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157. Natale diverso non significa meno magia!

In questo episodio di Natale su Educare con Calma (che è ormai è una tradizione annuale) inizio parlando di un post su Babbo Natale che ho pubblicato su Instagram e ti racconto perché sono rimasta delusa dai commenti.

8 dicembre 2023·
31 min
·14 commenti
Ti parlo anche di quelli che io penso essere i primi 4 passi per creare nuove tradizioni a Natale, se quelle con cui si è cresciuti ci stanno strette.

Non mi stanco di creare contenuti di questo tipo a Natale, perché so che questo periodo è triste per molte persone e che tante famiglie non vorrebbero viverlo come lo vivono, ma, circondati da una maggioranza che li giudica se non sfoggiano un sorriso, si mettono una maschera.

Questo contenuto è per chi fatica a vivere questa festa in maniera autentica e seguendo i propri valori: io so che è possibile e che non significa privarci della «magia»… e spero che continuare a raccontarlo, anno dopo anno, possa aiutare chi sente di voler scendere dalla ruota.

🎁 Scarica qui il PDF che ho promesso con l'esercizio per iniziare a creare le tue tradizioni di Natale. 
benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Da poco ho pubblicato un post su Instagram e sono rimasta un po' delusa. Se devo essere sincera, prima vi racconto il post e poi vi dico il motivo della mia delusione. Il post era sul Natale e spiegavo che per me è importante chiamare le cose con il loro nome per onestà intellettuale, l'onestà intellettuale fa parte delle fondamenta della mia evoluzione personale ed è un po', uno stile di vita. Quindi per me è assolutamente basilare. Se io dico ai miei figli con serietà che esiste un uomo che fa il giro del mondo in una notte su una slitta trainata da renne volanti, per me quella è una bugia e io scelgo di chiamarla bugia per onestà intellettuale, perché quello secondo me è il suo nome e scelgo anche di non dirla. Non sono pesante, non sono esagerata e lo dico perché mi ci è voluto moltissimo tempo a non sentirmi così e a capire che le critiche che mi dicevano e che è pesante, che sei e che è esagerata, che sei in realtà dicono più delle persone che le fanno che di me. Quindi lo ripeto non sono pesante, non sono esagerata, sono una persona che dà valore alle parole. Ora, se io dico che scelgo di non mentire ai miei figli e che questa scelta per me significa anche non dire che Babbo Natale esiste, non sto giudicando te genitore che scegli di dire ai tuoi figli con serietà che Babbo Natale esiste. Ormai avete capito che per me la genitorialità deve essere intenzionale. Ed è per questo che nel post invito i genitori che scelgono di dire questa bugia, di farlo con consapevolezza e intenzione, analizzando le ragioni per cui lo scelgono e sapendo che è una bugia, anche se magari è l'unica che raccontano tutto l'anno perché i figli che un giorno scopriranno la verità è possibile che la vedano proprio così, che pensino proprio quello. I miei genitori mi hanno mentito e scegliere di raccontare questa bugia con consapevolezza e intenzione aiuterà in quella delusione, aiuterà a navigare quella delusione nella vostra relazione aiuterà ad accoglierla e anche a prendersene la responsabilità che fa parte del nostro lavoro di genitore. Quindi nel post scrivevo proprio di accettare che si potrà perdere un po' di fiducia da parte dei figli perché i bambini che scoprono la verità potranno pensare su che altro mi mente e tra l'altro questo losco lo racconto proprio come esperienza diretta, mia personale ma anche in diretta di tantissimi adulti di oggi, bambini di ieri con cui parlo ogni giorno del Natale. E poi credo sia importante anche prepararsi a non sminuire l'emozione dei figli, ma a capire la loro delusione e anche a scusarsi per avere mentito e magari scegliere insieme, di non mentire più nell'educazione che diffondo. Prendersi la responsabilità delle nostre azioni è fondamentale e ci regala anche moltissima consapevolezza, perché capiamo che se noi mentiamo i nostri figli e qui il colore della bugia non conta nulla, è anche possibile che loro scelgano di mentire a noi e noi dobbiamo essere preparati perché glielo abbiamo mostrato con il nostro esempio. A proposito di bugie, a breve pubblicherò il mio primo workshop o masterclass. Non so ancora come chiamerò, come lo chiamerò a cui lavoro tra l'altro da moltissimi mesi proprio sulle bugie dei bambini in cui parlerò, tra le altre cose, del perché ci mentono e di come affrontare la bugia secondo un approccio a lungo termine. Le bugie noto che sono sempre motivo di grandissima confusione e anche di grandissima, come dire, portano a galla quella mentalità del