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134. Perché dire «disregolato» invece di «birichino»?

In questo episodio di Educare con Calma vi leggo (ok, ho aggiunto cose e pensieri 😅) una newsletter che ho inviato qualche tempo fa in cui spiego che cos'è la disregolazione e perché, secondo me, è meno discriminante usare la parola «disregolato» quando un bambino è in crisi.

5 maggio 2023·
24 min
·15 commenti
:: Nell'episodio ho menzionato:

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. In questo episodio ho voglia di leggervi una newsletter che ho scritto qualche mese fa e che parla di disregolazione. Probabilmente avrete già sentito questa parola all'interno del podcast ma oggi ci tengo proprio a parlarne in maniera più completa e lo faccio leggendovi le parole che ho scritto in questa newsletter che ho inviato a chi è iscritto perché credo che possa essere davvero utile a volte anche solo ascoltare o addirittura riascoltare se avete letto la newsletter questi concetti per interiorizzarli. Quindi nella newsletter ho parlato proprio di come secondo me possiamo aiutare I nostri figli quando sono in crisi. Voi sapete già che io di solito non parlo di capricci ma parlo di crisi perché secondo me aiuta a cambiare la mentalità che esiste sul Il capriccio è visto come una cosa negativa mentre il capriccio non è una cosa negativa è semplicemente una comunicazione, un modo di comunicare ed è per questo che io preferisco chiamarli crisi perché chi non è mai in crisi e quindi in un certo senso visto che comunque tutti conosciamo la sensazione che si prova quando siamo in crisi allo stesso modo è più probabile che quando la faccio un piccolo passo indietro e racconto brevemente un paio di concetti montessoriani di cui parlo anche nei miei corsi.

I concetti sono normalizzazione e deviazioni. Maria Montessori descriveva la normalizzazione come lo stato del bambino calmo e concentrato. Quando il bambino incontra un ostacolo sul suo sviluppo o nel lavoro che sta facendo si presentano quelle che Maria Montessori chiamava deviazioni, ovvero lo stato in cui il bambino è in balia delle sue emozioni. Io personalmente non sono mai stata una fan della parola normalizzazione ma due o tre anni fa sono incappata nella parola disregolazione ed allora la mia teoria è questa: che la dottoressa Montessori usasse normalizzazione per descrivere un bambino regolato quindi più siamo in uno stato di regolazione meno le cose sembrano allontanarci dal nostro centro dalla nostra calma e quando lo fanno è più facile tornare alla regolazione. Quindi l'obiettivo è quello di capire quando ci sentiamo disregolati e trovare dei modi per regolarci.

Quindi nella newsletter che ho inviato raccontavo uno che cosa significa disregolato e perché scelgo di usare questa parola due come si manifesta la disregolazione tre) sei modi per aiutare un bambino disregolato e poi un pensiero a ragnatela. Io di solito chiudo sempre con un pensiero a ragnatela ed è proprio questo di cui parliamo oggi in questo episodio del podcast. Prima di tutto che cosa significa disregolato? Quando ci sentiamo al sicuro e connessi con le nostre persone di riferimento, che può essere un genitore, un familiare, un insegnante, Siamo in uno stato di regolazione. Ovvero ci sentiamo equilibrati, ricettivi e siamo in grado di concentrarci.

Allo stesso tempo però la nostra mente è costantemente alla ricerca di pericoli per tenerci al sicuro. Quando percepiamo una minaccia si innesca uno stato di allarme e diventiamo disregolati. La minaccia può essere una vera e propria emergenza o anche solo una sorpresa improvvisa, un rumore forte e improvviso, cadere e e farsi male, uno sguardo di disapprovazione da parte di qualcuno: stanchezza, fame, una frase che ci ferisce, qualcosa che non va come ci aspettavamo, una ferita dell'infanzia non guarita. E quindi perché usare la parola disregolato? Io personalmente davvero adoro la parola disregolato perché trovo che non giudichi, che non etichetti riconosce semplicemente che l'esperienza umana è entrare e uscire costantemente da uno stato regolato e calmo.

