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144. Rientro a scuola

In questo episodio di Edcuare con calma parliamo di rientro a scuola: che cosa aspettarci, come prepararci e che strumenti utilizzare per renderlo (si spera) più piacevole e meno traumatico per adulti e bambini.

11 agosto 2023·
28 min
·16 commenti
benvenute e benvenuti ad un nuovo episodio di educare con calma. Oggi parliamo di scuola. Lo so, è ancora piena estate. Forse in questo momento la scuola non è proprio in cima ai vostri pensieri, ma so che per tanti genitori questo può essere un momento davvero, davvero sfidante, perché magari questo è il primo anno di scuola o perché i bambini non vivono serenamente il momento del distacco e l'avete già sperimentato l'anno scorso e non parlo solo dei più piccini. Spesso dimentichiamo che anche i più grandi fanno fatica in modi diversi, quindi credo che possa essere davvero molto utile parlare di scuola adesso che siete tutti rilassati e che avete tempo di mentalizzazione. E quindi con questo episodio vorrei stimolare alcune riflessioni, ma soprattutto offrire un po' di consigli pratici e dare il tempo necessario per assimilare e praticare tutto questo. Um questo tra l'altro è una è un contenuto tratto da una newsletter che ho inviato l'estate scorsa. Ma sapete che ogni tanto vi ripropongo la newsletter um in versione podcast, perché poi da un anno all'altro da un mese all'altro addirittura aggiungo cose, riflessioni, emozioni, sensazioni, eccetera eccetera. Quindi partiamo dunque partiamo proprio dagli antipodi tanti di voi lo sanno già. I miei figli non vanno a scuola come famiglia. Noi quasi cinque anni fa, nel duemila e diciannove abbiamo scelto di viaggiare a tempo pieno. E questo è stato possibile anche grazie al homeschooling che, um, lo sentite anche voi L'uccellino sono in una cabina di registrazione. Come può esserci un uccellino si sarà infilato nell'aria condizionata che tra l'altro è spenta. Niente. Faremo l'episodio con l'uccellino se non smette, perché ho prenotato la cabina di registrazione. E se non registro adesso mi sa che chissà quando torno a registrare, quindi ci riprovo. Anzi, sembra che sia sparito adesso. Okay, vabbè. Okay. Stranissimo, eh? Va bene. Quindi vi stavo raccontando appunto che è proprio il fatto che noi abbiamo la possibilità di viaggiare a tempo pieno. È sia per il nostro lavoro, perché io e Alex lavoriamo online, ma anche perché abbiamo scelto di fare scuola a casa tra l'altro del nostro homeschooling. Ho già parlato in un altro episodio del podcast. Um, che troverai negli episodi relazionati a questo? Sul sito dicevo Oliver, Emily. Oggi non vanno a scuola, ma ci sono andati per due anni e, um, ricordo benissimo la fatica all'inizio oggi. Ovviamente ogni volta che facciamo un'esperienza nuova in scuole in giro per il mondo e magari li lasciamo da un giorno all'altro in un nuovo ambiente non ci sono più problemi, ma non è sempre stato così. All'inizio fu davvero difficile um decidere prima di tutto se mandarli a scuola prima o dopo una certa età, anche perché c'è una sovrabbondanza di teorie e pareri su questo argomento. Alcuni dicono che dovresti mandare tuo figlio all'asilo il prima possibile. Se non vuoi che faccia fatica, altri dicono no, assolutamente, bisogna a dopo. L'anno c'è invece chi sostiene di non iniziare tra i dodici e i diciotto mesi? Perché in quel periodo la separazione è più difficile. Altri invece che dicono se non l'hai mandato prima dei diciotto mesi, allora aspetta fino a che non abbia tre anni. Così passa tra virgolette la fase dell'automazione che fatica. Se vi state chiedendo dove sta la verità. La mia risposta onestamente è che è vero tutto e il contrario di tutto. Al di là della teoria, questo è forse l'unica, cosa che posso dirvi con onestà intellettuale. Alcuni bambini fanno fatica a separarsi dai genitori per iniziare l'asilo o la scuola. Altri no. Per alcuni bambini ogni anno è un nuovo anno e porta con sé la stessa difficoltà di separazione. Per altri no, non c'è trucco o consiglio per renderlo più facile, non c'è un'età ideale e soprattutto quando si tratta di separazione non ci sono regole, ci siete solo voi e le vostre emozioni che dovete accompagnare e non risolvere e nessuno è preparato. Nessuno sa che cosa aspettarsi finché non lo vive. E su questo argomento però non mi dilungherò troppo, perché