um manca- della mancanza di rispetto. Ecco che voglio provare a scardinare un pochino in questo workshop masterclass um questo webinar tra l'altro sarà gratuito per la comunità tutta la tela loro non lo sanno ancora. Lo qualcuno lo sta scoprendo adesso ascoltando questo podcast lo scoprirà appena uscirà e il il webinar la masterclass. Quindi se hai già l'abbonamento, lo riceverai come contenuto specialissimo del venerdì e chi non ha l'abbonamento potrà comprarlo separatamente. Ovviamente se decidete di comprarlo prima del giorno del lancio, vi consiglio di fare l'abbonamento a tutta la tela perché per poco di più insieme al workshop, accedete anche a tutto il percorso per educare a lungo termine e alla nostra meravigliosa comunità. Momento um annunci terminato. Tornando al post del Natale, um, scrivevo anche altre piccole grandi verità, riflessioni che ho avuto modo di osservare direttamente nella mia famiglia o indirettamente nelle famiglie con cui lavoro e sono queste prima di tutto dire che Babbo Natale non esiste, non significa rimuovere la magia. I bambini amano giocare a fare finta a volte sono animali, altre volte astronauti, altre volte barche. Sapere che Babbo Natale è un personaggio inventato non glielo farà amare di meno se lo ameranno, perché alcuni bambini non lo amano e non lo possono vedere, anzi ne sono spaventati. Ma la magia sarà proprio nell'esplorare la storia, scoprire chi l'ha scritta, creare magari anche la loro versione. Perché Babbo Natale non può arrivare su un treno volante, per esempio. E poi, certo, sì, anche giocare a fare finta di aspettarlo la notte di Natale una cosa non esclude l'altra si può dire la verità e allo stesso tempo fare finta che Babbo Natale esista e anzi, senza la paura che la fantasia genera in un cervello immaturo, i bambini potranno addirittura godersi di più la storia di Babbo Natale. E se volete approfondire il discorso sulla fantasia e perché consiglio di ridurla nei primi anni, vi rimando all'episodio dieci del podcast due. Non è tutto o niente quando si dice la verità, ovvero che Babbo Natale è una storia inventata, che Babbo Natale non è un personaggio reale, non significa che si spenga l'immaginazione o che non si possa scrivere la letterina o che non si possa fare finta di aspettarlo o fare finta che il signore travestito al supermercato sia proprio Babbo Natale, nella mia esperienza con i miei figli, ogni volta che una persona travestita diceva loro di essere il vero Babbo Natale ed è successo tantissime volte, loro mi guardavano e mi facevano l'occhiolino. Mi facevano una smorfia, come per dire Mamma, io lo so che non è vero. E poi però succedeva la magia. Si godevano tutta la magia di quel gioco e davano tantissimo a quella persona. E quando si sa la verità si può anche diventare Babbo Natale. Si può comprare o preparare noi stessi in casa, i regali che daremo alle persone che amiamo e firmarli Babbo Natale più il nostro nome, per esempio. Nessuno ci vieta di vivere la storia di Babbo Natale come sentiamo che sia più giusto. Tre Tanti genitori che dicono la verità si preoccupano che i propri figli rovinino la magia ad altri bambini e nel posto ho voluto proprio rassicurarli. I bambini non rovinano Babbo Natale ad altri bambini. Ho assistito infinite volte, forse l'ho già raccontato in altri episodi del podcast, a conversazioni in cui un bambino dice che Babbo Natale non esiste e l'altro gli dice che non è vero o che la mamma ha detto che esiste o che l'insegnante ha detto che esiste. E poi continuano a giocare felici come prima, spensierati come prima, amici come prima. Ai bambini non importa questa conversazione siamo noi adulti che la complichiamo quando ci intromettiamo o ci arrabbiamo o ci critichiamo a vicenda. Tra genitori che fanno scelte diverse, i bambini non fanno nulla di tutto ciò. Un bambino dice Babbo Natale non esiste. L'altra gli risponde Ma certo che esiste, mangia perfino il biscotto che io gli lascio oppure i biscotti che io gli lascio sono i miei preferiti e queste sono frasi che io stessa ho ascoltato con le mie orecchie. L'altro ancora va a chiedere al papà e il papà se nella loro famiglia Babbo Natale esiste, gli conferma che esiste. Il bambino crede al papà perché i bambini credono soprattutto ai loro adulti di riferimento. Un'altra bambina ancora magari si mette a piangere, ma piangerebbe anche se qualcuno le dicesse che non ama il suo colore preferito e non per questo lo deve preferire meno. E questo è un messaggio che noi genitori dobbiamo trasmettere a quella bambina. Poi si alzeranno e continueranno a giocare. Lo ripeto troppo spesso siamo noi adulti che complichiamo questa conversazione. Lasciamo che i bambini