Trovo che dire mi sento disregolata sia meno discriminante di sono irritabile, sono ansiosa, sono di cattivo umore sia perché non un'accezione negativa nella mente delle persone sia perché sa di qualcosa che in realtà si può cambiare facilmente un po' come regolare la temperatura di casa. E lo stesso vale per I nostri bambini invece di birichino, impegnativo, sfidante o faticoso quando diciamo che sono disregolati includiamo un po' tutto questo, ma intendiamo che in questo momento le loro emozioni non sono regolate e io, loro guida, posso aiutarli a regolarle. Quindi c'è questo fattore di temporaneità anche che mi piace moltissimo nella parola disregolato e voi se avete ascoltato il mio episodio sulle etichette saprete che non amo le etichette ovvero non amo descrivere I bambini con parole e aggettivi che li etichettano che li mettono in scatole tra virgolette come pigro timido birichino impegnativo sfidante eccetera eccetera però devo dire che la parola disregolato appunto mi piace proprio per questa sua temporaneità. Ecco io in questo momento sono disregolato ma posso regolarmi. Ora come si manifesta la disregolazione nei bambini?

In questo caso nella newsletter parlavo di alcuni modi in cui ho visto la disregolazione nei miei figli. A me piace sempre parlare di quello che io davvero vivo sulla mia pelle, nella nostra famiglia, sulle mie emozioni con I figli e quindi tendo a parlare più di noi però credo che queste siano esperienze molto comuni tra adulti e bambini e ci accomunano un po' tutti ecco quindi alcuni modi in cui ho visto la disregolazione nei miei figli sono questi: rabbia o ansia una crisi nascondersi dietro la mia gamba quando sono in un ambiente nuovo nascondersi dietro al divano o chiudersi in camera aggressività soprattutto quando non si esprimevano ancora parole e quindi si esprimevano con I gesti o con il corpo provocare una reazione da parte dell'adulto a non rispondere oppure fare I pagliacci per cercare di piacere alle persone di compiacere quella situazione. Mio figlio si butta a terra al supermercato e piange disperato perché non gli compro la merendina oppure entriamo ad una festa e mio figlio non vuole salutare nessuno, non lui o lei mi risponde con un grido o con un'aggressività magari mi tira qualcosa. Ecco tutte queste reazioni tutti questi comportamenti che esprimono un'emozione per me sono di persone disregolate.

Quindi come aiutiamo un bambino disregolato? Dunque uno dei miei strumenti preferiti è un lungo periodo ininterrotto di gioco e lavoro. Questo capita soprattutto quando mio figlio non è ancora in uno stato di forte disregolazione, non è ancora in balia delle sue emozioni ma magari ci svegliamo al mattino e lo vedo più agitato del solito. Magari mi fa subito notare con una risposta o con un atteggiamento verso sua sorella o Emily verso Oliver che sono in uno stato un po' più delicato delle loro emozioni e di solito quindi quando lo noto in tempo consiglio ai miei figli un periodo ininterrotto di gioco o di lavoro e magari mi siedo proprio con loro inizio un gioco con loro inizio un'attività con loro e questo periodo di concentrazione può aiutarli davvero a tornare alla regolazione perché quando un bambino entra nel flusso il suo sistema nervoso inizia a regolarsi da solo e I miei figli davvero usano spessissimo I lego, la musica o gli audiolibri in quelle circostanze. Quindi magari facciamo partire un audiolibro della nonna che parla e loro si mettono a giocare ai lego o a colorare e questo li aiuta già a regolare il loro sistema nervoso e poi la giornata prosegue in maniera molto molto molto più rilassante.

Però cosa succede quando le emozioni sono più grandi? Quando siamo già arrivati allo stato di disregolazione totale? Nella newsletter suggerivo alcuni strumenti alcune idee abbastanza in ordine anche per ritornare a uno stato di regolazione. Prima di tutto quello che io faccio è eliminare il pericolo per aiutarli a sentirsi al sicuro. Per esempio se il problema è un ambiente sovraffollato cambio posto e li porto in una stanza silenziosa per qualche minuto.

