abbiano altri strumenti per difendere una categoria se non quello di attaccarne un'altra e mi dispiace che non ci sia più Rispetto, non ci sia più senso di squadra, non ci sia più empatia e non solo tra donne e donne ma proprio tra esseri umani in generale a me questi episodi, questi aneddoti che vi racconto ve li racconto dopo molti molti mesi perché davvero mi colpiscono nel profondo e mi shakerano non so come dirlo però davvero mi fanno male, mi fanno molto male al cuore e quindi devo lasciare un po' di spazio tra quello che è successo e la mia riflessione ed è per questo che ci ho messo anche così tanto a registrare questo questo episodio che quel giorno non mi sentivo ancora pronta a raccontarvi il secondo aneddoto e a parte questa riflessione volevo poi finire di raccontarvi come è andata questa questa situazione di questo aneddoto che vi ho raccontato non c'è stata maniera o forse non c'è stato interesse di recuperare la relazione forse perché non c'era proprio una relazione insomma ma mesi dopo è successa una cosa buffa ovvero mi hanno scritto delle persone che seguono sia me sia questa persona e mi hanno detto che nella sua newsletter c'era un link che rimandava al mio blog ed era il link dove diceva Se non vuoi più ricevere la newsletter clicca qui e quel qui quando cliccavi riportava il mio sito web e anzi più specificatamente riportava a una pagina che diceva Mi dispiace che tu non voglia più ricevere la mia newsletter subito mi sono un po' arrabbiata lo ammetto ma più che altro perché non capivo che cosa stesse succedendo io nella mia mente ho pensato cioè tutte queste persone stanno andando a quel link e si stanno cancellando dalla mia newsletter e poi Alex fortunatamente di queste cose ne capisce quindi mi spiegato che cosa era successo questa persona probabilmente riceveva la mia mail e le piaceva la mia introduzione alla mail in cui dico ciao e poi appunto dico proprio che se grazie per ricevere la newsletter eccetera eccetera se non vuoi più ricevere la newsletter clicca qui e quindi questa persona che cosa fatto l' copiata copiato tutta l'introduzione dalla mia newsletter, l' incollata sulla sua introduzione della newsletter, cambiato un po' il testo neanche troppo e si è però dimenticata di cambiare il link che era il mio link era il link che avevo messo io quindi rimandava al mio blog Poco dopo poi mi hanno anche detto che si vede che qualcuno glielo comunicato e quindi lei mandato un'errata corrige con il link giusto Ora non mi chiedete di spiegarlo a voi ma Alex spiegato a me che non c'era nessun motivo di preoccuparmi che nessuno si stava cancellando dalla mia newsletter che non influiva sul mio lavoro in nessun modo e quindi ho deciso di dormirci su che è sempre una buona idea e poi il giorno dopo ho deciso di lasciare correre e di non scriverle perché mi sembrava superfluo probabilmente questa persona era già abbastanza arrabbiata o mortificata non so come potesse sentirmi io posso solo immaginare come mi sarei sentita io e quindi ho deciso di lasciare andare, ma appunto lo racconto per fare una riflessione con voi che forse è anche un po' un riassunto dell'intero aneddoto e quello appunto che è ancora un po' riassunto dell'intero aneddoto e quello appunto che ancora una volta questo aneddoto mi insegnato o comunque mi insegnato di nuovo perché è una cosa che ho già imparato tante volte nella mia vita ovvero che spesso quando una persona ci attacca e parlo di come mi colei in privato quando io condiviso il suo reel ci attacca dalla sua insicurezza quindi a maggior ragione dobbiamo cercare di accoglierla senza attaccare a nostra volta Perché poi se noi attacchiamo a nostra volta Voilà nessuno impara nulla nemmeno noi stessi è un po come con I bambini è la stessa cosa e ultima ultima riflessione visto che stiamo parlando un po di questi social e non so se farò altri episodi al riguardo magari sì perché insomma di aneddoti ce ne sono veramente tantissimi a riguardo magari sì perché insomma di aneddoti ce ne sono veramente tantissimi però mi piacerebbe parlarvi di una iniziativa no in realtà non è un'iniziativa ma è un'abitudine di Beatrice Zacco che è una ragazza che io stimo moltissimo sui social e che creato sui social e che creato il suo proprio manifesto tra virgolette dello stare insieme sui social, quindi creato una serie di regole per usufruire dei suoi contenuti e ve le voglio leggere perché credo che sia veramente bellissimo che qualcuno faccia educazione su come stare sui social perché effettivamente nessuno ce l' mai insegnato quindi non credo che sia corretto parlare o comunque criticare chi sta sui social in maniera sbagliata e chi non è rispettoso se poi in realtà non diamo loro delle regole di convivenza civile e non insegniamo loro come stare sui social e questo mi piace tantissimo quindi ve lo voglio lasciare qua e ve lo leggo: vi rammento le regole del nostro stare insieme uno è richiesto che ognuno di voi si prenda quello che risuona e lasci andare il resto se qualcosa di quello che scrivo attiva un trigger o ti infastidisce fai un respiro e non sputarmi il tuo odio addosso in questa community rimaniamo rispettosi ed educati Ricorda che io non conosco la tua situazione di vita e non parlo della tua vita Ricorda che non posso dire quello che tu ti aspetti che io dica perché io non sono le aspettative che hai riposto su di me Se hai un osservazione del mondo diversa differente dalla mia ti chiedo di prenderti il tempo di esporla argomentando e rimanendo nella sfera del rispetto insulti commenti violenti odio saranno eliminati per tutto il resto è nello scambio di idee ben articolate che si arricchisce il pensiero si modificano le opinioni si affina la capacità di osservazione del mondo e voilà so che è stato un episodio un po' diverso dal solito e se siete arrivati fino qui vi ringrazio e vi do appuntamento alla prossima settimana vi ricordo come sempre che mi trovate anche su w w w punto latela punto com e su instagram come la teladicarlotta blog buona giornata buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao e siate gentili sui social
Io ti conosco da poco ma ho divorato il tuo podcast come una Bibbia. Non conoscevo nulla di disciplina positiva e ignoravo anche il metodo Montessori, e davvero mi hai cambiato la vita, mi hai aiutato a scendere dalla ruota di cui ero inconsapevolmente a bordo, senza nemmeno rendermene conto.
