130. Il parto in casa (per partorire hai opzioni)
In questo episodio di Educare con calma vi parlo di un'opzione che io non ho preso in considerazione quando ho partorito, ma che mi sarebbe piaciuto almeno conoscere: il parto in casa o in casa maternità.
Ps. Parlare di parto e diversi modi e posti di avere figli è anche importante per fare educazione sessuale a casa: ecco perché abbiamo incluso queste opzioni anche nella nostra guida «Come si fa un bebè».
:: Le persone in questo episodio:
- Elena, la trovi sul suo IG.
- Dalila, la trovi sul suo IG e sul suo sito. È ostetrica IBCLC. Puoi ascoltare anche il suo podcast «Nasciamo tutti così» in cui parla proprio di nascite.
- Chiara Colusso, la trovi su IG e sul suo sito. È insegnante e familycoach Montessori.
- «Il parto positivo», di Dalvit e Antolini
- «Il Parto in casa e in casa maternità», di Schmid
- «La Gioia del parto», di Gaskin
- nascereacasa.it
- «Come si fa un bebè», guida online sull'educazione sessuale + libro stampabile per bambini
Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con calma è tanto tanto tanto tempo che voglio fare questo episodio e parlare di parto in casa perché credo che sia una realtà sempre più comune ma di cui si parla ancora poco e davvero mi piace l'idea che I genitori siano a conoscenza delle loro opzioni perché in realtà l'idea di avere opzioni per me era completamente nuova quando sono rimasta incinta di Oliver. Io pensavo prima di tutto che per esempio l'epidurale fosse praticamente obbligatoria, non ridete, e poi pensavo anche che si partorisse così come avevo sempre visto fare nei film, stesa sul lettino a gambe aperte e rialzate e che quelle fossero le mie opzioni. Poi invece sul mio cammino ho incontrato Graffiela, l'ostetrica spagnola che ci fatto il corso preparto e che mi aperto gli occhi su davvero tante tante tante cose, su una realtà che io non conoscevo. E proprio grazie a Graziella ho scoperto tra le altre cose che potevo stare in qualsiasi posizione volessi mentre partorivo che dovevo seguire il mio istinto e che le persone attorno a me dovevano essere lì per aiutarmi a farlo e inoltre Graziella mi insegnò una mentalità alla quale io in realtà non avevo mai pensato prima ovvero che il parto è un lavoro di squadra tra la mamma e il bebè e che più sentiamo il nostro corpo più è facile capire che cosa fare e di che cosa bisogno la personcina dentro di noi che sta per uscire.
Ricordo proprio che Graziella mi spiegò che la mia sensazione dell'obbligo dell'epidurale tra virgolette non era poi così infondata perché spesso in Spagna dove io vivevo allora e dove ho partorito entrambi I miei figli si consiglia l'epidurale proprio per comodità di ostetrici e ostetriche perché e questo anche me lo spiego Graziella, con l'epidurale possono seguire anche otto-dieci parti allo stesso tempo, mentre senza l'epidurale il numero si abbassa a due-tre massimo quattro perché la persona richiede più assistenza, più supporto e questo ve lo racconto perché mi aveva stupita parecchio. Ovviamente parlo della Spagna che magari è diversa dall'Italia e parlo anche di ormai otto anni fa, quindi magari le cose sono cambiate comunque grazie a Graffiella decisi quindi che a meno che non fosse stata un'assoluta necessità io personalmente non avrei richiesto l'epidurale ma avrei lavorato invece sulla calma della mia mente nei mesi di preparazione al parto. E una cosa che però Graziella non mi aveva non mi disse non mi mai detto né nel primo corso preparto né nel secondo, perché l'esperienza era stata talmente positiva per me che io lo feci anche quando rimasi incinta di Emily e ovviamente ero la star del gruppo perché ero l'unica madre al secondo parto, ma vabbè questo alla over achiver che è dentro di me sicuramente non dispiaceva.
