Preferiti dei bambini

114. Imbarazzo: come parliamo di questa emozione ai bambini?

In questo episodio di Educare con Calma condivido con te la domanda di un genitore su come parlare ai figli di che cos'è l'imbarazzo e offro la mia risposta che tocca molti argomenti per me importanti.

11 novembre 2022·
17 min
·6 commenti
Sono stata ispirata dall’episodio che ho fatto qualche settimana fa con Michela Imperio sull’imbarazzo che gli adulti provano a parlare di argomenti tabù o di sessualità o di sesso con i figli (che rende difficile fare educazione sessuale a casa) e anche dalla domanda sull’emozione dell’imbarazzo che mi ha fatto un genitore. Buon ascolto!

:: Nell'episodio menziono:
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi sono stata ispirata dall'episodio um che ho fatto poco tempo fa con Michela Imperio all'imbarazzo che gli adulti provano a parlare di argomenti tabù, di sessualità, di sesso con i figli, eccetera eccetera e, um anche da una domanda proprio sull'emozione dell'imbarazzo che mi ha fatto un genitore. Infatti qualche settimana fa ho ricevuto una domanda veramente bellissima, um, riguardo a un gioco produttivo è il vocabolario delle emozioni che vendiamo sul nostro shop e la domanda anzi ve la leggo perché apre veramente una bellissima riflessione sull' imbarazzo. La domanda era questa Cara Carlotta, sono anni che ascolto il tuo podcast e seguo i tuoi corsi. Prima di tutto grazie per tutti i semini che hai piantato nella mia mente. Ammiro il tuo coraggio e la cura che metti in ogni parola che pronunci o scrivi. Grazie tra l'altro perché mi rende molto felice questa frase, perché per me la cura del linguaggio che usiamo è veramente una grandissima, grandissima priorità nella mia vita. Poi continua puoi essere davvero fiera di te stessa e darti una pacca sulla spalla perché grazie a te la mia famiglia si è dissociata dall'educazione tradizionale e sono sicura che insieme cambieremo le cose. Ultimamente, giocando con i miei figli gemelli di due anni e nove mesi al gioco produttivo delle emozioni, stavo cercando esempi di quando si prova imbarazzo e non so che cosa dire, perché mi sembra che ogni situazione imbarazzante sia solo frutto della nostra società e non vorrei proporre loro delle idee che fortunatamente, essendo da così poco tempo nel mondo, non hanno. Ad esempio io provo imbarazzo quando non so una nozione di cultura generale. Però non voglio dirglielo perché non vorrei portarli a temere l'errore e razionalmente. Penso che sia normale non sapere tutto, anzi una grande opportunità di essere curiosi, ricercare e imparare. Tu quali esempi usi quando giochi a questo gioco con Oliver ed Emily? Questa domanda mi è piaciuta tantissimo, soprattutto per due motivi principali uno Perché questo genitore sta facendo il lavoro? Sta analizzando, sta osservando, sta mettendo in dubbio anche quello che trova su una piattaforma che ha molto valore per la sua famiglia, come la tela. Questo è un lavoro che dovremmo fare tutti, mantenere una mente critica, metterci in dubbio, metterci in gioco. E il secondo motivo è perché questo genitore avrebbe facilmente potuto scegliere di criticare il nostro lavoro. Um, avrebbe potuto dire che è uno sbaglio che abbiamo inserito l'imbarazzo come emozione, perché in questo modo provochiamo e creiamo questa emozione nei nostri figli. Invece questo genitore ha scelto di fare una domanda Che esempi dai tu a Oliver ed Emily quando fate questo gioco? E questo approccio e questa domanda mi hanno dato la possibilità di rispondere e spiegare il mio punto di vista senza sentirmi attaccata e senza mettermi sulla difensiva. E questo è importante perché io ho fatto un grande lavoro su di me e oggi so accogliere le critiche con lo stesso rispetto e con la stessa attitudine con cui accolgo i complimenti. Quindi in realtà, anche se me l'avesse proposta come una critica, non mi sarei sentita attaccata e non mi sarei messa sulla difensiva. Ma non tutti hanno già fatto questo percorso e tante persone di fronte a una critica si sentono attaccati, ricambiano attaccando a loro volta. Quindi indirettamente, questo genitore ci ha dato una bellissima lezione. In generale, quando non capiamo qualcosa o non siamo d'accordo con qualcuno o con qualcosa, invece di criticare, di puntare il