Preferiti dei bambini

133. Paura dell'errore

Questo episodio di Educare con calma è per tutti quei genitori che mi scrivono: «Mio figlio si arrabbia quando sbaglia», «Mia figlia ha paura di sbagliare». Spero che vi sia d'aiuto.

28 aprile 2023·
31 min
·12 commenti
Ho deciso di pubblicarlo anche questo venerdì — anche se di solito l'ultimo venerdì del mese invio la newsletter e non esce il podcast — per lasciare traccia che oggi, 28 aprile 2023, abbiamo raggiunto un altro piccolo, grande traguardo: abbiamo lanciato una nuova guida che, secondo noi, copre un grande buco nel mercato e aiuterà tante famiglie: «Esplorare la paura». Include la guida per l'adulto (ora anche in formato mp3) e un libro per l'infanzia «La paura è un superpotere», che puoi stampare o leggere online (Alex ha creato una bella esperienza di lettura online e ha fatto anche un'altra delle sue magie di ristrutturazione su La Tela… venite a trovarci sul sito e vedrete che ci sono tanti cambiamenti!).

:: Nell'episodio menziono

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma oggi è un episodio speciale sapete che l'ultimo venerdì del mese di solito non esce il podcast perché invio la newsletter mensile e questa era una soluzione che avevo trovato per rendere un pochino più sostenibile la quantità di contenuto che devo creare settimanalmente e però oggi è una giornata un po' speciale perché lanciamo un nuovo prodotto su La tela ed è un prodotto a cui lavoriamo da mesi instancabilmente, è un prodotto di cui sono soddisfatta di più ed è un prodotto che va a coprire secondo me un grandissimo buco nel mercato e che aiuterà tantissime famiglie. E' una guida sulla paura, si chiama esplorare la paura e come tutte le nostre guide un libro per l'infanzia stampabile che abbiamo intitolato La paura è un superpotere e in cui ci sono sette storie della quotidianità, di paure dell'infanzia della quotidianità con esseri umani che le vivono e le provano, sapete che io non amo gli animali parlanti penso che I bambini si immedesimino molto di più vedendo altri bambini e altre bambine e quindi ho creato questo prodotto proprio come me lo immaginavo e secondo me è venuto bellissimo, quindi oggi per inaugurare la guida ho deciso di trattare un tema secondo me molto molto importante che è la paura dell'errore ed è un tema di cui trattiamo sia nella guida per l'adulto sia nel libro per l'infanzia e per farlo potrei utilizzare centinaia di messaggi che mi arrivano ogni giorno dai genitori, ma ho deciso di usarne uno che mi è arrivato proprio oggi nel corso.

In realtà no, mi è arrivato tempo fa ma io ho risposto oggi perché sono un po' indietro stiamo cercando delle soluzioni perché la tela sta crescendo tanto ma io sono solo una e quindi sta diventando un po' insostenibile Stiamo proprio cercando delle soluzioni ma nel frattempo l'unica cosa che posso fare è ringraziare tutti per la loro pazienza. Quindi ci tengo proprio a leggere questo messaggio perché credo prima di tutto perché mi colpita tantissimo e poi perché credo che tanti genitori stiano attraversando questo momento o comunque passino questa fase con I propri figli. Leggo il messaggio di questo genitore e poi vi metto, vi faccio partire il messaggio vocale che io ho inviato. In realtà voleva essere un messaggio breve e poi invece è diventato un messaggio di diciassette minuti. Ho fatto un podcast personale per questo genitore e sono stata credo di aver detto così tanto e soprattutto di averlo detto con così tanta spontaneità cosa che succede quando appunto rispondo ai messaggi del corso che ho deciso di condividerlo sul podcast.

