benvenuti e benvenute a un altro episodio di educare con calma. Oggi vorrei dedicare un episodio a sé, a un concetto che secondo me può davvero cambiare la mentalità per quei genitori che si ritrovano a urlare e perdere le staffe. Lo dico perché per me è stato così, quindi spero davvero che possa esserlo anche per voi. A casa che mi ascoltate, um dico dedicare un episodio a sé perché l'ho già accennato in altri episodi del podcast più lunghi. Ma visto che non tutti ascoltano tutti gli episodi, ho deciso di dedicare a questo concetto un episodio in cinque minuti, in modo che ci sia più possibilità che lo ascoltino tante persone perché è breve e fruibile. Il concetto di cui parlo è il capolinea. Spesso i genitori mi dicono eh, ma i miei figli finché non urlo non mi ascoltano e io lo capisco. Anzi, spesso lo so, è proprio così. Finché non arriviamo a quell'urlo finché non perdiamo le staffe, non gli facciamo vedere chi comanda e sto virgolettando. Ovviamente sapete che l'educazione in cui credo non ha come obiettivo l'obbedienza e non si basa su una relazione gerarchica, ma su una relazione di cooperazione. Dicevo finché non arriviamo a quell'urlo. Sembra che i nostri figli non ci ascoltino, ma vorrei analizzarlo da un'altra prospettiva perché dobbiamo arrivare a Quell'urlo. Dobbiamo arrivare a Quell'urlo perché L'urlo è il nostro limite personale. È proprio il limite ultimo, il capolinea, il lavoro delle persone piccole e giovani come i nostri figli, e scoprire ed esplorare i limiti per conoscersi e per conoscerci. Il nostro lavoro di genitore è impostare quei limiti è impostare il capolinea. Se il nostro capolinea lo esprimiamo sempre perdendo le staffe con un urlo, con una manata sul tavolo, sbattendo una porta o ancora peggio, con violenza verbale, come umiliare i nostri figli figli o violenza fisica, come dare loro una sculacciata, è ovvio che i bambini arrivino fino a quel capolinea prima di fermarsi e tornare indietro. Finché loro sanno che il limite ultimo è quell'urlo quella manata, quella reazione disregolata è naturale che loro spingano e spingano e spingano finché non arrivano lì, perché quello è il capolinea che conoscono. Ecco perché insisto tanto sul lavorare sulle nostre emozioni. Ecco perché il titolo di questo podcast è educare con calma perché la strategia di base è usare la calma, la nostra calma e la loro calma. Ovviamente ognuno deve trovare i propri modi per usare la calma e attenzione. Mantenere la calma non significa che non possiamo esprimere le nostre emozioni. È sano esprimere le nostre emozioni e tutte sono valide, compresa la rabbia. Ma possiamo farlo diversamente. Possiamo abbassarci in ginocchio, richiedere la loro attenzione con gentilezza, guardargli negli occhi e dire In questo momento sono arrabbiata, ma non voglio urlare. Non voglio farti paura. Voglio farti vedere che sono capace a offrirti calma, così lo impari anche tu. Dico spesso che non dobbiamo insegnare ai nostri figli a non essere arrabbiati, ma possiamo insegnare loro come essere arrabbiati. Lo stesso vale per noi genitori. Arrabbiarsi è naturale, ma è possibile decidere chi vogliamo essere nella rabbia in questo modo. Piano piano iniziamo a mostrare un capolinea diverso. Rei, impostiamo il capolinea e quella volta che finalmente riusciamo a non arrivare all'urlo e che riusciamo a gestire la situazione con calma e ottenere cooperazione invece di obbedienza attraverso la paura. Iniziamo anche a far vedere ai nostri figli e a noi stessi che esiste un capolinea diverso, che possiamo farci rispettare e allo stesso tempo onorare l'educazione che abbiamo scelto e il nostro bisogno di individuo senza arrivare alla disregolazione totale, ma attraverso il dialogo, comunicando i sentimenti in maniera costruttiva, mostrando la nostra intenzione di cambiare. So che è difficile perché il capolinea dell'urlo, quindi esplodere come una pentola a pressione è quello con cui siamo cresciuti ed è naturale che tendiamo a replicarlo, ma non è impossibile. La gestione della rabbia è sempre stato il mio tallone d'achille um, chi fa i miei corsi lo sa, ma io piano piano l'ho cambiato. Non completamente ancora, ma ho