Comunque dicevo una cosa che Graziella non mi aveva detto è che potevo anche scegliere di partorire in casa e onestamente non dico che l'avrei scelto perché dovrei trovarmi nella situazione per dirlo ma dico che sicuramente mi sarebbe piaciuto sapere che è un'opzione. Quindi questo episodio è in cantiere da tanto tempo, ma ho imparato che ogni cosa arriva a suo tempo anche sul podcast e infatti da quando l'ho pensato si è poi evoluto e oggi è diventato un episodio a quattro voci di cui la mia è proprio solo il collante che è la voce narrante e invece le voci protagoniste sono quelle di Elena che attraverso una lettera che io vi leggerò ci racconta la sua decisione e la loro decisione di famiglia di scegliere il parto in casa maternità invece che in ospedale poi ci sarà la voce di Dalila Koato che è un ostetrica che io ho conosciuto su instagram e che apprezzo molto mi piace come lavora e che ci registrato la sua testimonianza professionale sul parto in casa e infine ci sarà la voce di Chiara una mamma che mi scritto per caso il giorno che ho deciso di registrare questo podcast con una riflessione sul parto rispettoso che vi leggerò alla fine.
Quindi non mi rimane che lasciarvi con le loro parole. Inizio con la testimonianza di Elena e vi leggo la sua lettera. Prima di leggere ci tengo a ricordare che questa è l'esperienza di una famiglia, di una mamma e di un parto, Non paragonatela a voi e alla vostra esperienza di parto. Ciao Carlotta, con questa mia lettera vorrei come te provare a piantare un semino. Mi chiamo Elena, vivo nel nord Italia, amo I bambini, I viaggi e la mia famiglia.
E' da circa due anni che ti ho scoperta e grazie a te e da altre mentori ho potuto iniziare un percorso di crescita personale verso un'educazione a lungo termine. Ti ammiro perché sei reale e vera, trasparente e onesta, e apprezzo molto ciò che grazie a te sto diventando e come sta migliorando il mio rapporto di coppia. Nel duemila ventidue mio marito ed io siamo stati protagonisti del viaggio più speciale che avessimo mai potuto vivere: la gravidanza e la nascita del nostro bambino. Durante la gravidanza abbiamo dato per scontato che avremmo partorito in ospedale semplicemente perché nella nostra cultura è la prassi, ma ben presto le nostre convinzioni hanno lasciato spazio alle letture, alla scoperta e ad un nuovo modo di vedere il parto. In particolare leggere il parto positivo di Dalvit e Antolini ci permesso di scoprire che si può partorire anche in casa propria o in casa maternità?
In tutta sicurezza. Anche I libri Il parto in casa e in casa maternità di Schmitt e La gioia del parto di Gasskin lo confermano attraverso numerose testimonianze e dati scientifici. Trovo che il parto da troppo tempo venga trattato come un'operazione chirurgica o una malattia. Inoltre anche nella nostra mentalità, nella nostra cultura e addirittura nei film, viene visto come un ostacolo provocando in molte donne e anche nei loro compagne e nelle loro compagne una sorta di ansia o paura nascosta che all'avvicinarsi della data presunta del parto prende sempre più il sopravvento. È più consueto sentir parlare di parti difficili, esperienze negative e travagli interminabili, piuttosto che di parti esperienze negative e travagli interminabili, piuttosto che di parti intimi e magici.
Quindi sono pronta a raccontarti il nostro parto, perché noi siamo diventati mamma e papà colmi di gioia e gratitudine grazie a quel momento e non nonostante esso. Alle tre di notte del dodici settembre mi sono svegliata per delle forti fitte, ho lasciato mio marito dormire e mi sono alzata. Ho subito iniziato a parlare con il mio bambino. Tra l'altro noi non sapevamo il sesso è come se sapessimo entrambi che quelle ore davanti a noi ci sarebbero servite per darci un arrivederci. Un addio alla vita in un corpo solo e un benvenuto a due cuori distinti ma uniti per sempre.
Ho fatto una doccia calda e sapevo di dover staccare completamente la parte razionale del mio cervello e accogliere il mio istinto animale, quella parte del cervello che seguiva solo le sensazioni del mio corpo. Ho deciso che per me non sarebbero esistiti I cronometri e cellulari e che non avrei inviato messaggi ai parenti. Volevo che fosse un momento solo nostro, di noi due, e presto lo sarebbe stato di noi tre. Alle quattrocentotrenta ho chiamato la nostra ostetrica che aspettava la chiamata e che mi consigliato un bagno caldo. Le onde sono diventate sempre più frequenti e intense nella vasca da bagno e grazie alla respirazione le attraversavo emozionata con il mio bambino.