Ma oltre a questo, i tuoi modi sono un esempio per un mondo migliore, che parte dalla relazione con l'altro, al dì là dell'essere genitori o meno. Dovrebbero ascoltarti tutti.
Quindi sappi che il tuo lavoro è ESTREMAMENTE PREZIOSO 💕
Non smettere mai di fare divulgazione perché hai un talento grande.
Spero un giorno di incontrarti -ovunque nel mondo- per stringerti la mano.
La Clod
Un abbraccio.
Non conoscevo ciò che era successo e non avevo neanche intenzione di scoprire di chi si stesse parlando, ma quando hai raccontato del disguido della newsletter ho capito, perché è capitato a me.
Ciò che mi fa riflettere è che io sono arrivata a te grazie alla sua pagina. Io ero in un momento molto particolare della mia vita (la mia prima gravidanza e il mio parto all'inizio del covid); sentivo il bisogno di avere qualcuno che mi "aprisse gli occhi", di qualcuno che urlasse fuori, al mio posto, la mia rabbia, la mia solitudine.
Ad un certo punto però c'è stato un cambio in me stessa, non perché io sia meno arrabbiata o mi senta meno sola, anzi, ma perché sentire quelle cose in quei termini mi faceva sentire ancora più in colpa, più frustrata. Non trovavo più sollievo o vicinanza nella "durezza" delle verità che venivano raccontate. Avevo bisogno di un atteggiamento meno tagliente, più accogliente, per questo mi stavo cancellando dalla sua newsletter. Condivido molto dei suoi messaggi, ma non riuscire a sottrarmi alle dinamiche malsane che le donne vivono quotidianamente non mi fa stare bene e quindi scelgo di pulire. Di respirare e ragionare su di me.
Il mio problema è che ho la tendenza a vedere il palcoscenico degli altri con invidia, e i social non aiutano i miei difetti a migliorare.
Sono andata fuori tema? Forse, ma penso che il ton of voice utilizzato sulle piattaforme sia spesso specchio veritiero della quotidianità, per questo attaccare chi non aderisce ai tuoi ideali è più semplice che discutere apertamente (cosa che per altro avevate fatto in qualche occasione, o sbaglio?), perché sentirsi attaccata per come si sceglie di veicolare i messaggi e un attacco anche a come si è, o si crede di essere.
Dopo qualche anno di permanenza mi sono cancellata da una pagina che parlava di maternità proprio perché non tolleravo più l’atteggiamento di sfottò e denigrazione nei confronti di chi la pensava diversamente. Ammetto che finche c’ero dentro, a volte ci sono cascata anche io nella trappola di considerare fissato o ignorante chi non la pensava come me. Poi ho lentamente capito che se voglio che il mio modo di essere mamma sia rispettato e compreso devo essere la prima a non giudicare. Non è semplice, ma ci provo;)
Concordo anche sul fatto che a me personalmente i social fanno più male che bene: bastano dieci minuti di navigazione e inizio a pensare a quanto sono noiosa, a quante cavolate ho fatto e sto facendo, a quante cose mi sto perdendo…insomma più che spronarmi stimolano al massimo la mia insicurezza. Sto cercando un faticoso compromesso tra lo scrollare compulsivamente (e poi sentirmi uno schifo) e cancellare i miei account (cosa che mi dispiacerebbe perché nel mare di fuffa di internet ci sono anche pagine che seguo volentieri e non fanno leva sulla mia scarsa autostima, vedi la pagina di Carlotta;)