Questo genitore mi scrive che al sesto compleanno di suo figlio loro spesso celebrano le feste con un giocone di famiglia tipo un gioco dell'oca su un cartellone disegnato da noi da loro che sto leggendo cartellone disegnato da loro a tema dove però le caselle su cui capiti possono implicare una prova di abilità oppure un indovinello, una canzone da ballare o cantare insieme, insomma un gioco interattivo. E quando suo figlio è capitato sulla casella delle domande suo marito chiesto quale sarebbe stata una cosa che avrebbe desiderato imparare a fare a sei anni pensando a cose come usare lo skateboard cose varie. Invece il bambino risposto voglio imparare a non fare più errori al che io immagino come si sia sentita questa madre come si sia sentito questo padre e il papà gli chiesto perché desiderasse questo e lui risposto perché quando faccio gli errori mi arrabbio e se non li faccio più non mi arrabbio più. Quindi loro sono rimasti un po' pietrificati in un certo senso il papà gli risposto che capiva questo desiderio gli ricordato che come avevano visto sul libro delle invenzioni scientifiche moltissime grandi invenzioni erano nate dagli errori per cui non bisogna avere paura di sbagliare perché solo così si scoprono cose nuove fuori da noi e dentro di noi.

Tra l'altro credo che parlare di invenzioni di come sono state inventate sia importantissimo in questo tipo di conversazione ed è anche per questo che abbiamo creato il gioco produttivo inventori inventrici e le loro invenzioni che vi consiglio di scaricare davvero perché credo che sia un gioco veramente molto molto molto molto bello e che avvia conversazioni bellissime. Poi loro sono andati avanti con il gioco però I genitori mi dicono che appunto è un periodo in cui vedono che il bambino è molto più arrabbiato si colpevolizza a volte si dice addirittura stupido da solo dice spesso che è colpa sua e quando fanno I disegni di Dalila che sono le lezioni di disegno che abbiamo sulla tela una volta finito dice che è venuta una schifezza rispetto all'originale che non è bravo come Dalila eccetera eccetera. Inoltre hanno notato che il bambino dà più regole senza un apparente senso al loro cane tipo non varcare la soglia della cucina, non annusare la mia sedia oppure lo sposta se si avvicina uno dei due gatti eccetera eccetera e allora hanno cominciato un pochino a investigare hanno scoperto che all'asilo un paio di bambini gli dicono spesso stupido oppure tu non devi rivolgermi la parola e hanno scoperto anche che in classe hanno una sedia in un angolo dove vengono invitati a stare se disturbano.

Lui gli raccontato che ci è dovuto andare una volta che tamburellava le mani sul tavolo. E ovviamente la mamma detto che con questa cosa lei non è d'accordo, che ne parleranno con le maestre soprattutto perché il bambino quando gliel' raccontato detto che deve starci finché le maestre non lo liberano e quindi può tornare a giocare e questo termine che osato è stato un po un campanellino d'allarme e quindi fatto capire ai genitori che lui interiorizzato questo momento come momento negativo. Inoltre lei dice che il bambino è molto sensibile e si chiede come percepisca o interiorizzi queste cose e anche appunto come lavorare con lui da genitori e quindi a tutto questo che è un tema ampissimo io ho risposto con un vocale altrettanto ampio E questo è il vocale. Allora prima di tutto ti ringrazio ancora per la tua pazienza e ti do alcuni spunti di riflessione che spero che possiate adottare, almeno alcuni di questi, alla vostra famiglia. Credo che sia molto importante sapere prima di tutto che il perfezionamento, quindi la voglia di perfezionarsi, la ricerca della perfezione è una tendenza umana.

Ne parlo anche nel mio corso call-schooling proprio perché ne parlò Maria Montessori ed è stato poi confermato da tanti educatori successivi che sono venuti dopo di lei che appunto il perfezionarsi è proprio una tendenza umana. Detto questo ovviamente c'è grande differenza tra il volersi perfezionare e la paura dell'errore. La paura dell'errore purtroppo è un tema veramente ampio, un tema molto molto molto molto molto difficile da trattare perché tantissime sfaccettature. Credo però che sia veramente importante riconoscere che arriva soprattutto dal sistema scolastico corrente, perché appunto è un sistema, viviamo in una società che stigmatizza l'errore. E quindi tu stessa mi parli appunto di questa sedia, che si chiama sedia del pensiero, che poi è la versione moderna, tra virgolette, del nostro castigo.