Era tutto nuovo, tutto magico, il mio corpo era immerso in un isolamento speciale perché stava lavorando per compiere una cosa che sapeva come fare anche senza averla mai fatta. Mi sono fidata del mio corpo, delle mie sensazioni, sentivo di voler stare sola con lui o lei ancora qualche momento fino a quando verso le sei ho svegliato mio marito. Lui con tutta calma fatto colazione e insieme a me finito di prendere le ultime cose. Noi abbiamo sentito il desiderio di voler sistemare casa per lasciarla il più possibile in ordine per quando saremmo tornati con il neonato. Sentivo proprio la necessità di controllare stanza per stanza che il nostro nido fosse pronto per accoglierlo o accoglierla.
Verso le otto di mattina, dopo due ore di onde forti e molto ravvicinate, siamo partiti verso la casa maternità che dista circa un'ora da casa nostra. Lì ci aspettava la nostra ostetrica. Il travaglio era ben avviato ormai e nulla lo avrebbe bloccato sentivo gli ormoni attraversarmi le vene avevo la mascherina per coprirmi gli occhi e non vedere la strada eravamo io il bambino o la bambina e mio marito che guidava in un altro mondo, completamente presente ma solo con il mio cervello rettile, Era una sensazione magica e molto più speciale di quanto avessi potuto immaginare. Ero a quattro zampe e respiravo profondamente. Poco dopo è arrivata la seconda ostetrica e ci siamo spostati nella camera da letto.
La Casa maternità è un normalissimo appartamento con cucina, salotto, bagno e camera matrimoniale. Mi trasmesso la sensazione che fosse il posto ideale per noi, per dare inizio alla nostra nuova vita in tre. Inoltre le ostetriche sono state preziose e di una competenza indescrivibile. Mi sono sentita sicura: io davo fiducia a loro e loro la restituivano a me. Quando si partorisce in casa e in casa maternità, la gravidanza deve essere fisiologica.
Non ci sono medicinali come l'epidurale o il macchinario per il non ci sono medicinali come l'epidurale o il macchinario per il monitoraggio. Le ostetriche o gli ostetrici rilevano il battito del bambino o della bambina con un semplice doppler, non fanno visite invasive e rispettano completamente il corpo della partoriente. Per legge deve essere vicina ad un ospedale, ma mi raccontavano che le volte in cui ci si va sono veramente pochissime, e non ci si va urlando e guidando come pazzi, come si vede fare nei film, ma con tutta calma si decide di andare in ospedale al primo campanello d'allarme. Le persone che ti seguono hanno un'esperienza d'allarme. Le persone che ti seguono hanno un'esperienza pluriventennale, hanno lavorato in ospedale e sanno riconoscere ciò che è fisiologico a ciò che non lo è.
Ed è proprio in quella camera che alle dodici e diciotto è sgusciato fuori il nostro cucciolo Leave. Ero stanca e provata per lo sforzo fatto. La mia autostima in quel momento è spiccata alle stelle, mio marito si è commosso ed è venuto nel letto con noi per il pelle a pelle. Io piangevo di gratitudine e Leave cercava il seno serenamente. Le ostetriche ci hanno lasciato da soli dopo la nascita della placenta e non abbiamo tagliato il cordone ombelicale per qualche ora.
Leave è rimasto con me tutto il tempo ed eravamo noi tre in un letto. Ricordo che le ostetriche hanno preparato la pasta al pesto e l'abbiamo mangiata proprio lì a letto. Levi si attaccava al mio seno e noi mangiavamo e piangevamo. Era tutto surreale. Nessun punto o lacerazioni.
Ho sentito libertà assoluta di movimento, un'energia che avrebbe investito chiunque ci circondasse, ed è in quell'istante che tutte le informazioni lette su quei tre libri hanno trovato una forte conferma. Ed è nato in me il desiderio di diffondere il più possibile questa opportunità di avere un parto diverso da quello che la maggior parte delle persone conosce. A distanza di quattro mesi dal parto posso descrivere quel giorno come magico, indimenticabile, intimo, intenso, forte e unico. Eravamo preparati, sapevamo in anticipo cosa avremmo vissuto perché avevamo studiato le fasi di travaglio e parto, abbiamo accolto il nostro momento con intimità e I nonni e gli amici sono potuti venire a trovarci la sera stessa per un caffè lì in casa maternità. Siamo rimasti lì due notti, tutti e tre insieme, avevamo le chiavi dell'appartamento e le ostetriche una volta al giorno venivano a farci visita e ad assisterci con la montata lattea.