parlino tra loro senza intrometterci. Vi assicuro che ci stupiranno tantissime e tantissime volte okay, mi sono dilungata. In realtà il post non era così lungo. Se volete leggerlo vi invito ad andare su Instagram. E ora vi dico perché ho provato delusione nel leggere tutti i commenti e ci tengo a specificare che non ha nulla a che fare con tutte le persone che hanno smesso di seguire l'account della tela. Um, proprio in seguito a questo post, purtroppo su Instagram è un'abitudine di molti smettere di seguire persone che fanno contenuti validi e che persone che anche apprezzano tutto l'anno. Se un solo pensiero è in disaccordo con il loro ormai lo so, lo accetto. Una volta mi infastidiva, lo trovavo un segno di grande chiusura mentale, Oggi invece so che è perché ognuno è a un livello diverso del proprio percorso e quindi lo accetto e ovviamente lo rispetto. Anzi, spesso ci scherzo anche su Prima di pubblicare il post, per esempio nel team abbiamo fatto una scommessa su quante persone avrebbero smesso di seguire l'account per via di questo post. Ma la delusione arriva da questo. Nel post ho scritto chiaramente sia nelle slide sia nella didascalia per chi era quel post. A chi era rivolto quel post? Quel post era per una minoranza di famiglie che non festeggiano il Natale perché non appartengono alla religione o perché non ne amano l'aspetto consumistico o per qualsiasi altra ragione personale. Quel post era per quella minoranza di famiglie che sentono che dire ai figli che Babbo Natale esiste sarebbe una bugia, perché lo è e si vedono criticati perché così rovinano la magia del Natale ai propri figli. Frase che io mi sento ripetere da tre anni, ovvero dal primo episodio sul Natale che ho pubblicato nel Duemila e venti. E poi quel post era per quelle famiglie sempre una minoranza, per cui il Natale tradizionale è una ruota dalla quale vogliono scendere. E nonostante avessi specificato che non c'è giudizio per nessuno e di non portarne quindi nei commenti, i commenti indovinate sono pieni di persone che credono nel Natale, quindi persone a cui non era rivolto quel post, persone che dicono ai figli che Babbo Natale esiste. Quindi persone a cui non era rivolto quel post, ma che scelgono di intromettersi in una conversazione che non li riguarda. Ecco, questo mi delude. Mi delude vedere continuamente che su Instagram parlo di Instagram perché è l'unico social che che uso che su Instagram ci si sente in diritto di dire la propria con giudizio e spesso con poca gentilezza, anche quando non si ha un posto al tavolo di quella conversazione. Lo trovo un comportamento poco rispettoso, oltre che poco gentile, perché le famiglie che vivono il Natale diversamente, le persone che non sentono che a Natale si debba essere per forza felici e vogliono capire come vivere questa giornata secondo i propri personali valori senza disturbare o giudicare il Natale altrui, non hanno un posto per parlarne perché sono ancora poche e sono spesso circondate nella vita reale da famiglie che le criticano e le giudicano e dicono che rovinano la magia del Natale ai figli. Ed è per questo che continuerò a dare voce a queste famiglie e a mostrare loro che esiste un modo diverso di vivere il Natale e che questo modo diverso non significa affatto ridurre o distruggere la magia. Per me Babbo Natale dovrebbe essere un'opportunità in più per praticare la tolleranza e il rispetto, per mostrare ai nostri figli che siamo tutti diversi con credenze e preferenze diverse. Alcuni credono a Babbo Natale, alcuni non credono a Babbo Natale e che possiamo rispettarci tutti, perché criticare le scelte altrui non è né un nostro diritto, né tanto meno un nostro dovere. Se sentite esasperazione nella mia voce è perché sono un po' stufa. Posso dirlo, sono stufa di genitori che si attaccano. Sono stufa di genitori che si sentono attaccati da persone che educano diversamente. Sono stufa di genitori che vedono la genitorialità o bianca o nera e che rendono perfino una scelta personale, come dire o meno la verità su Babbo Natale, motivo di ansia e di paragone e di dita puntate. Forse in realtà sono proprio stufa dei social media, ma so che alla fine, come ogni volta, prenderò questa esasperazione che sento e la convertirò in più educazione alla comunicazione digitale, perché in fondo credo nel cambiamento, altrimenti non farei il lavoro che faccio e la tela probabilmente non esisterebbe. E se pochi anni fa il cambiamento sembrava un'utopia e continuare a promuoverlo, sembrava un po', un atto di fede. Oggi invece so davvero che è possibile e lo vedo ogni giorno nel modo in cui la nostra meravigliosa comunità la tela si parla e si supporta sul forum di tutta la