Se il problema è che Oliver è possessivo nei confronti dei suoi lego quello che faccio è porto Emily via da Oliver in modo che allontano il rischio che Oliver magari non sappia comunicare le sue emozioni e diventi aggressivo e poi parlo con entrambi I bambini in separata sede. Due. La regola più importante secondo me ancora prima di eliminare il pericolo forse è non unirsi al loro caos. Per esempio in un ambiente sovraffollato l'esempio che facevo prima poco senso dire ai miei figli Guardate che se fate così io non vi porto mai più a una festa! Questo è unirmi al loro caos.

Loro non hanno bisogno che anche io mi disregoli in quel momento hanno bisogno della mia regolazione hanno bisogno che io mi concentro prima di tutto sul regolare me stessa per non unirmi alla loro disregolazione e poi appunto aiuti loro a trovare la loro calma e spesso e volentieri la nostra calma e la loro calma. Quindi quello che io consiglio è sempre la stessa cosa l'avete ascoltato centinaia di volte è sempre un disco rotto ma allenare la calma e la comprensione e questo ci aiuta davvero quasi a prestare ai nostri figli disregolati il nostro sistema nervoso perché quando il nostro sistema nervoso è calmo loro lo prendono in prestito e la nostra calma diventa la loro calma. E spesso davvero basta una frase come sono qui per te perché quando un bambino si sente accolto è davvero un'esperienza potente è davvero un'esperienza molto molto molto significativa per qualsiasi persona in realtà quando qualsiasi persona si sente accolta e quindi questo dobbiamo davvero ricordarglielo regolarmente. E poi un'altra idea è chiedere ai bambini anche piccoli come posso aiutarti? Io ricordo ad esempio una Emily di un anno che a questa domanda mi fece capire che voleva un abbraccio senza parole e da lì quel giorno io che pensavo che mia figlia non avrebbe mai potuto comunicarmi come io potevo aiutare lei mi totalmente lasciata a bocca aperta e da quel giorno chiedo sempre ai miei figli come posso aiutarti in questo momento.

Quindi invece di dare per scontato che io so come posso aiutarli chiedo a loro e chiedo il loro aiuto e questo spesso e volentieri aiuta tantissimo me e mi facilita tantissimo il mio lavoro di genitore. Altre azioni che possono funzionare sono per esempio massaggiare la schiena se ce lo permettono ma a volte alcuni bambini non hanno voglia che ci avviciniamo e dobbiamo rispettarlo mettere un cuscino per evitare che la testa sbatta contro il pavimento quando sono molto piccoli a volte hanno queste crisi grandissime di pianto in cui rischiano anche di farsi male quindi ecco cerchiamo di allontanare il pericolo come dicevo prima il gioco del cinque quattro tre due uno che probabilmente non so se ne ho già parlato nel podcast ma trovate un articolo sul mio blog respirare ingrandendo la pancia e alzando il petto perché questa è una respirazione davvero efficace che va a massaggiare tra virgolette il nostro sistema nervoso. E poi cose come canticchiare, fischiare, correre, fare salti, uscire per una passeggiata, fare un bagno. Sapete che aggiungere acqua per me funziona sempre c'è questo detto in inglese che fa when crabby at water quando sono in crisi, quando sono arrabbiati aggiungi acqua e io aggiungo sempre acqua e funziona davvero sempre ed è raro che io dica sempre mai ma in questo caso davvero è un cento per cento successo assicurato oppure altre cose come dicevo prima ascoltare musica, un audiolibro, colorare eccetera.