in realtà ho tanto, tanto, tanto tanto da dire, ma ne parlerò in maniera più estesa nella newsletter che arriva a fine mese, che sarà proprio sull'ansia da separazione l'ho già scritta è bellissima, me lo dico da sola se non ricevete ancora le mie newsletter e volete riceverli, vi invito ad andare su www punto la tela punto com barra newsletter e potete iscrivervi. Quindi oggi non parliamo di ansia, di separazione, ma quello che invece voglio fare oggi è darvi alcuni consigli per accogliere le emozioni, per l'inizio o il ritorno a scuola e alcuni strumenti che secondo me potete utilizzare per preparare i bambini, perché la prima cosa in assoluto da fare è preparare i bambini la preparazione è un super potere. Chiudete un attimo gli occhi e immaginatevi in spiaggia o in montagna, in un ambiente che vi piace. E immaginate che siete lì che respirate l'aria fresca o bagnate i piedi nell'acqua e state in questa sensazione di benessere, calma, relax. Immaginate che state passando delle belle giornate di armonia con i vostri figli che state giocando a palla in un campo e poi una mattina dal nulla qualcuno arriva e mi dice ora di tornare in ufficio. Ah, io non so voi io personalmente non reagirei molto bene. Per i nostri figli è la stessa cosa. Deve esserci una fase di transizione, è importante prepararli. Lo so che magari pensate, eh, ma se inizio a prepararli adesso inizia l'ansia. Iniziano le preoccupazioni e cominciamo a metterci in quello stato di come dire di pensare a un qualcosa che non ci piace, mentre invece adesso ci stiamo davvero concentrando su quello che ci piace in realtà, o passiamo del tempo a prepararci con i nostri figli alle emozioni che verranno e magari a farli sentire sicuri di sé o più sicuri di sé. Quando queste emozioni arriveranno e queste situazioni arriveranno, oppure passiamo del tempo a gestire la loro resistenza, il loro rifiuto, le loro crisi. Io personalmente preferisco la preparazione. Questo non significa che non ci sarà nessuna crisi, ovviamente. Ma significa che un bambino che arriva preparato ad una situazione che teme o una situazione che l'anno prima o la volta prima lo ha reso scomodo. Lo ha fatto sentire a disagio. Um E un bambino che si sente più sicuro di sé perché sente di avere gli strumenti. Quindi io comincerei a parlarne con molto anticipo, con molta tranquillità. Per esempio, possiamo iniziare a preparare insieme il materiale quando arriviamo più vicini alla data. Possiamo chiedere Ti ricordi che cosa succede lunedì? Potete parlare di compagni e compagne se li conoscete di insegnanti. Se avete una loro foto, magari potete mostrarla. Potete provare a ricordare i nomi insieme. Se avete la foto, potete provare a fare un gioco, indovinare come si vestiranno, come saranno vestiti, di che colore sarà la maglietta Dell'insegnante. Ecco provare davvero a usare l'immaginazione la creatività per preparare i nostri bambini in modo che sentano di avere più strumenti. E poi potete parlare con sincerità, raccontare i dettagli di come succederà tutto quello, per esempio andremo in macchina alla porta, ci salutiamo e tu entri dentro con L'insegnante. Oppure andiamo in macchina, parcheggiamo un po' più lontano e facciamo una piccola passeggiata verso la scuola. Quanto vuoi parcheggiare lontano? Vuoi parcheggiare dieci metri? Vuoi parcheggiare venti metri, pensare un po' a quello che saranno i dettagli E soprattutto credo che sia importante dare sempre dei riferimenti temporali concreti e quindi dire sempre Ricordati che io andrò a lavorare e poi tornerò a prenderti dopo il pranzo e poi magari queste frasi susciteranno delle domande e rispondiamo alle loro domande. Più ne parliamo, più ci prepariamo e più riusciamo a gestire la situazione. È un po', come quando abbiamo paura di qualcosa. Più lo conosciamo, meno abbiamo paura. E questa è una cosa di cui parliamo anche nella nostra guida sulla paura esplorare la paura che trovate sullo shop. Poi una cosa veramente molto importante è accogliere il pianto. Dobbiamo tenere le aspettative bassissime e provare a scacciare la preoccupazione. Alex mi dice sempre che non ha senso preoccuparmi di ciò che non posso controllare e sicuramente quella è una situazione che non posso controllare, perché ci sono talmente tanti fattori in gioco, talmente tante emozioni talmente tante persone in ballo che sicuramente non sono io a