tela. Questa comunità è davvero l'esempio vivente che il cambiamento è in atto e che poco a poco possiamo cambiare l'educazione. Non da soli, ovviamente, ma tutti insieme. E quindi, ecco, questo è un po' il pensiero a cui mi aggrappo quando vengo presa da questa esasperazione, quando mi sento così stufa dei continui attacchi critiche, giudizi di puntate Okay, non so se ci crederete, ma quella che avete sentito finora sulla mia scaletta era un introduzione libera prima di raccontarvi la newsletter che ho inviato a fine novembre. Ma ovviamente mi sono dilungata e siamo qua a sedici minuti di podcast e non ho ancora iniziato nemmeno a raccontarvi quella che era era la newsletter di di novembre. A proposito di newsletter, oltre ventimila persone scelgono di riceverla ogni mese e mi lasciano entrare nelle loro case, nelle loro vite. E per questo io provo tantissima, ma tantissima, tantissima gratitudine. Non lo do affatto per scontato e ed è anche questa la ragione per cui ci metto, anzi ci mettiamo tutto il team, tantissimo amore e tantissimo lavoro e continuiamo a inviare questa newsletter gratis perché amiamo offrire ai genitori che si affidano a noi e che si fidano di noi, strumenti in più per evolvere. La newsletter di novembre, come ogni anno, era proprio sul Natale per aiutare quelle famiglie che hanno deciso di viverlo diversamente. Quella minoranza che ha bisogno di un supporto per vivere il Natale come lo sentono per vivere, per, per creare un Natale che gli somigli, ma anche per offrire spunti di riflessione a quelle famiglie che lo vivono in maniera tradizionale. Perché credo che solo parlandone più e più volte si possa piano piano capire che ci sono altre famiglie anche vicino a noi, anche intorno a noi, a volte che vogliono festeggiarlo diversamente, che non lo sentono come lo sentiamo noi e che magari non ne siamo neanche al corrente perché sono talmente criticate, talmente giudicate che non vogliono neanche dirlo e quindi praticamente finiscono per viverlo come lo vivono tutti gli altri, perché non conoscono un'alternativa oppure semplicemente perché lo vivono diversamente, ma non lo raccontano perché si sentono molto soli in questo cambiamento. E spero veramente che piano piano, parlandone, continuando a parlarne il più possibile, si possa promuovere il rispetto reciproco, perché poi quello è l'obiettivo. Non c'è un modo giusto o sbagliato di vivere il Natale, ma ci deve essere rispetto per tutte le scelte personali, per onorare quel lavoro grandissimo che facciamo ogni mese per scrivere la newsletter. Visto che ormai avere un episodio del podcast sul Natale è quasi una tradizione sulla tela, ne lascio traccia anche qui. Nella newsletter di novembre ho scritto quattro passi per creare le proprie tradizioni, tre spunti per affrontare la questione regali, due riflessioni su Babbo Natale e un pensiero a ragnatela sulla magia del Natale. Ma qui, in questo episodio del podcast, ho deciso di lasciare traccia dei quattro passi per creare le tue tradizioni, perché credo che sia un aspetto chiave. Trovo che sia davvero importante, basilare interiorizzare che le tradizioni con cui nasciamo e cresciamo, così come la genitorialità in cui cresciamo, l'educazione che ci viene impartita non sono legge. Non siamo obbligati a seguirle se non le sentiamo nostre. E quindi ecco quattro passi secondo me i primi per iniziare a creare le tue tradizioni a Natale o in qualsiasi altra ricorrenza che non senti in linea con i tuoi valori. Prima di tutto, però devo fare una premessa ti chiedo di riflettere su questi quattro passi partendo da questa premessa importante. Quando scendiamo da una ruota, a volte deluderemo qualcuno è inevitabile. La nostra responsabilità è non deludere noi stessi. E possiamo imparare a farlo però con la massima gentilezza ed empatia verso gli altri, certo, ma sempre tenendo in mente che, al contrario di come ci vuole far credere la società, noi siamo la nostra priorità. Dobbiamo prenderci cura di noi e delle nostre emozioni e dei nostri bisogni. Prima e questo è un concetto su cui si basa tutta la categoria crescita personale nel mio percorso per educare a lungo termine che trovate su www punto latella punto com. Okay, quindi vado con i quattro passi. Il primo passo per creare tradizioni natalizie che ci somiglino è questo individuate i vostri valori familiari, chiedetevi che cos'è importante per la nostra famiglia. Che caratteristiche deve avere un Natale che somigli a noi? Dedicate del tempo a rispondere a queste domande? Magari usatele proprio come spunto per affrontare in famiglia anche conversazioni importanti, come ad esempio il vostro rapporto con la fede e la spiritualità, oppure