dito di dire la nostra opinione senza filtrare le parole, senza scegliere il linguaggio. Invece di giudicare l'altro, possiamo scegliere un semplice gesto, fare una domanda, essere curiosi invece che giudicanti. Detto questo, parliamo di imbarazzo. Noi sapete che pensiamo molto a um, tantissimi aspetti diversi quando creiamo un gioco o un prodotto sulla tela e ci prendiamo davvero, davvero, davvero, davvero cura delle parole che scegliamo e di che cosa mostriamo sia nella guida sia nel gioco in sé. Abbiamo pensato molto, anche in questo caso, se mettere questa emozione l'imbarazzo all'interno del gioco produttivo, il vocabolario delle emozioni, proprio perché molte situazioni imbarazzanti, anzi molte situazioni in cui proviamo imbarazzo, perché in in realtà la situazione non è imbarazzante. Ma noi proviamo imbarazzo per la cultura in cui siamo, per via della cultura in cui cresciamo. Molte situazioni in cui proviamo imbarazzo sono frutto della società in cui viviamo, che è una società che stigmatizza l'errore e parlando delle situazioni in cui noi adulti sentiamo imbarazzo, possiamo effettivamente generare l'emozione nella mente dei bambini, in quelle stesse situazioni. Vi faccio un esempio se io dico ai miei figli che mi sono sentita in imbarazzo, l'altro giorno quando sono inciampata e sono caduta per strada in vento, eh? Perché non è una situazione in cui io proverei imbarazzo. Um magari mi chiedono perché? E io a quel punto, se voglio rispondere onestamente, probabilmente spiegherei che perché ero in mezzo a tante persone e si sono girati tutti a guardarmi quando sono caduta in questo modo io sto trasmettendo loro che quella è una situazione di imbarazzo e che mi importa di quello che la gente pensa di me in quel momento, invece che importarmi di quello che il mio corpo prova in quel momento? Perché magari mi sono fatta male e tutto questo è il contrario di quello che io vorrei modellare per i miei figli e voi sapete che noi siamo il modello dei nostri figli, quindi per me la risposta a questa domanda e e tra l'altro in seguito a questa riflessione ho aggiunto proprio anche una parte dell'imbarazzo nella guida per il genitore di questo gioco produttivo. E quindi adesso, quando andate nella guida del gioco vedrete che c'è anche proprio tutto una un un una parte sulle riflessioni proprio dedicata all'emozione dell'imbarazzo um però ecco, credo che in questo caso la risposta sia un po' la stessa ecco che darei in tante altre circostanze. Ogni genitore deve osservarsi e osservare i propri figli e usare la propria mente critica come ha fatto questo genitore per riflettere e per capire quali aspetti in questo caso del gioco sono adatti alla propria famiglia e quali no. Nella nostra famiglia, per esempio, Oliver ha mostrato imbarazzo in maniera abbastanza naturale, direi fin da piccolo. Ricordo quando l'ho notato per la prima volta era un giorno eravamo in bici in piazza C'era, tantissima gente intorno a noi e lui era in um è caduto dalla bici e la prima cosa che ha fatto è stata ancora prima di alzarsi. È stata proprio guardarsi intorno per vedere se qualcuno l'aveva visto. Io ricordavo che aveva due anni, ma Alex in realtà, poi mi ha ricordato che eravamo già nella casa a San Pedro proprio prima di partire per il nostro viaggio intorno al mondo. E quindi aveva Oliver aveva quasi quattro anni e frequentava già la scuola Montessori. E magari questo comportamento era nato proprio da lì, perché non è un modello di imbarazzo che ha in casa, quindi magari era nato proprio da lì, o magari semplicemente fa parte della sua personalità. Da allora, però, ho continuato a notare questa cosa di Oliver quando cade in una situazione simile, noto che continua a provare questa sorta di imbarazzo. Quindi quando abbiamo giocato a questo gioco per la prima volta, um io che ovviamente mi ero preparata prima di giocare e avevo pensato appunto a esempi di emozioni a che cosa avrebbero potuto dirmi i miei figli? A che esempi di emozioni avrei potuto offrire io a loro? Che conversazioni potevano nascere da queste emozioni e dalla conversazione sull'emozione um che mhm, che motore sarebbe stata una emozione piuttosto che l'altra, eccetera eccetera. Quindi, ecco, dopo tutto questo lavoro, quando abbiamo giocato a questo gioco la prima volta, io