poterlo controllare. L'unica, cosa che posso decidere è come mi sento io. E io cerco di sentirmi il meno preoccupata possibile perché più mi sento preoccupata, più i miei figli sentono e riflettono la mia preoccupazione. Di questo parleremo anche nella newsletter. Ricordatevi che nessun bambino è uguale all'altro. Alcuni bambini non piangono, altri bambini piangono perché fanno fatica a staccarsi da voi, altri piangono perché non sono ancora pronti. Insomma, davvero è impossibile capire che cosa potremo aspettarci l'unica, cosa che possiamo aspettarci è che capiremo quel giorno come va. Una cosa che però mi sento di consigliare a tutti i genitori è un'aspettativa precisa Aspettatevi da voi stessi che quel giorno, qualunque cosa accada, voi non sgattaiola rete via. Non importa se L'insegnante vi dice andate via adesso che non vi guarda. Non importa se pensate che in quel momento sia meglio fare così. Non importa se l'altro genitore fa così e suo figlio non piange salutare. È un segnale d'amore di rispetto, di fiducia e crea fiducia. Quindi respirate, usate un tono calmo e qualsiasi cosa succeda, salutate i bambini, anche se significa che dovrete andare via con l'immagine del loro viso in lacrime. Non saltate questa parte, ricordate loro che tornerete sorridete, giratevi e andate. Non saltate i saluti, poi un'altra, cosa che mi sento di suggerire ai genitori di bambini un po' più grandi è è di non deriderli. Magari pensate che siano già grandi e che non dovrebbero più piangere e che magari sono già abituati a separarvi da voi in tanti altri contesti. Perché proprio adesso devi fare queste scenate? La separazione può essere davvero difficile sia per bambini piccoli che per bambini più grandi. Non deridete, non fateli sentire sbagliati. Evitate frasi del tipo Ma dai, ormai sei grande oppure ma smettila l'anno scorso sei andato a scuola tutto l'anno felice oppure ma dai, non fare così che tanto lo sai benissimo che poi entri e in due minuti smetti di piangere e ti diverti tutto il giorno. Quando proviamo insicurezza e parlo sia per adulti che per bambini, abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, non di qualcuno che ci deride. Abbiamo bisogno di qualcuno che validi le nostre emozioni. Validare le emozioni significa accoglierle e considerarle vere e importanti. Credete ai vostri figli e soprattutto una cosa che vi invito a non fare evitate paragoni con altri fratelli o sorelle eh vabbè ma guarda tua sorella come stai? Entra tranquilla perché non puoi entrare tranquillo anche tu oppure tuo fratello è più piccolo di te e non piange nemmeno. Le emozioni non sono una competizione e nessun bambino o bambina vale meno di un altro anche se fa più fatica deriderli per le emozioni che sentono perpetua semplicemente la narrativa sul fatto che esistono emozioni positive ed emozioni negative e noi genitori dobbiamo allontanarci da questa narrativa. Dobbiamo scendere da questa ruota del criceto dobbiamo assolutamente educare alle emozioni. Stavo dicendo in maniera diversa, ma probabilmente educare alle emozioni punto Mostrate empatia e se non riuscite ad attivare quell' empatia per vostro figlio o per vostra figlia, um provate a pensare a un'amica o un amico che viene da voi e vi confida di essere nervoso per il primo giorno di lavoro gli rideresti in faccia, gli diresti Ma dai ma smettila che non hai nulla di cui preoccuparti mhm non credo smettiamo di avere due pesi e due misure con adulti e bambini e inoltre i bambini sono esseri umani incompresi. Dobbiamo fare uno sforzo extra per metterci nelle loro emozioni, dentro le loro emozioni. Provate a dire Ti capisco. È strano tornare alla routine scolastica. Anche a me. Ci vorranno giorni per abituarmici, sia al fatto che devo lasciarti a scuola sia al mio lavoro. Validate i loro sentimenti, coinvolgete nelle decisioni. Per esempio potrebbe essere utile dire qualcosa come anche io mi ero abituata a stare di più con te e mi piace tanto. Però per noi avremo i pomeriggi. Che cosa vorresti fare con me dopo scuola? Questa per me è la base da cui partire per affrontare il rientro a scuola o l'inizio della scuola. Quindi sono proprio quelle cose necessarie per favorire un'esperienza il più possibile serena. E poi, certo, ci sono anche azioni più concrete che potete fare. In particolare vi lascio tre consigli pratici uno. Fate un giro di prova un giorno