Poi ovviamente dobbiamo aiutarli a rimediare perché in queste grandi crisi quando sono disregolati magari rompono qualcosa, fanno male a qualcuno, feriscono I sentimenti di qualcun altro e quindi per esempio se hanno rotto qualcosa, se hanno detto qualcosa di offensivo, ho ferito qualcuno dobbiamo e possiamo aiutarli a rimediare però solo quando sono di nuovo regolati e calmi. Questo è importante non solo per la persona che è stata ferita ma anche per il nostro bambino o la nostra bambina per risolvere eventuali sensi di colpa, di vergogna o altri sentimenti che potrebbero tra virgolette rimanergli addosso. Detto questo però non è necessario imporre le scuse quindi non è necessario che andiamo lì e diciamo vai a chiedere scusa no spesso e volentieri il nostro esempio è tutto ciò di cui hanno bisogno è molto più potente andare dalla persona e scusarsi noi per I nostri bambini se loro non sono ancora pronti a farlo perché questo attraverso il loro esempio invece che forzarli insegna molto di più. Tra l'altro se andate sul mio sito e nella barra di ricerca digitate scusa vi usciranno anche alcuni episodi del podcast in cui ho parlato di questo. E per ultimo l'ultima idea che voglio lasciarvi è quella di porre limiti e costruire abitudini.

Quando I bambini sono calmi non quando sono agitati perché quando sono agitati il loro cervello coccodrillo prende il sopravvento il cervello coccodrillo non permette di recepire le informazioni allo stesso modo e quindi non permette di imparare. Quindi ecco è per quello che io dico sempre quando un bambino è disregolato non sta imparando nulla perché il suo cervello davvero non è in grado di imparare Quindi quando I bambini sono calmi possiamo parlare dei limiti e di come potremmo comportarci la prossima volta. Per esempio se il problema è che piangono spesso al supermercato perché vogliono un giocattolo possiamo parlarne prima di andare e decidere il limite. Per esempio possiamo guardare il giocattolo ma non portarlo a casa. Quando ne parliamo possiamo anche offrire un'alternativa.

Per esempio: che cosa possiamo fare invece di portare a casa il giocattolo? Di comprare quel giocattolo? Magari possiamo esplorarlo lì al supermercato, magari possiamo fargli una foto in modo che quando torniamo a casa poi tu abbia quella foto e poi continuare a guardarlo. Lo dico spesso, tante persone pensano che crescere I bambini a lungo termine con l'educazione dolce, con la disciplina positiva significhi dargliela sempre vinta e fargli fare tutto quello che vogliono non è assolutamente vero non esiste libertà senza limiti I limiti sono fondamentali non solo per noi non solo perché così I bambini ci ascoltano ma soprattutto perché con I limiti I bambini si sentono al sicuro sentono di avere davvero una guida in noi. Noi siamo il capitano della barca e si sentono quindi tranquilli un po' come in una turbolenza, faccio sempre questo esempio probabilmente fermatemi, fermate il disco!

Faccio sempre questo esempio un po' come in una turbolenza aerea che quando I passeggeri guardano all'assistente di volo. Se l'assistente di volo entra in panico entrano tutti in panico, se l'assistente di volo rimane calma allora tutti diciamo anche nella disregolazione si sentono comunque rassicurati perché c'è una guida che sa che cosa sta facendo. Ecco questo è sicuramente importantissimo! Et voilà l'ho ripetuto! E poi per ultimo ovviamente nel processo di insegnare come tornare alla regolazione aiuta anche avere un posto di calma in casa dove il bambino possa andare quando è disregolato e trovare alcune delle sue cose preferite post che parla proprio del tavolo della pace o dell'angolo della pace e l'angolo della pace o il tavolo della pace non è solo un angolino dove si possono risolvere I conflitti tra due persone cosa che noi abbiamo usato all'infinito quando insegnavamo a Oliver ed Emily a gestire I loro conflitti questo angolo può anche essere usato proprio come un posto di calma, un posto in cui io posso andare e so che quando sono lì non vengo disturbato, le mie emozioni vengono rispettate e rispettate e ho il tempo di cui ho bisogno per regolarmi.

E poi ovviamente continuo con il mio disco rotto è molto molto importante ricordarsi che questo è un processo, ogni insegnamento, ogni apprendimento è un processo. Non possiamo aspettarci che oggi io insegno questa abilità a mio figlio e domani lui è capace di metterla in atto. Non posso aspettarmi che oggi io parlo con mia figlia di come regolare le sue emozioni in futuro, di come comportarsi quando ferisce qualcuno e lei la volta dopo lo farà da manuale. Ecco no! È un processo e ricordatevi che spesso I bambini devono rimparare le stesse cose in ogni ambito, in ogni esperienza e in ogni circostanza diversa.