ho usato proprio quell'esempio. Ho detto ad Oliver Oliver, ti ricordi che a volte quando cadi ti guardi in giro per vedere se qualcuno ti ha visto? Ecco, quello è una forma di imbarazzo. E poi ho colto l'occasione del gioco per spiegare che spesso ci sentiamo in imbarazzo per situazioni che la società decide che sono imbarazzanti e non perché in realtà la situazione sia imbarazzante, perché cadere dalla bici non è imbarazzante. Dobbiamo, come dicevo prima, preoccuparci di controllare il corpo il nostro corpo per vedere se sta bene. Poi dobbiamo controllare la bici per vedere se funziona ancora. Poi dobbiamo preoccuparci di risalire sulla bici. Se riusciamo. Se non abbiamo dolore, um, sicuramente tutto questo ha molta più importanza che quello che pensa la gente intorno a noi. Quando cadiamo. Quello che pensa la gente intorno a noi, quando cadiamo è l'ultimo dei nostri problemi. E tutta questa conversazione è nata proprio grazie a questo gioco. E io noto che piano piano questa conversazione che poi abbiamo ripetuto all'infinito, sta entrando nella mente di Oliver e che piano piano sta lasciando andare il giudizio della gente. Ovviamente tutto questo si spiega in maniera comprensibile per l'età del bambino che abbiamo davanti e facendo esempi e domande. Um, per esempio, a te fa ridere che una persona cada dalla bici? No, Nemmeno a me. Oppure che cosa pensi quando vedi una persona che cade dalla bici? Ecco, sì, anch'io penso quello penso di andare ad aiutarla a chiedere se sta bene, che cos'altro potremmo fare quando vediamo una persona che cade dalla bici. Questo tipo di domande questo tipo di conversazione apre tantissime altre riflessioni e conversazioni importanti oltre a quella dell'imbarazzo dettato dalla società. Um, può anche pens- farci riflettere su come noi vediamo gli altri quando, per esempio, cadono dalla bici che ci aiuta a capire che magari anche gli altri ci vedono allo stesso modo quando noi cadiamo dalla bici. Ma poi apre ancora tantissime altre conversazioni sull'empatia sul bullismo, eccetera eccetera. E poi ho detto anche a quel genitore che in casa loro, se preferiscono non dare esempi di imbarazzo o non ancora non dare ancora esempi di imbarazzo, um, potrebbero decidere di eliminare completamente quell'emozione dalle carte del gioco per ora e presentarla quando capiterà una situazione chiara ed esplicita di imbarazzo. Oppure se vogliono includere l'emozione dell'imbarazzo perché vogliono avviare una conversazione, potrebbero cercare nei libri che hanno a disposizione in casa o andare in biblioteca, informarsi su internet, cercare appunto degli esempi di imbarazzo e usare quelli. Io ricordo, per esempio, un libro che noi abbiamo letto. Non mi ricordo più il titolo Big o qualcosa del genere. Era il grande orso, il piccolo orso. Non me lo ricordo esattamente. Però una cosa che direi a Oliver potrebbe essere ad Oliver ed Emily potrebbe essere, um ti ricordi quando il piccolo orso non sapeva fare quello che sapeva fare il Grande Orso e non voleva nemmeno provarci perché aveva paura che gli altri animali ridessero di lui. Vi ricordate? Ecco, quello è un esempio di imbarazzo. E poi ti ricordi che cosa è successo? Esatto. Ci ha provato tante volte e alla fine ci è riuscito. A volte ci sentiamo in imbarazzo. Um, se non sappiamo fare una cosa, però è solo facendo quella cosa che impariamo a farla. Quindi non deve importarci quello che pensa la gente quando non siamo capaci o non siamo ancora capaci a fare qualcosa, eccetera eccetera. Questo era un po', um, insomma, è un po' quello che che mi verrebbe da dire ricordando quel libro. Questo discorso, per esempio, che noi abbiamo fatto tantissime altre volte le proprio, anche leggendo quel libro ha aiutato tantissimo, ma davvero tantissimo. Quando Oliver è andato alla prima lezione di calcio aveva circa cinque anni o già sei. Non mi ricordo esattamente. E un bambino gli ha detto che lui era il peggiore. Quando Oliver è tornato a casa e ce l'ha raccontato, noi gli abbiamo risposto Ma ma certo che sei il peggiore. Loro giocano da mesi e tu inizi oggi non hai mai fatto una lezione di calcio prima. E allora da qui siamo anche arrivati alla conversazione che toccava di striscio il bullismo su come quel commento lo avesse fatto sentire su come possiamo scegliere