fatto magari l'ottanta percento del lavoro, anzi, l'ottantacinque percento del lavoro. L'ultima volta che mi sono arrabbiata, per esempio, ho detto ai miei figli Sento che sto arrivando al mio limite e che non sono più disposta a sopportare questo comportamento. Vorrei non arrivare al punto in cui io urlo e voi piangete o vi arrabbiate o vi spaventate, ma ci sto ancora lavorando. E per farlo ho davvero bisogno del vostro aiuto. E grazie a tanti, tanti, tanti, tanti episodi, così tante frasi dette così tante volte in cui ho parlato con i miei figli in questo modo piano piano, l'urlo non è più il capolinea e quindi i miei figli non mi rispettano più solo quando arrivo all'urlo, ma abbiamo trasformato la relazione in una cooperazione anche nella rabbia e nella disgregazione e anzi, anzi oggi noto proprio che quando arrivo a quell'urlo i miei figli mi rispettano meno perché contestano il mio comportamento sbagliato e questo mi aiuta a tornare sui miei passi. Ovviamente tutto questo richiede anni di lavoro. Non è un qualcosa che oggi decidiamo e facciamo magari sì, magari ci sono persone che sono più inclini a questo tipo di comportamento, ma non hanno mai pensato di poterlo avviare. Perché spesso siamo su questa ruota del criceto che gira dell'educazione che abbiamo ricevuto e non sappiamo come scendere o magari non pensiamo di poter scendere. Invece sì, possiamo. Però per me è stato un processo molto lungo. Um però, ecco, credo davvero che questo concetto del capolinea, quindi pensare proprio a questo capolinea che io voglio impostare qual è il capolinea del mio limite? Qual è il mio limite personale? Um qual è il capolinea in cui vorrei che i miei figli mi rispettassero? Um, e qual è il capolinea in cui io posso rispettare loro? Allo stesso tempo? Credo che sia davvero un concetto rivoluzionario anzi evoluzionario e basta. Questo era quello che volevo dirti. Più o meno sono restata nei cinque minuti ormai. Se mi conoscete sapete che non non ci rimango mai nei cinque minuti, ma insomma giù di lì e ti ricordo che mi trovi anche su www punto natella punto com e da lì arrivi anche al mio profilo su Instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.
era quello che avevo bisogno di sentire per darmi una scossa. buon pomeriggio
Silvia
Quindi avete entrambi bisogno che l'altro eviti di buttare la benzina sul fuoco, e (purtroppo mi viene da dire 😅) tocca a noi adulti farlo.
Ti lascio qui alcuni contenuti che riguardano l'oppositività delle piccole persone, e se ti va di approfondire, nel Percorso su Tutta La Tela ci sono, oltre alle lezioni, esercizi e aneddoti, anche diversi copioni da poter utilizzare per sbloccare queste situazioni, ad esempio nelle categorie Crisi e Disciplina (ti ricordo che puoi decidere anche solo di «affittare» una categoria, oppure di accedere a tutto):
seguo da un pò la tela ma non sono stata mai attiva sul sito. Oggi però è una giornata nera, una di quelle che vorresti cestinare, di quelle che vorrei finissero subito cosi da poter ascoltare il silenzio della casa quando tutti dormono.
Ho 3 figli: 9,6 e 4 anni. Due maschi e una femmina.
Sono bambini molto vivaci, e specialmente i due maschi sono sempre pronti a battibeccare, stuzzicarsi, usano le mani per giocare facendosi male, si puntano il dito contro. Non sono per niente solidali tra di loro, in una discussione, specie il primo, vuole avere sempre l'ultima parola. Quando cerco di aiutarli per mettere in chiaro la situazione, mi accusa di non ascoltarlo, e sostiene sempre che sono gli altri a stuzzicarlo che non è mai colpa sua. Di contro il secondo, si alza dal letto la mattina senza dire buongiorno e con il viso sempre imbronciato e risponde sempre arrabbiato e urlando. Quando deve chiedermi qualcosa, ripete all'infinito mamma senza esporre quel che ha da chiedere; e cosi estenuante che esplodo spesso perchè sento un martello pneumatico trapanare, non un dolce "mamma bla bla bla" e di conseguenza ciò che ottiene è un rifiuto di ascoltare da parte mia perchè dopo essermi posta al suo livello (mentre gli altri due continuano a parlare, urlare e chiamarmi) lui mette il broncio e non risponde, cosi io me ne vado.