E infine chiudo con un pensiero a ragnatela come tutte le mie newsletter finiscono con ragnatela che è questo: possiamo controllare solo noi stessi. È normale che I nostri figli abbiano comportamenti scomodi, è necessario per imparare come funziona il mondo e non è colpa loro se noi adulti non sappiamo gestire le nostre emozioni di fronte a quei comportamenti. Per imparare a gestire noi stessi a gestire le nostre azioni e le nostre reazioni dobbiamo trovare modi per essere adulti regolati e per tornare alla regolazione quando ci sentiamo disregolati e tornare alla regolazione è diverso per ogni persona perché quello che funziona per me non funziona per te. E in questo però una cosa è universale secondo me: la prevenzione è fondamentale prendersi cura della propria salute mentale e fisica, dormire a sufficienza e se non è possibile di notte trovare altri momenti, richiederli, esigerli, stare nella natura, meditare, muovere il corpo, stare da soli, avere relazioni sostenibili, passare del tempo di qualità con gli altri ma anche con noi stessi. Tutto questo è prevenzione.

Tutto questo ci aiuta uno a non sentirci troppo spesso disregolati ma anche a trovare modi per regolarci quando ci sentiamo disregolati. È nostra responsabilità capire di che cosa abbiamo bisogno e rendere la prevenzione una priorità. E con questo chiudevo la newsletter e ricordavo anche che per aiutare in questo processo di forti crisi che sono veramente all'ordine del giorno spesso e volentieri quando si hanno bambini tra I diciotto mesi tre anni e mezzo e per aiutare loro a tornare alla regolazione quando si sentono disregolati la mia guida e il tuo coccodrillo è davvero uno strumento molto molto valido perché sia una parte per l'adulto che aiuta davvero a capire un pochino di più sia il cervello del bambino e sia come possiamo provare a regolare la nostra rabbia e anche un libricino stampabile per il bambino che davvero aiuta tantissimo tantissimo I bambini a immedesimarsi in una situazione ed è per questo che tantissimi genitori mi dicono mio figlio mi parla sempre di Oscar e quando si sente arrabbiato fa proprio come fa Oscar nel libricino e questo mi riempie di gioia perché io personalmente ho creato quel libricino proprio perché era così che aiutavo I miei bambini a ritornare alla regolazione e soprattutto a riconoscere quando si sentono disregolati e quindi mi fa piacere che questo strumento sia adesso disponibile per tutti e possa aiutare altre famiglie.

Ovviamente lo trovi e mi trovi su w w w punto la tela punto com dove puoi trovare anche tutti I vari link a instagram e altri modi per metterti in contatto con me o con altre persone del team La tela. E non mi rimane che augurarti buona serata buona giornata o buonanotte a seconda di dove sei nel mondo ciao ciao

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Grazie Carlotta, le tue parole ci aiutano moltissimo! Come altre mamme che scrivono qui, anche io ho un figlio di 3 e mezzo, con fratellino di 10 mesi. Le disregolazioni si manifestano almeno 1 volta al giorno, a volte riesco a modificare la situazione sul nascere, altre volte arrivano a pianti isterici perché non ha avuto una intera tavoletta di cioccolata o perché non gli permetto di continuare a giocare con l'acqua e bagnare tutta casa (letteralmente).. Ho provato ad urlare, ho provato a parlare con lui con gentilezza, ad essere vicina nel momento di crisi, nel momento di calma..sta crescendo e vedo che gli episodi sono sempre meno , ma vorrei contrastarli nel modo giusto, senza farlo soffrire.
Grazie 🙏
Ciao Michela, sono Milena del team La Tela.
È trascorso un po' di tempo dal tuo commento, ma Carlotta e noi del Team leggiamo tutto e piano piano arriviamo 🙂.
Complimenti per cercare il modo più rispettoso per il tuo bambino nel gestire le crisi che inevitabilmente a questa età sono presenti.
Un abbraccio 💜.
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Ti stimo come mamma ma soprattutto come persona. Adoro tutte le tue riflessioni
Grazie infinite! 💜
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Adoro tutto ciò che ci insegni🫶Di grandissimo aiutooo.Grazie
Grazie infinte 💜
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Ciao Carlotta, sono Chiara , mamma di una figlia di quasi 5 anni. È il primo podcast che ascolto e continuerò ad ascoltarli perche' sento che mi saranno molto utili. La tua esposizione è molto chiara e gli esempi pratici con i tuoi figli aiutano tantissimi a capire concretamente il concetto.
Grazie mille. Sono davvero contenta di aver scoperto il tuo sito.