Non è stato facile prendere la decisione di non partorire in ospedale perché diamo importanza all'appoggio della nostra famiglia. Abbiamo però ascoltato noi stessi ed è come se Lev spingesse per dirci che quello era il suo posto. Il fattore economico influito, perché in Italia è un'assistenza ostetrica privata e un parto in casa hanno un costo non irrisorio. In alcune regioni come Lazio, Emilia Romagna e Piemonte, ad esempio, vi è un rimborso parziale, ma in Lombardia no. Sul sito nascereacasa punto it abbiamo trovato la nostra casa maternità e molte risposte alle nostre domande mi auguro che il mio racconto possa aiutare molte persone che sono in procinto di dare alla luce il loro bambino o la loro bambina a conoscere questa realtà molto diffusa in nord Europa ma ancora troppo poco in Italia infine ci tengo a mettermi a disposizione tramite il mio profilo instagram un sogno per volta per rispondere alle domande e per qualsiasi curiosità o confronto.
Grazie per il vostro ascolto e per la tua disponibilità Carlotta. Tutti insieme possiamo cambiare il mondo. Elena. Che bella lettera, mi è piaciuta veramente tantissimo e sono felice di averla potuta condividere con voi. Veramente tantissimo e sono felice di averla potuta condividere con voi e anzi ringrazio Elena per aver affidato a me questa sua esperienza e per avermi permesso di condividerla qui sul podcast perché a volte anche solo ascoltare l'esperienza altrui ci rassicura se abbiamo già scelto un percorso simile o magari ci offre un'opzione diversa da quella che pensavamo proprio come in realtà è successo a Elena che pensava di partorire in ospedale invece poi trovato l'opzione che più si addiceva alla sua famiglia e deciso di partorire in casa maternità lascio ora la parola ad Alila Coato ostetrica e mamma di tre figli che trovate su instagram come Dalilaostetrica ovviamente come sempre lascio tutti I riferimenti nelle note dell'episodio
L'ospite: ciao a tutti ciao Carlotta ciao Elena vi ringrazio tanto per questa occasione di parlare di parto a domicilio È un tema che mi sta moltissimo a cuore e ogni occasione per me è importante per portare informazione ai futuri genitori. Io sono Dalila Coato, sono un'ostetrica libera professionista e per tanti anni ho assistito alle nascite in casa. Ultimamente è un servizio che non svolgo perché sono mamma di tre bambini piccoli, uno a quattro anni, uno due e uno a uno. L'assistenza a domicilio prevede una reperibilità importante. Le ostetriche sono sempre pronte a partire a qualsiasi ora del giorno, della notte, qualsiasi giorno della settimana.
E questo in questo momento preciso della mia vita era molto faticoso. Quindi ho a malincuore messo in pausa questo pezzo per me molto bello e importante della mia professione e spero di ricominciarlo presto in futuro. Porto avanti però molto volentieri tutto il lato di informazione riguardo il luogo del parto. Il luogo del parto in generale quindi tutte quelle che possono essere le opzioni che una donna nella scelta del luogo che accoglierà per primo il proprio figlio o la propria figlia. E queste opzioni sono tante.
Non ce n'è una sola anche se nel momento in cui non veniamo adeguatamente informati le possibilità si riducono. Cioè sembra che ci sia un'unica strada che è quella più comune ed è quella dell'ospedale. Durante la gravidanza invece dovremmo essere tutte noi donne informate della presenza sul territorio di ospedali di vario livello, quindi non tutti gli ospedali sono uguali, e della presenza di case maternità e della possibilità di partorire a domicilio. Il parto extraospedaliero è assolutamente possibile e legale in Italia e nella maggior parte dei paesi del mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità infatti ci ricorda che ogni donna deve scegliere il luogo che sente più sicuro per lei per mettere al mondo suo figlio o sua figlia.