La piccolina imita spesso i fratelli ma con lei sembra diverso perchè molto spesso riesco ad avere un tono fermo, autorevole senza dover urlare ma quando sono insieme tutti e tre sono ingestibili. Oggi ad esempio, stavano facendo delle attività, esercizi di italiano e matematica mentre mia figlia pitturava. Il maggiore ha iniziato, a mio parere, ad invadere lo spazio fisico della sorella, e difatti lei ha iniziato a pizzicarlo, a chiedergli di lasciarla in pace e infine ad urlare. Ha continuato a sostenere che lui non stava facendo nulla.
Credo fermamente che chi deve cambiare sono io e non loro perchè loro sono un mio riflesso ma da sola non ci riesco. Il mio compagno, che stimo moltissimo, ha un modo diverso di valutare e risolvere i problemi e i rapporti con i figli , in più viviamo sopra e sotto con i nonni che ostacolano ( credendo di far del bene) ogni mia azione e quindi i bambini vanno spesso in confusione su come bisogna educare. Mi ritrovo come Penelope con la sua tela....ogni giorno riparto sempre da zero! Grazie per chi leggerà, avevo solo bisogno di confessare a me stessa principalmente che posso farcela , devo essere costante anche se sembra tutto in rovina. buona serata
La tua consapevolezza è il primo passo, parti da te così come hai detto, è davvero la chiave per cambiare le situazioni difficili (piano piano, ricorda anche che è un processo graduale).
Ti lascio qui alcuni spunti e contenuti che possono aiutarti a iniziare:
Se hai dubbi o difficoltà, siamo qui per te, e ti ricordo anche che su La Tela trovi il servizio 1a1, per aiutarti a sbloccare momenti particolarmente difficili. 💜
Rosalba
Team La Tela
Un abbraccio,
Rosalba
Team La Tela
E’ da poco che ti seguo, ma il tuo approccio educativo mi ha colpito molto. Oggi per me è’ stata una giornata molto stressante, i miei figli sono stati tremendi ed io non sono stata capace di gestire con calma
le loro crisi (come le chiami tu). Il mio primogenito (8 anni) e’ sempre disubbidiente , stuzzica il fratellino di 4 anni e mi fa sgolare quando gli chiedo di fare una cosa. Mi sfida di continuo. Il più piccolo e’ testardo, urla come un dannato, si rotola sul pavimento oppure si prende a testate nel muro.
Stasera si è raggiunto l’apice della disperazione in casa. Ho strillato, li ho rimproverati ed ho sculacciato il più piccolo perché non smetteva di urlare. Stavo impazzendo.
Mi sento una madre orribile, mi odio quando alzo la voce perché i miei figli si impauriscono ed ho la sensazione di perdere la loro stima e rispetto. Sono consapevole di sbagliare e ripeto sempre a me stessa di abbassare i toni, ma è’ difficile. Io e mio marito lavoriamo tanto, lui è spesso in viaggio, ed i miei bimbi trascorrono più di 10 ore tra scuola e private tutoring. Viviamo a Los Angeles e non abbiamo un sostegno familiare 😫, e spesso mi sento disperata perché non so se sto fallendo come genitore. Scusa per lo sfogo, i tuoi consigli vanno custoditi come gemme preziose ❤️
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per il tuo commento: condividere i propri momenti di vulnerabilità è a volte proprio quello che ci serve per decomprimere le emozioni scomode (almeno un pochino).
Capisco le difficoltà di cui parli: il poco tempo e la stanchezza fanno la loro parte, e le crisi dei bambini a volte sembrano la miccia che porta all'esplosione.