di non fare sentire gli altri in questo modo, come si era sentito lui. Ecco, io penso che sia importante saper nominare le emozioni, saper riconoscere le emozioni. È proprio per questo che abbiamo creato questo gioco produttivo che, um, appunto, abbraccia e raccoglie le emozioni principali perché poi ci sono oltre ottanta emozioni, quindi sicuramente non è una lista completa delle emozioni che possiamo provare, anzi c'è pochissimo. Abbiamo pochissimo vocabolario intorno alle emozioni e di questo voglio parlarvi molto di più. Um in in futuro, perché credo che sia davvero uno spunto di riflessione importantissimo partire dall'emozione e dal linguaggio che abbiamo delle emozioni. Um però, ecco, appunto anche l'emozione dell'imbarazzo Secondo me è importante saperlo nominare anche per avviare proprio conversazioni su quanta poca importanza dovremmo dare a quello che pensa la gente di noi, per esempio. E anche per questo, dopo tantissime riflessioni con il team, abbiamo scelto di includere anche l'emozione dell'imbarazzo, perché appunto può essere un motore di tante conversazioni e ci tengo comunque a ricordare sempre e comunque che ogni conversazione e ogni gioco e ogni situazione e ogni trucco tra virgolette che leggete nel mio corso nel su Instagram, um in altri libri eccetera, eccetera, vanno adattati alla famiglia. Vanno adattati al bambino o alla bambina che avete davanti alla persona che siete voi, al bambino o alla bambina dentro di voi. Um, ci sono tanti metodi là fuori e questa è una cosa di cui ho già parlato in passato. Um ma spesso proprio perché ci sono così tanti metodi, ci dimentichiamo un pochino di usare il buonsenso e ci dimentichiamo un pochino di osservare che abbiamo davanti osservare la persona che abbiamo davanti e per me quella è la base dell'educazione osservare chi hai davanti prima di qualsiasi altro metodo c'è un tempo per tutto e spesso, osservando i nostri bambini, capiamo quando arriva il tempo giusto per una determinata cosa e per questo insisto tanto, tanto, tanto tanto nei miei corsi e anche nei giochi produttivi, in tutti i prodotti che vi che che vi propongo sull'importanza, dell'osservazione e dell'osservazione dell'osservazione se stessi e anche i nostri bambini. Ecco, basta. Direi che, um questo era un po', quello di cui volevo parlarvi oggi e um è un po', una una ragnatela di pensieri. Oggi devo dire perché poi alla fine ero partita volendo parlare appunto dell'imbarazzo e solo dell'imbarazzo nei bambini e di come appunto noi abbiamo deciso di inserirlo all'interno del gioco, cosa che ho fatto. Spero però abbiamo toccato tantissime altre conversazioni, quindi insomma mhm ho seguito un po' vari fili della mia ragnatela di pensieri. Um però spero che ecco di aver lasciato qualche semino che magari germoglierà e con questo vi saluto. Vi ricordo che mi trovate ovviamente sul mio sito w w w punto la tela punto com e anche su instagram come la tela di carlotta blog. Buona giornata. Buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao
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Bellissima riflessione. Bellissimi i semini nella mente di Oliver sul non ridere per il calcio, sul suo essere OVVIAMENTE il peggiore non avendo avuto modo di esercitarsi prima, grazie. Io la penso come te relativamente alla mia mancanza di interesse relativamente al giudizio altrui sul mio operato, penso che tanto la gente ha SEMPRE e COMUNQUE qualcosa da contestare e/o criticare, e nel mio piccolo l'imbarazzo lo cito quando il mio giovane uomo ha un po' di vergogna nel salutare persone che non vedo da tanto, oramai dice lui:"Sono imbarazzato".
Condivido pienamente la questione infine dell'adattamento di ogni lettura, ogni gioco, ogni situazione all'ambiente familiare.
Grazie come sempre a te Carlotta e grazie a questa mamma per il suo quesito consapevole, maturo, rispettoso.
Grazie a te per questo bel commento 💜
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Grazie mille Carlotta! Stai piantando un sacco di semini nella nostra famiglia, sei sempre illuminante. Grazie di cuore 💓
Grazie Alessandra, ne sono felice 🌱
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Davvero meravigliosa questa domanda di questa mamma!!!
Sono d’accordo 💜
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