durante le vacanze, magari poco prima dell'inizio della scuola o molto prima e poi lo ripetete. Alzatevi, all'ora giusta, preparatevi. Salite in macchina, andate a scuola parcheggiate e fate una passeggiata fino di fronte al cancello. Poi magari potete andare a fare colazione insieme e presentarla e viverla un po' come un'avventura quando arriva il giorno giusto, ovvero proprio non quello di prova. Parcheggiate un pochino più lontano e provate a camminare due o tre minuti per arrivare a scuola. Magari durante la passeggiata si può osservare quello che abbiamo intorno si possono fare dei giochi che magari tolgano un po', il focus da quello che è effettivamente l'arrivare a scuola e magari rilassi anche voi. Per esempio vedete una fila di formichine, fermatevi a contare le formichine contate quante macchine gialle passano contate quanti passi fate dalla macchina al cancello? Ovviamente non deve essere una passeggiata lunghissima perché poi abbiamo il problema opposto, ovvero non voglio camminare, è troppo lungo, mi fanno male le gambe e quindi passiamo insomma da una crisi all'altra, eh, ma semplicemente un qualche metro potrebbe essere una buona abitudine da mantenere e onestamente noi facevamo così e per noi faceva tutta la differenza. Anzi a volte magari uscivamo di casa, che eravamo un po' più tesi e arrivavamo a scuola dopo la passeggiata che stavamo tutti meglio. Sapete che il movimento stimola la produzione di endorfine e serotonina e che sono ormoni neurotrasmettitori che mi lo stato di serenità? Vabbè, non vi faccio il lo spiegone però insomma, muoverci ci fa sentire meglio e io tra l'altro questa è una tecnica che uso anche quando vedo che noi siamo di sregolati nella nostra famiglia la nostra tecnica è andare a fare una passeggiata, ovviamente non nel momento di crisi, ma facciamo prima a passare la crisi e poi andiamo tutti insieme a fare una passeggiata e questo generalmente migliora tantissimo la situazione. E poi altre tecniche tra virgolette, altri piccoli strumenti che possono funzionare e che funzionavano per noi erano dei piccoli rituali di saluto. Ad esempio Mhm, datevi il cinque in modo speciale, potete impararlo a casa e ripeterlo quando è il momento di salutarvi. Questo crea anche un qualcosa di familiare in una situazione che è estremamente estranea. Oppure lasciate ai bambini una moneta, una pietra in tasca che possano ridarvi appena tornate a prenderli. Se la perdono è uguale per fargli sapere che tornate e magari per ovviare al problema che magari possono perderla, tornate voi con una e quindi se loro l'hanno persa, dite ma non c'è più nessun problema, ce n'è un'altra qua. Ricordatevi prepararsi, prepararsi, prepararsi. Um oppure cantate la stessa canzone mentre siete in macchina o mentre camminate scambiatevi un braccialetto fatto da voi, offrite un bigliettino con un disegno, con una scritta se leggono da tenere in tasca e magari guardare quando sentono la vostra mancanza o dategli una vostra foto che possano guardare quando gli mancate e dite anche a loro che anche loro vi mancheranno e farete lo stesso, guarderete una loro foto. O magari, ecco sì, prima di salutarvi, disegnare la stessa immagine sul braccio, sul ginocchio, sulla mano può essere un cuore, una stella, un fiore, qualcosa di vostro, insomma. Oppure preparate una cosa da regalare all'insegnante o a un amico o un'amica spesso l'emozione di volerlo dare, riduce un pochino la preoccupazione di salutarci e poi sempre osservate la vostra famiglia, perché ovviamente, nel momento in cui osservate i vostri bambini, sapete di che cosa hanno bisogno in quel momento. E potete allenare tutti insieme la creatività. Però, in ogni caso, qualsiasi cosa scegliate di fare come questo per questo piccolo rituale, ricordate che questi rituali sono un supporto, non una soluzione. A volte funzionano, a volte no, ma quando funzionano possono fare davvero la differenza. Soprattutto ricordo quando dovevo lasciare Emily. Una cosa che faceva assolutamente la differenza era trovare quel qualcosa che la tirasse dentro. A volte era una frase che diceva l'insegnante del tipo oh, ho preparato un bellissimo materiale per te, altre volte era quel disegno che voleva portare a in classe all'amico altre volte. Una volta è successo che abbiamo comprato le ciabattine nuove e quindi era era emozionata ed è entrata con le ciabattine nuove. Altre