Non giudicarti, siamo umani: accogli le tue debolezze e fa che siano il punto di partenza per provare a migliorare. Chiedi scusa ai tuoi bimbi e ripartite insieme da lì.
Ti lascio qui un link a diverse risorse presenti su La Tela per quanto riguarda il tema della gestione della rabbia: piano piano, un passo alla volta, sono sicura che le situazioni che descrivi potranno diventare sempre meno frequenti (ci va tanto impegno, è vero, ma quando poi vediamo i risultati di quell'impegno, si riempie il cuore).
E se non conosci la Guida per il genitore e Libro stampabile per l'infanzia È il tuo coccodrillo! ti invito a scoprirlo: per tante famiglie ha fatto la differenza nella gestione delle crisi dei bambini.
Facciamo il tifo per te 💜
Se hai ascoltato il podcast direttamente su la Tela, ti confermo che al momento non risulta ancora possibile la condivisione degli episodi.
Ci stiamo però lavorando, e ti anticipo che molto presto sarà disponibile l'opzione di condivisione.
Un abbraccio. 💜
Ps. Ti consiglio anche di parlare con tuo marito con calma, magari a cena fuori se ne avete la possibilità o sul divano rilassati dopo aver messo a letto i bimbi, con qualcosa da sgranocchiare. Parlagli di quanto abbia ragione quando ti dice che sei la prima che sbaglia, ma che proprio perché lo riconosci e ti metti in gioco puoi cambiare e ti farebbe piacere se ti aiutasse. È solo uno spunto di un processo molto più ampio, ma spero possa piantare un semino. 💜 (Se hai bisogno di aiuto più approfondito, ti consiglio un 1a1 con me quando avrò disponibilità)
Molto giusto il pensare al tipo di limite che vogliamo impostare per motivare il cambiamento a lungo termine senza cedere alla via facile, nel breve termine, dell’alzare il tono di voce. Per quanto mi riguarda, la modalità reattiva con cui devo combattere non è tanto l’attacco (l’urlo), quanto la fuga (mettere il muso o mostrare che sono delusa tramite espressioni del viso). Questa è la modalità a cui sono stata abituata da piccola! Il silenzio può essere ancora più violento dell’urlo!
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per la tua condivisione, hai proprio ragione: a volte il silenzio può ferire anche più delle parole. Ne sei consapevole e stai lavorando per cambiare approccio, questa è la cosa importante.
Ti sono vicina e ti capisco (anche se io sono "team urlo")... tutte le case sono in fiamme 💜
Trovo che il concetto di capolinea sia eccezionale! Grazie a te, ai tuoi podcast e soprattutto al tuo corso sto lavorando tanto su questa cosa sia con Samuele ma in realtà anche con Fabio...soprattutto cerco di capire in anticipo che giornata sia per me...quanto sia disposta ad offrire, quanto sia vicino o meno il capolinea in quel momento...così ne parliamo, e se sento che non potrei sostenere come desidero uno scontro o un confronto, cerco di condividere quel mio limite giornaliero, chiedendo di aiutarmi, aiutarci perchè semplicemente non ce la farei ad essere serena. Questo ho notato che aiuta molto, sia perchè accende momenti di condivisione in famiglia, ma anche perchè offre a tutti l'occasione di riflettere sull'essenzialità delle nostre azioni o parole. Non ci riesco sempre ma sento che la strada è quella giusta. Un grande abbraccio!!!
sono Rosalba del team La Tela.
Come va adesso? È un processo, non pensare di non farcela solo perché accade che sbagli.
Questo è normale, è umano, succede a tutti, anche a chi ha gli strumenti, anche a chi li pratica da tempo. La cosa fondamentale è non arrendersi e continuare a fare il lavoro per imparare a gestire ed accogliere anche questi momenti, e questo farà sì che l'urlo uscirà fuori sempre meno spesso 💜
A proposito, hai già dato un'occhiata alla nuova piattaforma La Tela? Si chiama Tutta La Tela, e dentro trovi (tra le tante altre cose) moltissimi contenuti che riguardano la Crescita personale, la rabbia e le altre emozioni.
E poi, pian piano, ci si accorge che la fatica diventa meno, più si fa il lavoro e più si alleggerisce.
Ti abbraccio 💜