E credo che sia veramente importante riconoscere quanto davvero queste sedi del pensiero, questi castighi, queste punizioni che diamo a scuola contribuiscano a stigmatizzare l'errore, a far sì che I bambini non vogliano sbagliare, che temano tantissimo di sbagliare, e che, che mi viene non è un peso nel cuore dicano cose come il mio desiderio è di non fare errori. Questo mannaggia. E quindi credo che prima di tutto mi piacerebbe consigliarti di parlare con le insegnanti, provare a capire se potete raggiungere un compromesso, spiegare che voi a casa non utilizzate castighi spiegare che appunto il castigo in realtà non aiuta il bambino a capire come trovare un'alternativa di comportamento. Quindi, ad esempio, quando un bambino sbaglia secondo la nostra visione, perché in realtà spesso e volentieri noi vediamo come sbagli cose che sono assolutamente normali dell'infanzia, quando un bambino sbaglia, tra virgolette, lasciarlo solo in quel momento, mandarlo in camera sua, mandarlo sulla sedia del pensiero, che lui vede proprio come una prigionia, ovviamente, e non è che la vede lui come una cosa negativa, è una cosa negativa. Quindi quel anche solo utilizzare queste parole finché l'insegnante non ci libera, è proprio veramente un'esperienza estremamente negativa.

E uno. Il cervello non impara nulla quando è in stato di agitazione e quando sta vivendo un'esperienza negativa. Il cervello impara è calmo, rilassato, impara con le esperienze positive. Due. Il bambino non impara nulla quando lo lasciamo da solo a processare una situazione, un'emozione, che lui non è ancora in grado di processare da solo.

È molto più efficace, invece di metterlo in castigo, provare a ragionare con lui su che cosa, su come mai appunto riteniamo quel comportamento sbagliato, e su che cosa possiamo fare in futuro per appunto o evitare quel comportamento, o semplicemente sostituirlo con un altro, quindi dare un'alternativa di comportamento. Quindi io di tutto questo cercherei di parlare con le insegnanti. Purtroppo so che tante insegnanti non sono molto predisposte al dialogo quindi magari si potranno mettere sulla difensiva però spero proprio che tu riesca ad arrivare a loro come magari facendo domande proprio come un ehi proviamo a lavorare insieme per trovare una soluzione spero davvero che funzioni Detto questo, credo che, adesso non so se è il caso della vostra famiglia, però credo che anche noi genitori abbiamo un'influenza grandissima nel contribuire a questa paura dell'errore. Perché, e penso soprattutto a me, lo vedo già ancora in me stessa, quante volte correggo I miei figli in maniera completamente inutile, in maniera completamente gratuita e che non assolutamente nessun tipo di valore in quel momento, la correzione. E spesso e volentieri li correggiamo per cose che ovviamente noi non correggeremmo se fosse, che ne so, una nostra amica, un nostro amico, un nostro datore di lavoro.

Per esempio, immaginiamo il classico esempio di un bambino che rovescia un bicchiere d'acqua a tavola. Immagina se fosse tuo marito che rovescia un bicchiere d'acqua a tavola, o se fosse una tua amica, che cosa gli diresti? Che come insomma che cosa faresti in quella situazione? Magari io personalmente proverei a cercare subito un modo dei fazzolettini per asciugare, direi: non ti preoccupare solo acqua, oppure meno male che non è la birra, oppure non lo so, ecco, qualcosa per togliere insomma il disagio in quel momento e farle capire che non c'è nessun problema, che insomma si è bagnata un po', asciughiamo e voilà. Mentre invece a un bambino la prima cosa è: Ecco giochi sempre a tavola, che cosa fai, perché non mi ascolti quando ti dico di non toccare il bicchiere, è possibile che sei sempre un casinista, eccetera eccetera.