volte era, um che le lasciavo il cambio in mano, eh, perché quando lei è entrata aveva doveva comunque avere del del cambio dei vestiti di cambio era piccolina e quindi um le lasciavo i vestiti in mano e le diceva Va lì a mettere sulla tua mensola. Ecco, questi piccoli gesti a volte possono fare la differenza, altre volte no. Ah, e a proposito di strumenti che possono sopportarvi, io vi consiglio di usarne alcuni che possono aiutare i bambini a comprendere il tempo che passa. Ad esempio nei quindici giorni prima dell'inizio della scuola, io vi proporrei di usare alcuni strumenti. Uno Il calendario a pallini lo potete realizzare disegnando su un foglio quindici pallini che rappresentano i quindici giorni che mancano all'inizio della scuola e ogni mattina, appena svegli, i piccoli possono andare a colorare un pallino con un colore a scelta per aggiornare il countdown. Um, questo potete farlo anche con un calendario normale per i bimbi più piccoli. Io noto che è più semplice disegnare dei pallini a random proprio sul foglio di carta. E potrebbe anche essere molto utile il poster della routine che potete creare con le foto dei vostri bambini mentre fanno le attività della routine mattutina. Per esempio, io avevo fatto delle foto di Oliver che si lavava i denti, che si vestiva, che faceva colazione e poi li avevamo attaccati in ordine su un poster su un grande cartellone. E questo cartellone dettava in un certo senso quello che Oliver doveva fare. In che sequenza doveva farlo? Questo tra L'altro è anche un bel un bellissimo modo semplice e pratico per coltivare l'autonomia dei bambini ed evitare quelle quei momenti in cui dovete seguirli per tutta la casa e ricordare loro che cosa fare. Che può essere molto frustrante per tutti. Ma se invece c'è un poster che lo dice, possiamo semplicemente dire o andiamo a vedere che cosa dice il poster della routine? Qual è la prossima cosa che dobbiamo fare? Io mi ricordo Oliver che correva e andava in camera. No. Scusatemi. Andava sulla porta di casa D'ingresso dove c'era il poster della routine a vedere che cos'era la prossima cosa. Anche se lo sapeva benissimo. Però lui correva e andava e mi diceva i denti e andava a lavarsi i denti. Um, ecco. Quindi questo veramente era, um, questi due strumenti per noi sono stati molto importanti. E io tra l'altro li consiglio ancora oggi a tantissimi genitori, soprattutto al poster della routine, proprio per aiutarli a impostare delle piccole routine quotidiane. Non la grande routine di tutto il giorno, ma delle piccole routine quotidiane, la routine della nanna, la routine del mattino, eccetera, eccetera. Potete trovare questi due strumenti in due post diversi sul mio blog e anche questi link ve li lascio nei post relazionati sulla pagina dell'episodio del podcast sulla tela. Okay, non potevo dirlo più velocemente. Okay. E quindi basta. Credo di avervi detto tutto. Magari chiudo questa piccola cassettina degli attrezzi, cioè di consigli per il rientro a scuola con due riflessioni che credo potranno aiutarvi. La prima riguarda L'estate. In estate si tende a cambiare la routine perché c'è più tempo. Le giornate sono più lunghe, ci sono più cene con gli amici, si può stare svegli più tardi il fatto che si possa farlo. Non è detto che si debba farlo. Non è detto che farlo sia meglio. Non è sbagliato in sé, ma il mio invito è quello di fare di queste occasioni l'eccezione. I bambini hanno bisogno delle stesse ore di sonno. D', d'estate e d'inverno hanno bisogno di queste ore per funzionare tra virgolette durante il giorno. Se potete, mantenete almeno la routine della sera, ovvero una routine minima indispensabile, soprattutto in un periodo in cui c'è poca routine aiuta molto e non ritardate troppo la buonanotte rispetto ai giorni scolastici. Questo faciliterà tantissimo il rientro e il ritorno alla routine e magari è un po' tardi per questo consiglio, ma forse no. Se vi siete allontanati moltissimo dalla vostra routine, ritornate piano piano gradualmente ai ritmi abituali, anche solo andare a dormire quindici minuti prima alla sera, ogni sera, finché si arriva all'ora in cui sapete che si andrà a dormire durante la scuola. Per la seconda riflessione, invece, sono sicuramente ancora in tempo, perché riguarda proprio le mattine di scuola, quando i genitori mi raccontano che al mattino non hanno tempo, che sono di