la vostra necessità di non come dire, aderire al consumismo che si genera a Natale e suggerisco di partire dai valori familiari, perché se non avete chiari quali sono i valori che orientano la vostra famiglia, sarà molto più difficile allontanarsi da aspettative e pressioni esterne e fare scelte che possano avvicinarvi al vostro Natale. E parlo del vostro Natale, perché il secondo passo è proprio costruire la vostra visione del Natale. Provate a farvi guidare da quei valori che avete immaginato nel primo passo e pensate proprio ad alcuni momenti ed esperienze che potrebbero rappresentarvi. Iniziate proprio a programmare per il giorno per i giorni di Natale alcune cose speciali di famiglia, solo vostre, anche se non c'entrano nulla con il Natale, anche se non c'entrano nulla con le tradizioni con le quali siete cresciuti, ad esempio nel cartone. Un giorno di neve che è un cartone veramente dolcissimo e che magari ricordate perché lo citiamo anche nel libricino. La paura è un superpotere della guida sulla sulla paura esplorare la paura. La mattina di Natale avevano istituito una tradizione di famiglia per la colazione, che era preparare dei pancake a forma di pupazzi di neve con dei bottoni di mirtilli e zucchero a velo nella mia famiglia La nostra tradizione è non aprire i computer promessa che facciamo a Oliver ed Emily e cercare un posto dove poter fare una lunga passeggiata nella natura, arrivando magari a un ristorante per il pranzo o magari portandoci dietro un picnic. Oppure potete cucinare, disfare e rifare l'albero fare una caccia al tesoro, raccontare storie della vostra infanzia sfogliando vecchi album di foto, qualunque cosa che vi piace, che sentite vostra, che pensiate possa diventare una vostra nuova tradizione per sempre o per qualche anno. Non importa, siete voi a decidere. Voi fate le regole della vostra famiglia e ricordatevi che non serve stravolgere il Natale. A volte può essere più facile scendere dalla ruota in maniera graduale. La piccola tradizione che iniziate quest'anno vi mostra che è possibile fare le cose diversamente o fare qualcosa diversamente, e magari vi sprona a fare cambiamenti più grandi il prossimo anno, se li volete. Se pensate che siano necessari, il più grande cambiamento è l'inizio di una nuova mentalità e poi c'è il terzo passo che è comunicare tutto questo ai parenti. Questo per alcuni può essere un po' difficile, specialmente se Natale è l'unico momento dell'anno in cui tutta la famiglia si riunisce. È possibile che i vostri parenti facciano più fatica a rispettare il vostro bisogno di celebrare il Natale in modo diverso o non celebrarlo affatto. Trovo che essere onesti e gentili sia il modo migliore per promuovere il rispetto da entrambe le parti questa settimana o la prossima. Ti invito a ritagliarti del tempo e aprire il dialogo con i familiari per spiegare loro i tuoi sentimenti, i tuoi desideri. Io credo davvero che trovare un compromesso che faccia stare bene tutti sia possibile. Ad esempio, se temete la cena del ventiquattro, perché i bambini finiscono per guardare la televisione mentre aspettano Babbo Natale, per poi scartare velocemente una montagna di regali, potete scegliere di non partecipare a quella serata. Chiedete alla vostra famiglia di riunirsi di nuovo per colazione, pranzo, hotel il venticinque e magari spiegate addirittura che aprirete uno o due regali al giorno nei prossimi giorni. Io conosco una famiglia che effettivamente faceva proprio così, quindi raggruppava tutti i regali e poi diceva che nei giorni successivi il bambino o la bambina ne aprirà uno al giorno finché non saranno finiti. E addirittura addirittura mi ricordo un'altra famiglia che faceva la stessa cosa, ma invitava a casa. Le persone che avevano regalato avevano fatto questo regalo e quindi il focus anche nel messaggio proprio al bambino passava dal scartare il regalo al scartare il regalo con la persona che te l'ha regalato. E quindi il regalo era questo gesto d'amore da da parte di quella persona e la persona era presente in persona o in video se non era possibile di persona nel momento dello scartare il regalo e l'attenzione era tutta focalizzata sulla relazione e sul gesto d'amore che quel regalo rappresenta. Adesso non so se ve l'ho spiegato bene, spero che l'abbiate capito um altrimenti chiedetemi e ve lo ve lo spiego molto volentieri um oppure per esempio, se è la riunione grande di famiglia che vi provo vi provoca un po' di disagio potete programmare di spalmarla su una settimana ogni giorno visitate una casa diversa e vi dedicate esclusivamente a quelle persone i nonni materni, i nonni paterni, gli zii eccetera eccetera. E il giorno di Natale fate qualcosa