Quindi cambiamo subito tono, lo etichettiamo, lo critichiamo, lo giudichiamo, lo correggiamo, lo umiliamo. E quindi ovviamente c'è davvero un grandissimo lavoro da fare sul nostro dialogo. Ma al di là di questo, ti chiederei proprio di osservare magari anche a casa, perché è un esercizio che sto facendo io stessa quante volte correggiamo I nostri bambini per delle cose che in realtà non serve assolutamente una correzione E magari credo che anzi sia importante fare questo esercizio, perché poi appunto riusciamo a capire prima di tutto noi quali sono I momenti in cui li correggiamo, per esempio. Ti faccio un esempio. Oliver spesso e volentieri entriamo in casa, lui si toglie le scarpe, perché noi appena entriamo in casa ci togliamo le scarpe nell'entrata, e va.

E le scarpe rimangono così, in mezzo al cammino di tutti. E allora il mio istinto era sempre quello di dire: Oliver, vieni a mettere a posto le scarpe! Tutte le volte te lo dico! Perché non hai lasciato di nuovo le scarpe in mezzo, eccetera eccetera. E questo, in realtà, questo tipo di parlare con lui, questo tipo di tono, sta valutando che non lo aiutava a ricordarsi di mettere le scarpe a posto.

E allora ho provato a concentrarmi su dargli un'alternativa. Per esempio gli ho detto: Ehi Oliver, ogni volta che ti togli le scarpe, prova a prenderle e a metterle qua, così messe proprio in fila in fila con le altre con tutte le altre scarpe e quindi lui poco a poco preso questa abitudine e anzi spesso e volentieri spesso e volentieri mette tutte le scarpe in fila, anche le nostre. E questo per dire che però abbiamo lavorato proprio su ci siamo concentrati proprio per lavorare su questo mini problema, proprio per farti un esempio, che è un po' superficiale forse, però per lavorare su questo mini problema abbiamo lavorato sul, ci siamo concentrati sull'alternativa di comportamento, e quando si ricordava soprattutto di mettere le scarpe, di prenderle e metterle in fila, allora lo notavamo. Gli dicevamo: Ehi Oliver, ho notato che hai messo le scarpe in fila, ti sei ricordato. Ecco.

Quindi credo che sia importante nel nostro quotidiano provare a concentrarci sulle debolezze, scusami, sulle forze dei nostri bambini e non sulle debolezze. Credo che sia importante in ogni ambito, sarebbe importante anche a scuola, ma visto che a scuola non spesso questo avviene possiamo iniziare noi genitori a casa e questo attenzione non significa elogiarli in ogni momento non significa che dobbiamo dirgli per tutto bravo e hai fatto questa cosa bene molto bene fantastico, perfetto, ottimo, no, anche perché noi pensiamo che spesso e volentieri sia proprio elogiando I nostri figli che costruiamo o li aiutiamo a costruire la loro autostima, in realtà non è così, non arriva da fuori, ma è qualcosa che nasce da dentro. Anzi, spesso e volentieri elogiandoli creiamo davvero una generazione di narcisisti e di persone che non sanno in realtà dare il giusto valore al proprio valore o che comunque non conoscono il proprio valore, non sanno quelli in cui sono davvero bravi o quello in cui non sono davvero bravi. Questo è un discorso molto più ampio, spero di essermi spiegata, forse non in maniera ottima, perché anche utilizzando la parola narcisista in realtà non è molto valida secondo me. Io preferisco parlare senza etichette, quindi magari me la rimangio, però ecco.

Persone che fanno fatica a vedere il proprio valore in maniera oggettiva, diciamo così. E quindi ecco credo che sia importante appunto concentrarci sulle forze dei nostri bambini, ma non sulle debolezze, ma questo non significa appunto elogiarli per tutto. Quel, quello, l'esempio che ti ho fatto delle scarpe, il fatto di dire a Oliver Hey ho notato che ti sei ricordato di mettere le scarpe in fila, semplicemente un'osservazione. Quindi descrivendo quello che I nostri figli fanno, a volte basta proprio per concentrarci sulle loro forze piuttosto che sulle loro debolezze e quindi correggerli in tutto quello che fanno. Ora, per quanto riguarda, visto come hai fatto l'esempio delle lezioni di Dalila, è qualcosa che succede spessissimo, ovvero che il bambino faccia una lezione di disegno, ma può essere il disegno di qualsiasi altra cosa, anche solo uno sport per esempio, che inizi uno sport e che altri bambini hanno fatto da più tempo e si senta subito a disagio e non riesca a continuare perché vede che lui non è bravo come gli altri.