fretta, che corrono e che tutti si arrabbiano, che tutti sono di sregolati l'unica risposta che io personalmente mi sento di dare è svegliatevi prima so che non piace a nessuno. So che all'inizio si è stanchi, ma poi diventa una routine per tutti e contribuisce a creare una routine più serena, più calma, più rilassata, più flessibile. Io ero arrivata a svegliarmi e svegliare i bimbi alle cinque e mezza del mattino, più o meno perché sapevo che quando non c'era fretta le nostre mattine erano più piacevoli. Questo a volte significa anche cambiarle, cambiare la routine della notte e possibilmente gli impegni del pomeriggio per andare a letto prima. Oliver ed Emily andavano a letto verso le diciannove, diciannove e trenta fino a qualche anno fa. Adesso più o meno vanno a letto tra le otto e le otto e mezza, massimo alle nove e hanno sei e otto anni. Io sono una grandissima sostenitrice dell'andare a letto presto. I bambini, secondo me devono andare a letto presto per due ragioni principali una hanno bisogno delle ore di sonno e spesso non le hanno. Non ne hanno abbastanza e due noi genitori abbiamo bisogno di iniziare la nostra giornata da adulti nel momento in cui loro vanno a dormire inizia la nostra giornata da adulti. Almeno questa è la sensazione che ho io con con alex. Io credo davvero che faccia una grandissima differenza e lo so che a volte mi dite eh, ma l'altro genitore arriva a casa tardissimo, finisce di lavorare alle sette e mezza. Otto arriva a casa, dobbiamo ancora cenare, sennò non sta nessun nemmeno un qualche minuto con loro. Lo so, lo capisco, ma insomma credo anche che per qualche anno per i primi anni si possa provare a seguire un po' di più quelle che sono le esigenze dei bambini e del loro momento di sviluppo. E quindi magari se un genitore arriva tardi la sera, noi ci facciamo trovare già cenati già con il pigiama, già con i denti lavati già con il libro letto e il genitore arriva, saluta da un bacio e a nanna non sarà per sempre. Questa routine cambia. I bimbi cominceranno ad avere bisogno di meno ore di sonno, andranno a letto più tardi, ma all'inizio quando sono piccoli e hanno bisogno delle loro ore di sonno. Diamogliela, rendiamola la priorità a discapito di altri piccoli sacrifici. E non è detto che se questi piccoli sacrifici pesano molto, magari si troveranno delle soluzioni creative per riaggiustare un pochino le priorità. Okay, siamo arrivati alla fine. Pensiero a ragnatela ci sta. Questo è proprio un pensiero che mi piace lasciare una riflessione che mi piace lasciare ogni volta che si parla di scuola e di inizio della scuola, di aggiustare le aspettative, di programmare le aspettative anche in un certo senso, a seconda della scuola che frequenteranno i vostri figli avranno a che fare con voti e valutazioni. E anche se i vostri figli sono ancora piccoli e questo scenario è ancora lontano, vi invito a riflettere su questo fin da ora. La mentalità dell'aspettativa è una mentalità che danneggia i bambini e possiamo combatterla solo noi dentro di noi. Un voto, anche se la scuola sembra farci credere diversamente, non riflette chi sono i nostri figli e non dice se avranno successo nella vita. Se diamo importanza a quel voto, oggi mandiamo un messaggio distorto per la vita. Piuttosto possiamo scegliere di mettere il focus sull'impegno, di non arrabbiarci e non umiliare i nostri figli per un voto basso. Capire insieme non come migliorare quel voto, ma che cosa è mancato loro a livello emotivo. io non voglio che i miei figli siano intelligenti per la scuola. Voglio che siano intelligenti per la vita, che prendano decisioni intelligenti, che sviluppino una mente critica, che imparino l'empatia, che vedano l'errore come qualcosa di positivo, come un maestro che insegna a rialzarci, che ci rende resilienti. Se la scuola non passa questi messaggi lo faccio io a casa e basta questo vi ho detto tutto. Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo episodio del podcast. Nel frattempo, vi ricordo che mi trovate ovviamente su www punto la tela punto com e da lì trovate tutto, anche il mio Instagram e tra l'altro nelle ultime settimane. Ma ve ne parlerò meglio più avanti abbiamo lanciato un nuovo servizio che è l'uno a uno. Quindi quando andate sul sito vedrete anche quello. Andate a sbirciare. Buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete, nel mondo. Ciao Ciao.