solo per la vostra famiglia. Anche questo, per esempio, potrebbe essere un modo per togliere il focus dal materiale e metterlo invece su ciò che conta, che è la relazione in inglese questo io lo chiamo snk outside the box. Letteralmente pensa fuori dalla scatola che tradurrei un po' con pensare fuori dagli schemi. E per farlo credo davvero che qui più che mai valga il concetto del scegli di deludere gli altri piuttosto che te stessa o te stesso. Io so, per esempio, che mia madre e mia nonna ci rimasero male quando il primo anno comunicai che non sarei tornata in Italia per Natale, perché dopo il divorzio dei miei genitori, riunirsi allo stesso modo di prima non mi provocava gioia, anzi forse il contrario. E dovevo prendermi cura delle mie emozioni. Ma quella oggi quando mi guardo indietro so che fu la scelta migliore per quel giorno dell'anno e tra l'altro una cosa non esclude l'altra non significa che non abbiamo più fatto riunioni. Le riunioni non sono mai mancate, nessun anno. Ogni anno ci siamo riuniti tutti, ma l'abbiamo fatto in un momento diverso, non in un momento in cui c'era così tanta aspettativa su quella giornata, come per esempio dover far finta di essere tutti felici come lo siamo sempre stati crescendo nei miei primi vent'anni um tutti insieme a tutti i costi la giornata di Natale e l'ultimo passo di cui ho parlato nella newsletter per iniziare a creare le proprie tradizioni, è forse il più importante onorare la fase di transizione quando si vuole cambiare qualcosa, c'è una verità, secondo me, che tanti dimenticano. Il cambiamento non arriva quando prendiamo una decisione. Arriva quando ne siamo davvero sicuri. Tra la decisione e quella sicurezza c'è una fase di transizione in cui ogni ostacolo ha il potere di farci sentire sbagliati, di mettere in dubbio la nostra scelta. E gli ostacoli di cui parlo sono le critiche della gente, le differenze di valori, la difficoltà di implementare la nostra visione così come la vediamo o anche solo di riconoscerla. E ogni volta che superiamo uno di quegli ostacoli, guadagniamo un po' di consapevolezza e sicurezza. Finché non superiamo tutti gli ostacoli. Però non importa che cosa abbiamo deciso, per esempio, di non portare avanti la tradizione di Babbo Natale. Ogni critica e frase discordante produrrà lo stesso dubbio ancora e ancora, e ti farà pensare. Forse sto sbagliando io. Ecco, in quei momenti devi onorare la fase di transizione, fidarti della scelta che hai fatto e ricordarti che arriverà il momento in cui il giudizio altrui non ti farà sentire più vulnerabile, non ti farà più traballare. Non ti farà più mettere in dubbio le tue scelte. Quel momento non deve essere oggi, ma ti assicuro che arriverà. E detto questo per aiutarti a seguire questi quattro passi nella newsletter abbiamo inviato un PD F con un esercizio e ho deciso di mettertelo anche qui. Lo trovi. Quindi nelle note dell'episodio io non sono di solito un amante degli esercizi scritti e spesso mi sono interrogata. Come mai? Sul perché non mi piacciono gli esercizi scritti, visto che il mio lavoro è scrivere e quella è proprio la risposta. Il mio lavoro è scrivere, quindi spesso e volentieri i miei esercizi li faccio già, um senza accorgermene nella scrittura che faccio tutti i giorni nella scrittura dei miei contenuti. Perché come sempre, come dico sempre, la scrittura per me è terapia e quindi ho proprio rivalutato l'importanza di questi esercizi scritti proprio perché la scrittura è terapia. Ci sono tantissime persone che invece non scrivono e per questo mi piace proprio fornire loro uno strumento in cui possano mettere nero su bianco i loro pensieri e le loro riflessioni. E questo è un piccolo regalo per voi e basta con questo ti saluto anche oggi. Volevo che l'episodio fosse più corto. In realtà non ce la facciamo. Qua si parla sempre seguendo tutte le varie ramificazioni della ragnatela. Che dire, ti auguro un periodo natalizio che ti assomigli. E soprattutto ti auguro di riuscire ad essere la versione autentica di te, di darti il permesso di provare quello che provi qualsiasi cosa tu provi senza sentire di dover mentire per essere accettato o accettata. E questo te lo auguro a Natale e ogni altro giorno dell'anno Ti ricordo che mi trovi anche su www punto la tela punto com e da lì trovi tutto ciò che cerchi, compreso il mio Instagram. Ti ricordo anche che se ti iscrivi a tutta la tela prima dell'uscita del workshop sulle bugie dei bambini, lo riceverai gratis, incluso nell'abbonamento. Buona serata, Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao
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Ciao Carlotta e team della Tela, grazie per questi spunti utilissimi.