In questo caso magari, appunto mi racconti che tuo figlio vede che non è bravo come Dalila. Credo che sia importante davvero passare due messaggi. Uno che è giusto sentirsi così. È normale sentirsi così e va bene. A volte quando I nostri figli magari ci dicono che sono delusi da qualcosa che hanno fatto, per esempio il disegno della lezione di Dalila e che non non sono soddisfatti di come è uscito, noi magari proviamo: Ma no, ma dai, ma guarda che bello!

L'hai fatto benissimo! Guarda che si assomiglia tantissimo! Eccetera eccetera. E quindi cerchiamo di togliere quel disagio, quella delusione. Mentre invece è importante che lasciamo che I nostri figli rimangano seduti in quel disagio, perché è quel disagio che crea resilienza, è quel disagio che gli insegna a decidere di provarci di nuovo.

E quindi credo che sia importante, a volte, riconoscere che I bambini ci dicono, ci comunicano la loro delusione perché hanno voglia di sentirsi capiti. E quindi invece di dire il contrario, è importante secondo me proprio accogliere quel loro sentimento, non sminuire l'emozione e dire che è lecito che provino quella delusione, magari dicono dire: Cavolo, hai ragione, lo capisco, è vero, sei uscito un pochino dalle linee. E quindi semplicemente comunicare, ecco, accogliere quello che loro sentono, senza cercare di risolverlo. E in questo modo loro si sentono già subito capiti e sentono che ok, è vero, sono uscito dalle linee, però poi possiamo comunque trasmettergli che non è un problema, che possiamo ritrovarci la prossima volta e magari trovare delle soluzioni, pensarle insieme. Cosa potresti fare la prossima volta per non uscire dalle linee?

Per esempio potresti mettere il ditino vicino alla linea in modo che il pastello colpisce il dito e quindi non esce dalla linea, potresti usare un righello, potresti usare un altro foglio, che cosa ne pensi? Facciamo dei tentativi e quindi magari questo gli dà anche una sorta di incoraggiamento per provare a rifare quella lezione a distanza di qualche settimana e vedere il miglioramento. Poi mettere I due disegni uno vicino all'altro e guardare che cosa ci piaceva di più del primo magari, perché magari qualche dettaglio gli piaceva di più del prima e allora dici Ok, non era poi così male. O magari sono migliorato in questo, questa parte del disegno l'ho fatta meglio, eccetera eccetera. E quindi piano piano diventano loro anche I giudici, se vogliamo, del proprio lavoro.

Senza che dobbiamo costantemente dire noi cosa ci piace o cosa non ci piace del loro lavoro, possiamo che fare in modo che siano loro a dire che cosa gli piace che cosa no di quello che hanno fatto. Due. Quindi, ecco, la cosa principale è accogliere l'emozione e poi il secondo strumento, secondo me, è proprio quello di cercare di comunicare ad ogni momento cercare di comunicare in ogni momento quello che Dalila comunica in quasi tutte le lezioni, ovvero di mettere da parte la perfezione e semplicemente di accogliere il momento in cui siamo, il momento di apprendimento in cui siamo. Ora disegniamo così, domani disegneremo diversamente. Magari meglio, magari peggio, se non facciamo pratica per tanti mesi disegneremo peggio tra qualche mese, se invece facciamo pratica molto disegneremo meglio.