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Ciao Carlotta, 
Grazie dei tuoi consigli. Routine nanna sono totalmente d’accordo ma il mio bimbo proprio non riesce e/o non vuole lasciarsi andare al sonno. 
Idee ? 
Grazie molto per ciò che fai. 
Grazia 
Ciao Grazia, sono Rosalba del team La Tela.
Ti lascio qui il link ad una «collezione» di contenuti sul sonno della famiglia 💜
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Ciao Cecilia,
sono Rosalba del team La Tela (aiutiamo Carlotta a rispondere ai messaggi, lei non riesce a rispondere sempre ma vi legge ed è sempre felicissima delle vostre condivisioni!).
Quello che hai scritto è davvero bello: hai fatto la scelta più giusta per il tuo bimbo, ed è incoraggiante sapere che sempre più genitori si impegnano per cambiare mentalità (anche quando il mondo fuori sembra remare contro).
Un abbraccio! 💜
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Ciao Carlotta,
condivido sia come pensiero sia come stile educativo ciò che hai detto nel tuo podcast. Da sempre i miei bambini seguono una routine serale e vanno a letto tra le 20.00 e le 20.30 e vedo che dormono beatamente fino a mattina, come dici tu: ne hanno bisogno. Grazie per la tua condivisione e grazie per le tue idee sul rientro a scuola. Le proverò col piccolo di casa, accogliendo le nostre emozioni e preparandolo ai primi giorni.
Grazie
Grazie a te per il tuo feedback 💜
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Carissima Carlotta,
Questo podcast mi ha ricordato un altro tuo pezzo (non ricordo se un altro podcast, se in reel, se un semplice post su Facebook o un articolo del tuo prezioso blog, ma ricordo bene quanto ci aiutò) che per noi l'anno scorso fu illuminante.
Jacopo soffrì molto il passaggio dal nido, che frequentava dall'età di quattro mesi e considerava IL suo asilo, all'infanzia. Ci aiutò parcheggiare la mattina un po' più in là, concederci cinque minuti in più a fare due passi chiaccherando del più e del meno o cantando. Arrivava alla soglia un po' più sereno.
Completamente d'accordo su a letto presto, nonostante tutte le critiche, nonostante e ma così non potete fare tante cose.. e sul fatto che la mattina presto si arriva all'orario d'uscita molto più rilassati💚
Ciao Claudia, ricordi bene: l'episodio è tratto da una newsletter dell'anno scorso, proprio di questo periodo (ho pensato di riproporla perché credo sia sempreverde) 💜

Ps. Quella strategia di parcheggiare un po' più lontano ha aiutato tante famiglie, magari ne farò un podcast! Grazie per il tuo commento!
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Ciao Carlotta,
Una riflessione sul tuo ultimo episodio del podcast intitolato “rientro a scuola”. Condivido con te che i bambini debbano dormire tante ore e quindi andare a letto presto, però non condivido quando dici che se un genitore torna tardi da lavoro (es. 19:00-19:30) o il bambino deve essere già a letto oppure si deve limitare al bacio della buonanotte. Mi metto nei panni di quel genitore (per fortuna non è il mio caso) che magari fa questi orari da lunedì al venerdì e seguendo il tuo ragionamento quel genitore non vedrebbe/godrebbe il figlio (e viceversa) solo a sabato o alla domenica. Se un genitore torna tardi io penso che sia meglio comunque cenare insieme e dedicare tempo di gioco al dopo cena per poi procedere con la messa a letto alle 20:30-21.00. Così genitore/figlio si vivono la quotidianità e la relazione.