Quindi parla di una percezione di sicurezza non data ovviamente solamente da dati scientifici ma influenzata anche dalla propria cultura. Questo perché durante il parto il corpo della donna si esprime grazie ad un linguaggio anche ormonale e gli ormoni vengono inevitabilmente influenzati dai pensieri quindi la sensazione di sicurezza è una condizione davvero importante affinché ci sia una buona nascita. Come facciamo a dire che il parto in casa è possibile e può essere sicuro non basandoci su nostre sensazioni o nostre preferenze personali assolutamente ma perché questo ci dicono gli studi scientifici. Uno degli ultimi importanti studi che in realtà è una metanalisi quindi è un insieme di studi, Sono sedici studi scientifici che sono stati aggregati e dai quali sono stati estrapolati dei dati dei risultati. È stato pubblicato su The Lancet che è un'importante rivista scientifica ed è stato pubblicato nell'aprile del duemila venti.
All'interno di questa metanalisi ci sono cinquecentomila parti domiciliari programmati quindi un numero davvero grande di nascite extra ospedaliere assistite da personale formato. Non si tratta quindi di parti a domicilio improvvisati, non assistiti, precipitosi, quindi situazioni che possono spaventare ad essere percepite anche come pericolose ma di parti avvenuti proprio perché scelti consapevolmente. Questo studio quindi ci indica, ci mostra che il rischio di mortalità neonatale o fetale e di morbidità, quindi di presenza di malattia, di danni, è uguale nel caso in cui un parto venga assistito a domicilio in modo programmato secondo alcuni criteri o in ospedale. Inoltre ci sono dei risultati davvero interessanti per quanto riguarda il lato della donna perché c'è un minor rischio di taglio cesareo chiaramente, di parto operativo, di episiotomia, di lacerazioni importanti, addirittura c'è una riduzione del settantacinque por cento rispetto alle infezioni materne. Quindi possiamo dire che in determinate condizioni partorire a casa è una scelta assolutamente sicura e per chi la sente nelle sue corde, per chi la sente rappresentativa del suo modo di vivere, di desiderare di vivere questa esperienza è una scelta possibile.
Quello che può mettere I bastoni tra le ruote alle donne che desiderano scegliere il parto extraospedaliero, che quindi sia o in casa o in casa maternità, è come diceva Elena nel suo racconto il fattore economico perché sono pochissime le regioni che prevedono un rimborso totale o parziale. Quindi la maggior parte del territorio italiano delega al parto a domicilio solamente a un'assistenza privata neppure convenzionata. Quindi un costo a carico completamente della famiglia. Questa è una discriminazione dal punto di vista della salute e dell'assistenza alla salute molto grande in quanto l'OMS e non solo sottolineano quanto sia importante la scelta del luogo del parto che quindi sia una decisione presa in base a convinzioni personali, una decisione assolutamente personale basata sulla sensazione di sicurezza che però in Italia non viene garantita. Viene garantita considerando anche che queste nascite che avvengono a domicilio nel caso in cui appunto non venissero a domicilio si realizzerebbero in ospedale e non è che assistere un parto in ospedale non abbia dei costi per l'assistenza sanitaria nazionale mh c'è un costo anche nell'assistenza a un parto fisiologico senza utilizzo di farmaci né niente poi c'è un costo per il letto, un costo appunto per la degenza, per l'assistenza, per il materiale che viene utilizzato ed è un costo sovrapponibile a quello che viene richiesto nel privato.
Quindi nel privato ciò che si paga per un parto è veramente essenziale. Non ci sono dei margini e lo Stato dovrebbe farsi carico della spesa di questa nascita che è esattamente ciò che spenderebbe nell'assistere quella nascita in ospedale. Quindi stiamo proprio parlando di una discriminazione. Una delle domande che mi vengono rivolte più frequentemente rispetto al parto domicilio è legata alla sicurezza. Che cosa fanno le ostetriche in caso di emergenza?
E qui ci sarebbe davvero tanto da dire ma una cosa ve la voglio lasciare: le ostetriche che assistono a domicilio non lo fanno con l'obiettivo di far nascere quel bambino per forza di cose a casa. Lo fanno per assistere il parto di quella donna e la nascita di quel bambino nel luogo migliore per loro che si è rivelato essere a domicilio nel momento in cui la donna espresso questo desiderio, questa volontà. Sono quindi al suo fianco in questo percorso e con tutti gli strumenti del loro sapere, del loro saper fare, del loro saper essere e valuteranno di momento in momento quale sia la strada migliore che potrebbe essere fino alla fine il domicilio, com'è nella maggior parte dei casi, o che si dimostri essere in qualsiasi momento appunto di questa strada il trasferimento, il trasferimento in ospedale che nella maggior parte dei casi in cui si debba fare un trasferimento avviene con molta calma perché I motivi più frequenti del trasferimento sono ad esempio la difficoltà nella gestione delle contrazioni, quindi il desiderio a quel punto di ricevere un epidurale che a casa non si fa o potrebbe essere una rottura delle membrane da troppo tempo quindi si rimane a casa solo se la rottura poi viene seguita da un inizio di travaglio e dopo un tot di ore da una nascita, ma nel caso in cui le membrane si irrompano, il liquido amniotico fuoriesca e le contrazioni non inizino dopo un po' di ore, ci si sposta in ospedale.