Anch'io penso di non voler raccontare a mia figlia la bugia di Babbo Natale e non penso che questo debba rovinare la magia. Anzi, i miei ricordi più belli sul Natale risalgono a quando già avevo scoperto la verità e collaboravo a scegliere i regali per i famigliari, incartarli con mia madre, metterli sotto l'albero. Per me il bello del Natale è proprio la relazione che sta dietro la scelta del dono e vorrei trasmettere questo a mia figlia di 2 anni e mezzo. Per ora però non le ho mai spiegato esplicitamente che Babbo Natale non esiste, che quello che le ha portato i regali all'asilo è un papà travestito e così via. Se lei mi chiedesse chiarimenti, le direi senz'altro la verità ma temo che sia troppo piccola per capire la differenza tra realtà e finzione, anche se le dicessi che quel signore finge di essere Babbo Natale. Mi limito quindi a non alimentare 'la bugia' e far sì che lei riceva i suoi regali direttamente dalle persone che li hanno scelti per lei e sappia che quello è il loro dono pensato e scelto per lei. Temo però che, crescendo, con tutti gli input esterni che invece riceve rispetto alla 'bugia di Babbo Natale', potrebbe diventare difficile introdurre la verità in maniera serena. Mi chiedo quindi se sia già tempo di introdurre il discorso o aspettare che sia lei a farsi domande per poi rispondere onestamente. Grazie ancora!
Ciao Sara, è vero, a questa età non hanno ancora la capacità di distinguere tra realtà e fantasia, però è anche vero che se la tua scelta è già chiara e consapevole potresti anche pensare di introdurre il concetto «Questa è una persona vestita da Babbo Natale» (io lo feci collegandolo al carnevale, dove anche noi ci travestiamo, per provare a farglielo capire). E anche se non dovesse capire del tutto, avrai avviato la conversazione e quando sarà più grande ti verrà molto facile rispondere alle sue domande.

Non c'è una scelta universalmente valida, ovviamente, e potresti anche decidere di aspettare che sia lei a fare domande, ma questo potrebbe significare avere questa conversazione «chiarificatrice» ad esempio anche a 5 anni (che è ad esempio quello che è successo a me con il mio primo figlio, in cui aspettai che arrivassero le sue domande, non avendo ancora ben chiaro come volevo agire). Alla seconda l'ho detto fin da subito e devo dire che è stato molto più facile.

Ti abbraccio 💜
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Grazie! Il link al PDF sembra non funzionare. Potete controllare? Grazie!
Grazie Marzia di avercelo segnalato, ora è a posto. 
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Cara Carlotta, 
Grazie ancora e come sempre per le tue parole. Le ho ascoltate mentre facevo una lunga passeggiata nel parco di Versailles oggi, è lì che vivo. È stato bellissimo. Piovigginava un po’, ma questo non mi ha dissuaso dal fare questa passeggiata di cui avevo voglia. Ho camminato tra gli alberi immensi e ho respirato profondamente. E intanto ti ascoltavo 😊. 