Ti seguo sempre volentieri. Un caro saluto.
Ciao Samuele, capisco bene il tuo punto di vista e grazie per il tuo commento.

Credo che sia importante avere le priorità chiare: nei primi anni di vita poche ore di sonno possono far fare davvero fatica a un bambino che non sa ancora gestire le emozioni. Spesso (te lo racconto per esperienza indiretta di tante famiglie con le quali ho lavorato), aspettare quell'ora in più può essere causa di molte crisi che portano i genitori a fare molta più fatica e quindi a non godersi nemmeno quel momento che tanto aspettavano (e che si aspettavano essere piacevole, con conseguente delusione). Poi a volte la situazione si ripete così spesso che si innesca un circolo vizioso di crisi e lotte di potere per mettersi il pigiama, lavarsi i denti, andare a dormire…

Il mio consiglio alle famiglie che vivono questa situazione è quello di capire se c'è un'altra soluzione: per esempio, alcune hanno «risolto» andando a lavoro un'ora prima e tornando un'ora prima o chiudendo il negozio un'ora prima a giorni alterni. Se non c'è altra soluzione, consiglio di passare più tempo possibile (di qualità e presente, senza dispositivi) nel fine settimana per recuperare.

Considera anche che è tutto temporaneo e presto anche andare a dormire un'ora dopo non sarà più un problema.
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Ciao Carlotta.
Io ai miei figli do 1 leggero scaldacollo con il mio profumo come oggetto da tenere con loro quando hanno i loro momenti di crisi per la scuola o per altri momenti di lontananza.
Che bella idea! 💜
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Ciao Carlotta,ne approfitto per chiederti un consiglio,cosa devo fare se i miei figli sbagliano?Li devo correggere?Parlo,dei compiti.
Grazie mille
Ciao Viola! C'è un episodio del podcast dedicato all'errore e alla paura dell'errore. Se vai a cercarlo, secondo me può darti qualche spunto. 💜
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Ciao Carlotta, i nostri bimbi sono ormai grandi (11 anni e mezzo e 9 e mezzo) ma devo dire che anche da piccoli hanno, per fortuna nostra e loro, vissuto sempre abbastanza bene il rientro a scuola.
Una cosa però mi ha colpito in questo episodio ed ero curiosa di confrontarmi con te. Tu dici di riempire il racconto di dettagli, ma questo non può rivelarsi un boomerang? Ti spiego meglio. Il mio grande vive di dettagli. Lui è un tipo molto metodico e programmato e
se le cose non vanno come le ha pensate nella sua testa è facile che si innervosisca o si dispiaccia. Di conseguenza io evito di dettagliare cose sulle quali non posso avere il controllo (per seguire il tuo esempio del parcheggio potrei non trovarlo dove abbiamo concordato) e quando lui è troppo pignolo nei dettagli gli faccio presente che è una bella idea ma che magari non tutto andrà come ha ipotizzato ma diverso non è necessariamente male e può essere ancora più bello. Ti assicuro che anche se è grande, lavoriamo ancora molto sulle sue aspettative non soddisfatte e credo resterà il suo tallone d'Achille per sempre!🙂
Grazie per la lettura e buona giornata!
Ciao! Non credo di avere la risposta giusta per te, perché dovrei conoscere tuo figlio. Anche mio figlio vive di dettagli e proprio per questo gliene offriamo tanti, anche se portano a possibili delusioni (offriamo anche il dettaglio che è possibile che una parte della giornata avvenga così o non avvenga). Credo che il modo migliore di aiutarli a essere più flessibili e gestire meglio le delusioni sia proprio non proteggerli e lasciare che, a volte, rimangano delusi: e poi rimanere seduti con loro in quel disagio senza provare a risolverlo, io lo vedo come una panchina delle emozioni. 💜 Credo che tutti possiamo lavorare sui nostri talloni d'Achille ed evolvere.
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