Quindi ecco, proprio godere del percorso senza concentrarsi così tanto sul risultato. E secondo me è anche importante un altro messaggio, che poi in realtà è diventato proprio anche un capitolo nel libro che sto scrivendo, che spero che esca presto, perché ho voglia che esca, che è proprio quello che la vita, la società ci chiede di disegnare dentro le linee e invece spesso più successo chi sceglie che va bene anche uscire dai contorni. E questo credo che sia importantissimo piano piano cercare di trasmettere questo messaggio ai nostri figli e cercare proprio di fargli notare che spesso e volentieri quello che magari si aspettano gli altri da noi o si aspetta la società da noi non è detto che sia esattamente la strada giusta per noi, non è detto che sia esattamente il modo in cui noi dobbiamo essere. E quindi è importante concentrarsi proprio sul percorso individuale di ognuno, perché in questo modo possiamo davvero cominciare apprezzare quello che è il viaggio invece della meta. Ecco spero di averti dato, ho fatto un messaggio lunghissimo alla fine, ma spero di averti dato degli spunti di riflessione validi e soprattutto spero che te lo invii, perché a volte quando invio messaggi così lunghi poi l'applicazione me li perde, entrano in un buco nero e non li invia.

Quindi incrocio le dita e invio. Ti abbraccio, ciao. Non ho voluto tagliarlo e non ho voluto cambiarlo, ho proprio voluto che lo possiate ascoltare così come l'ho inviato. Credo che sia anche fondamentale in questo caso, ma è un lavoro che si fa probabilmente allo stesso tempo di tutto quello che ho parlato all'interno del vocale credo che sia fondamentale avere una sorta di occhio attento per quella frase che il bambino detto ovvero quando faccio gli errori mi arrabbio e se non li faccio più non mi arrabbio più. Credo che sia molto importante lavorare con questo bambino proprio sulla gestione delle emozioni e cercare di mandare il messaggio che va benissimo arrabbiarsi, che la rabbia è un'emozione come le altre, che non è vero tra l'altro che se non facciamo errori non ci arrabbiamo perché arrabbiarsi è un'esperienza umana, naturale, spontanea, valida, vera, onesta e semplicemente la cosa importante invece è cercare di scoprire dei piccoli strumenti per processare quella rabbia che richiede grande grande grande grande grande grande grande molto molto molto di più da dire però spero davvero che possiate ritrovarvi in questo episodio del podcast e spero che possiate utilizzarlo nella vostra quotidianità con I vostri bambini se vi trovate in questo tipo di esperienza, in questo tipo di momentanea fase che ovviamente è temporanea.

A proposito di modi in cui non sappiamo gestire la paura tempo fa su instagram nelle storie vi avevo raccontato di un aneddoto in cui io non ero riuscita a gestire la mia paura e non ero riuscita a scegliere quella che io chiamo la voce della paura, ne parliamo anche nella guida esplorare la paura e ci tenevo proprio a raccontarvi questo aneddoto perché per me significato tantissimo ed è stato secondo me molto bello, ne parlo sia nella guida sia nella newsletter che ho inviato oggi e proprio perché credo che tutti impariamo e interiorizziamo in maniera diversa ho deciso anche di creare un Real, questa volta però non ho creato un real su instagram perché finalmente dopo tanti tanti anni che glielo chiedo Alex è riuscito finalmente a mettermi I reels sulla tela, questo significa che il mio progetto di allontanarmi sempre di più dai social media e portare a casa mia che la tela si sta piano piano realizzando e oggi ho creato il primo real che non vedrete su instagram ma vedrete solo sulla tela, è un video più lungo, vi racconto questo aneddoto che vi avevo promesso, ve lo faccio vedere anche con video di quel giorno perché noi registriamo spesso e volentieri le nostre escursioni, le nostre gite e quel giorno avevamo registrato tanto in realtà senza sapere come sarebbe finita, che poi è stata veramente pessima, lo vedrete nel video, vi lascio I riferimenti nelle note dell'episodio ma in ogni caso potete trovare I Ryo, piano piano li caricherò tutti anche quelli vecchi che ho messo già su Instagram, li potete trovare sul blog.