Io faccio parte, con il mio compagno, di quei genitori che hanno scelto di dire alla nostra bambina che Babbo Natale esiste. Perché mi ricordo di quanto era bello per me aspettarlo e crederci, di quanta gioia mi dava. Certo, mi ricordo anche della delusione che ho provato quando mia mamma mi ha detto la verità. Ma il mio obiettivo, con mia figlia, sarà trovare un modo diverso di dirglielo, rispetto a come ha fatto mia mamma. Lei me l’ha detto tardi e in malo modo (avevo 10 anni 😳, ed è proprio vero quello che dici, perché i miei compagni a scuola mi avevano detto centinaia di volte che non esisteva. Ma io finché lei non me l’ha confermato, non ho mai creduto a quello che dicevano). Non so se ci riuscirò ad essere più dolce nel spiegare la verità a mia figlia, ma di sicuro ci proverò. 
Comunque ho deciso comunque di farle credere in Babbo Natale, per ora. Con consapevolezza e convinzione. 
Ma non per questo giudico quelli che non lo fanno, ne penso che sia sbagliato. Rispetto le decisioni degli altri, ma io ho scelto così. 
In ogni caso grazie, è sempre un piacere ascoltarti. Sono molto lontana dalla mamma che vorrei essere, ma i tuoi podcast mi danno fiducia che pian pianino qualcosa potrò cambiare nell’educazione tradizionale. 🩷
Grazie a te Fabiola, per le tue parole e per la tua condivisione personale.

Un abbraccio 💜

Rosalba 
Team La Tela
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Ti scrivo per la prima volta ma ti ascolto da quasi due anni, forse più, e adoro ogni tuo podcast! Questo mi tocca da vicino perché sarei una di quelle che "vorrebbe scendere dalla ruota" ma...come fare? Sembra una Mission Impossible... parlando di Babbo Natale...
In ogni caso grazie per ogni tuo contenuto, davvero, hai sempre parole gentili per tutti, esprimi i concetti in modo semplice e super chiaro ed entri nel cuore delle persone!
Ciao Barbara, è vero, a volte sembra proprio una missione impossibile scendere dalle ruote, ma è possibile farlo piano piano, acquisendo sempre più consapevolezza su ciò che conta davvero per noi, e su come vogliamo scrivere la nostra personale storia di genitori 💜

Oltre al podcast, ti consiglio di dare un'occhiata al Percorso per Educare a Lungo Termine su La Tela: sono tantissimi contenuti che Carlotta ha creato apposta per dare il migliore supporto possibile, in ogni aspetto sia della genitorialità che della crescita personale.

Inoltre, se entri sul tuo account nel sito, troverai uno «Starter Kit» gratuito con alcuni contenuti del Percorso (così puoi farti un'idea) 😊

Un abbraccio,

Rosalba
Team La Tela
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Ho terminato di ascoltarlo e mi è venuta voglia di condividere con te quanto apprezzassi le tue parole..Per me ascoltare il tuo podcast è come ricevere un dono..Grazie 
Ciao Sonia, grazie di cuore da parte di Carlotta e di tutti noi del team! 💜
Ci tengo a ringraziarti personalmente per le tue parole, Sonia. Sono felice che il podcast ti accompagni i questo percorso 💜
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Carlotta, io ho poca facilità con la scrittura. Ma voglio comunque scriverti. Questo tuo podcast è pieno di belle parole, di gentilezza e verità che condivido. Ascoltarti mi dà la possibilità di riflettere. Ti ammiro e stimo tantissimo. Continua sempre così, in questo mondo malato c'è bisogno di una persona splendida come te. Sono una mamma che  purtroppo ho educato i miei figli alla vecchia maniera. Bravi ragazzi, nulla da dire, ma ho creato sicuramente dolore. Ora sono una nonna più consapevole, capisco che si può cambiare. Seguire te ed il tuo gruppo su istagram, mi aiuta ad essere una persona migliore. Non sempre ci riesco, ma ogni giorno ci provo. Ti abbraccio con affetto. Elisabetta 
Ciao Elisabetta, sono Rosalba del team La Tela.
Grazie di cuore per le tue parole, da parte di Carlotta e di tutte noi del team! 💜

Ti ammiro tantissimo, per la tua consapevolezza e per il tuo percorso di evoluzione: è meraviglioso e fa tanto bene al cuore sentire una nonna che ce la mette tutta per fare sempre meglio 🥰
Davvero, come dice Carlotta «non è MAI troppo tardi»: sei un bellissimo esempio da seguire!
Ciao Elisabetta, mi commuove sempre leggere nonni e nonne, perché le vostre parole sono proprio l'essenza di ciò che insegno ai genitori: non è troppo tardi! Grazie infinite per le tue parole e sono felice che tu faccia parte di questa comunità! 💜    
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