Chiara
Inoltre mi è piaciuto tantissimo ricordarmi l' importanza di prenderci cura di noi, cercare la nostra regolazione per aiutare i nostri figli a trovare la loro.
Mi è piaciuto scoprire il fatto che bisogna far passare la crisi prima di ristabilire limiti e qualsiasi spiegazione ai nostri figli. Che per riportarli alla regolazione è importante farli concentrare su qualcosa che gli piace. Allontanarli dal problema che in quel momento li turba.
Quando fanno qualcosa di sbagliato con qualcuno, prima di chiedere scusa, aspettare che torni la calma e non forzarli ma piuttosto chiedere scusa noi per loro.
Tanti spunti che cercherò di mettere in pratica.
Grazie mille.
Grazie infinite per le tue parole! 💜
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Ho introdotto la parola disregolata nel mio vocabolario da subito, dalla prima volta che ti ho sentito usarla e mi ha aiutato tantissimo. Tutte le volte che provavo a descrivere quelli che comunemente vengono definiti capricci, sembravo sempre arrampicarmi sugli specchi o aver perso la mia proprietà di linguaggio, mi mancavano le parole.
Noi spesso usiamo la respirazione per tornare ad una situazione di calma, funziona anche un lungo abbraccio oppure quando ci sono le fasi "non ti voglio vicina", si sdraia sulla sua poltroncina e guarda le piante fuori dalla finestra. Uso il noi perchè spesso la disregolazione della mia bimba induce una disregolazione anche nel mio comportamento. A volte riesco a contrastrarlo ed essere l'assistente di volo di cui ha bisogno, a volte no.
Ieri avrei voluto tanto essere l'assistente di volo, invece sono stata la tempesta che ha accentuato la turbolenza. Ieri mattina ho urlato, ho urlato tanto, urlato forte, urlato in malo modo. Ho detto cose che avrei dovuto risparmiarmi, erano la verità ma una verità che in quel momento non serviva a nulla, non era produttiva e non veniva ascoltata perchè non era quello il momento di condividere quelle informazioni. Ma non ce l'ho fatta.
Mi sono portata dietro la sensazione di amaro in bocca tutta la giornata, insieme alle lacrime di frustrazione mentre in coda sul raccordo pensavo ai primi 90 minuti della nostra giornata che già mi avevano prosciugato come se fossi stata in piedi da 24 ore.
Il tempo, questo è stata la nostra scintilla, la mattina spesso non abbiamo il tempo per concentrarci sugli episodi di disregolazione, che accadono comunque anche se hai una buona routine, una pianificazione studiata per non andare di fretta etc. Gli episodi ci sono perchè la mia bimba fra poco farà 3 anni e è normale che ci siano, perchè è una persona e come tutti ha le sue giornate si e le sue giornate no, anche quando creo tutte le condizione affinchè le cose vadano al meglio.
E lì cado nell'errore, quando il tempo non è dalla nostra parte, quando siamo di fretta, e ci sono orari rigidi da rispettare, non c'è tempo per l'abbraccio lungo quanto vuole lei o per negoziare o per isolarsi e ritrovare la propria calma, e per quanto mi sforzi, fa spessissimo partire la mia disregolazione e rimango incastrata nel loop. Cosa fare quando il tempo non è dalla tua parte? quando non puoi proprio concederle il tempo di cui sai che ha bisogno ma che non hai?