Se volete lasciare un commento a questo episodio, raccontarci la vostra esperienza perché spesso condividere, a parte che fa bene proprio solo scrivere per analizzare la situazione terapeutico, ma poi anche proprio condividere con altri leggere le esperienze altrui aiuta tantissimo e quindi se volete lasciare un commento potete farlo nella pagina dell'episodio del sul sito quindi vi consiglio di andare su w w w punto la tela punto com barra podcast e cercare questo episodio. C'è anche una barra di ricerca quindi se mettete errore sicuramente vi uscirà e ovviamente vi ricordo che mi trovate anche su instagram come latelladicarlotta blog. Non vedo l'ora di ricevere I primi feedback sulla nostra nuova guida Esplorare la paura e tra l'altro vedrete anche che tutte le guide sono in una serie che si chiama scendi dalle ruote perché stanno diventando tante, avevamo voglia di raggrupparle e quando andrete lì vedrete anche che ci sono tantissime cose nuove tra l'altro sulla tela perché Alex fatto una delle sue magie e migliorato tantissimo l'esperienza di chi viene a trovarci. E inoltre piccolo spoiler per chi non vuole stampare il libriccino per l'infanzia Alex creato una bella esperienza di lettura online che credo che noi useremo tantissimo perché sapete che noi abbiamo poco spazio in valigia e inoltre ora questa nuova guida già la versione in formato mp3 della guida per adulto che così puoi ascoltartela quando vuoi, quando sei in macchina proprio come un podcast, proprio come mi stai ascoltando adesso e piano piano aggiungerò anche la versione mp3 a tutte le nostre guide.

E con questo non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.

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A mio figlio, 3 anni, ho regalato il meraviglioso libro "Si può". Seccatissimo non vuole che glielo legga, si rifiuta, dice che non gli piace... penso possa essere identificato come un altamente sensibile. 
Ciao Alberta,
sono Rosalba del team La Tela.
Personalmente non conosco il libro di cui parli, ma potrebbe essere che qualche parte della storia l'abbia turbato?
O qualche disegno, o personaggio?

Purtroppo spesso accade che libri per bambini non siano in realtà del tutto adatti (ripeto, è una supposizione, non conoscendo il libro in questione).

O magari, semplicemente non è adatto a lui, o non lo è in questo momento e potrebbe esserlo più avanti.

Hai già dato un'occhiata al libro per l'infanzia La paura è un superpotere? Comprende anche la guida per il genitore, e trovi tutto a questo link, sullo shop La Tela.
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Ciao Carlotta, ho appena finito di sentire il podcast e che dire? Il meccanismo della critica di fronte a un comportamento di mia figlia scatta con l'alibi di volerla "educare".
A volte la mia Olli (5 anni) parte da una sua paura per avere rassicurazione ma subito dopo va su paure e vittimismi immotivati perché ha bisogno di sentirsi dire che non é vero.
Ad esempio, "sono cattiva", "non sono capace di fare niente"... Che fare? Non vorrei rispondere col classico ma no sei bravaaaa perché mi sembra solo di alimentare l'ego in quel momento e non risolvere il problema. Mi é venuto in mente che potrebbe essere un suo modo per chiedere coccole, potrebbe essere? Non so che pensare, ma noto spesso una poca fiducia in se stessa.
Ciao Sara,
sono Rosalba del team La Tela.

Hai provato ad indagare da dove provengano queste auto affermazioni negative della tua bambina?
Potresti chiedere ad esempio se ha sentito dire queste cose ad altri adulti o ad altri bambini: non per puntare il dito contro chi eventualmente le ha detto questo, ma piuttosto per capire da dove prendono forma questi pensieri.