Quindi le possibilità sono davvero tante e l'obiettivo di tutti ma in primo luogo dei genitori e a pari merito delle ostetriche è quello che questa nascita possa avvenire nel migliore dei modi per far cominciare a quel bambinobambina la sua vita nel modo migliore per sé. Perché sappiamo quanto un inizio di vita rispettato ponga le basi per una vita di pace e ponga le basi per una relazione d'amore con I genitori. Quindi anche un parto rispettato è un inizio di vita fantastico per quel bambino e un inizio di relazione potente per quella mamma, per quei genitori che hanno vissuto in modo rispettato e determinato da loro, dalle loro scelte proprio nel modo in cui desideravano. Io ci tengo a ringraziarti ancora di cuore Carlotta per tutto il lavoro che svolgi. Io faccio parte della tua community e ti seguo sempre molto molto volentieri e sono davvero grata per aver potuto arricchire con un pezzettino delle mie conoscenze questo meraviglioso luogo virtuale che è la Dalila un grande abbraccio
Carlotta: non posso che ringraziarla di cuore infinitamente per il tempo che mi dedicato e poi in realtà lei forse non lo sa ma lei è davvero nel suo ambito il mio punto di riferimento e spesso e volentieri quando ho dei dubbi vado sulla sua pagina e cerco informazioni perché so che posso fidarmi di lei e infatti avevo lasciato questo suo audio proprio all'ultimo momento da inserire all'interno del dell'episodio e l'ho appena ascoltato io stessa ma con la massima fiducia sapevo che sarebbe stato perfetto e quindi davvero ringrazio Dalila che con la sua professionalità e la sua dolcezza aggiunto questo mattoncino importante alla storia che ci raccontato Elena e per chiudere vi leggo le parole di Chiara invece su che cosa lei pensa sia un parto rispettoso vi racconto un pochino I dietro le quinte lei mi scritto queste parole parto rispettoso e io ho storto un po' il naso perché parlare di parto rispettoso mi sembra quasi come dire che altri parti non lo siano e personalmente credo che nel mondo privilegiato in cui viviamo, in questo pezzettino di mondo privilegiato in cui viviamo non sia così. Credo che la maggior parte dei genitori partoriscano con rispetto in base alle informazioni che hanno, alla consapevolezza che ricercano, alle persone a cui si affidano io per esempio ho partorito in ospedale senza l'epidurale e ho partorito con rispetto la mia amica partorito con l'epidurale partorito con rispetto l'altra mia amica partorito con la ventosa e magari non l'avrebbe scelto se avesse potuto ma anche lei partorito con rispetto ognuna di noi aveva informazioni diverse preso scelte diverse si è affidata a persone diverse e ogni esperienza è diversa e ogni esperienza è valida, quindi vi invito a non sentirvi da meno ma ad accogliere le esperienze altrui come un ventaglio di possibilità.