Grazie di tutto Carlotta, stai arricchendo le nostre vite

p.s. "Mia figlia è una persona" è una frase (a volte più spesso di quanto vorrei) che mi ritrovo a dire agli adulti che incrociano i percorsi della nostra vita, aiuta a ricalibrare tutto. Troppo spesso gli adulti si dimenticano che i bambini sono persone. Le crisi sono manifestazioni di necessità, necessità che tutte le persone hanno ma che lei esprime con gli strumenti che ha attualmente a disposizione e a volte sono mal giudicate dagli adulti.
Ciao Alessandra, ti rispondo perché quello che hai scritto mi è sembrato venire da me stessa. Sono nella tua stessa situazione. La mia bambina ha 3 anni e mezzo e un carattere forte, al quale si aggiunge che il suo cronotipo non credo sia quello del mattino, come lo è il mio e quindi la mattina è tutto molto difficile: alzarsi, vestirsi, fare colazione, uscire…
Quindi praticamente ogni mattina questo si traduce in crisi e momenti di disregolazione, che inducono anche me a disregolarmi, anche perché è tardi e non c’è tempo di aspettare, la scuola ha un orario ben preciso e io non posso permettermi di non mandarcela. Questo mi crea ansia e finisco per esplodere davanti ai suoi no per motivi più che futili. Allora, come stamattina, urlo. Urlo tantissimo anche se non vorrei. Perché non riesco proprio a trattenermi. Ci provo per un po’ ma poi non ce la faccio più. E poi mi sento svuotata e distrutta. Vederla piangere non mi fa bene e inoltre so che non servono questi miei comportamenti, perché lei sembra non ricordarsi nulla e il giorno dopo spesso tutto ricomincia da capo.
Mi sento perduta e non so come fare…so che sto sicuramente sbagliando ma non so come risolvere questa cosa…
Ciao Fabiola, sono Milena del team La Tela.
Ti rispondo solo adesso (un po' a rilento), ma Carlotta e noi del team leggiamo tutto e piano piano arriviamo 🙂.

Sappi che non stai sbagliando nulla, stai semplicemente provando e riprovando, e ricadere nei vecchi schemi fa parte del processo.
Ci sono giorni in cui va meglio, e giorni in cui è più complicato mantenere la calma che vorremmo, anche (come dici bene tu) a causa degli impegni esterni.

Ti lascio le parole di Carlotta nel suo corso Educare a Lungo Termine: «La rabbia fa dire e fare cose di cui ci pentiamo sempre, che non possiamo rimangiarci. Ma la tempesta passa sempre. Quando torna la calma, prendo coscienza di non essere riuscita a gestire la situazione e ricomincio da lì. Primo, mi perdono. Secondo, ammetto l’errore a me stessa e poi ai miei figli: chiedo scusa, sempre e comunque.»

Inoltre, abbiamo voluto approfondire questa tematica attraverso la nostra guida «È il tuo coccodrillo»: ti consiglio se vuoi di dargli uno sguardo.

Un abbraccio 💜.
Ciao Alessandra, sono Milena del team La Tela.

Ti rispondo solo adesso (un po' a rilento), ma Carlotta e noi del team leggiamo tutto e piano piano arriviamo 🙂.

Il poco tempo a disposizione a causa degli impegni esterni di certo non aiuta, ma piano piano (sbagliando e perdonandoci e chiedendo scusa) possiamo migliorare anche in questo.

Dalle tue parole sei di certo sulla buona strada, coraggio, è un processo, ci va tanto lavoro, ma ti incoraggio a proseguire perché un giorno sicuramente vedrai i frutti (non solo su tua figlia, ma prima di tutto su di te).

Inoltre, abbiamo voluto approfondire questa tematica attraverso la nostra guida «È il tuo coccodrillo» (guida per l'adulto e libro stampabile per i bambini): ti consiglio se vuoi di dargli uno sguardo.

Un abbraccio 💜.
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Mi è piaciuto tantissimo il paragone con le turbolenze e l’assistente di volo in panico! Grazie Carlotta ✨e grazie per aver portato i reel nel blog!
Grazie per le tue parole 💜.
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