Mi viene in mente a questo proposito il racconto "Blu e il disegno", nel libricino La paura è un superpotere (contiene anche la guida per l'adulto Esplorare la paura, che potrebbe fornirti spunti molto utili). Il racconto spiega ai bimbi proprio che si possono vedere i propri errori non come fallimenti, ma come tentativi utili per poter fare meglio dopo. 💜
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Un mese fa sono stata ai colloqui di mio figlio (prima elementare), le maestre mi hanno detto che è frustato quando una cosa non gli riesce come vorrebbe o se commette un errore..
E sembra sempre che la causa sia in famiglia soltanto..
Sicuramente noi a casa, nell'ultimo anno soprattutto, ci siamo sforzati di cambiare quell'atteggiamento che ci si porta dall'infanzia, di voler far notare sempre lo sbaglio e cerchiamo di approcciarci diversamente.
Ma non sono anche le insegnanti stesse a commettere l'errore di dare troppe aspettative ai bambini?
Lo riempiono di voti "eccellente" "bravissimo" quando ad esempio legge, oppure mi ha confessato che una volta, una maestra, a lui e a un suo amichetto ha detto sottovoce, "voi siete i più bravi della classe"..questo non crea ugualmente un'aspettativa di sé troppo alta?
Non aiuta a rendere i bambini ancora più frustati quella volta che sbagliano?
Ciao Veronica,
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per la tua condivisione. Purtroppo si, ancora ci sono diversi insegnanti con questa forma mentis, o che comunque non hanno gli strumenti per rendersi conto che lodare eccessivamente diventa controproducente e non aiuta nella definizione di un'autostima autentica nei bambini.

Quello che possiamo fare è quello che fai tu, ovvero continuare a fare il lavoro a casa, perché anche quando il mondo fuori sembra remare contro, ne vale sempre la pena e i frutti a lungo termine li vedremo.

È proprio per questo che teniamo tantissimo al progetto La Tela Teachers, per dare a quanti più insegnanti possibili l'opportunità di approcciarsi agli strumenti dell'educazione a lungo termine.
Pensi che le insegnanti di tuo figlio potrebbero essere interessate?
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Mi permetto di consigliare un libro : Il libro degli errori di Corinna Luyken … è un albo illustrato con disegni splendidi, e mostra come nel disegno anche una macchiolina di inchiostro, o una linea sul foglio che non è venuta bene come si vorrebbe, possa essere “trasformata”… il risultato è un disegno splendido, ricco di dettagli, nati ciascuno da un errore… sia io che mia figlia abbiamo la tendenza a prendercela o a farci sensi di colpa quando sbagliamo … allora ci ricordiamo a vicenda di questo libro, e proviamo a ragionare su come, anziché arrabbiarci, potremmo “trasformare” il nostro errore… 😊
Ciao Lucia, scusami se arrivo solo adesso 🐢, ma ci tengo a ringraziarti per il tuo bellissimo consiglio di lettura! 💜
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Un episodio bellissimo e intendo, Carlotta..tutti lo sono ma di questo ne avevo estremamente bisogno.
Grazie 💜
Lo sto condividendo a tutte le mie amiche, credo farà molto bene🥰
Che belle parole Valeria, grazie.
E grazie per condividerlo! 💜
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Quando avevo 25 anni mi parlarono di questo libro che arriva da te quando ne hai bisogno o quando sei pronto a leggerlo .. ed era vero nel momento in cui lo comprai era adattissimo: trovai in esso le risposte e le domande corrette che mi servivano per quello che stavo sia provando sia vivendo. Nella tela ritrovo la stessa magia .. Ci sono periodi che passo le giornate con la tua voce di sottofondo, altri dove me ne prendo una pausa . Oggi sono tornata a sentire tutti i podcast ma partendo dall’ultimo ed era magicamente quello di cui avevo bisogno . Stessa seggiola per pensare e stesso momento del è tutta colpa mia !!! in una bimba di 4 anni. Sto cercando di farle capire che lo spazio dell’errore è lo spazio di una crescita, e sto insegnando a lei a essere il giudice di sé stessa ma a volte mi si stringe il cuore a sentirla piangere in quel modo . Ps Alex il logo di educare con calma che si muove è AMAZING!
Ciao Debora, eccomi!
A volte ci metto un po' a rispondere, ma arrivo 💜.
Grazie per la tua condivisione e per il lavoro (importantissimo) che stai facendo con tua figlia.
Ti abbraccio.
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