Detto questo, ora che vi ho detto tutto quello che ho pensato quando Chiara mi detto parto rispettoso in realtà penso di aver frainteso io perché probabilmente la mia mente è andata automaticamente al rispetto che il genitore deve al bambino in un certo senso e quindi che ne so magari non scelgo l'epidurale perché così aiuto il bambino e faccio la mia parte nel gioco di squadra ecco la mia mente adesso vi ho detto un esempio magari superficiale però la mia mente è andata proprio lì è andata a quel tipo di rispetto mentre invece Chiara probabilmente intendeva proprio rispetto verso la diade mamma bambino e quindi un parto appunto rispettato ecco che si rispettino le scelte che appartengono alla famiglia e ci tenevo a dirvi tutto questo perché davvero a volte la mente interpreta le parole altrui secondo la lente di quelle che sono le nostre proprie sensazioni esperienze conoscenza e quel giorno sono stata felice di aver chiesto a Chiara che cos'è per te il parto rispettoso e quindi di aver accolto un qualcosa che in realtà mi aveva un po' lasciata l'amaro in bocca con curiosità perché in questo modo Chiara avuto l'opportunità di spiegarmi che cosa intende lei per parto rispettoso e la risposta che vi leggerò adesso è davvero bellissima prima di tutto Chiara iniziato dicendomi che è vero che nella guida come si fa un bebè si parli anche di parto in casa semplice possibile e sperando che non passi l'idea che ci sono scelte giuste o sbagliate ma solo le scelte che ciascuno compie più o meno consapevolmente per me un parto e una nascita rispettosi e rispettati si hanno quando si considerano mamma e bambino come protagonisti attivi della storia, e il bambino che nasce è la mamma che partorisce, chi c'è intorno può avere un ruolo importante ma I protagonisti sono mamma e bambino c'è rispetto quando se la mamma lo desidera può avere al suo fianco una figura per lei importante, nel mio caso era mio marito nella mia personale esperienza è stato fondamentale che le ostetriche considerassero il papà come elemento fondamentale, per me c'è rispetto quando alla mamma viene lasciata la scelta di rimanere nell'intimità da sola con il marito o altre figure con o senza la presenza delle ostetriche.
Nel mio primo parto, ad esempio, le ostetriche tendevano a lasciarci il nostro spazio, ma per me era importante e rassicurante avere vicino anche loro. C'è rispetto quando le ostetriche o altre figure professionali chiedono il consenso della mamma prima di compiere qualunque azione, anche semplicemente a Oscultare il battito del bimbo con il fonendoscopio, che non è per niente una pratica invasiva, ma si tocca comunque la pancia della mamma, quindi si entra nella sua sfera di intimità. C'è rispetto quando si dà fiducia alla diade mamma bambino quando si agisce con delicatezza e in prevenzione ad esempio le mie ostetriche mi porgevano un bicchiere d'acqua o di tisana quando avevo bisogno di essere idratata ma prima di essere talmente disidratata ad avere bisogno di una flebo c'è rispetto quando si informano I genitori dando informazioni corrette e aggiornate in modo che poi per I genitori ci sia la libertà di scelta consapevole c'è rispetto quando si dà al bambino la possibilità di adattarsi con I suoi tempi a ciò che sta vivendo ad esempio mia figlia è nata abbastanza velocemente e quando l'ho presa in braccio non respirava ancora ma non è andata in sofferenza perché era ancora attaccata alla placenta che la ossigenava.
Probabilmente se si fosse fatto un taglio precoce del cordone, come spesso accade, avrebbe dovuto andare in neonatologia. Potrei andare avanti a lungo perché questo tema mi sta davvero a cuore. La mia speranza è che ci sia sempre più informazione corretta che molto spesso dobbiamo cercare in autonomia cercando I professionisti giusti per noi per poi fare delle scelte consapevoli io e mio marito abbiamo scelto di far nascere entrambi I nostri figli a casa e tornassimo indietro rifaremmo mille volte questa scelta. Ho amiche che hanno partorito in ospedale vivendo esperienze molto belle e rispettose e rispettate. C'è anche chi vissuto esperienze meno piacevoli.
Ecco, io credo che non ci sia una scelta giusta uguale per tutti, ma che ognuno debba fare la scelta giusta per sé con la giusta consapevolezza. Grazie Carlotta, un abbraccio, Chiara. Ho voluto leggervi le parole di Chiara perché credo davvero che fosse un bel finale più bello di qualsiasi cosa che potrei dirvi io in questo momento quindi non mi dilungo oltre spero che siamo riuscite a parlarvi di questo argomento personale e intimo e delicato con empatia e con un linguaggio accogliente e rispettoso e se avete qualsiasi appunto domanda dubbio per favore non esitate a scriverlo nei commenti dell'episodio su w w w punto la tela punto com barra podcast e una di noi vi risponderà volentieri e sicuramente ovviamente mi trovate anche su w w w punto la tela punto com con il blog con I corsi e lo shop dove trovate tutti I nostri prodotti digitali per famiglie e da lì trovate anche il mio instagram e tutti I modi per mettervi in contatto con me e con il team la tela Non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata o buonanotte, a seconda di dove siete nel mondo. Ciao!
Inoltre vorrei menzionare un'altra opzione che non è stata citata e forse potrebbe aiutare altre famiglie: noi avevamo deciso di partorire in ospedale fin da subito, ma di farci accompagnare a casa da un'ostetrica per la prima fase (prodomi). Questo ci ha permesso di vivere in modo "rispettoso" tutta la lunga fase dei prodomi e decidere insieme quando andare in ospedale per la fase espulsiva.
La nostra esperienza in ospedale, poi, è stata un mix tra personale "rispettoso" e non (come ad esempio hanno dato ciuccio senza consenso - e mi sono ritrovata nelle parole di Chiara nell'importanza di chiedere consenso alla madre!). Tuttavia avere un'ostetrica esterna di riferimento, che ci è venuta a trovare in ospedale e che ha seguito nei primi giorni a casa alla dimissione, ci ha dato una serenità impagabile in un momento di vulnerabilità.
Come detto nel podcast, anche questa può essere considerata una situazione "privilegiata" perchè ad oggi richiede un investimento economico. Tuttavia, per la nostra famiglia è stata una spesa che abbiamo ritenuto appropriata in quel momento. Consiglio, quindi, anche altre famiglie di informarsi e valutare questa possibilità. Potrebbe essere anche un'idea regalo da dare a chi vi chiede cosa potrebbe servirvi e pensa principalmente a beni materiali: avere il supporto di un/a professionista potrebbe aiutarvi a vivere un "parto rispettoso".
Grazie per aver letto fino a qui.
Certamente, anche questa opzione può dare un grandissimo sostegno e supporto in questi momenti così delicati (ad esempio, anche per aiutare a gestire nel modo migliore possibile l'avvio dell'allattamento, per chi desidera farlo, dato che per molte madri – soprattutto alla prima esperienza – non è detto che questo avvenga in maniera serena).
In tutti i miei anni di lavoro in sala parto, fin da quando ero studente ad ora, che oltretutto vivo e lavoro in una realtà diversa da quella italiana, ho molto riflettuto su questo argomento.
E sono giunta alla conclusione, che non sono per il parto in casa. Nonostante sappia che è un’opportunità unica e meravigliosa. Ma la mia esperienza, le cose che ho visto, mi hanno portato a questa conclusione. Perché purtroppo, anche se si abita a 5 minuti a piedi da un ospedale, le emergenze ostetriche, che sono rare, certo, e per fortuna, ma non inesistenti, non potrebbero essere gestite dovendo fare il trasferimento da un’abitazione all’ospedale, per quanto corto esso sia.
So che molti, anche che lavorano nel mio campo, forse non saranno d’accordo con me. Ma lo dico con cognizione di causa per quello che ho visto. E perché penso invece, che ci siano altri modi per partorire in modo naturale e rispettoso. Se si trovano le persone giuste, se l’ostetrica va nella nostra stessa direzione, come faccio io al meglio che posso, se si trova la struttura giusta. Come ad esempio la realtà descritta da Silvia qui sotto, che trovo fantastica e che so esistere in diversi posti. O le case maternità, che a mio avviso dovrebbero essere più numerose, se solo ce ne fosse la possibilità e che solitamente sono direttamente collegate all’ospedale via una semplice porta da passare, in caso di necessità.
Personalmente il mio parto non è stato naturale come avrei voluto, anche perché qui in Francia non è così facile purtroppo, ma lo considero un parto rispettoso per me e per la mia bambina, nell’insieme. E questo mi basta.
Voilà, ci tenevo a dire la mia 😊
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista e la tua esperienza, sia personale che professionale.
💜
Grazie Carlotta perché sai sempre condividere opzioni nuove per neo-genitori e genitori che ci permettono di poter scegliere ciò che è giusto per ciascuno, ma in maniera sempre più consapevole!
Ho una domanda, il cesareo pregresso è un semaforo rosso ad un eventuale successivo parto in casa o casa maternità o è possibile quando tutte le altre condizioni lo permettono?
Grazie di cuore a tutte!
Grazie davvero per questa condivisione, deve essere stato tremendo vivere questo tipo di esperienza💜.
Riguardo la tua domanda, purtroppo noi non abbiamo le competenze necessarie per risponderti in maniera esaustiva e corretta. Mi sentirei quindi di consigliarti di chiedere ad un'ostetrica e/o ginecologo.
Un forte abbraccio.